Apro leggermente
gli occhi, sento l’odore della cioccolata preparata da mia
madre, come ogni
mattina, è formidabile anche quando devo uscire in
passeggiata e devo
svegliarmi presto mi prepara la cioccolata! Scendo dal letto e mi
dirigo verso
il bagno, mi lavo e torno in camera per vestirmi.
Prendo i miei
pantaloni da equitazione e una maglietta, finito vado al piano di sotto
per
bere la mia cioccolata.
“Mamy, te
l’ho
detto e te lo ripeto, puoi pure non svegliarti… me la so
cavare da sola” “ma va
Giusy, mi piace è il mio rito è un modo per farti
iniziare bene la giornata”
mia madre ormai ha solo me al mondo, nostro padre ci ha abbandonate
quando
avevo poco più di tre mesi, mia mamma non l’ha mai
scordato, le poche volte che
mi parla di lui lo descrive come un uomo fantastico, io penso, un uomo
come può
essere fantastico e abbandonare la moglie e una figlia piccolissima?
Avrei
tanto voluto conoscerlo… mia mamma dice che come carattere
ci assomigliamo,
gentili, un po’ timidi e con un’immensa passione
per l’equitazione, anche lui
montava ma dopo una brutta caduta ha smesso, io credo che non
smetterò mai,
anche se mi cascasse il mondo addosso.
Finisco la mia
cioccolata, vado in anticamera m’infilo gli stivali, prendo
cap, guanti e
frustino.
“Allora vado
mà,
non so per che ora torno, comunque per pranzo! Baci!”
“ciao tesoro, mi
raccomando stai attenta!” “si!! Ancora
ciao!”, esco di casa, è una bellissima
mattinata, come nelle fiabe il sole splende e gli uccellini cantano. Ma
a parte
questo fa freddo, non ci si può aspettare altro per un
paesino in Alto Adige.
Prendo il motorino
e mi dirigo sul sentiero che divide la mia villetta in una radura con
il paese.
Attraverso il
centro, se così si può chiamare, del paese, poi
prendo un altro sentiero per
dirigermi in un'altra radura, dove si trova il maneggio.
Appena arrivata,
Ombre e Ombra, i due pastori tedeschi di Lucie, la padrona del maneggio.
“Giusy devo
dirti
una cosa… Ginger ha avuto una colica” sento il mio
viso accaldarsi, gli occhi
mi si stanno inumidendo, cerco di mantenere la calma una colica non
è mortale…
“Ed ora come
sta?”
“il veterinario la sta visitando… ma stava molto
male quando l’ho trovata
questa mattina” ormai le lacrime corrono sulle mie guance,
Ginger, la mia
Ginger una colica, la conosco fin da quando era una puledrina, vispa e
allegra,
caratteristiche che non ha mai perso… me la
immagino… la vedo rotolarsi per il
dolore lancinante, non riesco neanche a pensarlo… mi viene
un forte senso di
nausea… devo correre al bagno.
Tornando incontro
il veterinario.
“Come sta
Ginger?”
“signorina, mi dispiace non è solo una
colica… ha un tumore… dovremmo
abbatterla, altrimenti ha solo un mese circa l’abbiamo
scoperto troppo tardi… è
incurabile…” sento un’ondata di spilli
sulla faccia, non ci posso credere… è
così giovane… devo chiamare mia madre, lei
è in grado di tirare su il morale,
dopo tutto quello che ha passato.
Compongo il numero
di fretta, quasi in uno stato di trance, lo devo rifare due volte
perché sono
troppo sconvolta.
Non la lascio
neppure rispondere.
“Mamma,
Ginger… un
tumore ha un mese ma il veterinario dice di abbatterla, io non so che
fare… non
voglio perderla, voglio che resti qui con me…”
“arrivo subito, aspettami”.
Dopo dieci minuti
è
qui ad abbracciarmi.
“Giusy tu
devi fare
quello che ti dice il tuo cuore… se vuoi tenere Ginger per
il tempo che le
resta fa pure… ma se vuoi toglierle subito le sofferenze
dovremmo…” “non voglio
farla soffrire, credo sia il caso di… di… non
riesco a dirlo! Però prima voglio
salutarla… vederla per l’ultima volta”,
vado verso il suo box, la trovo
accasciata a terra, il suo bel manto sauro pieno di trucioli.
“Ciao
piccola”
cerca di alzarsi ma le forze le vengon meno.
Le accarezzo ogni
centimetro del suo corpo. Prendo e me ne vado, dandole un ultimo bacio
sulla
fronte, e augurandole buona fortuna. Di una cosa sono certa ovunque
andrà
resterà sempre nel mio cuore.
Dico al dottore che
può procedere, ma non voglio vederlo quando lo
farà, e non voglio vederla
portar via, ma voglio che venga seppellita nel mio giardino, sotto un
albero,
ma non uno qualsiasi, quello in cui mia madre mi venì a
dire, ormai sette anni
fa, che era mia Ginger era tutta mia, aspettai un anno prima che
potessi
montarla, doveva essere addestrata, dal primo istante capì
che era perfetta.
Lascio al maneggio il
motorino, torno a casa con mia madre, in macchina.
Il breve viaggio
è
silenzioso, rompono il silenzio i miei singhiozzi.
Torno a casa e mi
chiudo in camera, la musica a paletta che non mi fa pensare.
Guardo le foto mie
e di Ginger sul comodino, la ritraggono insieme a me nelle nostre varie
età,
l’ultima è quella che non sorpasserà
mai.
Io giorni passano,
le settimane passano. E sento un vuoto accompagnarmi, nessuno neanche
le mie
amiche riescono a tirarmi su col morale, fa troppo male.
Credo che mia madre
sia preoccupata per me. Mangio il minimo indispensabile…
Ci sono momenti in
cui pensi che vivere sia solo un’ingiustizia, questo
è uno di quei momenti.
Mia mamma è
sempre
più preoccupata per me. Credo stia pensando di fare qualcosa.
E così
fu… un giorno
sentì bussare alla porta, mia madre corse ad aprire.
“GIUSY SCENDI
PER
FAVORE, DEVO PRESENTARTI UNA PERSONA”
a
malincuore scesi.
Mi trovai davanti
un uomo, sulla cinquantina d’anni.
“Lui
è il
professore John Felix, e credo possa aiutarti a superare questo tuo
periodo
buio.” Io non volevo, volevo ribellarmi.
“Mi dispiace
signore, ma non c’è niente che possa
fare” detto questo me ne andai.
Allora
com’è??? E’
la prima ff a sfondo drammatico ke scrivo… l’ho
messa nella categoria
“romantica” perché più
avanti, nel prossimo chap, farà la comparsa un
ragazzo…
e chissà, magari ci sarà pure un nuovo
amore…
Bè
lasciatemi un
commentino x farmi sapere cosa ne pensate!!!
Bax Lina^^