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Autore: Bale    24/04/2013    1 recensioni
"E’ incredibile. Sono passati talmente tanti anni che quasi avevo rimosso dalla mia mente la storia con lui. Eppure sembra non essere passato nemmeno un giorno. Ci comportiamo normalmente, come sempre. Come allora"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E’ finita. La giornata è finita.

E’ stata più dura del solito arrivare alle cinque del pomeriggio.

Edoardo mi aspetta a casa ed io non vedo l’ora di abbracciarlo.

Stamattina, a colazione, mi ha detto che rimarrà a Siena ad occuparsi del suo nuovo ristorante.

Per la prima volta, da quando ero una ragazzina, sento di avere un futuro. Riesco quasi a intravederlo in lontananza. In fondo non c’è molto da sapere. Il mio futuro è con Edoardo e niente e nessuno potrà portarmelo via. Realizzerò i miei sogni e non è una cosa facile di questi tempi. Dopotutto basta una persona accanto e tutto diventa semplice. Siamo degli esseri imperfetti e possiamo diventare completi solo grazie all’amore.

Afferro la borsa e, dopo aver salutato i miei colleghi, esco dalla filiale.

Resto un po’ spiazzata quando vedo Edoardo dall’altro lato del viale. Tiene un bouquet di rose rosse nella mano destra. L’altra è nella tasca dei pantaloni. E’ appoggiato al muro con un piede sollevato da terra. Sembra una statua. E’ perfetto. E’ bellissimo.

Sorrido e gli vado incontro.

Lo stringo forte, poi lo bacio sulle labbra.

Lui risponde al mio bacio e al mio abbraccio con ardore. Sento che gli sono mancata.

Dopo un po’ si allontana e mi sorride. Mi porge il bouquet e io lo afferro soltanto dopo diversi istanti. Sono un po’ confusa. Non sono abituata a ricevere fiori. In realtà non sono abituata a ricevere tutte queste attenzioni.

Sento il suo sguardo su di me mentre osservo estasiata i fiori. Sono delle rose rosse. Non riesco a contarle. La mia mente è annebbiata, annebbiata da lui.

Torno a guardarlo e trovo il suo sguardo dolce. Non ho mai visto nulla di più bello.

-Facciamo due passi?-   mi chiede dopo diversi istanti di silenzio.

Io annuisco.

Ci incamminiamo lungo il Corso. C’è moltissima gente, ma io ho occhi soltanto per lui.

Raggiungiamo Piazza del Campo, ma non scendiamo. Proseguiamo fino al Duomo.

Ho sempre amato il Duomo. Non ci sono mai troppi turisti. E’ una zona tranquilla, poco frequentata. Eppure è magica, come il resto della città. Forse anche di più.

Ci sediamo sulla scalinata. Io sul gradino più basso, lui su quello più alto. Si posiziona dietro di me e mi cinge la vita con le braccia.

-Pensavo di cenare al ristorante stasera-   mi dice poi.

-Ok-   rispondo distrattamente, analizzando le rose   -Quale ristorante?-

-Il mio-

Mi volto a guardarlo stupita. Lui sorride.

-E’ finito-   mi comunica   -E’ pronto, ma l’inaugurazione è prevista per venerdì prossimo-

-E allora?-  

-E allora ho chiesto al cuoco che ho assunto di venire a preparare una cena di prova, tanto per essere sicuri della scelta fatta-

Ridacchio, poi mi fingo offesa.

-Una cena di prova?-  dico prima di cominciare a picchiarlo con il bouquet   -Mi usi come cavia?-

Lui ride e mi blocca le mani.

-Così rovini le rose-    dice prima di depositarmi un bacio sulle labbra mentre ancora mi tiene ferma dai polsi.

-Sei un ruffiano-   lo accuso.

Torno a voltarmi.

La piazza è vuota e sta diventando buio. Ci incamminiamo verso il ristorante dove troviamo una tavola già pronta. Ci sono dei fiori e persino le candele.

Un cameriere ci raggiunge e mi aiuta a sedermi.

Edoardo gli fa un cenno con la mano. Credo voglia dire che possiamo cominciare.

Poco dopo, infatti, arriva il primo, poi il secondo.

Io sono così felice che bado poco a ciò che sto mangiando.

In generale sono il tipo di ragazza che preferisce una bella pizza alla napoletana, ma so apprezzare anche i sapori più sopraffini.

Durante la cena chiacchieriamo molto. Edoardo si scopre sempre di più, rivelando cose di lui che io non immaginavo nemmeno. Dopotutto non lo vedo da quando era un ragazzino. Nel frattempo è cresciuto, è normale. E’ diventato un uomo, un bellissimo uomo.

Non riesco a trattenere un leggero risolino quando arriva il dessert. E’ una sacher.

-Non sono sicuro che ci stia bene con il resto della cena, ma so che ti piace-   mi comunica divertito.

Si ricorda che amo la Sacher? In realtà amo il cioccolato in generale e non avrei mai creduto che lui lo ricordasse ancora.

Spalanco la bocca stupita, lui mi fa segno di assaggiarla.

Prendo il primo boccone e lui approfitta della mia distrazione per estrarre qualcosa dalla tasca della giacca e appoggiarla sul tavolo.

E’ una scatolina blu e il mio cuore inizia a fare le capriole al solo sospetto di quello che può contenere.

Attende con pazienza che io mandi giù il boccone, poi la apre.

Contiene esattamente ciò che temevo: uno splendido anello.

Il brillante emana una luce incredibile ed io resto abbagliata da così tanto romanticismo.

-Voglio sposarti-   mi comunica fiero.

Poco dopo si avvicina a me appoggiando i gomiti sul tavolo. Credo stia cercando di scrutare bene la mia reazione.

-Ne sei sicuro?-   chiedo senza guardarlo negli occhi.

Lo so, sto rovinando il momento, ma non mi piace vivere con i rimorsi.

-Certo-   risponde senza esitazione.

-Stavi per sposare un’altra solo due settimane fa-

-Ma non ho mai smesso di amare te-

Ha la risposta pronta, devo dargliene atto. Mi sembra sicuro di quello che fa, sicuro di sé e soprattutto di noi.

-Ti ho amata dal primo momento-   dice alzandosi in piedi e venendo verso di me.

Si inginocchia ai miei piedi e mi prende la mani, poi prosegue:

-Ti ho amata quando avevi l’apparecchio ai denti e i capelli crespi, quando passavi le nottate a studiare, quando mangiavi quelle fastidiosissime gomme alla fragola, quando mi hai insultato, quando mi hai reso felice. Ho amato tutto di te, anche il lato peggiore. Ti ho amata allora, ti amo adesso, ti ho amata sempre-

Una lacrima scende sul mio viso.

Avevo ragione: è diventato un uomo. Un uomo meraviglioso.

-Provo lo stesso anch’io-   riesco a farfugliare prima di baciarlo    -E comunque hai ragione: avevo dei capelli inguardabili-

Mi lascio cadere tra le sue braccia e, mentre siamo seduti sul pavimento, sento di essere felice. Ho tutto. Tutto quello che una donna possa desiderare.

-Sposami-   ripete lui dopo un po’.

Si solleva leggermente e afferra l’astuccio con l’anello dal tavolo. Me lo infila e mi sorride.

-Ti sposo-   rispondo io tra le lacrime.


   
 
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