26/04/2013
5 recensioni
Fly to who you are
Climb upon your star
You believe you'll find your wings
Everywhere you go
Your soul will find a home
You'll be free
To spread your wings
You can fly.
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*6 ANNI DOPO *
L’uomo accompagna la dolce bambina dai capelli castani con i riflessi rossi fino all’entrata di scuola, poi senza nemmeno salutarla si gira e se ne va.
Lei non piange, non si lamenta, non scalcia, non urla.
Si siede su una panchina aspettando l’ora per entrare.
“Ehi, scusa, hai una gomma da masticare?” chiede un bambino paffutello di circa 9 anni.
“No” risponde fredda la bambina.
“E cosa stai masticando allora?!” chiede leggermente alterato il bambino.
“La gomma.” Taglia corto.
“Dammi immediatamente la gomma!” urla il bambino prendendo Melody per il colletto della maglia, alzandola da terra di pochi centimetri.
Lei non batte ciglio, si limita a tirarsela da bocca e ad azzeccargliela sui capelli.
“Tieniti la gomma.” Sibila andandosene via.
Mentre cammina verso l’entrata sente il bambino urlare e singhiozzare.
Sorride leggermente ed entra in classe anche se tutti gli altri sono fuori.
Si siede al suo banco e vi poggia la testa.
Pochi secondi dopo si addormenta.
“Mamma! Io scendo!” urla un bambino con gli occhi azzurri.
“Ok Louis, ma torna presto! E non farti male!”
Il bambino corre al parco più veloce che può.
Quando arriva si ferma un attimo per cercare con lo sguardo i suoi amici.
Li vede nel campo di calcio, sorride e poi corre da loro.
“Ehi ragazzi!” dice attirando l’attenzione.
“Louis! Finalmente!” lo rimproverano.
“Scusate, ma casa mia è lontana, lo sapete!”
“Si, dai , giochiamo o no?!”
“Si…” risponde Louis leggermente offeso.
Iniziano a giocare e Louis fa sempre goal.
A fine partita tutti lo guardando male, anche i suoi compagni di squadra.
“Sei un imbroglione!” gli urlano contro.
Lui sembra non capire il perché, lui non ha imbrogliato, ha giocato per bene.
“Ma io non ho fatto niente!” si difende lui
“Stai zitto!” sbotta uno spingendolo, lui cade a terra. “Sei un perdente, hai una voce da femmina e sei orribile!”
“Ma.. perché ora fate così?” chiede il moro con le lacrime agli occhi.
“Perché sei uno sfigato!” urla gettandosi su Louis.
Louis si dimena inutilmente perché poco dopo gli altri ragazzi gli bloccano mani e piedi.
Una sfilza di pugni si infrange sulla faccia del moro che non riesce a fare a meno di urlare e piangere.
Dopo circa dieci minuti scappano via di corsa.
Louis è steso a terra in una pozza di sangue.
“Melody! Sveglia!” urla la maestra.
La povera bambina scatta in piedi dallo spavento, poi sospira alla vista dell’insegnante.
“Ti ho spaventata”? chiede acida la donna.
“No, soltanto, mi da fastidio quando mi toccano.” Taglia corto la bambina.
“Ma io sono la tua maestra..” ridacchia la donna.
“Non mi può toccare nessuno, ne mio padre, ne mia sorella ne tu!” ringhia Melody.
La maestra impallidisce per il tono della bambina, sembrava quasi… spettrale.
“Melody vai immediatamente dalla preside!” sbotta l’insegnante.
“Ok.” Brontola la bambina raccattando le sue cose nello zainetto.
Prima di uscire guarda con disprezzo l’insegnante.
*****
“Melody! Come ti è venuto in mente di rispondere male alla maestra!” urla il signor King.
“Lei mi ha spaventata.”
“E ti sembra un buon motivo!?” urla ancora più forte.
“Si..”
L’uomo sferra uno schiaffo sulla guancia della bambina colpendola con un sonoro schiocco.
La mano della bimba corre alla sua guancia.
“Sei il peggior papà del mondo!” gli urla prima di correre nella sua stanza e chiudersi dentro a chiave.
*****
Mentre è stesa sul letto si ritrova a pensare a quel bambino che è stato picchiato nel suo sogno.
“è solo un sogno.” Dice prima di avvicinarsi alla finestra per guardare il cielo. “Solo uno stupido sogno.” Ribadisce sorridendo.
Una folle idea le balena nella mente, così, prende una grande borsa, la riempie di suoi vestiti e oggetti utili ed esce dalla finestra della sua stanza scendendo le scale anti-incendio.
Appena i suoi piedi toccano il terreno erboso inizia a correre senza meta.
Non vuole vivere più in quella casa, senza una madre , con una sorella che non la guarda nemmeno in faccia e con un padre che la odia.
Non sa dove andare, sa solo che vuole vivere un'altra vita, che quella che ha vissuto fino a pochi minuti prima non era la sua.
Come un supereroe sfreccia per le strade soleggiate e calde di Melbourne, zigzagando tra le macchine e i passanti.
Il pensiero dei passanti alla sua vista era equivalente.
Tutti si chiedevano cosa ci facesse una bambina così piccola a correre con una valigia in mano e soprattutto da sola.
Ma il loro pensiero era presente solo nei pochi secondi in cui vedevano la sua chioma rossa perché poi, tutto torna alla normalità, come se non avessero mai visto niente.
*****
Dopo circa una settimana di corsa , Melody è arrivata a Sidney.
Stanca come non mai si infila in un parco pieno di bambini che ridono insieme ai propri genitori.
Si siede su una panchina e infila le mani tra i capelli.
Lei si era sempre sentita adulta, più matura degli altri bambini, più matura anche di alcuni adulti.
Non aveva mai giocato con le bambole, non aveva mai amato i cartoni animati.
Lei amava solo stare all’aria aperta in beata solitudine.
Mentre guardava i bambini giocare e ridere il tempo è passato e si è ritrovata di notte su una panchina, da sola.
Si stende per bene sulla panchina e prima di concedersi a Morfeo ripensa al suo sogno e a quel bambino dagli occhi blu.
Un prurito forte sulla fronte la distoglie dai pensieri, così si gratta lentamente.
Quando il prurito svanisce fa per portare vicino ai fianchi la mano, ma qualcosa la sorprende.
Un nastro rosso è legato al mignolo della sua mano.
Look At Me!
Ehi, ho continuato prima.. ahahah il fatto è che l'ho iniziato a scrivere questo capitolo stamattina e non volevo aspettare...
LOL ok, il prossimo capitolo... lo pubblico tra una settimana!
Ditemi cosa ne pensate con una recensione , per favore ! (:
PS. QUELLA DELLA FOTO SOTTO è MELODY ! (:
Light in the Darkness.
