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Autore: Violet Tyrell    06/04/2013    2 recensioni
Ted scoccò un'occhiataccia al biondo Cynric, sperando che quegli assurdi capelli lunghi che aveva prendessero vita e lo strangolassero. "Sei troppo disfattista, Cyn. Non mi incoraggi mai, e ti chiami mio amico!" Il ragazzo allargò le braccia in modo teatrale e Cynric scoppiò a ridere così forte che parecchi studenti presenti nei corridoi si voltarono a guardarli. Diede una pacca sulla spalla di Ted. "Non oso immaginare cosa accadrebbe se ti incitassi a stare dietro ad Andromeda Black, probabilmente riusciresti a trovare un modo per infilarti a Serpeverde..." Il mago avrebbe voluto cucirsi le labbra con la bacchetta: una luce strana era apparsa negli occhi di Ted e si sentì allarmare.
Partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Nuovo personaggio, Ted Tonks, Un po' tutti | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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Angolo di benvenuto_
di nuovo salve a tutti^^ grazie a chi ha letto in silenzio e a chi ha recensito - ciao cara Enide u.u poi rispondo alla recensione xd orsa son di fretta - ed eccovi il secondo capitolo^^ in tutto saranno 4, manca solo appunto il 4 ^^

Questa storia partecipa al "Hufflepuffs in love" indetto da Chiarilu u.u e al The Canon Lovers di @rny




When Ice meets Fire






Capitolo 2


L'infermeria era silenziosa: Madama Chips, l'infermiera che già da alcuni anni si occupava degli incidenti scolastici di Hogwarts, non aveva permesso a nessuno studente di entrare. Il coprifuoco era scattato già da alcuni minuti, eppure di tanto in tanto qualche testa faceva capolino nel tentativo di entrare , ma l'implacabile strega non si lasciava intenerire da nessuno: tutti gli amici erano stati rispediti nelle rispettive Sale Comuni, solamente la professoressa Sprite e Albus Silente avevano avuto la possibilità di accertarsi delle condizioni del ragazzo.
La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco più di un'ora grazie al gruppetto di streghe di cui faceva parte Rita Skeeter; all'improvviso l'attenzione di tutte le ragazze curiose e pettegole si era destata
e a cena era stato l'argomento più discusso degli ultimi mesi. Non accadeva spesso che qualcuno si tuffasse tra gli abissi per salvare la propria amata - come avevano sghignazzato tutte le amiche di Andromeda, indicandola ogni volta che entrava in una stanza. Discutendo in ogni momento disponibile, rendevano praticamente impossibile alla ragazza rimanere nell'ombra. E lo fu ancora di più quando Ted uscì dall'infermeria: il ragazzo si accorse che gli altri spesso gli sorridevano e la cosa lo aveva allarmato molto, soprattutto nel rendersi conto che tra loro c'erano anche alcuni compagni. In un primo momento non si era accorto dell'ironia che trapelava dai loro sguardi,ma si era visto costretto a dare ragione a Cynric quando gli aveva fatto notare la cosa.
"Tonks!" Ted continuò a camminare nonostante l'urlo che aveva fatto tremare le statue; sapeva bene a chi apparteneva quella voce gutturale e non aveva alcun desiderio di fare conversazione con lui; Maximus Flitt era sicuramente il Serpeverde meno intelligente del loro anno ma era perfettamente in grado di essere sgradevole con chiunque. Di solito i suoi obiettivi preferiti erano i ragazzini dei primi anni, ma non mancavano esempi più eclatanti: per esempio era riuscito ad avere la meglio in una disputa con Ludo Bagman, anche se era opinione diffusa che il ragazzo non fosse poi molto furbo. Ted era rimasto sorpreso solo dal fatto che l'amico si fosse fatto picchiare con la propria mazza da Battitore.
Il ragazzo si bloccò quando si ritrovò la strada sbarrata proprio da quel colosso di Flitt; a volte Ted si era domandato in che modo potesse camminare normalmente e persino a persuadere la scopa ad alzarsi da terra visto che pesava quasi centocinquata chili, e considerò che visto da vicino faceva una certa impressione. Solo in quel momento si accorse che il ragazzo non era solo, girando la testa si ritrovò praticamente circondato: erano in tutto sette, tutti ragazzi e parte dei Serpeverde. "Dobbiamo fare due chiacchiere con te." La fastidiosa voce acuta di uno dei presenti aveva chiarito a Ted la ragione per cui si trovavano lì: doveva avere a che fare con il suo ultimo gesto nei confronti di Andromeda.
Da quel momento Ted non riuscì a ricordare nulla, tranne che era stato circondato solo da buio e incubi.



"Ted! Mi senti?! Rispondimi!"

Il suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Maximus Flitt e alcuni altri Serpeverde, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva ancora dei compiti da fare, Ted, e ormai si sentiva pronto a riprendere le lezioni.
E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento. Sentiva una voce che chiamava il suo nome ma non riusciva ad associarla a un nome, tutto era così confuso e strano da fargli dubitare persino di essere vivo. Aveva l'impressione di ascoltare in modo ovattato qualcosa, come se fosse un semplice spettatore, ma allo stesso tempo percepiva un dolore cocente, come se il suo corpo venisse sbattuto ripetutamente contro un muro. Percepiva delle voci ma non riusciva a identificarle: in ogni caso sembravano appartenere a persone che dovevano divertirsi un mondo.
"Un altro po', dai!" Solo in quell'istante il ragazzo comprese che qualcosa non andava perché vedeva il mondo in modo sfocato, e la testa gli doleva al punto da indurlo a
pensare che fosse sul punto di scoppiare. Gli occorsero alcuni minuti per rendersi conto che le voci erano meno ovattate e che lui si ritrovava disteso a terra; all'improvviso i sensi tornarono prepotentemente recettivi, facendolo gridare per il dolore straziante che provava e che aveva attraversato improvvisamente il corpo.
Erano demoni quelli che gli strappavano via la pelle e si accorse - quasi con stupore - di essere lui a gridare, spaventato. Fino a quel momento non ne era stato veramente consapevole. Ebbe un conato di vomito nel sentirsi sballottato nuovamente dall'altra parte del corridoio e solo quando toccò terra comprese che, quello che credeva solamente di guardare, era invece accaduto veramente. Qualcuno si stava divertendo - le risatine in sottofondo non mentivano- e lui sentiva le guance in fiamme. Il ragazzo alzò casualmente lo sguardo verso una finestra, il cielo chiaro denotava che era ancora giorno.
"Allora, ti diverti, sudicio Mudblood?" Uno scoppio di risa sempre più forte lo colpì come uno schiaffo e si sentì di nuovo strattonato da una forza invisibile; inoltre il corpo pareva dilaniato da mille coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lui per strappargli a morsi la pelle. Era grottesco e terribile, eppure non riusciva a reagire in alcun modo.
Erano in tre a colpirlo, mentre altri due si accontentavano di sbeffeggiarlo ogni volta che andava a sbattere contro una parete; Ted sentiva la testa sempre più pesante. Ridevano, e Ted riuscì a riconoscere - seppur a fatica - parte dei loro profili: erano sicuramente i ragazzi che lo avevano accerchiato nel corridoio, quasi tutti giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano divertirsi moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliato ma non riusciva a capire il motivo di quell'azione. Quando venne fatto nuovamente cadere a terra, poté sentire uno di loro che gli sputava addosso con disprezzo. "La prossima volta che ti verrà voglia di guardare una delle nostre donne, o di toccarla con le tue schifose mani da Babbano, giuro che te le taglio", ruggì uno di loro, che Ted riconobbe come Maximus Flitt, il Battitore della squadra.
Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: sicuramente tutto era collegato al gesto compiuto alcuni giorni prima, quello di buttarsi nel Lago Nero per aiutare Andromeda, ma non ne aveva approfittato neppure per un momento, al contrario, dato che entrambi erano stati tirati fuori dagli sforzi combinati di ben tre insegnanti. Lui si era più volte chiesto, dopo quel giorno, come avesse trovato il coraggio di sfidare i neri abissi lacustri solo per quello; la cosa che più di tutti lo infastidiva era che altri - soprattutto lei -potessero aver pensato all'ennesima esibizione, quando faticava persino a mantenersi a galla e si era fatto trascinare giù così in fretta da non avere neppure raggiunto la ragazza. Si sentiva ancora straziare il corpo, ma ormai sembrava diventato nuovamente tutto nero e non riuscì più a vedere nulla.
"Si sa chi sia stato?" Andromeda scrollò la testa e il suo sguardo non riusciva a staccarsi dal pavimento. Solo mezz'ora prima era statoricoperto da gocce di sangue ma Gazza era arrivato rapido quanto l'infermiera che lei aveva fatto chiamare. In un primo momento aveva creduto che si fosse trattato di uno dei soliti scherzi di Pix, ma a un secondo sguardo si era resa conto che la cosa che penzolava per i piedi attaccata alla volta era proprio uno studente; il suo strillo aveva attirato l'attenzione dei due Caposcuola - Cynric e Sybille Wells di Corvonero - che avevano preso in mano la situazione rapidamente e con molto più sangue freddo di quello che aveva avuto lei. Non le piaceva essersi messa a strillare come una ragazzina del primo anno ma non era riuscita a nascondere un moto di disgusto e terrore: non sapeva perché, ma aveva l'impressione che la firma invisibile portasse il nome di sua sorella Bellatrix, sempre pronta a scagliarsi contro chi non riteneva degno di esistere nel suo mondo.
Era anche fin troppo ovvio: dopo l'assurdo incidente del Lago, Andromeda l'aveva sentita fare progetti di vendetta su Ted... ed ecco che improvvisamente al ragazzo capitava qualcosa. Come stratega sua sorella non valeva nulla, tuttavia non vedeva prove concrete. Andromeda si riscosse, rendendosi conto che i due Capiscuola le davano le spalle, impegnati in un colloquio serio con la professoressa Sprite al di fuori dell'infermeria. Si sentiva strana e non riusciva a capirne la ragione, soprattutto perché il curioso malessere la affliggeva già da alcuni giorni. Tese le orecchie dopo aver captato parte del discorso di Cynric. "... era privo di conoscenza, ha solo detto qualcosa riguardo a dei Serpeverde e ha fatto il nome di Flitt, ma avrebbero potuto essere solo dei deliri..."
Ecco di chi si è servita. Flitt! Andromeda sentì una furia montarle in corpo e si trattenne dallo scagliare uno sgabello contro al muro; lo sapevano tutti - ma proprio tutti, persino gli insegnanti - che Maximus Flitt era l'animaletto domestico di Bellatrix: Andromeda ben conosceva l'ascendente che la sorella aveva sul colosso, il quale, nonostante le sue dimensioni, era semplicemente una marionetta. C'era chi sosteneva che il ragazzo ne fosse follemente innamorato e chi che fosse semplicemente voglioso di infilarsi nel suo letto nel dormitorio delle ragazze, tuttavia non c'era alcun dubbio che la strega non avrebbe mai concesso niente al suo segugio: Bellatrix era troppo furba e intelligente per accontentarsi di quel giovane, soprattutto quando aveva prede migliori, ma sapeva come rigirarselo. Flitt non avrebbe mai fatto il nome di sua sorella - Andromeda ne era certa -, neppure sotto tortura. A modo suo era fedele, ma a lei dava la nausea vedere in che modo quel ragazzo veniva trattato: in un paio di occasioni aveva anche cercato di aprirgli gli occhi dicendogli la verità, ma era stato come parlare a un muro. Il ragazzo aveva riso e le aveva dato un buffetto sulla testa, come se la compatisse, e poi era tornato a occuparsi di altre faccende. Andromeda aveva quindi rinunciato: di più non avrebbe potuto fare, non stava a lei salvare chi non voleva essere salvato.
Però quello era un fatto grave: anche se varie volte aveva ferito o terrorizzato altri studenti di sangue non magico, quello era invece un episodio estremamente grave. Senza il suo arrivo sarebbero potuto trascorrere ore intere, in quel caso Ted avrebbe potuto tranquillamente essere in fin di vita; alla ragazza venivano i brividi ogni volta che ripensava alla scena. Come poteva invece sua sorella essere tanto cinica? Come era possibile?
"Puoi andare nella tua Sala Comune se non hai nessuna ferita, ci penseranno gli insegnanti a far luce sulla storia." Andromeda sentì le parole di Cynric e capì che molto probabilmente ci sarebbe stata un'indagine interna tra i Serpeverde suoi compagni: stranamente la cosa le piaceva, sperava che venissero presi tutti i colpevoli e puniti severamente. E lei sarebbe rimasta a guardarli con le labbra piegate in un ampio sorriso. Alzò la testa sorprendendosi di quanto fosse alto il ragazzo, persino più di quello che ricordasse. "Mi fai sapere quando si riprende? Non l'ho ancora ringraziato per avermi aiutata quando... beh, hai capito, c'eri anche tu, mi hanno detto." Improvvisamente la ragazza sentì di avere le guance rosse come pomodori maturi e non riuscì a spiegarsi il sorrisino ironico appena accentuato del Grifondoro; sperò che non si fosse accorto che le gambe le erano improvvisamente tremate e si chiese se non fosse sul punto di rimbecillire. Fece per dire altro, ma l'arrivo di madama Chips attirò la sua attenzione, facendola rendere conto che se le porte dell'infermeria erano state aperte si poteva probabilmente entrare.
In effetti non aveva bisogno di entrarci, tuttavia avrebbe anche potuto approfittarne: era raro che non ci fosse nessuno della sua Casa a controllare che si comportasse nel modo più conveniente a una Black, ed era certa che nessuno dei due Caposcuola avrebbe sparso in giro la voce. Tuttavia era diventato impossibile anche solo muovere un passo, come se qualcosa la tenesse saldamente ancorata al pavimento. "Si entra uno alla volta!" La voce di madama Chips la raggiunse proprio quando, dopo aver seguito Cynric, aveva deciso di appiattirsi alla parete per non farsi notare; l'istinto di fermarsi e tornare indietro era impossibile da ignorare, ma all'improvviso si sentì letteralmente spingere dentro la stanza, la porta che si chiudeva alle sue spalle. Da fuori sentì la voce divertita del Grifondoro dire alla collega Caposcuola che avrebbe atteso la mattina seguente per una visita perchè non desiderava infrangere alcuna regola.


"Puoi prenderlo se ti piace, al momento non riesco neanche ad alzare un braccio." La ragazza sobbalzò nel rendersi conto che il magoera sveglio. Dopo aver mosso cautamente alcuni passi, si era accorta che era ancora addormentato, perciò si era limitata a osservarlo per alcuni minuti, per poi guardarsi attorno nel tentativo di togliersi dalla faccia l'espressione stupida di chi non sa perché sta facendo una cosa. Non le era mai piaciuto vedere degli ammalati, néa San Mungo e neppure a scuola, tuttavia aveva l'impressione di essere parzialmente colpevole della presenza di Ted in quel letto. Era sicura che la cosa la riguardasse in parte, anche se non aveva mai incoraggiato nessuno a comportarsi in quel modo anzi, lo disapprovava in pieno. Le sembrava strano osservarlo durante il sonno, sembrava tanto vulnerabile e per nulla fastidioso come al solito. Poi si sentì avvampare pensando che si sarebbe trovata in una situazione imbarazzante se lui si fosse improvvisamente destato o qualcuno avesse varcato la soglia dell'infermeria e l'avesse vista; il suo interesse era stato destato da un libro che spuntava in modo evidente da quella che doveva essere la borsa del ragazzo, così l'aveva raccolto e iniziato a sfogliare tanto per fare qualcosa.
Ted si era svegliato quasi di botto, senza riuscire a distinguere ciò che lo circondava per i primi minuti: vedeva tutto sfocato e sentiva un dolore attutito arrivare dal suo stesso corpo, ma nulla in confronto a ciò che era accaduto prima. Le ossa parevano frantumate in più punti, ma capì che in realtà si stavano mettendo a posto, il dolore era quello classico che si provava ogni volta che un osso veniva sistemato dalla magia. Poi aveva percepito in modo prepotente la presenza di qualcuno e aveva mosso la testa, riconoscendo la schiena della ragazza; Ted aveva sbattuto le palpebre un paio di volte per assicurarsi che la visione celestiale non fosse solamente un'illusione. Gli sembrava impossibile che proprio Andromeda potesse venire a fargli visita, eppure era proprio lì che gli dava le spalle, immersa probabilmente nella lettura di un libro di cui non riusciva a scorgere il titolo. Ma non gli importava, poteva tenerselo, qualunque testo avesse tra le mani; la vide girarsi bruscamente lasciando cadere il libro, e Ted riconobbe con sorpresa Dei ed eroi della mitologia greca: gliel'aveva mandato sua madre nell'ultimo pacco che gli aveva fatto avere, un regalo per il suo diciottesimo compleanno, e lui lo portava spesso con sé per leggerlo nel caso gli capitassero dei momenti morti - pura utopia, ma non poteva negare che, come gli altri studenti, sperava in qualche malattia che costringesse gli insegnanti ad annullare le lezioni - ma non avrebbe mai pensato che qualcuno oltre lui potesse leggerlo.
Solamente Cyn aveva manifestato un po' di interesse, ma lui era strano,pertanto non poteva utilizzare i suoi gusti per giudicare quelli degli altri maghi Purosangue , e di certo a Ted non sarebbe mai venuto in mente di proporre a una Black di prenderlo in mano. "No grazie, non capisco niente di quello che c'è scritto... credevo fosse un libro del settimo anno, così gli ho dato un'occhiata.
.. per vedere cosa mi aspetta..." Il ragazzo avrebbe voluto sorridere perché la ragazza inciampava nelle parole - proprio come faceva lui in sua presenza, anche se di solito riusciva a risolvere l'imbarazzo con qualche battuta stupida o facendole un innocente dispetto - e la cosa gli piaceva molto. Cercò di mettersi seduto ma fu costretto a desistere, il suo corpo protestava e non aveva nessuna intenzione di mettersi in cattiva luce di fronte ad Andromeda. Del resto lo aveva già fatto negli anni precedenti, non aveva nessun bisogno di allungare la lista di idiozie che era riuscito a fare.
"Non mi sorprende, quel libro è del mondo dei Babbani. Mia madre ha pensato che mi
sarebbe piacuto riceverlo per il mio compleanno, ed é stato così, però ancora non ha capito che a qualcuno potrebbe venire persino un infarto se si sapesse che a Hogwarts c'è un libro che non parla di magia!" Ted cercò di mostrarsi sicuro e disinvolto, ma gli veniva difficile perchè la vicinanza con la ragazza lo confondeva molto più del residuo di dolore che provava, tuttavia non voleva lasciarsi scappare quell'occasione tanto insperata. Era nella sua natura essere paziente, lo era sempre stato, e magari se per una volta non si fosse fatto prendere dall'agitazione avrebbe potuto ricavarne qualcosa... qualcosa di positivo, ovviamente. "Dai, se provi a leggerlo ti prometto che non farò più lo stupido - insomma, ci posso provare, non assicuro nessun risultato - e poi se proprio non ti piace, puoi tornare qui e picchiarmelo in testa. O me lo tiri addosso: sei brava in questo, ma è meglio che tu ti tenga in allenamento, non credi? E poi c'è anche una leggenda con il tuo nome, non sei curiosa?"
Ted avrebbe voluto picchiarsi da solo: tra le tante cose che poteva dire, proprio il suo lato stupido doveva trionfare? Tuttavia sentirla ridere - di una risata spontanea e vera - gli faceva più effetto di qualunque pozione gli avessero fatto prendere per alleviare le sofferenze che non erano del tutto sparite. "Con il mio nome? Tra le tante cose che potevi inventarti, questa è sicuramente una delle più assurde! Lo dici a tutte?" La ragazza sembrava incapace di smettere di ridere, soprattutto nel tentativo di mascherare l'ansia che l'avvolgeva
; non riusciva proprio a spiegarselo, soprattutto non capiva perché mai dovesse leggere quel libro. Non c'erano ragioni per farlo, e forse era proprio per quello che l'avrebbe letto! O se non altro lo avrebbe sfogliato, dubitava che fosse veramente interessante ma non aveva mai aperto un libro babbano ed era curiosa di vederlo.
Il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, tuttavia gli sembrava che le parole si fossero incastrate in gola e ne uscì solo una leggera tosse che attirò l'attenzione di madama Chips
. L'infermiera era rientrata già da alcuni minuti, tuttavia nessuno dei due ragazzi l'aveva notata visto che non aveva detto una sola parola. "Basta visite, questo ragazzino deve riposare! Sciò! Torna nella tua Sala Comune, potrai tornare domani se proprio ci tieni."
Ted guardò male l'infermiera: non gli piaceva affatto essere chiamato ragazzino, non di fronte a una ragazza, ma non era possibile rimediare dal momento che ormai se ne era andata. Appoggiò di nuovo la testa sul cuscino, esasperato, e lasciò che giungesse il sonno.


Note:

ed eccoci qui con il secondo^^ ho creato un Flitt senior perchè mi serviva ahimè un Serpeverde, ma dato che io adoro Marcus suo padre è una cacca xd bella grande direte voi visto il peso, e avete ragione XDDDDD spero che il siparietto in infermeria vi piaccia u.u è ora di iniziare ad avvicinarsi <3
ah il libro esiste davvero u.u è uno dei miei preferiti XDDD
   
 
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