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Autore: EuphemiaMorrigan    14/04/2013    11 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Passato. Presente. Futuro.-

 

Note: Hola! È corto ed è ancora leggero, boh... È stato complicato scriverlo, nonostante non sia chissà cosa... È un capitolo di passaggio e forse un sorriso con i tre moschettieri lo strappo ancora! Al prossimo cominciamo la seconda fase della storia... Oh, sono aperte le scommesse sull'ultimo pezzo. Tranne per chi sa hahahaha... Ma perché ti spoilerizzo sempre tutto? Hahahaha.

Un bacio a tutte!

 

Se il pranzo di nozze era stato una vera tragedia.

Un delirio e un'immensa follia...

...Il viaggio di nozze fu ancora peggio.

Nagato, da buon schiavista, aveva concesso alla coppia di novelli sposi solo, ed esclusivamente, una settimana di ferie.

Non un minuto di più.

Quando Naruto provò ad urlargli contro i suoi diritti, l'uomo rispose con un semplicissimo «I Mangaka non hanno diritti».

Per questo motivo invece delle tre settimane da sogno in un costoso e confortevole Hotel nel Paese del Fulmine, furono costretti a ripiegare su Suna, per grande gioia di Sasuke.

Avrebbe tanto voluto uccidersi: non solo era nella tana del nemico, ravanello pallido, ma doveva anche sopportare il tremendo clima di quel Paese; impossibilitato a muoversi di un solo millimetro da sotto l'ombrellone, cosparso di crema solare fin dentro alle orecchie, scivoloso come una saponetta bagnata e lasciato da solo, a marcire, mentre suo marito costruiva castelli di sabbia, nuotava e faceva ciò che gli veniva meglio: l'idiota!

Più che una coppietta innamorata in luna di miele parevano padre e figlio, un padre scorbutico e un figlio scemo.

Ma in fondo, Sasuke era felice di vederlo così sereno e tranquillo.

Almeno fin quando non incontrarono di nuovo Gaara, che si premunì di fare le sue, per Uchiha false come Giuda, felicitazioni per il matrimonio, invitandoli a cena.

Ovviamente Naruto, da buon fesso, accettò e il compagno non poté fare altro che pregare i Kami di sotterrare entrambi in una tempesta di sabbia.

Così, l'ultima sera del loro viaggio di nozze, invece di fare l'amore sulla spiaggia, al chiaro di Luna; come tentava di convincerlo da giorni, si ritrovò lì: nella tana del rosso infame, sperando in un attacco di dissenteria acuta per lo stronzo, infelice e inappagato.

Fortunatamente il neo signor Uzumaki-Uchiha, da quando si erano sposati Sasuke presentava sempre il compagno con il doppio cognome, si accorse dello stato mentale del giovane marito e, salutando il suo trovato amico, lo trascinò alla tanto agognata spiaggia; lo buttò in acqua con una fragorosa risata e si lasciò fare qualsiasi cosa da lui.

Sasuke l'aveva praticamente preso in ogni luogo, modo e posizione disponibile; fregandosene della possibile denuncia per atti osceni in luogo pubblico.

Era dalla sera prima delle nozze che doveva toccarlo, farlo suo, stava rischiando d'impazzire; il corpo di Naruto era come una droga, non riusciva a smettere di fare l'amore con lui, baciarlo, sentire il suo calore avvolgerlo e riempirgli il collo di morsi e succhiotti, marchi che ne attestavano l'assoluta proprietà a lui. Solo a lui.

Tutta la natura possessiva di Sasuke era uscita fuori nel preciso istante in cui gli infilò l'anello al dito.

Lo strazio, comunque, durò poco.

Cinque giorni dopo il loro arrivo al Paese del Vento si ritrovarono nuovamente sul treno del ritorno, finalmente diretti a casa.

 

Erano seduti in treno, l'uno accanto all'altro, Naruto poggiò la testa sulla spalla del marito e, sorridendo leggero, lesse il messaggio appena arrivato sul suo cellulare:

Fratellino, scusa se ti disturbo. Volevo avvisarti che rimango a Konoha più del previsto. Ci vediamo quando torni.”

«Chi è?» Domandò Uchiha circondandogli le spalle e posando una guancia sopra la chioma bionda, sospirando stanco e socchiudendo gli occhi.

Naruto buttò malamente il telefono dentro la sua sacca e, seguendo l'esempio del compagno, chiuse le iridi chiare, mormorando «Era Iruka, resta per un po' a Konoha».

«Mmm... Non parli spesso di lui» Constatò strusciando il viso nei suoi capelli e baciandolo in quel punto.

Naruto gli circondò la vita con un braccio e chiese stupito «Davvero?» Non se ne era minimamente reso conto.

L'altro sospirò, riaprì gli occhi e asserì «Me ne avrai parlato una o due volte, eppure... Eppure il vostro rapporto mi ricorda quello che -Fece una smorfia stizzita per ciò che stava per dire- ho io con Itachi. Escludendo i piani di omicidio» Concluse muovendo il volto fino alle labbra piene e coprendole con le sue.

Naruto ricambiò il bacio e, quando questo finì, sorrise in sua direzione «Non so il perché, ma io e Iruka ci siamo sempre sostenuti in silenzio. Possono passare giorni, mesi, anni eppure lui c'è e io ci sono per lui, è strano da spiegare».

Sasuke annuì e rimase in silenzio per qualche minuto, osservò il paesaggio fuori dal finestrino, poi chiese lieve «Ti va di dirmi tutto?».

«Tutto cosa?» Domandò alzando la testa dalla sua spalla e grattandosi lo scalpo.

«Qualsiasi cosa» Affermò serio il ragazzo dai capelli neri, ancora con lo sguardo rivolto altrove.

Naruto intrecciò le dita della sua mano con quella dell'altro, se la portò alle labbra e ne baciò il dorso, lì dove la fede d'oro bianco faceva bella mostra, posò le mani intrecciate sul suo grembo e tornò ad appoggiarsi contro la spalla del marito; chiuse gli occhi e iniziò a raccontare «Credo sarà noioso, dovrò ricominciare dall'inizio: come sai i miei genitori sono morti in un incidente ed io non avevo parenti, o meglio... La famiglia Uzumaki non era mai stata d'accordo con la decisione di mia madre, quella di sposare uno straniero...».

«Straniero?» Lo interruppe confuso.

«Non proprio! -Riprese i biondo- Papà era di Konoha e mamma di Uzu, il mio cognome viene da lì. È un villaggio antico, molto, dove tutt'oggi vigono regole ferree; per... Credo preservare il sangue puro. -Sasuke stava per interrompere di nuovo- Lo so “Non ha senso”. -Disse Naruto leggendogli nel pensiero- Non ho idea del perché e non mi interessa; queste cose le ho sapute da Nagato, non me la sono mai sentita di andare dai miei nonni».

Uchiha arcuò un sopracciglio e domandò acido «Quindi loro sono ancora vivi? Non potevano prendersi cura di te dopo la morte dei tuoi genitori?».

«Te l'ho detto: non erano d'accordo con la scelta di mia madre; non mi considerano loro nipote, non lo faranno mai. -Le iridi chiari si incupirono per un istante- Comunque le uniche due famiglie Uzumaki residenti a Konoha erano quelle di Nagato e Karin, con quest'ultimi però i miei genitori non avevano mai avuto nessun tipo di rapporto e, come ti dissi, la famiglia di mio cugino era troppo povera all'epoca per badare anche a me. Dalla parte di papà invece non avevo nessuno, così mi spedirono in orfanotrofio... -Respirò a fondo, poi continuò- Lì incontrai Sarutobi: il nonno che non avevo mai avuto. -Si morse il labbro e cacciò indietro le lacrime- Volevo bene a Jiji e lui ne voleva a me, forse... Forse troppo. Non so perché, chi gli ricordassi, non ho fatto in tempo a chiedere, ma... Credo mi considerasse come un vero nipote... Per questo quando Kurama... -Sasuke a quel nome lo strinse ancor più forte contro di lui- ...Mi violentò e... Quando mi vide steso a terra, coperto di sangue... Lui... -Si bloccò ancora una volta, accentuò la presa sulla mano del marito e chiuse gli occhi- ...Fu colpito da infarto; venimmo ricoverati all'ospedale di Konoha lo stesso giorno e... Due settimane dopo lui morì e da lì cominciarono gli anni peggiori della mia vita, le suore mi odiavano, ancora oggi non ne capisco il motivo; mi davano la colpa, mi consideravano sporco e impuro. -Uchiha s'irrigidì a quelle parole- Le uniche due persone che mi stettero vicino furono Ino e Iruka, ma al tempo lei era troppo piccola per capire...».

«Iruka era un bambino dell'orfanotrofio?» Domandò flebile, tutte quelle parole, quel racconto; capire, di nuovo, quanto l'uomo che amava aveva sofferto in passato lo stava uccidendo. Irrazionalmente si malediva per non essergli stato affianco in quel periodo.

«No, all'inizio no! -Rispose lui- Lo incontrai in Ospedale, dividevamo la stanza. I suoi genitori ebbero lo stesso destino dei miei ed anche lui, come me, non aveva nessun altro; per questo venne spedito all'orfanotrofio e, so di essere egoista, ma... Ero felice di non essere più solo. -Mormorò sentendosi colpevole di quelle parole- Non avrei resisto tutti quegli anni senza il suo sostegno e la sua amicizia, non avrei sopportato le occhiate disgustate e le ingiurie, forse non sarei nemmeno qui... Non ero così forte, ero... Un bambino e avevo paura, una tremenda paura che Kurama tornasse. -Inalò aria nei polmoni e scosse la testa tentando di liberarsi di quel pensiero- Quando compì diciotto anni poté andarsene, si trovò un lavoro fuori da Konoha e tentò perfino di portarmi con lui, ma non poteva; non avevamo nessun legame di sangue ed io ero ancora minorenne... Il legame di sangue non conta, a parte Nagato, io mi sono costruito una famiglia basandomi su altro e... La mia famiglia ora è più numerosa che mai. -Rise divertito ricordandosi tutti gli Uchiha che aveva incontrato al pranzo di nozze; la famiglia Uchiha, la sua famiglia, non era così seria come si vociferava. Erano solo dei pazzi con manie di grandezza e... Parecchi problemi mentali- Comunque quando compii quindici anni, un giorno come tanti, senza nemmeno avvisare, Nagato mi portò via da lì. Vissi con lui fino all'età di vent'anni poi decisi di trovare un appartamento per conto mio, era sposato, aveva passato un brutto periodo...».

Uchiha lo bloccò e ripeté «Un brutto periodo?».

«Lui e Konan si erano sposati da poco e mentre lavoravano al Rinnegan frequentavano l'ultimo anno di università, lei rimase incinta, ma perse il bambino durante il primo mese... Piombò in una forte depressione e Nagato non sapeva come comportarsi, cosa fare, aveva sulle spalle una moglie fantoccio e un cugino fragile e impaurito... Non volevo pesare ancora di più su di loro, proprio in quel periodo, non me la sentivo di trascinarli nei miei problemi. Non era il caso. Dopo essermene andato trovai lavoro anch'io al Rinnegan, ero sempre stato bravo a disegnare, per cui un vecchio Mangaka mi prese come suo apprendista; decisi di non fare l'università e... Beh... Ecco qui, non credo ci sia altro da dire; quell'anno conobbi Hidan, che divenne il mio più caro amico e incontrai un moccioso... -Rise di nuovo notando la faccia irritata del compagno e poi gli diede un leggero pugno in testa- Per colpa tua quel giorno ho rischiato di venir ammazzato!» Finì continuando a sghignazzare.

«Cosa?» Domandò confuso, si era perso.

«Dovevo consegnare delle bozze e quando arrivai in ufficio erano completamente zuppe d'acqua; Nagato tentò di strangolarmi, se ci penso ancora mi fa male il collo» Lo accusò quasi, con tono divertito.

«Come se fossi stato io a chiederti quello schifo d'ombrello» Sbuffò infantile.

Il più grande gli fece una linguaccia «Dovresti ringraziare marmocchio, il mio era un gesto caritatevole».

«Mi pare di averti ringraziato abbastanza. -Sussurrò allusivo al suo orecchio, si staccò da lui e gli si sedette tra le gambe, ponendo le mani sul suo collo e strusciandosi lievemente sopra il cavallo dei suoi pantaloni- Però se vuoi quando torniamo a casa ti ringrazio ancora un po'» Continuò leccandogli una guancia e mordicchiando quel punto.

Naruto arrossì, gli scoccò un'occhiataccia e disse «Maniaco! Un bambino così carino trasformato in un pervertito senza speranza, mi sento quasi in colpa».

Sasuke rise leggero, posò la testa nell'incavo del suo collo e respirò il suo profumo, poi tornò serio, alzò il viso e, guardandolo negli occhi, esclamò «Mi dispiace per il tuo passato, per... Per tutto».

«Non conta più 'Suke, ora ho te» Si sporse verso le sue labbra e le sfiorò delicatamente. Da quel momento in poi tutto sarebbe stato perfetto.

 

Intanto a Konoha:

 

«Mi manca!» Esclamò tristemente, portandosi un sorso di birra alle labbra.

L'altro uomo si posò una mano sotto al mento e sospirò «Non posso credere che se ne sia andato».

«È una disgrazia» Affermò una terza persona, accavallando le gambe e passandosi le dita tra i lunghi capelli neri.

«Mi viene voglia di piangere, ed io non piango mai» Disse ancora l'uomo dai capelli argentei, osservando con sguardo vacuo l'interno del boccale.

«BASTA! PRETENDO CHE TORNI» Sbraitò il maggiore dei tre.

Itachi sbuffò di nuovo e si lamentò «Senza Otouto è una noia mortale!».

«Già» Concordarono Hidan e Nagato.

 

Le luci della sua città erano così belle di notte, le osservava con il naso pigiato al vetro della finestra e lo sguardo perso; sorrideva sereno oscillando i piedi sulla sedia «Sembrano lucciole» Affermò con uno sbadiglio.

La donna accanto a lui sorrise dolcemente, gli baciò la testa e lo strinse contro il suo petto sospirando stanca; Le sarebbe mancato il suo Paese, ma non aveva altre soluzioni.

   
 
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