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Autore: xzaynsmeches    22/04/2013    2 recensioni
E se Harry frequentasse l'Università?
E se fosse pazzamente innamorato del suo professore?
E se il suo professore fosse proprio Louis?
(attention: Larry on stage)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alcuni sorrisi soddisfatti, bronci e commenti offensivi sussurrati, perfino alcune lacrime di delusione a solcare i volti di qualche sfortunato. Questo era quello che riusciva a scorgere Harry da sotto la massa informe dei suoi ricci, la testa rivolta verso il basso, per paura che qualcuno si accorgesse del suo imbarazzo. Dal suo banco osservava compagni tornare ai loro posti dopo la consegna dei tempi di epica inglese.
Tutti tranne lui. Lui non era stato chiamato alla cattedra.

'Che figura di merda' continuava a mormorare, mentre pensava alla facciata del suo tema, completamente bianca, nemmeno un segno d’inchiostro a rovinarla, come uno stato di quiete. Strano, decisamente strano. La quiete non rispecchiava di certo l’Harry degli ultimi due mesi:
l’Harry indeciso,
l’Harry imbarazzato,
l’Harry confuso.
Non credeva di poter provare quelle sensazioni prima di Louis. Non si era mai definito timido, o impacciato. Lui era Harry Styles, l’impulsivo, quello che agiva senza pensare, quello che faceva ciò che gli andava di fare. E poi era arrivato lui. Che con il suo sorriso malizioso e il suo sguardo deciso aveva spazzato via tutte le sicurezze di Harry. Ad attirarlo erano forse l’aria sicura e la consapevolezza di non aver ancora trovato il posto giusto, ma di potersi godere ciò che avveniva nel mentre. Così si era ritrovato improvvisamente in un vortice di pensieri tutti rivolti a lui, le gambe tremanti e la consapevolezza di essere stato spazzato via dal suo mondo di sicurezze. Ora Harry era solo un ragazzino timido in balia della sua cotta smisurata.

A distrarlo e a riportarlo alla sua confusa realtà fu solo il suono fastidioso della campanella.
Tutti si avviarono frettolosamente verso l’uscita, appena dopo aver raccolto le loro cose. Anche Harry fece per uscire quando
Ragazzino?’ Fu la voce di Louis a richiamarlo.
‘Dice a me?’ Borbottò Harry in preda all’imbarazzo.
‘Vedi qualcun altro, per caso?’ Domandò lui, con un chiaro tono d’ironia e un ghigno fin troppo divertito.

–Giusto, stupido Harry –

‘Ecco io..ehm..no’
‘Allora siamo in due! … Styles, volevo parlarti del tuo tema. Sai, è un troppo … “minimalista”, per i miei gusti’ e si lasciò sfuggire un accenno di risata.
Harry arrossì all’istante, non sapendo che dire. Era una situazione fottutamente imbarazzante. Così, dopo qualche minuto di silenzio il suo professore riprese la parola.
‘Pensavo… non mi va di rinunciare ai miei ultimi giorni di ferie ad Agosto per far recuperare a qualche ragazzino la mia materia, però non potrei di certo lasciarti passare, visto la tua media. Perciò mi sono chiesto se volessi prendere delle ripetizioni di epica e letteratura inglese’
Harry si sentì terribilmente stupido, così
‘Veramente io non credo di avere abbastanza soldi per permettermi delle ripetizioni’ esordì tutto d’un fiato.
‘Soldi? Quali soldi? Ragazzino, non ti chiederei mai dei soldi per ripeterti il mio programma’ affermò Louis con una debole risata.
‘Lei? Cioè… vuole darmele lei? Lei vuole darmi personalmente delle ripetizioni?!’
‘Oh, vedo che hai afferrato il concetto, era ora!’
Harry, se possibile, arrossì ancora di più, stringendosi nelle spalle. Avrebbe voluto rimpicciolirsi sempre di più fino a sparire, aveva fatto di sicuro una delle sue pessime figure, lasciando trasparire il suo stupore. Insomma, Louis Tomlinson che dava ripetizioni private a lui? Inconcepibile, assolutamente inconcepibile. Lo desiderava? Certo che sì.
‘Oh, è okay’ furono le uniche parole che riuscì a pronunciare –Stupido Harry, stupido-
‘Allora cominciamo domani, alle 15:30, alla biblioteca dell'Università. Ciao, ragazzino’
‘Arrivederci’ riuscì appena a sussurrare, sicuro che Louis non l’avrebbe sentito, mentre lo osservava allontanarsi con la sua borsa a tracolla.

Ragazzino-  era l’ennesima volta che il suo professore gli dava quel nomignolo, e doveva dire che lo trovava tremendamente … sexy, quando era lui, con la sua voce acuta e le sue labbra fine a pronunciarlo. Stava ancora cercando di realizzare cosa fosse appena successo ma tutto ciò che gli vorticava per la mente era solo un ‘tu, Louis, soli’.

Così, con le gambe molli e lo sguardo perso, si avviò fuori dall’aula, non riuscendo a crede a ciò che era appena accaduto.
 

****************

Il riccio non aveva mai amato particolarmente le feste per universitari, soprattutto quelle troppe affollate e rumorose, ma voleva riuscire a non pensare, anche solo per un momento, a Louis. Per questo, alle 23:45 di quella sera, si ritrovava già sbronzo, nel giardino con tanto di piscina di un’anonima villetta inglese, almeno nove volte più grande della sua casa ad Holmes Chapel, con una tipa avvinghiata a sè e una sbronza senza precedenti. Si erano scambiati un'infinità di baci, ma Harry non riusciva a togliersi quell’unico pensiero fisso dalla mente nemmeno quando si ritrovava la lingua di quella ragazza in gola.
Louis.
Louis.
Louis
.

-Che idiota-
Non riusciva a non pensare a come sarebbe stato assaggiare le labbra di Louis, lasciare scie di baci bollenti lungo tutto il profilo della sua mascella e poi giù, fino al suo collo abbronzato e alle sue clavicole spigolose. Magari sollevare la sua maglia trasparente ed accarezzare i suoi addominali pronunciati, sfiorare la sua spina dorsale fino alla fine, stringere il suo didietro attraverso la stoffa dei suoi pantaloni fin troppo aderenti..
‘BASTA’ urlò Harry senza rendersene davvero conto, staccandosi improvvisamente dalla biondina di poco prima, che lo guardava con aria confusa, allontanandosi col suo drink mezzo vuoto verso un altro ragazzo, spandendo il poco aperol rimasto sul prato.
Così, senza pensarci troppo, Harry arrancò tra le persone sudate, il rock’n roll e l’odore di birra e sesso, fino a raggiungere la porta di quell’enorme posto e avviarsi a piedi nudi verso casa, troppo sbronzo anche solo per  ricordare dove aveva lasciato le sue scarpe da centoventitre sterline.
 

**********


Due occhiaie viola troneggiavano sul volto assonnato di Harry la mattina dopo, mentre cercava di infilarsi i jeans beige, dato che i suoi preferiti riportavano un enorme chiazza che puzzava d’alcool, che non ricordava nemmeno d'essersi fatto. Come d'abitudine, arrivò con un ritardo di ben ventun minuti rispetto all’orario delle lezioni. Veramente, non avrebbe fatto alcuna differenza se quella mattina fosse rimasto a crogiolarsi tra le coperte ancora per qualche ora: Harry non aveva prestato attenzione neanche a una singola parola dei discorsi noiosi dei suoi insegnanti, troppo emozionato e preoccupato a pensare a quello che sarebbe successo di lì a poco con Louis. La sua testa era affollata dai pensieri più svariati. Doveva dare al suo professore del ‘tu’ o del ‘lei’? Sarebbe bastato un ‘ciao’ o si addiceva di più alla situazione un formale ‘buongiorno’? Doveva slacciare il primo bottone della camicia o tenerlo chiuso? Aria disinvolta o interessata? Aveva spento il gas in cucina? Aveva portato con sè le chiavi di casa?
Era questo che succedeva a Harry quando si soffermava troppo a pensare. Lo sapeva, lo aveva sempre saputo che vagava troppo con il pensiero, che costruiva discorsi e logiche insensate e alla fine non concludeva niente.

I suoi pensieri lo accompagnarono fino alle 15:29 di quel pomeriggio, quando si fermò davanti alla porta della biblioteca indeciso se entrare o aspettare ancora qualche minuto, per non dare l’idea di essere troppo ansioso di vedere il suo professore. Quando si decise, con le gambe molli e le dita a torturarsi tra loro, Harry varcò l’entrata della biblioteca, cercando di scorgere Louis, ma nessuno lì dentro poteva nemmeno lontanamente somigliargli.  Qualche suo compagno di corso, due ragazzi dell’ultimo anno, un gruppo di ragazzini più piccoli, la vecchia bibliotecaria che sistemava dei libri leggendo i titoli da sotto gli occhiali posati sul naso, ma di Louis nemmeno l’ombra.

-E’ presto, è ancora presto, Harry – si costrinse a pensare.

Allora si diresse verso i tavolini più appartati in fondo alla sala e nascosti in buona parte dagli scaffali, sedendosi in una di quelle sedie dall’aria vissuta e aspettando fino a che non avesse visto il suo attraente professore d’inglese fare il suo ingresso in quella noiosissima biblioteca.
Dopo appena cinque minuti pensava che non sarebbe venuto.
Dopo quindici ne era quasi certo.
Ventun minuti dopo l’orario prestabilito Louis non era ancora arrivato, così, il riccio, si decise ad alzarsi sospirando.

Proprio mentre raccoglieva la sua borsa un Louis trafelato entrò quasi di corsa in biblioteca, col fiato corto, i capelli spettinati, la cravatta slacciata e la camicia in parte sbottonata. Ma, ciò che attirò più Harry, fu forse la zip dei pantaloni abbassata, o l’enorme succhiotto sulla parte destra del collo.
Ti ha fatto aspettare tutto questo tempo per scoparsi chissà chi- poi i suoi pensieri lasciarno posto ad una sorta di eccitazione, che gli fece soltanto desiderare di essere lui stesso il fautore di quell’angolo di paradiso che tutti usavano solitamente sminuire, chiamando ‘Professor Tomlinson’. Sì, avrebbe davvero voluto appenderlo al muro e baciarlo, toccarlo, assaggiarlo ovunque. Ma l’unica cosa che riuscì a fare fu arrossire.
‘Oh, grazie di avermelo ricordato, avevo scordato di chiudere la zip’ Davvero l’aveva fatto? Gli aveva fissato il rigonfiamento nei pantaloni?!
-Idiota, sei un idiota Harry, un grande idiota, un idiota di proporzioni bibliche-
‘Veramente io..’ tentò.
‘Aah, niente imbarazzo, non perdiamo tempo. Ho degli.. impegni, più tardi’ ecco il suo sorriso malizioso.

'Si, scusi’ il mormorio appena udibile di Harry.
‘Oh, avanti, dammi del ‘tu’, ragazzino. Mi fai sentire vecchio! In fondo quanti anni avremo di differenza? Quattro? Cinque? Potresti essere il mio amante’ e una risata, una risata fin troppo maliziosa perchè le gambe di Harry continuassero a reggerlo.

-Amante? Ha davvero detto amante? No, basta con le seghe mentali, Harry – eccola, la sua fastidiosa coscienza sempre pronta a intervenire e a smontare i suoi castelli costruiti per aria.
‘Possiamo iniziare?’ ancora la voce di Louis a interrompere i suoi pensieri, evidentemente si era soffermato sulle sue parole fissando un punto a caso nel vuoto, di nuovo.
‘Oh, si, certo, come vuole lei. Ehm, tu, tu, come vuoi tu. ’



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ello pippol! :)
ecco il secondo capitolo di questa ff. spero davvero non faccia troppo schifo, lol.
beh, che dire? da questo capitolo comincia la vera e propria storia, e i rapporti sempre più stretti tra Louis e Harry! Si vede già un Harry geloso e un po' deluso per essere stato 'abbandonato' da Louis, che allude stranamente alla parola 'amante' eheh ouo
Ringrazio le 11 seguite e la recensione allo scorso capitolo, spero che anche questo vi possa piacere :) a presto
baci xx



p.s. crediti per il banner a @hjsdjmples che si è offerta per creare questa meraviglia dnjks, a voi piace? io lo adoro!

  
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