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Autore: Bale    11/04/2013    2 recensioni
"E’ incredibile. Sono passati talmente tanti anni che quasi avevo rimosso dalla mia mente la storia con lui. Eppure sembra non essere passato nemmeno un giorno. Ci comportiamo normalmente, come sempre. Come allora"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Edoardo stringe gli occhi e mi fissa insistentemente.

Fa fatica a riconoscermi. Sono passati dodici anni dal nostro ultimo incontro e da allora sono cambiate molte cose. E’ cambiato il mio aspetto, il mio carattere. Sono cambiata io. Non sono più la ragazzetta di sedici anni che si è innamorata di quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi. Ora sono adulta.

Mi avvicino a lui con fare disinvolto.

-Smettila di fissarmi in quel modo-   esordisco   -Sono proprio io-

-Non ho gli occhiali-   risponde lui imbarazzato   -facevo fatica a metterti a fuoco-

E’ incredibile. Sono passati talmente tanti anni che quasi avevo rimosso dalla mia mente la storia con lui. Eppure sembra non essere passato nemmeno un giorno. Ci comportiamo normalmente, come sempre. Come allora. Le frecciatine sono sempre le stesse e quasi mi viene voglia di afferrargli un lembo del giubbotto per attirarlo a me. Vorrei baciarlo. Come sempre. Come allora.

-Cosa ci fai qui a Siena?-   mi chiede quasi balbettando.

E’ sempre stato un tipo emotivo.

-Si dà il caso che io viva qui da quasi tre anni e faccio colazione in questo bar tutte le mattine-   rispondo sistemandomi i capelli con un gesto teatrale ed esagerato.

-Vivi qui?-

-Sei sordo? L’ho appena detto-

Mi avvicino al bancone e faccio la mia ordinazione, poi torno al suo tavolino con una tazzina di caffè tra le mani.

-Si dà il caso che io stia per trasferirmi qui-   mi annuncia soddisfatto.

Il mondo mi crolla addosso e per poco non lascio cadere la tazzina sul pavimento.

-E cosa ci verresti a fare qui a Siena?-   rispondo cercando di sembrare spavalda e sicura di me.

-Saprai già che ho una catena di ristoranti-

Lo vedo gonfiare il petto, drizzare la schiena e assumere un’espressione più che soddisfatta. Io invece mi irrigidisco e mi rimpicciolisco ad ogni sua parola.

-Ne aprirò uno qui a Siena-   prosegue   -In centro-

Le orecchie mi si infiammano, mentre il cuore accelera i battiti. Mi sento una perfetta idiota.

Edoardo, il mio ex ragazzo, il mio primo amore, il mio primo bacio, sta per trasferirsi in città. Non è possibile, non posso accettarlo. Prendo un sorso di caffè, sperando che non mi vada di traverso. Sono sconvolta.

-E tu invece?-   mi chiede continuando a guardarmi dall’alto in basso.

Io lo guardo con aria stralunata.

-Cosa fai qui?-   spiega lui.

-Saprai bene-   esordisco io gonfiando il petto a mia volta   -che ho ottenuto un posto in banca subito dopo la laurea-

Prendo un altro sorso di caffè e gli lancio un’occhiata furtiva per cercare di capire cosa sta pensando.

-Dopo due mesi per l’esattezza-   preciso poi, per rincarare la dose.

-Buon per te-   mi risponde, senza guardarmi negli occhi.

Ce l’ho fatta, ho fatto centro. L’ho reso invidioso, geloso. Sono decisamente fiera di me stessa.

Si alza all’improvviso e si dirige verso la cassa. Vedo che paga anche il mio caffè. Non cerco di fermarlo. Dopotutto di gentiluomini ce ne sono rimasti ben pochi a questo mondo. E’ meglio lasciarli fare.

Torna al tavolino e prende a fissarmi intensamente come prima.

-Hai fatto qualcosa ai capelli-   conclude dopo un’attenta analisi.

-Sono passati dodici anni-   rispondo io con tono amaro   -Ho fatto molte cose ai miei capelli-

-Dodici anni? Così tanti?-

Sembra sinceramente stupito. Io annuisco mestamente, abbandonando per un attimo la mia acidità.

Non so bene perché, ma all’improvviso vengo sopraffatta dai ricordi. Ritorno indietro al nostro primo bacio e non riesco a trattenere un sorriso che, ovviamente, a lui non sfugge.

-Cosa c’è?-   chiede sorridendo a sua volta e sollevandomi il mento con le dita.

Le sue mani sono calde e lisce. Come sempre. Come allora.

I miei occhi incontrano i suoi e improvvisamente mi sembra di rivedere Edoardo sedicenne. Mi sembra che il tempo non sia mai passato. Provo l’impulso di avvicinarmi di più, di sfiorare le sue guance con le mie, di annusarlo. Cerco di trattenermi. Ci riesco, anche se con molta fatica.

-Esci con me stasera-   dice all’improvviso. Sembra incredibilmente sicuro di sé.

-Se hai intenzione di portarmi nel tuo ristorante, scordatelo-

Divento di nuovo acida e nemmeno io ne conosco a fondo il motivo.

-Oh no, mia cara-   risponde lui con un sorrisetto   -Il ristorante non è ancora pronto, quindi sarai tu a portarmi a cena-

-Cosa?-   urlo inorridita.

Lui annuisce.

-Beh, non conosco la città-   spiega divertito   -Mentre tu ci vivi da tre anni-

Bene, questa frecciatina me la sono proprio meritata.

-Ci vediamo qui davanti alle otto in punto. Sii puntuale. Non ho intenzione di aspettarti per tutta la sera-

Raccolgo la mia borsa e sparisco oltre la porta. Non lo vedo con i miei occhi, ma sono sicura che lui stia sorridendo compiaciuto.


   
 
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