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Autore: eian    06/04/2013    3 recensioni
Un virus che colpisce i telepati, mortale per i vulcaniani, si sta diffondendo sul pianeta Cetacea e rischia di propagarsi per l'intero quadrante, con effetti devastanti. L'Enterprise del capitano Kirk deve indagare sulla possibile origine sintetica del virus e il suo legame con una sperduta località su Vulcano.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Nuovo Personaggio, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Avviso: è coplicato tenere le fila di una storia del genere senza averla scritta per intero e potendo così modificare man mano quello che serve, per cui abbiate clemenza per qualche incongruenza. E fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!

"La sua coscienza si disperse come pulviscolo stellare"

 

15.  Pezzi del puzzle

- Tenente, il capitano ha chiamato? - chiese Spock appena uscito dal turboelevatore, ancor prima di essere arrivato alla poltroncina di comando.
- Sì comandante - rispose Uhura - ha fatto rapporto mentre lei era in infermeria. Non ha insistito per parlare con lei, per cui non l'ho disturbata -
Se fosse stato umano probabilmente Spock si sarebbe lasciato andare ad una imprecazione, ma il primo ufficiale dell'Enterprise era vulcaniano, in parte per nascita ma soprattutto per scelta, e non fece commenti.
- Lo contatti, per cortesia -
- Sì signore - la donna si volse verso la sua postazione con l'eterno auricolare inserito e fece alcuni tentativi.
- Signore, non risponde. Da quello che ha detto sembrava che non volesse essere contattato, ma che avrebbe richiamato lui -
- Va bene - si prese un istante per riflettere – Si può dedurre che il capitano è sulle tracce di qualche importante informazione. Aspetteremo un'ora, se non avrà dato sue notizie lo cercheremo con mezzi più incisivi -
Detto da un altro sarebbe sembrata una minaccia, e forse lo era.
Comunque iniziò la parte peggiore delle missioni, l'incubo di ogni capitano: l'attesa.

Kirk stava nuotando negli abissi marini di Cetacea, diretto verso uno degli ingressi che aveva visto usare dagli operai.
Fortunatamente c'era ancora luce, anche se la lunga giornata cetaciana volgeva ormai al termine.
La piantagione era deserta e le lunghe alghe nere ondeggiavano lentamente alla corrente; una miriade di pesciolini fluorescenti si aggiravano finalmente indisturbati tra i filamenti simili a plastica lucida.
Kirk evitò abilmente le poche telecamere che controllavano l'area e si diresse verso l'ingresso.
Con una scarica elettrica indotta costrinse la serratura elettronica ad aprirsi ed entrò nella stanza, richiudendo la porta dietro di sé.
Pinneggiando lentamente cercò il comando dell'impianto idraulico, una grossa leva rossa che abbassò.
Subito potenti pompe si azionarono e l'acqua venne spinta velocemente fuori,  sostituita da aria respirabile e pressurizzata.
Dopo pochi minuti poté togliersi l'attrezzatura da immersione, ripiegandola nello zaino mentre l'acqua finiva di defluire dalle griglie sul pavimento.
Rimasto in tuta mimetica azzurra si diresse verso il pannello di accesso e in pochi istanti lo scassinò.
"Cosa farei senza Spock e le sue capacità" pensò, abbassando il tricorder programmato dal primo ufficiale.
Entrò nella vasta area delle vasche di vivaio, mentre il tricorder emetteva un segnale elettromagnetico che disturbava le telecamere e sostituiva per brevi istanti immagini statiche della stanza inquadrata mentre lui ci passava davanti.
Si diresse verso i laboratori.
La stanza era soffusa di un chiarore verdazzurro che filtrava dalle vetrate   sommerse, sufficiente per muoversi agevolmente.
Superò i codici di accesso simulando una carta magnetica virtuale (questo trucchetto era suo, fin dai tempi dell'Accademia) e andrò dritto al laboratorio da dove era uscito Celia poche ore prima.
Il segnale di sperimentazione in corso campeggiava ancora sul monitor, ma Kirk entrò senza degnarlo di un'occhiata.
Il laboratorio era piuttosto esteso e pieno di macchinari; il capitano fece una breve esplorazione, poi si diresse presso una postazione che sembrava più usata delle altre.
Sul ripiano vi era una cornice digitale dove scorrevano in sequenza alcune fotografie di Celia e la sua famiglia, evidentemente in vacanza su qualche pianeta alieno.
Accese il terminale, agganciò il tricorder e violò i codici di sicurezza, decriptando i contenuti.
Finalmente trovò una specie di diario di lavoro di Celia.

Il dottor Leonard McCoy si dibatteva nel suo incubo personale.
La sua consapevolezza del mondo reale era andata affievolendosi, lasciandolo  in una realtà alternativa e dolorosa.
Era incredibilmente solo, come non si sentiva più da anni. Solo e vuoto, in maniera assoluta, come lo spazio profondo.
Gridò: l'uomo non è fatto per il vuoto cosmico, ma per stare con i suoi simili.
Jim...”
Non sapeva perchè, ma sapeva che il suo amico era morto.
Non è vero!” Si ribellò una parte di lui “sono solo allucinazioni”.
"È morto" ripetè quella specie di demone che si era sostituito alla sua coscienza. "E il tuo vulcaniano è tornato sul suo pianeta, ha abbracciato il Kolinhar, ti ha rimosso dalla sua mente come uno straccio vecchio! Eri solo un problema per la sua preziosa, pura anima logica."
No, no! Loro non mi lascerebbero mai solo!”
Strinse le ginocchia al petto e pianse, ma nulla poteva portare sollievo a quel vuoto immenso, non si può riempire il vuoto cosmico nemmeno con un milione di galassie, o di lacrime.
La sua coscienza si disperse come pulviscolo stellare.

Sul pianeta Kirk leggeva alla massima velocità gli appunti di Celia, copiandoli contemporaneamente sul suo tricorder.
Stralci di frasi in mezzo ad appunti tecnici e diagrammi gli diedero un'idea piuttosto chiara dell'accaduto nei mesi precedenti.
"... Non hanno capito, nessuno capisce l'importanza della mia battaglia! Mio fratello è l'esempio di come i soldi, il potere rendano sordi all'urlo della Natura disfatta. Come possiamo sopravvivere se avveleniamo tutto quello che tocchiamo, se distruggiamo il dono inestimabile che ci ha dato la vita? Almeno i miei compagni del Movimento sono d’accordo con me, loro hanno occhi per vedere...
... Ci vorrebbe una dimostrazione, molti compagni sarebbero d’accordo, ma non quel vulcaniano che ci segue, lui non deve sapere nulla...
...se la natura si ribellasse...
...la manipolazione genetica...
... Quello che è capitato lo dimostra: l'incrocio che abbiamo creato per aumentare le difese immunitarie dell'alga si è rivelato in grado di rilasciare prioni vitali nell'atmosfera, la natura si ribella. Forse dovremmo aiutarla, aiutare i ciechi a vedere...
...ho detto a Delia di aver distrutto il campione, ma non è vero. Voglio studiare come si evolve, lo terrò ben isolato... il tasso di riproduzione è altissimo...
...oggi il prione ha infettato una piccolo cetaceo, non doveva essere possibile ma è successo. Ho scoperto che l'ultima replica è mutata, forse ha interagito con qualche fattore esterno oppure un semplice errore di replica, a questa velocità di replicazione il tasso di modifica è elevato…"

Seguiva un modello del nuovo prione, la sequenza della breve tratto di RNA era colorata nel punto dove una catena di amminoacidi era mutata rispetto al modello precedente.
"...Non riesco tuttavia a capire come sia avvenuto il contagio, dato che il cetaceo si trova in una vasca nel laboratorio accanto, completamente isolato, come test di non-gradimento del sapore dell'alga. Escludo un trasferimento da contatto o attraverso l'aria, ma allora come diavolo ha fatto a trasferirsi così in fretta dal genoma vegetale a quello animale? È quasi impossibile...
...Il comportamento del cetaceo infettato è molto strano, passa da momenti di iperattività a momenti di catatonia. Il mio collega biologo Illis dice di non aver mai visto niente di simile, ma è certo che sia coinvolto il sistema neurale...
...Illis mi scongiura di distruggere il campione, ma vorrei aspettare e studiarlo ancora un po'...
... Il cetaceo è morto dopo atroci convulsioni... ho eliminato il campione, l'ho portato al centro di smaltimento rifiuti tossici vicino all'università...
...Illis mi ha parlato di una strana epidemia dei cetacei come la nostra cavia nella zona del Centro di Ricerca, ho paura che il prione sia sfuggito alla distruzione...
... Ho visto i filmati dei cetacei ammalati, povere bestie, mi sento talmente in colpa...
...il notiziario segnala alcuni casi anomali di neuropatie in città, dai sintomi simili: stato confusionale, sbalzi umorali... Non sembra grave ma i medici non sanno spiegarselo...
...oggi un bambino e sua madre sono entrati in coma a causa di quella che sembra una mutazione del prione... Nostra Signora del Mare, cosa abbiamo scatenato?...
…quel dannato Tepam continua a far domande, come ha fatto a risalire fino a noi? Qualcuno del Movimento deve aver spifferato...
…Tepam è stato contagiato ed è morto in pochissimo tempo! A quanto pare il virus è letale per i vulcaniani… che la Dea e il Consorte abbiano pietà di noi…
… La Flotta Stellare sta indagando su Tepam, alcuni di noi del Movimento hanno avuto uno scontro con dei membri della Flotta che stavano cercando di accedere al computer di Tepam. Purtroppo credo che siano riusciti nell’intento. Nel caso è solo questione di tempo prima che arrivino a noi…

Kirk finì di copiare tutto, accorgendosi di essere stato al monitor per quasi due ore. Era tardi, sulla sua astronave sarebbero stati di sicuro in pensiero e da là dentro non poteva comunicare, gli schermi biologici interferivano con le comunicazioni.
Poteva quasi vedere Spock in plancia, impossibile da smuovere, che dietro la sua solita maschera inespressiva si chiedeva dove diavolo fosse finito il suo capitano questa volta.
Si affrettò a recuperare l’attrezzatura, ma prima di riuscire ad infilarsi lo zaino sulle spalle un formicolio familiare lo avvolse.
"Phaser su stordimento" riconobbe per esperienza prima di crollare a terra privo di sensi.

Spock, in piedi davanti allo schermo principale della plancia, stava finendo di spiegare ad un infuriato Prefetto perché avessero a bordo un malato umano sfuggito alla quarantena.
- Mi spiace, Prefetto, abbiamo constatato l'infezione del dottor McCoy solo dopo averlo riportato a bordo - il che era tecnicamente vero - pensavamo ad un leggero esaurimento causato dal troppo lavoro -
Era una leggenda che i Vulcaniani non sapessero mentire, così come non provassero emozioni; la verità era che sceglievano di non farlo, per lo stress emotivo che comportava gestire una menzogna, ma un ufficiale anziano su una nave come l'Enterprise doveva per forza adottare alcuni... trucchi, come li avrebbe chiamati il capitano, anche se Spock non amava il termine.
Alternative, preferiva considerarle.
- Il malato dovrebbe rimanere sul pianeta, nel Centro di Cura - insistette  Windal dallo schermo.
- Prefetto, le assicuro che il sistema di isolamento della quarantena dell'Enterprise è efficace quanto e forse più di quello del pianeta. Il dottor McCoy è stato circondato da un campo di energia di livello tre -
La donna aggrottò la fronte.
- Livello tre? Per quale motivo? -
- Abbiamo il sospetto che il prione possa essere trasportato dalle onde energetiche Theta a bassa potenza -
Le sopracciglia della donna sparirono tra i capelli spumosi.
- Non sono un'esperta ma ho studiato tutto quanto possibile per questa emergenza e non sapevo che un prione potesse viaggiare come energia -
- Normalmente no, infatti, ma questo ha un comportamento ambiguo tra materia ed energia e non lo escludiamo, stiamo studiando l'ipotesi -
La donna rimase in silenzio per qualche istante, poi armeggiò con alcuni comandi sotto di lei; l'immagine divenne sfocata per qualche istante, poi tornò stabile.
- Signore - chiamò Uhura dalla sua postazione - il Prefetto è passato su un canale criptato di sicurezza della Federazione -
Spock inarcò un sopracciglio.
- Comandante - disse la donna sullo schermo, uno sguardo duro sul volto - voglio la verità: quante probabilità vi sono che questo prione così anomalo sia di origine naturale?-
Il vulcaniano rifletté per zero-punto-otto secondi sulla risposta da dare - meno dello zero punto due per cento - rispose poi, onestamente.
La donna esalò un lieve sospiro.
- Come sospettavo. Voi lo sapevate, vero? -
Spock non rispose.
- E’ per questo che avete distrutto il laboratorio di Tepam? Cercavate indizi? Qualcuno sta nascondendo le cose...- dedusse.
- Prefetto, le assicuro che stiamo indagando a fondo -
- Non crede che avrei dovuto essere avvisata? E’ la mia gente! - chiese, in tono sferzante in cui si percepiva chiaramente l'ira repressa, gli occhi saturi di elettricità.
- Stiamo conducendo un'indagine estremamente delicata secondo le indicazioni della Flotta, le informazioni sono ancora classificate al massimo livello. La prego di fidarsi, stiamo facendo il nostro lavoro. Mi spiace - aggiunse dopo un attimo di riflessione.
La donna parve stupita da quell'affermazione fatta da un vulcaniano, poi prese un profondo respiro e lo esalò lentamente, ammorbidita.
- Va bene. Mi fido. Però cercate di non coinvolgere la popolazione civile e forniteci ogni informazione possibile sul prione che possa aiutarci nella ricerca -
- Certo Prefetto, questo credo di poterglielo promettere - rispose il vulcaniano.
- E... Signor Spock, la prego di contattarmi personalmente se dovesse avere bisogno di qualcosa, qualunque cosa. Usi questo canale. La aiuterò per quanto mi è possibile -
Spock annuì con un breve cenno del capo e chiuse la comunicazione, poi si voltò verso la postazione delle comunicazioni.
- Tenente Uhura, rintracci il capitano. Con ogni mezzo -
Forse soltanto il dottor McCoy e il capitano stesso avrebbero potuto cogliere la traccia di durezza nella voce altrimenti inespressiva del vulcaniano.
- Sì signore - rispose Uhura, mettendosi immediatamente al lavoro.

  
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