Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Luce_Della_Sera    03/04/2013    1 recensioni
Questa è la storia di due ragazze che si incontrano per caso... E da quell'incontro ne nascerà una dolce storia d'amore.
[Dal primo capitolo: < Cinque minuti dopo scostò la tendina e si ritrovò davanti la stessa ragazza con cui aveva parlato prima di vestirsi, che la guardava con sguardo allibito. “Cosa c’è? Perché mi fissa in quel modo?” >]
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3- Irritazione

Sara e Irene presero a vedersi molto spesso, nei giorni che seguirono, ed impararono a conoscere tutto l’uno dell’altra: la prima aveva infatti spiegato che era figlia unica e che faceva la commessa per pagarsi gli studi almeno in parte, la seconda invece aveva parlato della sua volontà di laurearsi in lingue, conseguendo prima la laurea triennale e poi la laurea specialistica, e aveva parlato dei suoi genitori e di sua sorella; per quanto riguardava il loro carattere, poi, scoprirono ben presto di essere complementari: Sara era espansiva quanto Irene era introversa e poco incline alle dimostrazioni d’affetto.
Inoltre, la più giovane delle due aveva aiutato l’amica nella scelta della carrozzina e del corredino per il nascituro.“Chissà se riuscirò mai a sapere qualcosa riguardo al padre di questo piccolino?” si chiedeva spesso, osservandolo tirare calci nella pancia della mamma! Irene però aveva sempre evitato di parlargliene, e lei non se l’era mai sentita di insistere, nonostante fosse curiosa di saperne di più.
La mattina prima della discussione della tesi la laureanda insistette per uscire di casa perché aveva bisogno di rilassarsi, e propose di andare al parco: avrebbe portato con sé anche il suo cane, per fargli fare la passeggiata.
“Oh che carino, è un cucciolo?”
“No, ha 7 anni, si chiama Odie…” -.-‘
“Ah…”  O.o  “Comunque a me i bassotti piacciono da morire, sai? Sono troppo belli, con quella loro andatura dondolante!”
“Già … tu hai animali?”
“Sì, ho tre pesci rossi: uno tutto bianco, uno tutto nero e uno metà bianco e metà arancione”.
“Che?”  O.O  “Perché, esistono anche pesci rossi … non rossi?”
“Sì: non so gli altri, ma quello nero si chiama black moor, è una razza molto ricercata!”
“Se lo dici tu, sarà vero. Certo però che sono pesci davvero particolari, i tuoi! Ma prenderli normali no, eh?” Irene si mise a ridere a crepapelle ma si bloccò quasi immediatamente, vedendo che un pitbull puntava verso di lei: sapeva benissimo che quella razza canina non meritava la cattiva fama che si portava dietro ormai da anni, ma chi le poteva dare la certezza che l’animale fosse stato educato a dovere e fosse quindi innocuo? Cercò Odie con lo sguardo: il cane però era impegnato a giocare con alcuni suoi simili nel recinto loro dedicato, quindi non poteva in alcun modo esserle d’aiuto! Non sapendo bene come agire fissò Sara, che era spaventata quanto lei, ma prima che potesse anche solo formulare un pensiero coerente circa le loro possibilità di fuga, si sentì una voce che chiamava “Annibale! Vieni subito qui!”: il cane da combattimento fece dietrofront, mentre il suo padrone gli veniva incontro.
Irene lo vide, e rimase pietrificata “Non può essere!” pensò. Era così sconvolta che ci mise un po’ a capire che non era sola, e che la sua amica la stava fissando con aria preoccupata e alquanto perplessa! Sapeva di dover dare una spiegazione coerente per il suo strano atteggiamento, ma era incapace di distogliere lo sguardo da quel ragazzo, che conosceva fin troppo bene; i suoi occhi scuri incontrarono quelli di lui per un attimo, dopodiché egli si girò e tornò sui suoi passi assieme al suo molossoide, non prima però di averla squadrata da capo a piedi, pancione compreso.
“Irene? Cos’hai? Ehi, mi senti?”
“Eh? Oh, scusa, mi ero distratta!”
“L’avevo notato! Ma che ti è preso, si può sapere? Hai fatto gli occhi dolci al proprietario del pitbull per almeno venti minuti!”
“Io non ho fatto gli occhi dolci a nessuno, ma se anche fosse dov’è il problema??? Perché sei così aggressiva? Saranno affari miei se guardo una persona in un parco, no?”
“Hai ragione”, ammise la ragazza, la quale per prima non si sapeva spiegare i motivi del suo comportamento “Ho sbagliato, scusami! Comunque ti vedo pallida: forse è meglio che andiamo via, così puoi riposarti e prepararti al meglio per domani!

 

 *****

Quando il giorno seguente Irene venne dichiarata dottoressa in lingue per l’interpretariato e la traduzione con il punteggio di 110 e lode anche il bambino la festeggiò, ovviamente a modo suo. “Forse scalcia tanto perché non vede l’ora di uscire per farti le sue congratulazioni, oppure, più semplicemente, vuole conoscere la sua splendida zia!”
“No Sofia, ti sbagli: ha solo esultato perché ha capito che non dovrà più sentire sua madre studiare gli argomenti più disparati parlandogli in inglese, in francese e in spagnolo!”
“Ma hai deciso cosa farai adesso? Voglio dire, la tua laurea ti dà la possibilità di diventare sia interprete che traduttrice: cosa sceglierai?”
“Opterò per la traduzione, ovvio: tra le due, è la cosa che mi permetterebbe di passare più tempo con il mio bimbo!”
“Non hai tutti i torti, in effetti… a proposito di bambini, ma è vero che in gravidanza ci sono dei cibi che vanno evitati?”
“Ah, non me ne parlare: sapessi quanto invidio te e gli altri parenti, perché stasera a cena potrete abbuffarvi quanto vorrete!” Detto questo, Irene andò a prepararsi per la serata che la aspettava, e sua sorella fece altrettanto.

 

 *****

Sara si guardò intorno: che baraonda era la famiglia della sua amica! C’era un’enorme quantità di individui, tutti alquanto rumorosi: uno di questi le si era seduto vicino e le parlava senza sosta, tra un boccone e l’altro.
Una volta finiti i primi piatti, cercò Irene con lo sguardo, e notò che la ragazza la stava fissando in modo decisamente contrariato, quasi come se fosse arrabbiata con lei. Che cosa le era preso? Decise di scoprirlo, e così fece cenno all’altra di uscire dal locale.
“Allora!” sbottò la neolaureata appena si furono chiuse la porta alle spalle “A che gioco stai giocando? La smetti di flirtare con mio cugino Federico? Non è affatto divertente, te lo assicuro!”
Flirtando? Ma che dici? Per la cronaca, immaginavo che fosse uno dei tuoi cugini, ma non sapevo neanche come si chiamasse: non me lo ha detto, era troppo occupato a parlarmi di tutto quello che gli veniva in mente riguardo alla sua vita! Ma se anche fosse come hai detto, a te cosa importa?”
“Mi importa eccome!!!”
“Se sei così irritabile, forse è meglio che io me ne torni a casa invece di fermarmi a dormire da te, stanotte: evidentemente ti do fastidio!”
“Eh no, non credere di cavartela così: verrai da me come avevamo stabilito all’inizio, e insieme faremo una bella chiacchierata!!!”

 

 *****

Qualche ora più tardi, mentre era in bagno, Irene tentò di interrogarsi per l’ennesima volta sulle ragioni della sua inspiegabile irritazione verso Sara: come aveva potuto attaccarla in quel modo, con quale diritto? Stava forse diventando matta? “Contieniti” si disse “Neanche con una certa persona ti comportavi in questo modo! Faresti meglio ad uscire da qui e ad andarti a scusare, invece di comportarti da immatura: presto sarai madre, non puoi permetterti di fare la ragazzina!” Così, dopo aver fatto un bel respiro profondo, lasciò la stanza e si diresse in camera sua, dove l’amica, in piedi, guardava fuori dalla finestra.
“Ma cosa fai lì? Ancora non ti sei messa il pigiama? Vuoi che ti aiuti a preparare il tuo letto? Stai bene?” chiese, preoccupata.
“Non molto, dato che non riesco ancora a capire perché mi hai trattata tanto male, prima. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato, ma per quanto io mi sforzi non riesco proprio a capire cosa!”
“Tu non hai colpa, ho fatto tutto da sola: forse è stata la tensione per la laurea, forse sono gli ormoni della gravidanza … comunque sia, ti chiedo scusa!” le mise un braccio intorno alle spalle e fece per darle un bacio sulla guancia; proprio in quell’attimo però Sara si girò e il risultato fu che si ritrovarono con le labbra incollate.
Si staccarono quasi immediatamente, turbate, ma nessuna delle due sembrava schifata di quanto era appena successo: anzi, in cuor loro entrambe sentivano che sarebbe successo, prima o poi, ma né l’una né l’altra avevano mai avuto il coraggio di confessarlo a loro stesse! Si fissarono negli occhi per qualche momento e poi ricominciarono a baciarsi, stavolta con maggiore slancio e passione; infine, un po’ stanche ed eccitate, decisero di infilarsi nei rispettivi letti e si misero a parlare a bassa voce di quanto era appena accaduto: dovevano forse ignorare tutto e fingere che non fosse mai successo? E soprattutto, come dovevano definirsi? Bisessuali? O etero-curiose? Più ne parlavano, più si confondevano: l’unica cosa che sapevano era che i baci che si erano scambiate erano una cosa seria, quindi fu per loro naturale mettersi insieme.
 
 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Luce_Della_Sera