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Autore: sweet_hyra_97    22/04/2013    1 recensioni
[Questa fanfiction ha partecipato al contest "Opzioni per 4 gusti... +1" di Eloise_Hawkins.]
E sarebbe stata con Ted fino alla fine dei suoi giorni: con lui avrebbe affrontato tutto, ne era sicura, anche la propria famiglia, se era necessario, perché per una volta nella vita voleva fare le sue scelte. E nessuno gliel’avrebbe più impedito.
|Probabile Ooc, lascio il giudizio finale a voi|
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 2

Il giorno successivo, per Andromeda, passò molto in fretta, e dopo una difficile lezione di Trasfigurazione, uscì dall’aula per andare alla Sala Grande per il pranzo. Quando entrò, la sala non era ancora piena, però notò che Ted era già seduto al proprio tavolo e che stava parlando con degli amici.
Controllò che non fosse ancora arrivata Bellatrix, e per sicurezza anche la sorella minore, Narcissa, e dopo essersene accertata, si diresse verso il tavolo dei Tassorosso: moriva dalla voglia di salutarlo.
Ted si accorse che Andromeda si stava dirigendo verso di lui, quindi fece un’espressione un poco preoccupata, per sostituirla con una felice.
«Ted...» esclamò Andromeda, non appena arrivò davanti al ragazzo.
«Ciao!» rispose lui, sorridendo.
Dal tavolo dei Tassorosso, in pochi secondi, arrivarono dei commenti di stupore, alcuni tra i quali erano:
«Ma quella è una Black!»
«Che ci fa qui una Serpeverde?»
«Cosa vuole da Ted?»
«Non ci ucciderà, vero?»
Andromeda li aveva sentiti tutti, i commenti, e le davano un po’ di fastidio, ma fece finta di niente: era andata lì per salutare Ted, si diceva, e non per dare retta a degli stupidi che non sapevano nulla di lei.
«Volevo venire a salutarti... Ma vedo di non essere gradita qui!» esclamò quindi a bassa voce per non farsi sentire dagli altri, ma abbastanza alta perché Ted riuscisse a sentirla.
«No! Ma che dici?» disse Ted, messo un po’ a disagio dalla situazione che si stava creando.
«Vabbè, niente... Ciao.» Andromeda fece per voltarsi ed andarsene, ma Ted allungò un braccio e la fermò, non permettendole di andarsene.
«Che dici se...» Ted si prese una pausa alcuni secondi, facendo finta di pensare a cosa dire « Se domani andiamo assieme ad Hogsmeade? Così mi faccio perdonare! ».
Andromeda era rimasta senza parole alla proposta di Ted: non se l’aspettava, ma in cuor suo lo sperava, segretamente, anche se sapeva che rischi correva e in quel momento voleva proprio rischiare.
«Certo che vengo!» esclamò immediatamente, era come un sogno che si avverava.
«Ok! Allora domani ti aspetto davanti il portone del Castello!» rispose lui.
«Adesso però devo andare veramente che sta arrivando mia sorella Bella.» disse Andromeda, indicando la porta della Sala Grande con la testa.
Lui annuì e lei, prima di girarsi del tutto, sussurrò un “Ciao” dolcemente.
Quando Andromeda fu abbastanza lontana, un ragazzo seduto accanto a Ted si girò e lo guardò negli occhi, per poi dirgli:
«Vedo che hai fatto colpo!»
Ted si limitò a sorridergli, ma era un sorriso triste.
Nel frattempo Andromeda era già arrivata al tavolo dei Serpeverde, in contemporanea con Bellatrix e Narcissa.
Narcissa era la più piccola delle sorelle, andava al secondo anno ed ovviamente era pure lei Serpeverde: era molto diversa delle sorelle, in tutto. Era bionda, poco più alta delle altre due, nonostante fosse la più piccola e aveva occhi chiari.
Quando tutte e tre furono arrivate al tavolo, Bellatrix si limitò a guardare le altre due; Narcissa invece, attirò l’attenzione di Andromeda chiamandola perché, nonostante fosse con loro, sembrava distratta da qualcos’altro, e l’aveva capito: aveva uno sguardo piuttosto vuoto e perso nei pensieri.
«‘Dromeda! C’è qualcosa che non va?» disse quindi.
Andromeda alzò la testa e la guardò, per poi sorriderle.
«Non ti preoccupare, non è niente: sono solo un po’ stanca.» la rassicurò, guadagnandosi un’occhiataccia da Bellatrix. Narcissa le sorrise a sua volta, poi si sedettero, poiché il tavolo era già imbandito, e iniziarono a mangiare.
Dopo aver pranzato, Andromeda corse direttamente in Sala Comune e preparò i libri per le ultime lezioni del giorno, poi uscì per dirigersi a lezione. Passò il pomeriggio tra aula di pozioni, serra e di nuovo Sala Comune, dove fece tutti i compiti che poté per la settimana successiva, guadagnandosi la libertà assoluta per i prossimi giorni. Appena finì, guardando l’orario e notando che era piuttosto tardi, decise di andare a dormire: non cenò nemmeno, quella sera.
Quando si svegliò, Andromeda era raggiante: già pensava e fantasticava a quanto sarebbe stata splendida quella giornata, la prima volta che usciva con un ragazzo a sua scelta, la prima volta che usciva con Ted. Era pure la prima volta che si sentiva veramente felice... Anche se temeva la reazione di tutta la sua famiglia se l’avesse saputo, anche se sapeva che Bellatrix non le avrebbe permesso poi di farlo un’altra volta.
Si preparò velocemente, facendo più attenzione del solito all’abbigliamento, anche se dopo si accorse che, nonostante tutto, non importava: doveva comunque indossare la divisa scolastica sopra.
I capelli li sistemò in un’elegante coda di cavallo, i ricci che le ricadevano morbidi sul collo alto del maglione che fuoriusciva leggermente dalla divisa.
Andromeda aveva un sorriso smagliante quella mattina, e nulla avrebbe potuto scalfire quell’espressione di pura felicità dal suo volto. Non sapeva nemmeno lei come descrivere quella felicità che l’aveva tanto presa dal giorno prima, che le stringeva lo stomaco fino a farle passare la fame, a farle desiderare che il momento arrivasse velocemente. E quasi pensava che non fosse solo per il fatto che usciva, perché per quanto le riguardava, usciva sempre: attribuiva tutto quell’insieme di emozioni a Ted, l’aveva quasi ritenuto colpevole, ma allontanò quel pensiero per tornare a quello principale, l’uscita con il ragazzo.
 Sistemò gli ultimi dettagli, meno importanti ma per lei, in quel momento, decisivi, e si diresse in Sala Grande per fare una veloce colazione, per quanto lo stomaco glielo permettesse. Arrivata davanti al portone, notò che ancora in pochi erano svegli e rivolse un veloce sguardo al tavolo dei Tassorosso, per vedere se Ted era già arrivato: lo trovò subito, quindi si tranquillizzò, mentre una nuova emozione si insinuava dentro lei, facendola rabbrividire leggermente.
Sedutasi al tavolo dei Serpeverde, guardò con l’acquolina in bocca tutte quelle delizie che apparivano davanti ad una ad una, ma si rese conto che non sarebbe riuscita a mangiare più di tanto; prese solo un bicchiere di latte, come di consuetudine, e un croissant alla crema.
Poi prese la borsa che aveva poggiato sulla sedia accanto e si alzò, dirigendosi al portone d’ingresso per aspettare Ted dove, si accorse, c’era più gente che nella Sala Grande: mentre aspettava, controllò bene che Bellatrix non fosse in mezzo a quella folla, poi, dal nervosismo, iniziò a lisciare la divisa, pensando che fosse tutta piegata quando più ordinata di com’era non poteva essere.
Improvvisamente sentì una mano posarsi delicatamente sulla sua spalla, facendola sussultare dallo spavento; girandosi, trovò davanti il suo viso il petto di Ted e il suo cuore perse un battito. Alzò lo sguardo, allargò il sorriso e arrossì leggermente, quindi lo salutò.
«Ciao Ted. Come stai?»
«Bene, grazie. Andiamo?» rispose solamente il ragazzo e Andromeda annuì.
Così si misero in fila dietro il portone, pregando che Gazza facesse veloce con quei controlli e li facesse uscire subito.
  
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