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Autore: Despicable Meggs    12/04/2013    3 recensioni
Un nuovo caso. Una missione sotto copertura che li porterà lontani da casa. Ma non tutto andrà secondo i piani, nel bene e nel male.
Una nuova avventura con risvolti TIVA.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8

 
Per quanto possibile, nel seminterrato di quella che sembrava una vecchia casa abbandonata, faceva ancora più freddo, soprattutto perché avevano dovuto togliersi i cappotti. "Così possiamo lavorare meglio" aveva affermato la donna buttandoli in un angolo.
Per il breve percorso, che dalla stanza in cui erano prima li aveva condotti in quel luogo umido ed inospitale, Ziva non aveva fatto altro che lottare per liberarsi dalla stretta di quella donna. Dietro di lei, con la coda dell'occhio riusciva a vedere Tony fare lo stesso con l'uomo. Ma nessuno dei due era riuscito a sopraffare i loro rapitori, i quali vedendo l'impegno che i due mettevano nel lottare ridevano divertiti.
Una volta entrati nel seminterrato legarono Tony ad una sedia, incatenarono Ziva al muro e chiusero la porta. Era un luogo quasi vuoto e con poca luce. Per quello che riuscivano a vedere c'erano solo una scrivania e un armadietto.
Le cose si mettevano male. Erano entrambi bloccati in una stanza con due assassini senza scrupoli.
"Allora siete pronti a pagare per la vostra imprudenza?" chiese l'uomo.
"Io mi occuperò di te" disse la donna avvicinandosi a Ziva "Hai nascosto il segnalatore nel mio cappotto! Pensavi davvero che non me ne sarei accorta?".
"Fottiti!" rispose Ziva. Non appena udì la risposta la donna la colpì al volto con violenza facendole sanguinare il labbro.
"Taci ragazzina... E ascolta bene le regole... Questa volta" la ammonì.
"Noi sappiamo che voi siete due agenti dell'NCIS sotto copertura. Vi fingete marito e moglie... Anche se vedo che state insieme davvero. Sappiamo che ci avete seguito da Washington e che molto probabilmente avete solo finto di vendere la droga" iniziò a spiegare l'uomo camminando davanti a Tony.
"Quello che vogliamo sapere da voi sono i nomi degli altri agenti coinvolti. Sia della vostra squadra che della polizia tedesca. Perché senza dubbio avrete contattato anche loro. Ogni volta che la vostra risposta non sarà soddisfacente uno di voi pagherà con il dolore. È tutto chiaro?".
"E vorrei ricordarvi che mentire non è prudente a questo punto. Non siete certo in una posizione di vantaggio. Inoltre tenete a mente che noi sappiamo molte più  di quanto immaginiate" concluse la donna tirando fuori da un cassetto della scrivania un bisturi. Tony si ricordò del corpo del tenente Brown, di tutte le ferite che aveva sul corpo e pensò che forse erano state inflitte con uno strumento come quello.
"Allora adesso dimmi i nomi degli altri agenti dell'NCIS che hanno partecipato a questa messainscena" chiese l'uomo avvicinandosi a Ziva.
Lei lanciò un occhiata a Tony che le fece segno di non parlare. Non avrebbero ceduto così in fretta e sicuramente non avrebbero mai messo in pericolo i loro amici.
"Dunque vediamo... Si chiamano Qui, Quo e Qua!" fu la risposta di Ziva.
A Tony scappò una risatina. La donna si voltò verso di lui "Ti diverti molto? Bene vediamo se questo sarà altrettanto piacevole" gli disse infliggendogli un taglio all'addome con il bisturi. Una ferita superficiale ma estremamente dolorosa. Tony strinse i denti senza lamentarsi. Non voleva dare soddisfazione a quelle persone.
"Guarda che non stiamo scherzando! Parla!" gridò la donna a Ziva mentre le puntava il bisturi contro.
"Neanche morta! Sono stata prigioniera in Somalia per 4 mesi durante i quali mi hanno brutalmente torturata! Il tuo bisturi mi fa ridere, non è niente in confronto a quello che mi hanno fatto" rispose Ziva sicura di se.
"A te fa ridere... Ma a lui?" disse tornando da Tony e facendogli un altro taglio più profondo del primo. E poi un altro e un altro ancora. Questa volta non riuscì a trattenersi e urlò per il dolore.
"Visto che con le buone maniere non volete parlare passiamo ad altro" dissero uscendo dalla porta.
"Tony ti senti bene?" chiese Ziva preoccupata mentre cercava di liberarsi. Vedeva il sangue colare dalla sua maglia. Avrebbe voluto aprire il lucchetto con cui avevano chiuso le catene che la imprigionavano, ma non aveva con se nemmeno una forcina per forzarlo.
"Tranquilla... Tutto a posto" rispose anche se in realtà provava un dolore lancinante.
"Forse dovremmo dirgli quello che vogliono sapere" affermò Ziva.
"A quale scopo..." disse Tony "Tanto ci uccideranno comunque. Almeno così prendiamo tempo. Sperando che qualcuno venga a salvarci".
 
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McGee e Gibbs erano finalmente atterrati. La prima cosa che fecero fu dirigersi al distretto di polizia dove li stavano aspettando il commissario e gli agenti impegnati nella ricerca.
"Avete qualche novità?" chiese Gibbs entrando. Non si era nemmeno presentato ma tutti i presenti capirono chi era.
"Agente Gibbs, sono il commissario Böhm. Ha parlato con me al telefono. Abbiamo scoperto qualcosa ma non so quanto possa essere utile. Parlando con gli ospiti dell'hotel che alloggiano sullo stesso piano dei suoi agenti siamo venuti a sapere che verso le sei e tre quarti due persone con le divise dell'hotel si aggiravano per i corridoi portando dei carrelli con le lenzuola sporche. Ma il proprietario dell'hotel ci ha detto che a quell'ora nessuno rifà le stanze e inoltre dalle descrizioni che ci hanno dato i testimoni questi due non assomigliano a nessuno del personale" disse il commissario.
"Avete provato a vedere le registrazioni delle telecamere che danno sulla strada? Magari si vede un furgoncino di una lavanderia. Se riusciamo a trovare una targa possiamo seguire il percorso che ha fatto tramite le telecamere che controllano il traffico" suggerì McGee.
"Si li stiamo esaminando ora, ma se volete potete aiutarci anche voi. Così impieghiamo meno tempo" disse il commissario.
Dopo poco telefonò Abby "Gibbs forse ho trovato quello che ci serviva. Guardando il percorso della donna ho scoperto che prima di fermarsi davanti all'hotel, dove il localizzatore ha emesso l'ultimo segnale è stata per un paio d'ore in una zona di periferia della città. Così ho controllato sulla mappa e risulta che in quel luogo c'è solo un vecchio casolare abbandonato. Mando a McGee le coordinate!".
"Bravissima Abby! Metti sul mio conto tutto il Caf-Pow che ti serve. Te lo sei meritata!" disse Gibbs. Riagganciò e si rivolse a McGee "Sbrigati dobbiamo arrivare là il prima possibile".
Salirono in macchina e si precipitarono sul luogo sperando che fosse il posto giusto e soprattutto pregando che Tony e Ziva fossero ancora vivi.
 
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"Eccoci!" Gridò l'uomo rientrando nel seminterrato con la moglie.
Con loro avevano portato un tavolo di metallo, simile a quelli che si usano per le autopsie, con sopra diverse cose tra cui un barattolo contenente un liquido trasparente.
Slegarono Ziva per farla sdraiare sul tavolo. Lei approfittò del momento per dare una gomitata in faccia alla donna, tanto forte che le ruppe il naso.
"Sei morta!" gridò lei mentre si asciugava il sangue che scendeva. Estrasse un coltello e glielo puntò alla gola.
"Non ucciderla!" la supplicò Tony "Vi diremo quello che volete sapere".
"Adesso vuoi collaborare? Beh è tardi ormai. Il vostro destino è segnato, dovete morire. Ma hai ragione non la ucciderò così. Troppo veloce, ci vuole un po' più di sofferenza" rispose la donna mentre l'uomo bloccava Ziva contro il muro.
Lei provò a liberarsi di nuovo cercando di colpirlo, ma lui se ne accorse in tempo e anticipò la sua mossa sbattendole la testa contro il muro. Cadde a terra tramortita mentre il sangue cominciava ad uscire dalla ferita che il colpo le aveva procurato. L'uomo la sollevò, la distese sul tavolo e la legò con delle corde. Poi le diede un paio di schiaffi per farla riprendere, voleva che fosse cosciente, che vedesse.
"Bene" disse avvicinandosi a Tony "Passiamo alla lezione di chimica. Vedete questo liquido? È acido solforico. Sapete cosa succede se entra a contatto con la pelle?".
Ziva sapeva benissimo cosa sarebbe successo e gridò "Non farlo!".
Ma ormai era tardi. Gli aveva già sollevato la manica e stava lasciando cadere alcune gocce di quel composto sul suo braccio. La pelle cominciò a bruciare, come un ustione fatta con il fuoco. L'uomo continuò a versare piccole gocce su entrambe le braccia di Tony, facendolo gridare per il dolore.
A quel punto la donna, dopo essersi goduta la scena, si avvicinò a Ziva e disse "Ora è il tuo turno. Ho tenuto per te la parte migliore".
Prese una fiamma ossidrica, la accese e gli avvicinò un ferro. Era uno di quegli antichi ferri che si usavano per le torture. E lei lo stava stringendo fra le mani, pronta ad usarlo.
Tony iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi per impedire alla donna di marchiare Ziva con quel ferro incandescente. Non poteva lasciare che accadesse.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Ed ecco il capitolo 8! :)
Cosa ne pensate? Vi ho messo un po’ di ansia??
Riuscirà Tony ad impedire alla donna di fare del male a Ziva?! Commentate mi raccomando!!
Baci Meggie

@AleTiva95: aggiungo anche io un po’ d’ansia perché in questo periodo non ce ne hanno fatta venire abbastanza gli episodi! ;)
 
  
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