E lui
disse “Hermione hai la febbre”.
Al che
Hermione non ci vide più. Lo fissò con occhi
tristi e risentiti.
“Ron,
non
occorre che mi ricordi come sto! So benissimo di essere malata! Ma sono
ancora
capace di mettere due parole insieme.. non hai da dire nulla sul
discorso che
ti ho appena fatto?!”
“Hermione,
tu hai la febbre!” ripeté Ron con veemenza, come
se con quella affermazione
avesse spiegato la sua reazione.
Hermione
era al limite dell’esasperazione. Non seppe bene con quale
forza, si mise
seduta. Occhi amareggiati, le lacrime che scivolando sulle guance
morivano agli
angoli della bocca, le labbra contratte in una smorfia.
“Ron
non
lo capisci che mi fai solo male comportandoti così? Dove
vuoi arrivare? Cosa
vuol dire che ho la febbre? Lo sai anche tu che forse non sono mai
stata più
lucida di adesso.. adesso che finalmente ho avuto il coraggio di dirti
ciò che
penso. Adesso che ormai..” ma non finì la frase.
Chiuse prepotentemente gli
occhi per frenare il pianto, poi prese a fissare un lembo della coperta.
“Hermione..
lo sai che non sono bravo con le parole. Me l’hai
rimproverato tante di quelle
volte che non leggo abbastanza. Credevo solo che questo argomento
potevamo
trattarlo quando stavi meglio, non che tu adesso non sia in grado di
ragionare,
però.. credimi, penso che sia meglio così. Magari
ora non vuoi nemmeno sentirti
dire certe cose.. no, dai. Quando starai meglio.”
“Mi
sono
stufata di rimandare. Parlami ora. Adesso. Credi che io possa stare
peggio di
così?”
Stavolta
era lui ad avere un’espressione risoluta sul viso. Anzi quasi
arrabbiata.
“Bene
Hermione, ma poi non lamentarti perché non ti avevo
avvisato!” Si agitò sulla
sedia.
“Lo
sai,
Hermione, perché sto con Lavanda? O meglio perché
ho dato il consenso
perché lei stia con me?
E non fare quella faccia. A me non piace Lavanda:
dovresti averlo capito.
Sto con
lei..perchè, ecco mi vergogno, ma sostanzialmente
perché.. tuhaibaciatoKrum!
Non mi
interrompere.. per favore.
Si. Un
motivo banale? Forse. Ma perché io devo sempre essere da
meno?
Mi
dispiace tantissimo che tu ti senta sola. Ma immagini come mi sento io?
Che
credi, anche io non ho nessuno con cui parlare.
Lavanda
non è certo un tipo di .. ehm.. molte parole. E credi anche
che mi abbia fatto
piacere vederti allontanarti da me? Giorno dopo giorno non averti
più accanto e
scoprirti sempre più assente e triste?
Me ne sono
accorto. Ma sono stato troppo codardo anche solo per avvicinarmi a te e
chiederti come stavi.
E poi.. tu
che avresti fatto? Sinceramente. Non avresti voluto ascoltarmi.
Pensa pure
che io sono cambiato. Ma tu?
Tu non eri
così. L’ Hermione che ho conosciuto io quel giorno
sull’espresso per Hogwarts
era.. bene, ho preso l’esempio sbagliato.” Si
portò una mano sulla tempia e si
massaggiò la fronte.
“Beh..
si.
Mi piacevi come eri prima. Si mi piacevi. Mi piaceva quella ragazza
forte.. non
so come spiegarti. Ma ora guardati. Se ti sembra che io sia cambiato,
forse non
ti sei guardata allo specchio.”
Sospirò.
La guardò. Poi sospirò di nuovo.
“Mi
dispiace, come al solito non ho pensato molto mentre parlavo.. ma
finalmente
hai avuto quello che volevi, no? Però non capisco
perché tu stia così male
nonostante io non ti piaccia più. Cavolo ti
piacevo…”
Hermione,
se possibile, sbiancò ancora di più. Dentro di
sé sentì la crepa, che si era
formata nel ghiaccio mentre lui parlava, allargarsi impercettibilmente.
Anche se
quel lungo discorso l’aveva tormentata, non se
n’era persa una parola. E aveva
imparato a leggere fra le righe. Che poi tanto
“fra” non erano. Finalmente Ron
aveva parlato, aveva preso una posizione, e le aveva spiegato tutto
quello che
desiderava sapere.
Hermione
cominciava a sentire un lieve calore spandersi intorno al suo cuore.
Ancora
lieve, ma pur sempre calore.
Poi
scollegò il cervello. Dopotutto aveva la febbre (come le
aveva ricordato lui,
almeno una decina di volte), quindi se anche faceva qualcosa di stupido era più che
giustificata.
Velocemente
si liberò di tutte le coperte che aveva addosso,
inciampò nelle sue stesse
gambe, e si buttò a peso morto fra le braccia del ragazzo,
incrociando le
braccia dietro alle sue spalle, affondando il viso nel morbido maglione
della
divisa.
Ron era
rimasto spiazzato. La sua mente gli diceva che Hermione doveva stare
davvero
male per comportarsi così. Non che gli dispiacesse,
però lei era il tipo che
non si abbandonava mai troppo alle emozioni.
Spiazzato,
non sapendo più cosa fare, prese ad accarezzarle i capelli
con mano incerta e
tremante. Avrebbe voluto stringerla più forte, ma aveva
paura che si sarebbe
spezzata fra le sue braccia, tanto la vedeva fragile in quel momento.
Aveva
ripreso a singhiozzare.
“Hermione..”
esordì.
“on,
i iai
acoa..” la ragazza aveva parlato ma le sue parole erano state
attutite dal
maglione di lui, nel quale aveva ancora immerso il viso.
“Eh?”
Lei non si
era mai sentita così bene, e al sicuro, come fra quelle
braccia.
Il freddo
la stava abbandonando gradualmente, lasciando il posto ad un tepore non
assaporato da molto.
Piangeva,
ma stavolta erano lacrime di felicità; con ogni goccia
d’acqua se ne andava
anche una parte dello stress e dell’ansia accumulati negli
ultimi tempi.
Staccò
piano la faccia dal petto del ragazzo, lo guardò.
Un sorriso
si allargò su quel volto che, sorprendentemente, era passato
in poco tempo da
un colorito pallido ad una tenue sfumatura rosata.
“Ho
detto
che mi piaci ancora!”
“Davvero?”
Ron corrugò le sopracciglia in un’espressione
dubbiosa che fece sciogliere
Hermione in un timido sorriso. Lei annuì vigorosamente con
la testa, nonostante
l’emicrania.
Dei passi
veloci, come quelli che Hermione aveva sentito solo poco prima
(sembrava
passata un’eternità!).
“Signor
Weasley, signorina Granger! Cos’è questo
trambusto? COSA FA FUORI DAL LETTO!?
Lei deve stare in ASSOLUTO RIPOSO!” disse Madama Chips
agitando l’indice per
aria “ e lei, Weasley! Se non vuole trovarsi in uno di questi
letti fra pochi
giorni, le consiglio di allontanarsi da quella ragazza e di uscire
fuori di
qui!”
Continuò
a
borbottare sommessamente. Ma quei rimproveri non toccarono minimamente
i due
ragazzi.
Erano
troppo impegnati a scambiarsi sguardi eloquenti, mute promesse di
successivi
chiarimenti.
Ron
sciolse Hermione da quella scomoda (almeno apparentemente) posizione,
cercò di
aiutarla a ristendersi a letto, ma Madama Chips glielo
impedì urlando un altro
sonoro fuori.
Il ragazzo
si avviò allora verso la porta, girandosi a guardare
Hermione che da dietro le
spalle della medimaga, faceva cenni inconsulti.
“Ne
parliamo
bene quando esci!” gridò Ron prima di chiudere la
porta dell’infermeria.
Imprimendosi
nella testa l’immagine di lei che sorrideva timorosamente e
con una nuova luce
nello sguardo.
Finitaaaa!!!
Ce l’ho fatta! Sono
contentissima che questa storia abbia appassionato (ok, non
esageriamo!) così
tante persone! Spero che anche questo ultimo capitolo sia stato di
vostro
gradimento…!
Ringraziamenti:
robby- ecco qui la
mia lettrice affezionata!!^^Altro che minaccia! Spero
che tu stia meglio (anche tu la febbre?allora l’ultimo chap
era in tema!) è
vero Ron è un po’ deficiente.. molto deficiente!
Si è fatto perdonare in questo
chap?
LunaTonks_Potter- eccoti
accontentata!Ron non pensava molto.. anzi forse pensava pure
troppo!
SakiJune- grazie!
Certo, i maschi non capiscono mai un tubo.. hai detto bene!
silvy- grazie!
Spero di non averci messo troppo ad aggiornare!
Esther- anche tu la
febbre? Stai meglio? Grazie davvero tanto.. addirittura
meravigliosa!
Hermionina- lo so, sono
stata perfida a far finire ogni capitolo in sospeso..
però un po’ di suspence ci vuole! Grazie 1000
anche a te!
Lucy Light-
l’altra lettrice che mi ha seguito dal primo chap! Grazie per
i
complimenti!! Ho cercato di rendere Ron il + possibile vicino alla
“realtà”..
non è stato sempre possibile, però..
Grazie ancora
a tutti! Recensite
ancora..!!^^
Baci*
Ronvin