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Autore: Ofeliet    05/04/2013    9 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Due: Nemici, amici.


Capitolo Due: Nemici, amici.


Artemisio quella mattina aveva presentato due nuove alunne alla classe. La ragazza a destra aveva la pelle abbronzata e i suoi occhi viola erano fermi e decisi, ma lasciavano trasparire la stessa curiosità che aveva la classe nei suoi confronti. La seconda ragazza, invece, dimostrava una fredda indifferenza.
« Lei è Natsumi Suzuki. Mentre lei è Esmeralda Granger. Spero che le facciate sentire le benvenute. » il resto della classe annuisce quasi con distrazione, mentre l'insegnante sorrideva raggiante. « Ok, le presentazioni le ho fatte, l’appello pure. E’ ora di iniziare la lezione. » gli studenti trattengono il fiato. Artemisio non era un personaggio strano, ma i suoi metodi d'insegnamento erano eccentrici. Una volta aveva deciso di far realizzare un dipinto sul gelo e sul freddo, ma trovandosi in piena primavera li aveva condotti alle isole Spumarine. Certo, l’avventura era terminata con qualche ricovero in infermeria per raffreddore, ma nel complesso avevano vissuto una bella esperienza. L’insegnante guarda fuori dalla finestra, indeciso.
« Oggi è una bella giornata, quindi per far ambientare le due ragazze vi do un tema libero. Scegliete un particolare che vi attira nel giardino e disegnatelo. »
La classe sembra apprezzare quella scelta, e dopo un breve tragitto lungo il corridoio si trovano nel giardino dietro l’edificio principale. Gli alberi avevano ancora tutte le foglie e stentavano a lasciare il posto all’autunno. Il prato era ancora folto e verde, e sembrava che l’inverno fosse ben lontano dall’arrivare.
La classe si divide in fretta, ed Elis osserva indifferente Lucinda, rimasta accanto alle nuove compagne intenta sicuramente a socializzare. Cosa che non faceva decisamente per lei, che cerca un albero su cui arrampicarsi. Trovandolo, vi si arrampica con facilità, e al suo sguardo si apre tutta la distesa fino al dormitorio.
La ragazza si sistema meglio su un grosso ramo e la sfera dentro la tasca della giacca oscilla per qualche istante, apparendo quasi indispettita. Elis sospira, ma si trova costretta a far uscire Hiro. Il Quilava, dopo aver emesso una lieve fiamma dal dorso, si stiracchia e si sdraia su un ramo lì accanto.
« Elis? » la ragazza rotea gli occhi al cielo, cercando di ignorare la voce che la sta chiamando, ma sa che l’altra non avrebbe ceduto facilmente.
« Kotone. » quasi ringhia, ma ragazza a terra non sembra affatto intimorita dal suo tono.
« Sono contenta che tu sia felice di vedermi. »
Elis non replica, e Kotone sembra interessata a salire su. Un simile pensiero la allerta, ed è lei a scendere in fretta, per evitare di essere raggiunta. « Che vuoi? » chiede, sempre più stizzita.
« Non so cosa disegnare. »
« Capisco che non sia proprio la tua materia, ma perché vieni da me? »
« Perché siamo amiche, no? » Elis si irrigidisce ad un commento simile, per poi scattare ed allontanarsi. Kotone si imbroncia. Non potevano fuggire per sempre da lei. Un giorno Elis, e anche Silver, avrebbero accettato la sua amicizia. Di questo ne era certa.

Sandra avrebbe volentieri lasciato Lance a poltrire nel letto, quella mattina.
Invece, mossa a pietà da chissà quale motivazione – forse suo nonno e il suo sguardo di rimprovero erano una buona motivazione, in fondo – l'aveva buttato giù dal letto. Poi, con chissà quale altra forza mistica, aveva urlato poco finemente allo stesso cugino di sopra di svegliarsi – perché la dolorosa caduta non era bastata –, ed essere pronto nel giro di cinque minuti. Altrimenti nessuno gli avrebbe impedito di fare una passeggiata in mezzo alle fauci degli Gyarados.
« Sandra, perché sei così irritabile? Sai benissimo che con Dragonite ci vorrà poco più di dieci minuti per arrivare a Zafferanopoli. » aveva replicato questi, strofinandosi un occhio. L'avesse mai fatto! Sandra gli aveva lanciato un’occhiata incendiaria che l’aveva fatto desistere dal fare altri commenti. Il viaggio da lì in poi si era svolto in completo silenzio, e Lance non aveva più accennato alcun commento.
Una volta arrivati a Zafferanopoli, scendono entrambi dai loro Pokémon, e Sandra si era dileguata perché ormai in ritardo ai suoi corsi. A lui invece mancavano due ore al primo, ed era ben certo che li avrebbe spesi facendo un pisolino nel soggiorno del dormitorio.
« Lance! » il ragazzo si gira quasi all’istantanea, vedendo Pedro e Chicco che si avvicinavano e gli sorride, agitando la mano.
« Quanto tempo! E' tutta l'estate che non ci vediamo! » per qualche minuto si abbracciano a vicenda, felici di rivedersi.
« Tu non hai lezione? » chiede poi Lance, rivolgendosi a Chicco che sbuffa.
« No, non ho Allevamento tra i miei corsi come tua cugina. » Lance ridacchia, l’altro era piuttosto suscettibile riguardo alla sua bocciatura. « A proposito, Ciprian dov'è? » Pedro sorride.
« Probabilmente da qualche parte vicino ad uno specchio d'acqua. »
« Scommettiamo che anche quest'anno farà impazzire Agatha? » in effetti, l'anziana, ma per niente stanca, donna che sovrintendeva alla disciplina dell’istituto ormai aveva a che fare da anni con Ciprian, e l’aveva sempre avuta vinta. Dal canto suo, nonostante le numerosi punizione, lo spirito libero del ragazzo era rimasto indomabile.
« Come siamo pessimisti. » ne ride Chicco, mentre faceva loro cenno di avviarsi dentro l'edificio. « Voi state già pensando a quale corso scegliere finiti gli studi? »
« Credo tornerò a fare il Capopalestra. » annuncia Pedro, destando curiosità negli altri due ragazzi. « Piuttosto, anche quest'anno farete i pendolari? » chiede, e Lance sospira, sentendosi già la stanchezza addosso. Lui avrebbe tanto voluto prendersi una comoda stanza ai dormitori, ma la decisione di Sandra era stata irremovibile anche sulla sua. Ogni mattina gli sarebbe toccato alzarsi prima, volare fino a Fiordoropoli e prendere il Supertreno. Come fosse riuscita a convincerlo era un mistero. O meglio, c'era da chiedersi come potesse sua cugina, più giovane di lui di tre mesi, controllare così la sua vita.


Il discorso di inizio anno e le prime lezioni per quel giorno erano terminate, e agli studenti era stato concesso, come tradizione voleva, il resto della giornata per sistemarsi e iniziare ad ambientarsi. Esmeralda cercava di nascondere al meglio il nervosismo, datole da quel luogo completamente estraneo e sospira. Aveva cercato Drew tra la folla, ma non era riuscita a trovarlo. Sembrava che a Hoenn ci fosse una tempesta e molti degli studenti provenienti da quella regione non si erano ancora presentati. Si sentiva un po’ sola e aveva detestato l'idea di trasferirsi, ma sapeva bene che studiare in una scuola come quella era una grande opportunità per imparare tutto ciò che le interessava.
Il vetro dell’atrio dell’edificio rifletteva il suo aspetto. Aveva un buon aspetto, anzi, la divisa con le tonalità del rosso le donava alquanto. Si passa una mano tra i capelli corvini, afferrandosi una ciocca e torturandola. Non le piaceva l’idea che le sue emozioni si palesassero troppo facilmente sul suo viso. Sospira nuovamente, rivolgendo la sua attenzione al foglietto che teneva in mano, dove c'era segnato il numero della sua stanza e il nome della sua compagna di stanza. Dragontamer Iris.
La sua ricerca si era rivelata un po’ infruttuosa e stava girando in tondo da un po’. Ormai era decisa a piantare le tende lì, nella speranza che qualcuno passasse e avesse pietà di lei. Glaceon, in quel frangente fuori dalla sua sfera, sembra intuire i pensieri dell'Allenatrice e non sapeva cosa fare per spronarla a proseguire. Esmeralda la guarda con affetto, prima di rimetterla nella Pokéball ed esce dalla costruzione, in cerca di qualcuno che possa darle delle indicazioni. Ben presto incontra una persona sul suo sentiero, che sembrava spaesata quanto lei, come se fosse in cerca di qualcosa. Indossava la divisa blu, e se non ricordava male era il colore del quarto anno.
« Scusa. » le parla, cercando di attirare la sua attenzione. La ragazza si volta verso di lei, evidentemente sorpresa. « Non volevo disturbarti. » si scusa subito, cercando di non sembrare troppo invadente.
« Non ti preoccupare. » le sorride l'altra. « Ti serve qualcosa? » Esmeralda si ritrova a fissarla negli occhi, di un verde leggermente più chiaro del suo. « Ah, scusa. Non mi sono presentata. Clearbrook Serenity, piacere di conoscerti. »
« Esmeralda... Granger. » riesce a pronunciare. Serenity la fissa qualche istante, con espressione curiosa.
« Ti sei persa? » le chiede e l'altra si ritrova ad annuire.
« Sì, sono una nuova studentessa. Anche tu ti sei persa? » Serenity sembra leggermente sorpresa, prima di scuotere la testa.
« Più che essermi persa, ho perso qualcuno. » le risponde. « Ma non è un’urgenza, se vuoi posso aiutarti. » l'orgoglio di Esmeralda le impediva di rispondere, ma comunque la ragazza si ritrova a seguire le indicazioni di Serenity che si era offerta di accompagnarla e le camminava a fianco senza dire una parola. In tutta sincerità, Esmeralda si sarebbe aspettata un interrogatorio in piena regola, ma questo non sembrava tipico della ragazza che la stava accompagnando.
Così, passo dopo passo, le due ragazze raggiungono nuovamente il dormitorio. Dall’esterno Esmeralda contava ben quattro piani, mentre rimirava il padiglione principale dal quale si estendevano due costruzioni simili a due ali.
« Se sei al secondo anno dovresti salire al terzo piano. I dormitori femminili sono nell'ala est. » Esmeralda annuisce, mentre rimirava il luogo dove avrebbe passato la maggior parte del proprio anno. Era pieno di ragazzi di tutte le età, che dopo qualche scambio di battute sparivano su per le scale.
« Serenity! » entrambe si voltano, e una ragazza dagli occhi grigi e dalla divisa verde si ferma davanti a loro, particolarmente trafelata. La ragazza si appoggia sulle proprie ginocchia per qualche istante, riprendendo fiato, mentre le ciocche della frangia si appiccicavano alla sua fronte dal sudore. « Costaluna e Oak stanno lottando! » e avrebbe volentieri aggiunto un 'di già', ma non le sembrava occasione.
L'espressione di Serenity diventa da tranquilla a disperata, mentre sospirava.
« Dove? » chiese, con tono improvvisamente stanco. Aria quasi si pente di essere corsa da Serenity ma comprendeva che se c'era qualcuno capace di mettere temporaneamente fine alle ostilità era proprio lei.
« Nei campi d'allenamento. »
« Grazie. Posso chiederti un favore personale, Aria? » questa annuisce, improvvisamente curiosa. « Esmeralda è qui da poco. Potresti mostrarle dove è la sua stanza? » questa sorrise entusiasta, per quanto lo sguardo della ragazza accanto non era proprio il massimo dell'incoraggiamento. « Grazie di nuovo. » Serenity sparisce in fretta, ed Esmeralda si ritrova a fissare la figura della ragazza di fronte a lei. Aria si trova da sola con una perfetta sconosciuta, e simile pensiero le fa andare di traverso la lingua. Non aveva idea di come iniziare una conversazione con una ragazza come quella che aveva di fronte, e anche l’altra sembrava poco incline a farlo. Probabilmente toccava a lei dire qualcosa.
« S-sono, Aria M-mirror. » nel sentirsi balbettare si morde la lingua ancora più imbarazzata. Esmeralda quasi si sente intenerita dal tentativo dell'altra di parlare.
« Esmeralda Granger. » le risponde, cercando di sciogliere un minimo della tensione che si era creata tra di loro e Aria le sembra grata del tentativo. « Toglimi una curiosità. » Aria la fissa, in attesa della sua domanda. « Chi sono 'Costaluna e Gary'? » Esmeralda vede un leggero sorriso sarcastico sul volto della ragazza di fronte a sé.
« Coloro che faranno venire i capelli bianchi a Serenity molto presto. » ed Esmeralda si trova a pensare che, forse, per adesso, era meglio non sapere chi fossero. « Andiamo? » le propone Aria, e lei annuisce. Finalmente avrebbe raggiunto la sua stanza.


Lucinda pensa di aver fatto un passo più lungo della gamba. Forse offrirsi come guida per il complesso accademico era stata una buona azione, ma stava iniziando ad annoiarsi. Accanto a lei Natsumi stava sfogliando un libro con espressione neutra mentre di tanto in tanto spostava le ciocche blu e viola che le cadevano davanti al viso. Da quando avevano iniziato il loro giro non aveva spiccicato parola e Lucinda si stava pentendo di ciò che aveva proposto di fare.
« Allora, Lulù? » la blu sente l'impellente bisogno di tirare il libro che aveva in mano in testa a Kenny ma per fortuna per la capoccia del ragazzo, è Zoey a impedirle di mettere in atto un omicidio.
« Piantala, Kenny. » Zoey ignora l'occhiataccia che le rivolge Kenny e si concentra su Lucinda, che la guardava con gratitudine. « Come sta andando? » le chiede con un sorriso.
« Insomma... » bofonchia questa. Kenny le dà una pacca di incoraggiamento sulla spalla, prima di sparire tra gli alti scaffali della biblioteca e dopo un breve saluto anche Zoey se ne va per la sua strada.
« Sì, facile parlare, per loro. » sussurra lei, mentre tornava al luogo dove prima di trovava Natsumi. Trova la ragazza immersa ancora nella sua lettura, ma la sua espressione era cambiata, trasformandosi in un sorriso. Si ritrova a sorridere anche lei di riflesso, mentre le cresceva dentro un'ondata di ottimismo che la fa avvicinare nel tentativo di sbirciare il titolo del testo.
“Linguaggio dei Pokémon”. Al primo acchito Lucinda storce il naso. Come materia era difficile, e si poteva studiare terminato il corso di studi base, ma forse era un possibile argomento di conversazione quindi si fa forza. « Quindi vuoi imparare la lingua dei Pokémon... » sussurra casualmente, cercando di non avvicinarsi troppo. Natsumi nel sentirla scatta ed arrossisce, come fosse stata beccata con le mani nel barattolo della marmellata di Baccapesca.
« Già, mi piacerebbe. » le risponde e Lucinda si trova contenta di averle strappato almeno una frase.
« So che qui si può studiare tra qualche anno. »
« Infatti è per questo che sono venuta qui. »
Lucinda ne rimane un attimo sorpresa.
« Allora spero tu rimanga con noi fino ad allora. » Natsumi si nasconde, il viso sprofondato nel libro, e lascia che la compagna la conduca nell’area con i testi più di suo interesse. Nel farlo passano accanto ai gemelli del terzo anno che saluta con fretta, prima di pensare a come avvicinarsi di nuovo alla compagna, senza che questa di rinchiuda nuovamente nel silenzio.
« Ti dico che è la verità. »
« Avanti, Touko, da quale fonte certa hai avuto questa informazione? » Touya non voleva crederci. Sembrava che i suoi incubi, scampati per quell'estate, sarebbero venuti a tormentarlo per tutto l'anno scolastico.
« Nostro padre è una fonte certa. » Touko si ritrovò a sospirare. « Se Mei e Kyohei vengono qui... E' la fine. » il gemello annuisce.
« Forse sarebbe un bene se ci preparassimo in anticipo. » trema, ben deciso a non darla vinta alle due pesti. « E spero che, almeno quest'anno, tu ti decida a fare qualcosa con la natura. » la gemella avvampa a quella non troppo sottile allusione.
« Solo perché so quali corsi frequenta N, questo non significa che mi piaccia! » e mentre tutta la biblioteca si premurava di zittire Touko, in preda all'imbarazzo totale, Touya ne ride di gusto.
Sua sorella era la peggiore nemica di se stessa, quando doveva ammettere qualcosa.


N Harmonia era un ragazzo di buona volontà. Così, quella mattina, dopo aver ascoltato diligentemente il discorso di apertura ed essersi informato sulle lezioni che intendeva seguire, non aveva esitato a fare una passeggiata in cerca di un luogo tranquillo dove rilassarsi.
Il suo percorso è senza meta per un po', tante erano le matricole che quell'anno esploravano la scuola, fino ad arrivare ai dormitori, sperando di trovare una zona tranquilla.
« Glaceon, usa Ventogelato! » una voce femminile annulla tutte le sue speranze. La piccola volpe di ghiaccio soffia un vento gelido nella direzione di un possente Blastoise. Dietro ai dormitori si trovavano i campi d'allenamento, dove c'erano già due sfidanti che combattevano. Era una ragazza, che però gli sembrava un po' piccola per portare la divisa blu del quarto anno. I capelli castani, raccolti in una coda di cavallo, oscillavano irregolarmente dietro ai suoi movimenti. E il suo sfidante era... Come non riconoscere Gary Oak? Accanto a lui c'era Ash, che osservava quella sfida con fare divertito.
N rimane in disparte ad osservare quella lotta. Se qualche anno prima considerava le lotte Pokémon delle crudeltà verso questi con il tempo qualcuno gli aveva fatto capire che era qualcosa che permetteva di creare legami tra i Pokémon stessi e loro Allenatori.
« Cosa credevi di fare con quella mossa, Costaluna? » la sfidante dice qualcosa che N non riesce a sentire, ma non doveva essere niente di piacevole vista l'espressione formatasi sul volto del ragazzo. « D'accordo. Blastoise, usa Idrocannone! » il Pokémon Crostaceo prende la mira con i suoi due cannoni, mirando a Glaceon. Emette due forti getti d'acqua, che colpiscono la volpe senza che questa riesca a scamparla.
« Glaceon! » Anis stringe i denti, richiamando la Pokémon. La ragazza sospira di sollievo e cerca di ritornare calma. Il suo Glaceon non sembrava aver subito grossi danni, nonostante il violento impatto, ma la mossa usata in precedenza non era invano. Adesso Blastoise doveva essere più lento.
« Avanti, usa Morso! » ordina. Il Pokémon Nevefresca non esita, lanciandosi contro l'avversario ed azzannandolo ad una zampa. Questi sembra tentennare, non riuscendo a muoversi, e Anis sorride trionfante. Avrebbe dovuto usare Palla Ombra, probabilmente sarebbe riuscita a indebolire ulteriormente l'avversario.
Anche N se ne accorge, ma immagina che il nipote del professor Oak abbia il suo asso nella manica, sotto forma dell’abilità del suo Pokémon.
Peccato non scoprire come sarebbe finita, perché Serenity Clearbrook appare nella loro visuale e stava guardando entrambi con aria di rimprovero.
« Chi ha cominciato, questa volta? » nonostante l’espressione seria, la voce di Serenity era piuttosto calma.
« Lei! »
« Lui! » la nuova arrivata sospira, cercando di non perdere la calma. Era da tre anni che quei due non potevano vedersi. Quell’anno non era di certo quello della pace.
« An. » Serenity richiama l'amica, che col broncio fa lo stesso con Glaceon, rimettendolo nella sfera.
« Non finisce qui, Oak. » ringhia, mentre si avvicina a Serenity. « Perché lo difendi sempre? » le chiede quando si sono allontanate abbastanza da non essere sentite da nessuno.
« Non difendo lui, An, ma te. Tu sei qui con una borsa di studio, e se non hai una condotta impeccabile ti butteranno fuori senza pensarci due volte. Gary, invece, ha tutti i soldi del mondo per rimanere qui. » Anis sbuffa, mentre una scintilla di delusione affondava negli occhi azzurri.
« Non è giusto, però. » bofonchia, stringendo la sfera contenente Glaceon. « Potevo vincere. »
Serenity non riesce ad evitare di sorriderle. « Ne sono certa. »


Giulia osserva con indifferenza la grande biblioteca della scuola, mostratale prima da Raffaello. Dall’ambiente che la circondava poteva dire che fosse un luogo raffinato. Martes le diceva che quella era una buona scuola e voleva che lei la frequentasse. Il suo compagno di classe le aveva mostrato l'edificio principale, il grande giardino, e in quel momento le stava mostrando la biblioteca. Le raccontava aneddoti, storie curiose, e Giulia rimaneva ad ascoltarlo.
« Sei sicura di voler stare qui? » Giulia guarda verso la sua Zorua, che l'osservava, e annuisce silenziosamente.
« Scusa, ti annoio? » le chiede Raffaello, quasi indagando il suo stato. Giulia scuote la testa per negare.
« Mi interessa. » dice, e il ragazzo sembra tranquillizzato dalla sua risposta.
« E' che quando devo parlare, tendo a farlo troppo. Comunque, dicevo? Ah sì, devi fare attenzione. In questa biblioteca c'è un’Arcanine. Si chiama Leona. Ha un buon carattere, ma presto si schiuderanno le sue ed è piuttosto irascibile. Ti consiglio di evitare gli scomparti della letteratura mitologica per qualche settimana, la sua tana è da quelle parti. »
Giulia se ne stupisce, tanto da sgranare lievemente gli occhi, uno di colore diverso dall'altro. « Avete un Pokémon in questo posto? » Raffaello annuisce, sorridendole ancora.
« In verità, Leona è venuta qui quando era un Growlithe, e gli studenti hanno cercato di nasconderla dai professori. Purtroppo sono stati beccati subito, ma Leona si è dimostrata una guardia talmente efficiente alla biblioteca che hanno deciso di tenerla qui. Spesso viene a tenere compagnia ai studenti che leggono, magari tra un mese potrai vederla anche tu. » Giulia ascolta interessata, era una storia semplice ma la sua curiosità a riguardo era cresciuta. Raffaello si guarda intorno.
« Credo di aver finito. Forse è meglio che ti conduca ai dormitori, si sta facendo tardi. »
Il viaggio di andata si svolge in silenzio, mentre il cielo iniziava ad imbrunire. Raffaello la saluta allegramente, aspettando finché lei salga le scale. Giulia raggiunge la sua stanza e rimane a fissare la porta, prima di decidersi a entrare. La sua compagna era già lì.
Aveva già visto Catlina quella mattina, una ragazzina graziosa ma che dava l'impressione di essere di salute cagionevole. Questa, non appena la vede, le sorride.
« Benvenuta. » Giulia ricambia con un cenno del capo e si guarda intorno.
La stanza non era grande. C'era un letto a castello, un grande armadio, due scrivanie. Le pareti erano di un delizioso color panna, e l'unica finestra era molto grande. A destra si trovava una porta, che probabilmente portava al bagno.
Appoggia il suo bagaglio per terra, emettendo un lieve sospiro. Per Martes avrebbe fatto lo sforzo di rimanere in quella scuola e studiare.




Anis Costaluna belongs to Kikari_.
Aria Mirror belongs to Yume Kourine.
Elis Howell belongs to Elis Strange.
Esmeralda Granger belongs to Baka_.
Giulia Bluesky belongs to Juliet_N_Mars Galaxy99.
Natsumi Suzuki belongs to Silver Star.
Serenity Clearbrook belongs to me.


Spiegazioni randomiche:
- In questa scuola, ci sono i dormitori. E' obbligatorio per le tre regioni citate, mentre per Johto è facoltativo (ovvero, possono decidere). Per gli studenti di Kanto è escluso.






Nè!
Sì, sinceramente non me l'aspettavo neanche io. Ma ç'èst l'ispiraciòn, e je nè pois... D'accordo, non vi traumatizzo ulteriormente con il mio francese maccheronico.
Comuque, salve! *scondinzola felice*
Siamo già al secondo capitolo (di quasi 3500 parole)! Con 8 recensioni, 3 preferiti, 1 ricordato e 5 seguiti. Ragazze, state cercando di uccidermi con la felicità? Tutto questa attenzione solo per il primo capitolo? Non sapete quanto ne sono felice! *^*
Annuncio che non so quando arriverà il prossimo capitolo. A maggio vado in stage, quindi non assicuro l'aggiornamento. Ma cercherò di rifarmi a giugno, con quello doppio.
Ringrazio - e con questo voglio dire 'mi prostro a' - Alesaphi24, Baka_, Elis Strange, Juliet_N_Mars Galaxy99, Kikari_, R a i n, Silver Star e Yume Kourine per aver recensito.
   
 
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