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Autore: Nyssa    17/11/2007    12 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Ruotando con il biondo al braccio, Hermione seguì la compagna di Casa che inseguiva la coppia apparentemente felice

Ruotando con il biondo al braccio, Hermione seguì la compagna di Casa che inseguiva la coppia apparentemente felice.

Era Pansy quella che aveva incontrato quella sera all’Infermeria?

Era lei?

Non ricordava che la Parkinson avesse una gonna di velluto blu nel suo sterminato armadio, ma poi, non era amica di Lavanda? Non erano diventate loro due e la Patil le rappresentanti del Trio Fashion?

Le sfuggiva qualcosa…

-         Tu ci capisci niente? – chiese all’indirizzo dello Slytherin che aveva al braccio

-         Sì e no – ammise Draco alzando le spalle e acconsentendo finalmente a spostarsi mentre Lavanda Brown, ritrovata la sua consueta loquacità, era all’inseguimento della sua ex amica.

Harry si avvicinò alla coppia di Caposcuola e guardò preoccupato Hermione

-         Ron l’ha combinata davvero grossa questa volta – annuì mentre Ginny sembrava oltremodo nervosa

-         Certo che se l’ha andata proprio a cercare col lanternino – sbuffò la mora – prima rifiuta Lavanda dopo che lei gli ha fatto quelle avance e sono pure finiti a letto insieme e poi viene alla festa accompagnato da una delle migliori amiche di questa…

-         Oddio, Ron è andato a letto con LavLav? – esclamò Ginevra portandosi le mani alla bocca

-         Già, proprio un bello spettacolo – aggiunse la riccia la cui aria seccata si conciliava assai poco con l’aspetto da bambola di porcellana che aveva quella sera

-         Perché, tu li hai visti?

-         Hermione ha avuto anche questa fortuna – rise Harry

-         La Brown non mi è mai stata tanto simpatica, ma adesso penso che comincerò ad odiarla seriamente – annuì la rossa e gli altri presenti risero per poi spostarsi al centro della stanza dove la musica si era momentaneamente fermata mentre Lavanda aveva gettato a terra la borsetta e pestava i piedi come una bambina capricciosa, anche se il suo vernacolo marinaresco poco aveva di infantile

-         Tu, maledetta cagna! – gridò – come hai potuto farmi questo?!

Ritrovando tutto il suo contegno da vera Serpeverde che raramente aveva avuto prima dell’inizio di tutta quella faccenda, Pansy Parkinson alzò il mento e squadrò la Grifondoro come se fosse immondizia

-         Perchè? – chiese – cos’hai te di diverso dagli altri per cui non avrei dovuto fare così? E poi, cosa ti avrei fatto di grazia? – aggiunse con tutto il suo tono annoiato

-         Sta’ zitta! – strillò Lavanda – come ti permetti, taci, maledetta puttana! – e la schiaffeggiò, per fortuna, le due gemelle Patil intervennero trattenendola prima che accadesse l’irreparabile

-         Adesso sei più contenta? – continuò imperterrita Pansy

-         Credevo che tu fossi come me! – sbraitò l’altra mentre Dean Thomas e Seamus Finnigan era intervenuti per aiutare le rispettive dame nell’impresa ciclopica

-         Ma io sono come te – ammise con un ghigno perfido la Parkinson – io e te siamo esattamente uguali: cattive allo stesso modo, puttane uguali

Draco Malfoy sollevò le sopracciglia. Sentire Pansy definirsi una puttana era qualcosa di estremamente raro, perfino ai tempi che veniva a letto con lui e si girava anche tutti gli altri non aveva mai detto così; quando qualcuno le urlava che era una sgualdrina, lei sorrideva bieca e gli chiedeva se l’ultima volta non era stata soddisfacente, oppure, se si trattava di una ragazza, la affrontava faccia a faccia dicendole che non valeva proprio niente se non era stata neppure capace di tenersi il ragazzo.

Puttana lo era. Tanto.

Ma non si poteva negare che la Brown non lo fosse.

-         Non avresti dovuto farlo, Parkinson! – gridò ancora Lavanda mentre il trucco le colava dagli occhi impiastrandole la faccia di nero, rosso e rosa, l’altra continuò a ghignare

-         Caspita, che pasticcio – annuì Hermione all’indirizzo del suo cavaliere, quasi rapito dalla scena

-         Beh, se non altro alla fine siamo riusciti a scoprire chi era la dama di Lenticchia e il ragazzo di cui Pansy era innamorata – rispose filosoficamente la serpe, l’altra annuì

-         Credi che Pansy sia davvero innamorata di Ronald?

Draco si voltò e la guardò negli occhi, freddamente, si sentiva come frustato ogni volta che lei pronunciava il nome di Potty o della Donnola. Non scorgendo alcuna speranza di quelli stupiti di lei e neppure nessun calore, si convinse di essere completamente rincitrullito e tornò a osservare lontano

-         Non penso che Pansy avrebbe fatto tutto questo casino se non lo fosse… entrare nel letto di un uomo e fare ciò che si vuole è molto più facile… e non credo che a Weasley sarebbe dispiaciuto poi così tanto – aggiunse mentre lei lo guardava sbigottita e rossa

-         Non posso credere che proprio Pansy sia innamorata di Ron… - ammise la Granger mentre Piton, alzatosi dal suo tavolo, si stava dirigendo dalla piccola folla da dove volavano insulti e parolacce

Qualche minuto e un paio di occhiate e la Brown uscì dalla stanza a seguito del prof, mentre la Parkinson, tirando un sospiro di sollievo, si avvicinava finalmente alle coppe di champagne.

Ron le cinse la vita e lei sorrise lasciando sgomenti i presenti, tra cui, più di tutti, i suoi due amici

-         Ecco, appunto – continuò il biondo – se non fosse innamorata non gli lascerebbe mai fare questo – annuì ancora

-         Non mi sembra una cosa così strana – rifletté la mora studiando la posizione delle mani di Ron

-         Ah sì? – domandò lui – quindi se lo facessi io pensi che non succederebbe niente?

Il cervello di Hermione riprese a pensare velocemente mentre immaginava la scena, arrossiva e scuoteva la testa come a scacciare quel pensiero

-         Forse hai ragione – ammise sulla difensiva

-         Quindi non ci sarebbe niente di male? – incalzò lui fingendo di non capire

-         No! Dico che non sarebbe normale!

-         Questo significa che io e te non siamo innamorati

Pausa.

-         Per l’appunto – rispose in un sussurro, avvertendo, però, più caldo del dovuto

Altro silenzio.

Si appoggiò alla stoffa della tenda dietro di lei mentre seguiva la scena e avvertì un tocco gentile sulla schiena, si voltò allarmata verso un braccio proteso dietro di lei che, se lei vi si fosse appoggiata, sarebbe sembrato senza dubbio qualcosa di moooooolto simile a quello che avevano fatto Ron e Pansy.

Malfoy sembrava distratto, molto impegnato a sorseggiare lo spumante dal bicchiere e interessato a ciò che c’era fuori della finestra.

Eppure doveva sapere.

Beh, certo che doveva sapere, mica erano la Famiglia Addams con la mano che gira da sola senza proprietario… eppoi sarebbe stato difficile trovare un’altra mano con il polso fasciato in una camicia candida e fermata addirittura dai gemelli di platino… chi altri a scuola avrebbe indossato una camicia con i gemelli di platino se non il biondastro?

Maledetto furetto, la stava mettendo in agitazione, no, peggio, la stava mandando nel panico!

Che si doveva fare in una situazione simile?

La sua limitata esperienza stava ricapitolando tutte le lezioni di Pozioni, Trasfigurazione e Difesa degli ultimi sette anni, ma sembrava che nessuna contenesse le informazioni necessarie…

Sfortunatamente neppure le proliferanti conversazioni di Daphne e Ginny.

Ok, se la ragione non risponde, lasciamo fare all’istinto, no?

Più o meno…

Non era proprio una passeggiata annullare simultaneamente tutti i suoi freni inibitori e spostare la schiena di qualche centimetro indietro, o meglio, probabilmente con Harry non avrebbe avuto tutti questi problemi e, a dirla tutta, neppure con Ronald, soprattutto ora, il VERO problema era il soggetto e, sfortunatamente, non assomigliava minimamente (fortuna o sfortuna che fosse) al suo migliore amico o al rampollo Weasley.

Trangugiando l’ultimo sorso di aranciata rigorosamente analcolica dal bicchiere come se fosse droga, buttò giù e senza pensarci due volte si lasciò andare.

Arrossì e vide il biondo sorridere mentre continuava a fissare fintamente interessato la mezzaluna in cielo, quasi coperta dal cono d’ombra proiettato dalla Terra coperta dal Sole.

Rigirando tra le mani il cristallo del bicchiere, divenuto ormai caldo, tornò a concentrare la sua attenzione sulle goccioline arancioni rimaste sulle pareti, decisamente troppo imbarazzata per parlare o anche solo per guardarsi intorno.

 

-         Ah, finalmente vi ritrovo! – gridò una voce familiare ai due che si affrettarono a cambiare posizione e la figura di Blaise che sventolava il braccio facendo ciao-ciao comparve tra la folla, tirato a lucido in tight nero a doppia coda e con la camicia a pieghe, la giacca ornata dal simbolo della famiglia Zabini.

-         Credevo che fossi malato! – urlò Hermione all’indirizzo del ragazzo e lasciando quasi cadere il calice, poi voltò lo sguardo arrabbiato verso Malfoy che alzò le spalle come se non ne sapesse niente… se se, come no...

-         Ma come, non mi ringraziate? – aggiunse il moro mentre tre ragazze in provocanti e succinti abiti stile peplo lo raggiungevano, tre ragazze che Hermione non aveva mai visto in giro

-         Dovremmo? – domandò la riccia parlando per entrambi, mentre le tre ninfe non aprivano bocca

-         Beh, dopo che ti ho fatta venire al ballo col cavaliere più corteggiato della scuola – aggiunse Zabini con un sorriso – credo proprio di sì – e sfoderò uno dei suoi sorrisi

-         Sarei potuta venirci da sola, anche senza una balia… - replicò mentre il biondo sollevava gli occhi al cielo, più che mai convinto che, certo, una balia non avrebbe fatto quello che loro due stavano facendo prima

Blaise spostò interrogativo lo sguardo sul suo migliore amico e alzò un sopracciglio mentre una delle tre ragazze gli portava un calice colmo di champagne

-         Dra – disse con un pizzico di disapprovazione nella voce – non credevo che una ragazza sarebbe mai arrivata a dire una cosa simile di te! – aggiunse quasi fosse stato offeso lui e non l’altra serpe che, invece, ghignò

-         Forse la signorina Granger – rispose con tono volutamente cerimonioso – non se la sente di andare oltre questo… - e la guardò allusivamente mentre lei arrossiva

-         Prenditi più cura di lei – lo ammonì il moro – mia sorella mi taglierà la testa – aggiunse indicando la porta e sottintendendo la maggiore delle gemelle – eppoi non vorrai perdere la faccia… - la risposta di Draco fu un’alzata di sopracciglia – eppoi... - aggiunse ancora – Hermione questa sera è bellissima, state molto bene insieme…

E senza dire altro si allontanò assieme al suo piccolo corteo.

 

Non contento della ramanzina ricevuta, Malfoy lo inseguì acchiappandolo per un braccio e voltandolo verso di sé, interrompendo la concentrazione mistica in cui le tre finte greche erano piombate dacché lui aveva mollato la coppia

-         L’hai fatto apposta? – chiese con tono accusatorio alludendo alla finta di stare male, l’altro lo guardò squadrandolo

-         Tu che dici? – rispose con superiorità

-         Che sei un maledettissimo bastardo – aggiunse Malferret assottigliando gli occhi quasi a volerlo incenerire, peccato che con Blaise non funzionasse, è difficile intimidire un amico d’infanzia che gioca con te da quando hai imparato a mandare a quel paese il mondo intero… Zabini lo studiò sorridendogli apertamente

-         Draco, sono uno Slytherin – disse come a esprimere un concetto ovvio – esattamente come te… - Malfoy sbuffò – eppoi – continuò avvicinando le labbra all’orecchio dell’amico – non hai il monopolio della bastardaggine

Voltò i tacchi e si allontanò mentre il Caposcuola verde-argento rimaneva impietrito digrignando i denti.

Maledetto, maledettissimo Zabini.

 

La mezzosangue lo raggiunse titubante osservandolo scettica, in mano un nuovo bicchiere di succo d’arancia dal colore cangiante.

-         Allora Granger – si rivolse poi alla grifondoro – vogliamo passare dalla balia a qualcos’altro o devo continuare a farmi insultare da una come te?

Il colorito della ragazza era qualcosa di impagabile.

Chissà perché, ma gli piaceva davvero tanto provocarla, nessuno era sensibile alle sue sfrecciatine come lei e decisamente ci sapeva fare a mettere in allarme la gente, con lei poi era fin troppo divertente.

L’altra parte di se stesso scosse in disaccordo la testa ripetendogli nella mente di “stare attento prima di cascarci come una pera”.

Sorrise tra sé.

Beh, almeno all’altra parte di se stesso poteva dirlo, no?

Perché la Granger un po’ gli piaceva…

Un po’ tanto.

Un po’ troppo, forse.

 

Lei gli infilò il braccio sotto il suo e sorseggiò il succo di frutta cercando di apparire tranquilla

-         Mi dispiace di averti offeso – annuì tenendo comunque gli occhi distanti da quelli magnetici e del color dell’argento di lui

-         Mi sembra che ci siamo insultati un po’ troppo per poi chiederci scusa – rispose diplomatico ritrovando un briciolo di pensiero logico nella sua mente oltre all’immagine prepotente di lei quel pomeriggio quando era scesa a parlargli: perché aveva dovuto vederla a quel modo? Ma soprattutto, perché aveva dovuto vedere che aveva le autoreggenti?

Non ci poteva fare niente, erano il suo tallone d’Achille e certo sapere che su una come la Granger stavano così bene non lo aiutava, tanto più che le stava fissando un po’ troppo insistentemente le gambe, ah, quanto avrebbe voluto vedergliele indosso come si comandava…

Ok, non era un pensiero adatto né alla circostanza né alla persona, ma era come il gioco che si faceva da bambini: ti dicevano di non pensare ad un elefante rosa a cuoricini gialli che ballava sopra una palla e tu ci pensavi, ecco, era lo stesso, lui sapeva di non doverlo fare ma lo faceva… maledetta mente che non segue mai quello che vogliamo…

 

*          *          *

 

Monica mise piede nella sala in un lungo abito a calla di seta nera con la scollatura sbieca formata da un risvolto rigido, spalline d’argento e un elaborato fermaglio nella parte più bassa del decolté. Sorrise ai presenti mentre suo marito la raggiungeva, la prendeva per il braccio e la conduceva galantemente verso il loro posto a sedere.

La popolazione maschile andò istantaneamente in deliquio “all’apparir del vero” e scordò per qualche attimo le loro accompagnatrici che non aspettarono per riacciuffare la mente fuggitiva dei rispettivi cavalieri; Hermione la guardò e salutò sapendo che Riri, marito e cognati erano partiti quella mattina per arrivare alla Tana con un certo margine di anticipo.

Dopo aver annuito al suo abbigliamento, la maggiore delle gemelle si attaccò agli alcolici del tavolo professori nel disappunto del consorte.

 

Ripresisi dalla scena di Lavanda, gli strumenti incantati che erano posizionati su una parete della sala si rimisero in funzione.

Stupendo tutti i presenti, Silente si alzò in piedi e, con un inchino, domandò un ballo alla McGranitt mentre i loro studenti credevano ormai di essere sulla strada della pazzia… evidentemente avevano delle allucinazione, doveva essere rimasto dell’alcool nelle bevande per loro.

Sorridendo, Axel fece altrettanto con la sua incantevole sposa e qualche minuto più tardi, al centro del grande salone si era formato un vuoto circolare con due coppie che volteggiavano sorridendosi.

Se la professoressa di Trasfigurazione era stata una degli insegnanti più severi, bisognava riconoscere che quella sera sembrava un’altra persona e Silente, nonostante l’età gli impedisse molte acrobazie, era un buon ballerino.

Presto, catturati dalla musica, anche gli altri si unirono e così molti si ritrovarono in pista.

-         Balli, mezzosangue? – chiese Malfoy sentendosi in dovere di deviare i pensieri piuttosto sensuali che la mente gli stava provocando

-         Non sono un granché – mormorò la ragazza perfettamente conscia del fatto che ballare non era il suo forte

-         Non vorrai farmi fare tappezzeria per tutta la sera – s’indignò lui scolando l’ennesimo bicchiere

-         Se proprio insisti… - cedette infine lei – ma ti dico già che dovresti bere di meno, tutto quello champagne non ti fa bene

-         Piantala di lamentarti – sibilò lui che senza l’alcool si sentiva decisamente troppo in balia della sua mente

Come si confaceva ad un perfetto cavaliere d’altri tempi, il biondo s’inchinò alla sua compagna, le baciò la mano e le domandò il ballo.

Hermione decise che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe concesso un ballo alla serpe, i suoi preliminari erano decisamente troppo imbarazzanti e attiravano troppi sguardi curiosi.

Arrossendo e ammonendolo, gli allungò la mano, lui la prese e la condusse al centro della pista per poi spostare la sinistra sulla vita di lei e iniziare il passo.

Un po’ indecisa su dove posare la mano, Hermione la sistemò sull’avambraccio del biondo mentre questi la spronava al primo movimento della lunga serie di volteggi che le fece fare per la pista.

 

Si sentiva in imbarazzo, decisamente in imbarazzo.

Erano sotto gli occhi di tutti e ciascuno, senza dubbio, stava pensando quanto era strano, come era strano e altre stranezze.

Non le piaceva più di tanto stare al centro dell’attenzione, a parte quando era in classe, fuori era spesso schiva e nascosta e in quella particolare circostanza, sarebbe stato meglio che meno persone possibili sapessero chi l’aveva accompagnata, tantopiù che, con Blaise ormai presente che li studiava dal suo divanetto, la scusa che Malfoy l’aveva sostituito reggeva poco, anche se era la pura e semplice verità (forse).

 

Al termine della musica aveva le guance accaldate e le tremavano un poco le gambe.

Draco decise che poteva continuare a fare il cavaliere e non l’abbandonò al suo destino, ma anzi l’aiutò a sedersi su una specie di panca di legno e le portò da bere.

-         L’articolo di domani sarà sensazionale! – annuì convinto Colin Canon sbucando da dietro una tenda con macchina fotografica e treppiede e facendole prendere uno spavento – metterò tutte le foto che ho scattato e i nomi di tutte le coppie presenti

Eccolo lì, il diavolo, rifletté la mora, se era rimasto ancora qualcuno all’oscuro del fatto che il Principe degli Slytherin l’aveva accompagnata al Ballo, presto non sarebbe rimasto tale perché ci avrebbe pensato il biondino a mettere tutto a posto.

-         Adesso scusami, ma vado a fare qualche scoop – disse ancora – ci sono un paio di cose da prima pagina, anche se niente eguaglierà la lite tra Lavanda e la Parkinson… e dire che non credevo che la Brown potesse essere così meschina

La Caposcuola annuì mentre il compagno si allontanava con il fratellino, inseparabile, che gli reggeva la borsa dei filtri e degli obiettivi di ricambio.

-         Una volta o l’altra gli torcerò il collo – ammise la serpe guardando storto il grifone – è un moscerino invadente e ficcanaso

-         Dovresti smetterla di dire così – rispose la sua dama mentre scuoteva la testa alla vista dei due bicchieri di champagne

-         E che dovrei dire? Che sono contento che vada a spiattellare la nostra fotografia sulla Gazzetta di Hogwarts mentre balliamo?

La Granger deglutì a vuoto, ma non rispose.

 

*          *          *

 

Con il passare del tempo la sala divenne sempre più gremita, così, quasi a mezzanotte, quando Silente richiamò l’attenzione generale, sembrava davvero che mancasse l’aria.

Il vecchio preside si alzò in piedi come faceva sempre quando doveva dare qualche annuncio, poggiò le mani sul tavolo imbandito e sorrise ai suoi studenti che stavano aspettando.

-         Cari ragazzi – esordì mentre si faceva silenzio – siamo ormai quasi giunti al nuovo anno… - con un gesto indicò l’immensa finestra a riquadri dietro le sue spalle che dava direttamente sul Lago Nero e sul cielo senza stelle – l’Eclissi di Luna tanto venerata qui a Hogwarts è quasi completa, vi invito pertanto a sospendere temporaneamente i divertimenti per osservare questo splendido fenomeno così raro da vedere nei nostri cieli affollati di luci false… la festa ricomincerà con la mezzanotte, quando la pendola del Salone batterà i dodici rintocchi

Un centinaio di teste si voltarono verso il gigantesco orologio della Sala Grande di legno scuro e antico con lancette dorate e quadrante di porcellana finemente dipinto con i simboli della scuola che in quel momento scandì le undici e mezza di sera.

Monica rise assieme a suo marito mentre i ragazzi continuavano a parlottare e, quando finalmente il vecchio mago si fu riaccomodato, si avvicinarono tutti alla gigantesca vista dietro il tavolo professori, accalcandosi per studiare meglio quell’avvenimento così inconsueto mentre molti si domandavano come mai a Hogwarts fosse così tanto sentito.

 

Superati da uno sciame di gente impazzita, Draco ed Hermione osservarono l’assiepamento intorno al panorama e studiarono scettici una via per avvicinarci, praticamente introvabile, poi, improvvisamente, la Caposcuola ebbe un’illuminazione e strattonando la manica della giacca di Malfoy gli sussurrò piano in un orecchio

-         Vieni, dalla Torre di Astronomia si vede molto meglio

E conducendolo per un braccio lo trascinò quasi fuori dalla sala.

 

Harry li seguì con lo sguardo mentre lasciavano il salone, scosse la testa e tornò a concentrare la sua attenzione si suoi compagni e sulla sua dama in particolare che si faceva largo a spintoni tra la calca.

Poi sorrise e la raggiunse: Hermione era adulta e vaccinata, sapeva badare a se stessa.

 

*          *          *

 

Ritrovando dal fondo della tasca le chiavi dell’aula, la mora aprì la serratura e spalancò la porta così familiare al biondo, introducendolo nella stanza, dopodiché la richiuse alle sue spalle.

Tutto era tornato alla normalità di quando si erano incontrati lassù la prima volta: niente letto a baldacchino in un angolo, niente lettino di Seraphin, probabilmente ora spostato nella stanza della loro nuova insegnante, niente del consueto disordine che regnava sovrano quando ci aveva abitato Malfoy nella settimana e mezza da prima di Natale fino a capodanno.

Non rimanevano che i soliti cuscini scomposti sul pavimento, lo scrittoio dove erano ancora ammonticchiati fogli senza valore, il vetro rotto e la tenda strappata, oltre ad un ingente quantitativo di polvere di cui era cosparso ogni singolo oggetto.

-         Ho come un po’ nostalgia di quando venivo quassù – annuì la ragazza perlustrando ogni centimetro – chissà se lo specchio è ancora qui…

Due teste si voltarono verso la porticina nascosta, ma lo spiraglio di vento proveniente dalla finestra disse loro che non erano ritornati per lasciarsi andare a ricordi e indagini, bensì per ammirare la luna.

Riscossa dai suoi pensieri, la ragazza guardò il cielo scuro e cupo dove una falce di luna era ancora visibile nel buio e d’istinto toccò la Giratempo che aveva al collo; non sapeva dire perché, ma ogni volta che guardava la luna, che la sentiva, che la vedeva, avvertiva il forte impulso di avere tra le mani quell’oggetto, meraviglioso e pericoloso al tempo stesso. Amava la luna per tanti motivi.

 

Senza curarsi di lei, Lo Slytherin si sedette a terra tra i cuscini rimasti, qualcuno perfino privato della sua imbottitura, probabilmente utilizzata per riempire i guanciali delle sale comuni che troppo spesso facevano una ben misera fine nelle violente battaglie tra dormitori. Si slacciò il cravattino che aveva al collo, tolse la giacca, sbottonò i bottoni della camicia e ripiegò i polsini fin sotto il gomito infilando poi i gemelli di platino nella tasca dei pantaloni, dopodiché si mise a guardare lo spettacolo offerto dagli astri e, forse, non solo da quelli.

Hermione si voltò con l’intento di dirgli qualcosa, ma come le cadde lo sguardo su di lui, le parole le morirono in gola, lasciandola a boccheggiare senza saper più cosa dire; la serpe la osservò non capendo cosa stesse facendo

-         I… i capelli – mormorò appena lei additando la chioma chiara di lui – i tuoi capelli… hanno lo stesso colore…

E l’indice si spostò verso l’orizzonte.

Draco si prese una ciocca tra le dita e cercò di guardarsela con scarsi risultati, ma dopotutto, sapeva perfettamente che colore avevano i suoi capelli!

Spostò l’attenzione su di lei che sembrava ancora rapita da qualcosa che non capiva e dubitava fosse il colore che la natura aveva dato alla sua chioma.

-         Mezzosangue, siediti – disse esasperato e lei obbedì – dì un po’, ma che ti prende? – domandò poi guardandola scettico mentre sistemava la gonna e si toglieva le scarpe – che c’hanno messo in quell’aranciata? Cocaina?

-         Perché?

-         Mi sembri mezza matta – specificò lui

-         Ma no, è davvero così, ti dico – continuò lei con enfasi allungando la mano e toccandogli appena qualche filo biondo per poi alternare le sue occhiate da questi all’eclisse

Draco la lasciò fare, anche se ormai aveva la prova assoluta della sua scarsa sanità mentale.

-         Si sta molto meglio qui – ammise cercando di deviare il discorso – non amo i posti affollati

-         Anche io – rispose lei ripensando a quanta gente saltava e ballava quando avevano lasciato il salone stracolmo

Il Principe delle serpi le prese la mano con cui lei stava continuando a toccargli i capelli, si portò le dita alle labbra e le baciò dolcemente

-         Non sono un granché come cavaliere se accetto di andare ad una festa e poi mi rintano su per una torre… - lei rise

-         Ma se è la tua dama a portarti lassù, allora la colpa non è tua

-         Sei bella stasera – disse all’improvviso cogliendola di sorpresa, la sentì mentre irrigidiva i muscoli delle dita della mano

-         Gra…grazie – balbettò confusa arrossendo leggermente

 

Non sapeva dire perché, ma se da una parte il complimento le faceva piacere, dall’altra avrebbe voluto gridargli “Apri gli occhi, proprio tu, questa non sono io!”.

Lui le lasciò la mano mentre appoggiava la sua dietro di sé, puntellandosi, quella si lei si posò poco distante, esitante, mentre la ragazza continuava a studiare alternativamente la luna in cielo e i capelli del suo compagno di fuga.

Lo sguardo le cadde sulle lunghe dita distese dietro di lui, le fissò qualche attimo per poi indugiare sui lineamenti del viso, i tratti affusolati e lo sguardo perso nel vuoto.

Se l’avesse fatto cosa sarebbe successo?

Era indecisa, indecisa come raramente le capitava di essere e il più delle volte era proprio per colpa sua.

Che aveva fatto di male per innamorarsi di una persona del genere?

Sollevò la mano e la spostò di qualche centimetro, non sapeva cosa avrebbe fatto se lui l’avesse malamente allontanata, avrebbe pianto, chissà…

 

Le dita della mano di lei si posarono poco distante, mentre il palmo si sistemava sullo stesso cuscino e il dorso sfiorava appena l’altro.

 

Draco voltò la testa verso di lei, sentendo un lieve calore salirgli dalla mano destra e la vide con la testa voltata di lato che guardava lontano.

L’aveva fatto apposta?

Le due anime che abitavano in lui cominciarono a darsi battaglia, il Caso era diverso dalla Volontà.

Se lei l’avesse davvero fatto apposta, cosa avrebbe significato?

Perché?

Perché proprio lui?

Perché proprio lei…

Tra le tante persone che c’erano in quella scuola, tra tutti gli abitanti del mondo, perché proprio lei doveva fare così, perché solo lei sembrava togliergli la capacità di fare la cosa giusta, quello che “era da lui”?

Ma soprattutto, perché proprio loro due, insieme, erano così perfetti?

 

Non ci pensò di più, ben sapendo che i suoi interrogativi difficilmente avrebbero trovato una risposta se non da lei e lei, senza ombra di dubbio, non gli avrebbe dato risposte.

Forte di questa convinzione, spostò a sua volta la mano su quella di lei.

Un Malfoy, ripeté la sua mente, non si preoccupa di quello che potrebbero pensare gli altri.

Ma tu sei un mezzo Black! Suggerì l’altra metà…

Beh, anche peggio, ogni singolo Black esistente sulla faccia della terra era un libertino, perché lui no?

Perché, lo punzecchiò la coscienza, questo non è comportarsi da libertino.

 

La mezzosangue si girò all’istante quando percepì la vicinanza della mano di lui alla sua e, l’attimo successivo, il suo tocco gentile.

Esattamente come aveva fatto lei, lui stava guardando fuori, disinteressato alla cosa.

Lei lo fissò stupita sgranando tanto d’occhi e arrossendo all’inverosimile, avevano condiviso cose decisamente più intime, ma c’era qualcosa in quel gesto che non aveva mai sentito da parte di lui: affetto.

-         Posso baciarti, mezzosangue? – domandò all’improvviso il soggetto di tali riflessioni, spiazzandola

La ragazza entrò seduta stante in iperventilazione mentre la temperatura saliva.

Come mai glielo aveva chiesto?

Perché?

Un Malfoy non domanda mai, un Malfoy agisce e basta, con o senza permesso, ricordò a se stessa.

Ma è stato galante, ammise.

Perché?

 

Perché, perché e ancora perché, domande, dubbi, incertezze, interrogativi da spiegare e che necessitavano una risposta, rapida ed esauriente.

Una risposta che lei non aveva.

Semplici parole che non riusciva ad avvicinare per formare una frase di senso compiuto.

Sì o no?

Non era la prima volta che si baciavano, anche se le precedenti esperienze non le fornivano sufficiente materiale su cui basare la sua risposta. Doveva per forza buttarci dentro anche dell’altro.

Quell’altro.

Quella cosa solo sua che nessuno sapeva.

Quel segreto che conosceva solo lei.

E che custodiva in fondo al cuore.

 

Lui la guardò, spostando le iridi argentate dal buio della notte all’oscurità della stanza dove il bianco del vestito di lei risaltava appena.

E lei non seppe davvero più cosa dire, mentre quegli occhi, a volte spavaldi, arroganti e presuntuosi, sembravano implorarla di accettare.

Glielo aveva chiesto con finta indifferenza, ma c’era una luce mai vista prima tra quei bagliori argentei, qualcosa che non aveva mai letto nello sguardo di nessuno.

E mentre lei pensava, lui si avvicinava, millimetro dopo millimetro.

Avrebbe dovuto rifiutare, subito!

Avrebbe dovuto rimetterlo alla dovuta distanza di sicurezza perché, se l’avesse rifatto, lei si sarebbe procurata solo altro dolore.

Maledettissimo Draco Malfoy, se la guardava così le toglieva perfino la forza per opporsi a se stessa!

Avrebbe dovuto riportare il loro rapporto allo standard di inizio anno, ma non voleva.

E non lo avrebbe fatto.

Sospettava, a ragione, che lui fosse vittima di qualcuna delle sue crisi di personalità e, in verità, neppure lei doveva esserne scampata se gli stava permettendo di baciarla.

Ma alla fine, forse, non le dispiacevano più di tanto quelle sue crisi.

 

Una possibile spiegazione, tanto plausibile quanto la Teoria delle catastrofi.

Doveva essere per questo che lo stava facendo: i luridi sangue sporco, per lui, non dovevano essere altro che qualcosa che non conosceva, voleva solo “provare”.

-         Perché lo fai? – domandò comunque quando si allontanò di qualche centimetro dalla sua bocca e la guardò – perché baci una sporca mezzosangue come me, che disprezzi con tutto te stesso? – lui sorrise

-         Perché sei senza macchia, bianca e immacolata e perché prego che la tua purezza possa purificare anche me e cancellare quel nero a cui il mio sangue è mescolato

Lei lo guardò basita

-         E anche perché… - aggiunse lui – non me ne importa niente di come sei, di cosa fai, del colore del tuo sangue, puoi essere la peggior puttana della terra o una verginella senza pensieri impuri, ma mi piaci, mezzosangue, e non posso fare niente per questo. I sentimenti sono scomodi perché non si possono controllare.

E lei non ebbe tempo a rispondere né a far uscire un singolo suono dalle sue labbra che lui la baciò di nuovo e si ritrovarono, nell’impeto, distesi tra i cuscini e le tende.

Un bacio a fior di labbra, mentre quelle di lui si spostavano sul suo naso, in un gesto legato ai loro ricordi, e poi lungo i lineamenti del viso fino alla linea del collo, sempre più giù, mentre con una mano dietro la nuca la attirava contro di sé e con l’altra faceva scendere la spallina del vestito lungo la spalla

-         Sei ubriaco? – chiese lei confusa dalle sue parole di prima e dai suoi gesti di adesso. Era stupida e ingenua, ma sapeva dove sarebbero finiti se non avesse fatto niente, conosceva quel gesto, lo aveva letto un sacco di volte

-         Forse – fu la risposta del biondo mentre le baciava la spalla e lei rabbrividì

-         E allora perché lo fai? – domandò quasi con rabbia; aveva bisogno di una risposta, almeno da lui, le serviva.

Ma la risposta non giunse e alle sue orecchie arrivò solo il suo lungo sospiro e il battito concitato del cuore.

Glielo avrebbe lasciato fare?

Sì, lo avrebbe fatto.

Perché?

Perché forse lui non aveva tutti i torti quando diceva che lei era “sporca”.

Perché lei lo VOLEVA.

Lo avrebbe fatto perché voleva essere come gli altri.

Perché voleva provare.

Perché voleva essere una cosa sola con lui, almeno per una volta.

Perché lo AMAVA.

Perché…

Non lo sapeva, c’era un altro motivo, ma non riusciva a capire, eppure era proprio per quello che non lo avrebbe fermato.

 

Lui la guardò, aspettando che facesse qualcosa, che lo fermasse o che si comportasse come tutte le altre, gettandogli le braccia al collo e cedendo se stesse.

Ma lei non fece come le altre né lo trattenne

-         Vuoi che mi fermi? – domandò leggendo dell’indecisione nei suoi occhi

Si diede dell’idiota.

Mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere, non l’aveva mai fatta, perché d’improvviso il senno l’aveva abbandonato e le aveva posto quella domanda? Se lei avesse detto di sì, sarebbe stata colpa sua. E sfortunatamente le probabilità che quel monosillabo, “sì”, venissero pronunciate erano enormemente alte.

Ma lei non disse di sì, scosse la testa e si rannicchiò contro di lui.

-         No – rispose in un sussurro – ma spero che tu domattina abbia dimenticato tutto questo

-         Tu dimenticherai? – chiese lui trovando una nuova occasione per darsi dello stupido

-         No – fu la lapidaria risposta di lei, senza esitazioni e, dimentica dell’imbarazzo, lo guardò dritto negli occhi; come si poteva chiedere ad una donna di dimenticare la sua prima volta?

-         Allora non lo farò neppure io – rispose lui e la strinse a se mentre dentro di lei s’insinuava quasi il sospetto che quello non fosse davvero Draco Malfoy; decise però che quel comportamento decisamente dolce non gli si confaceva più di tanto, sorrise al ricordo dell’aspro serpeverde con cui battibeccava, non avrebbe fatto l’amore con un angioletto privo della sua personalità, oh, no di certo! Se doveva farlo, allora sarebbe stato con lui, ma lui per davvero.

-         Malfoy – disse interrompendo quel contatto e spintonandolo un poco indietro – con tutte le ragazze che hai avuto, non vorrai dirmi che ne ricorderai una in particolare…

Draco la fissò un po’ sbigottito e lei gli sussurrò, come a spiegargli

-         Non mi piace quando fai lo sdolcinato, non sei te stesso – a malincuore, lui dovette darle ragione: si stava davvero comportando così solo per lei? Sì, lo stava facendo, ma fu grato al cielo che neppure a lei piacesse questo.

Non sapeva di piacerle oppure no, ma se così fosse stato, avrebbe potuto dire che “si piacevano per quel che erano davvero”, perché anche lei, nonostante quella sera fosse una visione sublime, non era se stessa… ad esempio, constatò mentre le sfilava una calza bianca, la vera Hermione Granger non si sarebbe mai data lo smalto alle unghie dei piedi…

-         Ti dirò una cosa, Granger – rispose alla sua provocazione – non sono mai stato a letto con una vergine – e lei trattenne il fiato mentre lui ghignava – lo faccio solo perché sei te.

Lei sorrise, adesso lo riconosceva.

C’era tutto un concetto, tutta una frase e tutta una poesia dietro quelle parole un po’ spinose, ma è tra le spine che cresce la rosa e lui le aveva detto che lei era speciale. E, anche se fosse stato per una notte soltanto, lei avrebbe potuto dire di essere stata importante per lui.

Perché gli uomini, e soprattutto quelli abituati a esser circondati dal gentil sesso, sono sempre troppo avvezzi a proferir vuote promesse in quell’attimo di magia, soprattutto se l’oggetto della loro brama è indeciso o recalcitrante tra le loro braccia.

-         Ma devo aggiungere una cosa – annunciò Draco trattenendola per le spalle – non è venendo a letto con me che sei diventata la persona più importante della mia vita.

Hermione lo guardò mentre continuava ad accarezzarla dolcemente.

Se fosse stato vero…

Se solamente fosse stata la verità…

Sorrise a se stessa, illusa.

Illuse tutte e due le sue metà che ci stavano credendo.

Sentì le guance accaldarsi leggermente mentre cominciava a piangere.

Era davvero così?

Avrebbe dovuto credergli?

Folle Draco Malfoy se quella era la realtà.

Ma decidendo di credergli, almeno per una notte, almeno per qualche ora, pianse.

Perché si piange anche di gioia.

 

…e fu mentre il sangue e le lacrime si mescolavano che spalancò gli occhi e vide il cielo senza luna.

 

*          *          *

 

Boy meets girl
You were my dream, my world
But I was blind
You cheated on me from behind
So on my own
I feel so all alone
Though I know it's true
I'm still in love with you

I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
It can happen to me

Miracle... Miracle

Day and night
I'm always by your side
Cause I know for sure
My love is real my feelings pure
So take a try
No need to ask me why
Cause I know it's true
I'm still in love with you

I need a miracle...
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
It can happen to me

Miracle... Miracle
Miracle... Miracle

Cascada, “Miracle”

 

Spazio autrice: avete visto? Alla fine il momento è arrivato… già già, ho fatto succedere qualcosa che non si può proprio definire un volgare bacetto sul naso, questo è proprio da Draco.

Garantisco che questa non è proprio la vera dichiarazione, ma adesso credo che avrete capito perché rimanevo così tanto sul vago nel precedente cappy… mica potevo dire che in quello successivo sarebbe accaduto ciò che tutti aspettano da una fic!

Avrei parecchie cose da dire su questo capitolo, innanzi tutto sulla numerologia: il caso ha voluto che fosse il 20 e se si considera la storia dei numeri, questo rappresenta l’Amore, puro e semplice.

Altra cosa che, credo, sia necessario dire. Dato che questa è la mia prima fic, non mi sembrava il caso di cominciare con un rating rosso, quindi NC17 ecc ecc; personalmente avrei preferito approfondire un po’ di più i particolari del loro “convegno amoroso”, ma poi ho pensato che se fossi andata troppo oltre avrei fatto pasticci col rating e, dato che non è proprio una fic nc17, mi sembrava eccessivo cambiarlo. Sappiate che avrei preferito dire qualcosa di più e me la sono dovuta cavare con due o tre paroline nonostante il linguaggio del biondastro, spesso, sia un po’ scurrile per il rating. E’ vero che basta guardare in tv per trovarsi donne nude e scene spinte, ma visto che è il primo esperimento, l’ho messo così, probabilmente dai prossimi vedrò di aggiustare un po’ le cose e chissà che non pubblichi una shot con la scena descritta come si comanda [la mia natura passionale chiede giustizia XD].

Altra cosuccia da dire, visto che questa è forse una delle scene madri dell’intera fanfic, le altre devo ancora decidere quali sono, sono molto più curiosa del solito di sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, quindi spero che recensirete in tanti.

Nel frattempo ringrazio tutti coloro che l’hanno fatto fino ad adesso, sperando che anche questo ventesimo capitolo (accidenti se sta diventando lunga sta fic) vi piaccia.

Ciao e un bacio!

Nyssa

 

PS: sono felicissima che gli abiti delle tre ragazze abbiano avuto tutto questo successo, grazie infinite!

 

Niahl: Benvenuta e grazie per questo commento! Ecco qui l’aggiornamento prima che ho potuto, spero che ti piaccia!

Il mistero di Ransie andrà avanti ancora un poco, ma presto sarà sciolto anche quello, così come tutti gli altri rimasti in sospeso durante la storia.

Questo nuovo capitolo ha finalmente presentato una svolta decisiva e mi auguro che lo svolgimento sia stato come ti aspettavi o che almeno ti sia piaciuto.

Ciao e spero di sapere ancora cosa ne pensi! Un bacio, Nyssa

 

AuraD: ti capisco, ogni tanto succede anche a me di aver scritto qualcosa di fenomenale e poi non riuscire a trovarlo perché me lo ha cancellato ed altre cose, uff, questa tecnologia…

Già, Ransie è proprio a scuola e, come suo solito, Silente lancia le briciole quando sarebbe il caso di dare la pagnotta, ma vabbè.

Blaise è stato preso dalla follia, confermo, evidentemente ha la vista più acuta del biondo e ha capito che senza una spintarella il rapporto di quei due non sarebbe mai progredito, devo ringraziarlo perché mi serviva qualcuno che li facesse un po’ smuovere. E come hai visto, anche Draco è stato contagiato ed ha pure incitato la bella Herm in un giro di danze, caspita, forse mi è finito un po’ OT… >_>

Spero che questo ventesimo capitolo ti piaccia e mi auguro che continuerai a recensire! Un bacio e un abbraccio! Nyssa

 

luana1985: scherzavo anche io, ci sono andata giù pesante, scusa… per quanto riguarda la preparazione, mi sono divertita anche io a scriverla, quindi è bello sapere che è divertente anche da leggere, sfortunatamente non sono mai sufficientemente obiettiva con i miei lavori…

Bene bene, la situazione “molto interessante” si è evoluta in qualcosa di ancora molto interessante, ma anche di difficile gestione, quindi spero che ti piaccia ugualmente e mi auguro di non aver fatto un collage senza senso :P

Aspetto di sapere che cosa ne dici! Kiss, Nyssa

 

rossy..!: eh già, alla fine dopo tanta indecisione ho deciso che la prescelta fosse Pansy, ma credo che su quei due ci sia ancora parecchio da raccontare… non lascerò la coppia certo così, bisogna darla un minimo di spiegazione… ehehe, mi auguro che anche questo ventesimo cappy ti piaccia, Smack! Nyssa

 

Shavanna: non preoccuparti per i miei prof, io e i miei compagni stiamo progettando una retata di massa per goderci delle meritate vacanze. Già, penso anche io che le sue amiche l’abbiano resa speciale, ci tenevano davvero molto a farle fare bella figura, però sono molto felice anche perché ti sono piaciuti gli abiti che ho creato, meno male… ero un po’ indecisi se postarli oppure no, ma almeno chi fosse stato confuso dalla mia descrizione poteva rimettere a posto le idee…

Per Lav, tranquilla, ti prendiamo nel club dell’”odio profondo per Lavanda Brown”, sono sicura che saremo numerosissima,s soprattutto dopo il contributo che ho dato anche io perché rileggendo mi è uscita davvero odiosa. Confermo anche che Pansy fosse innamorata di Ron, già, strano ma vero…

Ehehe, la tua pazienza dei precedenti diciannove capitoli è stata premiata con un ventesimo dove c’è un accenno di dichiarazione, spero che ti piaccia e che mi lascerai un commento! Un Bacione, Nyssa

 

chibi_elyon: e la malefica scuola non riuscirà a impedirmi di postare e scrivere i miei capitoli, io lo impedirò! Infatti ecco qui l’aggiornamento…

L’effetto confusione creato da Lavanda era voluto, anche perché perfino Draco ed Herm non ci stavano capendo più niente… cmq pensavo che il momento fosse giusto e ho fatto succedere qualcosina, ihihihih, probabilmente era un po’ inaspettata, spero di non aver sconvolto nessuno. Blaise=Cupido ce lo vedo parecchio e infatti si è dimostrato tale, tra draco ed herm è l’unico che veda un po’ più in là del suo naso, meno male che c’è…

La serata credo che sia stata abbastanza movimentata e ovviamente in barba al trio… bene, a questo punto spero che ti piaccia pure il nuovo capitolo e mi auguro che lo recensirai, sono molto curiosa di sapere che se ne dice della mia ideuzza folle (come tutte le altre…).

Ciao e un bacio! Nyssa

 

Lisanna Baston: bene, mi fa piacere che l’entrata trionfale dei due sia stata apprezzata. Forse era un po’ troppo altisonante, ma ero così tentata che alla fine non ho resistito.

Neville si è rivelato più sveglio di quel che si vede e Blaise ha finalmente gettato la maschera, due personaggio di ancor più difficile gestione, sigh

La coppia Ron/Pansy deve ancora essere formata, quindi non è detto che sia la definitiva, ma senz’altro necessiterà di un bel po’ di spiegazioni in un prossimo futuro, soprattutto per quanto riguarda lei.

Lavanda è odiosa, forse la sto facendo detestare troppo, ma è un personaggio decisamente troppo costruito perché mi piaccia, è sempre a darsi quell’aria che non mi piace, spero solo di non averlo rovinato…

Spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo e aspetto di sapere che cosane pensi, ciao e un bacione! Nyssa

 

potterina_88_: già, deve aver fatto ad Herm proprio una bella sorpresina… Ovviamente Malfoy mica poteva rimanersene con le mani in mano mentre insultano la SUA mezzosangue,e che, scherziamo?! Solo lui può farlo, sta diventando parecchio possessivo nei suoi confronti… Ransie ha scatenato opinioni divergenti, effettivamente suscita un po’ di tristezza, però mancano ancora delle cose da dire su di lei e senz’altro verranno spiegate presto, così che tutte le idee siano finalmente al loro posticino.

Beh, come hai visto la pazienza dell’ultima volta non era poi tanta perché le novità sono giunte già da questo capitolo e sottolineo che non era voluta la sincronia, è nato così, solo per caso è capitato dopo che tutti mi avevano chiesto che succedesse qualcosa…

Bene, spero che ti piaccia e mi auguro che mi lascerai una recensione! Ciao e un bacione! Nyssa

 

 

 

 

 

 

   
 
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