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Autore: SanaToadstool    26/04/2013    4 recensioni
Derek Hale era stato lontano per troppo tempo da Beacon Hills, ma scelse comunque di ritornarci per un motivo. Non avrebbe mai immaginato che quello stesso motivo sarebbe diventato anche la ragione più valida per imparare a vivere, e per ritornare ad amare.
[Dal 4° capitolo:]
Certo, Derek non avrebbe indugiato nel fargli visita a lavoro, ma, come giusto che sia, ha sempre nutrito rispetto per il suo lavoro, che comporta importanti responsabilità e poche distrazioni. Ma iniziava a sentire la tensione scorrergli nelle vene, l’ansia e la sofferenza sotto forma di pensieri ingarbugliati e frastornanti sovraffollavano la sua mente, e per ultimo, ma non meno importante, una sensazione di impazienza divorava la capacità di distrarsi dal motivo della sua complessiva agitazione: l’assenza di chiarimenti, di parole o di litigi, di confessioni e di verità; l’assenza di mezzi e momenti per poter fare tutto questo; l’assenza di Stiles. Questo flusso di scoperte che avveniva in lui non si fermava, approfondiva sempre più una faccenda che era già troppo chiara, e non serviva strapazzarsi i capelli con le mani, accovacciato a terra con i gomiti poggiati sulle ginocchia, perché non sarebbe cambiata: a Derek mancava Stiles.
[STEREK]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#Prologo

Quella pessima e malaugurata Beacon Hills arrecava solo rovine alla vita di Derek Hale, e nel corso degli anni precedenti a tutta la sua famiglia. Somigliava ad una maledizione, che si era abbattuta sul suo nome e che senza preavviso gli avrebbe strappato via anche l'ultimo battito cardiaco. Forse, arrivato a questo punto, non aspettava altro se non una scarica di paura e pura adrenalina che avrebbe destato in lui emozioni forti e vivide, in grado di fargli percepire finalmente l'abbandono di questo inferno umano. Oltre l'ira nessun altro sentimento era in grado di provare sulla pelle e gestire con esperienza, i ricordi di altri tipi di emozioni erano sempre più confusi e distanti. Gli anni passavano con una lentezza sfiancante, perché privi di ciò che avrebbe potuto fomentare il comportamento di quel piccolo Derek, entusiasta di aprir la finestra e prender una boccata d'aria, uscire dalla sua grande casa e vivere le stesse piccole avventure dei suoi coetanei (e non di ammazzarli o sgozzarli con i suoi artigli). In realtà, dopo l'incendio, più nulla del genere Derek immaginò potesse rifare. Credeva che fidarsi della sua ragazza, la persona di cui era innamorato follemente e per davvero, sarebbe stato il completamento della sua vita, l'unico tassello mancante a quel perfetto puzzle colorato e, generalmente, è quello che tutti ci aspettiamo dalla vita. La fiducia è un concetto ben più complicato e inopinabile, che se concessa alla persona sbagliata, nel peggior dei casi ti porta al baratro. La cacciatrice aveva ottenuto la sua preda, il suo sangue, la sua sofferenza. A Derek non restava quasi nulla della sua casa e delle sue cose, ma qualcuno ancora c'era: sua sorella, Laura, capitata con lui nel momento dell'incendio, inconsapevole di non poter trovare mai più lo stesso calore della sua famiglia che ogni giorno, quando tornava a casa, l'attendeva, bensì un altro tipo, più rosso, racchiuso in tante onde fumanti, incontrollabili, che facevano male; suo zio, Peter, salvatosi dall'incendio e sottoposto a varie operazioni chirurgiche, ma comunque permanente in uno stato catatonico, con gran parte del corpo ustionata. Tutto quello era un vero e proprio trauma, irrimediabile per un ragazzino.
Si allontanò da quel posto con sua sorella e trovò una collocazione migliore in un'altra città, nel tentativo di lasciare tutto il passato alle spalle. Ma realmente nessuno dei due ci ha mai sperato davvero, e nei rimasugli dei loro cuori distrutti una piccola scossa li squassava e gli schiaffava la pura e dura verità, che non avrebbe mai potuto essere eliminata. Col tempo il comportamento di Derek mutò, e fra un'incolmabile tristezza e vuoti emotivi si faceva spazio un'impellente voglia di vendetta, facilmente conseguibile grazie alla sua natura licantropica. Il suo mondo era fitto di sentimenti laceranti, che reciprocamente si indebolivano e annullavano tutte le sue forze, rendendolo incapace di soddisfare anche quell'unica via d'uscita - secondo il suo parere - che era la morte della responsabile di tutto. Quella contea, in cui la donna  abitava, e in cui lui ha vissuto la sua infanzia, sembrava essere una condanna alla sua vita affettiva, tantoché un'ennesima vittima della sua famiglia pareva esser stata tagliata in due e abbandonata su quel suolo, nelle vicinanze della vecchia e decadente tenuta Hale. Anche sua sorella era stata ammazzata, in quella città e a causa di quella dannata città, cominciò a pensare. Rimpatriò per recuperare i suoi resti e nel frattempo si accampò di dovere lì. Man mano si sollevò un vero e proprio muro di cemento armato fra Derek e il mondo intero, i suoi sentimenti esitanti, che lo rendevano vulnerabile, furono sovrastati e schiacciati definitivamente da un atteggiamento più acre, diffidente; il suo unico obbiettivo ora era diventare più forte, ed ottenere le sue rivincite. Desiderava diventare l'Alpha, e quello in carica – del suo territorio – si trovava senz'ombra di dubbio a Beacon Hills.
Dopo tanto, troppo tempo, si ritrovò ad aprire quella stessa porta, e ad entrarci dentro, viverci. Quella era la sua casa, ancora intatta nelle sue ceneri e nella sua mente come lo era allora; avrebbe detto di sentir ancora l'odore della sua mamma, il suono delle risate dei familiari passeggeri e di toccare ancora la pace e la beatitudine che prosperavano in quella casa. Erano tutti ricordi e polvere. Così com'erano un ricordo l'animo buono di suo zio e tanta polvere la sua intenzione di credere in una soluzione. Non c'era una via d'uscita soddisfacente, in quanto persino il sangue del suo sangue aveva tradito la sua fiducia: Peter, ripresosi dopo tanti anni da quel pietoso stato vegetativo, aveva ucciso Laura, per accaparrarsi il potere, e allo stesso modo avrebbe potuto uccidere il seccatore, Derek. A questo punto, sono tanti i fattori che hanno spinto Derek a prendere la decisione, che smentiva il suo piano mentale iniziale, di schierarsi dalla parte dello zio: tattica, debolezza, bisogno di qualcuno. Non c’era differenza, non incideva da che parte fosse e quali decisioni pigliasse, il suo scopo era assicurato, immutato e celato solamente per permetterne la scorrevole concretizzazione. Imperturbabile, al costo di perdere l'ultimo componente della sua famiglia, gli sottrasse il potere assoluto, e il ruolo di capo branco divenne suo.
Spesso si tende a confondere la reale intenzione per cui ci si pone un obbiettivo. E' il volerlo raggiungere, o il volerlo vivere, il vero fine? Derek Hale ottenne il suo branco, dopo aver conosciuto anche dei sedicenni impertinenti, fra cui uno morso dal suo psicopatico zio ritornato dall'oltretomba, e riconobbe inoltre il suo fallimento come capo. Stava quasi rischiando la vita contro la famiglia dei cacciatori, e poi è stato ripudiato di nuovo. Col tempo, però, sembrava che potesse esserci una convivenza fra lui e Peter, e con l'arrivo degli Alpha si era consolidato un necessario rapporto di alleanza, anche piacevole. Poi svanì anche quello, com’era ormai di routine.  Suo zio era morto, definitivamente, per via di una trappola ben organizzata degli Alpha, dinnanzi ai suoi stessi occhi indifesi, imprigionati in una visione obbrobriosa dei resti di quel corpo. E in quel momento comprese di non aver visto mai nulla di così disumano e che l’unico e vero problema non risiedeva nella sua vita, ma nella sua natura: quei suoi nemici, violenti e spietati, assecondavano i loro istinti animaleschi, la sete di sangue e non tolleravano sconfitte, erano dei veri lupi, esenti da una moralità consona agli esseri umani, preparati a vivere secondo un codice di sopravvivenza e a resistere autonomamente alle difficoltà. Derek era debole, pur essendo una montagna di muscoli, ed era incapace di contare solo su se stesso. Derek era più umano che licantropo, e la sua vita non poteva davvero essere come quella di tutti gli altri. Era stato educato come un bambino comune, con l’affetto che tutti i membri di una famiglia dovrebbero dedicarsi a vicenda, ed era cresciuto in loro assenza, rammentandosi di tanto in tanto la loro importanza.  Quello conforme all’ipotetico lui era uno stile di vita indifferente verso il prossimo, privo di lucidità, come quello di un vero animale, se ci avesse tenuto ad eccellere come Alpha. Dunque, non sapeva se il suo discorso era una sentenza per procedere oppure un limite invarcabile, ma la decisione finale era ancora ritardata. Nuovamente, scappò via da quell’incubo di città e questa volta non aveva più motivi per ritornarci. Della sua famiglia non era rimasto più nessuno e quella casa non figurava più nulla, se non l’immagine di una sofferenza atroce e irrimediabilmente indelebile.
Trascorse anni ed anni in una città lontana, senza mai sfuggire per almeno un giorno dal riflettere sul suo fallimento come persona. Il pessimismo era sicuramente parte integrante del suo carattere. Poi, improvvisamente, ricordò le parole di una persona di quella città innominabile, che confessò di aver promesso a sua madre di doverlo proteggere: il dottor Deaton. Non era una consolazione la teoria secondo la quale qualcuno avesse davvero riposto affidamento in lui, era una verità, che a quel tempo prese sottogamba. Non avrebbe potuto mai concepire l’eventualità di un rapporto di fiducia con qualcuno senza che questi abbattesse tutto ciò che era stato costruito, infatti, sovvenne alla mente che quel ragazzino a cui accreditò le parole di Deaton, Scott, non aveva nemmeno l’intenzione di abbracciare una formale cooperazione. Poi ricordò meglio.
E poi c’era Stiles.



 


Beh, è solo il prologo, necessario, ma solo questo. Sarà ambientata, quindi, dopo un bel po' d'anni rispetto al periodo vigente nella serie. L'ho buttata senza rifletterci troppo: una mia amica mi ha dato come parola chiave 'casa' e io ci ho scritto su. Fatemi sapere se vi piace l'idea o se è noioso, se ci sono errori ortografici o no... Recensite, a me fa sempre molto piacere!
   
 
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