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Autore: Nyssa    13/11/2007    10 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Premessa: come era successo per i capitoli del ritorno a casa di Draco, anche questo e il prossimo sono profondamente collegati… ma questo lo vedrete presto ^^

Premessa: come era successo per i capitoli del ritorno a casa di Draco, anche questo e il prossimo sono profondamente collegati… ma questo lo vedrete presto ^^

Scusate se sono così sintetica, ma credo che questo particolare capitolo non necessiti di particolari premesse, quindi preferisco parlare dopo che avrete letto, così non corro il rischio di spoilerare senza ritegno, ci vediamo in fondo!

Nyssa

 

*          *          *

 

Era il 29 dicembre e mancavano solamente due giorni al tanto sospirato ballo per l’eclissi di luna che Hogwarts aveva organizzato quell’anno.

Al posto che trascorrere il suo tempo libero tra trine e merletti, Hermione Granger se ne stava in biblioteca a studiare e ripassare.

Beh, si potrebbe pensare, finché si tratta di lei, niente di strano… solo che la bella Caposcuola non era sola, eh no, perché assieme a lei, a lamentarsi, stava nientemeno che il Principe delle Serpi in persona, più che mai accanito contro i compiti delle vacanze che Vitius e Ruf avevano assegnato ai loro studenti.

Tra uno sbuffo e un’imprecazione, comunque, i due studenti potevano essere riassunti come tutti coloro che in quei giorni non erano stati contagiati dalla follia collettiva pre-ballo e non si erano fatti prendere da paranoie mentali, anche se, forse, rimanersene a studiare, era un po’ eccessivo, ma, a rifletterci meglio, era l’unica soluzione trovata per rimanere insieme e chiacchierare.

Già perché due giorni prima l’altero erede di casa Malfoy aveva fatto il suo ufficialissimo ritorno a Hogwarts, scortato da un sufficiente bagaglio di balle per chiunque chiedesse del periodo trascorso a casuccia e di quanto si era divertito.

Per fortuna, la confidenza che le persone davano al biondo Slytherin era ben al di sotto delle domande personali tipo “cosa hai fatto a Natale” ecc; l’unico che si sarebbe potuto permettere tanto, e che, comunque, non l’avrebbe mai fatto in base alla sacrosanta legge “fatti i fatti tuoi che è sempre meglio” era Blaise, ma il moro aveva già abbastanza problemi di suo con due sorelle incinte e la terza che sarebbe stata in grado di assistere impassibile allo sterminio della razza umana… e poi, mica si poteva gettare alle ortiche la regola aurea! E poi, tanto, lui lo sapeva perfettamente che aveva fatto Draco durante le vacanze: un casino.

Ad ogni modo era metà pomeriggio, per il corridoio si erano già avute due crisi isteriche di ragazze, per niente comprese dall’austera bibliotecaria che le aveva malamente liquidate dal luogo dedicato allo studio e alla coltivazione del sapere e della conoscenza: la biblioteca.

La sua amata studentessa preferita, Hermione Granger, aveva giustamente dato il peso necessario alle incombenze scolastiche e, forte della ragione che è dei giusti, era perfino riuscita a trascinare nella sua mastodontica impresa ben un’altra persona! Era quindi giusto preservare la quiete perché i due volenterosi studenti potessero continuare nel loro pellegrinaggio sacro tra l’erudizione magica.

L’orologio sopra la porta batté le quattro e mezza di pomeriggio e l’orizzonte cominciava già a farsi nero, accompagnato da una coltre di nubi grigie che minacciavano pioggia per quella sera e l’indomani.

Draco stava giusto osservando il tempo fuori dalla scuola quando qualcosa di simile ad un terremoto fece irruzione della sala, scuotendo il tavolo con penne, libri e calamai e urlando gracchiante qualcosa di inintelligibile.

Lavanda Brown aveva fatto la sua apparizione in biblioteca portando con sé la furia tipicamente sua e stava ora fissando minacciosa la mora Caposcuola dei grifoni che cercava di limitare i danni causati dal calamaio sulle pagine di relazione.

-          Sei una puttana, Hermione Granger, nient’altro che una puttana! – urlò inferocita LavLav puntellando nuovamente i palmi sul tavolo e scrutando truce la sua compagna di Casa.

Draco Malfoy alzò di scatto la testa e guardò interrogativamente prima la pazza furiosa che aveva interrotto la sua contemplazione dell’orizzonte e poi la mezzosangue che sembrava incurante della cosa.

Difficile credere che una come la Granger potesse anche solo vagamente essere accostata al termine “puttana”…

-          Perché mi dici questo? – domandò circospetta la mora mentre il suo cipiglio minaccioso cominciava a fare capolino tra il pericoloso sbrilluccichio dei suoi occhi ambrati

-          Perché sei una stronza! Una schifosa puttanella da quattro soldi, ma chi ti credi di essere per trattare la gente a questo modo? Credi che il mondo abbia bisogno di te? Beh, non è vero, non abbiamo bisogno di te, vattene a quel paese e restaci, saccente altezzosa!

Draco guardò preoccupato la mano della grifondoro che, vittima di quella sequela di insulti, stava stringendo all’inverosimile la matita finché questa non si spaccò: ok, era giunta al punto critico.

-          Dimmi cosa vuoi, Lavanda e levati da qui, ho cose più importanti da fare che starti a sentire… – oh, la Granger, lei era sempre fine… forse Ax aveva davvero ragione quando diceva che tra tutta quella banda di matti era senz’altro quella che sapeva essere la meno scurrile e quindi, la più indicata a fare la “cattiva”

-          Granger – annunciò al mondo Lavanda strillando come un’oca – non me ne frega un cazzo di quello che sai e che non sai, ma sappi almeno che quello che hai fatto è disgustoso, sei un essere schifoso, una autentica stronza.

A quel punto, anche Draco stava cominciando a perdere la pazienza.

Innanzi tutto, la Granger era territorio esclusivamente SUO e quindi solo LUI aveva il diritto di trattarla male, ma soprattutto, NESSUN altro poteva farlo, soprattutto se lui era presente.

Secondo punto importante, un conto era insultare qualcuno con una motivazione, ma perché diavolo quella rincretinita della Brown stava piantando quel casino faraonico? Perfino lui aveva la sua personalissima motivazione di insultare la Granger, perché la Brown non poteva fare come tutta la gente quasi civile? Probabilmente alludeva a qualcosa di già accaduto, ma o la Granger era diventata un’attrice migliore di quel che credeva, oppure si stava parlando di uno dei tanti castelli di aria che la presidentessa del Trio Fashion amava tanto somministrare al suo già provato cervellino.

-          Tu, maledetta – imprecò ancora la grifondoro – come ti sei permessa, come ti sei permessa di fare questo a ME!

In un secondo, la mano destra della Brown era sollevata, pronta a colpire il viso esposto della sua Caposcuola senza pietà e senza remore.

Draco intercettò il gesto, fermando il polso sottile di Lavanda qualche centimetro prima che le lunghe e curatissime unghie della ragazza si abbattessero sulla testa della sua tutor e cominciassero a graffiarla e a strapparle i capelli.

-          Brown! – urlò in modo che quella riprendesse un minimo di coscienza; con la minor delicatezza possibile le girò il braccio finché non si fu seduta su una sedia libera – spiegami che cazzo sta macinando quel tuo cervello da oca! – sbraitò ancora infuriato che qualcuno avesse anche solo osato alzare un dito sulla mezzosangue

-          E tu la difendi anche! – piagnucolò falsa come Giuda LavLav – tu, schifoso bastardo di una serpe, difendi una lurida mezzosangue come lei!

Draco decise che, dopo quella riga di insulti, aveva una voglia matta di prenderla a schiaffi seriamente, ma talmente forte da farle quasi perdere conoscenza.

-          Non ti ho chiesto di parlarmi di me, ti ho domandato che cazzo sta succedendo! E questa volta vedi di parlare o non mi farò insultare così un’altra volta da una sudicia sgualdrinella come te!!

Lavanda cominciò a piagnucolare sonoramente fingendo di portarsi le mani agli occhi non ancora bagnati di pianto.

-          E’ una puttana, una puttana e basta! – strillò ancora mandando definitivamente all’altro mondo la pazienza del biondo – si crede chissà che e pensa di poter gestire le persone come meglio di pare, se ne strafrega dei sentimenti che possono avere – e a quel punto un bello sbuffo scettico da parte del biondastro ci stava a meraviglia – è così subdola e meschina da aver perfino costretto Ron  ad andare al ballo con lei!

E ricominciò a frignare.

Draco voltò preoccupato la testa verso la riccia che aveva aggrottato le sopracciglia fin sugli occhi, infuriata come un toro che vede rosso, più che mai decisa a dire qualcosa di altamente offensivo alla sua compagna.

-          E’ una menzogna! – sbraitò e Draco si domandò se fosse il fatto che andava al ballo con Ron ad essere una menzogna o tutto il resto

-          Non è vero! Me lo ha detto Ron che non poteva venire al ballo con me perché aveva già una dama!

-          Non sono io! – strillò ancora la Granger – io non vado al ballo con Ron, io vado al ballo con Blaise!

Draco si disse che doveva smetterla di agitarsi per ogni volta che lei diceva di andare alla festa assieme a Zabini, dopotutto, a lui che gli fregava?

-          Lo so che sei tu, cosa credi! – aveva continuato la Brown – sennò ci sarebbe venuto con me!

-          Non ho intenzione di andare al ballo con Ronald – specificò la Caposcuola – io andrò alla festa con Zabini e non intendo cambiare idea! Quindi vedi di andare a insultare la persona giusta la prossima volta, prima che io perda davvero la pazienza e ti dica davvero in faccia cosa penso di questo tuo comportamento idiota!

-          Non è possibile – sentenziò ancora LavLavRon non potrebbe andare con nessun altro a parte te!

Ovviamente Hermione si esentò dal dire di quella ragazza che aveva visto seduta sul letto di Ron quando lui era stato portato in infermeria… dopotutto erano un po’ affari di Ron con chi andava al ballo, certo non suoi!

Curioso pensare che fino a tre mesi prima avrebbe supplicato il Cielo perché il rosso la invitasse (e lui senza dubbio non l’avrebbe fatto) e adesso non gliene importasse niente… certo non poteva biasimarlo per aver messo da parte Lavanda, era un po’ troppo appiccicosa.

-          Bene, Brown, adesso che hai fatto la tua giornaliera figura da scema puoi anche togliere il disturbo, non intendo certo sopportare più a lungo la tua presenza qui, deturpa l’ambiente

Lavanda tentò di fulmina il biondo con un’occhiata al vetriolo, cosa che non le riuscì visto che mettere in difficoltà il Principe delle Serpi era una cosa che veramente poche persone riuscivano a fare.

-          Granger – sibilò la rappresentante del trio Fashion - se scopro che sei tu ti strapperò tutti i capelli!

-          Non sono necessarie queste minacce visto che non sono io – rispose con impassibile contegno la grifondoro squadrando dall’alto in basso Lavanda, altera e pericolosa.

-          Puah!

 E La Brown lasciò la biblioteca a passo di marcia senza degnare di altra attenzione la bibliotecaria e Malfoy.

 

Hermione e Draco si guardarono l’un altro senza capire.

-          Vai davvero al ballo con Weasel? – domandò lo Slytherin

-          No, ci vado con Blaise – rispose lapidaria lei, scocciata dal fatto che lui non le avesse creduto subito, dopodiché si sedette al suo posto, sistemò i capelli che le erano sfuggiti al fermaglio e tornò ai suoi compiti.

Malfoy la studiò ancora qualche istante.

Non sapeva dire perché, ma gli avrebbe dato fastidio sapere che lei sarebbe andata alla festa con la Donnola, non che con Blaise non sentisse lo stesso, ma era disposto a sopportarlo, per il rosso, decisamente no.

Sbuffò e tornò alle pergamene che aveva malamente lasciato.

 

Due ore dopo stavano tornando ai loro dormitori percorrendo i corridoi del secondo piano.

Il silenzio era palpabile mentre procedevano fianco a fianco con i libri sottobraccio e la lunga tunica nera della divisa che svolazzava dietro di loro mentre percorrevano a passo spedito il dedalo di stanze e cunicoli di Hogwarts.

Stavano giusto passando di fronte agli uffici dei professori quando, in fondo a questo videro una figura muoversi lentamente seguendo il corridoio che si incrociava con il loro.

Era una donna, o meglio, una ragazza, e sembrava stranamente spaesata, camminava con una mano appoggiata al muro freddo di pietra e vestiva abiti lunghi che ricordavano molto l’abbigliamento delle nobildonne medioevali. La ragazza aveva lunghi capelli marroni ondulati che le scendevano morbidamente fino a metà schiena e gli occhi chiusi nonostante tenesse il mento alto e fiero. Chi era?

Accelerando il passo, i due studenti la raggiunsero e si accorsero solo allora che gli occhi della sconosciuta non erano chiusi: lei era cieca.

Eppure, li sentì avvicinarci ed avvertì anche che dovevano essere più persone, si voltò in direzione del suono che sentiva e sorrise quando captò l’odore un po’ selvatico di Draco e quello morbido e dolce della mezzosangue; sembrava dolce il suo sorriso, come quello di una mamma…

-          Chi siete? – domandò rivolgendo vero di loro il viso dai lineamenti delicati che non poteva scorgere le figure.

-          Siamo due studenti di questa scuola – annunciò Hermione e l’altra annuì, l’aveva capito dal profumo di lana costosa dei maglioncini e del cotone puro delle camicie, e dire che voleva passare inosservata

-          Come vi chiamate? – chiese ancora

-          Draco Malfoy

-          Hermione Granger

Risposero piano i due, un po’ in soggezione di fronte ad una persona che li percepiva, ma che non poteva vederli

-          Avete dei bei nomi – riconobbe la ragazza – sono dolci e musicali, scommetto che rispecchiano il vostro aspetto e la vostra anima

Il biondo e la riccia si scambiarono un’occhiata perplessa

-          Lei come si chiama? – domandò poi Draco

-          Giusto, che maleducata… - rispose ridendo la sconosciuta – io mi chiamo Ransie, Ransie Black

A quel punto, lo sconcerto era generale: quella era la sorella di Fin? Quella era la famosa Temperance Black, la figlia di Zachariah Black, colei che era stata rapita dai mangiamorte e tenuta segregata per mesi nei sotterranei di Malfoy Manor?

Era curioso che non avesse fatto una piega, allora, quando Draco aveva pronunciato il suo cognome.

La studiò più da vicino e notò un oggetto che pendeva dal suo collo: un medaglione d’oro intarsiato con lo stemma della scuola, il gonfalone di Hogwarts.

Quel monile, decise, era qualcosa di familiare, dove l’aveva visto? Probabilmente si stava confondendo con lo stemma della sua scuola, quello lo vedeva tutti i giorni…

-          Oh, mia cara! – intervenne Silente raggiungendo il gruppetto a braccia aperte, la sconosciuta rise al riconoscere la voce profonda e ancora ricca di calore dell’insegnante

-          Silente? – domandò per precauzione e il preside rise

-          Vieni mia cara, i corridoi sono freddi e umidi, non fanno bene alla tua salute…

Effettivamente, a pensarci bene, la sorella di Seraphin aspettava un bambino, che fosse per quello? Probabile, anche se, a giudicare dalla mancanza del caratteristico pancione, doveva sfortunatamente averlo perso. Povera creatura.

Albus Silente cinse le spalle della ragazza e la fece incamminare lungo il percorso del suo ufficio, poi si voltò verso i due ragazzi che erano rimasti in messo al corridoio, imbambolati

-          Tornate ai vostri dormitori, ragazzi – annunciò severo – vi spiegherò tutto al momento opportuno – e si voltò nuovamente dedicandosi alla ragazza che rise di una risata cristallina.

 

Ok, in quel momento la tentazione di correre su per la Torre Sud alla ricerca di Seraphin, che al momento viveva (forse) insieme ad Evangeline era fortissima, ma come tutti sapevano, Evangeline altri non era che l’Evangelista Oscura e, si sa, vampiri e cattivi in genere non sono amanti dei disturbi e delle visite improvvise, quindi lo scatto che li avrebbe dovuti portare in mezzo nanosecondo dalla piccola peste che era stata con loro per un po’, era stato frenato

-          E’ quella? – aveva chiesto Hermione

-          Seraphin non aveva accennato al fatto che fosse cieca – rifletté il biondo

-          I bambini non danno peso a queste cose, oppure si sente un po’ il suo protettore… - rispose saggiamente la mora

Ai Malfoy era consentito rimanere sbalorditi?

Perché in quel momento lui lo era.

Temperance Black… eccola lì, che ci faceva a scuola? Fin aveva detto che erano fuggiti assieme e che poi si erano persi di vista, che fosse riuscita ad arrivare a scuola con una buona dose di fortuna?

Interrogativi senza risposta.

Al termine del secondo piano c’erano le scale che conducevano alla Torre di Grifondoro e al Sotterraneo di Serpverde.

Fronteggiandosi entrambi a testa alta, i due erano pronti per il saluto serale, Hermione sollevò il mento e fece brillare le pagliuzze dorate nelle sue iridi color dell’ambra

-          Malfoy – disse appena – ci sarei rimasta male se non mi avessi creduto

Era implicito che l’oggetto della conversazione era la visita di Lavanda quel pomeriggio e il polverone che aveva alzato

-          Mezzosangue – rispose lui sorridendo, ma squadrandola dalla sua altezza – mi saresti scaduta parecchio se fossi andata al ballo con Lenticchia

Hermione sorrise, poi gli fece cenno con la mano e si incamminò quasi correndo, il viso in fiamme, fino al Grifondoro.

Draco sorrise a sua volta e prese la direzione dei sotterranei.

 

*          *          *

 

Era il 31 dicembre: la sera di San Silvestro, l’ultimo dell’anno.

La notte dell’eclissi di Luna.

La festa della scuola.

 

I camini scoppiettavano adorni di rami di agrifoglio con bacche rosse mentre il profumo della resina di pino si spargeva per tutte le sale comuni.

L’atmosfera era calda per permettere agli studenti di sfoggiare le loro mise eleganti senza doversi preoccupare del freddo invernale che c’era fuori dalle antiche mura di Hogwarts.

Ragazzi e ragazze erano in fibrillazione, tutti in attesa del grande evento di quella serata.

Daphne, Ginny ed Hermione si erano tutte e tre rintanate nella stanza di quest’ultima, avevano sigillato la porta e vietato a chiunque di entrare; Harry e Ron erano rimasti fuori a guardare la rossa e la bionda come se fossero impazzite mentre entrambi stavano facendo una battaglia persa in partenza con i loro abiti da cerimonia, sfortunatamente, nonostante Hermione avesse fatto una bella predica a Ron per quella faccenda di Lavanda, il rosso non aveva voluto ammettere con chi sarebbe andato al ballo e così erano un po’ tutti sulle spine in attesa di conoscere l’identità della fantomatica dama.

Harry anche si era dato da fare a dire di tutto a Wealsey, soprattutto dopo aver appreso nientemeno che da Draco Malfoy lo svolgimento del bel battibecco tra Hermione e LavLav, risoltosi con l’indiscussa vittoria della prima: Hermione si era rifiutata di fare commenti a proposito e così le informazioni erano state piuttosto frammentarie, ma anche con lui Ronald era stato una statua e non aveva detto parola circa la ragazza che l’avrebbe accompagnato.

 

Hermione se ne stava seduta sul letto piuttosto a disagio, mentre Ginny e Daphne sistemavano i “ferri del mestiere”, ovvero belletti, nastrini, fiocchetti, forcine e libri di incantesimi su come creare un’acconciatura adatta e far rimanere il fiocco perfetto.

Non poteva certo dire di trovarsi a suo agio tra tutti quegli aggeggi e quelle torture, ma le sue due amiche erano state irremovibili e avevano portato avanti la loro battaglia della bellezza decretando che, in barba alla Brown, doveva fare una bella figura e lasciare tutti di sasso, Trio Fashion compreso.

Non molto convinta da questa filosofia, aveva miseramente accettato di mettersi un po’ a posto, ma, come si dice, gli dai un dito e si prendono tutto il braccio, quindi la Greengrass e la Weasley avevano deciso di poter sfruttare la sua spaziosa camera da Caposcuola come base per le loro pianificazioni ed erano due giorni che la stanza era inagibile.

Il suo vestito per la festa era stato ultimato una settimana prima e adesso se ne stava appeso alla maniglia della finestra coperto dalla carta velina, mentre sul letto accanto a lei erano sistemati quelli delle altre due.

Il misero scrittoio prima ingombro di libri pullulava ora di profumi raffinati e di ombretti e pailettes e di fronte all’armadio erano sistemate in bella fila tre paia di scarpe: uno blu, uno nero e uno bianco.

I libri del comodino erano stati sgomberati e adesso erano posate tre bacchette chiare in attesa di essere adoperate per qualche strana tortura altrimenti detta “acconciatura”.

I fermagli, gli elastici, le pinze, le forcine e i fiori erano posti su una mensola assieme alle spazzole e, terminato di estrarre tutto dai loro beauty-case, Ginny e Daphne guardarono con aria clinica la loro amica, uscita di fresco da una rilassante vasca dei prefetti dove si era goduta la quiete prima della tempesta.

-          Cominciamo con i piedi? – domandò la bionda scrutando gli arti inferiori infagottati in un paio di calzettoni e poi nascosti dentro le ciabatte di pelouche

-          Cos’hanno che non va i miei piedi? – chiese preoccupata la mora – li lavo tutti i giorni e ho le unghie tagliate!

Le altre si scambiarono uno sguardo rassegnato

-          Ti diamo lo smalto – annunciò Ginny rovistando in una borsetta comparsa magicamente dal nulla

-          Non ci penso neppure! Chi vuoi che li veda i miei piedi se porto le calze bianche e le scarpe?

-          Cara – rispose dolcemente la Greengrass – tu NON metterai le collant bianche, noi te lo impediremo! – e Ginevra annuì – tu metterai le autoreggenti, si vede troppo il segno della cucitura sotto l’abito, così almeno non succederà nulla…

-          Ma io detesto le autoreggenti, mi cadono sempre! – protestò vivamente la riccia

-          Daph, dovrei avere ancora le giarrettiere che avevo preso per il matrimonio di mio fratello – disse distratta la rossa scavando dentro ad una valigetta

-          Mi rifiuto! Non mi devo mica sposare!

-          Non discutere – disse imperiosa la bionda – a costo di sembrare tua madre, io so cosa ti sta meglio!

-          Mia madre non mi ha mai detto queste cose! Mia madre è una donna in carriera che se ne frega dell’aspetto…

-          Beh, da qualcuno doveva pur aver preso – constatò Ginny guardando la serpeverde

-          Non importa, tu metterai le calze autoreggenti con la cucitura

-          Ma fanno prudere!

-          Non importa!

-          Siete cattive – mormorò Hermione mentre le odiate giarrettiere vedevano finalmente la luce

Cinque minuti dopo, tre ragazze si stavano dando lo smalto l’un l’altra sedute scomposte sul letto con i rispettivi bottiglini in mano mentre Hermione, come sottolineò la bionda, quanto a lamentarsi stava quasi per battere Malfoy.

E riuscirono a farla stare zitta.

-          Dovrò mettere l’orologio – annunciò la Caposcuola e le altre due la guardarono inorridite

-          Assolutamente NO!

-          Ma così almeno potrò cominciare la ronda dopo mezzanotte – le due sbuffarono e le nascosero l’oggetto.

La scelta della biancheria fu molto più complicata, soprattutto dopo che la Slytherin ebbe aperto il cassetto ed ebbe constatato che lo stile dei suoi reggiseni e delle mutandine rispecchiava alla perfezione quello dei pigiami.

Richiuse il cassetto con un colpo, emise un sospiro prossimo alla sconfitta e alla fine lo riaprì pescando l’unico indumento che non fosse cosparso di coccinelle, coniglietti e altre amenità animali.

Decisamente la Caposcuola non stava approvando, soprattutto perché era quasi mezzora che la stavano lasciando nuda e in asciugamano ad aspettare che decidessero cosa farle indossare e lo smalto asciugasse del tutto.

Sicuramente più a suo agio coperta, la mezzosangue guardò lo scempio che le sue amiche stavano facendo del suo amato guardaroba e scosse la testa senza riuscire a trovare la forza di farle uscire di corsa dalla sua camera.

Poi fu la volta delle calze, a cui seguì un’interminabile discussione su come andasse portata la riga che vide impegnate la rossa e la bionda, momentaneamente trasformate in esperte modiste, la Granger succube.

Harry Potter bussò tre volte alla porta che erano quasi le sei di pomeriggio e quando Daphne aprì, dichiarò senza mezzi termini che avrebbe parlato solo con Hermione.

Con l’asciugamano ancora drappeggiato sulle spalle, le calze bianche, le pantofole e i bigodini nei capelli, la Granger si affacciò alla porta lasciando mezzo di sale il bambino sopravvissuto che, dopo due minuti buoni di balbettamenti confusi, riuscì a dirle che in Sala Comune c’era un certo biondo di sua conoscenza con una notizia per lei.

Alla domanda “Cosa ha da rompere?” Potter si limitò ad alzare incurante le spalle mentre Finnigan, di passaggio da quelle parti, al vederla quasi sbatté contro una colonna

-          Vado a parlargli – fu la decisione della mora

-          Così conciata? – chiese allibito Harry

-          Andiamo, è solo Malfoy… - sorrise Hermione e Sfregiato avrebbe voluto risponderle “appunto per questo”, ma si trattenne, probabilmente Herm credeva che Malfoy provasse un ribrezzo fisico nei suoi confronti… beh, era illusa.

 

Comunque conscia che la mise non era propriamente delle più adatte ad un incontro formale, probabilmente evento scatenante di un conflitto mondiale, si premurò di non esporre troppo la sua presenza un po’ goffa al biondastro.

 

Il Principe delle Serpi era seduto in Sala Comune, intento a sorseggiare un po’ di firewhiskey della riserva privata di Harry che presto lei avrebbe fatto scomparire.

Per quanto la riguardava, Draco sarebbe potuto andare alla festa anche conciato così: pantaloni blu scuro filigranati di una trama sottile che riluceva alle fiamme, camicia fuori dai calzoni e sbottonata ai primi tre bottoni e cravattino che pendeva da sotto il colletto piegato solo per metà, i capelli ancora scompigliati. Alla faccia di tutti gli dei dell’Olimpo, Draco Malfoy li batteva tutti.

 

Ricomponendosi quel tanto che serviva, Hermione si sporse da oltre la curvatura della scala a chiocciola rabbrividendo quando la pietra fredda incontrò la pelle scoperta

-          Che c’è Malferret? – berciò mentre la sua testa formulava già le possibili ragioni della sua visita alla Torre: chissà, magari Silente aveva avuto un malore e bisognava rimandare la festa, oppure c’era stato un omicidio… la McGranitt aveva scoperto della festa di Natale a base di burrobirre e whiskey incendiario che avevano fatto a Corvonero

-          Carina la tenuta… - rispose caustico lui alzando il bicchiere come saluto – ci vieni così al ballo? – lei lo fulminò con lo sguardo mentre cercava di tirare giù l’asciugamano più che poteva senza scoprire dell’altro

-          Risparmiami la tua ironia – frecciò lei presa tra due fuochi: da una parte le sue amiche che volevano trasformarla in Cenerentola, dall’altra la serpe malefica con chissà quale cataclisma.

-          Bene, allora devo dirti che Blaise sta male, è tutto il pomeriggio che ha mal di pancia e si contorce sul letto, o almeno questo è stato quello che mi ha detto… - precisò poco convinto; lei sbattè le ciglia, a questo punto ci sarebbe andata da sola al ballo, tanto…

-          … quindi per questa sera dovrò farti io da cavaliere – ultimò lui facendole un inchino

No, cataclisma non era sufficientemente distruttivo come termine.

-          Che cosa? – gridò svegliando Neville che dormiva di fronte al camino – ma è ridicolo!

-          Grazie tante – sbuffò il biondo – comunque passo a prenderti per le otto e mezza, vedi di essere pronta e, possibilmente – aggiunse al suo indirizzo – mettiti una gonna, io te lo consiglierei…

E senza aspettare l’alterata risposta della ragazza, girò i tacchi e uscì dalla porta mentre Paciock scrutava preoccupato attorno a se.

Furiosa con se stessa, con il mondo, con Malfoy, ma, soprattutto, con Zabini che aveva pensato bene di fare indigestione proprio quel giorno, gridò tanto forte quasi da far accorrere i suoi compagni rintanati a farsi un goccetto prima di andare alla festa.

-          Tutto a posto? – chiese Harry preoccupatissimo

-          No che non è TUTTO a posto! – gracchiò lei – non hai sentito? – urlò poi indicando la saletta dove ormai stava solo Neville

-          Ehm, sì – annuì il bambino sopravvissuto

-          Allora fai 2+2, andare al ballo con Malfoy, oltre ad essere un suicidio certo è anche la cosa più umiliante che mi sia successa in sette anni che sono in questa scuola! – strillò ancora

-          Dai calmati… - le disse Ron che armeggiava con le chiusure della giacca dell’abito – sei bellissima, farai comunque un figurone!

-          Non è vero! – sbraitò ancora lei, ma tutti e due i suoi amici si accorsero di una tremula lacrima che minacciava di scapparle senza controllo, una goccia di rugiada che diceva molte cose

-          Ginny! – urlò Harry da dietro la porta, la rossa l’aprì e lo sguardo cupo del ragazzo le disse che c’era qualcosa che non andava, poi scorse Hermione, semi coperta dalle due figure dei suoi compagni, mentre si asciugava gli occhi

-          Cosa succede? – le chiese piano mentre anche Daphne compariva sulla porta, la mora scosse la testa e allora la bionda le tese una mano e la trascinò dentro, chiudendo la porta dietro di loro.

Ron sospirò smarrito mentre tornava alla sua stanza e Neville, salito al piano superiore, si fermò accanto ad Harry che fissava immobile la porta chiusa con i pugni delle mani serrati

-          Pensi che glielo dirà? – domandò Paciock ridestando l’amico dal suo torpore

-          Ovvio, dovrà pure informarle che il suo cavaliere è Malfoy…

-          Non parlo di questo – aggiunse ancora l’altro – parlo dell’altra cosa, dei suoi sentimenti

Harry si voltò a guardarlo stupito

-          Come lo sai? – chiese – te l’ha detto lei? – Neville scosse la testa

-          E allora? – incalzò il moro

-          Quando uno non ha vita sociale, osserva quella degli altri – spiegò il ragazzo di Daphne e il bambino sopravvissuto si meraviglio di tanta saggezza e, soprattutto, di tanto spirito di osservazione da parte di Neville

-          Forse ti sottovalutiamo tutti – ammise Harry posandogli amichevolmente una mano sulla spalla

-          È quello che mi dice anche Daphne – ammise l’altro – ehm… non è che mi dai una mano con i gemelli della camicia?

Era curioso che una persona pasticciona come Paciock potesse vedere così distante… certi dettagli che a volte neppure lui coglieva.

-          Vieni – disse rivolto all’amico – so che Daphne metterà un vestito blu, tu come ti vesti?

E scomparvero oltre la soglia della stanza.

 

*          *          *

 

Mancava un quarto alle nove e della mezzosangue + combriccola di invasate non c’era traccia.

Harry, Lenticchia e Paciock erano seduti in Sala Comune in attesa delle rispettive dame che non accennavano a scendere dalla scala del dormitorio femminile.

La riserva segreta (ma neppure troppo) di alcolici di Harry era stata decimata da Malfoy, che reggeva l’alcool meglio di un marinaio ubriacone, e da Ron, che era già al terzo bicchiere e sembrava più depresso che mai, probabilmente terrorizzato dalle possibili conseguenze dell’aver rifiutato Lavanda Brown come ragazza.

Il biondo scolò l’ultimo rimasuglio di liquore sul fondo di un bicchiere di finto cristallo e controllò l’orologio di platino da taschino con sopra inciso lo stemma dei Black, il fatto che fossero in ritardo di un quarto d’ora sulla tabella di marcia non aiutava e per di più le aveva detto che sarebbe arrivato alle otto e mezzo! Certo, ammetteva che una ragazza aveva bisogno di mettersi un po’ in tiro per un’occasione del genere, ma far aspettare lui era qualcosa di abominevole!

 

Un ticchettio concitato richiamò l’attenzione generale facendo voltare tre paia di occhi verso la scala, Ginny, con ai piedi delle scarpe nere con tacco a spillo, fece cenno a Harry fermandosi però appena all’imboccatura della scaletta

-          Dite non è meravigliosa? – domandò senza che nessuno capisse di che stava parlando

Daphne fece il suo ingresso con un abito a tubino scampanato sul fondo tutto coperto di cristalli che brillavano, tra i capelli una elaborata acconciatura di pailettes

-          Bello – mormorò il moro dando una gomitata a Neville che si era momentaneamente incantato ad ammirarla

-          Idioti – fu il poco carino commento della bionda che sorrise portandosi la mano alla bocca – non me, LEI!

Draco voltò la testa udendo appena un altro rumore di tacchi e un angolo bianco comparve, lentamente, la figura della mezzosangue si delineò mentre scendeva la scala come la primadonna dell’opera, calma, umile.

Si fermò appena quando si ritrovò sul piano e poté finalmente alzare gli occhi senza il pericolo di un ruzzolone giù dai gradini; arrossì a vedere i suoi due amici imbambolati a fissarla e questa volta non c’era nessun Harry Potter a svegliarli, Ron sembrava lo stupore fatto persona, gli occhiali di Harry avevano preso una posizione poco idonea alla loro funzione e il biondastro era rimasto senza parole, grandioso!

-          Chiudi la bocca, Malfoy, ci entrano le mosche – disse a Draco avvicinandosi e prendendosi la sua rivincita.

Draco decise che aveva bisogno di una doccia fredda. Gelata.

C’era tempo?

Si accontentava anche del Lago Nero in mancanza di meglio…

Hermione rise, felice di averli sorpresi tutti; effettivamente Daph e Ginny avevano fatto un lavoro eccezionale, perfino per i suoi canoni di giudizio, tanto che sembrava davvero un’altra persona.

-          Sei davvero tu sotto quello strato di stoffa e trucco? – domandò la serpe

-          Ovvio – fu la candida risposta di lei

-          Ricordi che ci siamo dette, Herm? – domandò la rossa mentre le due amiche prendevano a braccetto i rispettivi cavalieri

Il suono prodotto dalla mora sembrava un ringhio, anche piuttosto feroce, sbuffò poco signorilmente e alzò gli occhi al cielo

-          Andiamo anche noi? – chiese il biondo

Arrossendo e un po’ titubante, la Caposcuola infilò il braccio in quello che lui le porgeva e si affrettò a guardare altrove.

Draco la ammirò di sottecchi mentre le altre due ragazze si sistemavano i tacchi per l’ultima volta e facevano un bel respiro prima di uscire: confrontarsi col giudizio di tutta la scuola era una prova di coraggio non da poco.

Hermione era favolosa, doveva ammetterlo, sembrava appena uscita dal regno delle fiabe: indossava un abito bianco formato da una parte superiore fatta a tubino e ripiegata, sostenuta da due spalline e una gonna larga e scampanata, aveva le calze bianche con tanti forellini che formavano una trama fine, la cucitura sul dietro e scarpette bianche dal tacco alto che le permettevano quasi di guardarlo negli occhi: quasi.

I capelli erano intrecciati sulla schiena in una acconciatura disseminata di nastrini bianchi e boccioli di fiori e al collo era appesa la sua inseparabile Giratempo.

Conosceva quell’oggetto, l’aveva intravisto molte volte sotto la camicia durante le sue “esplorazioni” e riconosceva la fattura semplice della catenella e la forma elaborata della clessidra che ruotava in ben quattro quadranti concentrici, al polso destro aveva invece un filo di perle chiare come l’abito.

Si disse che l’abito non faceva il monaco e cercò di concentrarsi sui passi perché se avesse continuato a distrarsi, probabilmente avrebbe disimparato a camminare.

 

Daphne e Neville sembravano prendere vita direttamente da quei film dove due persone erano costrette ad andare insieme alla festa e non si sopportavano, così stavano tutti e due guardando altrove tenendosi a braccetto; con l’aiuto di Neville, perfino Paciock era riuscito a fare la sua figura nel paio di pantaloni di sartoria, la camicia bianca era quasi impeccabile e il panciotto damascato in argento faceva un ottimo contrasto con i brillanti e i piccoli pezzi di argento incastonati nel baluginante abito della sua fidanzata.

 

Harry e Ginny erano senza dubbio la coppia che più delle altre si comportava come doveva, si sorridevano e scherzavano ed evitavano paranoie mentali o comportamenti inadeguati.

Ginny era incantevole nel suo semplice abitino bianco corto fino al ginocchio e con il corpetto a tubino, le scarpe avevano un tacco vertiginoso, tanto che, mentre era in camera a fare avanti e indietro per provarle, Hermione si era domandata come facesse a rimanere in piedi. Al collo portava una elaborata collana a rete di cristalli neri che si intonavano con i ricami di velluto sull’abito e con la vernice lucente delle scarpe nuove, i capelli, invece, erano appena raccolti sulla sommità del capo e fermati con una grossa molletta a forma di fiore, anch’essa cosparsa di piccoli cristalli.

Harry, decisamente sul classico, aveva apportato qualche modifica al suo vecchio abito del Ballo del Ceppo, aveva levato qualche trina alla camicia e si era procurato un papillon decente.

 

*          *          *

 

La porta della Sala Grande si aprì da sola quando il gruppetto di studenti si fermò lì davanti

-          Io aspetto qui la mia dama – annunciò Ron, momentaneamente l’unico scompagnato

Tutti gli altri l’avevano guardato curiosi, ma lui aveva scosso la testa come a indicare che, tanto, avrebbero aspettato come tutti gli altri e poi aveva fatto un gesto perché andassero.

 

L’ingresso di Harry e Ginevra non provocò particolare scompiglio: tutti sapevano che quest’anno sarebbero venuti insieme al Ballo, Calì e Padma, rispettivamente al braccio di Seamus e Dean, sorrisero pronte a lanciarsi in qualche pettegolezzo.

 

L’arrivo subito dopo di Neville e della bionda Daphne suscitò qualche risata mentre, tutti e due rossi, procedevano voltati l’uno da una parte e l’altro dall’altra, come se fossero costretti a stare lì.

 

Il vero problema fu quando Draco Malfoy, con al braccio una sorridente e bellissima Hermione Granger entrarono a testa alta nella Sala Grande.

Lo sconcerto fu generale.

Draco, da vero uomo di classe, procedeva incurante delle chiacchiere che li seguivano, Hermione, sorridente un po’ per essere accompagnata dalla persona che le piaceva e un po’ perché si sentiva un’altra, regalò un sorriso ai presenti e camminò a testa alta, altera e fiduciosa in se stessa come lo era Malfoy.

O quasi, già perché il biondo Slytherin non era mica a suo agio… non per tutte le parole che si sprecavano, ma perché la Granger, quella sera, era davvero favolosa! Molto più di quando era arrivata al braccio di Victor Krum stupendo tutti… beh, probabilmente lo stupore era stato pari quella sera perché Hermione Granger e Draco Malfoy si odiano. Quindi era logico pensare come mai arrivassero serenamente a braccetto…

Ma comunque, il problema che non fosse a suo agio persisteva, lei era una ninfa, bellissima, sorridente e serena come non l’aveva mai vista. Non si preoccupava degli altri e neppure di lui, una vera donna di classe.

Un po’ spronato da questo suo atteggiamento, alzò il mento e fulminò con lo sguardo Lavanda mentre si stava avvicinando a loro.

 

-          E così alla fine mi hai raccontato una bugia, Granger – disse sorridendo mentre la mora le guardava l’orlo dell’abito lungo fino al pavimento e già scuro per essere stato maldestramente calpestato – Malfoy, da te non me lo aspettavo, poi… - aggiunse all’indirizzo della serpe con un occhiolino

-          Blaise è malato e non ha potuto accompagnarla – spiegò stringato contando fino a cento prima di uccidere la Brown

-          Un vero peccato – annuì l’altra sorseggiando qualcosa da un bicchiere – beh, ma alla fine non me ne importa – aggiunse – è vero, non sei venuto al Ballo con Ronald

Se fosse stato per Hermione, l’avrebbe volentieri schiaffeggiata per quello che aveva detto, ma probabilmente LavLav non avrebbe neppure capito il motivo per cui l’aveva fatto…

Stava giusto per risponderle per la rime, perché lasciar correre sì, ma fino a un certo punto, quando l’attenzione le fu catturata da una massa rossa di capelli, sicuramente quelli vistosi di Ron, si voltò curiosa alla ricerca dell’amico e anche eccitata all’idea di scoprire finalmente la ragazza che aveva gettato nello scompiglio le sue compagne.

 

Ronald Weasley procedette orgoglioso per il salone in un completo nero e verde che contrastava con il cangiante colore dei suoi capelli, sorridente e reggendo al braccio una dama bellissima.

Hermione ne fece una radiografica completa dalle scarpe all’ultima forcina: indossava della decolleté nere e un abito stile impero nero anch’esso, ornato sulla scollatura da una serie di perline e foglioline finte verdi, esattamente come la fascia di seta che fermava le pieghe sotto il seno e come un lungo nastro che la ragazza aveva intrecciato sul braccio sinistro, mentre al destro pendeva un ventaglio in pandan con i colori.

La carnagione chiara era messa in evidenza dallo scuro del vestito e da alcuni ciuffi di capelli corvini che scendevano fin sulle spalle da una acconciatura fermata sulla sommità del capo con un grosso fermaglio verde a forma di farfalla.

La guardò in viso senza riconoscerla e incontrò due luminosi occhi colore delle foglie che seguivano i partecipanti della sala.

La fissò ancora senza riuscire a riconoscerla e non riuscendo a ritrovare quel viso familiare tra i tanti che conosceva, si voltò verso il biondo al suo fianco per domandargli chi fosse, Malfoy sicuramente conosceva dalla prima all’ultima ragazza di Hogwarts.

-          Però… Pansy è caduta proprio in basso questa volta – disse il biondo quasi prevenendo la sua domanda e alzando stupito le sopracciglia mentre stringeva di più il braccio della sua Regina dei Gryffindor.

Pansy?

Naaaaaa….

Lavanda, accanto a lei, strabuzzò gli occhi e aprì due o tre volte la bocca senza riuscire a parlare, esattamente come un pesce fuor d’acqua, Hermione la guardò finché un grido assordante e stridulo raggiunse le sue orecchie facendole storcere la testa.

-          Parkinson! – urlò la mora presidentessa del Trio Fashion

Pansy si limitò a sorriderle mentre proseguiva al braccio di Weasel e si dirigeva verso la tavolata imbandita.

Ed Hermione la riconobbe.

Quella era Pansy Parkinson?!

Che il Cielo gliene scampasse a tutti loro, sentiva già un odore poco invitante per l’aria e Lavanda stava letteralmente andando in ebollizione assieme al suo colorito!

 

*          *          *

 

Spazio autrice: d’accordo, scusatemi se all’inizio sono stata così spiccia con il prologo, ma effettivamente non c’era molto da dire, avrei rischiato di svelare qualcosa…

Allora, questo cappy è più che altro un gioco un po’ di collage di tante scene diverse che sfociano tutte nelle ultime due.

Personalmente, descrivere Hermione tormentata dalle sue due amiche è stato molto divertente, un po’ perché mi è sempre piaciuto leggere delle scene del genere e speravo di rendere un po’ la sensazione di lei, vittima di questa follia che a me, personalmente, fa morire dal ridere, anche se dubito che la mia descrizione sia riuscita a rendere questa sensazione…

Tanti collage, dicevo, perché ormai i misteri sono tanti quanti gli anni di Hogwarts e presto dovrò cominciare a metterne a posto qualcuno… c’è Fin, sua sorella Ransie, la nuova prof, i misteri di Silente, Zach e la famiglia Black eccetera eccetera, senza contare che mi sta frullando per la testa un’ideuzza per una shottina piccina picciò e un paio di altre fanfic, ma devo tenermi a bada, sennò gli aggiornamenti saranno lenti come la Quaresima.

Spero che questo capitolo vi piaccia, ora sarà il caso che torni a studiare, odio la mia prof di matematica, ma i compiti devo farli ugualmente, uffa!

 

Per chi interessasse, ho cercato di ricreare gli abiti che mi ero immaginata per le tre dame del racconto, vi posto i link così, se volete darci un’occhiata potrete avere l’idea che avevo io, sennò io trovo sempre carino che ognuno abbia la sua…

 

Abito di Daphne

 

Abito di Ginny

 

Abito di Herm

 

Ciao e un bacio!

Nyssa

 

PS: mi rendo conto di stare uccidendo la pazienza di tutti con questa attesa interminabile di una chiarificazione dei sentimenti di Draco ed Herm, ma dovete capirmi, io come autrice non posso piazzare una scena così in mezzo alle altre, sennò non rende a sufficienza!

Cmq tranqui, presto arriverà pure quella, scusate per la lentezza :P

 

PS2: l’abito di Ginny è quello che mi piace di più… anche se le calze di Hermione le adoro ^^

 

LaTerrestreCrazyForVegeta: mi fa piacere che la storia e le varie coppie ti piacciano, effettivamente portare avanti sua la relazione tra Draco ed Herm che un po’ vogliono ammazzarsi e un po’ no e quella strampalatissima (ma che adoro) tra Paciock e Daphne non è semplicissimo, però sono contenta che i miei sforzi non siano vani, spero che ti piaccia anche questo puzzle del cappy 19, ciao e un bacio! Nyssa

 

potterina_88_: inizialmente io non li avevo neppure presi in considerazione (mi riferisco al tempo in cui non avevo ancora pensato di cominciare a scrivere questa fic), poi un’altra storia mi ha dato l’ispirazione e così eccoli lì, sono contenta che riscuotano tanto successo, trovo che sia un pairing perfetto e Neville sicuro di sé… beh, ciascuno nella mia ficcy ha un lato nascosto, perché lui no? Ma non credo di essere io l’artefice della magia di questi due, stanno bene insieme e questo basta già da se, ci sono coppie che assieme non girano molto, questa però rende molto bene ed è bello scrivere di loro.

Per Draco ed Herm (la mia coppia preferita, da lì non si scappa) ci vorrà ancora un po’, però garantisco poco, quindi porta pazienza, arriverà presto la tanto sospirata dichiarazione e spero che, a quel punto, sia all’altezza delle aspettative!

Bene, mi auguro che ti sia piaciuto anche questo nuovo capitolo, fammi sapere che ne pensi, ciao e un bacione! Nyssa

 

Lisanna Baston: lo specchio è stata un’invenzione successiva, nel progetto originale non c’era, ma mi serviva una scusa per un nuovo personaggio che deve ancora arrivare e allora ho trovato quella, solo che, non avendo mai studiato latino, non ho potuto riportare come avrei voluto la scritta sopra il vetro che, forse, avrebbe dato una mano a capire (e dico forse), beh, credo che bisogni accontentarsi della traduzione di Malfoy, probabilmente farò in modo che Herm trovi qualche informazione a proposito, chissà che non riesca a trovare qualcuno disposto a tradurmi l’intera frase…

Eva è un’insegnante misteriosa e sono molto felice che abbia riscosso così tanto successo, anche se credo che non sarò mai all’altezza del maestro Akamatsu

Per Neville e Daphne, come ho detto, sono una coppia che rende bene ed è bello raccontare di loro e sono felice che piaccia, anche se so che è un pairing inconsueto.

Bene, spero che sia di tuo gradimento anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa

 

luana1985: oh Cielo, per carità non ammazzarti, prometto che arriverà presto anche la dichiarazione (non troppo, ovvio, però non tarderà), ma ti prego, non fare follie!

Comunque sono molto felice che ti sia piaciuto questo capitolo e spero che sia stato lo stesso anche per questo diciannovesimo e che mi farai sapere cosa ne pensi! Ciao (e per carità, non farti del male!), Kiss! Nyssa

 

AuraD: confermo, c’è moooooolto dietro questo personaggio e probabilmente mi riserverò di non dire tutto sennò passerei i restanti capitoli a dire di lei quando i protagonisti sarebbero altri, i cappy si ammucchierebbero, e già così sono un numero sostanzioso, e i miei poveri lettori mi verrebbero a cercare per avere la mia pelle, risultato: la fic non avrebbe mai fine cosa che, spero, non sia, soprattutto perché il finale è l’unica cosa limpida che ho in testa di tutta questa vicenda.

Silente, come suo solito, non dice mai tutto e soprattutto come stanno le cose e si vede anche in questo capitolo con la tipa appena arrivata, ihihihih, ma prometto di togliere un po’ di dubbi al più presto.

Per quanto riguarda Neville, non posso dire nulla, ma credo che un po’ si sia visto che tiene a Daphne e quindi si sta “evolvendo” (oh mamma, sembra un pokemon) per sentirsi degno di starle accanto, quindi credo che abbia forti crisi e anche desiderio di cambiamento (tra un po’ mi prendono ai programmi di quelli che leggono le carte >_>).

Draco ed Herm avranno presto il loro momento, pazientate ancora un po’, spero che dopo tutta questa attesa non sia deludente, ma cmq credo che entrambi non vogliano parlarne per via del fatto che Herm ha paura di perderlo e lui di parlare di quella cosa, insomma, non è che ci tenesse più di tanto a fare il mangiamorteok, ho scritto un papiro, spero che tu non ti offenda… aspetto di sapere che ne pensi del diciannovesimo capito, un bacione, Nyssa

 

rossy..!: arriverà tutto a tempo debito, non preoccuparti, ovviamente mi fa molto piacere che Neville/Daphne abbiano ormai tanti ammiratori grazie a me, sono commossa  *ç*.

Spero che ti piaccia anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa

 

Shavanna: davvero, anche tu di Genova? Wow, proprio vero che il mondo è piccolo… ehehe, io invece sono ancora alle superiori (sisgh sigh) e i miei prof sono più odiosi del solito, ma cmq non rinuncerei a scrivere per niente al mondo (e infatti si vedrà come sarà la verifica di mate >_>).

Sono d’accordo su quel che pensi di Calì e Lavanda, ma come hai visto LavLav ha avuto il suo momento nero in questo capitolo…

Sul personaggio di Eva scriverò qualcosa a piè pagina del prossimo cappy o di quello dopo riguardo all’originale, per la MIA Eva ci vorrà ancora un poco, ma piano piano vedrai che la matassa comincerà a dipanarsi; cmq il personaggio è tratto dal manga di Ken Akamatsu intitolato Negima che pubblicano anche qui in Italia quelli della Play e nella storia fa la parte di una allieva del protagonista una volta innamorata di suo padre, ma non è la protagonista, solo una co.

Per il rapporto tra i due, comincerà a smuoversi presto e, come ho accennato, si vedrà qualcosa tra un po’, spero che ti piaccia come ho reso la cosa, anche se mi accorgo che se fossi una lettrice mi sarei già uccisa molto dolorosamente…

Bene, spero che apprezzerai anche questo cappy 19, detto collage e mi auguro che mi lascerai un commentino ^^

Ciao e un bacione! Nyssa

 

chibi_elyon:  toccata e fuga anche per me e, credimi, ti capisco benissimo quando dici che sei ossessionata dalla scuola, per me è la stessa cosa e per scrivere mi resta ben poco tempo, per questo ogni tanto sono un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, tantopiù che l’ispirazione non cresce sotto i funghi XD, ormai sono costretta a scrivere nel weekend e a prendere le idee che vengono durante le ore di studio per buttarle giù bene quando ho tempo, sigh, beata pazienza e tempo che corre…

Spero che l’aggiornamento ti piaccia e sono contenta che Evangeline ti sia piaciuta, sono d’accordo, ha una storia assai controversa ^^.

Spero molto che mi lascerai un commento nonostante le tue incombenze scolastiche, ciao e un bacio, Nyssa

 

 

   
 
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