Premessa: come era successo
per i capitoli del ritorno a casa di Draco, anche questo e il prossimo sono
profondamente collegati… ma questo lo vedrete presto ^^
Scusate
se sono così sintetica, ma credo che questo particolare capitolo non necessiti di
particolari premesse, quindi preferisco parlare dopo che avrete letto, così non corro il rischio di spoilerare senza ritegno, ci vediamo in fondo!
Nyssa
* * *
Era
il 29 dicembre e mancavano solamente due giorni al tanto sospirato ballo per
l’eclissi di luna che Hogwarts aveva organizzato
quell’anno.
Al
posto che trascorrere il suo tempo libero tra trine e merletti, Hermione
Granger se ne stava in biblioteca a studiare e ripassare.
Beh,
si potrebbe pensare, finché si tratta di lei, niente
di strano… solo che
Tra
uno sbuffo e un’imprecazione, comunque, i due studenti potevano essere
riassunti come tutti coloro che in quei giorni non erano stati contagiati dalla
follia collettiva pre-ballo e non si erano fatti
prendere da paranoie mentali, anche se, forse, rimanersene a studiare, era un
po’ eccessivo, ma, a rifletterci meglio, era l’unica soluzione trovata per
rimanere insieme e chiacchierare.
Già
perché due giorni prima l’altero erede di casa Malfoy aveva fatto il suo ufficialissimo ritorno a Hogwarts,
scortato da un sufficiente bagaglio di balle per chiunque chiedesse
del periodo trascorso a casuccia e di quanto si era
divertito.
Per
fortuna, la confidenza che le persone davano al biondo Slytherin
era ben al di sotto delle domande personali tipo “cosa hai fatto a Natale” ecc;
l’unico che si sarebbe potuto permettere tanto, e che, comunque, non l’avrebbe
mai fatto in base alla sacrosanta legge “fatti i fatti tuoi che è sempre
meglio” era Blaise, ma il moro aveva già abbastanza
problemi di suo con due sorelle incinte e la terza che sarebbe stata in grado
di assistere impassibile allo sterminio della razza umana… e poi, mica si poteva gettare alle ortiche la regola aurea! E poi,
tanto, lui lo sapeva perfettamente che aveva fatto Draco durante le vacanze: un
casino.
Ad
ogni modo era metà pomeriggio, per il corridoio si erano già avute due crisi
isteriche di ragazze, per niente comprese dall’austera bibliotecaria che le
aveva malamente liquidate dal luogo dedicato allo
studio e alla coltivazione del sapere e della conoscenza: la biblioteca.
La
sua amata studentessa preferita, Hermione Granger, aveva giustamente dato il
peso necessario alle incombenze scolastiche e, forte della ragione che è dei
giusti, era perfino riuscita a trascinare nella sua mastodontica impresa ben
un’altra persona! Era quindi giusto preservare la quiete perché i due
volenterosi studenti potessero continuare nel loro pellegrinaggio sacro tra
l’erudizione magica.
L’orologio
sopra la porta batté le quattro e mezza di pomeriggio e l’orizzonte cominciava
già a farsi nero, accompagnato da una coltre di nubi grigie che minacciavano
pioggia per quella sera e l’indomani.
Draco
stava giusto osservando il tempo fuori dalla scuola
quando qualcosa di simile ad un terremoto fece irruzione della sala, scuotendo
il tavolo con penne, libri e calamai e urlando gracchiante qualcosa di
inintelligibile.
Lavanda
Brown aveva fatto la sua apparizione in biblioteca
portando con sé la furia tipicamente sua e stava ora fissando minacciosa
-
Sei una
puttana, Hermione Granger, nient’altro che una puttana! – urlò inferocita LavLav puntellando nuovamente i palmi sul tavolo e
scrutando truce la sua compagna di Casa.
Draco
Malfoy alzò di scatto la testa e guardò interrogativamente prima la pazza
furiosa che aveva interrotto la sua contemplazione dell’orizzonte e poi la
mezzosangue che sembrava incurante della cosa.
Difficile
credere che una come la Granger potesse anche solo
vagamente essere accostata al termine “puttana”…
-
Perché
mi dici questo? – domandò circospetta la mora mentre
il suo cipiglio minaccioso cominciava a fare capolino tra il pericoloso sbrilluccichio dei suoi occhi ambrati
-
Perché
sei una stronza! Una schifosa puttanella
da quattro soldi, ma chi ti credi di essere per trattare la gente a questo modo? Credi che il mondo abbia bisogno di te? Beh,
non è vero, non abbiamo bisogno di te, vattene a quel paese e restaci, saccente
altezzosa!
Draco
guardò preoccupato la mano della grifondoro che,
vittima di quella sequela di insulti, stava stringendo all’inverosimile la
matita finché questa non si spaccò: ok, era giunta al
punto critico.
-
Dimmi
cosa vuoi, Lavanda e levati da qui, ho cose più importanti da fare che starti a
sentire… – oh, la Granger, lei era sempre fine… forse Ax
aveva davvero ragione quando diceva che tra tutta
quella banda di matti era senz’altro quella che sapeva essere la meno scurrile
e quindi, la più indicata a fare la “cattiva”
-
Granger
– annunciò al mondo Lavanda strillando come un’oca –
non me ne frega un cazzo di quello che sai e che non
sai, ma sappi almeno che quello che hai fatto è disgustoso, sei un essere
schifoso, una autentica stronza.
A
quel punto, anche Draco stava cominciando a perdere la pazienza.
Innanzi
tutto, la Granger era territorio esclusivamente SUO e quindi solo LUI aveva il
diritto di trattarla male, ma soprattutto, NESSUN altro poteva farlo,
soprattutto se lui era presente.
Secondo
punto importante, un conto era insultare qualcuno con una motivazione, ma
perché diavolo quella rincretinita della Brown stava
piantando quel casino faraonico? Perfino lui aveva la sua personalissima
motivazione di insultare la Granger, perché la Brown
non poteva fare come tutta la gente quasi civile? Probabilmente alludeva a
qualcosa di già accaduto, ma o la Granger era diventata un’attrice migliore di
quel che credeva, oppure si stava parlando di uno dei tanti castelli di aria
che la presidentessa del Trio Fashion amava tanto somministrare al suo già
provato cervellino.
-
Tu,
maledetta – imprecò ancora la grifondoro – come ti sei permessa, come ti sei permessa di fare questo a ME!
In
un secondo, la mano destra della Brown era sollevata,
pronta a colpire il viso esposto della sua Caposcuola senza pietà e senza
remore.
Draco
intercettò il gesto, fermando il polso sottile di Lavanda qualche centimetro
prima che le lunghe e curatissime unghie della ragazza si abbattessero
sulla testa della sua tutor e cominciassero a
graffiarla e a strapparle i capelli.
-
Brown! –
urlò in modo che quella riprendesse un minimo di coscienza; con la minor
delicatezza possibile le girò il braccio finché non si fu seduta su una sedia
libera – spiegami che cazzo sta macinando quel tuo
cervello da oca! – sbraitò ancora infuriato che qualcuno avesse
anche solo osato alzare un dito sulla mezzosangue
-
E tu la
difendi anche! – piagnucolò falsa come Giuda LavLav –
tu, schifoso bastardo di una serpe, difendi una lurida mezzosangue come lei!
Draco
decise che, dopo quella riga di insulti, aveva una voglia matta di prenderla a
schiaffi seriamente, ma talmente forte da farle quasi perdere conoscenza.
-
Non ti
ho chiesto di parlarmi di me, ti ho domandato che cazzo
sta succedendo! E questa volta vedi di parlare o non mi farò insultare così
un’altra volta da una sudicia sgualdrinella come te!!
Lavanda
cominciò a piagnucolare sonoramente fingendo di portarsi le mani agli occhi non
ancora bagnati di pianto.
-
E’ una
puttana, una puttana e basta! – strillò ancora mandando definitivamente
all’altro mondo la pazienza del biondo – si crede chissà che e pensa di poter
gestire le persone come meglio di pare, se ne
strafrega dei sentimenti che possono avere – e a quel punto un bello sbuffo
scettico da parte del biondastro ci stava a meraviglia – è così subdola e
meschina da aver perfino costretto Ron ad andare al ballo con lei!
E
ricominciò a frignare.
Draco
voltò preoccupato la testa verso la riccia che aveva aggrottato le sopracciglia
fin sugli occhi, infuriata come un toro che vede rosso, più che mai decisa a
dire qualcosa di altamente offensivo alla sua
compagna.
-
E’ una
menzogna! – sbraitò e Draco si domandò se fosse il fatto che andava al ballo
con Ron ad essere una menzogna o tutto il resto
-
Non è
vero! Me lo ha detto Ron che non poteva venire al
ballo con me perché aveva già una dama!
-
Non
sono io! – strillò ancora la Granger – io non vado al ballo con Ron, io vado al ballo con Blaise!
Draco
si disse che doveva smetterla di agitarsi per ogni volta che lei diceva di
andare alla festa assieme a Zabini, dopotutto, a lui
che gli fregava?
-
Lo so
che sei tu, cosa credi! – aveva continuato la Brown –
sennò ci sarebbe venuto con me!
-
Non ho
intenzione di andare al ballo con Ronald – specificò
la Caposcuola – io andrò alla festa con Zabini e non
intendo cambiare idea! Quindi vedi di andare a insultare la persona giusta la
prossima volta, prima che io perda davvero la pazienza e ti dica
davvero in faccia cosa penso di questo tuo comportamento idiota!
-
Non è
possibile – sentenziò ancora LavLav – Ron non potrebbe andare con nessun altro a parte te!
Ovviamente
Hermione si esentò dal dire di quella ragazza che aveva visto seduta sul letto
di Ron
quando lui era stato portato in infermeria… dopotutto erano un po’
affari di Ron con chi andava al ballo, certo non
suoi!
Curioso
pensare che fino a tre mesi prima avrebbe supplicato il Cielo perché il rosso
la invitasse (e lui senza dubbio non l’avrebbe fatto) e adesso non gliene
importasse niente… certo non poteva biasimarlo per aver messo da parte Lavanda,
era un po’ troppo appiccicosa.
-
Bene, Brown, adesso che hai fatto la tua giornaliera figura da
scema puoi anche togliere il disturbo, non intendo certo sopportare più a lungo
la tua presenza qui, deturpa l’ambiente
Lavanda
tentò di fulmina il biondo con un’occhiata al
vetriolo, cosa che non le riuscì visto che mettere in difficoltà il Principe
delle Serpi era una cosa che veramente poche persone riuscivano a fare.
-
Granger
– sibilò la rappresentante del trio Fashion - se scopro che sei tu ti strapperò
tutti i capelli!
-
Non
sono necessarie queste minacce visto che non sono io – rispose con impassibile
contegno la grifondoro squadrando dall’alto in basso Lavanda, altera e pericolosa.
-
Puah!
E La Brown lasciò la
biblioteca a passo di marcia senza degnare di altra attenzione la bibliotecaria
e Malfoy.
Hermione
e Draco si guardarono l’un altro senza capire.
-
Vai
davvero al ballo con Weasel? – domandò lo Slytherin
-
No, ci
vado con Blaise – rispose lapidaria lei, scocciata
dal fatto che lui non le avesse creduto subito, dopodiché si sedette al suo
posto, sistemò i capelli che le erano sfuggiti al fermaglio e tornò ai suoi
compiti.
Malfoy
la studiò ancora qualche istante.
Non
sapeva dire perché, ma gli avrebbe dato fastidio sapere che lei sarebbe andata
alla festa con la Donnola, non che con Blaise non
sentisse lo stesso, ma era disposto a sopportarlo, per il rosso, decisamente
no.
Sbuffò
e tornò alle pergamene che aveva malamente lasciato.
Due
ore dopo stavano tornando ai loro dormitori percorrendo i corridoi del secondo
piano.
Il
silenzio era palpabile mentre procedevano fianco a
fianco con i libri sottobraccio e la lunga tunica nera della divisa che
svolazzava dietro di loro mentre percorrevano a passo spedito il dedalo di
stanze e cunicoli di Hogwarts.
Stavano
giusto passando di fronte agli uffici dei professori quando,
in fondo a questo videro una figura muoversi lentamente seguendo il corridoio
che si incrociava con il loro.
Era
una donna, o meglio, una ragazza, e sembrava stranamente spaesata, camminava
con una mano appoggiata al muro freddo di pietra e vestiva abiti lunghi che
ricordavano molto l’abbigliamento delle nobildonne medioevali. La ragazza aveva
lunghi capelli marroni ondulati che le scendevano morbidamente fino a metà
schiena e gli occhi chiusi nonostante tenesse il mento alto e fiero. Chi era?
Accelerando
il passo, i due studenti la raggiunsero e si accorsero solo allora che gli
occhi della sconosciuta non erano chiusi: lei era cieca.
Eppure,
li sentì avvicinarci ed avvertì anche che dovevano essere più persone, si voltò
in direzione del suono che sentiva e sorrise quando captò l’odore un po’
selvatico di Draco e quello morbido e dolce della mezzosangue; sembrava dolce
il suo sorriso, come quello di una mamma…
-
Chi
siete? – domandò rivolgendo vero di loro il viso dai lineamenti delicati che non
poteva scorgere le figure.
-
Siamo
due studenti di questa scuola – annunciò Hermione e l’altra annuì, l’aveva
capito dal profumo di lana costosa dei maglioncini e
del cotone puro delle camicie, e dire che voleva passare inosservata
-
Come vi
chiamate? – chiese ancora
-
Draco
Malfoy
-
Hermione
Granger
Risposero
piano i due, un po’ in soggezione di fronte ad una persona che li percepiva, ma
che non poteva vederli
-
Avete
dei bei nomi – riconobbe la ragazza – sono dolci e musicali, scommetto che
rispecchiano il vostro aspetto e la vostra anima
Il
biondo e la riccia si scambiarono un’occhiata perplessa
-
Lei
come si chiama? – domandò poi Draco
-
Giusto,
che maleducata… - rispose ridendo la sconosciuta – io mi chiamo Ransie, Ransie Black
A
quel punto, lo sconcerto era generale: quella era la sorella di Fin? Quella era
Era
curioso che non avesse fatto una piega, allora, quando Draco aveva pronunciato
il suo cognome.
La
studiò più da vicino e notò un oggetto che pendeva dal suo collo: un medaglione
d’oro intarsiato con lo stemma della scuola, il gonfalone di Hogwarts.
Quel
monile, decise, era qualcosa di familiare, dove l’aveva visto? Probabilmente si
stava confondendo con lo stemma della sua scuola, quello lo vedeva tutti i
giorni…
-
Oh, mia
cara! – intervenne Silente raggiungendo il gruppetto a braccia aperte, la
sconosciuta rise al riconoscere la voce profonda e ancora ricca di calore dell’insegnante
-
Silente?
– domandò per precauzione e il preside rise
-
Vieni
mia cara, i corridoi sono freddi e umidi, non fanno bene alla tua salute…
Effettivamente,
a pensarci bene, la sorella di Seraphin aspettava un
bambino, che fosse per quello? Probabile, anche se, a
giudicare dalla mancanza del caratteristico pancione, doveva sfortunatamente
averlo perso. Povera creatura.
Albus Silente cinse le spalle della ragazza e la fece incamminare
lungo il percorso del suo ufficio, poi si voltò verso i due ragazzi che erano
rimasti in messo al corridoio, imbambolati
-
Tornate
ai vostri dormitori, ragazzi – annunciò severo – vi spiegherò tutto al momento
opportuno – e si voltò nuovamente dedicandosi alla ragazza che rise di una
risata cristallina.
Ok, in quel momento la tentazione di correre su per
-
E’
quella? – aveva chiesto Hermione
-
Seraphin
non aveva accennato al fatto che fosse cieca – rifletté il biondo
-
I
bambini non danno peso a queste cose, oppure si sente un po’ il suo protettore…
- rispose saggiamente la mora
Ai
Malfoy era consentito rimanere sbalorditi?
Perché
in quel momento lui lo era.
Temperance Black… eccola lì, che ci faceva a scuola?
Fin aveva detto che erano fuggiti assieme e che poi si erano persi di vista,
che fosse riuscita ad arrivare a scuola con una buona dose di fortuna?
Interrogativi
senza risposta.
Al
termine del secondo piano c’erano le scale che conducevano alla Torre di Grifondoro e al Sotterraneo di Serpverde.
Fronteggiandosi
entrambi a testa alta, i due erano pronti per il saluto serale, Hermione
sollevò il mento e fece brillare le pagliuzze dorate nelle sue iridi color
dell’ambra
-
Malfoy
– disse appena – ci sarei rimasta male se non mi avessi
creduto
Era
implicito che l’oggetto della conversazione era la visita di Lavanda quel
pomeriggio e il polverone che aveva alzato
-
Mezzosangue
– rispose lui sorridendo, ma squadrandola dalla sua altezza – mi saresti
scaduta parecchio se fossi andata al ballo con Lenticchia
Hermione
sorrise, poi gli fece cenno con la mano e si incamminò quasi correndo, il viso
in fiamme, fino al Grifondoro.
Draco
sorrise a sua volta e prese la direzione dei sotterranei.
* * *
Era
il 31 dicembre: la sera di San Silvestro, l’ultimo dell’anno.
La
notte dell’eclissi di Luna.
La
festa della scuola.
I
camini scoppiettavano adorni di rami di agrifoglio con bacche rosse mentre il profumo della resina di pino si spargeva per
tutte le sale comuni.
L’atmosfera
era calda per permettere agli studenti di sfoggiare le loro mise eleganti senza
doversi preoccupare del freddo invernale che c’era fuori
dalle antiche mura di Hogwarts.
Ragazzi
e ragazze erano in fibrillazione, tutti in attesa del
grande evento di quella serata.
Daphne,
Ginny ed Hermione si erano tutte e tre rintanate
nella stanza di quest’ultima, avevano sigillato la porta e vietato a chiunque
di entrare; Harry e Ron erano rimasti fuori a
guardare la rossa e la bionda come se fossero impazzite
mentre entrambi stavano facendo una battaglia persa in partenza con i
loro abiti da cerimonia, sfortunatamente, nonostante Hermione avesse fatto una
bella predica a Ron per quella faccenda di Lavanda,
il rosso non aveva voluto ammettere con chi sarebbe andato al ballo e così
erano un po’ tutti sulle spine in attesa di conoscere l’identità della
fantomatica dama.
Harry
anche si era dato da fare a dire di tutto a Wealsey,
soprattutto dopo aver appreso nientemeno che da Draco Malfoy lo svolgimento del
bel battibecco tra Hermione e LavLav, risoltosi con
l’indiscussa vittoria della prima: Hermione si era rifiutata di fare commenti a
proposito e così le informazioni erano state piuttosto frammentarie, ma anche
con lui Ronald era stato una statua e non aveva detto
parola circa la ragazza che l’avrebbe accompagnato.
Hermione
se ne stava seduta sul letto piuttosto a disagio, mentre Ginny
e Daphne sistemavano i “ferri del mestiere”, ovvero belletti, nastrini,
fiocchetti, forcine e libri di incantesimi su come creare un’acconciatura
adatta e far rimanere il fiocco perfetto.
Non
poteva certo dire di trovarsi a suo agio tra tutti quegli aggeggi e quelle
torture, ma le sue due amiche erano state irremovibili e avevano portato avanti
la loro battaglia della bellezza decretando che, in barba alla Brown, doveva fare una bella figura e lasciare tutti di
sasso, Trio Fashion compreso.
Non
molto convinta da questa filosofia, aveva miseramente accettato di mettersi un
po’ a posto, ma, come si dice, gli dai un dito e si
prendono tutto il braccio, quindi la Greengrass e la Weasley avevano deciso di poter sfruttare la sua spaziosa
camera da Caposcuola come base per le loro pianificazioni ed erano due giorni
che la stanza era inagibile.
Il
suo vestito per la festa era stato ultimato una settimana prima e adesso se ne
stava appeso alla maniglia della finestra coperto
dalla carta velina, mentre sul letto accanto a lei erano sistemati quelli delle
altre due.
Il
misero scrittoio prima ingombro di libri pullulava ora di profumi raffinati e
di ombretti e pailettes e di fronte all’armadio erano
sistemate in bella fila tre paia di scarpe: uno blu, uno nero e uno bianco.
I
libri del comodino erano stati sgomberati e adesso erano posate tre bacchette
chiare in attesa di essere adoperate per qualche
strana tortura altrimenti detta “acconciatura”.
I
fermagli, gli elastici, le pinze, le forcine e i fiori erano posti su una
mensola assieme alle spazzole e, terminato di estrarre tutto dai loro
beauty-case, Ginny e Daphne guardarono con aria
clinica la loro amica, uscita di fresco da una rilassante vasca dei prefetti
dove si era goduta la quiete prima della tempesta.
-
Cominciamo
con i piedi? – domandò la bionda scrutando gli arti inferiori infagottati in un
paio di calzettoni e poi nascosti dentro le ciabatte di pelouche
-
Cos’hanno
che non va i miei piedi? – chiese preoccupata la mora – li lavo tutti i giorni
e ho le unghie tagliate!
Le
altre si scambiarono uno sguardo rassegnato
-
Ti
diamo lo smalto – annunciò Ginny rovistando in una
borsetta comparsa magicamente dal nulla
-
Non ci
penso neppure! Chi vuoi che li veda i miei piedi se porto le calze bianche e le
scarpe?
-
Cara –
rispose dolcemente la Greengrass – tu NON metterai le collant bianche, noi te lo impediremo! – e Ginevra annuì
– tu metterai le autoreggenti, si vede troppo il segno della cucitura sotto
l’abito, così almeno non succederà nulla…
-
Ma io detesto
le autoreggenti, mi cadono sempre! – protestò vivamente la riccia
-
Daph,
dovrei avere ancora le giarrettiere che avevo preso per il matrimonio di mio
fratello – disse distratta la rossa scavando dentro ad una valigetta
-
Mi
rifiuto! Non mi devo mica sposare!
-
Non
discutere – disse imperiosa la bionda – a costo di sembrare tua madre, io so cosa
ti sta meglio!
-
Mia
madre non mi ha mai detto queste cose! Mia madre è una donna in carriera che se
ne frega dell’aspetto…
-
Beh, da
qualcuno doveva pur aver preso – constatò Ginny
guardando la serpeverde
-
Non
importa, tu metterai le calze autoreggenti con la cucitura
-
Ma
fanno prudere!
-
Non
importa!
-
Siete
cattive – mormorò Hermione mentre le odiate
giarrettiere vedevano finalmente la luce
Cinque
minuti dopo, tre ragazze si stavano dando lo smalto l’un l’altra
sedute scomposte sul letto con i rispettivi bottiglini
in mano mentre Hermione, come sottolineò la bionda, quanto a lamentarsi stava
quasi per battere Malfoy.
E
riuscirono a farla stare zitta.
-
Dovrò
mettere l’orologio – annunciò la Caposcuola e le altre due la guardarono inorridite
-
Assolutamente
NO!
-
Ma così
almeno potrò cominciare la ronda dopo mezzanotte – le due sbuffarono e le
nascosero l’oggetto.
La
scelta della biancheria fu molto più complicata, soprattutto dopo che la Slytherin ebbe aperto il cassetto ed ebbe constatato che lo
stile dei suoi reggiseni e delle mutandine
rispecchiava alla perfezione quello dei pigiami.
Richiuse
il cassetto con un colpo, emise un sospiro prossimo alla sconfitta e alla fine
lo riaprì pescando l’unico indumento che non fosse
cosparso di coccinelle, coniglietti e altre amenità animali.
Decisamente
la Caposcuola non stava approvando, soprattutto perché era quasi mezzora che la
stavano lasciando nuda e in asciugamano ad aspettare che decidessero cosa farle
indossare e lo smalto asciugasse del tutto.
Sicuramente
più a suo agio coperta, la mezzosangue guardò lo
scempio che le sue amiche stavano facendo del suo amato guardaroba e scosse la
testa senza riuscire a trovare la forza di farle uscire di corsa dalla sua
camera.
Poi
fu la volta delle calze, a cui seguì un’interminabile
discussione su come andasse portata la riga che vide impegnate la rossa e la
bionda, momentaneamente trasformate in esperte modiste, la Granger succube.
Harry
Potter bussò tre volte alla porta che erano quasi le sei di pomeriggio e quando
Daphne aprì, dichiarò senza mezzi termini che avrebbe parlato solo con
Hermione.
Con
l’asciugamano ancora drappeggiato sulle spalle, le calze bianche, le pantofole
e i bigodini nei capelli, la Granger si affacciò alla porta lasciando mezzo di
sale il bambino sopravvissuto che, dopo due minuti buoni di balbettamenti
confusi, riuscì a dirle che in Sala Comune c’era un certo biondo di sua
conoscenza con una notizia per lei.
Alla
domanda “Cosa ha da rompere?” Potter si limitò ad alzare incurante le spalle mentre Finnigan, di
passaggio da quelle parti, al vederla quasi sbatté contro una colonna
-
Vado a
parlargli – fu la decisione della mora
-
Così
conciata? – chiese allibito Harry
-
Andiamo,
è solo Malfoy… - sorrise Hermione e Sfregiato avrebbe voluto risponderle
“appunto per questo”, ma si trattenne, probabilmente Herm credeva che Malfoy provasse un ribrezzo fisico nei
suoi confronti… beh, era illusa.
Comunque
conscia che la mise non era propriamente delle più adatte ad un incontro
formale, probabilmente evento scatenante di un conflitto mondiale, si premurò
di non esporre troppo la sua presenza un po’ goffa al biondastro.
Il
Principe delle Serpi era seduto in Sala Comune, intento a sorseggiare un po’ di
firewhiskey della riserva privata di Harry che presto
lei avrebbe fatto scomparire.
Per
quanto la riguardava, Draco sarebbe potuto andare alla festa anche conciato
così: pantaloni blu scuro filigranati di una trama sottile che riluceva alle
fiamme, camicia fuori dai calzoni e sbottonata ai
primi tre bottoni e cravattino che pendeva da sotto il colletto piegato solo
per metà, i capelli ancora scompigliati. Alla faccia di tutti gli dei dell’Olimpo, Draco Malfoy li batteva tutti.
Ricomponendosi quel tanto che serviva, Hermione si sporse
da oltre la curvatura della scala a chiocciola rabbrividendo
quando la pietra fredda incontrò la pelle scoperta
-
Che c’è
Malferret? – berciò mentre
la sua testa formulava già le possibili ragioni della sua visita alla Torre:
chissà, magari Silente aveva avuto un malore e bisognava rimandare la festa,
oppure c’era stato un omicidio… la McGranitt aveva
scoperto della festa di Natale a base di burrobirre e
whiskey incendiario che avevano fatto a Corvonero…
-
Carina
la tenuta… - rispose caustico lui alzando il bicchiere come saluto – ci vieni
così al ballo? – lei lo fulminò con lo sguardo mentre
cercava di tirare giù l’asciugamano più che poteva senza scoprire dell’altro
-
Risparmiami
la tua ironia – frecciò lei presa tra due fuochi: da una parte le sue amiche
che volevano trasformarla in Cenerentola, dall’altra la serpe malefica con
chissà quale cataclisma.
-
Bene,
allora devo dirti che Blaise sta male, è tutto il
pomeriggio che ha mal di pancia e si contorce sul letto, o almeno questo è
stato quello che mi ha detto… - precisò poco convinto; lei sbattè
le ciglia, a questo punto ci sarebbe andata da sola al ballo, tanto…
-
…
quindi per questa sera dovrò farti io da cavaliere – ultimò lui facendole un inchino
No,
cataclisma non era sufficientemente distruttivo come termine.
-
Che cosa?
– gridò svegliando Neville che dormiva di fronte al camino –
ma è ridicolo!
-
Grazie
tante – sbuffò il biondo – comunque passo a prenderti
per le otto e mezza, vedi di essere pronta e, possibilmente – aggiunse al suo
indirizzo – mettiti una gonna, io te lo consiglierei…
E
senza aspettare l’alterata risposta della ragazza, girò i tacchi e uscì dalla porta mentre Paciock scrutava
preoccupato attorno a se.
Furiosa
con se stessa, con il mondo, con Malfoy, ma, soprattutto, con Zabini che aveva pensato bene di fare indigestione proprio
quel giorno, gridò tanto forte quasi da far accorrere i suoi compagni rintanati
a farsi un goccetto prima di andare alla festa.
-
Tutto a
posto? – chiese Harry preoccupatissimo
-
No che
non è TUTTO a posto! – gracchiò lei – non hai sentito? – urlò poi indicando la
saletta dove ormai stava solo Neville
-
Ehm, sì
– annuì il bambino sopravvissuto
-
Allora
fai 2+2, andare al ballo con Malfoy, oltre ad essere un suicidio certo è anche
la cosa più umiliante che mi sia successa in sette anni che sono in questa
scuola! – strillò ancora
-
Dai
calmati… - le disse Ron che armeggiava con le
chiusure della giacca dell’abito – sei bellissima, farai comunque un figurone!
-
Non è
vero! – sbraitò ancora lei, ma tutti e due i suoi amici si accorsero di una tremula
lacrima che minacciava di scapparle senza controllo, una goccia di rugiada che
diceva molte cose
-
Ginny! –
urlò Harry da dietro la porta, la rossa l’aprì e lo sguardo cupo del ragazzo le
disse che c’era qualcosa che non andava, poi scorse Hermione, semi coperta
dalle due figure dei suoi compagni, mentre si asciugava gli occhi
-
Cosa
succede? – le chiese piano mentre anche Daphne compariva sulla porta, la mora
scosse la testa e allora la bionda le tese una mano e la trascinò dentro,
chiudendo la porta dietro di loro.
Ron sospirò smarrito mentre tornava alla
sua stanza e Neville, salito al piano superiore, si fermò accanto ad Harry che
fissava immobile la porta chiusa con i pugni delle mani serrati
-
Pensi
che glielo dirà? – domandò Paciock ridestando l’amico
dal suo torpore
-
Ovvio,
dovrà pure informarle che il suo cavaliere è Malfoy…
-
Non
parlo di questo – aggiunse ancora l’altro – parlo dell’altra cosa, dei suoi sentimenti
Harry
si voltò a guardarlo stupito
-
Come lo
sai? – chiese – te l’ha detto lei? – Neville scosse la testa
-
E
allora? – incalzò il moro
-
Quando
uno non ha vita sociale, osserva quella degli altri – spiegò il ragazzo di
Daphne e il bambino sopravvissuto si meraviglio di tanta saggezza e,
soprattutto, di tanto spirito di osservazione da parte di Neville
-
Forse
ti sottovalutiamo tutti – ammise Harry posandogli amichevolmente una mano sulla
spalla
-
È
quello che mi dice anche Daphne – ammise l’altro – ehm… non è che mi dai una
mano con i gemelli della camicia?
Era
curioso che una persona pasticciona come Paciock
potesse vedere così distante… certi dettagli che a volte neppure lui coglieva.
-
Vieni –
disse rivolto all’amico – so che Daphne metterà un vestito blu, tu come ti
vesti?
E
scomparvero oltre la soglia della stanza.
* * *
Mancava
un quarto alle nove e della mezzosangue + combriccola di invasate non c’era
traccia.
Harry,
Lenticchia e Paciock erano seduti in Sala Comune in attesa delle rispettive dame che non accennavano a
scendere dalla scala del dormitorio femminile.
La
riserva segreta (ma neppure troppo) di alcolici di Harry era stata decimata da
Malfoy, che reggeva l’alcool meglio di un marinaio ubriacone, e da Ron, che era già al terzo bicchiere e sembrava più depresso
che mai, probabilmente terrorizzato dalle possibili conseguenze dell’aver
rifiutato Lavanda Brown come ragazza.
Il
biondo scolò l’ultimo rimasuglio di liquore sul fondo di un bicchiere di finto
cristallo e controllò l’orologio di platino da taschino con sopra inciso lo
stemma dei Black, il fatto che fossero in ritardo di un quarto d’ora sulla
tabella di marcia non aiutava e per di più le aveva detto che sarebbe arrivato
alle otto e mezzo! Certo, ammetteva che una ragazza aveva
bisogno di mettersi un po’ in tiro per un’occasione del genere, ma far
aspettare lui era qualcosa di abominevole!
Un
ticchettio concitato richiamò l’attenzione generale facendo voltare tre paia di
occhi verso la scala, Ginny, con ai
piedi delle scarpe nere con tacco a spillo, fece cenno a Harry fermandosi però
appena all’imboccatura della scaletta
-
Dite
non è meravigliosa? – domandò senza che nessuno capisse di che stava parlando
Daphne
fece il suo ingresso con un abito a tubino scampanato sul fondo tutto coperto
di cristalli che brillavano, tra i capelli una elaborata
acconciatura di pailettes
-
Bello –
mormorò il moro dando una gomitata a Neville che si era momentaneamente
incantato ad ammirarla
-
Idioti
– fu il poco carino commento della bionda che sorrise portandosi la mano alla
bocca – non me, LEI!
Draco
voltò la testa udendo appena un altro rumore di tacchi e un angolo bianco
comparve, lentamente, la figura della mezzosangue si delineò
mentre scendeva la scala come la primadonna dell’opera, calma, umile.
Si
fermò appena quando si ritrovò sul piano e poté
finalmente alzare gli occhi senza il pericolo di un ruzzolone giù dai gradini;
arrossì a vedere i suoi due amici imbambolati a fissarla e questa volta non
c’era nessun Harry Potter a svegliarli, Ron sembrava
lo stupore fatto persona, gli occhiali di Harry avevano preso una posizione
poco idonea alla loro funzione e il biondastro era rimasto senza parole,
grandioso!
-
Chiudi
la bocca, Malfoy, ci entrano le mosche – disse a Draco avvicinandosi e
prendendosi la sua rivincita.
Draco
decise che aveva bisogno di una doccia fredda. Gelata.
C’era
tempo?
Si
accontentava anche del Lago Nero in mancanza di meglio…
Hermione
rise, felice di averli sorpresi tutti; effettivamente Daph
e Ginny avevano fatto un lavoro eccezionale, perfino
per i suoi canoni di giudizio, tanto che sembrava davvero un’altra persona.
-
Sei
davvero tu sotto quello strato di stoffa e trucco? – domandò la serpe
-
Ovvio –
fu la candida risposta di lei
-
Ricordi
che ci siamo dette, Herm? – domandò la rossa mentre le due amiche prendevano a braccetto i
rispettivi cavalieri
Il
suono prodotto dalla mora sembrava un ringhio, anche piuttosto feroce, sbuffò
poco signorilmente e alzò gli occhi al cielo
-
Andiamo
anche noi? – chiese il biondo
Arrossendo
e un po’ titubante, la Caposcuola infilò il braccio in quello che lui le
porgeva e si affrettò a guardare altrove.
Draco
la ammirò di sottecchi mentre le altre due ragazze si
sistemavano i tacchi per l’ultima volta e facevano un bel respiro prima di
uscire: confrontarsi col giudizio di tutta la scuola era una prova di coraggio
non da poco.
Hermione
era favolosa, doveva ammetterlo, sembrava appena uscita dal regno delle fiabe:
indossava un abito bianco formato da una parte superiore fatta a tubino e
ripiegata, sostenuta da due spalline e una gonna larga e scampanata, aveva le
calze bianche con tanti forellini che formavano una trama fine, la cucitura sul dietro e scarpette bianche dal tacco alto che le
permettevano quasi di guardarlo negli occhi: quasi.
I
capelli erano intrecciati sulla schiena in una acconciatura
disseminata di nastrini bianchi e boccioli di fiori e al collo era appesa la
sua inseparabile Giratempo.
Conosceva
quell’oggetto, l’aveva intravisto molte volte sotto la camicia durante le sue
“esplorazioni” e riconosceva la fattura semplice della catenella e la forma
elaborata della clessidra che ruotava in ben quattro quadranti concentrici, al
polso destro aveva invece un filo di perle chiare come l’abito.
Si
disse che l’abito non faceva il monaco e cercò di concentrarsi sui passi perché
se avesse continuato a distrarsi, probabilmente
avrebbe disimparato a camminare.
Daphne
e Neville sembravano prendere vita direttamente da quei film dove due persone
erano costrette ad andare insieme alla festa e non si sopportavano, così
stavano tutti e due guardando altrove tenendosi a braccetto; con l’aiuto di
Neville, perfino Paciock era riuscito a fare la sua
figura nel paio di pantaloni di sartoria, la camicia bianca era quasi
impeccabile e il panciotto damascato in argento faceva un ottimo contrasto con
i brillanti e i piccoli pezzi di argento incastonati nel baluginante abito
della sua fidanzata.
Harry
e Ginny erano senza dubbio la coppia che più delle
altre si comportava come doveva, si sorridevano e scherzavano ed evitavano
paranoie mentali o comportamenti inadeguati.
Ginny era incantevole nel suo semplice abitino bianco corto fino al
ginocchio e con il corpetto a tubino, le scarpe avevano un tacco vertiginoso,
tanto che, mentre era in camera a fare avanti e indietro per provarle, Hermione
si era domandata come facesse a rimanere in piedi. Al collo portava una elaborata collana a rete di cristalli neri che si
intonavano con i ricami di velluto sull’abito e con la vernice lucente delle
scarpe nuove, i capelli, invece, erano appena raccolti sulla sommità del capo e
fermati con una grossa molletta a forma di fiore, anch’essa cosparsa di piccoli
cristalli.
Harry,
decisamente sul classico, aveva apportato qualche modifica al suo vecchio abito
del Ballo del Ceppo, aveva levato qualche trina alla camicia e si era procurato
un papillon decente.
* * *
La
porta della Sala Grande si aprì da sola quando il
gruppetto di studenti si fermò lì davanti
-
Io
aspetto qui la mia dama – annunciò Ron,
momentaneamente l’unico scompagnato
Tutti
gli altri l’avevano guardato curiosi, ma lui aveva scosso la testa come a
indicare che, tanto, avrebbero aspettato come tutti gli altri e poi aveva fatto
un gesto perché andassero.
L’ingresso
di Harry e Ginevra non provocò particolare scompiglio: tutti sapevano che
quest’anno sarebbero venuti insieme al Ballo, Calì e Padma, rispettivamente al braccio di Seamus
e Dean, sorrisero pronte a lanciarsi in qualche
pettegolezzo.
L’arrivo
subito dopo di Neville e della bionda Daphne suscitò qualche risata mentre,
tutti e due rossi, procedevano voltati l’uno da una parte e l’altro dall’altra,
come se fossero costretti a stare lì.
Il
vero problema fu quando Draco Malfoy, con al braccio
una sorridente e bellissima Hermione Granger entrarono a testa alta nella Sala
Grande.
Lo
sconcerto fu generale.
Draco,
da vero uomo di classe, procedeva incurante delle chiacchiere che li seguivano,
Hermione, sorridente un po’ per essere accompagnata dalla persona che le
piaceva e un po’ perché si sentiva un’altra, regalò un sorriso ai presenti e
camminò a testa alta, altera e fiduciosa in se stessa come lo era Malfoy.
O
quasi, già perché il biondo Slytherin non era mica a
suo agio… non per tutte le parole che si sprecavano, ma perché la Granger,
quella sera, era davvero favolosa! Molto più di quando era arrivata al braccio
di Victor Krum stupendo tutti… beh, probabilmente lo
stupore era stato pari quella sera perché Hermione Granger e Draco Malfoy si
odiano. Quindi era logico pensare come mai arrivassero serenamente a
braccetto…
Ma
comunque, il problema che non fosse a suo agio persisteva,
lei era una ninfa, bellissima, sorridente e serena come non l’aveva mai vista.
Non si preoccupava degli altri e neppure di lui, una vera donna di classe.
Un
po’ spronato da questo suo atteggiamento, alzò il mento e fulminò con lo
sguardo Lavanda mentre si stava avvicinando a loro.
-
E così
alla fine mi hai raccontato una bugia, Granger – disse sorridendo
mentre la mora le guardava l’orlo dell’abito lungo fino al pavimento e
già scuro per essere stato maldestramente calpestato – Malfoy, da te non me lo
aspettavo, poi… - aggiunse all’indirizzo della serpe con un occhiolino
-
Blaise è
malato e non ha potuto accompagnarla – spiegò stringato contando fino a cento
prima di uccidere la Brown
-
Un vero
peccato – annuì l’altra sorseggiando qualcosa da un bicchiere – beh, ma alla
fine non me ne importa – aggiunse – è vero, non sei venuto al Ballo con Ronald
Se
fosse stato per Hermione, l’avrebbe volentieri schiaffeggiata per quello che
aveva detto, ma probabilmente LavLav non avrebbe
neppure capito il motivo per cui l’aveva fatto…
Stava
giusto per risponderle per la rime, perché lasciar
correre sì, ma fino a un certo punto, quando l’attenzione le fu catturata da
una massa rossa di capelli, sicuramente quelli vistosi di Ron,
si voltò curiosa alla ricerca dell’amico e anche eccitata all’idea di scoprire
finalmente la ragazza che aveva gettato nello scompiglio le sue compagne.
Ronald Weasley procedette orgoglioso per il
salone in un completo nero e verde che contrastava con il cangiante colore dei
suoi capelli, sorridente e reggendo al braccio una dama bellissima.
Hermione
ne fece una radiografica completa dalle scarpe all’ultima forcina: indossava della decolleté nere e un abito stile impero nero anch’esso,
ornato sulla scollatura da una serie di perline e foglioline finte verdi,
esattamente come la fascia di seta che fermava le pieghe sotto il seno e come
un lungo nastro che la ragazza aveva intrecciato sul braccio sinistro, mentre
al destro pendeva un ventaglio in pandan con i
colori.
La
carnagione chiara era messa in evidenza dallo scuro del vestito e da alcuni
ciuffi di capelli corvini che scendevano fin sulle spalle da una
acconciatura fermata sulla sommità del capo con un grosso fermaglio verde
a forma di farfalla.
La
guardò in viso senza riconoscerla e incontrò due luminosi occhi colore delle
foglie che seguivano i partecipanti della sala.
La
fissò ancora senza riuscire a riconoscerla e non riuscendo a ritrovare quel
viso familiare tra i tanti che conosceva, si voltò verso il biondo al suo
fianco per domandargli chi fosse, Malfoy sicuramente conosceva dalla prima
all’ultima ragazza di Hogwarts.
-
Però… Pansy è caduta proprio in basso questa
volta – disse il biondo quasi prevenendo la sua domanda e alzando
stupito le sopracciglia mentre stringeva di più il braccio della sua Regina dei
Gryffindor.
Pansy?
Naaaaaa….
Lavanda,
accanto a lei, strabuzzò gli occhi e aprì due o tre volte la bocca senza
riuscire a parlare, esattamente come un pesce fuor d’acqua, Hermione la guardò
finché un grido assordante e stridulo raggiunse le sue orecchie facendole
storcere la testa.
-
Parkinson!
– urlò la mora presidentessa del Trio Fashion
Pansy si limitò a sorriderle mentre
proseguiva al braccio di Weasel e si dirigeva verso
la tavolata imbandita.
Ed
Hermione la riconobbe.
Quella
era Pansy Parkinson?!
Che
il Cielo gliene scampasse a tutti loro, sentiva già un
odore poco invitante per l’aria e Lavanda stava letteralmente andando in
ebollizione assieme al suo colorito!
* * *
Spazio autrice: d’accordo, scusatemi se all’inizio sono
stata così spiccia con il prologo, ma effettivamente non c’era molto da dire,
avrei rischiato di svelare qualcosa…
Allora,
questo cappy è più che altro un gioco un po’ di
collage di tante scene diverse che sfociano tutte nelle ultime due.
Personalmente,
descrivere Hermione tormentata dalle sue due amiche è stato molto divertente,
un po’ perché mi è sempre piaciuto leggere delle scene del genere e speravo di
rendere un po’ la sensazione di lei, vittima di questa follia che a me,
personalmente, fa morire dal ridere, anche se dubito che la mia descrizione sia
riuscita a rendere questa sensazione…
Tanti
collage, dicevo, perché ormai i misteri sono tanti quanti gli anni di Hogwarts e presto dovrò cominciare a metterne a posto
qualcuno… c’è Fin, sua sorella Ransie, la nuova prof,
i misteri di Silente, Zach e
Spero
che questo capitolo vi piaccia, ora sarà il caso che torni a studiare, odio la
mia prof di matematica, ma i compiti devo farli ugualmente, uffa!
Per
chi interessasse, ho cercato di ricreare gli abiti che
mi ero immaginata per le tre dame del racconto, vi posto i link
così, se volete darci un’occhiata potrete avere l’idea che avevo io, sennò io
trovo sempre carino che ognuno abbia la sua…
Ciao
e un bacio!
Nyssa
PS:
mi rendo conto di stare uccidendo la pazienza di tutti con questa attesa
interminabile di una chiarificazione dei sentimenti di Draco ed Herm, ma dovete capirmi, io come autrice non posso piazzare
una scena così in mezzo alle altre, sennò non rende a sufficienza!
Cmq tranqui, presto arriverà pure
quella, scusate per la lentezza :P
PS2: l’abito di Ginny è quello che mi
piace di più… anche se le calze di Hermione le adoro ^^
LaTerrestreCrazyForVegeta: mi fa piacere che la storia e le varie
coppie ti piacciano, effettivamente portare avanti sua
la relazione tra Draco ed Herm che un po’ vogliono
ammazzarsi e un po’ no e quella strampalatissima (ma che adoro) tra Paciock e Daphne non è semplicissimo, però sono contenta
che i miei sforzi non siano vani, spero che ti piaccia anche questo puzzle del cappy 19, ciao e un bacio! Nyssa
potterina_88_: inizialmente io non li avevo neppure presi
in considerazione (mi riferisco al tempo in cui non avevo ancora pensato di
cominciare a scrivere questa fic), poi un’altra
storia mi ha dato l’ispirazione e così eccoli lì,
sono contenta che riscuotano tanto successo, trovo che sia un pairing perfetto e Neville sicuro di sé… beh, ciascuno
nella mia ficcy ha un lato nascosto, perché lui no?
Ma non credo di essere io l’artefice della magia di questi due, stanno bene
insieme e questo basta già da se, ci sono coppie che assieme non girano molto, questa però rende molto bene ed è bello scrivere di loro.
Per
Draco ed Herm (la mia coppia preferita, da lì non si
scappa) ci vorrà ancora un po’, però garantisco poco, quindi porta pazienza,
arriverà presto la tanto sospirata dichiarazione e spero che, a quel punto, sia
all’altezza delle aspettative!
Bene,
mi auguro che ti sia piaciuto anche questo nuovo capitolo, fammi sapere che ne
pensi, ciao e un bacione! Nyssa
Lisanna Baston: lo specchio è stata un’invenzione successiva,
nel progetto originale non c’era, ma mi serviva una scusa per un nuovo
personaggio che deve ancora arrivare e allora ho trovato quella, solo che, non
avendo mai studiato latino, non ho potuto riportare come avrei voluto la
scritta sopra il vetro che, forse, avrebbe dato una mano a capire (e dico
forse), beh, credo che bisogni accontentarsi della traduzione di Malfoy,
probabilmente farò in modo che Herm trovi qualche informazione a proposito, chissà che non
riesca a trovare qualcuno disposto a tradurmi l’intera frase…
Eva
è un’insegnante misteriosa e sono molto felice che abbia riscosso così tanto
successo, anche se credo che non sarò mai all’altezza del maestro Akamatsu…
Per
Neville e Daphne, come ho detto, sono una coppia che rende bene ed è bello raccontare
di loro e sono felice che piaccia, anche se so che è un pairing
inconsueto.
Bene,
spero che sia di tuo gradimento anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa
luana1985: oh Cielo, per carità non ammazzarti,
prometto che arriverà presto anche la dichiarazione (non troppo, ovvio, però
non tarderà), ma ti prego, non fare follie!
Comunque
sono molto felice che ti sia piaciuto questo capitolo e spero che sia stato lo
stesso anche per questo diciannovesimo e che mi farai sapere cosa ne pensi!
Ciao (e per carità, non farti del male!), Kiss! Nyssa
AuraD: confermo, c’è moooooolto
dietro questo personaggio e probabilmente mi riserverò di non dire tutto sennò
passerei i restanti capitoli a dire di lei quando i
protagonisti sarebbero altri, i cappy si ammucchierebbero,
e già così sono un numero sostanzioso, e i miei poveri lettori mi verrebbero a
cercare per avere la mia pelle, risultato: la fic non
avrebbe mai fine cosa che, spero, non sia, soprattutto perché il finale è
l’unica cosa limpida che ho in testa di tutta questa vicenda.
Silente,
come suo solito, non dice mai tutto e soprattutto come stanno le cose e si vede
anche in questo capitolo con la tipa appena arrivata, ihihihih,
ma prometto di togliere un po’ di dubbi al più presto.
Per
quanto riguarda Neville, non posso dire nulla, ma credo che un po’ si sia visto
che tiene a Daphne e quindi si sta “evolvendo” (oh mamma, sembra un pokemon) per sentirsi degno di starle accanto, quindi credo
che abbia forti crisi e anche desiderio di cambiamento
(tra un po’ mi prendono ai programmi di quelli che leggono le carte >_>).
Draco
ed Herm avranno presto il loro momento, pazientate
ancora un po’, spero che dopo tutta questa attesa non sia deludente,
ma cmq credo che entrambi non vogliano
parlarne per via del fatto che Herm ha paura di
perderlo e lui di parlare di quella cosa, insomma, non è che ci tenesse più di
tanto a fare il mangiamorte… ok,
ho scritto un papiro, spero che tu non ti offenda… aspetto di sapere che ne
pensi del diciannovesimo capito, un bacione, Nyssa
rossy..!: arriverà tutto a tempo debito, non
preoccuparti, ovviamente mi fa molto piacere che Neville/Daphne abbiano ormai
tanti ammiratori grazie a me, sono commossa
*ç*.
Spero
che ti piaccia anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa
Shavanna: davvero, anche tu di Genova? Wow, proprio
vero che il mondo è piccolo… ehehe, io invece sono
ancora alle superiori (sisgh sigh)
e i miei prof sono più odiosi del solito, ma cmq non rinuncerei a scrivere per niente al mondo (e
infatti si vedrà come sarà la verifica di mate >_>).
Sono
d’accordo su quel che pensi di Calì e Lavanda, ma
come hai visto LavLav ha avuto il suo momento nero in
questo capitolo…
Sul
personaggio di Eva scriverò qualcosa a piè pagina del prossimo cappy o di quello dopo riguardo all’originale, per
Per
il rapporto tra i due, comincerà a smuoversi presto e, come ho accennato, si
vedrà qualcosa tra un po’, spero che ti piaccia come ho reso la cosa, anche se
mi accorgo che se fossi una lettrice mi sarei già uccisa molto dolorosamente…
Bene, spero che
apprezzerai anche questo cappy 19, detto collage e mi
auguro che mi lascerai un commentino ^^
Ciao e un bacione! Nyssa
chibi_elyon: toccata e fuga anche per me e, credimi, ti
capisco benissimo quando dici che sei ossessionata dalla scuola, per me è la
stessa cosa e per scrivere mi resta ben poco tempo, per questo ogni tanto sono
un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, tantopiù
che l’ispirazione non cresce sotto i funghi XD, ormai sono costretta a scrivere
nel weekend e a prendere le idee che vengono durante le ore di studio per
buttarle giù bene quando ho tempo, sigh, beata
pazienza e tempo che corre…
Spero
che l’aggiornamento ti piaccia e sono contenta che Evangeline ti sia piaciuta, sono d’accordo, ha una storia
assai controversa ^^.
Spero
molto che mi lascerai un commento nonostante le tue incombenze scolastiche,
ciao e un bacio, Nyssa