Ruotando
con il biondo al braccio, Hermione seguì la compagna di Casa che inseguiva la
coppia apparentemente felice.
Era
Pansy quella che aveva incontrato quella sera
all’Infermeria?
Era
lei?
Non
ricordava che la Parkinson avesse
una gonna di velluto blu nel suo sterminato armadio, ma poi, non era amica di
Lavanda? Non erano diventate loro due e la Patil le
rappresentanti del Trio Fashion?
Le
sfuggiva qualcosa…
-
Tu ci capisci
niente? – chiese all’indirizzo dello Slytherin che
aveva al braccio
-
Sì e no –
ammise Draco alzando le spalle e acconsentendo finalmente a spostarsi mentre
Lavanda Brown, ritrovata la sua consueta loquacità,
era all’inseguimento della sua ex amica.
Harry
si avvicinò alla coppia di Caposcuola e guardò preoccupato Hermione
-
Ron l’ha combinata davvero grossa questa volta
– annuì mentre Ginny
sembrava oltremodo nervosa
-
Certo che se
l’ha andata proprio a cercare col lanternino – sbuffò la mora – prima rifiuta
Lavanda dopo che lei gli ha fatto quelle avance e sono pure finiti a letto
insieme e poi viene alla festa accompagnato da una
delle migliori amiche di questa…
-
Oddio, Ron è andato a letto con LavLav?
– esclamò Ginevra portandosi le mani alla bocca
-
Già, proprio
un bello spettacolo – aggiunse la riccia la cui aria seccata si conciliava
assai poco con l’aspetto da bambola di porcellana che aveva quella sera
-
Perché, tu li
hai visti?
-
Hermione ha
avuto anche questa fortuna – rise Harry
-
La Brown non mi è mai stata tanto simpatica, ma adesso penso
che comincerò ad odiarla seriamente – annuì la rossa e gli altri presenti
risero per poi spostarsi al centro della stanza dove la musica si era
momentaneamente fermata mentre Lavanda aveva gettato a
terra la borsetta e pestava i piedi come una bambina capricciosa, anche se il
suo vernacolo marinaresco poco aveva di infantile
-
Tu, maledetta
cagna! – gridò – come hai potuto farmi questo?!
Ritrovando
tutto il suo contegno da vera Serpeverde che
raramente aveva avuto prima dell’inizio di tutta quella faccenda, Pansy Parkinson alzò il mento e
squadrò la Grifondoro come se fosse immondizia
-
Perchè? –
chiese – cos’hai te di diverso dagli altri per cui non
avrei dovuto fare così? E poi, cosa ti avrei fatto di grazia? – aggiunse con
tutto il suo tono annoiato
-
Sta’ zitta! –
strillò Lavanda – come ti permetti, taci, maledetta puttana! – e la
schiaffeggiò, per fortuna, le due gemelle Patil
intervennero trattenendola prima che accadesse l’irreparabile
-
Adesso sei più
contenta? – continuò imperterrita Pansy
-
Credevo che tu
fossi come me! – sbraitò l’altra mentre Dean Thomas e Seamus Finnigan era intervenuti per aiutare le rispettive dame
nell’impresa ciclopica
-
Ma io sono
come te – ammise con un ghigno perfido la Parkinson –
io e te siamo esattamente uguali: cattive allo stesso modo, puttane uguali
Draco
Malfoy sollevò le sopracciglia. Sentire Pansy
definirsi una puttana era qualcosa di estremamente raro, perfino ai tempi che
veniva a letto con lui e si girava anche tutti gli altri non aveva mai detto
così; quando qualcuno le urlava che era una sgualdrina, lei sorrideva bieca e
gli chiedeva se l’ultima volta non era stata soddisfacente, oppure, se si
trattava di una ragazza, la affrontava faccia a faccia dicendole che non valeva
proprio niente se non era stata neppure capace di tenersi il ragazzo.
Puttana
lo era. Tanto.
Ma
non si poteva negare che la Brown non lo fosse.
-
Non avresti
dovuto farlo, Parkinson! – gridò ancora Lavanda mentre il trucco le colava dagli occhi
impiastrandole la faccia di nero, rosso e rosa, l’altra continuò a ghignare
-
Caspita, che
pasticcio – annuì Hermione all’indirizzo del suo cavaliere, quasi rapito dalla scena
-
Beh, se non
altro alla fine siamo riusciti a scoprire chi era la dama di Lenticchia e il
ragazzo di cui Pansy era innamorata – rispose
filosoficamente la serpe, l’altra annuì
-
Credi che Pansy sia davvero innamorata di Ronald?
Draco
si voltò e la guardò negli occhi, freddamente, si sentiva come frustato ogni
volta che lei pronunciava il nome di Potty o della
Donnola. Non scorgendo alcuna speranza di quelli stupiti di lei e neppure
nessun calore, si convinse di essere completamente rincitrullito e tornò a
osservare lontano
-
Non penso che Pansy avrebbe fatto tutto questo
casino se non lo fosse… entrare nel letto di un uomo e fare ciò che si vuole è
molto più facile… e non credo che a Weasley sarebbe
dispiaciuto poi così tanto – aggiunse mentre lei lo guardava sbigottita e rossa
-
Non posso
credere che proprio Pansy sia innamorata di Ron… - ammise la Granger mentre Piton, alzatosi dal suo tavolo, si stava dirigendo dalla
piccola folla da dove volavano insulti e parolacce
Qualche
minuto e un paio di occhiate e la Brown uscì dalla
stanza a seguito del prof, mentre la Parkinson,
tirando un sospiro di sollievo, si avvicinava finalmente alle coppe di
champagne.
Ron le cinse la vita e lei sorrise lasciando sgomenti i presenti,
tra cui, più di tutti, i suoi due amici
-
Ecco, appunto
– continuò il biondo – se non fosse innamorata non gli lascerebbe mai fare
questo – annuì ancora
-
Non mi sembra
una cosa così strana – rifletté la mora studiando la posizione delle mani di Ron
-
Ah sì? –
domandò lui – quindi se lo facessi io pensi che non succederebbe
niente?
Il
cervello di Hermione riprese a pensare velocemente mentre
immaginava la scena, arrossiva e scuoteva la testa come a scacciare quel
pensiero
-
Forse hai
ragione – ammise sulla difensiva
-
Quindi non ci
sarebbe niente di male? – incalzò lui fingendo di non capire
-
No! Dico che
non sarebbe normale!
-
Questo
significa che io e te non siamo innamorati
Pausa.
-
Per l’appunto
– rispose in un sussurro, avvertendo, però, più caldo del dovuto
Altro
silenzio.
Si
appoggiò alla stoffa della tenda dietro di lei mentre
seguiva la scena e avvertì un tocco gentile sulla schiena, si voltò allarmata
verso un braccio proteso dietro di lei che, se lei vi si fosse appoggiata,
sarebbe sembrato senza dubbio qualcosa di moooooolto
simile a quello che avevano fatto Ron e Pansy.
Malfoy
sembrava distratto, molto impegnato a sorseggiare lo spumante dal bicchiere e
interessato a ciò che c’era fuori della finestra.
Eppure
doveva sapere.
Beh,
certo che doveva sapere, mica erano la Famiglia
Addams con la mano che gira da sola senza
proprietario… eppoi sarebbe stato difficile trovare un’altra mano con il polso
fasciato in una camicia candida e fermata addirittura dai gemelli di platino…
chi altri a scuola avrebbe indossato una camicia con i gemelli di platino se
non il biondastro?
Maledetto
furetto, la stava mettendo in agitazione, no, peggio, la stava mandando nel
panico!
Che
si doveva fare in una situazione simile?
La
sua limitata esperienza stava ricapitolando tutte le lezioni di Pozioni,
Trasfigurazione e Difesa degli ultimi sette anni, ma sembrava che nessuna
contenesse le informazioni necessarie…
Sfortunatamente
neppure le proliferanti conversazioni di Daphne e Ginny.
Ok, se la ragione non risponde, lasciamo fare all’istinto, no?
Più
o meno…
Non
era proprio una passeggiata annullare simultaneamente tutti i suoi freni
inibitori e spostare la schiena di qualche centimetro indietro, o meglio,
probabilmente con Harry non avrebbe avuto tutti questi problemi e, a dirla
tutta, neppure con Ronald, soprattutto ora, il VERO
problema era il soggetto e, sfortunatamente, non assomigliava minimamente
(fortuna o sfortuna che fosse) al suo migliore amico o al rampollo Weasley.
Trangugiando
l’ultimo sorso di aranciata rigorosamente analcolica dal bicchiere come se
fosse droga, buttò giù e senza pensarci due volte si lasciò andare.
Arrossì
e vide il biondo sorridere mentre continuava a fissare
fintamente interessato la mezzaluna in cielo, quasi coperta dal cono d’ombra
proiettato dalla Terra coperta dal Sole.
Rigirando
tra le mani il cristallo del bicchiere, divenuto ormai caldo, tornò a
concentrare la sua attenzione sulle goccioline arancioni rimaste sulle pareti,
decisamente troppo imbarazzata per parlare o anche solo per guardarsi intorno.
-
Ah, finalmente
vi ritrovo! – gridò una voce familiare ai due che si affrettarono a cambiare
posizione e la figura di Blaise che sventolava il
braccio facendo ciao-ciao comparve tra la folla, tirato a lucido in tight nero
a doppia coda e con la camicia a pieghe, la giacca ornata dal simbolo della
famiglia Zabini.
-
Credevo che
fossi malato! – urlò Hermione all’indirizzo del ragazzo e lasciando quasi
cadere il calice, poi voltò lo sguardo arrabbiato verso Malfoy che alzò le
spalle come se non ne sapesse niente… se se, come
no...
-
Ma come, non
mi ringraziate? – aggiunse il moro mentre tre ragazze in provocanti e succinti
abiti stile peplo lo raggiungevano, tre ragazze che Hermione non aveva mai
visto in giro
-
Dovremmo? –
domandò la riccia parlando per entrambi, mentre le tre ninfe non aprivano bocca
-
Beh, dopo che
ti ho fatta venire al ballo col cavaliere più
corteggiato della scuola – aggiunse Zabini con un
sorriso – credo proprio di sì – e sfoderò uno dei suoi sorrisi
-
Sarei potuta
venirci da sola, anche senza una balia… - replicò mentre
il biondo sollevava gli occhi al cielo, più che mai convinto che, certo, una
balia non avrebbe fatto quello che loro due stavano facendo prima
Blaise spostò interrogativo lo sguardo sul suo migliore amico e alzò
un sopracciglio mentre una delle tre ragazze gli
portava un calice colmo di champagne
-
Dra – disse con un pizzico di disapprovazione
nella voce – non credevo che una ragazza sarebbe mai arrivata a dire una cosa
simile di te! – aggiunse quasi fosse stato offeso lui
e non l’altra serpe che, invece, ghignò
-
Forse la
signorina Granger – rispose con tono volutamente cerimonioso – non se la sente
di andare oltre questo… - e la guardò allusivamente mentre
lei arrossiva
-
Prenditi più
cura di lei – lo ammonì il moro – mia sorella mi taglierà la testa – aggiunse
indicando la porta e sottintendendo la maggiore delle gemelle – eppoi non
vorrai perdere la faccia… - la risposta di Draco fu un’alzata di sopracciglia –
eppoi... - aggiunse ancora – Hermione questa sera è bellissima, state molto
bene insieme…
E
senza dire altro si allontanò assieme al suo piccolo corteo.
Non
contento della ramanzina ricevuta, Malfoy lo inseguì acchiappandolo per un
braccio e voltandolo verso di sé, interrompendo la concentrazione mistica in
cui le tre finte greche erano piombate dacché lui aveva mollato la coppia
-
L’hai fatto
apposta? – chiese con tono accusatorio alludendo alla finta di stare male,
l’altro lo guardò squadrandolo
-
Tu che dici? –
rispose con superiorità
-
Che sei un
maledettissimo bastardo – aggiunse Malferret
assottigliando gli occhi quasi a volerlo incenerire, peccato che con Blaise non funzionasse, è difficile intimidire un amico
d’infanzia che gioca con te da quando hai imparato a
mandare a quel paese il mondo intero… Zabini lo studiò
sorridendogli apertamente
-
Draco, sono
uno Slytherin – disse come a esprimere un concetto
ovvio – esattamente come te… - Malfoy sbuffò – eppoi – continuò avvicinando le
labbra all’orecchio dell’amico – non hai il monopolio della bastardaggine
Voltò
i tacchi e si allontanò mentre il Caposcuola
verde-argento rimaneva impietrito digrignando i denti.
Maledetto,
maledettissimo Zabini.
La
mezzosangue lo raggiunse titubante osservandolo scettica, in mano un nuovo
bicchiere di succo d’arancia dal colore cangiante.
-
Allora Granger
– si rivolse poi alla grifondoro – vogliamo passare
dalla balia a qualcos’altro o devo continuare a farmi insultare da una come te?
Il
colorito della ragazza era qualcosa di impagabile.
Chissà
perché, ma gli piaceva davvero tanto provocarla, nessuno era sensibile alle sue
sfrecciatine come lei e decisamente ci sapeva fare a mettere in allarme la
gente, con lei poi era fin troppo divertente.
L’altra
parte di se stesso scosse in disaccordo la testa ripetendogli nella mente di
“stare attento prima di cascarci come una pera”.
Sorrise
tra sé.
Beh,
almeno all’altra parte di se stesso poteva dirlo, no?
Perché
la Granger un po’ gli piaceva…
Un
po’ tanto.
Un
po’ troppo, forse.
Lei
gli infilò il braccio sotto il suo e sorseggiò il succo di frutta cercando di
apparire tranquilla
-
Mi dispiace di
averti offeso – annuì tenendo comunque gli occhi distanti da quelli magnetici e
del color dell’argento di lui
-
Mi sembra che
ci siamo insultati un po’ troppo per poi chiederci
scusa – rispose diplomatico ritrovando un briciolo di pensiero logico nella sua
mente oltre all’immagine prepotente di lei quel pomeriggio quando era scesa a
parlargli: perché aveva dovuto vederla a quel modo? Ma soprattutto, perché
aveva dovuto vedere che aveva le autoreggenti?
Non
ci poteva fare niente, erano il suo tallone d’Achille e certo sapere che su una come la Granger stavano così bene non lo aiutava, tanto
più che le stava fissando un po’ troppo insistentemente le gambe, ah, quanto
avrebbe voluto vedergliele indosso come si comandava…
Ok, non era un pensiero adatto né alla circostanza né alla
persona, ma era come il gioco che si faceva da bambini: ti dicevano di non
pensare ad un elefante rosa a cuoricini gialli che ballava sopra una palla e tu
ci pensavi, ecco, era lo stesso, lui sapeva di non doverlo fare
ma lo faceva… maledetta mente che non segue mai quello che vogliamo…
* * *
Monica
mise piede nella sala in un lungo abito a calla di seta nera con la scollatura
sbieca formata da un risvolto rigido, spalline d’argento e un elaborato
fermaglio nella parte più bassa del decolté. Sorrise ai presenti mentre suo
marito la raggiungeva, la prendeva per il braccio e la conduceva galantemente
verso il loro posto a sedere.
La
popolazione maschile andò istantaneamente in deliquio “all’apparir del vero” e
scordò per qualche attimo le loro accompagnatrici che non aspettarono per
riacciuffare la mente fuggitiva dei rispettivi cavalieri; Hermione la guardò e
salutò sapendo che Riri, marito e cognati erano
partiti quella mattina per arrivare alla Tana con un certo margine di anticipo.
Dopo
aver annuito al suo abbigliamento, la maggiore delle gemelle si attaccò agli
alcolici del tavolo professori nel disappunto del consorte.
Ripresisi
dalla scena di Lavanda, gli strumenti incantati che erano posizionati su una
parete della sala si rimisero in funzione.
Stupendo
tutti i presenti, Silente si alzò in piedi e, con un inchino, domandò un ballo
alla McGranitt mentre i loro studenti credevano ormai di essere sulla
strada della pazzia… evidentemente avevano delle allucinazione, doveva essere
rimasto dell’alcool nelle bevande per loro.
Sorridendo,
Axel fece altrettanto con la sua incantevole sposa e
qualche minuto più tardi, al centro del grande salone si era formato un vuoto circolare con due coppie che volteggiavano
sorridendosi.
Se
la professoressa di Trasfigurazione era stata una degli insegnanti più severi,
bisognava riconoscere che quella sera sembrava un’altra persona e Silente,
nonostante l’età gli impedisse molte acrobazie, era un buon ballerino.
Presto,
catturati dalla musica, anche gli altri si unirono e così molti si ritrovarono
in pista.
-
Balli,
mezzosangue? – chiese Malfoy sentendosi in dovere di deviare i pensieri
piuttosto sensuali che la mente gli stava provocando
-
Non sono un
granché – mormorò la ragazza perfettamente conscia del fatto che ballare non
era il suo forte
-
Non vorrai
farmi fare tappezzeria per tutta la sera – s’indignò lui scolando l’ennesimo bicchiere
-
Se proprio
insisti… - cedette infine lei – ma ti dico già che
dovresti bere di meno, tutto quello champagne non ti fa bene
-
Piantala di
lamentarti – sibilò lui che senza l’alcool si sentiva decisamente troppo in balia
della sua mente
Come
si confaceva ad un perfetto cavaliere d’altri tempi, il biondo s’inchinò alla
sua compagna, le baciò la mano e le domandò il ballo.
Hermione
decise che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe concesso un ballo
alla serpe, i suoi preliminari erano decisamente troppo imbarazzanti e
attiravano troppi sguardi curiosi.
Arrossendo
e ammonendolo, gli allungò la mano, lui la prese e la condusse al centro della
pista per poi spostare la sinistra sulla vita di lei e iniziare il passo.
Un
po’ indecisa su dove posare la mano, Hermione la sistemò sull’avambraccio del biondo mentre questi la spronava al primo movimento della
lunga serie di volteggi che le fece fare per la pista.
Si
sentiva in imbarazzo, decisamente in imbarazzo.
Erano
sotto gli occhi di tutti e ciascuno, senza dubbio, stava pensando quanto era
strano, come era strano e altre stranezze.
Non
le piaceva più di tanto stare al centro dell’attenzione, a parte
quando era in classe, fuori era spesso schiva e nascosta e in quella
particolare circostanza, sarebbe stato meglio che meno persone possibili
sapessero chi l’aveva accompagnata, tantopiù che, con
Blaise ormai presente che li studiava dal suo
divanetto, la scusa che Malfoy l’aveva sostituito reggeva poco, anche se era la
pura e semplice verità (forse).
Al
termine della musica aveva le guance accaldate e le tremavano un poco le gambe.
Draco
decise che poteva continuare a fare il cavaliere e non l’abbandonò al suo
destino, ma anzi l’aiutò a sedersi su una specie di panca di legno e le portò
da bere.
-
L’articolo di
domani sarà sensazionale! – annuì convinto Colin Canon sbucando da dietro una tenda con macchina fotografica
e treppiede e facendole prendere uno spavento – metterò tutte le foto che ho scattato e i nomi di tutte le coppie presenti
Eccolo
lì, il diavolo, rifletté la mora, se era rimasto ancora qualcuno all’oscuro del
fatto che il Principe degli Slytherin l’aveva
accompagnata al Ballo, presto non sarebbe rimasto tale perché ci avrebbe
pensato il biondino a mettere tutto a posto.
-
Adesso
scusami, ma vado a fare qualche scoop – disse ancora – ci sono un paio di cose
da prima pagina, anche se niente eguaglierà la lite tra Lavanda e la Parkinson… e dire che non credevo che la Brown potesse essere così meschina
La
Caposcuola annuì mentre il compagno si allontanava con
il fratellino, inseparabile, che gli reggeva la borsa dei filtri e degli
obiettivi di ricambio.
-
Una volta o
l’altra gli torcerò il collo – ammise la serpe guardando storto il grifone – è
un moscerino invadente e ficcanaso
-
Dovresti
smetterla di dire così – rispose la sua dama mentre
scuoteva la testa alla vista dei due bicchieri di champagne
-
E che dovrei
dire? Che sono contento che vada a spiattellare la nostra fotografia sulla
Gazzetta di Hogwarts mentre balliamo?
La
Granger deglutì a vuoto, ma non rispose.
* * *
Con
il passare del tempo la sala divenne sempre più gremita, così, quasi a mezzanotte,
quando Silente richiamò l’attenzione generale, sembrava davvero che mancasse
l’aria.
Il
vecchio preside si alzò in piedi come faceva sempre quando
doveva dare qualche annuncio, poggiò le mani sul tavolo imbandito e sorrise ai
suoi studenti che stavano aspettando.
-
Cari ragazzi –
esordì mentre si faceva silenzio – siamo ormai quasi
giunti al nuovo anno… - con un gesto indicò l’immensa
finestra a riquadri dietro le sue spalle che dava direttamente sul Lago Nero e
sul cielo senza stelle – l’Eclissi di Luna tanto venerata qui a Hogwarts è quasi completa, vi invito pertanto a sospendere
temporaneamente i divertimenti per osservare questo splendido fenomeno così
raro da vedere nei nostri cieli affollati di luci false… la festa ricomincerà
con la mezzanotte, quando la pendola del Salone batterà i dodici rintocchi
Un
centinaio di teste si voltarono verso il gigantesco orologio della Sala Grande
di legno scuro e antico con lancette dorate e quadrante di porcellana finemente
dipinto con i simboli della scuola che in quel momento scandì le undici e mezza
di sera.
Monica
rise assieme a suo marito mentre i ragazzi
continuavano a parlottare e, quando finalmente il vecchio mago si fu
riaccomodato, si avvicinarono tutti alla gigantesca vista dietro il tavolo
professori, accalcandosi per studiare meglio quell’avvenimento così inconsueto
mentre molti si domandavano come mai a Hogwarts fosse
così tanto sentito.
Superati
da uno sciame di gente impazzita, Draco ed Hermione osservarono l’assiepamento
intorno al panorama e studiarono scettici una via per avvicinarci, praticamente
introvabile, poi, improvvisamente, la Caposcuola ebbe un’illuminazione e
strattonando la manica della giacca di Malfoy gli sussurrò piano in un orecchio
-
Vieni, dalla
Torre di Astronomia si vede molto meglio
E
conducendolo per un braccio lo trascinò quasi fuori dalla
sala.
Harry
li seguì con lo sguardo mentre lasciavano il salone,
scosse la testa e tornò a concentrare la sua attenzione si suoi compagni e
sulla sua dama in particolare che si faceva largo a spintoni tra la calca.
Poi
sorrise e la raggiunse: Hermione era adulta e vaccinata, sapeva badare a se
stessa.
* * *
Ritrovando
dal fondo della tasca le chiavi dell’aula, la mora aprì la serratura e spalancò
la porta così familiare al biondo, introducendolo nella stanza, dopodiché la richiuse alle sue spalle.
Tutto
era tornato alla normalità di quando si erano
incontrati lassù la prima volta: niente letto a baldacchino in un angolo,
niente lettino di Seraphin, probabilmente ora
spostato nella stanza della loro nuova insegnante, niente del consueto
disordine che regnava sovrano quando ci aveva abitato Malfoy nella settimana e
mezza da prima di Natale fino a capodanno.
Non
rimanevano che i soliti cuscini scomposti sul pavimento, lo scrittoio dove
erano ancora ammonticchiati fogli senza valore, il vetro rotto e la tenda
strappata, oltre ad un ingente quantitativo di polvere di cui era cosparso ogni
singolo oggetto.
-
Ho come un po’
nostalgia di quando venivo quassù – annuì la ragazza
perlustrando ogni centimetro – chissà se lo specchio è ancora qui…
Due
teste si voltarono verso la porticina nascosta, ma lo spiraglio di vento
proveniente dalla finestra disse loro che non erano ritornati per lasciarsi
andare a ricordi e indagini, bensì per ammirare la luna.
Riscossa
dai suoi pensieri, la ragazza guardò il cielo scuro e cupo dove una falce di
luna era ancora visibile nel buio e d’istinto toccò la Giratempo
che aveva al collo; non sapeva dire perché, ma ogni volta che guardava la luna,
che la sentiva, che la vedeva, avvertiva il forte impulso di avere tra le mani
quell’oggetto, meraviglioso e pericoloso al tempo stesso. Amava la luna per
tanti motivi.
Senza
curarsi di lei, Lo Slytherin si sedette a terra tra i
cuscini rimasti, qualcuno perfino privato della sua imbottitura, probabilmente
utilizzata per riempire i guanciali delle sale comuni che troppo spesso
facevano una ben misera fine nelle violente battaglie tra dormitori. Si slacciò
il cravattino che aveva al collo, tolse la giacca, sbottonò i bottoni della camicia
e ripiegò i polsini fin sotto il gomito infilando poi i gemelli di platino
nella tasca dei pantaloni, dopodiché si mise a guardare lo spettacolo offerto
dagli astri e, forse, non solo da quelli.
Hermione
si voltò con l’intento di dirgli qualcosa, ma come le cadde lo sguardo su di
lui, le parole le morirono in gola, lasciandola a boccheggiare senza saper più
cosa dire; la serpe la osservò non capendo cosa stesse
facendo
-
I… i capelli –
mormorò appena lei additando la chioma chiara di lui – i tuoi capelli… hanno lo stesso colore…
E
l’indice si spostò verso l’orizzonte.
Draco
si prese una ciocca tra le dita e cercò di guardarsela con scarsi risultati, ma
dopotutto, sapeva perfettamente che colore avevano i suoi capelli!
Spostò
l’attenzione su di lei che sembrava ancora rapita da qualcosa che non capiva e
dubitava fosse il colore che la natura aveva dato alla sua chioma.
-
Mezzosangue,
siediti – disse esasperato e lei obbedì – dì un po’, ma che ti prende? – domandò
poi guardandola scettico mentre sistemava la gonna e
si toglieva le scarpe – che c’hanno messo in quell’aranciata? Cocaina?
-
Perché?
-
Mi sembri
mezza matta – specificò lui
-
Ma no, è
davvero così, ti dico – continuò lei con enfasi allungando la mano e
toccandogli appena qualche filo biondo per poi alternare le sue occhiate da
questi all’eclisse
Draco
la lasciò fare, anche se ormai aveva la prova assoluta della sua scarsa sanità
mentale.
-
Si sta molto
meglio qui – ammise cercando di deviare il discorso – non amo i posti affollati
-
Anche io – rispose
lei ripensando a quanta gente saltava e ballava quando
avevano lasciato il salone stracolmo
Il
Principe delle serpi le prese la mano con cui lei stava continuando a toccargli
i capelli, si portò le dita alle labbra e le baciò dolcemente
-
Non sono un granché
come cavaliere se accetto di andare ad una festa e poi mi rintano su per una
torre… - lei rise
-
Ma se è la tua
dama a portarti lassù, allora la colpa non è tua
-
Sei bella
stasera – disse all’improvviso cogliendola di sorpresa, la sentì
mentre irrigidiva i muscoli delle dita della mano
-
Gra…grazie – balbettò confusa arrossendo leggermente
Non
sapeva dire perché, ma se da una parte il complimento le faceva piacere,
dall’altra avrebbe voluto gridargli “Apri gli occhi, proprio tu, questa non
sono io!”.
Lui
le lasciò la mano mentre appoggiava la sua dietro di
sé, puntellandosi, quella si lei si posò poco distante, esitante, mentre la
ragazza continuava a studiare alternativamente la luna in cielo e i capelli del
suo compagno di fuga.
Lo
sguardo le cadde sulle lunghe dita distese dietro di lui, le fissò qualche
attimo per poi indugiare sui lineamenti del viso, i tratti affusolati e lo
sguardo perso nel vuoto.
Se
l’avesse fatto cosa sarebbe successo?
Era
indecisa, indecisa come raramente le capitava di essere e il più delle volte
era proprio per colpa sua.
Che
aveva fatto di male per innamorarsi di una persona del genere?
Sollevò
la mano e la spostò di qualche centimetro, non sapeva cosa avrebbe fatto se lui
l’avesse malamente allontanata, avrebbe pianto,
chissà…
Le
dita della mano di lei si posarono poco distante, mentre il palmo si sistemava
sullo stesso cuscino e il dorso sfiorava appena l’altro.
Draco
voltò la testa verso di lei, sentendo un lieve calore salirgli dalla mano
destra e la vide con la testa voltata di lato che guardava lontano.
L’aveva
fatto apposta?
Le
due anime che abitavano in lui cominciarono a darsi battaglia, il Caso era
diverso dalla Volontà.
Se
lei l’avesse davvero fatto apposta, cosa avrebbe significato?
Perché?
Perché
proprio lui?
Perché
proprio lei…
Tra
le tante persone che c’erano in quella scuola, tra tutti gli abitanti del
mondo, perché proprio lei doveva fare così, perché solo lei sembrava togliergli
la capacità di fare la cosa giusta, quello che “era da lui”?
Ma
soprattutto, perché proprio loro due, insieme, erano così perfetti?
Non
ci pensò di più, ben sapendo che i suoi interrogativi difficilmente avrebbero
trovato una risposta se non da lei e lei, senza ombra di dubbio, non gli avrebbe dato risposte.
Forte
di questa convinzione, spostò a sua volta la mano su quella di lei.
Un
Malfoy, ripeté la sua mente, non si preoccupa di quello che potrebbero pensare
gli altri.
Ma
tu sei un mezzo Black! Suggerì l’altra metà…
Beh,
anche peggio, ogni singolo Black esistente sulla faccia della terra era un
libertino, perché lui no?
Perché,
lo punzecchiò la coscienza, questo non è comportarsi da libertino.
La
mezzosangue si girò all’istante quando percepì la
vicinanza della mano di lui alla sua e, l’attimo successivo, il suo tocco
gentile.
Esattamente
come aveva fatto lei, lui stava guardando fuori, disinteressato alla cosa.
Lei
lo fissò stupita sgranando tanto d’occhi e arrossendo all’inverosimile, avevano
condiviso cose decisamente più intime, ma c’era qualcosa in quel gesto che non
aveva mai sentito da parte di lui: affetto.
-
Posso
baciarti, mezzosangue? – domandò all’improvviso il soggetto di tali
riflessioni, spiazzandola
La
ragazza entrò seduta stante in iperventilazione mentre la temperatura saliva.
Come
mai glielo aveva chiesto?
Perché?
Un
Malfoy non domanda mai, un Malfoy agisce e basta, con o senza permesso, ricordò
a se stessa.
Ma
è stato galante, ammise.
Perché?
Perché,
perché e ancora perché, domande, dubbi, incertezze,
interrogativi da spiegare e che necessitavano una risposta, rapida ed esauriente.
Una
risposta che lei non aveva.
Semplici
parole che non riusciva ad avvicinare per formare una frase di senso compiuto.
Sì
o no?
Non
era la prima volta che si baciavano, anche se le precedenti esperienze non le
fornivano sufficiente materiale su cui basare la sua risposta. Doveva per forza
buttarci dentro anche dell’altro.
Quell’altro.
Quella
cosa solo sua che nessuno sapeva.
Quel
segreto che conosceva solo lei.
E
che custodiva in fondo al cuore.
Lui
la guardò, spostando le iridi argentate dal buio della notte all’oscurità della
stanza dove il bianco del vestito di lei risaltava appena.
E
lei non seppe davvero più cosa dire, mentre quegli occhi, a volte spavaldi,
arroganti e presuntuosi, sembravano implorarla di accettare.
Glielo
aveva chiesto con finta indifferenza, ma c’era una luce mai vista prima tra
quei bagliori argentei, qualcosa che non aveva mai letto nello sguardo di
nessuno.
E
mentre lei pensava, lui si avvicinava, millimetro dopo millimetro.
Avrebbe
dovuto rifiutare, subito!
Avrebbe
dovuto rimetterlo alla dovuta distanza di sicurezza perché, se l’avesse
rifatto, lei si sarebbe procurata solo altro dolore.
Maledettissimo
Draco Malfoy, se la guardava così le toglieva perfino la forza per opporsi a se
stessa!
Avrebbe
dovuto riportare il loro rapporto allo standard di inizio anno, ma non voleva.
E
non lo avrebbe fatto.
Sospettava,
a ragione, che lui fosse vittima di qualcuna delle sue
crisi di personalità e, in verità, neppure lei doveva esserne scampata se gli
stava permettendo di baciarla.
Ma
alla fine, forse, non le dispiacevano più di tanto quelle sue crisi.
Una
possibile spiegazione, tanto plausibile quanto la Teoria delle catastrofi.
Doveva
essere per questo che lo stava facendo: i luridi sangue
sporco, per lui, non dovevano essere altro che qualcosa che non
conosceva, voleva solo “provare”.
-
Perché lo fai?
– domandò comunque quando si allontanò di qualche
centimetro dalla sua bocca e la guardò – perché baci una sporca mezzosangue
come me, che disprezzi con tutto te stesso? – lui sorrise
-
Perché sei
senza macchia, bianca e immacolata e perché prego che la tua purezza possa
purificare anche me e cancellare quel nero a cui il
mio sangue è mescolato
Lei
lo guardò basita
-
E anche
perché… - aggiunse lui – non me ne importa niente di come sei, di cosa fai, del
colore del tuo sangue, puoi essere la peggior puttana della terra o una
verginella senza pensieri impuri, ma mi piaci, mezzosangue, e non posso fare
niente per questo. I sentimenti sono scomodi perché non si possono controllare.
E
lei non ebbe tempo a rispondere né a far uscire un singolo suono dalle sue
labbra che lui la baciò di nuovo e si ritrovarono, nell’impeto, distesi tra i
cuscini e le tende.
Un
bacio a fior di labbra, mentre quelle di lui si spostavano sul suo naso, in un
gesto legato ai loro ricordi, e poi lungo i lineamenti del viso fino alla linea
del collo, sempre più giù, mentre con una mano dietro la nuca la attirava
contro di sé e con l’altra faceva scendere la spallina del vestito lungo la spalla
-
Sei
ubriaco? – chiese lei
confusa dalle sue parole di prima e dai suoi gesti di adesso. Era stupida e
ingenua, ma sapeva dove sarebbero finiti se non avesse fatto niente, conosceva
quel gesto, lo aveva letto un sacco di volte
-
Forse – fu la
risposta del biondo mentre le baciava la spalla e lei
rabbrividì
-
E allora
perché lo fai? – domandò quasi con rabbia; aveva bisogno di una risposta,
almeno da lui, le serviva.
Ma
la risposta non giunse e alle sue orecchie arrivò solo il suo lungo sospiro e
il battito concitato del cuore.
Glielo
avrebbe lasciato fare?
…
…
…
Sì,
lo avrebbe fatto.
Perché?
Perché
forse lui non aveva tutti i torti quando diceva che
lei era “sporca”.
Perché
lei lo VOLEVA.
Lo
avrebbe fatto perché voleva essere come gli altri.
Perché
voleva provare.
Perché
voleva essere una cosa sola con lui, almeno per una volta.
Perché
lo AMAVA.
Perché…
Non
lo sapeva, c’era un altro motivo, ma non riusciva a capire, eppure era proprio
per quello che non lo avrebbe fermato.
Lui
la guardò, aspettando che facesse qualcosa, che lo fermasse o che si comportasse
come tutte le altre, gettandogli le braccia al collo e cedendo se stesse.
Ma
lei non fece come le altre né lo trattenne
-
Vuoi che mi
fermi? – domandò leggendo dell’indecisione nei suoi occhi
Si
diede dell’idiota.
Mai
avrebbe dovuto fare una cosa del genere, non l’aveva mai fatta, perché
d’improvviso il senno l’aveva abbandonato e le aveva posto quella domanda? Se
lei avesse detto di sì, sarebbe stata colpa sua. E sfortunatamente le
probabilità che quel monosillabo, “sì”, venissero
pronunciate erano enormemente alte.
Ma
lei non disse di sì, scosse la testa e si rannicchiò contro di lui.
-
No – rispose
in un sussurro – ma spero che tu domattina abbia
dimenticato tutto questo
-
Tu
dimenticherai? – chiese lui trovando una nuova occasione per darsi dello stupido
-
No – fu la
lapidaria risposta di lei, senza esitazioni e, dimentica dell’imbarazzo, lo
guardò dritto negli occhi; come si poteva chiedere ad una donna di dimenticare
la sua prima volta?
-
Allora non lo
farò neppure io – rispose lui e la strinse a se mentre dentro di lei
s’insinuava quasi il sospetto che quello non fosse davvero Draco Malfoy; decise
però che quel comportamento decisamente dolce non gli si confaceva più di
tanto, sorrise al ricordo dell’aspro serpeverde con
cui battibeccava, non avrebbe fatto l’amore con un
angioletto privo della sua personalità, oh, no di certo! Se doveva
farlo, allora sarebbe stato con lui, ma lui per davvero.
-
Malfoy – disse
interrompendo quel contatto e spintonandolo un poco indietro – con tutte le
ragazze che hai avuto, non vorrai dirmi che ne ricorderai una in particolare…
Draco
la fissò un po’ sbigottito e lei gli sussurrò, come a spiegargli
-
Non mi piace quando fai lo sdolcinato, non sei te stesso – a
malincuore, lui dovette darle ragione: si stava davvero comportando così solo
per lei? Sì, lo stava facendo, ma fu grato al cielo che neppure a lei piacesse questo.
Non
sapeva di piacerle oppure no, ma se così fosse stato, avrebbe potuto dire che
“si piacevano per quel che erano davvero”, perché anche lei, nonostante quella
sera fosse una visione sublime, non era se stessa… ad esempio, constatò mentre le sfilava una calza bianca, la vera
Hermione Granger non si sarebbe mai data lo smalto alle unghie dei piedi…
-
Ti dirò una
cosa, Granger – rispose alla sua provocazione – non sono mai stato a letto con
una vergine – e lei trattenne il fiato mentre lui
ghignava – lo faccio solo perché sei te.
Lei
sorrise, adesso lo riconosceva.
C’era
tutto un concetto, tutta una frase e tutta una poesia dietro quelle parole un
po’ spinose, ma è tra le spine che cresce la rosa e lui le aveva
detto che lei era speciale. E, anche se fosse stato per una notte
soltanto, lei avrebbe potuto dire di essere stata importante per lui.
Perché
gli uomini, e soprattutto quelli abituati a esser circondati dal gentil sesso,
sono sempre troppo avvezzi a proferir vuote promesse in quell’attimo di magia,
soprattutto se l’oggetto della loro brama è indeciso o recalcitrante tra le
loro braccia.
-
Ma devo
aggiungere una cosa – annunciò Draco trattenendola per le spalle – non è
venendo a letto con me che sei diventata la persona più importante della mia
vita.
Hermione
lo guardò mentre continuava ad accarezzarla
dolcemente.
Se
fosse stato vero…
Se
solamente fosse stata la verità…
Sorrise
a se stessa, illusa.
Illuse
tutte e due le sue metà che ci stavano credendo.
Sentì
le guance accaldarsi leggermente mentre cominciava a
piangere.
Era
davvero così?
Avrebbe
dovuto credergli?
Folle
Draco Malfoy se quella era la realtà.
Ma
decidendo di credergli, almeno per una notte, almeno per qualche ora, pianse.
Perché
si piange anche di gioia.
…e
fu mentre il sangue e le lacrime si mescolavano che spalancò gli occhi e vide
il cielo senza luna.
* * *
Boy meets girl
You were my dream, my world
But I was blind
You cheated on me from behind
So on my own
I feel so all alone
Though I know it's true
I'm still in love with you
I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
It can happen to me
Miracle... Miracle
Day and night
I'm always by your side
Cause I know for sure
My love is real my feelings pure
So take a try
No need to ask me why
Cause I know it's true
I'm still in love with you
I need a miracle...
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
I need a miracle
I wanna be your girl
Give me a chance to see
That you are made for me
I need a miracle
Please let me be your girl
One day you'll see it can happen to me
It can happen to me
Miracle... Miracle
Miracle... Miracle
Cascada, “Miracle”
Spazio autrice: avete visto? Alla fine il momento è
arrivato… già già, ho fatto
succedere qualcosa che non si può proprio definire un volgare bacetto sul naso, questo è proprio da Draco.
Garantisco
che questa non è proprio la vera dichiarazione, ma adesso credo che avrete capito perché rimanevo così tanto sul vago nel
precedente cappy… mica potevo dire che in quello
successivo sarebbe accaduto ciò che tutti aspettano da una fic!
Avrei
parecchie cose da dire su questo capitolo, innanzi tutto sulla numerologia: il caso ha voluto che fosse il 20 e se si
considera la storia dei numeri, questo rappresenta l’Amore, puro e semplice.
Altra
cosa che, credo, sia necessario dire. Dato che questa è
la mia prima fic, non mi sembrava il caso di
cominciare con un rating rosso, quindi NC17 ecc ecc;
personalmente avrei preferito approfondire un po’ di più i particolari del loro
“convegno amoroso”, ma poi ho pensato che se fossi andata troppo oltre avrei
fatto pasticci col rating e, dato che non è proprio una fic
nc17, mi sembrava eccessivo cambiarlo. Sappiate che avrei preferito dire
qualcosa di più e me la sono dovuta cavare con due o
tre paroline nonostante il linguaggio del biondastro, spesso, sia un po’
scurrile per il rating. E’ vero che basta guardare in tv per trovarsi donne
nude e scene spinte, ma visto che è il primo
esperimento, l’ho messo così, probabilmente dai prossimi vedrò di aggiustare un
po’ le cose e chissà che non pubblichi una shot con
la scena descritta come si comanda [la mia natura passionale chiede giustizia
XD].
Altra
cosuccia da dire, visto che questa è forse una delle scene madri dell’intera fanfic, le altre devo ancora decidere quali sono, sono
molto più curiosa del solito di sapere che cosa ne pensate di questo capitolo,
quindi spero che recensirete in tanti.
Nel
frattempo ringrazio tutti coloro che l’hanno fatto fino ad
adesso, sperando che anche questo ventesimo capitolo (accidenti se sta
diventando lunga sta fic) vi piaccia.
Ciao
e un bacio!
Nyssa
PS:
sono felicissima che gli abiti delle tre ragazze abbiano avuto tutto questo
successo, grazie infinite!
Niahl: Benvenuta e grazie per questo commento!
Ecco qui l’aggiornamento prima che ho potuto, spero
che ti piaccia!
Il
mistero di Ransie andrà avanti ancora un poco, ma
presto sarà sciolto anche quello, così come tutti gli altri rimasti in sospeso
durante la storia.
Questo
nuovo capitolo ha finalmente presentato una svolta decisiva e mi auguro che lo
svolgimento sia stato come ti aspettavi o che almeno ti sia piaciuto.
Ciao
e spero di sapere ancora cosa ne pensi! Un bacio, Nyssa
AuraD: ti capisco, ogni tanto succede anche a me
di aver scritto qualcosa di fenomenale e poi non riuscire a trovarlo perché me
lo ha cancellato ed altre cose, uff, questa
tecnologia…
Già,
Ransie è proprio a scuola e, come suo solito, Silente
lancia le briciole quando sarebbe il caso di dare la pagnotta,
ma vabbè.
Blaise è stato preso dalla follia, confermo, evidentemente ha la
vista più acuta del biondo e ha capito che senza una spintarella il rapporto di
quei due non sarebbe mai progredito, devo ringraziarlo perché mi serviva
qualcuno che li facesse un po’ smuovere. E come hai visto, anche Draco è stato
contagiato ed ha pure incitato
Spero
che questo ventesimo capitolo ti piaccia e mi auguro che continuerai a
recensire! Un bacio e un abbraccio! Nyssa
luana1985: scherzavo anche io, ci sono andata giù
pesante, scusa… per quanto riguarda la preparazione, mi sono divertita anche io
a scriverla, quindi è bello sapere che è divertente anche da leggere,
sfortunatamente non sono mai sufficientemente obiettiva con i miei lavori…
Bene
bene, la situazione “molto interessante” si è evoluta
in qualcosa di ancora molto interessante, ma anche di difficile gestione,
quindi spero che ti piaccia ugualmente e mi auguro di non aver fatto un collage
senza senso :P
Aspetto
di sapere che cosa ne dici! Kiss, Nyssa
rossy..!: eh già, alla fine dopo tanta indecisione ho
deciso che la prescelta fosse Pansy, ma credo che su
quei due ci sia ancora parecchio da raccontare… non lascerò la coppia certo
così, bisogna darla un minimo di spiegazione… ehehe,
mi auguro che anche questo ventesimo cappy ti
piaccia, Smack! Nyssa
Shavanna: non preoccuparti per i miei prof, io e i
miei compagni stiamo progettando una retata di massa per goderci delle meritate
vacanze. Già, penso anche io che le sue amiche l’abbiano
resa speciale, ci tenevano davvero molto a farle fare bella figura, però sono
molto felice anche perché ti sono piaciuti gli abiti che ho creato, meno male…
ero un po’ indecisi se postarli oppure no, ma almeno chi fosse stato confuso
dalla mia descrizione poteva rimettere a posto le idee…
Per
Lav, tranquilla, ti prendiamo nel club dell’”odio
profondo per Lavanda Brown”, sono sicura che saremo
numerosissima,s soprattutto dopo il contributo che ho
dato anche io perché rileggendo mi è uscita davvero odiosa. Confermo anche che Pansy fosse innamorata di Ron, già, strano ma vero…
Ehehe, la tua pazienza dei precedenti diciannove capitoli è stata
premiata con un ventesimo dove c’è un accenno di dichiarazione, spero che ti
piaccia e che mi lascerai un commento! Un Bacione, Nyssa
chibi_elyon: e la malefica scuola non riuscirà a
impedirmi di postare e scrivere i miei capitoli, io lo impedirò! Infatti ecco qui l’aggiornamento…
L’effetto
confusione creato da Lavanda era voluto, anche perché
perfino Draco ed Herm non ci stavano capendo più
niente… cmq pensavo che il momento fosse giusto e ho
fatto succedere qualcosina, ihihihih,
probabilmente era un po’ inaspettata, spero di non aver sconvolto nessuno. Blaise=Cupido ce lo vedo parecchio
e infatti si è dimostrato tale, tra draco ed herm è
l’unico che veda un po’ più in là del suo naso, meno male che c’è…
La
serata credo che sia stata abbastanza movimentata e ovviamente in barba al
trio… bene, a questo punto spero che ti piaccia pure il nuovo capitolo e mi
auguro che lo recensirai, sono molto curiosa di sapere che se ne dice della mia
ideuzza folle (come tutte le altre…).
Ciao
e un bacio! Nyssa
Lisanna Baston: bene, mi fa piacere che l’entrata trionfale
dei due sia stata apprezzata. Forse era un po’ troppo
altisonante, ma ero così tentata che alla fine non ho resistito.
Neville
si è rivelato più sveglio di quel che si vede e Blaise
ha finalmente gettato la maschera, due personaggio di ancor più difficile
gestione, sigh…
Lavanda
è odiosa, forse la sto facendo detestare troppo, ma è un personaggio
decisamente troppo costruito perché mi piaccia, è sempre a darsi quell’aria che
non mi piace, spero solo di non averlo rovinato…
Spero
che ti piaccia anche questo nuovo capitolo e aspetto di sapere che cosane
pensi, ciao e un bacione! Nyssa
potterina_88_: già, deve aver fatto ad Herm
proprio una bella sorpresina… Ovviamente Malfoy mica poteva rimanersene con le
mani in mano mentre insultano la SUA mezzosangue,e che, scherziamo?! Solo lui
può farlo, sta diventando parecchio possessivo nei suoi confronti… Ransie ha scatenato opinioni divergenti, effettivamente
suscita un po’ di tristezza, però mancano ancora delle cose da dire su di lei e
senz’altro verranno spiegate presto, così che tutte le
idee siano finalmente al loro posticino.
Beh,
come hai visto la pazienza dell’ultima volta non era poi tanta perché le novità
sono giunte già da questo capitolo e sottolineo che
non era voluta la sincronia, è nato così, solo per caso è capitato dopo che
tutti mi avevano chiesto che succedesse qualcosa…
Bene,
spero che ti piaccia e mi auguro che mi lascerai una recensione! Ciao e un bacione! Nyssa