:.:Little
Loves:.: 6
capitolo...
Tenten
sperava segretamente che l’imminente settimana bianca
l’avrebbe aiutata a distrarsi dalla tensione che in questi
giorni si accumulava
come la polvere a casa sua.
Era
stufa di scontrasi continuamente con suo padre, piangere
silenziosamente e far finta che non fosse successo niente con gli
altri.
E
Neji lo vedeva. Ogni mattina a scuola, sotto quei bellissimi
sorrisi, capiva che c’era qualcosa che non andava e che
Tenten si rifiutava di
dare a vedere.
Perché
anche lui, dopo la loro avventura in motorino, non aveva
più avuto contatti diretti con la ragazza, come se lo evitasse...
-
Hey...terra chiama Hyuuga...hai finito di fissare la bella
principessa?- sentì la voce di Sasuke rimbombargli nelle
orecchie da lontano.
-
Come?-
Sasuke
scosse la testa.
-
Lasciamo perdere. Piuttosto ti ricordi che domani mattina il
pulman è alle sette?-
-
Sì...-
Neji
si voltò nuovamente verso Tenten che chiacchierava
animatamente con Sakura, osservandola.
-
Pensi che mi stai evitando?-
Sasuke
fece spallucce, scartando il panino che aveva per pranzo.
-
Non saprei, ma conoscendoti, sono sicuro che ti rifarai in
gita...-
Neji
sorrise.
-
Sai che sei un imbecille, Sasuke?-
Sasuke
mandò giù un altro boccone, controvoglia.
-
Se la smettessi di fare casini Hyuuga, io smetterei di fare la
parte del buon amico...- poi guardò in direzione di Sakura
per una breve
frazione di secondo – che tra l’altro non mi si
addice per niente-
-
Ma cosa ti succede Tenten? Sembra che tu voglia evitare lo
Hyuuga a tutti i costi!-
Fece
Sakura, spazientita, lasciandosi andare accanto alla mora.
Tenten
sospirò.
-
Forse è vero...- incominciò, triste –
forse è vero che lo voglio
evitare...-
-
Ma non dire sciocchezze. Insomma Tenten, non puoi arrenderti
così!-
La
ragazza mora sospirò nuovamente, nascondendo la testa in
mezzo
alle braccia.
-
Vorrei veramente reagire Sakura, davvero, solo che non ne ho la
forza. Mio padre controlla ogni mio movimento ed ho paura di complicare
ulteriormente le cose-
Sakura
guardò l’amica con una fitta di malinconia.
-
Potresti provare a parlargli durante la gita. Una volta per
tutte per capire cosa c’è tra voi due...-
Tenten
si fece ancora più triste.
-
E cosa vuoi che ci sia tra me e Neji? Siamo amici e forse
neppure quello...-
Sakura
sbattè improvvisamente un pugno sul traballante tavolo di
plastica dove circa una diecina di studenti erano beatamente riuniti
per la
pausa pranzo.
-
Ma cosa stai dicendo? Si vede lontano un miglio quanto vuoi bene
allo Hyuuga e quanto lui tenga a te!-
Tenten
sorrise debolmente, mentre centinaia di occhi erano puntati
su Sakura, che si rimetteva a sedere come se niente fosse.
-
Sai...- incominciò la mora – forse dovrei parlarne
con la nonna.
Sono sicura che a lei farebbe piacere darmi un consiglio-
-
Vuoi che ti accompagni? È da tanto che non la vedo ormai...-
Tenten
scosse la testa, guardando Neji parlare fitto con Sasuke –
È
meglio che vada da sola-
L’intero
prato era ricoperto da enormi fiori bianchi, capaci di
restare impassibile anche sotto i colpi del freddo venticello
invernale. Solo
alcuni alberi contribuivano a dare un po’ di colore a quel
paesaggio dal bianco
alienante, facendo cadere a terra le ultime timide foglie rossicce.
Tenten
camminava lentamente, stringendo tra le mani una candida
orchidea, alla ricerca di sua nonna. Stava in silenzio, evitando di
sorridere
per rispetto della gente che, silenziosamente, stava pregando.
Si
fermò davanti alla lastra marmorea che riportava il nome di
sua
nonna, nascondendo un lieve sorriso. Dopotutto, era sempre stata lei a
dirle di
continuare a sorridere, sempre.
Tolse
i fiori ormai secchi, mettendo l’orchidea al loro posto,
inginocchiandosi.
Poi
sfiorò la lapide, mentre sentiva gli occhi riempirsi di
lacrime al solo pensiero di ciò che stava per dire.
-
Ciao nonna-
Nessuno
risposta. Tenten continuò ad accarezzare quel marmo
così
freddo, pulendosi gli occhi con la manica del giacchetto.
-
Ciao nonna, sono la tua nipotina Tenten...-
Sua
nonna era morta un anno fa, in estate, sebbene l’inverno
fosse
sempre stata la sua stagione preferita.
-
L’inverno è la stagione che meglio esprime i
sentimenti umani,
piccola Tenten...- le diceva, sedendosi sulla vecchia sedia a dondolo
piazzata
davanti al fuoco apposta per lei – è la stagione
degli amori che cercano
timidamente di scampare al gelo invernale, delle famiglie riunite in
un’unica
tavola e degli affetti che si solidificano tra loro. Basta uscire fuori
per
accorgersi di tutto questo-
E
Tenten ci credeva, per due semplici motivi: uno, quelle erano le
parole della nonna e mai le avrebbe messe in dubbio; due, anche lei,
segretamente, era sempre rimasta affascinata dall’inverno, da
quelle immense
distese di neve che ricoprivano inevitabilmente ogni cosa.
Per
questo, sua nonna, prima di morire, le aveva detto che al suo
funerale sarebbe dovuta venire vestita di bianco.
-
Così ci sarà un po’ di neve in mezzo a
tutto questo sole-
Tenten
sorrise malinconicamente ripensando a quelle parole.
-Vedi
nonna...anche oggi sono vestita di bianco, come piaceva a
te-
Si
sfregò le mani intorpidite dal freddo e si sedette a terra,
davanti a lei.
Non
le importava se si fosse sporcata. In quel momento voleva solo
parlare con lei, sfogarsi senza essere interrotta...insomma, essere
ascoltata.
-
Ciao nonna. È da tanto che non vengo a trovarti. Sai, i
fiori
che ti avevo portato l’altra volta erano già tutti
secchi. Ti ho messo
un’orchidea al loro posto...spero ti piaccia...-
La
ragazza scosse il capo.
-
Non volevo parlarti di questo. Scusa, è che in questi giorni
mamma e papà mi tengono sotto pressione. Non vogliono che
esca con un ragazzo e
fanno di tutto per impedirmi di vederlo. Tra l’altro domani
partirò in
settimana bianca con la scuola e vorrei sapere se per lui conto ancora
qualcosa. Inoltre non penso di essere proprio il suo
tipo...cioè...insomma...- si
asciugò le lacrime che le rigavano, cocenti, il viso.
-
Sai nonna...- cominciò, a voce bassa, triste –
penso di amarlo
questo ragazzo. Buffo, ma dopo averlo guardato per così
tanto tempo di
nascosto, per paura di farmi scoprire, ho finito per innamorarmi di
lui. Sono
una stupida...-
Nessuno
rispose a queste sue parole.
Tenten
si alzò lentamente da terra, come se andarsene ora le
portasse via un pezzetto di se.
Sbagliato...quel
pezzetto le era già stato portato via da sua nonna...
Si
allontanò dalla sua lapide, voltandosi a guardare solo
alcune
volte, dirigendosi verso l’uscita.
-
Vorrei veramente che tu fossi qui, nonna...-
Tenten
sbadigliò rumorosamente, trascinando a fatica i bagagli
dietro di se. Quella notte aveva dormito male e riusciva a malapena a
stare in
piedi. Ogni tanto Sakura le gridava qualcosa in un orecchio per
impedirle di
addormentarsi, ma le palpebre sembravano pesare una tonnellata.
-
Comportati bene- le aveva detto suo padre accompagnandola – e
sai a cosa mi riferisco...-
Tenten
aveva ascoltato quelle parole in silenzio, provando di
nuovo quella strana rabbia che solo quelle parole, sputate con tanta
acidità da
suo padre, sapevano scatenare.
-
Si papà...- aveva risposto, scendendo dalla macchina
– farò come
dici tu...-
Tenten
aveva visto suo padre sorridere soddisfatto attraverso il
finestrino dell’automobile, facendosi improvvisamente triste.
Evidentemente
suo padre non aveva cambiato idea riguardo Neji.
Consegnò
i bagagli all’autista dopo avergli applicato
l’apposito
cartellino di riconoscimento, e raggiunse Sakura sul pulman.
-
Che c’è bella addormentata, dormito male questa
sera?-
Tenten
le lanciò un’occhiataccia.
-
Su dai...adesso ti siedi e ti addormenti in un attimo, tanto ne
abbiamo di strada da fare...-
La
mora ci pensò su...dopotutto quella era una buona idea.
-
D’accordo, penso che dormirò un pochino-
E
si voltò di lato, dando le spalle alla rosa, che non
curante,
stava ascoltando della musica con l’I-Pod.
Improvvisamente
sentì una cuffia caderle dall’orecchio. Fece per
recuperarla quando un’altra mano
l’afferrò per prima.
-
Mmm...- fece il proprietario della mano portandosi la cuffia
all’orecchio – cosa stavi ascoltando, Haruno?-
Sakura
sgranò gli occhi osservando Sasuke sfilarle
dall’orecchio
anche l’altra cuffietta, rimanendo perfettamente immobile.
Solo
dopo intuii che Sasuke le aveva letteralmente
preso l’I-Pod senza neanche chiederlo. Si
alzò
furibonda dal sedile, dirigendosi verso Sasuke, che divertito, cambiava
musica
pigiando a caso i pulsanti dell’apparecchio.
“Ma
chi si crede di essere questi qui? Sara anche carino...”
Sakura arrossi leggermente “molto carino...” le
guance diventarono color
porpora “...decisamente carino...” il viso sembrava
aver preso fuoco mentre
aveva raggiunto il sedile del ragazzo, che aveva alzato lo sguardo
verso di
lei, notando il suo rossore.
-
Perché sei rossa, Haruno?-
Sakura
si toccò istintivamente la fronte, ritraendo la mano, come
scottata.
-
Non sono rossa-
Sasuke
rise, alzandosi dal posto e posizionandosi davanti alla
ragazza - Non farmi ridere Haruno...secondo me hai la febbre...-
Il
un lampo la fredda mano di Sasuke andò a sfiorare
delicatamente
la fronte della ragazza che represse un sospiro con tutte le sue forze,
evitando di incrociare gli occhi del ragazzo.
-
Che hai Sakura? Perché non mi guardi negli occhi?-
-Perché
non voglio- rispose lei, con voce stranamente acuta.
Sasuke
sorride di nuovo vedendola in difficoltà. La voglia di
stringerla a se, di abbracciarla e di baciarla con passione era forte,
ma
avrebbe dovuto resistere.
Non
voleva rovinare tutto adesso.
-
Ah...ho capito...- fece, improvvisamente – sei venuta per
questo
– disse, indicando l’I-Pod abbandonato sul sedile.
Sakura
annuì con la testa, mentre la mano di Sasuke
l’abbandonava.
Il
moro giocherellò con le cuffiette - Sai Haruno, non ho
proprio
voglia di dartelo ora questo coso...anzi,
penso che per averlo mi sembra giusto che tu mi dia qualcosa in
cambio...-
Sakura
trasalì. Gli occhi di Sasuke non gli piacevano per niente
ma aveva deciso di tenergli testa.
-
Cosa vuoi Sasuke?-
L’
Uchiha la spinse a sedere sul sedile, lasciandosi andare su
quello accanto. Poi le si avvicinò, le tolse una ciocca di
capelli color
confetto mettendola dietro l’orecchio e le
sussurrò – Voglio un bacio, Haruno.
Uno solo e riavrai il tuo aggeggio. Siamo chiari?-
Sakura
si scansò inorridita ma allo stesso tempo affascinata da
quella voce così calda e sensuale che per un attimo
l’aveva avvolta
completamente, inebriandola.
-
Un ba...bacio?- ripeté, incredula.
Sasuke
ghignò soddisfatto.
-
Già Haruno...- poi accese l’I-Pod, porgendole una
cuffietta –
Intanto vuoi ascoltare un po’ di musica?-
Tenten
dormiva beatamente, il respiro regolare e le labbra
socchiuse le davano un aria così strana, così
indifesa, come se fosse una
bambina.
Neji
si sedette accanto alla ragazza, in silenzio, per paura di
svegliarla.
“Dormi
ancora un po’ Tenten...ne hai bisogno...”
pensò,
togliendole la frangetta dagli occhi con un piccolo sorriso sulle
labbra.
Anche
Tenten, sebbene stesse dormendo, parve sorridere.
Neji
la guardò ancora per un breve istante, poi chiuse anche lui
gli occhi.
Per
alcuni istanti il silenzio regnò sovrano, finché
qualcosa di
caldo, e totalmente inaspettato, gli cadde in grembo.
Aprì
gli occhi e sentì il petto di Tenten alzarsi e abbassarsi a
ritmo sul proprio ventre, guardando confuso quanto imbarazzato le sue
piccole
labbra vermiglie socchiudersi a pochi centimetri da lui.
Prese
per le spalle le ragazza e la rimise nel suo sedile,
arrossendo.
Avrebbe
voluto fare sue quelle piccole labbra scarlatte, tenere stretto
tra le braccia quel corpo perfetto, e tutte le volte che si voltava a
guardarla, questo bisogno ritornava, insaziabile.
Ma
non poteva. Non voleva rovinare
tutto.
-
Mi spiace Tenten...- le disse, in un sussurro, allontanandosi
alla ricerca di un altro posto.
“
È meglio così credimi. Quando saremo arrivati mi
spiegherai
tutto, ma fino ad allora, dovrai aspettare. Scusami...-
Tenten,
nel suo posto, si voltò dall’altra parte, ignare
dello
Hyuuga che la guardava, aspettando il momento in cui avrebbe potuto
parlarle.
Shikamaru
Nara si accese una sigaretta, osservando con interesse
le piccole nuvole di fumo salire in altro e poi scomparire. Ino
Yamanaka si
sedette accanto a lui, guardandolo. Non aveva più voluto
parlargli da quella
volta alla partita.
Non
ne aveva avuto il
coraggio.
-
Spegnila- gli disse, stizzita – spegnila ho detto-
Shikamaru
le rivolse un’occhiata interrogativa.
-
Che c’è Ino...ti da fastidio il fumo?-
Ino
gli sfilò la sigaretta tenuta a penzoloni dalle labbra,
gettandola dal finestrino.
-
Ti avevo detto di spegnerla...-
Shikamaru
seguì con lo sguardo la sigaretta cadere a terra
finché
questa non scomparì dalla sua vista.
Poi
sbuffò. Come sempre, d'altronde.
-
Lo sai che sei proprio una strega?-
Ino
si fece improvvisamente triste, seppur ritenendosi soddisfatta.
-
Lo so...ma non si può fumare in pulman...-
E
detto questo si alzò e raggiunse i posti in fondo, lasciando
il
ragazzo a riflettere.
Shikamaru
osservò le nuvole dal finestrino susseguirsi una dopo
l’altra, cercando con una mano il pacchetto delle sigarette.
Poi
sorrise, interrompendo la ricerca.
Incredibile
quanto Ino potesse essere una scocciatura.
Infondo,
Ino Yamanaka pestò con tutte le sue forze quel pacchetto
di sigarette tanto odiato, rendendolo un inutile ammasso di carta.
Almeno
lì Shikamaru non avrebbe fumato.
[Almeno
non davanti a
lei]
Eccomi
qua! L’avevo detto che non avrei abbandonato questa ficcy
ma al momento non mi veniva l’ispirazione. Spero solo che
questo capitolo vi
sia piaciuto e ringrazio tutti quelle che nel frattempo hanno
commentato le mie
one-short e recensiranno questo capitolo.
Grazie
di cuore. A tutti, persino a chi legge.
Ormai
sapete che siete voi che mi date la forza di continuare a
scrivere.
xxxBaCiOtToxxx - nonna
ti voglio bene -