Damon: Io vado, non sei sola ma se hai bisogno chiamami ok?
Elena: Si tranquillo. Sono in buona compagnia. Stai tutto il tempo che vuoi con Elise e dalle un bacione da parte mia.
Damon: Certo. – si baciarono. – Vado ciao.
Rebekah: Ciao. – e uscì.
Stefan: Perché non sei andata anche tu?
Rebekah: Sono andata sta mattina, sono stata tutto il giorno. È giusto che vada da solo e poi voglio stare con mio marito e mia cognata.
Damon parcheggiò davanti a Casa Mikaelson e andò a suonare e sentì la bimba piangere.
Kol: Ciao Damon, vieni entra.
Damon: Ciao grazie. Che succede?
Kol: E’ in braccio a Nick, deve mangiare. – e smise. – Era in braccio a Nick.
Damon: Bene. – sorrise e appese la giacca.
Kol: Vieni. Elena? – entrarono in salotto.
Damon: Ciao a tutti. Sta bene, è sorprendente. Ha bevuto una tazza di sangue per completare la transizione, c’era un bicchiere sul tavolo e non se né accorta, sono arrivati Jeremy e Bonnie e non ha avuto problemi. Jeremy l’ha messa alla prova tagliandosi e l’ha appena assaggiato.
Elijah: Magari, visto che aveva intenzione di trasformarsi e vive in casa con tre vampiri sa i pregi e i difetti.
Klaus: Come l’ha presa?
Damon: A parte che è morta per via di un animale, l’ha presa bene perché tanto voleva trasformarsi. Ha subito pensato alla bambina che non è a casa ed è lontana.
Klaus: Dieci minuti di macchina.
Elijah: Ecco qui piccola, con la pancia piena. Vai dal tuo papà.
Damon: Grazie. Ciao principessa. – e la baciò sul capo. – Che bravi zii che hai. Sei brava con loro?
Klaus: Con loro si. Con me mica tanto.
Damon: Si ho sentito. È stata brava sta notte?
Kol: Un angioletto come sempre. Sta sera tocca a Elijah.
Klaus: E’ meglio che la tenete voi, mi odia.
Kol: Hai paura solo a guardarla.
Klaus: Io vado.
Elijah: Dove?
Kol: Esce con Caroline.
Klaus: Kol!
Elijah: Che male c’è se esci e se c’è lo dici?
Klaus: La privacy.
Elijah: Va bene, ciao privacy. Saluta Caroline.
Klaus: Sarà fatto. Ciao Damon.
Damon: Ciao. – e uscì.
Kol: Che roba tuo fratello.
Elijah: Guarda che è anche tuo. Ti diverti da matti a stuzzicarlo.
Kol: Mi conosci!
Damon: Voi non uscite?
Elijah: Ho conosciuto una ragazza ma non l’ho più richiamata.
Damon: Bravo! Perché?
Elijah: Se la chiamavo subito sembrava che ero disperato.
Damon: Tecniche originali però.
Elijah: Esatto.
Damon: Kol?
Kol: Non ne sento il bisogno, cioè al contrario loro che comunque hanno vissuto, io sono stato in una bara per quasi un secolo. Voglio godermi la vita, sono giovane e bello. L’unica cosa che voglio adesso è fare lo zio di questo esserino e voglio essere lo zio preferito alla faccia loro. – fece l’occhiolino al fratello. – Vero topolina dello zio. – e le grattò il pancino. – Si brava. Che bel sorriso che mi hai fatto. Se vorrò qualcuna mi porterò lei dietro per rimorchiare. Sempre se il tuo papà me lo lascia fare, per mamma non ci sono problemi perché mi vuole bene, ma il papà è il papà.
Damon: Se è per rimorchiare certo. L’avrei fatto anche io.
Kol: Ecco. Affare fatto. Hai un papà mitico.
Damon: Grazie.
Elijah: Vi assomigliate un sacco voi due.
Kol: Certo siamo gemelli separati alla nascita.
Elijah: Certo avete pochi secoli di differenza. – scoppiarono a ridere e la piccola sbadigliò.
Damon: Tesoro, vuoi fare la nanna. – iniziò a cullarla mentre lei stringeva la manina alla sua camicia.
Si addormentò e dopo un’oretta di chiacchiere si erano fatte le 23.30.
Damon: Devo cambiarla, dove vado?
Elijah: Se vuoi faccio io.
Damon: Vorrei metterla io a letto e poi vado.
Elijah: Ok, vieni. – andarono su, la cambiò e si svegliò iniziando ad agitare le braccia. Così la prese.
Damon: Piccola fai tanta nanna, ci vediamo domani. – l’adagiò nel lettino, la baciò e la coprì.
Scesero di sotto e si salutarono.
Arrivò a casa a mezzanotte e trovò Elena addormentata sul divano e un biglietto sul tavolino e lesse: “Ciao. Tutto a posto. Ha preso un bicchiere si sangue. Lei e Rebekah sono uscite un po’ e nessun problema. Buona notte”, buttò il biglietto, si avvicinò e prese la moglie in braccio.
Elena: Ciao. Che ora è?
Damon: Ciao amore mio. È mezzanotte. Potevi andare a dormire.
Elena: Volevo aspettarti ma...
Damon: Non importa. – l’adagio sul letto e si stese al suo fianco.
Elena: Ti amo tanto. Elise? – appoggiò il capo sul suo petto.
Damon: Anche io ti amo. Sta bene, non voleva dormire, mi stringeva la camicia.
Elena: Così? – e iniziò a sbottonargli la camicia.
Damon: Non proprio così.
Elena: Ti voglio Damon. – iniziò a baciarlo con foga.
Damon: Prendimi allora. – sorrise malizioso.
Così i vestiti si sparpagliarono sul pavimento e iniziarono a fare l’amore.
La piccola Elise, dopo una settimana era tornata a casa. Elena si controllava perfettamente e così se la spupazzò tutta la giornata.