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Autore: SanjiReachan    10/04/2013    6 recensioni
La mia storia si svolge in una città del Mare Orientale, quando l'era della pirateria è appena iniziata.
Più precisamente in un asilo.
Avete capito bene, la vicenda che ha per protagonisti Zoro e Sanji (insieme al resto dei Mugiwara) sarà un pò diveversa dal solito.
Quali aspetti cambiano dai 19 agli 8 anni??
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13: La battagli ha inizio!


-Quando uscirai finalmente allo scoperto? RORONOA ZORO!-
Nell’aria aleggiava un’atmosfera completamente ferma, immobile.
Tutti si guardavano tra di loro, come se da un momento all’altro uscisse un Marimo dal nulla, facendo un’entrata in scena degna di un eroe.
Ma così non fu. Per interi minuti non si sentì niente.
Sanji abbassò gli occhi a terra, deluso, i due pirati ancora dietro di lui con i fucili puntati.
Sebbene la sua voglia di vederlo fosse incontenibile, in cuor suo sperava che non venisse.
Sperava che non mettesse piede in quella piazza, che si fosse messo in salvo, almeno lui. Il cuore palpitava forte, riusciva quasi a sentire ogni battito, come se gli fosse scivolato giù lungo lo stomaco, fin dentro le viscere. Cos’era quella? Paura? Forse, aveva due fucili puntati contro la schiena, tutti gli abitanti erano accerchiati e tenuti sotto tiro da altre armi.
Sicuramente quella non era una situazione da prendere tanto alla leggera. Eppure, era certo di non provare neanche un minimo di paura. Non aveva mai dubitato di Zoro e non l’avrebbe fatto di certo ora.
Sanji sorrise impercettibilmente a quel pensiero, e si diede mentalmente dello scemo.
Tutt’ad un tratto, le armi di dei filibustieri iniziarono ad alzarsi in aria, come se una strana forza di gravità li stesse attirando verso i cielo. Alcuni guardavano stupiti la propria arma salire sempre più in alto, altri cercavano di afferrarla, ma avrebbero finito per alzarsi in volo anche loro, e così  le avevano lasciate andare, ricadendo pesantemente al suolo.
Lo spettacolo durò un paio di minuti, causando uno stupore nella folla che guardava stupefatta, ma dentro di loro tutti sapevano che quello era il segnale per iniziare finalmente una rivolta
Tutte le armi, dalle pistole ai fucili, ma anche spade coltelli e pugnali si libravano planando fino alla cima più alta degli edifici che costeggiavano la piazza.
Fu proprio raggiunto uno di questi che gli oggetti smisero di volteggiare e iniziarono a unirsi uno con l’altro, formando una specie di ponte sospeso lungo tutto il diametro della piazza.
Jerez aveva guardato tutta la scena con le sopracciglia aggrottate, lo sguardo che vagava dai suoi subordinati con aria di severo rimprovero a quello che ormai era in definitiva un ponte sospeso.
Per quanto riguarda i pirati, bè… si vedeva che stavano andando in panico. Non potendo minacciare i cittadini con i loro grossi fucili, non incutevano più così tanta soggezione, e le persone  stavano iniziando a scambiarsi sguardi d’intesa e sorridevano minacciose in direzione degli assalitori.
-Allora? Si può sapere cosa diavolo state combinando?!- strepitò il capitano resosi conto che la situazione non era più sotto il suo controllo.
-Ehi Jerez! Lo sai che i tuoi soldatini non sembrano altro che marionette senza le loro armi?-
Gli occhi di Sanji si illuminarono all’improvviso. Scattò all’insù con la testa, guardando ammirato la figura imponente di Lara torreggiare all’inizio di quel ponte di metallo.
La ragazza non indossava più il camice, adesso portava un paio di pantaloncini verde scuro e una maglietta nera attillata (che, a detta del ragazzo, caspita e se gli stava bene!).
Quegli occhiali che gli davano un’aria da intellettuale erano scomparsi, lasciando i suoi bei occhi celesti liberi, e i capelli castani raccolti in una coda alta dietro la testa. Sanji notò che aveva anche un enorme cannone dietro alla schiena.
Lara alzò la mano avvolta in un guanto nero di pelle in segno di saluto verso il piccolo, strizzandogli l’occhio.
Sanji ricambiò con un piccolo inchino, prima di alzare il capo e rivolgerle un sorriso radioso.
Sorriso che divenne ancor più solare quando vide la sagoma di Zoro sbucare al seguito della ricercatrice.
Rimase a fissarlo meravigliato, e lui gli rivolse un sorriso a mezza bocca, con un’espressione che sembrava voler dire: “Pensavi ti lasciassi andare così, imbranato di un cuoco??”
Il piccolo (probabilmente essendosi accorto di avere un espressione decisamente da ebete stampata in volto) si ridestò dai suoi pensieri giusto in tempo per vedere i due pirati dietro di lui avvicinarsi guardandolo in malo modo.
-E così, caro Roronoa… pensavi di prenderci in giro eh?- disse uno prendendolo per il colletto della camicia bianca e tirandolo su di peso.
-Oi!! Lasciatemi andare subito!!-
-Ma certo principino, aspetta solo che sistemiamo un paio di cose…-
Il cuore aveva iniziato a tamburellare forte per la paura. Sgranò gli occhi sentendo un urlo che lo chiamava.
-Sanji!-
Le ultime sillabe sparirono piano nel vento, mentre Zoro si aggrappava a una delle tante scie fatta di armi varie componenti del ponte provvisorio che li stava sorreggendo.
L’enorme fune ferrosa si staccò prontamente con un rumore metallico, lasciando gli altri binari di fucili e pistole.
Lo spadaccino chiuse saldamente le mani intorno al manico di fucile che rappresentava l’inizio di quella fune e prese un sospiro profondo prima di calarsi giù con un balzo agile.
-AAAAaaaaaaaa!-
-Che cavolo fai?!- urlò il piccolo cuoco vedendo il compagno improvvisare un tuffo alla Tarzan.
Quest’ultimo continuò ad urlare fin quando l’oscillazione della sua “liana” non finì e lui si staccò precipitando inevitabilmente verso il suolo.
I due pirati lasciarono la presa sulla camicia di Sanji e scapparono via impacciati mentre il bambino biondo veniva letteralmente assalito da un marimo volante.
Zoro sentì di essere atterrato su qualcosa di morbido, ma continuava a rotolare sul suolo duro e inospitale della piazza, ruzzolando in avanti mosso ancora dalla spinta che quel volo gli aveva dato.
Il suo moto si arrestò dopo qualche metro, e vide che effettivamente era atterrato sul suo amico biondo che ora si stava lamentando contrariato.
Fortunatamente aveva avuto la prontezza di mettergli una mano dietro alla testa, in modo da attutire i ripetuti scontri con il suolo e non fare in modo che si ferisse il capo.
-Ma si può sapere che cavolo pensavi di fare?!-
-Ti stavo salvando, ingrato. Potresti almeno essere un po’ più gentile!-
-Ma se ti sei praticamente buttato dal cielo e mi hai scaraventato a terra! Almeno togliti di dosso, salame!-
In effetti Zoro notò che era seduto a cavalcioni sul corpo dell’amico, ma sentiva ancora i muscoli doloranti per lo sforzo, e non riusciva a muoversi.
-Come scusa? Di chi è stata la brillante idea di spacciarsi per me? Sacco di patate.-
Sanji si alzò sui gomiti e lui ne approfittò per vedere lo stato della sua mano. Era graffiata sanguinava, ma almeno quello stupido ricciolo non si era ferito.
-E solo colpa tua se ci siamo cacciati in questo guaio! Razza di salame.-
-Ragazzi! Ragazzi, vi prego. Sto morendo di fame, smettetela di parlare di salami.-
All’unisono voltarono le teste e videro il gruppo di ragazzi che li guardava preoccupati capeggiato dal piccolo Rufy che si teneva lo stomaco, quasi come se stesse cercando di calmare la belva affamata che c’era dentro.
-Rufy!- gridarono felici.
Sanji spinse di lato il marimo che non si decideva proprio a togliersi di dosso (era pensante, insomma!) guadagnandosi un’occhiataccia da parte sua.
-Se voi due piccioncini avete finito, dovreste spiegarci un po’ che sta succedendo qui.-
Disse Nami facendosi avanti e spolverandosi con nervosismo il vestito che portava.
A quel sentire Sanji scattò in piedi e le corse incontro.
-Sono così felice che stai ben…-
BAM. Ed ecco che l’ennesimo bernoccolo prendeva posto sulla sua testa bionda.
-Ahi! E questo per cos’è?-
Nami fremette dal nervosismo, il pugno ancora stretto e pericolosamente alzato a mezz’aria.
-Quante volte ve lo devo dire… Dovete smetterla di farmi preoccupare così!! Vi rendete conto dello stress che subisce il mio povero cuoricino ogni volta che vi mettete nei guai? Basta, ho deciso.-
Tutti i bambini presenti si erano addolciti per la reazione di della ragazza dal pel di carota.
-Vi faccio causa. Così dovrete risarcirmi i danni morali!- continuò con uno spietato sorriso agguerrito.
-E ti pareva…-
-Nami, ma pensi solo ai soldi?-
Bibi e Robin erano rimaste al fianco dell’amica ridacchiando divertite.
-Scherzi a parte…- disse Usopp tornato serio.
Franky andò da Zoro e lo aiutò ad alzarsi in piedi, ancora troppo dolorante per riuscirci da solo.
-Dobbiamo andarcene da qui.-
-Andarcene? E perché?! Ci stiamo divertendo così tanto!- rispose Rufy con un sorriso a trentadue denti.
-Ma non vedi cosa sta succedendo?-
Sanji si guardò intorno.
In effetti regnava proprio il caos. Gli abitanti, resi liberi dall’improvvisa apparizione in piazza, rincorrevano i pirati ormai senz’armi, impugnando forconi e bastoni di legno.
I maestri avevano portato tutti i bambini le donne e gli anziani che non potevano combattere al sicuro a scuola. Cioè, tutti tranne il gruppetto di Rufy, che a quanto pare era sgattaiolato via senza farsi notare.
Insomma la situazione si era ribaltata, e i nemici se la stavano dando a gambe.
Il cuoco si grattò con confusione la testolina bionda.
-Sbaglio o stiamo vincendo?- disse il marimo togliendogli le parole di bocca.
-Così Usopp può finalmente smetterla di tremare.-
-N-Non s-t-to t-tremando!! E’ il f-freddo!- disse il ragazzino nascosto dietro la schiena di Franky (che era il più alto tra loro).
-Bè, ma se qui non c’è bisogno di noi possiamo anche andarcene, o daremo solo fastidio a chi sta combattendo. Non trovate?- domandò Bibi educatamente, con il suo solito altruismo.
-Andarcene? Voi potete farlo se volete.- disse improvvisamente Zoro.

(http://www.youtube.com/watch?v=huSqq-akvOI Ascoltare qui per rendere meglio l'atmosfera by Rea-chan)

Tutti si girarono a guardarlo.
Sfoderò la spada che aveva dietro la schiena con fierezza (e chi l’aveva vista!) mettendola tra i denti, e fece qualche passo in avanti per raccoglierne altre due, che in tutto facevano…
-Tre spade?- esclamò Robin a bassa voce con lo sguardo vispo e curioso.
-Ma io non abbandono così il campo di battaglia! Soprattutto se Lara e gli altri sono venuti fin qui solo per salvarci. Ho ragione Sanji?-
I ragazzini lo stavano guardando con una sorta di ammirazione, e tutt’intorno si era creata un aria di trepidazione ed eccitazione che infondeva coraggio a tutti. Si vedeva che quel ragazzino amava combattere con le spade.
Sanji lo guardò e sorrise tra sé e sé. Quello era il suo marimo.
-Hai decisamente ragione.- disse nascondendo a forza la voglia che aveva di gridargli quanto era affascinante in quel momento.
Semplicemente si mise le mani in tasca e si posizionò al suo fianco in posizione di attacco.
-Non lascio una donna in difficoltà.- disse con lo sguardo che vagava in cerca di Lara.
-Ci sarà da divertirsi!- esclamò Rufy facendosi avanti a capeggiarli.
Anche tutti gli altri decisero di non abbandonarli, preparandosi al combattimento.
Nami sorrise.
-Sono proprio incorreggibili.- disse prendendo per mano Bibi.
-Perché no? Potrebbe rivelarsi un’esperienza interessante.- disse Robin con aria enigmatica.
-Se avete bisogno di un SUPER aiuto non vi deluderò!-
-Sembra proprio che io non abbia scelta vero? Uff!- Usopp fu l’ultimo ad unirsi al gruppo.
Insieme erano pronti a difendere il loro villaggio natale.
 
*** ***
-Lara. E’ da un po’ che non ci si vede.-
-Da otto lunghissimi anni.-
-Cara ragazza. Ma cosa pensi di fare? Credi davvero di riuscire a fermarmi?-
-Non mi fermerò finchè non sarai morto! O morirò io provandoci.-
Jerez e Lara stavano discutendo da lontano. Si fissavano, con intenso odio.
La donna ne approfittò per squadrare il suo avversario.
Era più alto e robusto di quello che si ricordava, il muscoli resi più forti e grossi dagli steroidi della sostanza verde. Quindi significava che anche le sue conoscenze di combattimento e strategie erano state ampliate. O meglio, rubate.
Gli occhi rossi, color sangue, la squadravano quasi con famelica rabbia, e metà del suo viso era ricoperto da una maschera di ferro che partiva dalla mandibola e ricopriva tutto il collo.
Il busto imponente era fasciato con un tessuto pensante color nero, e la mano destra era anch’essa circondata da un tirapugni di ferro, che aveva l’aria di dover fare molto male.
 
Anche se il pirata sembrava essere in svantaggio, continuava a credere di poter vincere.
-I miei assi nella manica non sono finiti! Altri 300 guerrieri che si stanno recando qui in questo momento! E non faranno prigionieri,  te l’assicuro.- disse il pirata mostrando un sorriso malefico.
Lara sbarrò gli occhi. Non ci credeva. Altri 300 pirati si stavano dirigendo lì?!
-Anche io non sono impreparata. Anche  io ho un asso nella manica.-
-Ma di cosa stai parlando Lara? Gli abitanti del villaggio non saranno tanto forti da resistere anche a quest’ultimo attaco. Guardali! Sono già all’estremo delle forze!-
Lara si guardò in giro. In effetti, tutte le persone si erano stancate di combattere. Non potevano sostenere un altro attacco.
-Avrò l’antidoto. Avrò Roronoa e quando me ne sarò andato da qui, di questo posto non rimarrà altro che cenere. Non puoi farci niente.-
-Invece di prendertela con un bambino, perché non combatti con qualcuno che riesce a tenerti testa?-
-E quella persona saresti tu?-
La bella pirata fece un movimento della mano, e un pezzo del ponte si staccò a quel richiamo.
Fu come se un tappeto volante fatto di armi si fosse formato davanti a lei.
Ci saltò sopra aggraziatamente, e a un movimento del capo, quello la portò a terra.
Scese da il suo tappeto magico e iniziò a smontarlo. Faceva roteare le mani, mimava strane forme e piegava le dita a seconda della posizione in cui voleva che i pezzi di ferro andassero.
Ecco che un enorme spada acuminata e piena si scaglie affilate si era formata in brevissimo tempo.
Lara la impugnò risoluta (quell’arma era perfino più alta di lei) e la puntò contro il suo avversario.
-Da qui non te ne andrai vivo, pirata.-
Il combattimento era iniziato.
Lara si scagliò contro di lui a spada sguainata. Vide il pirata spostarsi all’ultimo momento di lato, così si arrestò. Facendo leva sulle punte dei piedi si girò e gli puntò ancora una volta l’arma contro.
Dalla punta della spada uscì come una canna di fucile che fece fuoco.
Jerez, rimase stupito da quell’attacco, ma mantenendo la calma fece un salto all’indietro evitando così il proiettile.
-Brava ragazza mia. Vedo che sei migliorata. Ma anche io, ho fatto dei progressi!-
Il pirata allungò il braccio. Lara poté vederlo chiaramente, mentre il colore della carne diventava nero, si deformava, e scricchiolava.
Vide orripilata che quello che prima era il suo braccio, ora era diventato un ascia di metallo.
-Lo sai quello che ho fatto? Villaggio per villaggio! Ho iniettato a tutte le persone più forti, più intelligenti quella sostanza. Ho rubato tecniche, esperienza e ricordi! Prima di trovare Zoro, ho rubato anche… un frutto del mare.-
-Un frutto… del mare?-
-Esatto! La sostanza ha funzionato anche con quello, e diciamo che… gli ho rubato i poteri. Ora posso trasformare il mio corpo a piacimento in ferro. A una condizione però. Se ne abuso, rischio di rimanere sempre così.-
-Quindi quella che hai in faccia… non è una maschera!-
Jerez rise, allo sconcerto della ragazza.
-Che intuito, complimenti! Peccato che non sopravviverai alle prossime ore!-
Lara guardò l’entrata della piazza e sbiancò.
Quelli che sembravano essere altri 300 pirati stavano correndo in piazza.
Tutti i cittadini se n’erano andati già da un po’, ma alcuni erano rimasti per combattere, e ora stavano per essere accerchiati da tutti quegli uomini.
Gli abitanti erano in pericolo, doveva fare qualcosa. Ma non riuscì a pensare niente di decente, perché Jerez era tornato all’attacco.
 
*** ***
Sanji era stanco. Da quando tutti quegli uomini avevano fatto la loro entrata in piazza stavano combattendo tutti senza sosta da ore.
Ma non riuscivano a tenergli testa, erano in netta minoranza, gli abitanti ormai erano stanchi, e i nemici sembravano rialzarsi ogni volta senza dare segno di voler cedere.
Ma come facevano? Non erano normali guerrieri quelli. Sembravano delle specie di macchine, non c’era traccia di umanità nei loro occhi.
Fece una pausa per riprendere fiato e si guardò in giro.
Si era diviso dai suoi compagni, erano tutti sparpagliati qua e là in giro per la piazza, e tentavano di difendere gli abitanti.
E’ vero, erano solo ragazzini, ma la loro forza di volontà era tale da non farli indietreggiare davanti a nulla, e la maggior parte di loro era anche in grado di combattere.
Zoro per esempio, era un grande spadaccino. Rufy aveva mangiato un frutto del mare e si era allenato per anni con i suoi fratelli, inoltre suo nonno era un ufficiale della marina.
Anche lui sapeva combattere.
Zeff gli aveva insegnato le arti marziali, lo faceva esercitare giorno e notte, ed era diventato molto forte. Voleva che si sapesse difendere, che sapesse difendere le cose che erano importanti per lui.
Chissà dov’era quel vecchiaccio. Chissà se stava bene.
Lo cercò ancora una volta con lo sguardo, ma la piazza era estesa e non riusciva a vedere tutte le persone.
Poi all’improvviso, un urlo lo distolse dai suoi pensieri.
Era un urlo di ragazza, e proveniva dalle sue spalle. Si girò e vide in fatti una donna che era rimasta per combattere, circondata da cinque di quei spaventosi individui.
Sanji non pensò a quello che stava facendo. Si tuffò senza riflettere. Aveva avuto paura per quella giovane donna, così bella e in pericolo. Il cuore aveva iniziato a battere forte per la rabbia, e in pochi secondi si era messo a correre senza rendersene conto.
In un attimo raggiunse la giovane donna con i capelli biondi e lunghi, in ginocchio davanti a quei nemici troppo forti per lei.
Stava tremando di paura, e supplicava di smetterla, ma loro non sembravano sentirla. O se la sentivano, non sembravano volerla risparmiare.
Sanji le si parò di fronte, coprendola con il suo corpo.
-Ma cosa fai? Sei un bambino, ti prego scappa!-
-Tranquilla, sono qui per proteggerti.- rispose Sanji a denti stretti.
-Un attimo… ma tu sei il bambino di quel giorno?-
Il piccolo non l’aveva ancora riconosciuta. Si girò per guardarla meglio e la riconobbe per via dei capelli color del sole.
-Se la ragazza della giornata delle coppie!-
-Si! Ti ricordi di me?-
-Non potrei scordare un viso tanto dolce.-
Il piccolo cuoco l’aveva aiutata ad alzarsi, e ora stavano indietreggiando, sempre facendogli da scudo.
-Ti prego mettiti in salvo!- disse ancora lei.
-Scusa, ma non mi convinci. Io so combattere. Tu sei messa male.-
Probabilmente l’avevano picchiata.
-Ora ascolta. Io farò da esca. Tu approfittane e scappa.-
-No! Non potrei mai lasciarti indietro.-
Il biondino si girò e le mostro un bel sorriso rassicurante.
-Tranquilla. Te l’ho detto che sono bravo in queste cose.-
Finalmente la ragazza parve essersi convinta perché annuì.
Sanji scattò in avanti e tirò un calcio dritto in faccia al primo uomo. Questo cadde all’indietro ma si rialzò subito senza battere ciglio.
Allora cominciò a correre verso destra facendo la linguaccia, costringendoli a seguirlo
-Provate a prendermi!-
Corse corse e non si fermò, non prima di essersi assicurato che la ragazza si fosse messa in salvo.
La vide correre fuori dalla piazza e rifugiarsi in casa, così fu certo che era al sicuro. Peccato che fosse lui ora, ad essere in pericolo.
Continuò a correre cercando di avvicinarsi ai suoi compagni, ma erano troppo lontani da lui.
Vide Franky, Robin e Nami, poco più avanti c’erano anche Rufy, Bibi e Usopp, ma c’erano parecchi metri di distanza tra loro. Di Zoro non c’era traccia.
Non voleva scappare come un codardo, così decise all’improvviso di attaccare.
Si girò indietro e diede di nuovo un poderoso calcio mirando al collo del nemico, ma quest’ultimo lo fermò prontamente con l’avambraccio.
Sanji spalancò gli occhi dalla sorpresa, non fece in tempo a pensare a nulla che venne scaraventato al suolo con forza.
Si senti spezzare in due dalla violenza con cui era caduto, e il respiro si smorzò in gola.
Cercò di rialzarsi, ma ecco che venne nuovamente colpito con uno schiaffo. Il colpo lo fece ruzzolare a terra per un po’, e quando si fermò la vista era offuscata e sentiva la faccia andargli letteralmente a fuoco.
Non riusciva a respirare, e la paura si impossessò veloce di lui, portandogli alla mente ricordi e sensazioni già vissute.
Non potevano farcela. Quella sarebbe stata la fine.
Fece leva sul braccio e si girò finendo così a pancia in su, steso per terra. Da quella prospettiva si poteva vedere il cielo.
Quanto avrebbe voluto rialzarsi. Ma i muscoli gli facevano male e non aveva neanche provato a muoverli.
Poi un’ombra lo sovrastò. Era il nemico? Ancora una volta non voleva dargli il tempo di riprendersi?
Si alzò sugli avambracci e quello che vide gli sembrò quasi un miraggio.
Non era mai stato più contento di vedere quei capelli verdi.
Zoro si accovacciò accanto a lui sorridendo.
-Credevi che ti lasciassi solo un’altra volta?-
Sanji gli saltò praticamente addosso abbracciandolo forte.
-No.- gli disse con voce sicura vicino all’orecchio. –Sapevo saresti venuto ad aiutarmi.-
Lo spadaccino lo strinse a sua volta con lo sguardo puntato oltre la sua spalla.
Gli accarezzò piano i capelli stringendolo quanto più poteva.
-Ora alziamoci. Non abbiamo ancora finito qui. Ci sono dei brutti ceffi da prendere a calci.- disse lo spadaccino staccandosi a malincuore.
-Giusto.- rispose Sanji con nuova forza ritrovata.
-Ehi, marimo…-
-Che c’è?-
-Non ho dimenticato la tua promessa. Devi ancora portarmi a pattinare.-
Non poteva vederlo, ma fu certo che Zoro in quel momento stava sorridendo.
-Tranquillo. Nemmeno io l’ho dimenticata.-
 



Rea's Corner


Salve a tutti lettori!
Come al solito scusate il ritardo (sta diventando un'abitudine?)
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia fin qui, e che la seguiranno ancora.
Sono spiacente di comunicare che siamo giunti agli ultimi capitoli, e che la vicenda sta per terminare, ma... perchè ne parlo già adesso? Mancano ancora un paio di avventure, quindi... 
Spero che il capitolo sia piaciuto! Ci rivediamo presto con il seguito!
Baciii!
XXX

By Rea-chan x3


  
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