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Autore: Grahammish    19/04/2013    3 recensioni
Dal quarto capitolo:
Quella scena gli lasciava una stretta al petto che John non voleva ancora analizzare bene, era così tranquillo,
così appagato dal vedere la sua amica serena, così lontano da tutto.
Il fulcro della vita era lasciare che fosse, lasciarsi amare, lasciare amare, lasciare che le cose andassero- in maniera sbagliata o no- il fulcro della vita era lasciarsi vivere.
E non avrebbe potuto dire se tutto sarebbe andato bene,
ma sentiva che tutto alla fine sarebbe andato per il verso giusto, e se pure non fosse successo non era la fine,
perché per John Lennon la parola fine non esisteva.
Dal terzo capitolo:
-John.. aspetta- aveva farfugliato la ragazza- il giaccone!
Ma lui fece finta di non sentire cominciando a fischiettare allegramente.
-Glielo porto io, devo parlarti.
-Su avanti dimmi..
Paul riflettè, doveva avere il fegato e il carisma.
- Vuoi sapere un segreto?- disse con una faccia ammiccante.
Lily sorrise, era una persona molto curiosa.
-Non lo dirò a nessuno.
- Ti amo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La trama di questa storia nasce da un’idea di Little Bird_, che gentilmente me l’ha ceduta (in)consapevole di cosa le avrei fatto, dunque oltre che ringraziarla per avermi concesso l’idea base le chiedo scusa LoL.

CAP.2 Anytime at all
 

-Vuoi smetterla di parlare di Lily, Astrid? Sembra che tu debba sposartici.

Aveva detto John, senza nascondere il tono stizzito.
Non sapeva ben interpretare la morsa allo stomaco che lo prendeva,
quando la ragazza si divertiva a interessare Paul parlando di Lily.

Non era proprio gelosia, o forse si.
Ma che senso aveva essere geloso del suo amico Paul? Scosse la testa, emettendo un risolino acuto.
A volte la sua possessività non aveva limiti, anche se era infastidito che Astrid stesse condizionando Paul.
John sinceramente non capiva neanche perché. Lily era una ragazza intelligente e abbastanza carina, non aveva bisogno di sponsor, se Paul si fosse sentito attratto da lei lo avrebbe deciso da solo.
Ripercorse per un attimo con la mente il fisico per niente inglese della ragazza, si era carina.

-Cos’è Lennon sei geloso della tua amichetta?

Aveva detto Stuart schernendolo, mentre tirava a sé la sua ragazza con famelicità.

- Ma va… se Astrid vuole che Paul ci scopi sono affari suoi, non sarò io ad ostacolare. Sapete benissimo che sono innamorato di Cyn.

Rispose fingendosi estraneo al discorso.
Il pensiero di essere geloso di Lily non lo aveva neanche sfiorato,
ma rifletté sulla sua risposta tanto che quasi non sentì ciò che venne dopo.

-Non sembravi così follemente innamorato l’altra sera, mentre espletavi la notte con quella spogliarellista.

John scosse la testa stizzito, gli dava fastidio che qualcuno mettesse in dubbio il suo amore per Cynthia.

-  Era solo sesso, solo fottutissimo sesso.
-  Va bene, va bene! non ricominciamo con questa storia.

Paul era intento, in un angolo, ad accordare la sua chitarra.
Aveva ascoltato distrattamente i discorsi che Astrid gli aveva fatto su Lily, 
sentiva che sarebbe potuto essere condizionato facilmente.

La ragazza aveva esercitato un certo fascino su di lui,  ma non era sicuro se gli piacesse davvero.
Paul rifletté un attimo, era stato malizioso a pensare che Astrid volesse condizionarlo.
Probabilmente voleva solo che la sua amica si inserisse del tutto ad Amburgo.
Qualcuno si sedette accanto a lui,  era John.  

Lily era nel suo piccolo appartamento, sull’orlo della depressione.
Era passato quasi un mese dal primo incontro con i ragazzi.
E mentre il suo legame amichevole con John sembrava infittirsi sempre di più,  Astrid sembrava raffreddarsi e scacciarla. Quante volte sarebbe scappata a metà incontro se i ragazzi non l’avessero trattenuta.  
Si sentiva ferita dal comportamento di Astrid, anche se quest’ultima non aveva fatto nulla, in effetti.
Era solo che Lily era profondamente sentimentale.

Aveva conosciuto Astrid ed erano diventate subito amiche, era stata la prima persona amica ad Amburgo.
Lei si era legata ad Astrid, aveva riposto fiducia in lei. Grazie a lei aveva conosciuto John, e gli altri, grazie a lei aveva  conosciuto il suo primo vero grande amore, Stuart. Ma lei era diventata fredda, aveva cominciato a sfuggirla, forse aveva addirittura tentato di farla sentire non voluta dal gruppo. Bloccò ancora una volta le lacrime ponendo pollice e indice alla giuntura degli occhi. Non poteva permettersi di crollare, non ora, non lì, non da sola.

Era arrivata ad Amburgo con  l’intensione di lasciarsi alle spalle quell’incubo che erano state per lei infanzia e adolescenza.         Smettere di indossare quella maschera di sarcasmo, cercare per una volta di mostrare se stessa davvero. 
Voleva per una volta non aver bisogno di cambiare, rimanere ferma materialmente e interiormente.
Ma il comportamento di Astrid le faceva venire voglia di scappare lontano, dove non avrebbe potuto più sbagliare.
Ma questa volta era diverso, non era più una bambina, si sarebbe imposta di affrontare i problemi.     

Poteva essere fragile ma non era debole, questa volta non sarebbe scappata.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, si alzò con circospezione.
Era una ragazza forte ma la sua stazza non le permetteva di affrontare chiunque.
Sarebbe stato meglio far finta di non essere in casa nel caso si fosse trovata difronte una faccia poco affidabile.
Avanzò fino alla porta scrutando in silenzio dallo spioncino.
Felicità e ansia piombarono nel suo stomaco come un alcolico troppo pesante che occlude la testa.
Aprì la porta di scatto, quasi senza pensarci.

-   Pensavo non ci fossi.

Era lì, sull’uscio della porta. Con la sua giacca di pelle nera e i capelli mossi, con quel suo sorrisetto vispo.

-  John, entra… - esclamò incapace di dire altro, sconvolta e felice di sentirsi meno sola.

Si voltò verso l’umile dimora,
ammesso che una stanza in cui convivevano fornelli letto e cesso potesse anche collegarsi a questa denominazione,
facendo strada all’amico.

-   Sai bene che puoi buttarti sul letto come al solito, purtroppo non ho nulla da offrirti.

Il ragazzo si sedette con un tonfo, e poi mise in vista delle birre che aveva in mano.

-  Quando ho sgraffignato queste a Klaus ti ho pensato subito.
 
Trafficò nel mobiletto e si diresse verso il giovane.

-  Grazie- disse sedendosi accanto a lui e stappando una birra con una forchetta- non dovresti essere a suonare?

L’unica illuminazione nella stanza era quella del lampione fuori la finestra, ma non c’era alcuna tensione sessuale.
Due amici, un’intesa istantanea, la fiducia, la complicità.

-  Stasera iniziamo più tardi. Anzi Paul ed io ci chiedevamo se volessi venire a vederci…

Aveva detto parlando in inglese, con quell’accento scouse che Lily amava e aveva tentato di imitare per anni.
John mentre pronunciava quelle parole ripensava alla discussione con l’amico.

-Oh, non so, non credo sia il caso…
- Beh l’ambiente non è dei migliori è vero, ma ci sarà anche Astrid.

Se prima aveva pensato di andarci, ora aveva cambiato idea. Doveva trovare una scusa, e in fretta.

-  Johnny, mi piacerebbe ma sai… non mi sento troppo bene, e poi ritornare da sola a casa...

Il ragazzo parve sussultare alla comparsa di un dettaglio che non aveva calcolato.

- Puoi dormire con noi… certo non è una suite, e abbiamo una bandiera dell’Inghilterra come coperta… ma giuro che non ti toccheremo con un dito,al massimo sarai tu a buttarti tra le mie braccia come una dodicenne arrapata.

Risero entrambi, ma non di gusto, giusto un riso accennato, quel riso di chi ha il cuore dolorante ma non riesce a comunicare. Lennon cambiò espressione e disse con fare circospetto:

- Devo chiederti una cosa.
-  Dimmi- disse curiosa e spaventata, mentre nella penombra fissava quei vivaci occhi nocciola.
-   Ti piace Paul e ne hai parlato con Astrid vero?
La ragazza fu presa da un misto di rabbia, disperazione e divertimento. Scoppiò in un risolino isterico, poi si calmò.
Non voleva chiarire troppo la realtà perchè nessuno doveva scoprire che era innamorata di Stuart,
non avrebbe detto sì perché se fosse stata innamorata di Paul davvero non l’avrebbe mai ammesso,
ma non sarebbe dovuta essere troppo credibile sul no.

- Non ne ho parlato con Astrid.
- Ma lei ha capito comunque che ti piace.
-  Non ho mai detto che mi piace.
-  Non hai neanche detto il contrario però …

Uno sghignazzo si profuse dalla sua bocca mentre le pizzicava la guancia.
Sorseggiò un po’ di birra, gelata, come se ci fosse il bisogno di raffreddarsi. Anche lei fece lo stesso.

-  Sei venuto qui solo per questo?

Aveva detto lei simulando apatia.

- In realtà no…non solo per questo..
-  E allora perché?
-  Ti vedo un po’ strana… intendo, ti ho visto giù negli ultimi giorni.

Aveva abbandonato la birra sul pavimento freddo, ancora quasi piena,
mentre le lacrime improvvisamente cominciavano a premere contro i suoi occhi.
Che senso aveva? Rischiare di scoppiare a piangere per una frase senza alcun significato,
non razionalmente collegata ai suoi dolori. Un senso c’era.

Quella voglia di esprimersi, di dire come si sentiva, ma l’incapacità di farlo.
Questo la caratterizzava da sempre. Quel pudore, la paura di mostrarsi fragile difronte a qualcuno, familiare o amico che fosse. Una gabbia, la gabbia più terribile che un uomo possa avere, se stesso.  
La mutilazione dell’istinto sopravvive tragicamente nella negazione di sé che depaupera le nostre esistenze*,

ripeté tra sé e sé quella frase, che un tempo non era solo sua.      
Un fiotto di malinconia e sconforto si fecero presenti in gola, due lacrime sgorgarono silenziosamente.
Pensò che John non avesse notato nulla, giocando sulla penombra e sulle sue capacità visive sotto la media,
ma si sbagliava.  Ecco subito la mano grande e infreddolita che asciugava prima la guancia destra e poi la sinistra con tenerezza infinita.

- Ssh, non piangere, non  piangere…

Il suono di quelle parole, e l’abbraccio caldo rassicurante, quasi paterno che ne conseguì le fecero uno strano effetto.
Era così confortante, così strano. Sapere, sentire che lui ci sarebbe stato in qualsiasi momento.
Non poté fare a meno di scoppiare a piangere. Avrebbe potuto aspettarsi quel conforto un po’ da tutti, ma non da John.
Il forte e sarcastico John, lo strafottente, ma in fondo Lily aveva sempre intravisto una certa dolcezza e profondità dietro la maschera del cinico leader. Si riscosse dalle lacrime, mentre il suo volto era ancora bagnato e disse:

-  John, forse dovresti andare, dovete suonare...- Lui le accarezzò i capelli.
- Non stasera, Lily, penso tu abbia bisogno di me, gli altri si arrabatteranno senza di me.


------------
*citazione da "Il ritratto di Dorian Gray" Oscar Wilde.

Ebbene le cose incominciano a muoversi un po',
Lily è ferita per Astrid, soffre per Stuart... come reagirà? Cosa succederà?
Prossimo aggiornamento domenica o lunedì (anche se non fotte a nessuno lol).
Scusatemi se c'è qualche errore, ho la febbre abbiate pietà pls.
Bye bye.

E mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate tramite una recensione! 
Non importa che dobbiate farmi complimenti o critiche,
che vogliate scrivere tanto o poco,

basta che mi facciate sapere cosa ne pensate.
Per me è importante!
 

   
 
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