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Autore: fafnir    12/04/2013    2 recensioni
Sajin aveva la testa che gli doleva da far paura.Aveva dolore anche alle unghia. Alzò una mano ed, in effetti, alcune erano saltate. Le dita, però, erano state accuratamente fasciate e le bende erano si, macchiate di sangue, ma ancora fresche e profumate. Si guardò intorno.
quella che aveva davanti sembrava una ragazza sui diciotto, massimo diciannove anni. -Ti sei svegliato!- disse con un sorrisone stampato in faccia.-Non pensavo che ti avrebbero mandato da me in quelle condizioni!Il mio nome è Aki, sono una strega!- disse tutta contenta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 12 CAPITOLO 12: ALLA FACCIA DEL GATTO!


-Penso che il signor Urahara potrebbe spiegarti tutto meglio.- disse Aki, passandogli distrattamente la mano dietro le orecchie. Sajin corrugò la fronte, quel nome non gli era nuovo.

-Il... signor Urahara?- chiese. Lei annuì. -Si, è un tuo... beh, chiamiamolo vecchio amico, anche se non sono sicura che sia la descrizione migliore. Io potrei anche tentare un rituale per farti riavere tutta la memoria ma sarebbe lungo e complicato ed alcuni materiali necessari sarebbero molto difficili da recuperare.- si alzò e con un movimento fluido raggiunse l'altare sotto la finestra, recuperando il grosso tomo e portandolo a letto. Se lo mise sulle ginocchia e cominciò a sfogliarlo con attenzione. Sajin rimase colpito dalla maniera in cui le dita esperte della strega sfogliavano le pagine spesse e polverose del libro, scritto in una lingua che sajin era sicuro di non conoscere, fatta di segni fitti e spigolosi in alcune pagine, morbidi e seducenti in altre.

-Ecco!- disse Aki, fermandosi su una pagina in particolare e picchiettandola con il dito. -Sono quasi quattro pagine di invocazioni per l'apertura del cerchio. Solo per quello! Poi ci sarebbe da scrivere per bene la formula seguendo le dritte che cita qui, un po' del tuo sangue, ossicini e piante che vengono dall'Africa o dall'Irlanda... insomma, un po' di casino.- Tirò le ginocchia al petto. -Per non contare che il rituale sprigiona un'elevatissima quantità di energia spirituale che potrebbe attirare hollow da tutte le parti. E l'irruzione di uno di quei cosi manderebbe all'aria il rituale, il che potrebbe avere gravissime ripercussioni..- disse ancora.  Sajin tirò indietro le orecchie, impressionato da quanto la magia fosse complessa e da quante cose conoscesse la sua adorata compagna.-E questo... Urahara... che cosa dovrebbe fare?- chiese, titubante. Aki alzò una spalla.-Attaccarti ad uno dei suoi macchinari da tentacle rape e schiacciare un bottone.- rispose.

Komamura drizzò le orecchie. -tentacle.. che?- chiese ed Aki scosse con non curanza la mano. -Un genere hentai, poi ti farò vedere.- disse.- In sostanza dovrebbe, teoricamente, attaccarti qualche sondino addosso e premere un magico pulsantino che romperà la maledizione inflittati da Cetus.- concluse abbastanza soddisfatta. Sajin aveva voglia di chiederle chi fosse questo "Cetus" che si era preso la briga di mettergli addosso la maledizione, ma fu bloccato dal cambio di atteggiamento di Aki che aveva nascosto il viso tra le ginocchia, rannicchiandosi su se stessa. -Ehi...?- la chiamò il volpone, toccandole la schiena.

Singhiozzava. Komamura si sentì mancare: perchè la sua piccola e dolce strega stava piangendo. -Tutto bene?- chiese.-Questo... Cetus.. ti ha fatto per caso del male?-

Perchè se così fosse stato, Sajin sarebbe andato fino ai confini del mondo per farlo pentire amaramente ma Aki scosse la testa. -No... a me ha fatto un enorme regalo, togliendoti la memoria.- rispose.- Ed è questo il punto... Tu, ora, sei qui con me perchè Cetus ti ha attaccato e ti ha tolto i ricordi e mi chiedevo... quando li avrai recuperati tu... vorrai stare ancora con me? Rimarrai al mio fianco o tornerai alla vita di prima?- ormai piangeva senza ritegno. -Mi sentirei così sola, senza di te!- si strinse a lui. -Senza stringermi a te la sera per addormentarmi, senza svegliarmi la mattina con calore del tuo petto sulla schiena... senza... senza te...-  affondò il viso nel petto dell'inconsapevole capitano, che l'abbracciò con tutta la tenerezza di cui era capace. -Tu mi hai raccolto quando ero ferito. Mi hai curato, sfamato.. e soprattutto mi hai amato come sono sicuro mai nessuno ha fatto e mai nessuno farà. No... non ti lascerò per niente al mondo, è una promessa...- disse, serio e sicuro. Perchè niente e nessuno meritava la sua lealtà quanto quella piccola, morbida, a volte inquietante e dolcissima figura che stringeva al petto.

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Sotto gli occhi increduli di Kenpachi, il corpo di Puttanella stava cambiando forma, avvolto in una specie di alone dorato. Gli arti si allungavano, la testa si ingrandiva. Ben presto, quello che teneva per il collo non era più un piccolo e bizzarro serval, ma una donna fatta e finita. E pure bellissima.

Esattamente come aveva detto Yumichika, i suoi capelli erano ricci e morbi, biondo scuro, lievemente tendente al castano ed incorniciavano uno dei visi più belli che Kenpachi avesse mai visto in vita sua. Aveva un corpo morbido e dalle curve sensuali e ben definite. Anche con la poca luce che filtrava dalla finestra, kenpachi poteva notare che la sua pelle era ambrata  e profumava di incenso al sandalo e mirra.

Quando la trasformazione fu completa, Kenpachi lasciò la presa su quella che una volta era la sua gatta. Aveva solo perso i sensi e nel giro di poco si sarebbe ripresa.

Non appena il corpo di Puttanella toccò terra, tutta la Soul Society tremò al suono riecheggiante di un lucchetto che scattava, aprendosi.

Subito dopo, un ruggito. Immenso, spaventoso, fortissimo ed assordate. Zaraki sentì le pareti di casa ondeggiare sotto quel suono ed il sangue che gli ribolliva nelle vene ne chiamava altro e chiedeva con insistenza la gioia della battaglia. L'istinto diceva a Kenpachi di correre fuori e cercare il mostro capace di generare un boato simile. Cercarlo, trovarlo, ucciderlo. Sarebbe sicuramente stato divertente.

Fece per andarsene ma prima ancora di muovere un passo si voltò a guardare ancora il corpo per terra. Posò lo sguardo sui seni pieni, sui fianchi tondi e sodi e giù sulle coscie. La guardò tutta, dai capelli alle caviglie, sulla cui sinistra era agganciata una cavigliera della stessa foggia dell'anello inciso che la gatta portava alla coda. Un'ondata di puro e sfrenato desiderio carnale attraversò il guerriero dalla nuca al coccige, infiammandogli il petto ed il ventre. Si abbassò accanto a Puttanella, indeciso sul da farsi per qualche secondo, poi scostò i capelli che le coprivano il collo, saggiandone la consistenza. Dopo un altro momento di indecisione le prese la mano destra, su cui gli era sembrato di vedere qualcosa. In effetti, nella parte interna del polso era tatuato un nome. -Mira...- lesse il capitano. Lasciò andare il braccio, guardandole il viso. Prima di svenire, lei aveva detto che " era pericoloso", ma cosa lo era? E perché? Kenpachi non era abituato a porsi tante domande ma se i sensi non lo avevano ingannato, la sua non era l'unica felide in zona a saper parlare, Yoruichi esclusa.

Decisamente a malincuore decise di mettere da parte gli asfissianti istinti riproduttivi che quel ben di dio aveva risvegliato in lui e si alzò. -Mi fa impressione scoparti mentre sei svenuta, dannata.- disse recuperando la zampakuto. -Ma non ti preoccupare, tanto dopo torno e poi col cazzo che mi fermi.-

Uscì. Dopo il ruggito, tutti gli shinigami delle varie compagnie si erano riversati nelle strade, cercando di capire cosa fosse successo e correndo nel Rukongai per placare la paura nelle folle.

-Ken-chan!- urlò Yachiru, saltandogli in spalla. -Ohi, Yachiru. Non eri da Hinamori?- chiese e la bimba annuì. -Si, ma quando ho sentito tutto quel rumore sono corsa via! Cosa è successo? Pensi che sia qualcosa di divertente?- continuò la bimba. Il capitano annuì. -Si, decisamente qualcosa di divertente.- disse ma non percepiva più alcun sintomo di pericolo imminente. -Ma non è ancora il momento di giocare. Vuoi delle caramelle?- le chiese, imboccando sicuro le vie del Seireitei.

-Aaah! Si che le voglio!- disse lei, con gli occhioni languidi ed un sorriso che le attraversava il viso da orecchio a orecchio. -Allora tieniti forte, le andiamo a prendere.- sorrise, divertito.

-E dove le andiamo a prendere, Ken-chan?- domandò la bimba curiosissima.

-Da Byakuya.- rispose cominciando a correre alla volta di villa Kuchiki.

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Hime alzò la testa, improvvisamente allarmata. Byakuya guardò la gatta che fino a pochi secondi prima era seduta comodamente sulle sue gambe a godere dei suoi grattini, insospettito dalla strana reazione. -Cosa c'è, Him..-il rumore del lucchetto, il ruggito del mostro lo colsero alla sprovvista. Anche il nobile Kuchiki si fermò, immobile e in allarme, silenzioso, pronto a cogliere ogni minimo cambiamento di pressione, ogni singola vibrazione, suono, sensazione. Pronto a scattare in piedi ed andare a prendere la sua fedele zampakuto. Eppure, dopo il tremendo boato che fece tremare la sua immensa villa e gli gelò il sangue nelle vene, tutto tornò ad essere silenzio.

-Nobile fratello!- urlò Rukia, andandogli incontro. -Cosa è stato?- chiese trafelata. Lui scosse la testa, togliendosi Hime dalle gambe ed alzandosi. -Non ne ho idea, Rukia.- si diresse alle sue stanze. -Vado a controllare come procedono le cose in caserma.- disse, ma in quel momento giunse uno dei domestici.-Nobile Byakuya, il capitano Zaraki chiede di vedervi, urgentemente!

Kuchiki si voltò piano a guardare l'uomo. -Zaraki?- chiese. Se anche Byakuya fosse stato sorpreso, non lo diede a vedere. -Si, nobile Byakuya. Vi attende nel giardino.- continuò il servo.

Sospirò. -Bene, digli che sto arrivando.- disse. Rukia gli si avvicinò. -Nobile fratello, io...-

-Rukia..- la interruppe. -Per favore, vai tu in caserma per conto mio.- Lei annuì. -Si, nobile fratello.- e si dileguò con uno shunpo. Byakuya si voltò a guardare Hime. -Andiamo, Hime, abbiamo ospiti.-



Kenpachui attendeva, snervato. Non gli era mai piaciuto aspettare, men che meno quel bell'imbusto di Kuchiki, che lo irritava tantissimo. Nel suo immaginario, Hisana si era suicidata per la noia all'idea di dover passare il resto della vita con quella mummia di Byakuya. Sorrise, divertito da quei pensieri.

-Sembrate di buon umore, capitano Zaraki- disse Kuchiki, arrivando il quel momento in tutto lo splendore della sua divisa da capitano. -Potrebbe essere- sorrise truce il capitano dell'undicesima.

Byakuya sedette davanti al Kenpachi e chiese che fosse portato loro del thé, -E'... singolare che.. voi mi veniate a trovare. Specie a quest'ora.- esordì, mentre Hime gli si raggomitolava accanto alla coscia. -Suppongo che non si tratti di una visita di piacere.

Zaraki rise.-Come se mi facesse piacere sentire le tue onorevoli stronzate, Kuchiki! Ovvio che non è una visita di piacere!- poi si fece serio, guardandolo negli occhi. -No, sono qui per un altro motivo.- lanciò un'occhiataccia a Hime, che incassò la testa nelle spalle, sollevando il pelo e soffiando. Poi si alzò e corse a nascondersi dentro casa. Che Kenpachi fosse lì per lei? Magari aveva costretto Mira a sputare il rospo, magari le aveva fatto del male. Era possibile... per quale altro motivo Mira avrebbe dovuto cedere? Lei sapeva bene che era pericoloso sbloccare il sigillo, specie in quel momento in cui era debole e sottile. Agitando la coda, Hime cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza da letto del padrone, ansiosa.

Byakuya guardò la gatta correre via, poi tornò a rivolgere lo sguardo a Kenpachi. -Ebbene?- chiese. Il capitano dell'undicesima guardò quello della sesta con fare serio ed altrettanto seriamente gli chiese. -Hai provato a strozzare il tuo gatto?-

Stavolta, il nobile Kuchiki incassò male il colpo, corrugando la fronte. Di tutte le idiozie che Zaraki avrebbe potuto sparare in quel loro inusuale incontro, quella non l'aveva proprio presa in considerazione. - E perchè, di grazia, dovrei provare a strozzare il mio gatto?- chiese atono. Kenpachi annui col fare di chi la sapeva lunga. -Tu fidati di me, prova a strozzarla.-  "E se va come dico io, guarda com'è che te la scordi subito, la tua Hisana" pensò, sogghignando.

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Ordunque! Eccomi qui con il nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo ma ho avuto il pc rotto e quindi aggiornare è stato impossibile!

Ringrazio tutti coloro che leggono anche senza recensire (ammesso che esistano altri lettori oltre quelli che commentano! T^T *depressione acuta*) e recensitori o no, spero che la storia stia procedendo secondo il vostro gradimento ù.ù

Ma ora passiamo ai ringraziamenti.

Nata dalla Tempesta: eh si, strozzare gattini è una cosa brutta, ma Kenpachi era un pelino poco poco incazzato. Ringrazia che l'abbia solo stordita, avrebbe potuto disintegrarla ruttandole sopra!  In ogni caso, grazie mille per il commentino! T^T

Ilaria: tu, che mi sproni continuamente chiedendomi "senti, tu! Ma il prossimo capitolo?". Io ti ringrazio, ti ringrazio sempre! T^T  E beh, eccolo qui il capitolo! Mandami un whatsapp e fammi sapere che ne pensi! x3

Breakfast_with_Panda: che fine ha fatto la mia recensitrice storica? T^T

Beh, è tutto! Ci sentiamo presto! (spero)
  
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