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Autore: LordWeavile94    18/04/2013    7 recensioni
L'avventura di due gemelli attraverso i piani di Sword Art Online, una storia parallela a quella di Kirito e Asuna. Lotte, Amicizie, Amori, Perdite, Tradimenti: un'avventura straordinaria, una lotta per la sopravvivenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Rieccomi qua, pronto per un nuovo capitolo! Come la volta scorsa, volevo ringraziare coloro che hanno letto e recensito la storia, spero sinceramente che vi sia piaciuta!
Attenzione:il personaggio di nome Umiko, presente in questo capitolo, è invenzione di Umiko_chan, non mia! Quindi, ringraziatela, subito! E, ovviamente, la ringrazio anche io!
Adesso basta ciancie! All’attacco!
 
Capitolo Secondo: Baran, il Generale Toro.
 
Era passato più di un mese e mezzo dalla nostra entrata in SAO. Tutte le speranze che qualcuno ci riuscisse a portare fuori da quel luogo erano ormai sfumate. Dovevamo essere noi a muoverci, per forza.
Nel “gioco”, intanto, dopo circa un mese di ricerche, era finalmente stato trovato e sconfitto il boss del primo piano. Erano inoltre morti già centinaia di giocatori.
Io e mia sorella avevamo continuato ad allenarci, raggiungendo nuovi livelli e aiutandoci sempre l’un l’altro. Vagavamo da qualche giorno per il secondo piano, alla ricerca del dungeon e della stanza del boss.
 
-Franz, colpiscilo, avanti!- gridò mia sorella, mentre si difendeva dagli attacchi di un mostro con lo scudo. Era una bestia abbastanza piccola e infida, sembrava un diavoletto rosso, con una lancia lunga in mano. Non era particolarmente forte, ma aveva la capacità di infliggere colpi critici.
-Arrivo!- risposi io, caricando il mostro. Quello si girò verso di me, provando a puntarmi la lancia contro, ma prima che potesse farlo lo colpii allo stomaco con un pugno. Il mostro indietreggiò, sopraffatto. Presi la lancia tra le sue mani e lo colpii con un calcio, mandandolo a terra e disarmandolo. Subito dopo lo infilzai con la sua stessa arma, finendolo.
-Se avessi aspettato ancora un po’, sarei diventato uno spiedino di White, caro fratellone!- disse mia sorella, guardandomi male. Ridacchiai.
Be’, così avrei potuto usarti come cibo in caso di bisogno, sorellina!- Scoppiammo entrambi a ridere.
-Scemo.- disse lei.
Sorrisi. Presi la lancia e la misi nell’inventario: non era ottima, ma la avrei potuta rivendere e ottenere qualche soldo.
-White, c’é qualche Quest da fare?- chiesi a mia sorella. Cominciavo ad annoiarmi ad abbattere sempre gli stessi mostri. Lei, però, scosse la testa.
-No, l’unica cosa che ci è rimasta da fare è trovare il dungeon e il boss del piano. Sempre che esista, ovvio!- rispose.
-Certo che esiste! Io so dov’è!- disse una voce, improvvisamente.
Mi girai verso la fonte. Era una ragazza alta, snella, con capelli castani che le arrivavano alle spalle e occhi dello stesso colore. Sulla schiena aveva legata una spada lunga e uno scudo di ferro.
-Piacere di conoscervi, mi chiamo Umiko.- disse, tendendoci la mano e sorridendo. Risposi al sorriso e gliela strinsi –Io mi chiamo Franz. Lei, invece, è White, mia sorella!- risposi, indicando la mia gemella, che strinse la mano alla nuova venuta.
-Per caso...siete gemelli?- chiese la ragazza. Io annuii, sorridendo.
-Sì, esatto! Ma ci tengo a sottolineare che sono io il più grande!-. Mia sorella mi fece una linguaccia.
-Solo di cinquantasette secondi, caro mio!- disse, lanciandomi un’occhiataccia.
La ragazza ridacchiò al nostro piccolo battibecco. Tornando serio, mi girai verso di lei.
-Allora...Umiko, cosa sai del dungeon?- chiesi, incuriosito e allo stesso tempo eccitato.
Lei ci guardò, seria. –Non sono sicura che lì ci sia davvero il boss. Semplicemente un gruppo di tre giocatori, qualche giorno fa, sono andati ad esplorare delle rovine, ma non sono ancora tornati. Essendo loro tra i giocatori più forti, io e altri temiamo che abbiano incontrato il boss. Stiamo cercando dei volontari per indagare e, nel caso, sconfiggere il mostro. Voi sareste disposti a venire?-
Io e mia sorella ci guardammo, eccitati.
-Certo che veniamo! Abbiamo cercato il boss per tutto questo tempo!- disse White.
-Sì, ma dobbiamo pensare ad una strategia!- ragionai io.
La ragazza ci guardò sorridendo.
-Sicuro! Venite con me, vi porto alle rovine, lì ci sono già altri giocatori pronti ad entrare!-
Disse, per poi cominciare ad incamminarsi. Noi la seguimmo.
Camminammo per più di mezz’ora, e intanto conoscemmo meglio Umiko. Era una ragazza solare e divertente, ma anche determinata. Decidemmo di proteggerci a vicenda nella battaglia contro il boss.
-Quindi tu non usi armi?- disse ad un certo punto, rivolta a me –Deve essere difficile, vero? Non puoi fare molti danni!-
Io le risposi con un sorriso –Può sembrare così, ma ho delle Skill che aumentano la mia velocità di attacco e la mia agilità. Ciò mi permette di attaccare più volte del normale e anche di schivare gli attacchi avversari. Quindi non importa se non posso fare molti danni in un colpo solo agli avversari: se non riescono a prendermi, vinco comunque! E poi, esistono Skill anche per colpire più forte!- Lei ascoltò la mia spiegazione, poi annuì.
-Certo, capisco il tuo punto di vista. Però preferisco falciare i nemici velocemente, con il mio fido acciaio! Sento che con lui potrò tornare a casa.- disse, guardando la sua spada.
Dopo ancora qualche minuto, arrivammo alle rovine. Erano una serie di edifici diroccati, costruiti sia fuori che dentro una grotta scavata in una montagna.
Fuori aspettavano all’incirca altri venti personaggi: la maggior parte erano uomini, tra cui spiccava uno particolarmente alto e abbronzato, con una grande ascia bipenne sulla schiena. A parte Umiko c’era solo un’altra ragazza, vestita con un abito bianco sopra al quale stava una leggera armatura. Al fianco portava uno stocco.
-Bene- disse il grande uomo non appena io, White e Umiko arrivammo –mi sembra che ormai abbiamo raggiunto un buon numero di persone. Mi presento, il mio nome è Agil. Come immagino sappiate, vi ho convocati qui perché, probabilmente, nel dungeon alle mie spalle si cela la stanza del boss di questo piano. Vi avverto, c’è un’alta possibilità di morire, in questo scontro. Potete ancora andarvene, se volete, nessuno vi biasimerà.- nessuno si mosse. Tutti erano decisi a lottare. L’uomo sorrise.
-Ottimo. Ora dobbiamo decidere una tattica. Qualcuno ha delle idee?-
Tutti restarono in silenzio. Sentii una lieve pressione sulla spalla e mi girai. Mia sorella mi guardava con aspettativa. Annuii, mi girai e feci un passo avanti.
-Volevo chiederti una cosa, Agil.- dissi, mentre il gigante volgeva il suo sguardo su di me.
-Cosa sai sul boss? Hai qualche informazione utile?- Agil annuì. Dal suo inventario selezionò il libro-guida dei Beta-Tester. –Le uniche cose che so sono quelle scritte sul libro. Si chiama Baran, il Generale Toro, e utilizza come arma un martello da guerra. È probabile che sia di dimensioni considerevoli. Ha cinque barre vita, e arrivata all’ultima cambia schema di attacco. Infine, è protetto da alcuni mostri.- Annuii e cominciai a pensare ad una strategia. Un martello da guerra. Dimensioni considerevoli.
-Vediamo, la mia idea è questa.- dissi dopo qualche minuto. –Utilizza un martello da guerra, ovvero una delle armi che infligge più danni. Allo stesso tempo, però, il martello da guerra è lento e pesante, quindi il mostro non potrà attaccare velocemente. Inoltre, essendo probabilmente di grandi dimensioni, sarà lui stesso molto pesante. Potremmo quindi, a mio parere, dividerci in squadre. Ce ne deve essere una che lo distragga, infliggendogli danni da lontano o confondendolo, e che sconfigga gli altri mostri. Un’altra deve attaccarlo alle gambe, in modo che lui cada a terra. Una volta a terra, è praticamente sconfitto. Una terza deve occuparsi delle difese, visto che probabilmente il mostro attaccherà la seconda squadra. Che ne dite?- Tutti cominciarono a confabulare tra loro, valutando pro e contro della tattica. La prima a parlare chiaramente fu Umiko.
-Be’, la strategia mi sembra buona. Abbiamo qui otto giocatori con armi grandi e potenti, potrebbero fare la squadra di attacco. Altri otto usano degli scudi, quindi potrebbero essere la squadra di difesa. Gli altri distrarranno il boss e sconfiggeranno i mob .- disse, guardando ad uno ad uno i membri del gruppo. I giocatori assentirono.
-Bene- disse Agil –nel caso questo piano fallisca, la cosa importante è non farsi prendere dal panico. Conservate il sangue freddo e lottate con tutte le vostre forze. Insieme lo possiamo sconfiggere!- terminò il discorso sollevando in aria la sua ascia. Tutti risposero sollevando in aria le armi.
Ci incamminammo tutti insieme dentro alle rovine, dopo aver costruito i gruppi, da quattro membri ciascuno. Io mi trovavo con mia sorella e altri giocatori nel gruppo di distrattori, mentre Umiko era finita tra i difensori.
-Umiko, fai attenzione!- disse White, guardandola preoccupata –Sei nel gruppo più pericoloso!-
Lei rise e ci guardò con un sorriso –Tranquilli, non ho alcuna intenzione di morire! Sono più forte di quanto possa sembrare!-
Solo leggermente rincuorata, mia sorella continuò.
Infine, dopo un lungo cammino, arrivammo di fronte a una grande porta. Agil si girò verso di noi.
-Bene. È ora di combattere. Ho solo una cosa da dire: lottate con tutte le vostre forze. Da questa battaglia dipende il futuro di tutti quelli che aspettano di tornare a casa!- disse, determinato. Tutti gridammo ad una sola voce, poi estraemmo le armi e ci dividemmo nei gruppi. L’unica altra ragazza era con me, White e un giocatore che utilizzava una lancia lunga.
Agil inspirò, poi spinse i battenti. La porta si aprì con un aspro cigolio. Non appena anche l’ultimo di noi entrò, essa si chiuse alle nostre spalle. Non potevamo fuggire. Numerose fiaccole si accesero nell’aria buia ed umida.
Un ruggito squassò l’aria. Eccolo lì, Baran. Enorme, corpo da uomo e viso taurino, le mani occupate da un immenso martello da guerra color dell’oro. Uno sbuffo di fumo uscì dalle sue narici.
Dal nulla comparvero molte versioni di lui più piccole, tutte armate di mazza. I suoi inservienti.
-ALL’ATTACCO!- gridò Agil. Subito, spinti da una forza che ci pervadeva l’anima, rispondemmo al suo grido e ci gettammo sui mostri. Per tutta risposta quelli ruggirono e corsero verso di noi, armi in mano.
Mentre ci avvicinavamo, uno dei tori fu colpito in testa da una freccia color giallo sole. Ruggì e si fermò. Ghignai e mi gettai su di lui, colpendolo con una raffica di pugni e sconfiggendolo velocemente.
Osservai velocemente la situazione: metà dei mob erano già stati annientati, le squadre d’attacco stavano martoriando le zampe di Baran, le squadre di difesa tenevano lontano il grande martello.
Perfetto, stava andando tutto bene. Mia sorella tirava una freccia dopo l’altra, concentrata. Umiko era accanto a lei, la proteggeva dai mostri che le arrivavano contro.
Il mostro ruggì, cadendo a terra. Un grido di esultanza si levò dalle squadre. Tutti si gettarono sopra di lui, colpendolo il più possibile con le loro armi. Mi unii anche io, sferrando pugni lenti ma potenti. Ormai avevamo vinto. Ne ero sicuro.
Purtroppo, però, era troppo presto per cantare vittoria. Un nuovo ruggito squassò l’aria. Una grande onda d’urto si propagò dal boss, e per qualche secondo non sentii nulla sotto i piedi. La mia schiena incontrò una forte colonna. Gridai di dolore e caddi a terra, ansimante. La mia barra vita era ridotta a metà.
Sempre ansimando, guardai il mostro: era giunto a metà della sua ultima barra vita. Maledizione, ci doveva essere un meccanismo che impediva ai giocatori di non far attivare la sua abilità.
Il mostro si rialzò in piedi e riprese il martello da guerra. Con una sola mano. Lo roteò sulla testa con grande facilità, come se non fosse affatto pesante. Scattò. Un secondo dopo era sulla squadra d’attacco. Con un solo colpo falciò tre membri del team, mandandoli contro un muro. Si levarono dei pixel azzurri e verdi, e loro non c’erano più.
Sgranai gli occhi. Era la prima volta che vedevo morire dei giocatori, in SAO. Per un momento la mia mente si svuotò completamente.
-FRANZ!- sentii gridare una voce. Era mia sorella. Mi voltai a guardarla. Con uno sguardo determinato, caricava una freccia paralizzante.
Giusto, non era tempo di ragionare. Bisognava combattere.
Con un grido, cominciai a correre verso il mostro. Mia sorella lasciò la corda. La freccia colpì Baran in pieno. Mi aspettavo di vedere delle scintille comparire intorno a lui, ma non successe niente. Comparì una scritta: “Immune ai cambiamenti di stato”. Maledizione.
Il toro si girò verso White e la nostra nuova amica. Ruggì e scattò.
-White! Umiko!- gridai in preda al panico. Non avevano tempo di fuggire, e lo scudo di Umiko era troppo debole.
Baran caricò il martello con due mani. E lo fece precipitare verso le due ragazze.
 
 
Un clangore.
Un tonfo.
Agil era lì, in ginocchio, ansimante. Il martello era ad appena due centimetri dal suo volto. L’ascia dell’uomo era a terra, spezzata in due.
-Asuna!- gridò il gigante. Subito la ragazza vestita di bianco comparve, quasi dal nulla, lo stocco in mano. L’arma si mosse così velocemente che il mio occhio non riuscì a vederla. Baran indietreggiò, ringhiando.
Toccava a me.
-Umiko! Coprimi!- gridai. La ragazza mi guardò, poi annuì, decisa. Lanciò un grido di battaglia e si lanciò sul mostro, colpendolo con forza alle gambe e al petto. Baran alzò il martello per colpirla. 
Ora.
Saltai. Il mio pugno si coprì di un’aura viola, densa e potente. Era una Skill che non dominavo ancora bene. Se avessi fallito, saremmo morti tutti. Ma era l’unica possibilità.
Cercai di raccogliere ogni briciolo di forza di volontà, mentre mi gettavo sul toro. Colpii l’asta del martello con il pugno. Quella si incrinò, poi si spezzò con un forte clangore. Ma non era finita. Puntellandomi sulla parte dell’asta ancora in mano al mostro, mi lanciai contro la sua fronte, protetta da un elmo spesso e robusto. Lo colpii in mezzo. Dopo qualche secondo, durante il quale temetti di non farcela, l’elmo si incrinò e poi si ruppe.
Sì!
Feci leva sulla fronte scoperta di Baran e saltai via.
-WHITE!- gridai, guardandola. Ma lei aveva già capito. Riprese l’arco e incoccò una freccia.
Il dardo si colorò d’argento. L’aria si fece turbinante.
La corda fu liberata. La freccia partì velocemente e colpì Baran in fronte, proprio dove io avevo spezzato l’elmo.
Un raggio di luce argentata attraversò la testa del mostro, e il dardo colpì il soffitto dalla parte opposta della sala.
Baran, il Generale Toro, lanciò il suo ultimo ruggito. Si illuminò di una luce azzurra, poi scomparì, non lasciando alcuna traccia.
Nella sala risuonò una musica allegra, e una grande scritta comparì nell’aria: “Congratulazioni!”
-Evvai!- gridai, e tutti mi imitarono. Corsi da mia sorella. –Sei stata bravissima! Non ti ho mai visto usare quella Skill nel modo giusto!- le dissi, ridendo. Lei fece una faccia offesa.
-EHI!- gridò. Scoppiai a ridere. Intanto Umiko ed Agil si erano avvicinati.
-Complimenti, è stato un fantastico gioco di squadra!- disse la nostra amica, sorridendoci.
-Concordo, per un momento ho pensato che fosse finita!- rincarò il gigante.
Mia sorella sorrise e guardò i due.
-È stato anche e soprattutto merito vostro se sono ancora viva! Umiko, se tu non mi avessi difesa, i mob mi avrebbero sopraffatto velocemente! E senza di te, Agil, sarei stata schiacciata dal martello di Baran!- i sorrisi dei due si allargarono.
-Ovviamente, dobbiamo ringraziare anche Asuna! A proposito, ve la presento subito. Vieni qua!- disse il gigante, e la ragazza dal vestito bianco si avvicinò.
Notai che era davvero molto carina. Capelli arancio chiaro, occhi color nocciola, un fisico atletico, curve decisamente apprezzabili. Avrebbe potuto far girare la testa a molti ragazzi.
Sentii qualcuno colpirmi alla testa. Mi girai: era mia sorella, che mi guardava arrabbiata.
-Franz! Non guardarla così!- mi sentii arrossire. Come la avevo guardata?
-N-non la ho guardata in nessun modo!- risposi, poco convinto. White alzò gli occhi al cielo, come a dire “come no!”. Sentii la ragazza ridacchiare. Mi girai verso di lei e le porsi la mano.
-A-ad ogni modo, io sono Franz. Lei è White, mia sorella gemella.- Asuna sorrise e mi strinse la mano. –Piacere di conoscervi, io sono Asuna.- rispose. Le tre ragazze cominciarono a parlottare tra loro, di chissà quale argomento. Notai che mia sorella mi guardava spesso, sorridendo maliziosamente.
-Bene, andiamo adesso, il prossimo piano ci aspetta!- disse Agil.
Annuii e mi guardai intorno. Tutti sembravano felici. Ma eravamo di meno. Di ventiquattro che eravamo entrati, rimanevamo in quindici. Nove erano morti per colpa di quel mostro. Strinsi il pugno. Dovevo arrivare all’ultimo piano. Dovevo.
-Ehi ragazzi, guardate qua!- sentii. Mi girai: mia sorella era avvolta in un mantello scuro, che la faceva sembrare quasi evanescente. Mi avvicinai, incuriosito.
-Cos’è?- le chiesi.
-Si chiama “Mantello dell’Ombra”- mi rispose –Lo ha abbandonato il boss. Sembra che dia una copertura parziale e permetta di nascondersi perfettamente nelle ombre...ottimo, per me!- Annuii e mi complimentai con lei.
Camminammo fino all’ampia scalinata, che portava al piano successivo. Arrivati di fronte alla grande porta, Agil si spostò.
-White, voglio che sia tu ad avere l’onore di aprire questa porta. In fondo, hai battuto tu il mostro.- Lei scosse la testa, poi mi guardò.
-Non sono stata solo io. Franz?- disse, tendendomi la mano. Capendo, gliela presi, stringendola. Ci voltammo verso la porta e, insieme, con le mani unite, spingemmo il battente.
 
Un vento fresco di primavera entrò dalla porta spalancata, insieme ad un odore di erba. Il rumore di una cascata poteva essere sentito in lontananza.
Davanti a noi comparve la scritta “Benvenuti agli Altipiani Silvani.” .
Cominciammo a camminare nella distesa di erba. Salimmo una breve collina, per vedere cosa ci fosse dall’altra parte. Non appena arrivammo in cima, una stupenda e gigantesca città si offrì ai nostri occhi. Piena di vita, di luce, di colori.
-Ragazzi, stavo pensando...- disse Umiko, mentre tutti si guardavano intorno con eccitazione, cercando subito di scoprire quali nuove avventure li attendevano su quel piano.
Io e mia sorella ci girammo verso la nostra nuova amica. Anche lei si girò verso di noi, sorridendo.
-...vi andrebbe di creare una gilda insieme?-.
Io e White ci guardammo. Poi ci rivolgemmo ancora a Umiko, all’unisono.
-Certo!- Lei sorrise: sembrava davvero felice.
-Amici?- ci chiese, mettendo la mano davanti a sé con il dorso rivolto verso l’alto. Immediatamente le nostre mani si aggiunsero a quella di lei.
-Amici!-
 
 
Ecco qua il capitolo! Ringrazio ancora Umiko_chan per aver gentilmente creato un personaggio! Spero di essere riuscito a caratterizzarlo come volevi, Umiko! Nel caso non sia così, dimmelo e vedrò di cambiare! Ad ogni modo, rinnovo ancora la mia offerta di creare un vostro personaggio.
Non mi resta che augurarvi una buona continuazione, sperando di avervi divertito. A presto!

P.S. Forse il personaggio di nome Agil lo conoscete come Egil, come viene pronunciato nell’anime. Il suo vero nome però è, appunto, Agil xD Ad ogni modo è sempre lui!
 
  
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