The
Seventh:Winter
·
PART 5: Keepin’
·
Chapt. 8: How
they pound, raising the sound.
Christmas isn't just a day, it's a frame of mind.
La luce
dell'alba irrora decisa i pendii dolci facendoli brillare di rugiada. L'aria è
limpida e fresca, e a parte il fruscio degli steli d'erba accarezzati dal vento
non vi è nessun rumore.
Lontano
dal tumulto della capitale in subbuglio, Loki risale
la china di un colle: ha varcato il confine tra Asgard
e Nornheim da qualche ora ormai, ed attraversa le
terre di Karnilla con il passo inconsistente di
un'ombra traslucida.
È poco più
di un fantasma e appena meno che foschia mattutina: il suo passaggio non lascia
traccia apparente tra gli steli verdi che gli sfiorano la vita.
Raggiunge
la sommità del Colle e per un attimo si volta a fissare ciò che si è lasciato
alle spalle: Baciata dai raggi del sole, i pinnacoli di Asgard
sono un mosaico di oro e fuoco, il barlume più alto sono le Torri del Palazzo.
Quel luogo che ha chiamato per tanto tempo casa
è vicino eppure drammaticamente lontano.
Si concede
un sospiro e si morde il labbro inferiore distogliendo lo sguardo per lasciarlo
vagare sul Colle.
Cnoc na Teamhrach,
l'avamposto Meridionale di Nornheim: ai tempi della dipendenza
da Asgard era la roccaforte dei ribelli, il primo
impedimento alle guarnigioni di Asgard che giungevano
a reclamare il controllo del territorio. Luogo di nascita di Karnilla, la Prima
Regina che aveva piegato le lance asgardiane con
l'astuzia e l'abilità della magia, conquistando l'indipendenza del popolo e
fondato il Nornheim.
In realtà
era un territorio troppo vicino da Asgard e con
risorse troppo scarse per essere realmente autosufficiente: insegne diverse e
nuovi sovrani non regalavano autonomia e libertà, ma quella parvenza di
indipendenza teneva a bada il popolo.
La libertà, la più grande menzogna mai inventata.
Del glorioso
passato di Teamhrach restano, sotto un tappeto d’erba
verdissima, che i cumuli delle tombe degli eroi, i terrapieni circolari delle
palizzate, il menhir dove era stata incoronata Karnilla
ed i resti di un altare votivo.
Di nuovo,
a Teamhrach, c'era il palpito di una Gemma. I suoi
sensi lo guidano verso l'anello più interno, dove sorgeva la dimora reale di Karnilla quando ancora era solo un'indocile strega
ambiziosa.
Stende la
mano e la richiama: Un bagliore viola risponde e si stacca da terra per
fluttuare verso il suo palmo.
La Gemma dello Spazio.
Ottimo.
La
cameriera boccoluta compare dalla porta della cucina
avvolta in una tuta da sci decisamente troppo larga al posto della solita
divisa. “Spiacente, ma siamo chiusi. Sa, la tempesta…”
“Si dice
che il Capitano Smith non lasciò il suo posto a comando della nave durante
l’affondamento, mentre i suoi ufficiali cercavano di mettere in salvo più vite
possibili oltre che alla propria.” Sbatto i piedi sul tappetino d’ingresso per
liberarli il più possibile dalla neve ed evitare di sporcare nel locale immacolato:
“Tuttavia lui era il Comandante, era giusto fosse così. Pare invece che il
proprietario del locale abbia tagliato la corda lasciando tutti in mano al suo
timoniere. Sbaglio?” Mi avvicino al bancone e mi siedo su uno degli sgabelli,
sotto lo sguardo perplesso della ragazza, che si scosta un boccolo ribelle dal
viso: “La sua famiglia è a Denver, ha preferito raggiungerla prima che
cancellassero tutti i voli. Abitando a Brooklyn per me era più comodo venire a
dare una controllata prima dell’evacuazione.”
“Capelli
biondi, di Brooklyn, generosa e propensa al sacrificio; un pizzico incosciente,
a mettere il naso fuori casa con un allarme nazionale in corso: mi ricordi
qualcuno di mia conoscenza.”
Lei coglie
il riferimento ed arrossisce leggermente, girando lo sguardo verso la vetrina
protetta dai pannelli di compensato. “Se è venuta qui perché teme che possa…” Noto che non ha un accento di Brooklyn. “Vengo da
Jackson, abito qui con mia sorella solo da un paio d’anni.”
“Mississipi, profondo Sud! Grandi valori a volte un po’
troppo tradizionali per i miei gusti, ma tant’è. Molto legata alla famiglia,
interessante. Devo dirlo, mi hai convinto.”
“Sono
spiacente, ma non credo di afferrare…”
“Non
preoccuparti, anche lui spesso non afferra. Hai da scrivere?” Fruga sul bancone
e mi porge uno dei blocchetti per le ordinazioni ed una matita. Scrivo
velocemente, strappo il foglietto dal blocchetto e lo piego con cura prima di
porgerglielo. “Questo è il suo numero di cellulare.”
Strabuzza
gli occhi azzurri e prende il foglietto con la punta delle dita guardandomi
sbalordita: “Io credevo che voi due…”
“Beh,
credevi male. È un amico e collega. Un cuore d’oro, davvero, ma con il brutto
vizio di non riuscire a cogliere l’occasione al volo con le ragazze che gli
interessano. Beh, ha anche il vizio di interrompersi sul più bello, ma lasciamo
perdere. Ah! Se non ti risponde subito, non temere: ha un pessimo rapporto con
la tecnologia. È un po’… vecchio stile, diciamo.”
“Io… io non so come ringraziarla!”
“Dammi del
tu, ad occhio e croce sei anche più grande di me.” Non è vero: probabilmente
avrà anche lei sui venticinque anni, ma struccata ed in jeans io non ne
dimostro che venti scarsi e dato che le sto facendo un favore mi sento in
diritto di mentire sulla mia età.
“Grazie.
Davvero. Questo è decisamente un bel regalo di Natale.”
“Non c’è
di che…”
“Beth.” Conclude, stringendomi la mano.
“Addison. Ed ora è meglio che ti sbrighi a chiudere questo
posto: la metro chiude tra meno di un’ora, non vorrai rimanere bloccata a metà
strada e dover fare la figura della donzella in pericolo.”
"Pensavo
di passare un Natale decisamente diverso da così." Stark
fa tintinnare i cubetti di ghiaccio nel suo bicchiere di Talisker,
prima di lasciare il mobile bar bevendone un sorso e raggiungere il fianco di Pepper a cingerle la vita con un braccio. "Davvero: e
sì che ho una grandissima fantasia. Potevo immaginarmi il classico Natale
sfarzoso ed opulento - il mio preferito - oppure uno più morigerato e
all'insegna di pessimi ricordi - questo per colpa tua, Cornacchietta - ma la versione
letalmente esasperata del Bianco Natale non me l’aspettavo affatto."
"Evidentemente
non sei pronto a tutto, Stark." borbotta Clint
finendo il terzo dessert della serata. "Devi darmi la ricetta, di questi
cosi. Se sopravvivo, ne esigo un freezer pieno."
"Con
la temperatura là fuori basterebbe metterli in terrazza."
"Ottima
idea, c'è più spazio."
Al di là
della vetrata infrangibile, fiocchi bianchi spezzano il buio della notte di
Natale, intrappolati dal turbine dei venti gelidi e vanno ad incastrarsi nelle
fessure strutturali della torre. Sotto di noi le strade sono già
abbondantemente imbiancate e non vi è un'anima viva in giro, a parte qualche
soccorritore ancora impegnato alle ultime evacuazioni.
I venti
vanno ad intensificarsi, e continuerà a lungo. Non si sa per quanto.
Negli
ultimi tre giorni i metereologi di tutto il Nord America hanno bombardato le
emittenti con previsioni catastrofiche su questo presunto ciclone artico di
massimo livello, una cosa mai vista, che sta minacciando tutto l'emisfero
boreale.
C'è chi ha
accusato i governi, rei di esperimenti climatici sfuggiti di mano. Chi se l'è
presa con un inversione del riscaldamento globale, chi con un qualche dio che
ha deciso di punire la Terra per i suoi peccati, chi con un'invasione aliena -
l'ipotesi più improbabile è quella che si avvicina maggiormente alla realtà, dev'essere anche questa un'applicazione della legge di
Murphy - e chi invece sostiene che faccia parte del ciclo terrestre, uscire e
rientrare occasionalmente in simpatiche ere glaciali.
Ad
avvalorare questa ipotesi, in Tv stanno trasmettendo L'Era Glaciale. Il sequel,
per la precisione, quasi a voler stimolare l'ottimismo.
Solo lo S.H.I.E.L.D, il Consiglio e noi Vendicatori sappiamo quello
che sta accadendo realmente.
Fondamentalmente,
si tratta di un mesh-up di tutte le ipotesi.
Una forza
ostile non ancora identificata (Vai con la teoria degli Alieni), si è
impossessata di un manufatto capace di invertire il magnetismo termico
terrestre (volgarmente indicata come Inversione del Riscaldamento Globale, ma
Banner detesta questa definizione) causando glaciazioni improvvise e su vasta
scala; Tale manufatto è già stato usato abbondantemente in passato (Parlavamo
di cicli delle Ere Terrestri, giusto?) ed è stato soffiato da sotto il naso di
chi lo custodiva (governi ed incompetenze, come stanno bene queste parole
insieme) ovvero il pantheon norreno (Governi, incompetenze e religioni: tutto
l'Universo è Paese).
In parole
povere, spicce ed accessibili a tutti: siamo
nella merda.
La buona
notizia è che Banner e Stark sono riusciti a fissare
un algoritmo di localizzazione delle Gemme dell'Infinity
Gauntlet, grazie anche al libro che Loki mi ha lasciato tradotto prima di andarsene
La
splendida notizia è che i calcoli di Jane e Selvig
sui Wormholes sono a buon punto, e questo potrà
permetterci di trovare un modo per viaggiare più velocemente nell'Universo che
non comprenda l'esaurimento delle Energie della sottoscritta né il
raccoglimento di energia Oscura da parte di Odino. (Che, come ha spiegato Jane,
se la raccoglie poi la deve pur rilasciare - e noi non vogliamo peggiorare la
situazione, vero?)
La notizia
meno buona è che occorreranno dei test, di cui si occuperanno principalmente Selvig e Jane con un ridotto team di fisici e l'ovvio aiuto
di Stark e Banner, in un laboratorio speciale
allestito nel piano del parcheggio sotterraneo alla Stark
Tower non ancora terminato.
Al momento
Jane non è ancora tornata su Midgard, preferendo
restare al fianco di Thor per le esequie della Regina.
A noi
Vendicatori, invece, spetta il compito di localizzare e recuperare le Gemme e,
soprattutto, 'Spegnere quel fottutissimo
Scrigno prima che ci trasformi tutti in Champ BlueBunny del Cazzo' per dirla alla Fury.
La mia notizia meno buona è che di Loki non si ha traccia. Nessun avvistamento, niente: Loki è svanito nel nulla e questo è fonte di preoccupazione
da parte di tutti.
Di
angoscia profonda da parte mia: Non sono
riuscita ad aiutarlo, non ho potuto far nulla.
Maschero i
sensi di colpa e la mia ansia dietro la concentrazione che la missione
richiede, spolverando qua e là il mio tipico sarcasmo condito da un'allegria
sbiadita e forzata.
Gli altri
l'hanno capito: c'è chi fa finta di ignorare e chi si lancia in improbabili
tentativi di distrazione o consolazione.
Sono nella
situazione di apprezzare entrambi i casi.
Nat si siede accanto a me sul gigantesco puff
bianco vicino al caminetto acceso e si corica appoggiandomi il capo in grembo,
lasciandomi giocherellare con i suoi boccoli rossi. Clint ci raggiunge ed io
borbotto qualcosa sul fatto che sia sempre in mezzo alle scatole: "Non
vedi, io e la tua ragazza stiamo flirtando."
"Abbiamo
bisogno di privacy, non ci interrompere. Vai a farti coccolare dall'Hulk." Mi fa eco Nat.
Lui mostra
un palmo di lingua e poi si volta verso Banner sbattendo le ciglia.
"Scordatelo, Hulk non coccola." risponde il
dottore alzando le mani in segno di resa.
"Ma è
Natale!"
"Hulk ateo."
"...
nonostante abbia fatto il culo a due dei?"
"Hulk ha le sue convinzioni. Rispetta le convinzioni di Hulk, e Hulk rispetterà le tue
ossa."
Drriiiin. Driiiiin. Driiiiiiiin!
Nat aggrotta la fronte: "Di chi è questa suoneria vintage?"
Alziamo
tutti lo sguardo verso un rossissimo Steve che si fruga nervosamente dentro la
tasca dei pantaloni.
"Non
è vintage, è preistorica." precisa Stark
"Capitano, trova in fretta quel telefono o lì sotto succederà un guaio se
continuerai ad armeggiare in quella maniera."
Diventando
ancora più rosso di quanto sia umanamente possibile, Steve trova lo Starkphone, pigia lo schermo più volte in più angolature,
ci intima di smettere di fissarlo e dato che non lo facciamo si volta di
spalle, costretto ad allontanare un paio di volte Stark
respingendolo con una sedia mentre picchietta il touch
screen nervosamente.
"Capitano,
devi risponderle prima che vada in menopausa, lo sai vero?"
"Tony!" "No, così, per dire. Putacaso che non si tratti di una
sua coetanea, che in menopausa c'è già." Pepper
pizzica il braccio di Tony minacciandolo con lo sguardo. "No, tesoro,
davvero, sono preoccupato... ahia!"
"Non
c'era un'altra questione di cui metterli al corrente?"
"...c'era?
AHIA, Pepper, stai diventando già manesca."
Natasha si mette a sedere e avvicina il
viso al mio orecchio: "Venti dollari che è incinta."
"Ripulisci
tu la stanza dal mio vomito?"
Ma Pepper stende la mano sinistra, il dorso in bella mostra
davanti a tutti: "Ooooooh!"
Banner si
toglie gli occhiali, che non ce n’è bisogno per vedere quello che ha al dito e
che ci lascia tutti a bocca aperta: "Ma pensavo che la vecchia signora
l’avesse gettato nell’oceano alla fine …"
È il
diamante più grosso che abbia mai visto, e brilla da togliere il fiato:
"Deve pesare una tonnellata." Commento.
Nat domanda se sia un mini reattore Arc. "Per favore, non
dirmi che ne vuoi uno uguale..." mugola Clint massaggiandosi le palpebre e
richiedendo un paio di occhiali da sole, che tutto quello sfavillare rischia di
compromettergli la sua preziosa vista.
"Beh,
sicuramente potrei usarlo come arma: credo sia classificabile come oggetto
contundente."
Steve
sorride e stringe la mano di Pepper: "Direi che
in questi casi sia il caso di fare le congratulazioni, non trovate?"
"Uhm,
le condoglianze a Pepper
le troverei più adeguate" Stark storce la bocca e
fissa in tralice un Banner dal sorriso tirato.
Alzo la
mano: "Sto già pensando all'Addio al Nubilato."
"Io
non so cosa mettermi." mugola Nat.
"Oh, andiamo!"
incalza Steve: "È una splendida notizia, non trovate? Insomma... è molto
bello, non credete?"
Guardo la
mia amica: "Lo è?"
"Pensa
all'Addio al Nubilato" suggerisce. Batto le mani: "Oh sì, è una cosa stupenda!"
"Che
cos'è un Addio al Nubilato?"
"La
versione femminile dell'Addio al Celibato. Ma non preoccuparti, Capsicle, non sarai responsabile
dell'organizzazione - anche perché vorrei risvegliarmi dalla sbronza sul tetto
di un Hotel a Las Vegas, e non in un reparto di Geriatria – quindi: il primo
che conosce più spogliarelliste vince."
Clint alza
la mano: "IO!" Occhiata assassina di Natasha
"...conosco un tizio che conosce delle spogliarelliste. Ma magari mi
sbaglio, è da un sacco che non lo vedo. Magari è morto. Ecco sì, probabilmente
non esiste più. Ed io non ne conosco nessuna. No."
"Beh,
ragazzi, c'è tempo... e di mezzo una presunta fine del mondo, quindi state
tranquilli!" Media Pepper sorridendo.
"Abbiamo fissato la data per il 18 Maggio e dato in mano alla migliore Wedding Planner di NewYork. C'è ancora tempo."
"E ti
ha fatto la proposta a Parigi?" domanda Steve; Pepper
piega la testa di lato: "Non proprio... a Parigi è arrivato l'anello, ecco."
Ma lui è morbosamente curioso ed incalza per ulteriori informazioni con sommo
fastidio di Stark: “È per aggiornare il tuo blog
sotto uno pseudonimo segreto femminile?"
"Me
l'ha chiesto un paio di mesi prima." risponde evasiva Pepper.
"Ma subito non ho accettato."
"E
come mai?"
"Raziocinio?"
suggerisco, mentre il sorriso di fidanzati si fa un pochino più teso. "Oh,
suvvia, non ditemi che c'entrava la mia morte!"
"Beh
ecco... Tony era un po' scosso..."
"E
alterato..."
"...e
ubriaco... così, insomma... non era lucido, ecco. Non si rendeva esattamente
conto di quello che stava dicendo e..." Sento Clint sussurrare a Banner e Nat un 'Perché, ora
sì?'
"Oh,
andiamo! Non te l'avrà mica chiesto con la sottoscritta appena cadavere...!"
"...ehm..."
"Il
rigor mortis era già in fase avanzata."
"Era
molto scosso..."
"E avevo
con me del whisky balordo."
"Oh. Ohhh!" strillo falsamente sdegnata. "Spero che la
mia putrefazione non abbia intaccato l’atmosfera romantica."
"Non
gliel'ho chiesto nell'obitorio."
"Apprezzo
la delicatezza, Stark."
"Però
nell'Obitorio mi ci sono risvegliato con i peggiori postumi che avessi mai
avuto."
"Almeno
uno dei due ha riaperto gli occhi, là dentro."
"E ho
vomitato."
"Ritiro
il commento sulla delicatezza."
"Avresti
fatto lo stesso!"
"Ma
non l'ho fatto, apprezza il mio tatto."
Pepper ha tirato fuori dal frigobar una
bottiglia di Champagne e propone un brindisi. "Hey,
Pep, qui stavamo discutendo amabilmente, Vorresti
farci smettere con del Dom Perignon?
Tesoro, l'alcool non è sempre una soluzione...!" Collettiva occhiata
perplessa. "... e poi tu non puoi berlo." Generale espressione
agghiacciata.
Pepper alza un sopracciglio mentre
armeggia con il turacciolo: "Non sono incinta." Corale sospiro di
sollievo. "Per ora."
“Dopo
questa, credo che la bottiglia la scolerò a collo da solo.” Geme Stark.
"Non
sembravi particolarmente entusiasta del matrimonio del secolo." Aggiusto
la coperta sulle spalle di Bruce e mi siedo al suo fianco di fronte al
caminetto acceso.
È l'unica
fonte di luce nella stanza, e forse anche di calore: probabilmente sarà solo
suggestione, ma inizio a percepire il freddo entrare dalle vetrate ed invadere
lentamente la stanza.
Uno ad uno
i nostri compagni si sono ritirarti nelle camere che Stark
ci ha concesso. Prima Clint e Natasha, poi lui e Pepper ed infine anche Steve - cellulare in mano e sguardo
trasognato sullo schermo - ha annunciato di volersi coricare.
Siamo
restati solo io e Bruce. Due nottambuli della città che non dorme mai
insolitamente tranquilla.
"Non
fraintendermi, sono molto felice per loro, davvero." Stringe le mani sulla
tazza di tisana calda che ha appena preparato. "Sono davvero una bella
coppia, e Tony già da un po' di tempo aveva iniziato a straparlare di questioni
legali e affettive. Però, in mezzo al suo solito fiume di parole si stemperava
un po' tutto, ecco. È solo che..."
"Sai
come ci si sente."
Annuisce e
si toglie gli occhiali, appoggiandoli sul pavimento accanto al puff. "Le Festività sono un brutto periodo per i
ricordi."
"Già."
Mi stringo al suo fianco e appoggio la testa sulla sua spalla. "Vuoi
parlarne?"
Resta un
attimo in silenzio, poi sospira ed inizia a raccontare: "Io e Betty
parlavamo spesso di sposarci; mettere su famiglia, comprare una casa vera e non
un mini appartamento di un campus. Però rimandavamo sempre. Il prossimo anno,
dicevamo; e poi l'anno arrivava e passava, e noi rimanevamo eterni fidanzati e topi
di laboratorio. Avevamo tante cose in testa, tanti calcoli, tanti esperimenti,
tante esperienze da fare. E pensavamo di avere tutta l'eternità davanti a
noi." Beve un sorso di tisana."Che stupidi, eh?"
"No,
affatto. Non si riesce mai a concepire che tutto ha fine finché non si inciampa
su un limite. E anche dopo essersi rialzati dalla caduta è difficile
ricordarsene."
"Già."
Ravvivo il
fuoco con un paio di colpi di attizzatoio e mi riavvolgo nel plaid.
"Hai
più avuto notizie di..."
"Loki?" Scrollo la testa. "Nessuna notizia, nessun
avvistamento. Nessuna idea di dove possa trovarsi. So solo che era fuori di sé
dalla rabbia e dal dolore. E una personalità Borderline in preda ad un forte
disagio emotivo è un pericolo per gli altri e per sé stessa. Nel caso di Loki, poi, la pericolosità è esponenziale alle sue capacità
psicofisiche e ai suoi poteri. Ho notato che tendono ad aumentare, se
emotivamente stimolati."
Banner
piega la testa in avanti e mi fissa incuriosito oltre le lenti degli occhiali
"Cioè... tu hai esaminato Loki?"
Alzo le
spalle: "Deformazione professionale. Non avrei potuto fare altrimenti,
dato che ci ho convissuto per ben due mesi."
"Giungendo
all’ovvia conclusione che sia uno psicotico."
"Psicotico
è un termine impreciso. La disregolazione emotiva e
la sua considerazione delle altre persone come individui negativamente
giudicanti, contestualizzati in un ambiente che possiamo definire 'invalidante'
data la svalutazione dei propri stati mentali e delle proprie capacità,
rivelano un disturbo Borderline di personalità. Tuttavia, presenta alcuni
elementi di stampo paranoico ed altri compulsivi – ossessivi, mentre la bugia
patologica invece è indice di sociopatia.
Insomma,
alla fin fine la definizione sulla sua psiche come una scatola piena di gatti
sarebbe la più calzante."
"E tu
ci vai anche a letto?"
"Certo.
Ma non ti spiegherò cosa deduco dal suo comportamento tra le lenzuola."
"Non
sono cose che desidero sapere, credimi." Sorseggiando la tisana, Banner
riflette: "Perché Borderline e non Bipolare?"
"Perché
il disturbo Bipolare è ciclico ed indipendente dal contesto, mentre la disregolazione emotiva di Loki è
pervasiva."
"Ah."
"Già."
"Ti
rendi conto che hai appena detto che frequenti un dio mentalmente
disturbato?"
"Oh
sì, ma non pensare che sia l'unico. Facendoti un esempio, la cleptomania di
Ermes è ad un livello molto serio."
Banner si
rizza a sedere così velocemente che quasi rovescia la tazza di tisana. "Ci
sono anche gli Olimpi?"
"Non
lo so, ma leggo Percy Jackson. C'è ancora un goccio
di quella tisana?"
L'alba
lattiginosa dissipa di poco le ombre all'interno della Lounge.
L'Albero di Natale continua a lampeggiare, le braci nel camino si stanno
spegnendo.
Ed io sono
incredibilmente comoda. Sbadiglio rumorosamente e mi stiracchio, ritirandomi
poi velocemente il plaid addosso.
Sì, nella
stanza fa più fresco.
Per
fortuna che c'è qualcosa di caldo vicino a me. Qualcosa di caldo da abbracciare
morbidamente, che ho ancora tanta sonno e nessuna voglia di alzarmi, anche se
qualcuno ha tirato le tende e mi chiama.
Andiamo, è
Natale, lasciatemi dormire.
E come faccio a dormire se quel qualcosa di caldo da
abbracciare morbidamente russa come un camionista siberiano ubriaco bloccato
nella steppa?
Apro un
occhio. Fili argentati in una massa di scarmigliati capelli castani.
Oh oh. No, dai....
E una
camicia antracite.
Oh oh oh.
Giro lo
sguardo.
Clint ha
l'aria commossa mentre accarezza Morrigan, Steve
confusa, Natasha e Pepper
sembrano perplesse e Stark fatica a trattenersi dalle
risate.
Se per voi è lo stesso, accetterò quel drink.
Sotto al
mio braccio Banner smette di russare e sbadiglia sonoramente. Stiracchiandosi
mi pianta una gomitata in faccia. Strizza gli occhi prima di infilarsi gli
occhiali e sobbalzare vistosamente, coprendosi il petto con il plaid.
Faccio
notare che indossiamo entrambi i rispettivi vestiti "Quindi smettetela di
fissarci che non è successo niente."
Banner
arrossisce e annuisce rapidamente. La cosa sortisce un effetto
involontariamente comico sui presenti.
Passi pesanti
in corridoio ed il “Siam giunti, amici” di Thor.
Dalla padella alla brace.
Scatto in
piedi come una molla: “Oh, eccovi, vi stavamo aspettando!” cinguetto.
“Palle!”
esclama Clint, prima di raccontare il ritrovamento della mattina. Già la faccia
di Thor è comprensibilmente tetra, ora ha l'aria di chi è stato preso a
badilate in faccia.
Cosa che
mi riprometto di fare con Clint alla prima occasione. È Natasha
a riportare la situazione nei ranghi, ricordandoci che dobbiamo tutti
prepararci, che Selvig e la scorta dello S.H.I.E.L.D. stanno arrivando.
Fuori
dalla Stark Tower, la
piccola scorta capitanata dalla Hill è composta da due grossi mezzi anfibi e
tre Land Rover Defender.
Gli agenti scaricano in silenzio le attrezzature di cui avremo bisogno, insieme
ad alcuni componenti che occorreranno per i test. Faccio strada a Selvig e ai due agenti incaricati verso l'UnderLab, con
il professore che si domanda ad alta voce perché non sia rimasto sotto il sole della Grecia da quella sua
vecchia amica. "Ero in vacanza al caldo. Buona compagnia, bel mare,
ottimo cibo, relax: Me lo meritavo, no?" Annuisco accondiscendente,
aiutandolo a trasportare un paio di schermi touch screen. "Mi stavo ponendo la stessa domanda. Anche io
ero al caldo ed in vacanza. Mare e cibo però non erano così superlativi."
"E la
compagnia?"
Sogghigno:
"Professore, lei non lo vuole realmente sapere."
"Ah,
già." Scrolla le spalle: "In effetti no."
"E
comunque anche in Grecia ora dovrebbe iniziare a far freschino."
aggiunge Clint porgendogli una valigetta di metallo in mano che Selvig indica come di vitale importanza. "Questa la
devo tenere sempre d'occhio."
Clint
sogghigna: "Mi permetta un deja-vu,
professore..." Selvig
borbotta un in effetti e decide che anche se verrà appoggiata su di una mensola,
la valigetta non correrà pericolo; poi domanda dove sia Jane.
"Lei
e Thor limonano duro nella Lounge." spiega
Clint. "Gli conceda un attimo."
Torno in
strada per sincerarmi che siano state compiute tutte le operazioni e trovo Nat che firma il tablet della
Hill per la ricezione del materiale appoggiata ad un Tumbler
nero opaco. "Embé,
ci hanno consegnato pure Batman?"
"Sì
ma l'ho respinto: Di miliardari teatrali e casinisti ne abbiamo già abbastanza
di uno."
Immagino
ci servirà per raggiungere il Quinjet a Battery Park, dato che a causa del forte vento non è
consigliabile lasciarlo parcheggiato sulla terrazza della Tower
legalmente omologata, come ci ha ricordato Pepper,
solo per Elicotteri ad uso civile, IronMan e Dei Norreni del Tuono.
"L'autorizzazione per l'atterraggio ed il decollo di un Quinjet è ancora sulla scrivania del Senatore Stern in
attesa di una sua firma." aveva spiegato mentre fissavamo i punti per
allestire la nostra base d'emergenza.
"Probabilmente
nel punto esatto in cui la sua stagista appoggia le chiappe quando..."
"TONY!"
Clint
aveva concluso con una perla: "Le stagiste stanno sotto le scrivanie, non
sopra."
La Hill
riceve istruzioni all'auricolare ed invita gli agenti a sbrigarsi. "Le
condizioni sull'Atlantico stanno peggiorando, nelle regioni artiche si sta
formando un vortice di aria gelida che assomiglia ad un urgano" spiega.
Ipotizzo che possa trattarsi dello Scrigno.: "Più che un uragano potrebbe
essere l'apertura di un portale."
Natasha annuisce ed indica con un cenno
della testa i piani alti della torre, riferendosi a Jane: "Abbiamo a
nostra disposizione personale qualificato riguardo ai portali."
"Se
solo Thor le si staccasse dalla faccia."
"Non
essere così acida, Hill: faresti di peggio al posto suo." Poi ci stringiamo
gli avambracci imbottiti dalle rispettive giacche a vento, prima che salga sul Defender a capo della spedizione. "Ci aggiorniamo più
tardi."
Il
convoglio sparisce dalla nostra vista in fretta, avvolto dalla foschia gelida
della nevicata. Natasha decide sia meglio
parcheggiare al coperto il Tumbler: "Vieni?"
"Lasci
guidare me?"
"Scherzi,
vero? Questo coso deve restare intero."
"Allora
resto qui a fumare."
"Permalosa.”
Mi tolgo
un guanto, prendo il pacchetto dalla tasca e mi accendo la sigaretta in mezzo
alla strada deserta e completamente bianca, lasciando che i fiocchi gelidi mi
inondino. Quando non avverto più il gelo sferzarmi le guance, espiro una
boccata di fumo e abbasso la sigaretta.
La foschia
è aumentata attorno a me, e nella luce opaca ha assunto una lieve sfumatura
color smeraldo. La sigaretta si spegne e cade dalle mie dita. Il cappuccio
della giacca a vento scivola dalla mia testa liberando i capelli in ciocche
disordinate che la brina accarezza.
Chiudo gli
occhi e sento la pressione sulle mie labbra, tenue e fremente insieme: il quel
bacio alla galaverna c’è Loki. Quando sfugge dalla
mia bocca e dal mio viso apro gli occhi, a ritrovarmi i bagliori nebbiosi di
due iridi verdi. "Resta" sussurro.
Ma la
nebbia si dirada, il riflesso ritorna ad essere lattiginoso e gli occhi verdi
si dissolvono.
"Che
hai fatto agli occhi?" chiede Nat al mio
rientro, seduta a gambe incrociate davanti al camino, a cuocersi Marshmallows allo spiedo insieme a Steve, Thor e Clint con Morrigan sulla spalla
"Ho
fumato una sigaretta fuori, con 'sto vento è già tanto se non mi è venuta una
congiuntivite."
"Povera!
Vieni qui vicino a me, ho marshmellows e vodka."
"E
che faccio, li uso come collirio?"
"Non
credo possano andar bene. Testiamo su Stark?"
propone allungando un Marshmallows a Morrigan che lo inghiotte in un boccone.
Steve si
offre per tenerlo fermo; dietro al suo bicchiere di Scotch, Tony alza
sopracciglio e dito medio contemporaneamente. "Vado in laboratorio ad
aiutare Banner con il localizzatore" annuncia distraendo Pepper al suo fianco con un bacio, per poi rubarle la
forchettata di torta che era in procinto di gustarsi.
"Meglio
se ci diamo da fare anche noi" Steve prende le redini della situazione in
mano, finendo il suo marshnmallow arrostito,
alzandosi a raggiungere il tavolo touch screen delle riunioni. Un ultimo sorso di vodka condiviso
da Nat e Clint, io che mi tolgo giacca e sciarpa
e....
SSSWWWWAAAAAMMMM!!!!
Fuoco Fatuo: Una fiammata che si propaga dal
pavimento incenerendo il tappeto e raggiunge il soffitto facendo partire
l'allarme incendio.
"Ma
che Diavolo?" esclama Steve rialzandosi da dietro al tavolo dove è caduto
dalla sorpresa, mentre Thor recupera il Mjolnir e
Clint si becca in pieno volto il getto dello sprinkler. Pepper
resta rintanata dietro al mobile bar, piatto della torta in mano, aria
terrorizzata e rimmel che cola sotto i rivoli d’acqua.
Eh, appunto, che Diavolo. Intravedo la sua forma tra il fumo
che si dirada. "Amon, ma che cazzo..."
tossisco, l'odore di zolfo che attacca in gola.
"Felice
Venticinque Dicembre, mortali e non!"
Saluta con il suo miglior sorriso strafottente, accogliendo una Morrigan gracchiante di gioia sul suo polso: "Natasha, splendore, posa le pistole, non ce ne è
bisogno."
"Mi
scusi, ma le sembra il modo di apparire?" protesta Pepper.
Alla vista del tappeto bruciacchiato storce la bocca e si lascia scappare un
gemito. "Lo sapevo che dovevo richiedere arredamento ignifugo..."
Amon fa spallucce gettandosi la punta del suo cappello da Babbo
Natale dietro ad una spalla. "Nel Limbo badiamo molto alla teatralità: Le
presentazioni sono essenziali, sono un biglietto da visita delle intenzioni e
del calibro della persona che si propone."
"Spero
non abbia fatto questo discorso a Tu-Sai-Chi."
mi sibila Natasha. Alzo un sopracciglio: "Mi hai
appena ricordato perché ho preferito tornare in questa dimensione."
Thor
abbassa il Mjolnir e piega appena la testa come
saluto: "Quindi voi sareste Re Amon, dal
Limbo."
"In
questo preciso istante, preferisco palesarmi come Santa Claus Satanico. Mia moglie lo trova adorabile come titolo, vi
consiglio di essere dello stesso avviso."
Attraverso
l'interfono Stark chiede delucidazioni
sull'accensione del sistema antincendio. "Non
starete ancora fumando marijuana in mia assenza, vero?"
Amon mi porge un cofanetto di legno intarsiato, lungo e piatto.
"Seguitando quel discorso che non avevo cominciato, sono qui per onorare la
mia adorata cugina con un presente."
"E noi no?" protesta Clint. Amon risponde che sono stati troppo buoni. "Sono certo
che apprezzerai, Adie."
Appoggio
il cofanetto al tavolo e lo apro piano.
All'interno,
adagiate su un cuscino di velluto nero, ci sono due piccole asce bilame d'argento. Resto a bocca aperta, prendendone una in
mano: È leggerissima.
"Stesso
peso, stesso materiale, stessa lunghezza e stessa impugnatura dei tuoi
precedenti lunghi pugnali." spiega "Lo stesso principio di utilizzo:
affilate su entrambi i lati e punta acuminata da cui indirizzare il Fuoco
Fatuo. Ci prenderai la mano molto facilmente, e non ricordandoti i pugnali non
avrai remore ad utilizzarle. Siamo stati bravi?"
"I
migliori!" asserisco commossa, gettandogli le braccia al collo e
stringendolo. "Non potevo chiedere di meglio, in questo momento. È il
miglior regalo di Natale che abbia mai ricevuto!"
"Diceva
così anche delle Jimmi Choo,
non le credere." borbotta Natasha, studiando le
mie nuove armi. Le soppesa e ne fa roteare una. "Sembrano davvero
maneggevoli. Vendete solo ai famigliari o anche ai privati? Perché in tal caso,
potrei chiederne un paio anche io. Su per giù quanto costerebbero?"
"Posso
farti un prezzo di favore. Ti lascio la tua anima, ma almeno settemila anni di
lavori forzati nel Limbo te li devo far fare."
Natasha mi restituisce le asce.
"Fondamentalmente le mie pistole sono ottime"
Clint
sostiene di essere a posto così con le frecce e Thor indica con gli occhi il Mjolnir e alza le spalle.
"Ragazzi!" Questa volta all'interfono c'è Banner. "Venite qui sotto, per favore... c'è
una traccia."
"Andremo
io e Thor, Morrigan ci teletrasporterà." Mi
allaccio la tuta isolante e Natasha mi aiuta ad
infilarmi nella giacca a vento. Scaldacollo, guanti
in mano e scarponi termici: Sono pronta, Thor raggiunte il mio fianco e Morrigan la mia spalla. "Ci sei già stato,
laggiù?"
Annuisce,
teso. "Preferirei non tornarci."
"Non
abbiamo molta alternativa, purtroppo. Devi mostrarmi la strada: Essendoci già
stato, hai memorizzato la localizzazione anche senza essertene reso conto.
Dovrai passarmi questa informazione."
"E
come?" Basterebbe una stretta di mano. Ma è Natale ed io non ho avuto
sufficienti regali, distrazioni e festeggiamenti. Sto per finire chissà dove a
prendermi una marea di freddo e sicuramente anche un paio di cazzotti. Così
sorrido, pigolo le mie scuse a Jane, afferro il
bavero
delle vesti di Thor e stampo le mie labbra sulle sue mentre Morrigan
mi becca il dorso della mano.
Nell’ultima
occhiata che rivolgo a Jane catturo il suo labiale inferocito: inizia con put.
Salve a tutti!
Questo capitolo è, fondamentalmente, pieno di Inside Jokes e citazioni nascoste.
Sono SETTE, in totale: 4 film, un telefilm, una citazione da
una canzone, e una di stampo scandalistico.
VI SFIDO A TROVARLE TUTTE! Vi avverto: due sono bastarde.
La prossima settimana, comunque vi darò la soluzione. Eh eh eh eh!
ATTENZIONE: Le citazioni ‘nascoste’, non comprendono quindi
film con personaggio principale citato apertamente o film marvel.
Per quanto riguarda Cnoc na Teamhrach, è il nome
celtico del questo posto: http://it.wikipedia.org/wiki/Collina_di_Tara. Nornheim è considerata comunque
una regione di Asgard, anche se indipendente.
Nell’universo Marvel, è appunto governata dalla Regina Karnilla.
(Pure questa cougar alleata sovente con Loki)
Ad ogni caso, come sempre, ringrazio chi ha commentato e
letto questa storia! Grazie ancora,
e per critiche o pareri, non esitate a contattarmi.
Anche per qualsiasi tipo di domanda, il mio ask è aperto: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos
Alla prossima!
EC
PS: Citazione iniziale (almeno quella ve la dico) tratta da
Miracolo nella 34esima Strada: classico filmone
natalizio incancellabile da qualsiasi palinsesto.
Titolo tratto dalla canzone natalizia ‘Carol of the Bells’, colonna sonora di
Mamma ho perso l’Aereo (quando si tratta di Natale, so essere estremamente
Vintage)