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Autore: golden memories    24/04/2013    1 recensioni
jo ragazza introversa da i capelli rossi è costretta a partire dalla zia . La sua vita che fino a quel momento era stata piana di dolori e di sofferenze cambierà con un'incontro magico con un ragazzo...
storia scritta da Giulia e Ilaria ideata da Giulia. Buona lettura.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Image and video hosting by TinyPic                                                                    capitolo 1.

-Stai attenta alle ortiche , ai cani e tieni ben stretti i soldi che ti ho dato! Non farti sgridare
troppo da tua zia capito Josephine?- Disse la Signora Holden all’odorata figlia Josephine.
Quest’ultima doveva partire, il padre era stato chiamato al fronte e lei era stata mandata in
campagna dalla zia per i due mesi successivi .
-Si, si madre, Jo soltanto Jo- Le ricordò Jo mentre la madre le aggiustava il colletto della
 camicetta a righe.         
-Mi mancherai tesoro-
-Anche tu mi mancherai madre- La Signora lasciò la figlia salire sul treno ingrigito dal tempo.
La ragazza si affacciò all’entrata del vagone a destra, un signore si offrì di portarle la valige fino
alla prima cabina libera, l’uomo si congedò con un cenno del capo accompagnato da un
grande sorriso. Finalmente Jo era sola, si prese un po’ di tempo per guardarsi intorno, la
cabina era piccola dei colori rame e bronzo, i sedili erano rivestiti da un cuscinetto di pelle
 rossa e le rifiniture di porte a finestre erano in legno intagliato. Era sicuramente un bel treno,
si convinse Jo, perché ci avrebbe passato l’intera giornata.
Si affaccio dal finestrino per vedere la madre che se stava li vicino al treno con gli occhi
imperlati dalle lacrime –Non vi rattristate sarò di ritorno prima che voi riusciate a dire guerra-
La consolò una volta si fu avvicinata –C’è una cosa che ho dimenticato di dirti cara- Cominciò
la madre appena il treno cominciava a partire –C’è un Signore che abita vicino tua zia, ha un
nipote che alloggerà l’ha durante l’estate, non sarebbe male avere un promesso sposo in
 questi tempi duri- Il treno cominciò a muoversi –Non fare della nostra separazione un motivo
per maritarmi,madre. Quando sarò pronta lo farò- Il treno ormai era in corsa le due si
salutarono ondeggiando tradizionalmente il fazzolettino bianco al vento. Una volta fuori dalla
stazione Jo si poté sedere senza seguire nessuna regola di educazione con un tonfo goffo ma
necessario per sottolineare il suo risentimento non aver accettato di partire lontano dalle
sorelle, fu il rumore del vetro che sbatteva a distrarla dai suoi pensieri –E’ permesso? Mi spiace
recarle disturbo ma sono tutte occupate le altre cabine potrei farti compagnia?- Era un giovane
alto con la pelle candida e gli occhi chiari i capelli scuri scompigliati. La ragazza rispose con un
cenno di assenso, dopo essersi seduto il giovane non perse tempo nel tentare di conversare
con la sua nuova compagna di viaggio – Io sono James Ghot e tu graziosa ragazza?- Il
carattere riservato di Josephine le impose di rispondere con sgarbo –Sarebbe più opportuna
che mi desse del voi Signor Ghot, io sono Josephine Holden e se non le dispiace gradirei
leggere in pace-
-Sono deciso a parlare invece-. Continuò James con un sorrisetto malizioso –Dato che
dovremo passare tutta la giornata insieme. Dove sei diretta?- Jo abbasso con riluttanza la sua
 copia di Moby Dick –Hollyshire da mia zia e voi?- Chiese sottolineando il voi. Lui rise –Cosa
c’è da ridere?! Non trovo molto divertente doversi allontanare dalla famiglia- Ruggi Jo, nei suoi
occhi comparve un velo di tristezza a quel pensiero.
-Non credo di starle molto simpatico peccato temo che ci incontreremo spesso sono diretto
proprio dove lo siete voi- Sogghignò James sempre con quel sorrisetto –Però ha ragione
separarsi dalla famiglia è doloroso-I suoi occhi si rabbuiarono –Anche lei è stato costretto dalla
guerra a lasciare qualcuno di caro?- Chiese con garbo –In realtà si, mia madre è venuta a
mancare da poco e ora sono costretto a vivera da mio zio, invece lei ho visto che salutava la
madre-

-Si, ma mi mancano le mie sorelle una è maritata, l’altra più piccola è stata mandata da un

nonno, mi mancano molto- Per molto tempo nessuno dei due parlò, non ce n’era bisogno, si
limitavano a guardarsi negli occhi con molta intensità gli occhi verdi e profondi di lei e gli
occhi celesti freddi come il ghiaccio di lui, condividevano lo stesso dolore e si capivano. Jo
poggio delicatamente la mano sulla spalla di James –Mi  dispiace averle fatto riaffiorare tristi
pensieri- Disse rammaricata –Al contrario, il dolore provato da due persone è molto meno
intenso probabilmente senza di lei ora starei piangendo- I due si sorrisero.

  
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