Film > La Bella e la Bestia
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Autore: fravgolina    12/04/2013    2 recensioni
Qualche anno prima degli eventi del film l’unico filo rosso che collega le vite di Belle e del principe sembra essere una giornata di pioggia, ma dettagli apparentemente insignificanti e piccole scelte quotidiane possono essere la culla del domani.
[Terza classificata a "Quei film di quand'eravamo piccoli..." di EmmaStarr]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adam, Belle, Maurice
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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#2# ..il tempo che fugge via.

Quel pomeriggio, mentre fuori dalla finestra il ticchettio della pioggia cullava i suoi pensieri, Belle leggeva, accoccolata davanti al caminetto su una sedia dai cuscini rossi.

Era passata dal libraio giusto quella mattina – ci andava spesso, tra una commissione al mercato e un salto dal panettiere – nella speranza di trovare un nuovo libro che stimolasse la sua fantasia.

Era stata fortunata, era appena arrivato un romanzo che sembrava molto promettente: avventura, magia, amore.. ; era il genere di storia che più la faceva sognare. E Belle amava sognare, vi era in lei un profonda propensione al fantasticare che pochi altri sembravano comprendere.

La maggior parte delle persone la trovava strana – "la sua bella testolina non è qua" diceva la gente quando la vedeva passeggiare con aria assente per le vie di quel piccolo borgo della Francia dove era nata e cresciuta – ma lei non se ne avvedeva neppure, troppo presa dai suoi libri e dalle speranze per il futuro.

Belle leggeva ed era a malapena cosciente del mondo intorno a lei, mentre con la mente e il cuore viaggiava in lande misteriose e sconosciute assistendo a battaglie e duelli mozzafiato. Ad ogni pagina si immedesimava sempre più con la ragazza del romanzo, bramando per sé la stessa vita avventurosa in quel mondo incantato e anelando ad un amore di pari purezza ed intensità.

Un giorno – ne era certa – anche la sua vita sarebbe cambiata, avrebbe vissuto anche lei di avventure e avrebbe trovato qualcuno che la capiva nel profondo, qualcuno da amare.

Sospirando chiuse il libro mentre con un gesto assente riaccomodava dietro l’orecchio una ribelle ciocca castana. Che storia..! Luoghi esotici, intrepidi duelli, incantesimi e.. un principe misterioso! Potrei rileggerla all’infinito – pensò mentre lentamente riacquisiva la percezione del mondo esterno, della realtà.

Tic, tic! Tac, toc: drop! Fuori pioveva ancora e Belle sorrise – amava la pioggia; amava anche il calore del sole sulla pelle e il profumo dei fiori, il vento che sferza i capelli e le scampagnate nei campi, fuori, all’aria aperta ma la pioggia era speciale perché assecondava il suo umore malinconico e sognante.

Com’è buio.. – si sorprese Belle, il nuovo libro l’aveva avvinta a tal punto da farle perdere la cognizione del tempo: era sera ormai, era ora di preparare la cena. Sebbene fosse appena una fanciulla da quando due anni prima sua madre si era spenta, lasciandola sola con il padre, era lei ad occuparsi della fattoria e delle faccende di casa.

Non se ne era mai lamentata e si prendeva cura del suo vecchio con affetto e tenerezza infinite. Lui era una delle poche persone che la capiva e la amava così com’era – spensierata, indipendente, perennemente con la testa tra le nuvole e il naso tra le pagine di un libro.

Canticchiando attinse l’acqua al lavello – grazie a quel genio di suo padre, perché suo padre era un genio e non un pazzo come dicevano in paese, non aveva bisogno di andarla ad attingere al pozzo come tutte le altre massaie – riempiendo un piccolo tegame che pose poi sul focolare perché si riscaldasse.

Quindi prese le rape – erano tempi di magra e non potevano permettersi molto altro – le pulì, le affettò e le riversò nel tegame, aggiungendo poi un pizzico di sale, un pugno di farina di ceci e qualche erba aromatica del giardino.

Aspettando che la zuppa cuocesse, riprese in mano il libro e ricominciò a leggere.

"Belle.. sei in casa? Mhm che profumino! Fammi indovinare.. zuppa di rape? Ah squisita, Belle squisita! Non so come farei senza di te, bambina mia" "Papà.." Belle sorrise mentre riponeva il libro sulla mensola del caminetto e andava incontro al padre per aiutarlo a togliere sciarpa e cappello, quindi messo a stendere il mantello bagnato fece accomodare Maurice sulla sedia dai cuscini rossi.

"La cena sarà pronta tra poco, ora scaldati un po’ accanto al fuoco" gli disse mentre apparecchiava la tavola "Come prosegue il tuo lavoro? Sei riuscito a far funzionare la tua invenzione? Raccontami!" aggiunse poi rimestando la zuppa.

"Non lo so Belle.. c’è qualcosa che mi sfugge, ma non ti preoccupare capirò di cosa si tratta!" rispose il padre tendendo le mani infreddolite verso il focolare. Quell’anno la neve non era ancora arrivata, ma le rigide temperature invernali si e il laboratorio dell’uomo non era adeguatamente riscaldato – Belle temeva sempre che un giorno o l’altro si sarebbe ammalato, come era successo alla madre tempo addietro.

"Ah tesoro, stavo per dimenticarmene.. ho avuto una nuova idea!! Questa volta è quella buona, se riesco a realizzare questo progetto andrò alla fiera per presentarlo: vedrai mia cara, vincerà il primo premio!" aggiunse il vecchio con l’entusiasmo tipico dei bambini.

"Papà ma è fantastico!" rispose Belle con un sorriso sincero mentre poggiava in tavola il tegame e cominciava a riempire il piatto del padre "Di cosa si tratta?" "È una macchina portentosa, portentosa si! Taglia la legna da sola e la impila anche capito?" spiegò eccitato Maurice mentre trangugiava la zuppa a grandi cucchiaiate "Sarebbe una rivoluzione.. una rivoluzione, si ecco cosa sarebbe. Vedrai figliola grazie a quest’invenzione potremo cambiare completamente vita!".

 

- fine -

  
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