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Autore: Ofeliet    24/03/2013    12 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Uno: Il primo giorno non si scorda mai, vero?
Dedicata tutta a Kikari_ e Juls_.
Ragazze, il vostro entusiasmo per questa storia mi ha commosso.

Dedicata a quelli che sono qui da tanto tempo,
e anche a chi viene qui la prima volta.

Disclaimer: i personaggi e i Pokémon non mi appartengono, sono tutti di Satoshi Tajiri e della Nintendo.
Questa storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.





Capitolo Uno: Il primo giorno non si scorda mai, vero?


Avevano sicuramente schivato la morte, e Gary non era nemmeno riuscito a rinfacciarlo ad Ash che questi aveva ripreso a pedalare con una velocità fulminea. L’idea di saltare dai massi gli era sembrata folle, ma stava facendo il suo lavoro. Vedeva Pikachu stringersi alla spalla di Ash come se fosse la sua unica speranza, e trova la scenetta quasi comica se ignorava la folle velocità con cui l’amico si muoveva sulla strada. Poco male, poteva avere un panorama migliore da una posizione simile.
« Ash, rallenta! » urla al conducente della bici, che invece di tenere in manubrio si stava sistemando il berretto sulla fronte. « E, maledizione, metti le mani dove devono stare! » esclama esasperato.
Gary sperava tanto di riuscire a prepararsi con calma quella mattina, fare una colazione decente e arrivare in perfetto orario il primo giorno. Peccato che Ash Ketchum fosse di tutt'altro avviso quella mattina, e si stavano dirigendo verso Celestopoli in netto anticipo, lui seduto sulla ruota posteriore della sua bicicletta con Ash a guida di un tale veicolo. L’idea di essere svegliato così presto ed essere costretto a seguire l’amico per assicurarsi della salvaguardia della sua bici gli faceva rodere lo stomaco.
Certamente, la prossima volta che piombava nella sua stanza così all’improvviso lo avrebbe cacciato, altro che prestargli la sua bicicletta.
« Ti lascio davanti a casa di Misty, va bene? » gli chiede urlando Ash, e Gary vorrebbe chiedere se abbia davvero una scelta. L’idea di passare la colazione in compagnia delle sorelle Waterflowers non lo entusiasmava nemmeno un po’. In tutta fretta oltrepassano il cartello che annuncia la loro entrata a Celestopoli, e si spingono verso un percorso che aveva preso a conoscere.
« Siamo arrivati! » Ash effettua una manovra che gli varrebbe una medaglia a qualche campionato, e lo fa scendere davanti alla porta di casa di Misty. Gary apre bocca per dirgli qualcosa, ma Ash è già ripartito in direzione di Zafferanopoli senza che lui faccia in tempo a formulare qualcosa.
« Guai a te se me la rompi! » gli urla dietro ottenendo come risposta un allegro sventolare di mano e il verso meno rassicurante di Pikachu. La sua bici era spacciata.
« Roba da pazzi. » si ritrova a sussurrare.
« Buongiorno Gary. » il ragazzo si sente chiamare, ed è con un po’ di stizza che rivolge la sua attenzione a Misty.
« Anche a te, Misty. » lei sorride, cogliendo il suo tono ironico, rimanendo alla porta di casa e prendendo un sorso dalla tazza che teneva in mano. Nessuno dei due fa in tempo a dire qualcosa, che all’entrata si affacciano due delle sorelle di Misty, che non si fanno alcuno scrupolo a prenderlo ai lati e portarlo in casa, ignorando il sudore gelido che aveva sulla fronte. Misty sorride imbarazzata, chiudendo la porta e tentando di salvare l’amico dalle sue sorelle. Se il primo giorno era così, quell’anno sarebbe sicuramente stato frizzante.


Touko si abbandona contro il parapetto della nave con un vago sconforto. L’anno prossimo sicuramente non avrebbe usato la nave per tornare a Kanto, il viaggio era così lungo da sembrare infinito, ma era il terzo anno di fila che si diceva la stessa cosa.
Le sue vacanze si erano rivelate una vera delusione. Era rimasta con i suoi cugini per tutta l'estate, e suo fratello non aveva migliorato la sua condizione mandandole ogni sacrosanto giorno saluti dalle spiagge di Hoenn, con tanto di fotografia in allegato.
Con fare distratto la ragazza lancia un'occhiata al ponte sotto al suo. Di sotto Anemone e Camelia chiacchieravano allegramente. No, più che altro era Anemone a parlare e ridere, Camelia si limitava ad annuire. Erano così diverse, ma sembravano così unite. Si chiedeva spesso se il sentimento che provava per N era forte come quello che legava le due ragazze che stava osservando. Touko si ritrova ad essere quasi gelosa del loro stretto rapporto, nonostante avesse due amici come Komor e Belle. Peccato che in quel frangente il primo fosse a Zafferanopoli da una settimana, e la seconda si fosse appena svegliata e quindi non poteva farle compagnia.
« Guarda, Aristide! » la voce squillante di Iris faceva sempre un effetto preoccupante su di lei, tanto che sobbalza e non cade oltre il parapetto. Touko vede Aristide seguire placidamente la ragazzina, che gli indicava un punto imprecisato della città. Iris sembrava ancora una bambina, sia per aspetto fisico sia per carattere, eppure era una delle allenatrici più forti della sua regione ed aveva a malapena quindici anni.
Touko distoglie lo sguardo, sperando di non essere notata dai due Domadraghi, ma la fortuna non sembra sorriderle quella mattina. « Signorina White. » Touko sgrana leggermente gli occhi nel sentire la voce di Aristide rivolgersi a lei ed è seriamente tentata di accennare un inchino. L’uomo che aveva di fronte le incuteva sempre un forte rispetto.
« Signor Dragontamer. »
« Quest’estate non ho avuto occasione di vedere la sua famiglia a Spiraria. » Touko sorride, nervosa.
« Ho dovuto trascorrere l’estate con i miei cugini ad Alisopoli, mentre mio fratello ha passato la sua estate a Hoenn. » l’uomo rimane in silenzio, e Touko suda freddo per il disagio che provava ad intavolare una simile discussione.
« Capisco. Spero di vedervi tutti insieme l’anno prossimo. » Touko rotea gli occhi, desiderando che Iris dicesse qualcosa per spezzare la tensione ma la ragazzina, in quel frangente, era più interessata a guardare i Tentacool che nuotavano sulla superficie dell'acqua.
D’improvviso la ragazza sente il proprio nome, riconoscendo Belle, e coglie al volo l’occasione per defilarsi, avvicinandosi all’amica che era pronta, l’unica indumento che le mancava era la giacca che stava tenendo in mano.
« Scusa per il ritardo. » ma Touko fa un gesto vago con la mano, sorridendole, ed entrambe guardano Aranciopoli che si stava facendo sempre più vicina. Ne intravedevano i tetti, dello stesso colore del nome della loro città. Ormai mancava poco.


Arrivato a Zafferanopoli, il fiato di Ash si era dimezzato ma la sua determinazione non aveva subito alcun calo. Il ragazzo si scioglie il nodo alla cravatta, quella che sua madre gli aveva allacciato poco più di una mezz’ora prima, e scende dalla bici, andando incontro a un maestoso edificio color crema.
Il Collegio era enorme visto da fuori, e chiunque aveva la possibilità di entrarci poteva solo confermare le storie sull’immensità della costruzione.
L’edifico principale, che conteneva l’aula magna e le aule per i corsi superiori, era quello che spiccava più alla vista di chiunque. Era circondato da alberi che erano ancora verdi, ma in meno di un mese avrebbero colorato il vialetto con i colori autunnali. Più a destra c’era un edificio collegato tramite un corridoio, più modesto ma anche più ampio, dove si frequentavano i corsi annuali. La struttura aveva aule ampie e luminose, adattate alle necessità delle lezioni che si svolgevano. Tutto il complesso aveva un’aria maestosa, e chiunque entrava dal cancello principale era investito dalla sua magnificenza.
Ash però era già abituato all’atmosfera, e attraversando l’entrata nota subito l'attività fervente per i preparativi. Gli studenti provenienti da Sinnoh e Unima si erano organizzati e si erano divisi i compiti, collaborando in completa armonia. Solitamente c’erano già anche gli studenti di Hoenn, ma non riusciva a vederne nemmeno uno.
Al centro di quell'alveare, Lucinda Jenness con il suo inseparabile Piplup in braccio era intenta a organizzare le attività insieme a Touya Black, che sbadigliava cercando di non darlo troppo a vedere. Lucinda era solo al secondo anno, ma aveva già conquistato una grande popolarità e una discreta dose di fiducia da parte dei professori.
Era infatti compito del secondo anno occuparsi del comitato d’accoglienza per le matricole, con la supervisione di uno studente del terzo e di un professore, e Lucinda era così presa dal suo incarico, volendo rendere l’evento memorabile. In mezzo a tutta quella confusione, però, Lucinda non ha alcuna fatica a corrergli incontro.
« Ash! Come stai? E' tutta l'estate che non ci vediamo! » esclama, mentre lo stringeva nell'abbraccio. Touya, che la seguiva quasi d’istinto, si avvicina.
« Benissimo! Ciao, Touya. » l’altro ragazzo ricambia, soffocando un altro sbadiglio.
« Scusa se ti ho chiesto di venire così presto. » dice Lucinda, piuttosto rammaricata ma Ash ne ride divertito.
« Tranquilla, se posso aiutare lo faccio volentieri. »
« Lucinda, avrei bisogno del tuo aiuto. » la ragazza sorride, scusandosi e allontanandosi con Zoey Williams.
« Allora puoi aiutarmi a portare degli scatoloni in aula magna? » gli chiede Touya e Ash annuisce. I due ragazzi si avviarono verso la palestra, quel giorno adibita come magazzino.
« E Touko? » chiede a quel punto Ash.
« Arriverà... » Touya guarda il suo Interpoké. « Tra mezz'ora. »
In palestra c'era il caos, tra studenti e scatoloni che si accumulavano formando un corpo unico difficile da distinguere. C'era un grande viavai, tra ragazzi e ragazze, Pokémon e oggetti. La figura di spicco, in una situazione simile, sarebbe però stata solo una. « Per l'ennesima volta, Kenny! Piantala di chiamarmi Lulù! » i due ragazzi rimangono indifferenti, mentre vedono una ragazza rincorrere un ragazzo in mezzo a quel putiferio. Non era certo la prima volta che vedevano Lucinda inviperita che correva dietro a Kenny.


Fiordoropoli era in fermento quella mattina.
Gli studenti di Johto, condannati alla loro condizione di pendolari, si erano riuniti nella stazione del Supertreno, in attesa di partire.
Jasmine Steelee si guarda intorno, in cerca di qualche viso amico, ma trovava solo persone più adulte di lei. Non c’era nessuno che conosceva ed è con un po’ di sconforto che si siede su una panchina libera. Si sentiva tremendamente a disagio in mezzo a tante persone, e si mette a fissare insistentemente le piastrelle per non incrociare lo sguardo di qualche sconosciuto.
« Buon giorno! » esclama a quel punto una voce famigliare. Chiara Hollingshead era raggiante quella mattina. La ragazza salutava tutti quelli che conosceva – e non – con disinvoltura.
« Jasmine, 'giorno. » la ragazza ricambia timidamente il saluto, mentre Chiara si sedeva accanto a lei.
« Hai visto per caso Angelo o Valerio? » le chiede, mentre si rimirava nel suo specchietto per controllare il trucco. Jasmine scuote la testa, negando. In effetti non aveva visto nemmeno i due cugini Domadraghi, e solitamente loro erano sempre puntuali. O almeno, Sandra era quella puntuale, Lance veniva prontamente trascinato dalla cugina che non ammetteva ritardi di alcun tipo.
« Peccato. Forse li vedremo a scuola. » sorride incoraggiante, toccandosi qualche ciocca della frangia per sistemarla meglio. Jasmine annuisce, mentre alzava lo sguardo al grande soffitto della stazione. Chissà perché, ma insieme a Chiara non si sentiva a disagio. Anzi.
Un sonoro fischio annuncia l'arrivo del Supertreno, e quindi anche l’inizio di un lungo anno per loro due.


Vera non era una persona pessimista ma viste le condizioni in cui si trovava non poteva affatto dire che sarebbe stata una mattina positiva.
Fuori dall'albergo di porto Alghepoli una tempesta fuori stagione – e pure fuori ogni previsione – si stava scatenando, impedendo a qualsiasi barca di uscire dal porto. Figurarsi navigare fino alla regione di Kanto.
Lei aveva tanto desiderato partecipare all’apertura dell’anno accademico, ma visti i prognostici la sua speranza veniva brutalmente schiacciata dalla realtà dei fatti.
Come se non bastasse i suoi capelli quella mattina avevano vinto la battaglia contro la spazzola, e lei si ritrovava a legarseli una coda di cavallo con stizza.
« Vera, hai finito? » il suo adorato fratellino si affaccia alla porta del bagno e Vera gli lancia un'occhiataccia. « Mamma e papà ci stanno aspettando da dieci minuti. » annuncia, prima di lasciare la sorella mentre questa sospira, in cerca di una buona motivazione per uscire da quella stanza.
Non ne trova, e quindi esce dalla stanza di pessimo umore, sbattendo la porta e chiudendola a chiave con fare scocciato.
« Taylor? » la ragazza perde almeno tre anni di vita nel riconoscerne la voce. Drew Redrose, davanti ai suoi occhi, che la stava squadrando con aria divertita.
« Redrose. » si ritrova a sibilare, quasi senza rendersene conto. « Come mai qui? » e morde subito la lingua. Dove sarebbe potuto andare, con quella tempesta tropicale in scala ridotta?
Infatti, Drew indica le grandi vetrate del corridoio, con un sorriso sornione.
« Vuoi fare una romantica passeggiata dans le milieu de la tempête? » le chiede, facendola avvampare di stizza.
« Drew? Ah, ecco dove ti eri cacciato! » Solidad appare all'angolo, sorridendo. Subito dopo arriva anche Harley, che non manca di rifilare un'occhiataccia a Vera. Sembrava che non mancasse nessuno all’appello.


La tensione si poteva tagliare con un coltello.
Gli studenti del primo anno erano nervosi, eccitati e preoccupati, quegli degli anni successivi determinati ad affrontare nuove sfide nel loro percorso.
Il collegio richiedeva molto da tutti loro, e bisognava impegnarsi. Già l'essere lì, avere la possibilità di accedere agli studi superiori di quella scuola, era un grande privilegio.
Aralia sbircia attraverso le quinte. Quell'anno le matricole erano in un numero abbastanza buono. Si sentiva una grande euforia a pensare che sarebbe stata lei a introdurre loro in quella vita scolastica.
« Allora, auguri, professoressa Aralia. » Samuel Oak le sorride incoraggiante.
« Grazie. » gli risponde lei, mantenendo una calma stoica. Samuel le batte una mano sulla spalla.
« Una volta che sarai davanti a loro, tutto sarà più facile. » la donna sorride, dandosi coraggio, ed esce sul palchetto di fronte a un’aula piena di studenti che fremevano di aspettativa.
La prima campana dell’istituto ammutolisce anche il più chiacchierone degli studenti, e Aralia si schiarisce la voce.
« Benvenuti, studenti vecchi e nuovi! »


Spiegazioni randomiche:

- Touko e Touya sono gemelli, e hanno cognomi diversi.
- La frase che Drew dice in francese significherebbe 'nel bel mezzo della tempesta'. Questo secondo Google Traduttore. Pardon, ma la sottoscritta non conosce il francese.
- La Iris di questa storia non è quella dell'anime, bensì quella del videogioco.





Né! *ormai è il suo saluto tipico*
Benvenuto a chi è nuovo, bentornato a chi conosceva già questa storia.
Mamma, quanto sono poco coerente con me stessa. E sì che dicevo 'forse la riprenderò in mano l'anno prossimo'.
Piuttosto, parliamo di questa cosa. Sarà come il vecchio 'Collegio'? Fino al capitolo 5 sì. Poi, si vedrà (no, diciamo che se riesco a tenere Daniel a bada, potrebbe diventare una storia normale).
Gli anni sono divisi come prima, la struttura della scuola è la stessa. Forse il contenuto potrà variare un po'. Tranquillo chi non ne sa niente, nei prossimi capitoli tutta questa roba verrà spiegata.
Spero solo l'apprezziate.
Quindi, un saluto e arrivederci.
See you soon!

   
 
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