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Autore: telesette    03/04/2013    2 recensioni
Una potente organizzazione criminale, conosciuta col nome di A.L.B.A., minaccia dure rappresaglie contro il Giappone e le autorità non sanno come far fronte al pericolo. L'ufficiale Gai Maito propone tuttavia di reinserire nei ranghi tre giovani ex-cadetti dei reparti speciali, così da disporre di una squadra competente e inarrestabile...
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Hotel "Golden Moon" - ore 20:25

Lasciando Neji a meditare davanti alla finestra della camera, Tenten entrò nel bagno e fece scorrere l'acqua della doccia fino alla temperatura accettabile. Dopo essersi spogliata, ripiegando accuratamente i vestiti sullo sgabello lì accanto, si avvicinò allo specchio per sciogliere gli chignons e darsi una sistemata ai capelli. Di solito non aveva tempo per curare certi dettagli della sua femminilità ma, dovendo trascorrere chissà quanti giorni in compagnia di quell'odioso rompiscatole di Neji, intendeva ricorrere a tutte le armi a sua disposizione per pareggiare con lui i vecchi conti in sospeso.
Tenten conosceva alla perfezione ogni punto debole di quello sbruffone, come ad esempio la sua leggera epistassi ogni volta che era imbarazzato, perciò avrebbe cominciato quella sera stessa a rendergli la vita impossibile per ripicca.

- Chissà se il signorino avrà ancora la stessa reazione, nel vedermi uscire dalla doccia - mormorò Tenten tra sé, con un sorriso crudele sulle labbra.

Dalla doccia filtrava leggero il vapore e, avendo ancora addosso la biancheria intima, Tenten si avvolse i capelli nell'asciugamano e fece per sciogliere il gancio del reggiseno. In quella però, qualcosa la mise sull'avviso: la porta era chiusa dall'interno, la chiave nella serratura, e tuttavia Tenten aveva la forte sensazione di essere osservata.
Facendo dunque finta di niente, con la più totale nonchalance, entrò nella doccia e, dopo essersi tirata la tenda dietro le spalle, lasciò scivolare il reggiseno sul pavimento proprio sotto ai vapori che riempivano l'aria.
Tutto pareva tranquillo, per qualche istante ancora almeno, finché qualcuno non inserì una lama di coltello sottile nell'interstizio della finestra facendone saltare silenziosamente il blocco. Due sinistri individui vestiti di nero scivolarono dunque all'interno del bagno senza fare rumore, scrutando attentamente ogni angolo e impugnando un paio di revolver dotati di opportuno silenziatore. Entrambi avevano l'aria dei sicari professionisti, occhi di ghiaccio e sguardi privi di emozione, tuttavia il reggiseno di Tenten davanti alla doccia attirò subito la loro attenzione.
La sagoma della fanciulla sotto l'acqua pareva delinearsi chiaramente, anche attraverso la tenda che la nascondeva, e ciò li fece esitare per un attimo.

- E' un peccato farla fuori subito, no? - sussurrò uno dei sicari, rivolgendosi al compagno.
- Non dire stronzate - rispose l'altro secco, facendo scattare il revolver per mettere la pallottola in canna. - Prima finiamo, meglio è!
- Uff, peccato - annuì il primo malvolentieri. - Potevamo godercela ancora un po'...

I due si avvicinarono a circa un metro dal bersaglio, puntando le armi lucide di acciaio brunito, e fecero fuoco con estrema calma e naturalezza.
I colpi attraversarono la tenda, andandosi a conficcare nel muro retrostante, e tuttavia non un solo spruzzo di sangue andò a tingere le pareti o il pavimento. I sicari abbassarono le armi perplessi, oltretutto senza più riuscire a distinguere la sagoma della ragazza, e pian piano si avvicinarono per poter meglio esaminare il cadavere.
Con la cautela dettata dall'esperienza, il più vicino dei due allungò la mano e scostò con un unico gesto la tenda sforacchiata dai proiettili...
Niente!
La doccia era completamente vuota.

- Dove diavolo s'è cacciata quella puttana?
- Qui...

Facendo scivolare il braccio, dall'alto della sbarra ove si era agilmente aggrappata per evitare i colpi, Tenten allungò un tubetto di dentifricio aperto e ne spruzzò il contenuto proprio in mezzo agli occhi del primo sicario. Questi urlò selvaggiamente per il dolore, portandosi la mano al volto e sparando alla cieca, allorché lei spiccò un balzo per atterrarlo con un unico calcio alla base del collo.

- Dannata sgualdrina - esclamò l'altro sicario, sollevando di nuovo l'arma e cercando di colpirla alla testa.

Tenten fu più svelta di lui però.
Dopo essersi sfilata di dosso l'asciugamano per lanciarlo tra lei ed il sicario, impedendo a questi di prendere correttamente la mira, strappò l'arma dalle mani dell'avversario appena neutralizzato e sparò velocissima sulla linea intuitiva dove aveva calcolato di fare centro. Il proiettile si conficcò nella spalla del sicario, mancando al millimetro qualsiasi punto vitale, costringendo costui a lasciar cadere la pistola e ad accasciarsi a terra stringendosi il braccio ferito.

- Credo che abbiate sbagliato indirizzo - commentò lei sarcastica. - Il cinema-sexy è a quattro isolati dall'albergo!

Nello stesso momento, la porta fu sfondata verso l'interno e Neji si fiondò all'interno del bagno senza nemmeno riflettere.

- Tenten - gridò. - Che cos'era quello spa... a... ah ?!?

Poiché l'asciugamano era caduto a terra, lasciandola con nient'altro addosso che un paio di mutandine, Tenten era praticamente a seno nudo sotto gli occhi di un Neji pallido e sgomento. Com'era prevedibile, a dispetto dei due sicari stesi a terra, la situazione gettò lo Hyuga in un profondo stato di imbarazzo... così che del sangue cominciò a gocciolargli dalle narici per via di una leggera epistassi.
In altre circostanze, Tenten si sarebbe messa a ridere senza dubbio.
Tuttavia quel bagno cominciava ad essere un po' troppo affollato per i suoi gusti.

- Hai intenzione di restare lì impalato ancora per molto... o piuttosto di passarmi un asciugamano?

Ricomponendosi velocemente, com'era nella sua flemma proverbiale, Neji si tamponò svelto l'emorragìa con una mano e, voltato lo sguardo da tutt'altra parte, afferrò un asciugamano con l'altra e lo porse a Tenten perché potesse coprirsi. La ragazza prese la soffice spugna dalle sue mani, avvolgendosela addosso senza fare una piega, e passò accanto al compagno con la più totale indifferenza.

- Quando hai finito di mettere a posto qui dentro - esclamò lei calmissima. - Ricordati che le mie cose vanno in lavatrice col programma "capi delicati"... Mi raccomando!

 

( continua )

   
 
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