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Autore: ElisaBooBear    05/04/2013    0 recensioni
Katherine era una normale ragazza di quasi 16 anni. Tre mesi fa la sua vita si era interrotta psicologicamente, i suoi genitori morirono e lei si chiuse in se stessa. Ma un giorno ascoltò una voce angelica di cui si innamorò senza sapere di chi fosse. Presto sarebbe entrato un ragazzo nella sua vita, anzi 5, ma solo uno le conquistò il cuore. Un sogno che diventa realtà...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi addormentai velocemente e sognai una cosa strana, anzi una situazione molto strana.
Ero in un luogo buio, non vedevo nulla, nemmeno me stessa. Cercavo invano un aiuto, urlavo e nessuno mi sentiva. Ero impaurita correvo senza sapere dove stavo andando, volevo svegliarmi ma qualcosa mi bloccava.
Così mi fermai e cominciai a piangere, volevo tornare nella realtà non volevo più restare in quell’incubo.
Ad un certo punto sentii una voce familiare, una voce dolce e acuta che proveniva da una luce bianca molto distante. Così iniziai a correre verso quella luce cercando di capire di chi era quella voce.
La luce si faceva sempre più grande e sempre più vicina. Rallentai e mi ritrovai davanti un ragazzo alto più di me. Non vedevo la sua faccia, nemmeno i suoi capelli ma solo la sua sagoma.
Ero impaurita non sapevo chi fosse e così mi girai di scatto e scappai, ma una mano morbida e delicata mi prese e mi fermò. Urlai di paura.
X: Shh piccola non voglio farti nulla.
Io: Chi sei?
X: mi conosci.
Io: no, ma dove sono?
Non rispose nessuno. Il ragazzo sparì e io rimasi sola.
Emily: Ehi tesoro che succede? Stai urlando e stai sudando. Hai fatto un incubo?
Zia Emily si sedette vicino a me e mi strinse forte. Lei era la sorella minore di mia mamma. Le volevo molto bene perché per me era come una sorella maggiore dato che aveva 24 anni.
Io: Si, era tutto buio e non vedevo nulla. Solo una luce piccola piccola.
Emily: Dai Kath ora sdraiati e riposati che sono le 4 di notte. Notte
Mia zia chiuse la porta della camera e mi salì una paura tremenda di ritornare in quel sogno. Così non riuscii ad addormentarmi e rimasi sveglia tutta la notte a pensare chi fosse quel ragazzo.
Lui mi aveva detto che lo conoscevo, quindi forse diceva la verità, magari ero un mio compagno di scuola e non lo ricordavo. No impossibile avrei visto la sua faccia.
Presi il mio Iphone e guardai l’ora… cazzo erano le 6 di mattina.
Avevo un messaggio da parte di un numero sconosciuto.
“Ti prego ritorna a scuola ci manchi tantissimo Kath. –Diego”
Già Diego, lui era un mio amico, anzi era il ragazzo di cui ero innamorata da tanto. Ma io non gli avevo mai rivelato i miei sentimenti per lui. Preferivo non rovinare la nostra amicizia. Ma mi mancava molto e vedere che si era ricordato di me dopo tanto tempo, mi si riempì il cuore di gioia.
Gli risposi.
“Non mi sento ancora pronta. – Kath”
Era vero non stavo bene, stavo malissimo, non per niente non mi muovevo da quel letto da moltissimo e il mio corpo era diventato un tutt’uno con il letto.
Era il 2 dicembre. Faceva freddo fuori e si sentiva dall’aria che entrava dagli spifferi della finestra. La mia casa era molto grande, una specie di villa. Fuori poteva non sembrare un gran che ma dentro a me piaceva molto. La mia stanza era al primo piano e ricordo ancora quando aprivo la finestra alla mattina, prima di andare a scuola, uscivo sul balcone per ammirare il paesaggio della mia città e vedevo il sole sorgere. Era una sensazione indescrivibile ciò che provavo in quei pochi istanti.
Mi stava tornando la voglia di alzarmi, ormai mia zia aveva insistito troppo, ogni giorno veniva ad implorarmi di alzarmi da quel letto e reagire, di combattere e di continuare a vivere. Ma io mi rifiutavo ogni volta che me lo diceva. Poi si era stancata di ripeterlo a vuoto.
Ma oggi mi sentivo bene, rispetto gli altri giorni, non avevo più tutta quella depressione addosso. Da quando avevo ascoltato quella canzone, ieri sera, mi sentivo come se i miei genitori mi avessero mandato un messaggio dal cielo per dirmi di continuare a vivere nonostante loro non ci fossero, perché loro non avrebbero voluto questo per me. Mai.
Erano già le sette e decisi di alzarmi, con la poca forza che avevo. Mangiavo si, ma il necessario.
Mi alzai e feci due passi verso la finestra, scostai le tende aprii la finestra e poi aprii i balconi. Una luce fortissima mi penetrò negli occhi e un freddo pungente mi fece vibrare. Era quasi inverno ormai. Mancava poco a Natale. La mia festa preferita, dove si stava tutti in famiglia... già famiglia, quella che io ormai avevo perso. Mi rimaneva solo mia sorella e mia zia.
Non volevo essere malinconica così scacciai i brutti pensieri e mi misi ad osservare il mondo al di là della mia casa. Era tutto come 3 mesi fa, le case, i campi, il sole, il cielo e perfino le persone.
Ero cambiata solo io evidentemente.
Ritornai dentro, faceva troppo freddo e volsi uno sguardo allo specchio.
Ero veramente ridotta male, avevo le occhiaie, i capelli erano secchi e la mia pelle sembrava quella di un cadavere. Per non parlare delle mie gambe che sembravano fatte di budino.
Andai davanti all’armadio e lo aprii. Una valanga di vestiti quasi non mi uccidevano. Era tutto li come 3 mesi fa, cambiavo solo l’intimo e il pigiama.
Scelsi una maglietta a caso, una felpa da mettere sopra e un paio di pantaloni in tuta. Misi le ciabatte e scesi le scale.
Mia sorella dormiva ancora (andava all’asilo alle 9) mentre mia zia era in cucina che preparava la colazione per lei e il suo nuovo fidanzato.
Mia zia si girò e mi guardò come se fossi un fantasma.
Emily: K-ka- Katherine? Oddio mio tesoro!
Era felicissima di vedermi in piedi dopo tanto.
Mi stritolò come un pupazzo e poi cominciò a saltellare per la cucina, come una bambina piccola.
Io: Si si sono io. Mi sono alzata ero stufa di quel letto.
Emily: Finalmente tesoro tu non sai quanto io ho pregato perché ti alzassi. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Io: Volevo tornare alla mia vita di sempre, mi mancavano i miei compagni e tutto quello che facevo una volta.
Dentro di me sapevo il vero motivo, il motivo che mi aveva spinta ad alzarmi, quella canzone, quella voce, quel sogno e quel ragazzo dalla voce angelica. Era la ragione per cui mi alzai, dopo mesi di agonia.
Emily: Ne sono felice. Ora però dobbiamo prendere decisioni importanti sulla scuola.
Ecco lo sapevo, odiavo la scuola, ci andavo solo per i miei compagni e per i miei amici.
Io: Zia… possiamo parlarne più tardi ora devo farmi una doccia e cominciare a prendermi cura di me stessa, il mio corpo sembra un cadavere.
Emily: Certo, hai ragione. Ti darò una mano io.
Ero felice dopo tanto e non volevo che nulla mi rovinasse la mia prima giornata da “viva” dopo mesi di “coma”
Ero pronta per ripartire. Ero pronta a ritornare alla mia vita di sempre.
  
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