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Autore: Isling    25/04/2013    1 recensioni
[...]Erano amici fidati, i fiori.
Viola blu. Fedeltà.
Non possono tradirti, loro, sono sempre lì, ben saldi nella terra grazie alle radici piccole e sottili.
Maggiociondolo. Benvenuto.
Oh sì, loro ti accolgono sempre a braccia aperte, con grande vivacità, tanto che sono sempre lì a farsi ammirare da te in modo da poter conversare.
Violetta. Umiltà.
Be', non era di certo colpa loro se erano così vistosi, anzi, erano così timidi che non se ne vantavano mai.
Campanula. Gratitudine.
La maggior parte di noi non se ne rende conto, ma i fiori ci ringraziano sempre delle cure che gli rivolgiamo, mostrandosi belli e fieri a noi ogni giorno.
Rosa bianca. Purezza.
Purezza d'animo, cosa che poche persone oramai posseggono, tutte corrotte e meschine come sono ridotte.
I fiori sono i gli esseri più puri esistenti nell'intero universo.
Anche lei si sentiva un po' un fiore.[...]
[Tratto dal capitolo 1]
[Post-Avengers][Loki/Sigyn]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo



Quanto odiava quella maledetta museruola.

Gli stringeva la mandibola fino a fargli male, a volte sentiva i denti scricchiolare, fin troppo compressi.

Come se farsi battere dall'allegra combriccola di fenomeni da baraccone non fosse già abbastanza umiliante. Com'è se chi chiamavano? Vendicatori? Oh, ma per favore.

Mentre veniva scortato, o più che altro costretto a camminare, da Thor fino al palazzo reale, Loki non sembrava un colpevole. Più che altro uno che la colpa l'avrebbe commessa da un momento all'altro. Ovvero uccidere tutti gli asgardiani presenti.

Perlomeno se lo sguardo avesse potuto carbonizzare. Ma finché aveva quei maledetti bracciali stregati ai polsi, fatti in modo che non potesse usare la magia, poteva solo rivolgere occhiate assassine al pubblico che lo osservava.

La città era gremita quel giorno. Sembrava che ogni singola persona residente ad Asgard lo stesse guardando.

Come se fossero tutti lì di proposito. Tutti per vedere il suo ritorno.

La cosa non lo metteva di certo in soggezione, o se lo faceva non lo dava a vedere. Forse la cosa che lo faceva rimanere così spavaldo era il fatto che quasi tutti gli sguardi a lui rivolti erano colmi di disprezzo, questo era certo, ma erano talmente velati di terrore che quasi non lo si notava.

Loki era fiero di questo: poteva aver perso una battaglia, ma non di certo la guerra.

La gente aveva ancora paura di lui.

Poteva vederli tremare, poteva vedere come abbassassero lo sguardo per non incontrare il suo.

Come biasimarli: lui era il Dio degli Inganni e delle Malefatte, e per sempre sarebbe rimasto tale.

 

~

 

Sigyn passeggiava tranquillamente per i giardini del palazzo, completamente sola, mentre ammirava la sorprendente varietà di fiori presenti.

Adoravo rimirare tutti quei piccolissimi doni di Madre Natura.

Le piacevano forse perché erano un po' come lei: timidi e silenziosi.

L'unica differenza era che lei faceva di tutto per non farsi notare, mentre loro, con quei loro colori sgargianti, potevano fare ben poco. E in effetti anche lei poteva ritagliarsi ben pochi momenti da sola, visto che per il resto del tempo era assillata dalla madre Freyja riguardo a futili questioni da nobili.

Lei non aveva di certo tempo da dedicare a banchetti e balli, ma i suoi genitori non volevano sentire ragioni.

Lei preferiva di gran lunga crogiolarsi tra i suoi bei fiori.

Nonostante il suo amore per essi, spesso non osava coglierne neanche uno: perché mai fare appassire quei delicati petali, solo per il gusto di rigirarselo tra le mani o regalarlo a qualcuno? Al massimo lo si poteva mettere in un vaso con dell'acqua, ma lei sapeva bene che ai fiori quello non piaceva, preferivano di gran lunga la terra, calda e nutriente.

Una cosa che aveva sempre odiato erano quelle stupide ragazzine, sue coetanee, tra l'altro, che uccidevano fiori su fiori solo per il gusto di fare “m'ama, non m'ama”, mentre fantasticavano sul vero amore.

Cosa inutile e di cattivo gusto, i fiori potevano dire molte cose, ma non di certo predire il futuro o percepire i pensieri dell'amato.

Piuttosto di ucciderli lei aveva preferito imparare a capire la loro lingua.

Era flebile, appena udibile, e ognuno di loro poteva parlare solo di un certo argomento, ma era incredibile imparare a distinguere quel bellissimo sussurro del vento, che riusciva con la sua dolce brezza a farli parlare.

E la cosa bella è che poteva tranquillamente conversare con loro senza muovere la bocca, gli occhi parlavano già da sé.

Erano amici fidati, i fiori.

Viola blu. Fedeltà.

Non possono tradirti, loro, sono sempre lì, ben saldi nella terra grazie alle radici piccole e sottili.

Maggiociondolo. Benvenuto.

Oh sì, loro ti accolgono sempre a braccia aperte, con grande vivacità, tanto che sono sempre lì a farsi ammirare da te in modo da poter conversare.

Violetta. Umiltà.

Be', non era di certo colpa loro se erano così vistosi, anzi, erano così timidi che non se ne vantavano mai.

Campanula. Gratitudine.

La maggior parte di noi non se ne rende conto, ma i fiori ci ringraziano sempre delle cure che gli rivolgiamo, mostrandosi belli e fieri a noi ogni giorno.

Rosa bianca. Purezza.

Purezza d'animo, cosa che poche persone oramai posseggono, tutte corrotte e meschine come sono ridotte.

I fiori sono i gli esseri più puri esistenti nell'intero universo.

Anche lei si sentiva un po' un fiore.

Ma forse la cosa più interessante e bizzarra che li riguarda è che una volta che riesci a capire le loro parole, ti accorgi che non la finiscono mai di parlare.

Sigyn passava pomeriggi interi a conversare loro, e di certo gli argomenti non si esaurivano facilmente, i fiori erano così tanti che potevi continuare all'infinito, e loro non si stancavano mai.

Erano molto intelligenti, i fiori.

La gente stupida arrivava addirittura a pensare che non fossero essere viventi, che non avessero emozioni.

Stolti senz'anima! Parlare con un piccolo, tenero fiore era decisamente meglio che parlare con quegli ignobili e freddi uomini, tutti impegnati a descrivere le loro battaglie, o con quelle donne tutte vestiti pomposi e trucco esagerato.

Lei vestiva molto semplicemente, invece, sapeva che ai suoi piccoli amici faceva piacere che non fosse come tutte le altre.

Proprio in quel momento, era impegnata a conversare amabilmente con un gruppetto di primule.

Primula. Giovinezza.

Era infervorata nel discorso, parlare con dei fiori così eternamente giovani la faceva sentire un po' bambina, cosa che avrebbe voluto essere.

Parlava da ore, raccontare gli episodi di quando non era che un piccolo scricciolo, tanto da essere chiamata con il fastidioso soprannome di “briciola”, era rilassante, e i fiori, nonostante la ascoltassero attentamente, non smettevano mai di dire il loro parere sulla gioventù e non mancavano di parlare anche loro di episodi passati, quando non erano che semi o fragili germogli.

Poi, improvvisamente, silenzio.

Fu una cosa improvvisa, ne rimase leggermente spiazzata, i fiori non smettevano mai di parlare, a volte era addirittura fastidioso quella specie di ronzio nell'orecchio.

Sigyn non si spiegava del perché non arrivassero le loro parole al suo orecchio.

O del perché stessero zitti.

Spaventata del loro comportamento, corse subito dentro al palazzo: doveva essere successo qualcosa di brutto.

Perché i fiori non potevano conoscere il futuro.

Ma il presente ed il passato lo conoscevano fin troppo bene.

 

~

 

Per gli Dei, avrebbe voluto ucciderlo suo Padre!

Ah! Non era neanche suo padre, quel villano di Odino.

L'aveva fatto rinchiudere il quella piccola cella, così da farlo penare di più per l'angoscia e, magari, per farlo anche pentire.

Povero pazzo! Non si sarebbe mai pentito!

Almeno aveva avuto la spina dorsale di fargli togliere la museruola, nonostante avesse ancora ai polsi i bracciali stregati.

Appena avesse riavuto la magia gli avrebbe fatto vedere i sorci verdi, a quello stolto di Odino e a tutti gli asgardiani a lui fedeli!

Nel frattempo continuava a camminare avanti e indietro senza sosta, scervellandosi per trovare un modo per fuggire dalle segrete senza magia o per farsi restituire i poteri, così da da scappare.

Finora non ne aveva trovato nemmeno uno, ma non rinunciava nel suo intento.

L'ideale sarebbe stato corrompere qualcuno a liberarlo, ma era totalmente solo, non poteva far nulla.

Per lui era una bazzecola ottenere quel che voleva anche solo con le parole. Esse erano la più grande magia esistente, in alcuni casi migliori di un incantesimo.

E con esse poteva mentire.

Adorava farlo, guardare i suoi stolti coetanei cascare del suo tranello, senza sospettare nulla, ovviamente.

Ma finché era solo non poteva che parlare con sé stesso. E quello non era esattamente l'ideale.

Fu in quel momento che lo sentì: rumore di passi.

Loki scattò subito, al suono: non gli importava chi fosse, ma se poteva raggirarlo in modo che lo liberasse gli andava bene chiunque.

Guardie, servitori, andavano tutti bene.

Si andò a posizionare davanti alle sbarre, imponendosi in tutta la sua statura, pronto a ricevere quell'inaspettato ospite.

Rimase sorpreso e leggermente perplesso nel trovarsi davanti una... ragazzina.

Non poteva essere una giovane serva, perché anche se il vestito bianco, candido e leggero che portava era molto semplice, era comunque raffinato. Doveva essere anche abbastanza ricca.

Era piccola, minuta e piuttosto magrolina, i lunghi capelli biondo pallido erano mossi ma non disordinati e le arrivavano fino alla vita. Teneva il viso chino ed era visibilmente imbarazzata.

Tutto in lei era estremamente pallido, quasi smunto. La carnagione, i capelli, perfino i vestiti. Tutto.

Inarcò un sopracciglio quando la sentì borbottare: «Zitta tu!»

Ma a chi diavolo si era rivolta? Non di certo a lui, era stato completamente in silenzio ad osservarla.

Che fosse matta? Eppure non sembrava...

Prima che la scaltra e astuta mente riuscisse a fermarlo, si lasciò sfuggire: «Chi sei tu?»

La ragazzina alzò finalmente lo sguardo e improvvisamente Loki non pensò più che fosse così emaciata: quando quegli occhi di un verde acceso si incastrarono nei suoi, anzi, rimase senza fiato.

Erano del colore degli alberi, puri e senza macchia.

Il Dio non poté fare a meno di associare quella ragazza a qualcosa che mai avrebbe immaginato fino ad un momento fa: un piccolo gelsomino.















Spazio Autore ^^
Allora, che ve ne pare? Faccio così schifo?
*Tutti* Sìììì!!!
Ah ok ç__ç
No, dai, seriamente, fatemi sapere se vi piace almeno come scrivo, please! >.< Ci tengo molto a sapere il parere degli altri, io ho il cervello troppo piccolo per giudicarmi da sola T.T
Poi, se vi piace anche la storia... Be', vuol dire che me la cavicchio v.v
E così Loki e tornata ad Asgard... *ta-da-da-daaaan* E il titolo ha cominciato ad avere senso! (spero) Sigyn, al contrario di Loki, è una ragazza molto molto tranquilla... E parla con i fiori! *ta-da-da-daaan* Ok, basta musichette inquetanti xD
Oh, che sbadata dimenticavo di ringraziare chi mi segue! ^^
Quindi...
- Ringrazio Blue_moon, Il_Filo_Di_A90, Lady of the sea, La_Polly e samuel87 che hanno messo la storia tra le seguite 
- Ringrazio di cuore queenofoto che ha messo la storia tra le preferite
- Grazie ancora a La_Polly che ha recensito
Bene, per ora e tutto ragazzi, al prossimo capitolo! ;)
Sciau! *svanisce nel nulla*

Isling

 


 

  
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