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Autore: Grahammish    21/04/2013    2 recensioni
Dal quarto capitolo:
Quella scena gli lasciava una stretta al petto che John non voleva ancora analizzare bene, era così tranquillo,
così appagato dal vedere la sua amica serena, così lontano da tutto.
Il fulcro della vita era lasciare che fosse, lasciarsi amare, lasciare amare, lasciare che le cose andassero- in maniera sbagliata o no- il fulcro della vita era lasciarsi vivere.
E non avrebbe potuto dire se tutto sarebbe andato bene,
ma sentiva che tutto alla fine sarebbe andato per il verso giusto, e se pure non fosse successo non era la fine,
perché per John Lennon la parola fine non esisteva.
Dal terzo capitolo:
-John.. aspetta- aveva farfugliato la ragazza- il giaccone!
Ma lui fece finta di non sentire cominciando a fischiettare allegramente.
-Glielo porto io, devo parlarti.
-Su avanti dimmi..
Paul riflettè, doveva avere il fegato e il carisma.
- Vuoi sapere un segreto?- disse con una faccia ammiccante.
Lily sorrise, era una persona molto curiosa.
-Non lo dirò a nessuno.
- Ti amo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La trama di questa storia nasce da un’idea di Little Bird_, che gentilmente me l’ha ceduta (in)consapevole di cosa le avrei fatto, dunque oltre che ringraziarla per avermi concesso l’idea base le chiedo scusa LoL.

    CAP.3 Do you want to know a secret?

La fioca luce proveniente dall’esterno illuminava parte dell’abitazione e l’ombra dell’unica sedia presente appariva spaventosa. John, nell’penombra aveva gli occhi socchiusi, mentre avvolgeva ancora a sé la ragazza.
Le accarezzò il volto, come avrebbe potuto fare un fratello, portando via quelle che sperava sarebbero state le sue ultime lacrime. Le parole di Lily gli rimbombavano nelle orecchie, le sue sensazioni tremavano ancora sulla pelle.
Gli aveva parlato della paura, della voglia di scappare, dell’incapacità di essere se stessa…

-         La verità Johnny è che… non sono venuta ad Amburgo per una ragione… sono scappata, come sempre, scappata dalla mia infanzia e dalla mia adolescenza. Non so fare altro, scappare, cambiare… sono un cazzo di camaleonte…

John rabbrividì pensando che avrebbe potuto pronunciare lui stesso quelle parole.  
Dopo quella notte passata a vomitare parole, entrambi sapevano quanto fossero simili.
Le loro storie si assomigliavano, così come i loro sentimenti, le loro reazioni, i loro caratteri.
La ragazza scosse la testa nel dormiveglia, e farfugliò qualcosa.

-          Lo sapevi che parlo nel sonno?
-         L’ho imparato stanotte…

La ragazza si strofinò al petto del giovane con fare affettuoso, toccandogli la guancia.

-         Ho sempre sognato di avere un fratello come te.
 
Paul era disteso in silenzio,  era nervoso e non sentiva l’urgenza di mettersi a dormire.
John non era tornato, aveva dovuto cantare anche le sue canzoni. Ma cosa aveva da fare tutta la notte a casa di Lily? “Siamo solo amici” si, certo, ma va. Aveva mollato il gruppo mezz’ora prima di andare in scena, non solo non era arrivato non aveva neanche avvisato in nessuna fottutissima maniera.
Un pensiero malizioso gli disse che forse John era troppo occupato… Basta.
La rabbia non doveva sopraffarlo, John era suo amico.
Avevano parlato poco prima e non lo avrebbe tradito così oscenamente.

-Su dolce, dolcissimo Paulie ammettilo che muori per Lily.
 - Come mai ti interessa così tanto del tuo amico di serie b eh?
- Madonna quanto siamo permalosetti…
- Permaloso? PERMALOSO? Stuart di qua, Stuart di là… chi è che ti ha aiutato a suonare la chitarra? E non farmi parlar d’altro.
-Hai il ciclo per caso Paul?
-E’ che stavo accordando la chitarra ecco.
- A chi vuoi raccontarlo checca mestruata! Perché non ti fai avanti con lei?
-Non so se mi piace davvero…
- E’ carina, è intelligente… cosa le manca?
- Ecco, penso che forse Astrid potrebbe condizionare il mio parere. Forse non sono infatuato davvero.
- Il primo giorno però hai fatto il galante… Su avanti non sei mica vecchio, buttati.
-Dal balcone magari…
- Cosa ti blocca?
-Lei…

Perché doveva farsi tanti problemi? L’amava, forse dal primo giorno.
Non doveva porsi limiti,  era così semplice… amare.                                                                            

Paul si strofinò gli occhi, per un attimo si sentì immensamente vuoto,
poi si alzò meccanicamente mentre il suo raziocinio non aveva ben afferrato cosa stesse andando a fare.
Aveva afferrato il cappotto, quasi con foga,  sistemandosi i capelli con la mano destra mentre la sinistra era intenta ad estrarre delle chiavi dal cappotto di Ringo. 

Silenzioso in maniera pericolosa, uscì dal retro del locale, aggirò l’edificio e una volta trovatasi difronte l’automobile dell’amico l’aprì e vi saltò dentro. Non era del tutto lucido, ma poteva guidare fino a casa di Lily.
Non era troppo distante, i pensieri si affollavano nella sua mente.

Sarebbe piombato lì, disinteressato a quello che era successo poco prima e avrebbe parlato a Lily, una volta per tutte.
Dopo aver soggiogato le strade con il veicolo, come un cavaliere con la sua bestia, in modo da destreggiarsi girò con disinvoltura fino a inalberarsi tra le traverse silenziose e appena irrorate da fiochi riverberi del mattino.

Paul aveva da sempre un ottimo senso dell’orientamento, forse perché viveva in lui silenziosa la paura di perdere.
Doveva sempre sapere dove si trovava,  doveva orientarsi, altrimenti usciva pazzo. Una volta giunto alla squallida palazzina  tinta di un verde giallognolo, scese con veemenza dalla macchina e si buttò con una certa brutalità verso le scale. Quanti fottuti gradini c’erano? Faceva freddo ma stava sudando, quelle fottute scale sembravano infinite.

Fissò il passamano rotto in alcuni punti, poi alzò il volto verso la porta rossa che sembrava mangiucchiata.
Abbassò lo sguardo verso i suoi piedi, si sentiva un bambino.
Come quando correva da suo padre e aspettava in silenzio di sentirsi dire:

-Cosa c’è?

Ecco, lui stava aspettando che Lily aprisse la porta e dicesse “Sei venuto qui per chiedermi di fidanzarmi?”
Avanzò e bussò, deciso come non mai.
Il sonoro rumore di uno sbadiglio lo accolse nella realtà, e poi la soave voce del suo amico Lennon:

-Un minuto!

Attese, mentre il biondo apriva la porta con pigrizia.

-Castoro, che ci fai qui?
-Devo parlare con Lily.
-Ti sei deciso eh… adesso sta dormendo, non è stata una notte tranquilla.

Paul lo fissò con un misto di paura e stupore, strabuzzando gli occhi.

-John.. co- cosa?
-No no aspetta, castorino, non pensare male. Era un po’ triste, abbiamo parlato per ore sai.

Quella frase gli ricordò che doveva essere arrabbiato con John.

-  TU- LURIDO- STRONZO- CI- HAI- MOLLATO! La mia povera gola è a pezzi! E SAI PERCHE’? PERCHE’ HO DOVUTO CANTARE PER OTTO ORE DI FILA!
- Allora va a dormire così eviti di svegliarmi occhi belli.
-  STA ZITTO!-aveva detto infastidito dal nomignolo confidenziale usato per la ragazza
-Ssh, entra amore, fa silenzio ti do un po’ di camomilla.

Paul scosse la testa, entrando silenziosamente, poi si soffermò sulla ragazza.
Sembrava dormire profondamente nonostante le sue urla, posata teneramente sul giubbotto di John.
Ma poi la vide sbirciare di sottecchi, lui sorrise e si mise sulle ginocchia toccandole dolcemente la punta del naso,
piccolo e all’insù.

-Da quanto fai finta di dormire?-aveva detto John con fare quasi oltraggiato.
-Da quando ti ho detto se sapevi che parlavo nel sonno.
-Ad ogni modo ora vi lascio, te e polletto, due cuori e una catapecchia.

John si era incamminato e stava accostando silenziosamente l’uscio.

-John.. aspetta- aveva farfugliato la ragazza- il giaccone!

Ma lui fece finta di non sentire cominciando a fischiettare allegramente.

-Glielo porto io, devo parlarti.

-Su avanti dimmi..

Paul riflettè, doveva avere il fegato e il carisma.

- Vuoi sapere un segreto?- disse con una faccia ammiccante.

Lily sorrise, era una persona molto curiosa.

-Non lo dirò a nessuno.
- Ti amo.



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Bene, come reagirà Lily? Non pensate che sarà una decisione semplice.
Prossimo aggiornamento martedì o mercoledì.
forse la prossima volta ci sarà una piccola sorpresa!
scusate se c'è qualche errore, riguarderò.
Bye bye,
lasciatemi una recensione.
   
 
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