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Autore: Alyx    22/04/2013    3 recensioni
Camille non aveva mai pensato che cadere al di là di una sbarra le avrebbe procurato tanti problemi.
Non aveva mai pensato che la pazzia della sua migliore amica l'avrebbe fregata così.
Non aveva mai pensato, semplicemente, di innamorarsi di Louis Tomlinson.
***
Ecco perché aveva tanta fretta di andare all'aeroporto Alexis.
Due parole.
One Direction.
Ed ecco perché non me lo aveva detto: per quanto mi stessero simpatici quei tizi non avrei mai rinunciato alla mia dormita domenicana.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Are you brave enough? 

  Capitolo 13 
   Is this a date?




Alexis era sgusciata fuori dalla stanza di Louis quella mattina verso un quarto alle 8 per andare a scuola. 
Non aveva fatto nessun rumore ma mi ritrovai sveglia, con gli occhi spalancati nell'ombra con uno strana sensazione che mi rodeva lo stomaco. 
Non sapevo se fosse bella o brutta. 
-A cosa pensi?
Sobbalzai appena la voce roca di Louis mi raggiunse. Alzai lo sguardo verso di lui, verso il suo letto. Mi concentrai e riuscii a vedere i suoi occhi brillare nel buio. 
-Non volevo spaventarti.- si scusò. 
Scossi la testa. -Tranquillo. 
Scese un attimo il silenzio. 
-Allora? Come mai eri così pensosa?
Decisi che sarebbe stato meglio dirglielo. Nasconderglielo non sarebbe servito a nulla. Harry glielo avrebbe confessato comunque. 
-Harry mi ha invitata a uscire.- sussurrai, e quasi mi stupii di me stessa. Era successo davvero? 
Lo sentii agitarsi nel letto. 
-Mmh. Davvero? Quando?- la sua voce non faceva trasparire nessuna emozione. 
-Ieri sera. -raccontai. 
-E che gli hai detto?
-Ho accettato.- confessai in un bisbiglio appena udibile. Non mi sentivo in colpa, solo... Confusa. Incredula.
-Sono felice per voi.- disse serio. -Poi mi dirai come se la cava a letto. Tanto lo so che si sopravvaluta.- rise. 
-Louis!- esclamai notando però che la sua risata aveva qualcosa di strano. 
Mi alzai e aprii le tende che nascondevano quello che si preannunciava un altro piovoso giorno londinese. 
-Oh merda.- sentii dire alle mie spalle. 
Scattai all'indietro vedendo Louis che fissava il lenzuolo che avrebbe dovuto essere bianco. 
Una macchia rossa di sangue si estendeva all'altezza del suo ventre. 
Lo affiancai in un secondo scostandogli le coperte. La tunica era nello stesso identico stato. Istintivamente gli alzai l'indumento. Le bende che gli fasciavano il fianco erano spaventosamente vermiglie, intrise di sangue. 
Sbiancai. 
-Chiamo il medico. 
Louis mi afferrò il polso costringendomi a girarmi a guardarlo negli occhi. -Non ti agitare, non fa male. Non sarà niente di grave. Annuii sfuggendo dalla sua presa e correndo fuori dalla stanza.

***

Il dottore uscì dalla camera con la cartella clinica sotto il braccio. Scattai subito verso di lui. 
-Si rilassi, signorina.
-Come sta?
-La ferita dell'operazione non si era rimarginata bene. Ha perso del sangue, sarà stanco. Non lo faccia affaticare. Escluderei alcune visite per oggi. 
Annuii mentre il medico si allontanava. L'orologio segnava appena le nove del mattino e Niall mi aveva detto che lui e i ragazzi sarebbero arrivati verso le undici. 
Entrai subito. Louis era steso, pallido in viso e chiaramente dolorante. Mi sedetti accanto a lui e gli presi una mano. 
-Come va?- sussurrai. 
-Come se mi fosse passato sopra un rullo per asfaltare. Quel dottore ha la delicatezza di un scaricatore di sacchi di patate.- soffiò cercando di sistemarsi meglio.
Mi sforzai di sorridere. 
-Dovresti smetterla di preoccuparti sempre così tanto. Quanto tempo è che non dormi decentemente, Cam?
-Non tanto, tranquillo. 
-Hai delle occhiaie spaventose. Perché non ti appoggi qui?- chiese invitandomi accanto a lui. 
Titubante boccheggiai facendolo ridere. 
-Dai, vieni.- rise aprendo le braccia. 
Mi avvicinai a lui e mi ritrovai contro la sua spalla. -Come sei caldo.- mi lascia sfuggire. 
Louis rise. -Già. Perché non provi a dormire?
Scossi il capo. -Ti devo tenere d'occhio. 
Mi baciò tra i capelli. -Shh. Riposa. 
Chiusi gli occhi sentendolo accanto a me, sentendo la preoccupazione diminuire piano, sentendo scivolare via un po' di paura. 
-Solo dieci minuti.- raccomandai.
Louis mi strinse debolmente. -Dieci minuti. 

***

-Non credi che sia l'ora di svegliarla?- chiese una voce fuori dal mio campo visivo.
Non ci stavo capendo molto. Sapevo solo che ero comoda, al caldo, e che non dormivo così bene da giorni ormai. Tenni gli occhi chiusi ancora per un po' cominciando il conto alla rovescia per alzarmi. 
-Non dorme da tempo. Ti infastidisce vederla dormire, Hazza?- chiese quello che vagamente riconobbi come Louis, con voce insinuante, come se non fosse quello che realmente intendeva.
-Sai, anche tu dovresti dormire. Sei molto irritabile evidentemente.- ribatté Harry duro. 
Capii che la situazione avrebbe potuto aggravarsi avanti di quel passo così con enorme sforzo feci per alzarmi. 
-È proprio necessario tutto questo casino, idioti? Non sapete cosa sia il rispetto vero?- ironizzai. 
Feci finta di non badare che ero praticamente sdraiata su Louis e richiusi gli occhi portandomi le dita alle tempie e cominciando a girare in senso orario. -Mi farete venire il mal di testa...
Liam e Zayn risero.
-Ti sei svegliata!- disse Louis. 
-Ma va?! Non me ne sarei mai accorta senza il tuo aiuto, Louis. 
Lui alzò gli occhi al cielo. -Già. Ti sei svegliata. E stai meglio. Riesci a rispondermi con le tue solite frecciatine. 
Gli feci una linguaccia alzandomi e salutando tutti. Liam mi porse un bicchiere d'acqua che bevvi subito. Mi asciugai le labbra umide col dorso della mano. 
-Allora.- iniziai. -Avete parlato col dottore? 
-Non ancora.- fu Zayn a rispondere. 
Scossi la testa. -Vado io allora. Poi vado a casa. Alle sei Alex mi viene a prendere. 
-Io ho voglia di un caffè.- esordì Harry. -Qualcuno ne vuole? 
Niall e Zayn accettarono con piacere. Feci per uscire, seguita da Harry. 
-Bene. Torniamo subito.
Mi girai verso Louis che mi fissava con una strana espressione. Mi affrettai ad uscire. 
Una volta in corridoio presi la direzione opposta a quella di Harry che mi fece l'occhiolino; scossi la testa ridendo. 

***

Stavo per rientrare nella stanza quando, dopo aver parlato col medico che non aveva grandi novità. -Anzi mi aveva più volte ripetuto di non affaticarolo troppo e lasciarlo anche da solo qualche volta.- vidi venire verso di me la ragazza rossa, Maggie. 
Mi irrigidii all'istante. 
-Ciao.- mi salutò cordiale.
-Ciao.- ricambiai piuttosto impacciata. 
-Mi dispiace per ieri.- disse, poi mi tese la mano. Sembrava seriamente dispiaciuta. -Comunque, io sono Maggie. 
La strinsi. -Camille. 
Scese il silenzio. 
-Vorrei entrare, puoi spostarti?
-Maggie, Louis ha bisogno di riposo. Non puoi entrare oggi.- mi giustificai piano.
Mi guardò scettica. 
-Ah sì? E per te non vale questa regola vero?
-No, io...- cosa?! -Me l'hanno chiesto i ragazzi di tenerlo d'occhio. Ora... Ora me ne vado. 
Maggie rise glaciale. 
Portò una sua mano perfettamente smaltata sul mio petto e mi spinse contro il muro. 
-Senti ragazzina. Louis è il mio ragazzo. Non il tuo. 
Le scacciai il braccio di dosso, irritata. Che cavolo stava succedendo? Era per caso impazzita?
-Non ho mai detto che Louis è il mio ragazzo. Anzi, siamo solo amici. Se hai paura che possa tradirti sono problemi tuoi. 
-Non sono stupida, tesoro. Quella di ieri era una scenata di gelosia a tutti gli effetti. Tu sei innamorata di lui.- sibilò.
-Smettila!- alzai la voce, sentendo una sorda rabbia montarmi dentro. -Non sai niente di me. E anche se fossi la figlia della regina, non puoi entrare, intese?
-Che sta succedendo qui?
Harry era tornato, aveva poggiato i caffè su un tavolino e si stava avvicinando a me. Quasi sobbalzai quando lo sentii posare una mano sulla mia schiena. 
-C'è qualche problema?- chiese di nuovo.
Meggie sbuffò. -Diglielo tu che posso entrare. 
Il riccio scosse la testa. -Mi dispiace. Louis ha bisogno di riposo. Ordine dei dottori.
Le feci una linguaccia, ma lei non si arrese. 
-Sono la sua ragazza. Non posso nemmeno salutarlo?
-Lo faremo noi per te.- ribatté serio Harry. 
Meggie si accigliò e si strinse nel suo cappotto firmato. -Me la pagherete. Sopratutto te, Camille. 
Poi in tempo record di qualche secondo, girò sui tacchi e se ne andò. 
-"Me la pagherete. Soprattutto te, Camille."- le feci il verso allontanandomi dalla presa di Harry, irritata non poco. -Puttana.- sibilai.
Il ragazzo rise. 
-Non ridere! Non ha chiesto nemmeno come sta! Potrebbe essere morto per lei! Tanto le frega solo del suo amico al piano di sotto!
Harry fece passare il braccio sopra le mie spalle, riavvicinandomi a lui. -Lasciala perdere. Che ne dici di pensare alla nostra uscita? 
Arrossii. 
-Vengo a prenderti a scuola domani. A che ora finisci?- chiese sorridendo. Nonostante tutto ero lieta che avesse trovato il modo di distrarmi da quella rossa psicopatica.
-Domani devo assolutamente andare al lavoro.- risposi.
-Andiamo, prendi un giorno libero.
-L'ho già preso ieri. 
Harry sbuffò. -Allora vieni a cena con me. 
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Cena?! Piano, piano, piano!
-Cosa?
-Alle sette e mezzo sotto casa tua. 
-Ma...- tentai di protestare.
-Niente ma.- mi interruppe Harry baciandomi a stampo sulle labbra. 
Fu una sensazione strana ma mi piacque. Mi sentivo che se il mio cervello andasse a rallentatore. Troppe cose in troppo poco tempo. -O-kay. Devo vestirmi elegante?
-Non troppo. 
Risi. -Ma che risposta a caz-
Harry mi tappò la bocca ancora. Poi scivolò via ed entrò nella stanza di Louis, afferrando al volo i due caffè, lasciandomi interdetta in mezzo al corridoio.
-Camille.- mi chiamò Liam. -Ti è squillato il cellulare. 
Mi riscossi ed entrai. 
Una chiamata persa: Hiram
Uscii di nuovo quasi scontrandomi col carrello del pranzo e premetti il tasto di chiamata. 
-Tu non farti mai sentire eh!- inveì mio fratello senza nemmeno salutarmi.
-Hiram, scusa! 
-Quel ragazzo ti ha completamente infatuato!
Arrossii. -Che ragazzo? Chi t'ha detto...?
-Quello famoso che piace ad Al. Mi ha un po' aggiornato sulla situazione visto che tu non lo fai. 
Sbuffai. -Alexis me la pagherà.- Borbottai scatenando l'iralità di mio fratello. -Comunque, -ripresi- hai chiamato solo per questo?
-No ovviamente. Per papà. 
Grugnii. Sempre dritto al punto lui. Hiram non sapeva cosa fosse il tatto.
-Ha detto che ha parlato con mamma e che sei arrabbiata con loro perché non verranno. 
-Tu non lo saresti?
-Lo sono, ma in genere non glielo dico in faccia. Capisco che non si divertono a non vederci. 
-Che c'è Hiram?- lo incalzai. -Mi hai chiamata per farmi la ramanzina? 
-Affatto. Solo per dirti che ho detto loro di andare pure a fare in culo e che non saremo noi a venire stavolta. 
Sorrisi. -Grazie. 
-Prego. Credo che troveranno il modo per liberarsi da alcuni impegni. Poi un'altra cosa. Quando torni a scuola? Alcuni professori si stanno preoccupando. 
Mi strinsi nelle spalle. -Domani rientro, tranquillo. 
-Ok. Perfetto. Ah! Oggi sono fuori con Taylor. 
Ghignai. -Dura così tanto con lei perché non te l'ha ancora data?
Mio fratello fece un verso di scherno. -Simpatica. 
-Già. 
-A dopo, Miss Simpatia. Torni oggi pomeriggio vero?- suonò quasi come un'accusa. Risi.
-Oui, però Alex viene a prendermi alle sei. Andiamo in stazione a prendere Hayley. 
-Quella scozzese?- si informò Hi.
-Lei. 
-Mmh, carina. 
-Hiram, ti ricordo che sei fidanzato. 
-Già. Che stana sensazione.
Rimani interdetta da quella frase. 
-Be', a dopo sorella. 
-Ciao. -lo salutai ma Hiram aveva già riattaccato.

***

Presi giubbotto e borsa e mi avvicinai al letto di Louis. -Ciao.
Mi chinai per baciarlo sulla guancia. 
-Torni domani?- mi chiese.
Lanciai un'occhiata veloce ad Harry che sperai fosse passata inosservata. -Non so se ce la faccio. Dopo scuola devo andare al lavoro e poi...- mi interruppi.
-Poi?- chiese sospettoso. 
-C'è a cena Hayley da me. 
-Oh.
Mi fece male vederlo così deluso. 
-Ti chiamo. Te lo prometto. 
Louis annuì e mi sporsi per dargli un altro bacio. 
Uscii salutando tutti gli altri e aprii l'ombrello. Come al solito pioveva. 









Angolo dell'Autrice:
Sì, sono in ritardo. 
No, non per colpa delle Little Mix. 
Ieri mi sono persa via. Ho riletto una saga assurdamente bella, dopo aver visto il film in tedesco non esistente sottotitolato -No, non so il tedesco. Vi lascio immaginare che agonia.- ed ero immersa nel mio mondo di favole e brodo di giuggiole. (Fra parentesi la saga è la Trilogia delle Gemme, -Red, Blue e Green- di Kerstin Gier. È una cosa stupendamente magnifica e ve la consiglio tantissimo. Non esagero quando faccio riferimenti al mio cervello in brodo di giuggiole.) 
In più nel frattempo ho il cervello partito per la tangente, mi faccio un sacco di film mentali che cerco di trasformare un fan fiction. Quindi sono giustificata, e non c'è bisogno della firma dei genitori. 
Vedete come sto farneticando? Meglio che me ne torni nel mio mondo bellissimo che mia madre odia perché mi manda in pappa il cervello, e vi lasci. 
Già. Forse è meglio. 

Grazie mille per le recensioni e mi sento terribilmente in colpa visto che non vi sto rispondendo, ma come vi ho spiegato sono fuori ultimamente. 
Un giorno mi rimetterò in pari, ve lo prometto. 
Tra l'altro ho quasi finito i capitoli scritti di questa storia e sono nel panico più totale perché non sto scrivendo niente :D
Yeah, come sono ... Pessima. 
Okay, basta. 
È stato bello conoscervi. Me ne torno nel 700 a ballare il minuetto con Gideon. Credetemi, ne vale la pena. 
Grazie grazie grazie come sempre. Un bacione, 
Ali :)

   
 
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