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Autore: RoseFantasma    13/04/2013    0 recensioni
Parto dal sesto anno dopo la morte di Sirius Harry torna ad Hogwarts con i suoi vecchi compagni ed nuovi compagni stranieri provenienti da una scuola di magia italiana, ci saranno dolci incontri e dolci sorprese per lui ma dovrà cercare il misterioso custode segreto per farsi aiutare nella sua lotta contro il signore oscuro.... BUONA LETTURA E DITEMI COSA NE PENSATE!!!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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CAPITOLO 1: Una lettera inaspettata Era una giornata molto calda a Privet Drive, una fra le più torride di quella estate, ed Harry era fuori dalla casa dei suoi zii evitando i loro commenti :< Perché non ti fanno restare in quella scuola per svitati almeno non ti lamenti se ti trattiamo male, ma devi ringraziarci se ti facciamo restare dopo quello che hai fatto al nostro piccolo Dudly !> “piccolo “ era un termine che non si poteva usare sicuramente con il cugino di Harry infatti da solo occupava un intero lato del tavolo quadrato dell’ ordinatissima cucina di Zia Petunia. Gli zii si riferivano ad un avvenimento che era successo l’ estate scorsa, quando Dudly ed Harry erano stati attaccati da un Dissennatore in un vicolo della cittadina babbana mandato da Dolores Umbrige, ex insegnante di difesa contro le arti oscure della scuola di magia e stregoneria di Hogswart ma anche componente del ministero. Ma Harry a differenza di suo cugino non era tondo ed in carne, anzi, per la sua età era abbastanza mingherlino e alto,aveva scuri capelli sempre arruffati e grandi occhi di un verde sorprendente e la differenza più importante e anche più evidente era che Harry era un mago e frequentava proprio una scuola di magia e si apprestava e fare il suo penultimo anno di scuola; il sesto. Quel giorno era come tutti gli altri,almeno fino a quel momento, monotono e senza notizie interessanti dal mondo magico di cui lui ne faceva parte, perché,come abbiamo già detto, Harry era un mago famoso in tutto il suo”vero” mondo per essere sopravvissuto a Lord Voldemort, lo stregone più temuto nella storia dei maghi per la sua affinità e la capacità di esercitare le arti oscure, da poco ritornato al potere. E da quel momento per il Ministero che fino a pochi mesi prima lo infangava in tutti i modi possibi, era diventato il nuovo beniamino della lotta contro l’Oscuro Signore. Dopo aver osservato per un po’ il gatto della vicina che si sgranchiva le zampe su un muretto il ragazzo decise di andare in camera per non dover più sentire suo zio sbraitare contro il televisore per l’ aumento dei prezzi. Salite le scale si stese sul letto ad osservare il soffitto. Un ombra nera a forma di cane era riflessa dalla luce del sole che entrava dalla finestra della camera. Poi pensò a lui: Sirius. Ripensò al suo padrino ed a quella sera al ministero quando un Mangiamorte, Bellastix Lanstage, uccise l’ unica persona che aveva avuto un legame stretto con i suoi genitori ed, inoltre , era il padrino di Harry. Cercò qualcosa per distrarsi ma proprio mentre rovistava nel cassetto mettendo da parte i molti opuscoli per la sicurezza inviati dal Ministero e tirava fuori un libro intitolato “I magnifici sette”entrò una cosa strana dalla finestra e sfrecciò nella stanza. Non era un gufo, consueto fattorino nel mondo dei maghi, ma bensì un vero falcone di quelli usati nel Medio Evo per la caccia. Era un bel animale fiero con le piume lucenti che brillavano al sole, nero ma dagli occhi partiva una larga linea di piume che sembravano fatte d’ acqua di un blu sorprendentemente liquido e che si andava a restringere verso l’attaccatura della testa. Portava legata ad una zampa artigliata una lettera:<<è per me o hai sbagliato mago?>> disse Harry, era molto che non riceveva una lettera. Il falco la prese come un offesa e cominciò a sbattere le ali minaccioso. Così Harry , mentre chiedeva scusa, prese la lettera ed aprendola riconobbe subito quella scrittura: Caro Harry, mi dispiace disturbarti ma penso che tu ti sia stufato di stare dai tuoi zii,al quartier generale ti attendono tutti.. Ti verrà a prendere alle5 di oggi in punto il Sig. Denobili e sua nipote Gherta che ti porteranno al Grindum Palace. Spero che tu stia bene. Albus Silente Albus Silente era il preside della scuola che, pochi mesi prima, aveva spiegato ad Harry quello che si chiedeva da una vita. “mene vado da qui !” pensò Harry ancora incredulo per quella lettera inaspettata, si riprese immediatamente vedendo l’ orologio che lo informò che mancava solo un quarto d’ ora alle 5, preparò in fretta il baule scolastico, levando dalla scrivania tutti gli avvisi mandati dal Ministero della Magia durante l’ estate che dicevano tutti come prevenire un attacco e come sconfiggere un Mangiamorte, rovesciandoci dentro i vestiti ed i libri di magia ma anche il calderone creando così un ammasso informe di stoffa e copertine di pelle. Controllando che avesse tutto per il suo sesto anno di scuola , mise nel baule la sua scopa, un regalo di Sirius, e poi scese nel pianerottolo con il falcone sulla spalla che dondolava ed Edvige, la sua candida civetta , nella gabbia in cima al baule mentre guardava torva l’animale ,e mentre usciva diceva agli zii - < mene vado dai miei amici ci vediamo fra un anno.> ed ottenne come risposta un grugnito di Zio Vernon seduto in poltrona il faccione viola con il suo paio di baffi a spazzola nascosto dal quotidiano, un record storico, pensò Harry. Così aprì la porta e pensò che fra poco se ne sarebbe andato da lì e forse avrebbe visto i suoi due più grandi amici ; Hermione Grenger, Ron e tutta la famiglia Weasey. E proprio in quel momento apparve un auto nera con alla guida un signore ,.con una bombetta in testa ed un mantello da viaggio,che sembrava sulla sessantina ma ancora molto arzillo e sul posto dietro una ragazza vestita da babbana con occhi neri e grandi e lunghi e ricci capelli corvini che gli arrivavano fino a metà schiena e oltre, scompigliati come quelli di Harry. << Buongiorno, fa caldo qui ! Vedo che Callisto è arrivato da poco, un gran bel animale e molto intelligente lo dico sempre a Gherta che ha fatto davvero un bell’ affare quando lo ha trovato >> disse l’ uomo alla guida ad Harry con una voce dolce e pacata che gli ricordava molto quella di Silente. <> La ragazza di tutta risposta scese dalla macchina e aprì il portabagagli. Era una ragazza alta,con un fisico normalmente pieno, slanciata con la pelle olivastra ed Harry si disse che non doveva essere inglese, vestiva sportivo con sneakers alte, una maglia a maniche corte nera con i contorni argento e dei jeans stretti che erano risvoltati a livello della caviglia, per completare il tutto un orecchino a cerchio con uno strano simbolo come ciondolo ed una collana che sembrava di argento con uno strano pendente circolare e al centro una grossa e liscia pietra color del fuoco. Era davvero carina. Callisto volò dolcemente dalla spalla di Harry e si posò sul braccio della ragazza che portava quello che sembrava un guanto di cuoio nero e lucente con delle rifiniture dello stesso colore della macchia del volatile, contento e fiero di essere tornato dalla sua padrona. Sistemarono insieme il baule e la ragazza gli sorrise dolcemente mentre Harry arrossiva un po’. Salirono dietro e subito il signore anziano si presentò: <> disse il sig. De Nobili. Gherta disse un “ciao“ e lo salutò con la mano sulla quale portava il guanto, Callisto era scesa da lì e si era posizionata in mezzo ai due. La ragazza aveva una voce decisa e calma, quella di una persona che non si faceva mettere i piedi in testa. Il signor De Nobili era un uomo anziano ma arzillo e sembrava una persona capace e decisa. Dopo qualche apprezzamento per il giardino dei Dursley partì a tutta velocità verso Londra. Il viaggi fu tranquillo, inframezzato da domande del sig. De Nobili su e rassicurazioni sull’ottimo lavoro che l’Ordine della Fenice stava svolgendo, la sua voce si crinò solo quando accennò ad alcune perdite di valenti maghi e streghe caduti per portare a termine la causa ma disse, come per fare coraggio a se stesso: << sono sempre i più innocenti ad essere i più necessari ma anche a lasciarci troppo presto>> guardando Harry dallo specchietto retrovisore con occhi tristi. Intanto la macchina sfrecciava tra il traffico come il Notte Tempo. <> <>. E subito accese la radio e partì della musica lirica a tutto volume . Gherta, che fino a quel momento non aveva parlato, fece una smorfia di disapprovazione e poi, avvicinandosi al viso del ragazzo, sussurrò ad Harry che era diventato rosso peperone : <> Harry scoppiò in una risata fragorosa e poi gli venne in mente una cosa; erano mesi che non rideva. Era come se Gherta mandasse un aura positiva, o forse erano solo i suoi occhi profondi a emanare un senso di protezione come non lo aveva mai sentito prima, forse solo quando aveva visto i suoi genitori vicino a lui il primo anno nel riflesso dello Specchio delle Brame. A rompere quella catena infinita di pensieri fu la voce di Gherta che risuonò nel piccolo abitacolo dell’ auto:<<è il sesto anno di scuola per te , vero? Quindi conoscerai un po’ Hogswart.>> <>disse Harry ancora un po’ sovra pensiero ma poi il suo cervello tornò a funzionare completamente: <> incredibile le aveva parlato senza assomigliare terribilmente ad un pomodoro troppo maturo<>. <> Aveva detto la prima parte del suo discorso con molta tristezza, ben capita da Harry. Non riusciva nemmeno ad immaginare a come si sarebbe sentito nel vedere Hogwarts cadere sotto i Mangiamorte, vedere la sua prima vera casa crollare a pezzi…. poi ad Harry venne spontanea una domanda ma poi sene pentì di averla fatta: <> A quelle parole il viso di Gherta si incupì come se fosse diventato notte all’ improvviso, la sua voce era diventata come un sussurro ed anche un po’ meno decisa di come Harry l’aveva sentita mentre parlavano della scuola, cominciò a giocare con una piccola e lunga treccina che aveva far i capelli sciolti con alcune piccole pietre colorate attaccate in diverse posizioni che Harry non aveva notato di primo acchitto, poi mentre si stringeva le gambe al petto disse.<> Tutto questo lo aveva detto con un misto di paura ed odio, gli stessi sentimenti che rispecchiavano nei suoi occhi d’ebano. Harry stava per chiedere scusa, sapeva cosa si provava nel parlare dei tuoi genitori morti, quando la musica nella macchina si spense di colpo e l’ auto si fermò davanti ad un piccolo spazio fra due palazzi con la vernice scrostata. Erano arrivati a Londra ed stavano per entrare nel quatier generale dell’ ordine. Sapeva benissimo cosa fare e sembrava che anche Gherta ed il signor De nobili lo sapessero perché in pochi secondi si erse il Grindum Place .
  
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