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Autore: LonelyWolf    27/04/2013    2 recensioni
La protagonista della storia si chiama Basma, ed è una ragazza di 16 anni che vive in Arabia Saudita.
Basma, stanca dell'opprimente insistenza del padre, che vuole a tutti i costi organizzare la vita dei suoi sette figli, decide di scappare di casa, senza alcuna meta, affidandosi alla saggezza di Allah, che saprà guidarla verso le giuste direzioni. Non sarà però un viaggio semplice il suo, infatti si imbatterà in un soldato Italiano, Giuseppe, che riesce a fuggire dopo 2 anni di prigionia in Iraq, a cui Basma salva la vita. Insieme decidono di dirigersi in Egitto, in modo che Giuseppe possa raggiungere l'Italia e tornare a casa, mentre per Basma l'Egitto rappresenta un nuovo ambiente, molto stimolante, nel quale vivere. Tra i due ragazzi nasce del tenero durante il viaggio. Questo nuovo amore però risulterà possibile tra due persone così diverse?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Basma fu risvegliata dalle sguaiate urla di un venditore di tappeti e fu costretta a tapparsi il naso a causa del forte odore delle tinture che infestavano l’aria ormai calda e pesante. Il cielo era di nuovo azzurro e spruzzato di poche nuvole bianche e vaporose, coperto dai palazzi più alti.
Il beduino la vide alzarsi con la coda dell’occhio.
“Sabah el khayr, izzayik innaharda?”
Basma si stropicciò gli occhi da sopra il burqa prima di rispondere.
“Buongiorno anche a te, oggi sto piuttosto bene, ti ringrazio. Ma dove siamo?”
“Un piccolo paesino in cui fare rifornimento, si chiama Arar. Resterò qui due notti e poi tornerò in viaggio.”
Stava per sbadigliare, ma si bloccò.
“Tornerai? Ed io?”
“Non sei una mia responsabilità. Per altro denaro potrai venire con me, non dispiace un po’ di compagnia di tanto in tanto…”
“Dov’è che sei diretto, di preciso?”
“In Kuwait. Vuoi un passaggio fin lì? Guarda che ti costerà caro.”
“Kuwait… Non avevo mai pensato al Kuwait…”
“E dove credessi stessi andando?”
“Pensavo fossi diretto in Egitto.”
Il beduino si voltò per guardarla un attimo, prima di volgere il suo sguardo di nuovo verso la strada, cercando di farsi spazio tra la folla.
“Hai riconosciuto il mio accento?”
Basma annuì sorridendo, ma il beduino non poté vederlo.
“Sì, sono nato e cresciuto in Egitto, ma non sono diretto lì al momento, ana asfa*.”
Il volto di Basma s’incupì improvvisamente, ma il beduino non vide nemmeno questo.
Fermò il cammello che trainava la carrozza sul quale erano seduti lui e Basma e scese, porgendo la mano alla ragazza per aiutarla a fare lo stesso.
“Allora aanisa* che hai intenzione di fare?”
Basma rimase spiazzata. Voleva un attimo di tempo per pensarci, e sembrò che il beduino le lesse nel pensiero, perché si affrettò ad aggiungere:
“Non importa che tu me lo dica ora, hai due giorni di tempo per pensarci, ma ti ripeto che il tuo viaggio non sarà offerto dalla casa.”
Disse abbozzando un altro sorriso sdentato. Basma notò che sorrideva sempre, quando si trattava di soldi.
“Comunque sarà meglio che trovi un posto in cui riposare per stanotte, magari un funduq*.”
Aggiunse infine, scaricando borsoni della ragazza.
“E tu dove alloggerai?”
Chiese Basma disorientata, facendo nascere un nuovo sorriso sul volto del beduino.
“Piccola, sono un nomade, mi basta starmene accanto al mio cammello con aria malinconica e stanca per suscitare la compassione di qualche vedova del luogo. Anzi faresti bene ad allontanarti, o la gente crederà che tu sia mia moglie.”
E le schiacciò l’occhio facendole cenno con la mano di andare via. Basma era sconvolta, non era abituata a un simile linguaggio, suo padre non aveva mai permesso che un uomo facesse allusione a sfondo sessuale in casa sua, specialmente in presenza di una donna. Quell’uomo lì era sicuramente un poco di buono per utilizzare un simile gergo, ma si era mostrato anche affidabile, dopotutto avrebbe potuto approfittarsi di lei in qualsiasi momento durante la notte, ma non l’aveva fatto.
Basma aprì il suo borsellino, c’erano pochi soldi, non sarebbero bastati a pagare il funduq ed il viaggio sino al Kuwait.
Si avvicinò ai suk e li ispezionò. L’odore di vernice per tappeti era così forte che lo sentiva quasi in gola. Alzò la manica del suo burqa e prese velocemente un bracciale d’oro che era stato di sua madre. Lo guardò con nostalgia, sentendosi in colpa sia per il furto sia per ciò che aveva intenzione di fare.
Si guardò intorno e puntò un mercante di frutta e verdura dall’aria benevola che stava offrendo una mela a una bambina seduta su una pila di casse vuote. Si avvicinò alla bancarella, poi all’uomo.
“Ho da proporle un affare.”
Gli sussurrò all’orecchio, con fare molto losco e mostrò all’uomo il prezioso bracciale.
“Quanti filoos* crede che valga?”
Gli chiese con il tono di voce basso, con fare circospetto. L’uomo si allontanò di pochi centimetri per valutare bene il prezzo dell’oggetto.
“Beh, a occhio e croce direi che non vale più di 73 SAR*”
Basma allontanò subito il bracciale dall’uomo. Stava scherzando? Solo 73 SAR? Era certa che sua madre l’avesse pagato almeno il doppio, e poi il suo valore affettivo era alle stelle!
Decise di continuare a comportarsi come una malfattrice.
“Senta, vuole scherzare? Sa quanto mi è costato? Mio marito ha quasi perso una mano per questo, e lei me lo vuole pagare poco meno di 73 SAR? No, probabilmente sua moglie non merita questa perla rara, credo che troverò qualcuno che se ne intende davvero. Probabilmente lei non può neanche permettersi di spendere questi filoos, sto solo sprecando tempo con lei…”
E fece per allontanarsi, ma il mercante la placcò subito, ponendosi davanti a lei.
“Aspetti, aspetti, parliamone, contrattiamo prima di fare mosse azzardate. Esattamente qual è il prezzo che voi attribuireste a questo pezzo?”
“244 SAR”
Azzardò Basma senza pensarci troppo, sperando di convincerlo, ma l’uomo le rise in faccia.
“Ma non mi prenda in giro, 98 SAR, è la mia ultima offerta.”
“Non cerchi di fare il Kabith* con me, quest’oggetto apparteneva a una ricca donna, so per certo che non è paccottiglia, se non può permetterselo la smetta di trattenermi, probabilmente il suo collega può pagarmelo anche il triplo del prezzo originale, maa assalama*”
“Aspetti! 244 SAR? E’ sicura?”
“Sicurissima. ”
Non ci credeva, stava contrattando con un mercante di professione, e lui sembrava davvero interessato a pagare quel vecchio bracciale 244 SAR! Che era successo al mondo nelle ultime ore?
“200 SAR andrebbero bene lo stesso? Non mi faccia fare figuracce davanti alla mia bambina, min fadlik*”
Basma guardò la bambina che adesso si era avvicinata al padre e lo teneva per la gamba, squadrandola dal basso all’alto con aria spaventata.
“Vada per i 200, ma che sia uno scambio veloce!”
E il mercante tirò subito fuori i 200 SAR che arrotolò con fare disinvolto e poi li passò velocemente in mano a Basma, che lasciò cadere il bracciale nella possente mano del mercante.
“E’ stato un piacere.”
Disse infine, allontanandosi con passo svelto, cercando subito un riparo. Non voleva essere vista, ma soprattutto, aveva bisogno di una toilette. Si addentrò in una stretta strada in salita, e ne percorse i piccoli budelli, fino a trovare finalmente l’insegna di un funduq nei paraggi. Si avviò subito nella direzione indicata dalla freccia e, pochi metri dopo, trovò un austero funduq. Non era esattamente lussuoso, ma Basma non disponeva di denaro a sufficienza per trovarne uno migliore, e poi decise che per due notti andava più che bene.
 
La stanza che le avevano assegnato era piccola, le pareti erano bianche e con qualche  macchia di umidità sul soffitto e pochi quadri decorativi, il pavimento era beige e impolverato e c’era una grande finestra che si apriva su un balcone. Al centro della stanza vi era un lettino singolo con le lenzuola azzurre un po’ macchiate di candeggina e un tappeto rosso con fantasie marroni e giallastre era posto ai suoi piedi.
Il bagno era piccolo e conteneva un wc, un lavandino e una vasca da bagno che toccava entrambe le pareti.
Si sfilò subito il burqa e, come prima cosa, si sciacquò il viso con acqua fresca, poi riempì la vasca da bagno.
Si spogliò e guardò la sua immagine riflessa nello specchio. Era ancora una quindicenne, ma sapeva di essere già una donna.
Si immerse nella vasca e la sua mente fu assorta da mille pensieri. Se fosse rimasta a casa starebbe preparando il pranzo insieme a sua madre. Se fosse rimasta a casa si sarebbe sorbita l’ennesimo aneddoto del padre su come i fagioli in qualche contorto modo fossero simili al matrimonio, se fosse rimasta a casa avrebbe dovuto sposare presto un uomo che odiava. Le mancava la sua famiglia, ma non poté fare a meno di sorridere ripensando agli eventi delle ultima 24 ore. Ricapitolando aveva lasciato casa, si era diretta con un perfetto sconosciuto verso una cittadina di cui non aveva mai sentito parlare e aveva imbrogliato un mercante fingendosi la moglie di un ladro
Se la bolìs* avesse saputo che in giro c’era una ladra avrebbe passato dei guai, doveva mantenere un profilo basso.
Aveva ancora tanti oggetti da poter vendere: indossava cinque collane, tre bracciali e un orologio, un tappeto e alcuni smalti per unghie che non le era permesso usare. Li teneva nascosti nelle sue borse, li avrebbe venduti solo quando sarebbe stata a corto di denaro.
Poi pensò al Kuwait. Che piega avrebbe preso la sua vita una volta giunta a destinazione?
Si era quasi affezionata all’idea di vivere in Egitto, al centro tra Asia, Africa ed Europa. Sapeva che l’Egitto era un’ importante centro di scambio merci, ma anche una bellissima meta turistica, ed era certa che lì avrebbe potuto trovare lavoro.
Ma del Kuwait cosa sapeva? Non era neanche sicura della sua posizione geografica. Chiuse gli occhi lasciandosi scivolare nella vasca, immergendo la sua testa sott’acqua e bagnandosi i capelli.
Decise di non pensarci ulteriormente, ci avrebbe pensato Allah a prendersi cura di lei, Allah provvedeva ad ogni suo figlio.
Uscì dalla vasca da bagno e si avvolse in un asciugamano, si tamponò i capelli con un’altra tovaglia e si sdraiò sul letto coperta solo da quel minuscolo pezzo di stoffa che le lasciava scoperte braccia e gambe. Provò una sensazione di piacevole libertà che non provava da anni, da quando era entrata nel periodo adolescenziale.
Si girò di lato, guardava la porta di accesso alla camera e, senza capire come, scivolò in un profondo e indisturbato sonno.
 
 
 
*Ana asfa = Mi dispiace
*Aniisa = Signorina
*Funduq= Hotel
*Filoos=Soldi
*SAR= La moneta araba. 1€ corrisponde a circa 4,88 SAR. (Non ho capito molto bene la questione che riguarda la moneta araba, ma ho letto che 1 Riyal è composto da 100 halala o da 400 qurush.) Ad ogni modo voglio semplificare la faccenda, quindi per calcolare i prezzi farò conto che 1€ corrisponde a 4,88 SAR.
LINK UTILE 1=http://www.hoteltravel.com/it/saudi_arabia/guides/travel_tips.htm
LINK UTILE 2= http://themoneyconverter.com/EUR/SAR.aspx
*Kabith= Furbo
*Maa assalama= Arrivederci
*Min fadlik= Per favore (rivolto alle donne)
*Bolìs= Polizia
 
P.S.= Ogni consiglio o critica nei miei confronti o in quelli della storia sono sempre bene accetti, perché purtroppo (come ho già precisato) conosco poco l’argomento, sebbene mi affascini.
Chiedo solo che il tutto avvenga nella maniera più civile possibile, senza insulti e nel rispetto degli altri, altrimenti neanche vi risponderò.
Non accetto suggerimenti infondati.
Buona lettura. =)
  
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