Storie originali
Segui la storia  |       
Autore: Be A Weasley    03/04/2013    3 recensioni
Una ragazza a cui il suo nome va stretto, il viaggio che aveva da sempre aspettato, l'incontro con un ragazzo dai capelli rossi.
Buona lettura,
Delilah :)
Recensite? Mi farebbe taaaaaanto piacere :3
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Don't say goodbay, ok?*


James se ne andò dopo un'ora, ancora mi chiedo perchè si fosse imbellettato per l'occasione: jeans chiari e camicia di color blu scuro solo per andare a ripetizioni? La faccenda puzzava. Non so con precisione cosa disse Logan alla signora Clementine, fatto sta che ci fece rimanere da guardia alla casa siccome aveva altri impegni quali fare la spesa e ritirare vesti dalla lavanderia. 
«Siamo in casa da soli.. Non mi dai neanche un bacino?» Mi limitai a fargli una smorfia e ad aggiungere in un secondo luogo: «Devi conquistartelo. Chi mi assicura che questa sera, non appena partirò, tu non andrai da quella? Nessuno può darmi la conferma. Quindi, niente baci, mi spiace.» Detto questo mi voltai di spalle e scesi giù in cucina. «Credi che potrei prendere qualcosa da mangiucchiare, non ho toccato cibo a pranzo!» Niente. Che si fosse offeso? «Oh, andiamo! Sei un ragazzino, ho delle motivazioni più che valide!» Sbuffai sonoramente e aprii il frigorifero ma tutto quello che trovai furono due cartoni di latte , formaggi vari e una busta in plastica trasparente con all'interno pomodori. «La bambina ha fame?» Alzai gli occhi al cielo e feci l'ennesima smorfia, senza degnarlo di risposta. Sentii il rumore di un cigolio, mi giri e vidi il ragazzo che prendeva dalla credenza del pane bianco e della marmellata. «Wow, io amo la marmellata, potevi dirmi subito che era lì!» 
«L'ho presa per me, non per te.»
Sbarrai gli occhi. In quel momento, il suo tono così distaccato, mi fece sentire strana. "Pensa come un ragazzo, Deli, pensa come un ragazzo!" Mi schiarii la voce, a passi lenti, andai verso di lui e gli tolsi il barattolo in vetro dalle mani. Una volta aperto presi un po' di quella sostanza densa e violacea e me la passai sulle labbra tentando -probabilmente invano- di essere un minimo sensuale. Dopo aver attirato la sua attenzione immersi di nuovo il dito nella marmellata e questa volta la rilasciai sparsa prima sul suo collo, poi sul suo mento e infine sulle sue labbra, tutto condito con un sorrisetto poco rassicurante stampato sul volto. «Oh, scusa, scusa ancora e.. Oh, sono distrattissima oggi, non credi?» Lui in risposta mi afferrò il polso e passò la lingua sull'indice sporco di marmellata. «Distrattissima.» Ci avvicinammo fino a far toccare i nostri corpi, le labbra erano così vicine l'une con le altre tanto che quasi si toccavano, mancava così poco. «Logan, my dear, i'm back home!» Entrambi strabuzzammo gli occhi, lui tirò fuori qualche frase in inglese a me incomprensibile e, dopo avermi preso la mano, mi condusse su per le scale. «Ma porca- non è possibile! Tu ed io stavamo per..per..Sai cosa! E quella è entrata, ci spiava, ne sono sicuro!» Leccai alla svelta i residui appiccicaticci di marmellata presenti sulla mano e scrollai le spalle. «Non farti venire strane idee in testa, tu ed io non stavamo per fare un bel niente. Un bacio.. Dei baci, al massimo, ma niente di quello che la tua testolina da cattivo ragazzo pensa.» Con la coda dell'occhio lo vidi soffocare una risatina. «Sei tu quella che mi ha provocato, io volevo semplicemente farmi pane e marmellata.» Sbarrai la bocca. Ora ero io l'assetata di sesso della situazione? Balbettai qualcosa che neanch'io riuscii bene a capire e mi rannicchiai sul letto di James. Lui scoppiò a ridere e di getto disse: «Okok, ammetto che mi è piaciuto. Ma tu ammetti che speravi in quel bacio. Dai, sto aspettando!» Diventai prima di un rosa acceso, poi rossa e poi sempre più tendente al viola. «Non.. Non sono cose da dire queste!» Sentii il respiro di Logan vicino al collo e le sue mani che dai capelli passarono ad accarezzarmi le guance e poi sempre più giù, fino ai fianchi. Rabbrividii, era come se ogni parte del corpo toccata si fosse di colpo immobilizzata. Alzai lo sguardo fino ad incrociare quegli occhi, così verdi anche alla fioca illuminazione delle lucine sul letto di Jamie, da fare invidia a chiunque. «Speravo in quel bacio. Spero in ogni nostro bacio, ecco perchè ho così paura a dartene qualcuno.» Ci guardammo fisso per qualche secondo come se il tempo si fosse bloccato solo per noi, in attesa di quell'avvenimento. Chiusi gli occhi, probabilmente lui fece lo stesso, e facemmo sfiorare i nostri nasi, solo quel fatto mi fece sorridere. Riuscimmo soltanto a far toccare leggermente le nostre labbra dato che un'assordante squillo telefonico ruppe tutta la magia di quel momento. Questa volta fui io a fare la parte dell'esaurita. «Chi diamine parla?! Sì, hai rovinato tutto, razza di idiota. No, aspetta.. Tu mi hai chiamato per dirmi che quella sottospecie di barbie venuta male sta con un altro? Dimmi che stai scherzando, ti prego, altrimenti vengo lì dovunque ti trovi e ti prendo a schiaffi! ..No, non c'ho fatto se- ..no! Oh, al diavolo, ora arrivo!» Attaccai bruscamente la chiamata e lanciai uno sguardo disperato a Logan, il quale sembrava piuttosto divertito dalla mia sfuriata. «Ti ha preso per una cattiva ragazza che fa sesso col primo mezzo inglese che capita? Povera, povera piccola Sonia. Una reputazione distrutta nel giro di tre giorni.» Mi alzai dal letto e «Camden Town, muoviti.» dissi.
 
Altre metro, altri inglesi che si scapicollavano a scendere e salire dai mezzi. Quella zona sembrava essere la parte di Londra che i genitori ti avrebbero sicuramente vietato di vedere. C'erano ragazzi stracolmi di pircing e tatuaggi di ogni genere, le persone con capelli naturali potevano essere contate sulle dita di una mano e non vidi neanche un paio di orecchini ornati con fiocchetti rosa e pizzo. Il fatto positivo era che nessuno di loro veniva guardato male dalla folla e dai turisti, nessuno, a mia vista, era stato insultato per il suo modo di acconciarsi. Avevo sentito che quella città era stata definita da molti "città libera" e, almeno sotto questo punto di vista, lo era davvero. «Sonia! Sonia, da questa parte!» appena sentii la voce del ragazzo andai verso di lui con un'espressione di dissenzo stampata in volto. Odio quando le persone mi chiamano col mio vero nome. «Sai» continuò Logan «Credo che anche tuo cugino insisterà parecchio per convincere i suoi a rimanere a Londra.» Non feci in tempo a domandargli il motivo di tale affermazione, che subito lui indicò davanti a sè una coppia. Sgranai gli occhi. Non potevo crederci: Daniele, Janette, insieme. I tre elementi stonavano se messi nella stessa frase. Senza pensarci due volte andai a passo spedito verso di loro e, dopo aver strattonato da una spalla mio cugino, iniziai la sbraciata. «Cosa stai facendo?! Santo cielo, stai pomiciando in mezzo alla strada con una perfetta sconosciuta, la quale, per di più, è la ex del mio..mio..di Logan! Punto primo: le tre P le hai dimenticate? Non ne stai rispettando neanche una! La tua mano è sul suo meeeraviglioso fondoschiena, le tue labbra erano sulle sue e probabilmente tra soli cinque minuti sareste andati dentro uno squallidissimo bagno a fare porcate. Punto secondo: se Chloe lo viene a sapere, tu sei morto. Punto terzo: La conosci da mezza giornata e poi ..Con lei? Tra tutte le belle e adorabili londinesi tu chi ti sei andato a prendere? Lei? Credevo che almeno avessi buon gusto e non ti saresti scelto la prima in minigonna che ti fosse capitata sotto tiro.» Non avevo finito di fare la mia sfuriata che subito la voce acuta di Janette prese il sopravvento sulla questione, ovviamente mio cugino non aprì bocca. Credo che il mio cervello si fosse auto-ovattato in quel momento dato che non ricordo neanche una sola sillaba dello sproloquio che fece la mora. Fu la voce di mio zio a riportare la pace. «Diamoci una calmata. Siamo venuti a Londra per visitare questa città, non per farci un fidanzato. Sonia, chiedi scusa alla signorina qui presente e a tuo cugino dato che non mi sembra che tu stia avendo dei comportamenti diversi dai suoi. Da quanto conosci questo ragazzo? Due giorni? Questo vale anche per te, anzi, soprattutto per te, Daniele. Chi ti ha insegnato a fare questo? Baciarsi tra le vie, ti pare il caso? Su, scusatevi, che dobbiamo tornare in albergo.» Quello sembrò un fulmine a ciel sereno. Borbottai delle scuse a mezza bocca, più rivolte a mio cugino che alla ragazza, e mi voltai verso Logan, il quale sembrava più in ansia di me. Gli rivolsi un sorriso nella speranza di tranquillizzare entrambi ma non funzionò affatto  «Stasera ho l'aereo alle 21:25, se ci sarai vorrà dire che la nostra storia continuerà, se non ci sarai vorrà dire che.. Bhe, che è stato bello finchè è durato. E credimi, per me è stato bello, bello sul serio.» Abbassai lo sguardo e corsi verso mio zio, che nel frattempo era tornato dal gruppo, e da Chloe. Non so con precisione cosa dissi loro, fatto sta che tornammo in albergo. Non so neanche cosa disse Daniele a Janette, nè cosa fece Logan, nè volli sapere cosa fecero la ex coppia una volta rimasti soli nel bel mezzo di Camden Town. Gli zii intrapresero l'imbarazzantissimo discorso del sesso, come se due ragazzi in pieno 2012 non sapessero l'utilità di un preservativo o da dove provenisse un bambino, ma non mi sapeva il caso di interromperli nel bel mezzo di "quando un ragazzo raggiunge il punto più alto del piacere..", magari mio cugino era interessato sul serio. 
Lasciammo l'hotel qualche minuto prima delle 20:30, giusto il tempo di una mangiata veloce ed eccoci sul taxy diretti all'aereoporto. Il guidatore era italiano ma a quanto diceva abitava in Inghilterra già da quindic'anni, ci raccontò pressappoco tutta la sua vita, dall'infanzia fino ad arrivare al suo primo stipendio di tassista, come se a noi importasse qualcosa. Giungemmo a destinazione con venti minuti di anticipo e, considerando che tutta la parte burocratica era stata fatta tramite internet, non ci rimaneva che aspettare. Feci un giro tra i negozi dell'aeroporto, sembrava di stare in un centro commerciale, c'era qualsiasi cosa: dai trucchi, ai fast food, ai libri. Ovviamente mi catapultai nell'ultima sezione. Appena misi piede all'interno di una libreria, un libro attirò la mia attenzione: era lo stesso, solo in lingua originale probabilmente, di quello che vidi nella libreria dell'areoporto di Roma. Stesse immagini, stessa torre di Londra in copertina e stessa "regina confetto" nella pagina centrale. «Miss, you can't browse books!» Sorrisi e mi girai di getto nella direzione della voce. Il sorriso si spense non appena i miei occhi si trovarono di fronte un signore nerboruto completo di baffi e aria severa. «Oh, ehm.. I'm sorry.» detto questo riposai il libro e uscii dal negozio. "Sei un'idiota Deli, un'idiota! Pensare che quella voce fosse di Logan, ma come ti salta in mente? Come minimo neanche si presenterà questa sera. Idiota, idiota, idiota." Scrollai la testa e sbuffai. «Idiota..» ripetei a voce più alta. Il suono dell'altoparlante mi fece scattare, velocemente tornai dov'ero prima. Tutti ci munimmo dei nostri bagagli e andammo a fare la fila in attesa di salire sul mezzo. Erano le 21:30 e di Logan neanche l'ombra, ormai era quasi giunto il nostro turno e di certo l'aereo non poteva attendere che due ragazzi si salutassero a dovere. «Sonia muoviti a salire, dai!» Sospirai e mi arresi all'evidenza: non sarebbe venuto. Salii tutti gli scalini ed entrai dentro dopo aver salutato con un cenno della testa lo stuart. Camminai a passi lenti durante il corridoio alla ricerca di un posto libero, ma tutto quello che vidi fu una massa rossa e informe addentrarsi di corsa tra le altre persone impegnate a fare la fila. Sono convita, il mio cuore perse uno o più battiti in quel momento. Feci retro front e, senza un minimo di delicatezza, scavalcai i signori dietro di me. Scendere le scale fu più faticoso del previsto data la scarsa ampiezza di queste e il numero sempre più grande di persone. Mi feci largo tra quest'ultime ma intorno a me non c'era più nulla. Le persone si stavano accingendo a salire, la folla stava diminuendo e di capelli rossi neanche l'ombra. Mi passai una mano tra i capelli, stavo rischiando di rimanere in una città sconosciuta e per di più da sola. Tirai giù quante più parolacce possibili siccome nella mia testa vigeva la legge "Sei in un paese diverso dal tuo, anche se mandi a quel paese qualcuno, lui non se ne accorgerà." «Wo, calmati! Dov'è la Granger gentile ed educata che ho conosciuto?» Stavo per tirare giù un altro insulto, poi riconobbi la voce. «Sei un'imbecille, Weasley.. Un imbecille, che ti costava venire prima? Un altro minuto e non mi avresti più vista, stavo per partire e.. Cavolo, non startene lì impalato!» Si limitò a scuotere la testa e a stringermi tra le sue braccia, gesto piuttosto inaspettato. «Logan.. C'è mia zia, dai..» 
«Te l'ho detto, tu parli troppo.» sussurrò al mio orecchio per poi aumentare la potenza della stretta.
«Questo non è un addio, ok? Non lo è affatto.» Mi alzai in punta di piedi e ci baciammo, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se non ci fosse un aereo pronto a decollare accanto a noi. Gli strinsi le braccia attorno al collo e lui mi attirò sempre più a sè, avrei voluto passare tutta la mia vita in quella posizione. Il motore dell'areo che si accendeva, la sicurezza che ci fece spostare dalla pista, nulla sembrò turbarci. Continuavamo col nostro bacio e, per il momento, questo era l'importante.



Spazio autrice:
Eeehm.. Ciaao, spero vi piaccia ^^" <3
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali / Vai alla pagina dell'autore: Be A Weasley