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Autore: MimiRyuugu    12/04/2013    5 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonsalve *-*
o come ogni volta in cui aggiorno, dovre dire buonanotte xD volevo aggiornare ieri ma ho preferito aspettare. Si, potete tirarmi i pomodori *si fa piccola piccola sotto l'impermeabile* scusate la lentezza con cui rispondo alle recensioni >.< ringrazio Giorgy89, lolos, mistery_sev, lambretta, CenereSnape e Skelanimal per le recensioni allo scorso capitolo <3 vi risponderò presto, promise!
Coooomunque, in questo capitolo troviamo Everything I Do, I Do It for You di Brian Adams e Re del Blu, Re del Mai dal film Nightmare Before Christmas (che io personalmente adoVo <3)

Avvertenze: occtudine, la stravaganza dei fatti, l'occtudine, la merlinositudine di Silente *spoiler* vi ho già detto occtudine? Ah un annuncio, Anna mi informa che, se qualcuna si vuole prendere il suo spasimante Keith è liberissima di farlo, glielo cede molto volentieri. *dlindlonfineannuccio*

Basta divagare, vi lascio all'aggiornamento
Buona lettura <3


Undicesimo Capitolo

Come aveva previsto Piton, i giorni seguenti si parlò solo del ballo di Halloween. A lezione vari innamorati si scambiavano bigliettini per assicurarsi la compagnia dell’altro. Per i corridoi si assistevano a scene di dichiarazioni amorose. Con conseguenti ragazze lasciate in lacrime da proposte rifiutate. E ragazzi inneggianti cori da stadio per gli amici. Tra questi, c’era la singolare scena che si svolgeva quasi ogni giorno. Anna camminava tranquilla nel corridoio. Era stata trattenuta dalla McGranitt per chiederle delle spiegazioni sull’ultimo compito svolto. Era stato particolarmente ben svolto che la professoressa cercò di farle confessare di averlo copiato da Hermione. La castana, offesa, aveva ripetuto tutto il contenuto del compito, facendo rimanere la donna a occhi sbarrati. Dopodiché, l’aveva lasciata andare. Avevano un’ora buca, e dopo ci sarebbe stata la cena. Hermione era ad Aritmanzia. Mentre Giulia l’aspettava in giardino. Il vento autunnale si era calmato, però le foglie avevano iniziato a cadere. “Anna!” la chiamò una voce. La ragazza sbuffò. La scena stava per ripetersi. Keith la raggiunse con il fiatone. “Non mi hai sentito? Ti stavo chiamando!” sbuffò il ragazzo. Anna mantenne lo sguardo alto. “Si…ti ho sentito…è per quello che non mi sono fermata…” rimbeccò maligna. Non ne poteva più. Il Corvonero le dava il tormento dal giorno dopo l’annuncio di Silente. Keith si limitò a sorridere. La castana sbuffò. “Anche se Draco non è qui con me questo non ti da il diritto di ricominciare con le tue sceneggiate…” commentò. Continuando a camminare seria. Svoltò l’angolo. Il giardino era vicino. “Magari cambi idea…” ipotizzò speranzoso Keith. Anna scosse la testa. “Ti ho detto di no ieri, l’altro ieri e anche due giorni fa! Te lo dico ora e continuerò a dirtelo fino ad Halloween! Non ci vengo al ballo con te!” sbottò al limite. Era arrivata nel giardino. Vide Giulia seduta sotto il solito albero da lontano. Prima che Keith potesse dire qualcosa, la castana corse via. L’amica era intenta a leggere un libro. Non era molto spesso. Però era concentrata. Non alzò la testa nemmeno quando Anna le si sedette vicino. “Da chi scappi? La McGranitt ti insegue?” scherzò Giulia, con gli occhi fissi sul libro. La castana scosse la testa. “Keith…quel ragazzo non molla!” rispose affranta. Poi frugò nella sua borsa ed estrasse anche lei un libro. “È il suo ultimo anno…logico che ci provi con te fino all’ultimo…” commentò l’altra. Anna sbuffò. E voltò le pagine fino ad arrivare al segnalibro. Le due rimasero in silenzio per qualche minuto. “Poi dimmi com’è il ballo…” disse Giulia. Anna la guardò. “Non ti ci mettere pure tu che non è giornata! Sei fortunata che ho scaricato tutti gli insulti a disposizione per oggi contro Keith, altrimenti avrei già iniziato ad urlare…” rimbeccò irritata. La ragazza la guardò divertita. “Inutile che mi guardi così…tu al ballo ci vieni…” sbottò Anna. Giulia scosse la testa. “A reggere la candela a te e a Hermione? Per poi finire a fare cerchietti sul muro in un angolo? No grazie…” commentò. La castana sbuffò. “Quanti ti hanno chiesto di andare al ballo? Eh? Una decina?” rimbeccò. Giulia alzò le spalle. “Possibile…ma ho intenzione di starmene in camera piuttosto che andarci con un altro…” rispose arrossendo. “Ma scusa…non hai provato a convincere il vecchio gufo?” propose Anna. L’amica la guardò male. “Non voglio forzarlo…e poi…lui vuole venire…però la carica di professore non glielo premette…spero…cioè…credo…che voglia venire…” rispose poi. La castana le fece una carezza sulla testa. “Stupida…ovvio che vuole venire! quello è innamorato cotto Giulia!” sorrise. La ragazza abbozzò un piccolo sorriso. “E ora, torniamo alle avventure di Mirta Fossati…” esclamò poi Anna, tuffandosi nella lettura del suo libro. Giulia la guardò per un poco, poi tornò a leggere. Quando videro che gli studenti usciti da Erbologia uscivano per recarsi al castello, dedussero che era arrivata l’ora di cena. Inoltre, il cielo si era rabbuiato presto. Come stava succedendo ultimamente. Così le due si alzarono e fecero tappa in dormitorio per lasciare le borse. E per aspettare Hermione. Appena anche lei fu pronta, scesero in Sala Grande. Mentre Anna e Giulia si stavano sedendo al tavolo dei Grifondoro, il prefetto era rimasta indietro. Stava rivedendo degli appunti. Ed era andata addosso a Ron. Hermione lo guardò. Aveva la braccia tutte e due libere. Di Lavanda, nemmeno l’ombra. Così si decise. Non era un posto molto romantico, ma si decise. “Dovevo immaginarlo che ci fossi tu dietro a quegli appunti…” sorrise il rosso divertito. La ragazza raccolse i fogli che le erano caduti. Poi guardò Ron negli occhi. Diventando delle più svariate sfumature di rosso. “S…senti Ronald…hai presente…il ballo di Halloween?” gli chiese a denti stretti. “Quello che c’è tra due settimane?” rispose incerto. Hermione annuì. Era vero. Mancavano solo due settimane! Due giorni dopo ci sarebbe stata la visita ad Hogsmeade! Ci fu qualche minuto di silenzio. “Ecco…se…se sei da solo…volevo… ecco…siccome…secondo la legge ad esclusione…cioè…se…” iniziò a farfugliare il prefetto. Ron la guardò curioso. “Si insomma…hai già una ragazza con cui andarci?” riuscì finalmente a dire la ragazza. Il rosso ci pensò. “No…anche se penso che Lavanda me lo chiederà a giorni…” rispose. Ecco la doccia fredda che si aspettava. si era decisa troppo tardi. “Ah…ok…dovevo immaginarlo…bhe dai…non importa…” disse Hermione, cercando di sfoderare un falso sorriso. Ron la guardò stupito. “Comunque…non mel’ha ancora chiesto…quindi…se vuoi…certo! Accetto l’invito!” rispose subito. La ragazza lo guardò come se avesse avuto davanti un elefante rosa. “Non ti preoccupare…il vecchio vestito della prozia Tessy l’ho buttato…andrò a comprare qualcosa di più moderno con Harry…” la rassicurò. Hermione annuì. Ancora stupita. “Allora…alle 21.00 in Sala Grande?” propose poi Ron. “S…si…si! Per me va bene!” accettò. Il rosso le fece l’occhiolino. “Bene…ora andiamo…altrimenti al tavolo penseranno che ci siamo persi…” disse. Poi iniziò ad incamminarsi. La ragazza al suo seguito. Ancora incredula del coraggio avuto. Il rosso si sedette verso metà tavola con Harry. Mentre lei si mise tra le sue amiche, all’inizio. Era ancora rossa come un pomodoro. Anna la guardò dubbiosa. E Giulia le sorrise. Poi le due si scambiarono uno sguardo. “Non ci credo!! Gliel’hai chiesto?” esclamò Anna. Hermione annuì. Giulia battè le mani. “E lui cos’ha risposto?” chiese poi curiosa. Il prefetto annuì. E le amiche scoppiarono in un urlo di gioia. Brindarono alla loro salute. Poi la cena proseguì normalmente. Andarono in dormitorio per prepararsi al dopo cena. Anna aveva una lezione integrativa con Lumacorno. Hermione doveva finire di studiare Antiche Rune. Mentre Giulia aveva in programma la solita visita da Piton. Intanto, proprio quest’ultimo, era nel suo ufficio. Sapeva che la sera non avrebbe concluso molto con la ragazza in giro. Anche perché avrebbero chiacchierato. Quindi cercò di avvantaggiarsi con i compiti. Aveva appena preso in mano la piuma, quando qualcuno bussò alla porta. Piton invitò ad entrare. Una lunga barba bianca fece capolino. Seguita da Silente. Severus lo guardò dubbioso. Avevano forse un appuntamento? “Lo so cosa ti stai chiedendo Severus…no, non hai mancato ad una visita nel mio ufficio…” sorrise il mago. Poi, con la sua solita andatura tranquilla, si avvicinò. Si era richiuso la porta alle spalle. “Allora Albus, qual buon vento?” gli chiese Piton. Non era un buon segno. Quell’aria pacifica nascondeva di certo qualcosa. “Non posso nemmeno venire a trovare un amico?” rispose sereno Silente. Il professore alzò un sopracciglio all’udire dell’ultima parola. Poi sospirò. “Ho molto lavoro da fare…devo avvantaggiarmi più che posso…” commentò arcigno, indicando tutti i fogli sulla scrivania. Silente sorrise. “Lo so…stai tranquillo Severus…non oserei mai privarti della compagnia della signorina Wyspet…” lo rassicurò. Piton trasalì. Forse il preside voleva spiegazioni riguardanti le uscite notturne di Giulia. Eppure non gli sembrava arrabbiato. “Non fare quella faccia Severus…vuoi che non me ne sia accorto che tra te e Giulia c’è del tenero?” commentò divertito il mago. “Io…Albus…ti stai sbagliando!” cercò di difendersi Piton. Silente scosse la testa ridendo. “Stai tranquillo…non sono arrabbiato…perché dovrei? Sono stato proprio io a farvi avvicinare…” disse complice. Severus lo guardò dubbioso. “Ricordi la pozione del Pensatoio, al quarto anno? Sono stato io a darla alla signorina Wyspet…hai perso colpi eh Severus? Perfino io mi ero accorto di quanto quella ragazza fosse innamorata! Prima ancora di te…” spiegò Albus. Piton lo guardò sbalordito. “Ero certo che tu avresti fatto la scelta giusta…ed infatti, ecco qua…a soffrire pene d’amore…” disse infine Silente. “Non dire assurdità…per quale motivo dovrei soffrire?” sbottò Piton. Silente sorrise ancora pacifico. “Due anni passano in fretta…mi sento già fortunato solo del fatto che lei mi ami…come potrei lamentarmi?” aggiunse poi Severus. “Un certo ballo di Halloween ti suggerisce nulla?” commentò Albus. Il professore lo guardò. Dove voleva arrivare? Un pensiero si fece largo nella sua testa. Non era possibile. Che lui avesse finalmente trovato una risposta che gli martellava il cranio da quella sera? In cui aveva visto il sorriso morire dal viso della sua Giulia. “Non sono un abile Legilimens come te Severus…eppure certe cose le vedo…dai comportamenti…dalle azioni…dai gesti e parole delle persone…so che la signorina Wyspet ti ha invitato al ballo…e so anche che tu hai dovuto rifiutare…” spiegò Silente. Piton abbassò la testa. “Non avrei potuto fare altrimenti…” rispose. Il preside scosse la testa. “Avresti potuto rivolgerti a me…invece di penarti così per una settimana…” gli suggerì poi. Severus alzò la testa. Inarcò un sopracciglio. E lo guardò. “Cosa vorresti fare, licenziarmi per una sera?” rimbeccò acido. Albus scosse ancora la testa divertito. “Avrei potuto darti questa…” sorrise. Cacciò una mano nella manica della sua veste (che quella sera era di un argento sfavillante, in contrasto con la mano nera e malata). E ne uscì con una boccetta. Dentro, un liquido di verde acido. Piton guardò l’oggetto scettico. Forse sapeva cosa fosse. Però non ci voleva credere. Non poteva farlo. Era un uomo grande e vaccinato. Sarebbe stata una cosa ridicola. Però poi pensò. A Giulia. Felice. Sorridente. “Esattamente Severus…ti farò un’offerta che non potrai rifiutare!” esclamò Silente, facendo l’imitazione del mafioso del film “il Padrino”. Piton lo guardò scettico. “Lo so…devo affinare la tecnica…è che ieri ho visto un film davvero emozionante e…” iniziò a spiegare Silente. Poi vide l’espressione di Severus. E si zittì. Ritornando sul discorso principale. “Comunque, dicevamo…mi stupisco che tu non sia arrivato ad una conclusione così ovvia…” commentò il mago. Piton scosse la testa. “Pozione Restringente…semplicemente assurda…finirei per tornare bambino non credi?” commentò riluttante. Silente sorrise compiaciuto. “Ma questa non è una normale Pozione Restringente Severus…” disse. Piton lo guardò scettico. “Nemmeno per sogno Albus…io un altro intruglio della Sprite non lo bevo!” sbottò acido. Il preside lo guardò ancora sorridendo. “Diciamo che è una Pozione Restringente potenziata…non rischi di regredire all’età infantile…diciamo che arriveresti ai diciassette anni…” iniziò a spiegare poi. Severus lo guardò. Ma non disse nulla. Diciassette anni. La stessa età in cui. Aveva avuto il primo bacio con Giulia. Si sentì infuocare le guance solo al pensiero. “L’effetto dura fino a mezzanotte…diciamo che saresti un Cenerentolo…” sorrise divertito Silente. “Non lo so Albus…” commentò sincero il professore. Il preside annuì comprensivo. Lo guardò. E si diresse alla porta. “Se cambi idea, prevedo di essere nel mio ufficio fino alla fine del mese…” disse. Piton annuì. E il preside uscì dal suo ufficio. Lasciandolo con una marea di pensieri. Quella pozione poteva essere la sua salvezza. Però. Sarebbe stato il giovane Severus. Quell’acido. Nasone. Brutto. Manico di scopa. Piton si alzò dalla scrivania. E andò nella sua camera. Sbatté tre volte la bacchetta su un ripiano della libreria. Subito uscì un piccolo cassetto nascosto. Pieno di cd messi perfettamente in ordine. Con un altro colpo di bacchetta gli apparve in mano un bicchiere di vino elfico. Il suo migliore consigliere. Da sempre. Iniziò a scorrere lo sguardo sui cd. Ne prese uno misto. Lo fece levitare fino al piccolo stereo nell’angolo. E lo inserì. Poi con un gesto elegante del polso premette play. Una melodia invase la stanza. Severus bevve un lungo sorso di vino. Poi si sedette sul letto. Look into my eyes - you will see what you mean to me. Non capiva nemmeno perché si assillava tanto. Giulia era testarda. Sapeva che non sarebbe andata con nessun altro fuorché lui. Allora perché si dava tanta pena? Search your heart - search your soul and when you find me there you'll search no more. Bevve un altro sorso di vino. Non era per gelosia che stava facendo tutto quel putiferio mentale. Era perché voleva veramente andare a quel ballo. Non sapeva cosa l’avesse convinto. A lui quegli eventi non erano mai piaciuti. Si sentiva a disagio. Non sopportava di vedere tutti i suoi studenti. Avvinghiati in coppie. Mentre si scambiavano sguardi melensi. Contornati da umidi baci. Don't tell me it's not worth tryin' for. In realtà lui sapeva. Che quella era tutta invidia. Perché lui, quei momenti, da adolescente non li aveva mai avuti. Certo, gli sarebbe piaciuto scambiare teneri baci. Con lei. You can't tell me it's not worth dyin' for. Che però aveva scelto unaltro. Forse quello era l’ennesimo motivo per cui odiava i balli. E le occasioni mondane tra quelle mura. Gli ricordavano tremendamente Lily. You know it's true. Eppure. A vedere lo sguardo felice di Giulia quella sera. Le sue guance diventare rosse. La voce tremante. Per prendere il coraggio per invitarlo. E mentre lui rifiutava. Qualcosa nel cuore si era mosso. Everything I do - I do it for you. Non era solo senso di colpa. No. In quei giorni. Passati a trovare un modo. L’apparizione di Silente faceva proprio al caso suo. Però. Non voleva andare al ballo come il Severus giovane. Quello lui lo era già stato. Anche se non in modo del tutto normale. Look into my heart - you will find there's nothin' there to hide. Era anche vero che si sarebbe confuso fra i suoi studenti. Così lui e Giulia sarebbero stati in pace. Le avrebbe potuto rivolgere la parola senza tutti quei fronzoli da professore. Chiamarla per nome. Quel suo meraviglioso nome. Che aveva preso posto nel suo cuore. Take me as I am - take my life, I would give it all - I would sacrifice. Giulia l’aveva già visto giovane una volta. Però ora era cresciuto. E l’unica cosa che voleva fare era rendere lei felice. La sua futura moglie. La sua futura madre di sua figlia. La metà di quella che credeva non si sarebbe mai meritato. Una famiglia tutta sua. Don't tell me it's not worth fightin' for. Grazie a lei. Aveva riscoperto quel sentimento che odiava. Perché in passato l’aveva portato solo a scelte sbagliate. L’amore. I can't help it - there's nothin' I want more. Dunque amare significa veramente questo? Cercare in ogni modo di rendere felice la persona che si ha accanto? Severus sospirò e bevve l’ennesimo sorso di vino elfico. No. Per essere veramente amore doveva essere semplice. Nulla di costruito. Solo. Essere se stessi. Trovare una persona che lo accettasse per com’era. Lui. Il vecchio, scorbutico professore. Ya know it's true. Giulia l’aveva fatto. Possibile che non vedesse in lui nemmeno un minimo di difetto? In realtà Severus lo sapeva. Dei due, il vero angelo era lei. Everything I do - I do it for you. Quella ragazza che lo faceva ridere. Che lo faceva sognare. Con il suono della sua voce melodiosa. Che gli faceva ritrovare la voglia di vivere. Solo guardando un suo sorriso. E allora. Se il prezzo per farla sorridere era ringiovanire di qualche anno. Avrebbe potuto farlo. Avrebbe provato. Dopotutto. Era solo una sera. There's no love - like your love and no other - could give more love. Per quella ragazzina buffa che si ostinava a fargli compagnia ogni sera. Che gli diceva continuamente di volergli bene. Che lo pregava perché le rivolgesse un sorriso. Che Severus aveva promesso di proteggere. Dagli altri. Dal mondo. Per preservare la purezza di quell’animo. L’innocenza nel suo sorriso. There's nowhere - unless you're there, all the time - all the way. Si era chiesto più volte come faceva a meritarsi una simile meraviglia vicino. Ma non aveva trovato risposta. Forse era stata lei. Lily. A mandargli Giulia. Come segno di perdono. Ci aveva pensato più di una volta. Perché non riusciva davvero a spiegarsi come una tale ragazza nel fiore degli anni si fosse innamorata di lui. Oh - you can't tell me it's not worth tryin' for. Per Giulia avrebbe rubato la luna. Spento tutte le stelle del cielo. Se solo glielo avesse chiesto. Ma lei era una ragazza semplice. Le bastava un peluche. Ed era felice. E le sue lacrime. Come gocce di rugiada. Cadute dai petali di un fiore raro e grazioso. I can't help it - there's nothin' I want more. Severus scosse la testa. Da quando era diventato così melenso? Da quando faceva certe similitudini? Poggiò il bicchiere sul comodino. E sorrise. Lo sapeva benissimo. Da quando aveva incontrato lei. Che gli aveva portato allegria. L’aveva immerso nella luce. Trascinandolo via dalle tenebre. I would fight for you - I'd lie for you. Giulia. Con i suoi pensieri infantili. Con i suoi atteggiamenti innocenti. La sua risata allegra. Il sorriso sempre presente. La poteva sentire qualche volta la sera. Mentre sgambettava con ai piedi le sue Converse viola. Usate al massimo. Verso il suo ufficio. Che bussava piano. E lo salutava con energia. Trotterellando fino da lui. Walk the wire for you - ya I'd die for you. Quella ragazza che non si era tirata indietro nemmeno davanti ad un Marchio Nero impresso sulla pelle. Nemmeno davanti a delle confessioni orribili. Ed aveva fatto tutto per lui. Lo leggeva nella sua mente. E sperava. Come lui. Che quegli anni che li dividevano passassero. Per poter stare finalmente insieme. Ya know it's true, everything I do - I do it for you. Dei battiti improvvisi lo destarono dai suoi pensieri. Guardò l’orologio appeso nella sua camera. Le 21.00 passate. Sorrise, facendo sparire il bicchiere dal comodino. Spegnendo la musica. “Avanti!” la invitò ad entrare. Giulia trotterellò dentro l’ufficio. Chiuse la porta. E fece una piroetta. Intanto Piton l’aveva raggiunta. “Buonasera professore!” esclamò la ragazza. Severus sorrise. “È di buon umore stasera vedo…” commentò, sedendosi alla scrivania. Giulia annuì. “Anche lei!” sorrise. Poi si sedette nella solita sedia. Davanti a lui. Piton scosse la testa divertito. “Allora, come mai tanta allegria signorina Wyspet?” le chiese poi. La ragazza sorrise. “Sa…Hermione è riuscita a chiedere a Ron di andare al ballo con lei! E lui ha accettato!” esclamò, contenta. Piton sorrise. “Ed è così allegra per questo?” le chiese ancora. Giulia annuì. “Herm è una mia amica…se è felice, anche io lo sono con lei!” sorrise. Severus sospirò. Quell’altruismo incontrollato. La ragazza tirò fuori dalla borsa il libro che aveva con se quel pomeriggio. Sorrise al professore. Poi si immerse nella lettura. Quella sera Severus sembrava strano. Poco dopo la ragazza alzò lo sguardo. “Professore…tutto bene?” gli chiese. Piton alzò il viso. E la osservò. “Andrà al ballo?” le chiese. Giulia scosse testa. Severus sbuffò. Appoggiò i gomiti sulla scrivania e congiunse le mani incrociando le dita. “Lei andrà al ballo…è un ordine…” disse poi serio. La ragazza si limitò a ricambiare lo sguardo. Non sapeva perché lui ci tenesse tanto che andasse. Senza di lui. Poi però un’idea si fece spazio nella sua testa. “Dopodomani accompagnerò Anna ed Herm a prendere il vestito…” sorrise timida. Piton la guardò ancora. “Segua il mio consiglio…si compri anche lei un bel vestito…” rispose poi. Giulia lo guardò stupita. “Vuol dire che…lei…” iniziò a chiedere. Severus ghignò. Quella luce. Gli occhi della ragazza si erano illuminati al sol pensiero. “Io…cosa, signorina Wyspet?” le chiese. però anche lui non riuscì a trattenere un sorriso. Giulia balzò in piedi e raggiunse Severus. Lo abbracciò con tutte le forze che aveva. “Davvero? Verrà sul serio? Ma…come farà?” disse poi a raffica. Il professore rise. Le accarezzò la testa. Con le guance che gli si erano colorate. “Stia calma…non si faccia venire un eccesso di bile, non è ancora sicuro nulla!” l’avvertì. Però era quasi sicuro della risposta. La sua decisione. A quel punto, poteva essere una sola. Giulia si staccò. “Sa…ho già visto un bel vestito…” sorrise. Piton annuì. “Si compri il vestito che desidera signorina Wyspet…poi si presenti in Sala Grande alle 21.00 precise…” le disse poi. La ragazza sorrise. “Ad Halloween tutto è possibile…” ridacchiò. Il professore la guardò alzando un sopracciglio. “Filosofie di vita di Anna…” spiegò in breve. Poi tornò al suo libro. Il resto della serata fu abbastanza tranquillo. Giulia leggeva. Poi esponeva qualche sua teoria sul libro e Piton commentava. Dopo quella bella notizia, la ragazza sorrise perennemente, più del solito si intende. Perfino nel sonno. Così, arrivò il giorno prestabilito per l’uscita ad Hogsmerade. C’erano più studenti del solito che sfidavano il gelido vento autunnale per la gita. Le ragazze erano caratterizzate da uno squittio comune. Erano tutte concentrate sul vestito da comprare. E anche tre uragani famigliari, non erano da meno. “Santo Manson se sarà una figata il mio vestito! Oh se lo sarà!!” esclamò Anna, stringendosi nella sciarpa nera. Hermione scosse la testa divertita. “Cosa vuoi indossare? Hai visto qualcosa nel catalogo?” le chiese Giulia. Infatti, le tre avevo optato subito per una visita al negozio di Armony. Prezzi bassi. Bei vestiti. Erano queste le parole magiche. “Dev’essere nero…con la gonna piena di tulle e fronzoli…mi metterò un nastro fra i capelli…e per completare il tutto, lascerò gli occhiali in dormitorio…” sorrise. Giulia ed Hermione la guardarono dubbiosa. “Prima di iniziare l’anno sono dovuta andare a fare la visita oculistica…mia madre ci tiene…e così mi sono fatta fare la ricetta per delle lenti a contatto! Volevo metterle in un’occasione speciale…e questo ballo direi che lo è decisamente! Me le spediranno da casa entro la prossima settimana…” spiegò Anna. Hermione sorrise. “Io voglio un vestito azzurro…niente di complicato…magari un po’ più corto di quello che ho messo al Ballo del Ceppo…” descrisse poi. Anna ridacchiò. “Appunto Herm…hai delle belle gambe, falle vedere!” esclamò. Il prefetto arrossì. “Io ho già visto un vestito carino nel catalogo…anche se voglio vedere prima gli altri per sceglierlo bene…” commentò Giulia. “Ovvio, devi andare al ballo con Piton! Devi lasciarlo senza parole!” esclamò Anna. “Non che ci voglia molto…” tossicchiò Hermione. Giulia le diede una gomitata. “Non è sicuro che verrà…” disse poi. Le amiche si scambiarono uno sguardo sicuro. “Dove hai lasciato il biondo eh?” sorrise poi Giulia. Anna alzò le spalle. “Ha detto che ha da fare…chissà cosa starà combinando…” rispose. “Magari ha in serbo una sorpresa per il ballo…oppure…sta preparando qualcosa per il vostro anniversario…” fantasticò Hermione. La castana la guardò scettica. Però si lasciò sfuggire un sorriso. “Ho sentito che molte ragazze si tingeranno i capelli magicamente per la festa…” commentò Giulia, passando vicino ad un festante gruppetto di ragazze Tassorosso. Anna spalancò la bocca. “Davvero si può?” esclamò incredula. Hermione annuì. “C’è un particolare incantesimo che equivale alla tinta permanente babbana…si può cambiare solo con un altro incantesimo…anche se i capelli non torneranno mai del colore originale…” spiegò. Anna ghignò. “Non ci pensare nemmeno! Se ti fai i capelli neri non ti faccio più entrare in dormitorio!” sbottò subito il prefetto. La castana rise. “Potrei farmi una ciocca viola…sarebbe originale…e carino…” osservò Giulia. Hermione trasalì. “Ha detto una ciocca! Non una cresta alta venti centimetri!” sbottò Anna. Il prefetto sbuffò contrariato. Le tre presero la carrozza. Giulia sorrise, a ripensare al suo compleanno. Purtroppo non era una giornata soleggiata. Quindi l’ombrello se ne stava placido nel baule in dormitorio. Il viaggio proseguì senza intoppi, facendo arrivare le ragazze a destinazione. Si precipitarono al negozio di Armony, prevedendo già quale successo sortissero i suoi vestiti. Erano tra le prime. La donna era dietro al bancone. Aveva i soliti capelli corti. Dietro neri. Ma davanti verdi. Appena vide le ragazze gli sorrise. Era occupata a fare il conto degli acquisti di alcune ragazze. Le tre si guardarono in giro. Da fuori poteva sembrare un negozio piccolo. Ma dentro, aveva lo spazio di un centro commerciale. Appena finito, Armony andò dalle tre. “Dovevo immaginare che sareste venute qui…” disse divertita. “Non ti avremmo tradito per nulla al mondo Armony!” esclamò Giulia. La donna sorrise. “Ti sta bene quel colore!” commentò poi Anna. “Grazie…il fucsia mi aveva stancato!” rispose cortese Armony. Poi le guardò. “La infondo ci sono i camerini…” spiegò. Le ragazze annuirono. “Ci incontriamo la tra dieci minuti! Buona caccia!” disse Anna. Giulia ed Hermione annuirono. Poi si divisero. Una canzone famigliare iniziò a pervadere l’aria. Giulia si era diretta verso uno spazio infondo al negozio. Dove comprava di solito le maglie. Ed eccoli. I vestiti. “Re del blu, re del mai, non ho più dentro me, quella voglia di terrore e di guai…” iniziò a cantare. Riconosceva quella melodia. Quelle parole. La ragazza iniziò ad esaminare i vestiti. Si fermò ad uno. Corto. Con la gonna ampia e le maniche a sbuffo. Scosse la testa e lo sorpasso. “Quando è notte i passi miei fanno quel tic-tac che ti angoscia finché griderai!” ghignò Anna. aveva già visto qualche vestito che le poteva interessare. Però per quella sera si era prefissata un modello. Ed aveva intenzione di rispettarlo. “Piccolissimi trucchetti per stupirti un pò! Fantasie arcane il Venerdì!” sussurrò Hermione. Nightmare Before Christmas era l’unico film vagamente horror che non le dispiaceva. Anna ascoltava le canzoni quasi sempre. E a forza di sentirle, anche lei le aveva imparate. Sorpassò un vestito blu pieno di lustrini. “Quando mormoro ‘Ciao!’ o lo rantolo, treman tutti e si disperano così!” continuò Anna. Esaminò un vestito. Però, appena notò i troppi fronzoli bianchi, lo scartò. Ne vide uno semplice. Con la gonna a balze. Ed i pizzi grigi. Annuì e lo prese. “E tutto va via, è la mia routine e mi sento stanco di quest'aria qui…” proseguì Giulia. aveva già visto metà dei vestiti appesi. Poi l’aveva trovato. Lo guardò ben bene. Poi, sorridendo, cercò la taglia. E lo tolse dagli altri. “E io, Jack! Fantasma re, son stufo ormai e non so il perché!” disse Hermione. Era indecisa fra due vestiti. Avrebbe fatto freddo nella sala? Maniche lunge o smanicato? Alzò le spalle e prese il secondo. Le piaceva decisamente di più. “Ho dentro me che cosa non so, un vuoto che non capirò, lontano da quel mondo che ho, c'è un sogno che spiegarmi non so!” disse Giulia, aggiungendo una piroetta. Passò davanti da uno scaffale. Venne attratta da delle bombolette. Assomigliavano a quelle babbane. L’etichetta recitava “Colori d’Halloween”. Erano degli spray per capelli. Il colore durava quattro ore. Poi svaniva e si tornava del colore naturale. La ragazza pensò di approfittarne e ne prese una. Viola. “Ahi che brivido avrai quando mi incontrerai! E l'angoscia avrà vinto anche te!” sbuffò Anna. Fino ad ora nulla faceva al caso suo. Aveva trovato un nastro magico per capelli. Non appena indossato, si creava un fiocco con al centro un piccolo teschio. Scorse il resto dei vestiti annoiata. Poi però, notò qualcosa. E li ripercorse con lo sguardo. Sorrise e prese dal mucchio appeso l’oggetto prediletto. “Tu sarai incantato, avrai visto e toccato, il più grande terrore che c'è!” esclamò Hermione. Si era bloccata alla vista di un cerchietto. Azzurro. Con tanti piccoli teschietti bianchi. I teschi non le piacevano. Però era attirata da quell’oggetto. Tanto che lo prese con se. Era tutte e tre vicino ai camerini. Il negozio si stava pian piano riempiendo. “Sono morto, giacchè, la mia testa non c'è, ma ti declamerà Shakespear a memoria!” esordì Anna, alzando a mo di Amleto un teschio di cera poggiato li accanto. Armony sorrise divertita. “Non ridere di me, ma grida perché la mia furia si rivestirà di gloria!” la richiamò poco dopo la castana. Poi, le tre entrarono ognuna in un camerino. Poco dopo, tutte uscirono. Si guardarono a vicenda. “Ragazze, ho trovato la mia anima gemella in formato vestito…” sorrise Anna. “Se lo sapesse Draco…” ridacchiò Hermione. La castana le fece la linguaccia. “Siete davvero un incanto…” commentò Armony. Giulia fece un breve inchino di ringraziamento. Dopo altri dieci minuti passati davanti allo specchio, le tre decisero di passare alla cassa. Uscirono giusto in tempo per evitare l’affollamento che si stava creando all’interno del negozio. I tre uragani optarono per una passeggiata. Nonostante il carico di borse. Poi, si fermarono a pranzo in un pub li vicino. Tornarono ad Hogwarts che era oramai ora di cena. quella sera Piton aveva l’ennesima punizione. Stavolta con un inerme Tassorosso. Anna aveva lasciato Draco alle sue faccende. Mentre Hermione era così stanca da non riuscire a muoversi dal letto. “Sarà una sera memorabile!” esclamò Anna, infilandosi la camicia da notte. Giulia iniziò a piroettare contenta. Hermione scosse la testa divertita. “Io farò rimanere a bocca aperta Draco…Giulia ballerà con il suo Piton…e tu…bacerai finalmente Ron!” esclamò ancora la castana. Il prefetto per poco cadde dal letto. Giulia ridacchiò. Si sistemarono tutte e tre sul letto di Anna. Tirando le tende. Prendendo i dolci che si erano concesse a una breve visita a Mielandia nel pomeriggio. E iniziarono a fantasticare. Fino a non riuscire più a parlare da tanto che sbadigliavano. Si sistemarono ognuna nel proprio letto. Tutte e tre elettrizzate. Chi per il pensiero di un bacio da favola. Chi per la prospettiva di una serata indimenticabile. E chi per speranza di felicità. Chiusero gli occhi. Sprofondando in un sogno che speravano diventasse realtà.

  
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