Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Yuki_o    28/04/2013    4 recensioni
In un piovoso pomeriggio d'autunno, un incontro casuale e un ombrello potrebbero cambiare tutto...
Una delle tante AU scolastiche, che però tenevo a scrivere^_^
Senza pretese, spero che vi piaccia!!
Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My Umbrella [SasukePOV]

 
 
Decisamente doveva esserci una spiegazione razionale anche per quello.
C’era un motivo per cui il cielo è azzurro, il mare è salato e per cui il blu e l’arancione non sono una combinazione cromatica armoniosa. Di sicuro, quindi, c’era un motivo sensato anche per lo spettacolo che si prospettava davanti a lui e che, possibilmente, gli avrebbe evitato di tornare a casa e suicidarsi.
Pioveva.
Pioveva di nuovo.
Un fatto che, pur con tutte le sue implicazioni fastidiose, normalmente non avrebbe costituito un problema così grande. Sasuke trasse un respiro profondo e cercò di fare mente locale: non era la prima volta che si trovava in una situazione simile -a causa delle sue innumerevoli fan*- ma quella volta non avrebbe potuto nemmeno dare la colpa a quelle fastidiose oche starnazzanti.
Era inutile girarsi intorno decise infine: Sasuke Uchiha, 17 anni, studente modello, non aveva un ombrello e fuori pioveva.
Prese coraggio e fece qualche passo sotto la pioggia.
 
Il cortile non gli era mai sembrato così ampio. Camminava a passo spedito fingendo di non notare le occhiate bramose e un po’ inquietanti delle ragazze intorno a sé, ringraziando il cielo che almeno nessuna osasse rivolgergli la parola e –orrore!- offrirsi di condividere l’ombrello.
Lo vide apparire all’improvviso, mentre era concentrato per ignorare la pioggia e le persone intorno a sé, e quasi si aspettava di intravedere gocce d'acqua percorrere il profilo netto della sua mascella e la pelle abbronzata intravedersi sotto la stoffa zuppa della camicia, esattamente come la prima volta che lo aveva incontrato, ma così non era. Il ragazzo se ne stava in piedi accanto al cancello, osservando gli studenti che lentamente stavano uscendo da scuola, al riparo sotto un ombrello. Il suo ombrello.
Avrebbe potuto ignorarlo, avanzare senza voltarsi e non rivederlo più, molto probabilmente...poi lo vide allungare il collo e cercare tra la folla. Chissà da quanto se ne stava lì...
Sasuke non aveva ancora davvero deciso se volesse o no raggiungerlo, nel momento in cui i suoi piedi iniziarono a muoversi, e non sapeva esattamente cosa avrebbe detto, ma non era questo il punto. Il punto era che nel mezzo della folla il ragazzo biondo non lo aveva visto avvicinarsi e perciò continuava a scrutarsi intorno con sguardo intenso e corrucciato.
Lo raggiunse tranquillamente e la folla e gli sguardi per una volta gli scivolarono addosso insieme alla pioggia.
-Cercavi me, usuratonkachi?- Disse, e la sua voce non avrebbe potuto essere più naturale o musicale o strafottente: si sarebbe complimentato a lungo con se stesso per quell’uscita ad effetto.
Il ragazzo si voltò di colpo, come scottato, e sgranò gli occhi celesti. Li ricordava bene.
-Eccoti teme!- Sorrise mostrando un ghigno cui Sasuke non tardò a rispondere.
Solo per un istante i loro sguardi si incrociarono e nessuno proferì parola, poi il ragazzo ruppe il silenzio.
-Hai dimenticato l’ombrello…Sasuke?-
L’acqua ormai scorreva sulla sua pelle e imperlava i suoi capelli, rendendo il suo corpo pesante. Era come se ad ogni goccia che cadeva su di lui riuscisse a sentire il suo corpo più intensamente, come lo stesse rinvigorendo.
Era consapevole della camicia bianca che aderiva sul suo torace lasciando intravedere la pelle candida, dei ciuffi bagnati che si attaccavano alla fronte, alle guance e la mento, lasciando scorrere rivoli ghiacciati che lo solleticavano, e infine sentiva distintamente i pantaloni zuppi sfiorargli le gambe e i glutei, rendendo goffi i suoi passi.
Ma non era l’unico consapevole delle sue condizioni e lo vedeva chiaramente.
Gli occhi del ragazzo lo avevano percorso pigri ma attenti, come quelle gocce dispettose che dalle ciocche sulla nuca scorrevano inarrestabili lungo la sua schiena, sotto la stoffa della camicia, e si perdevano poi all’improvviso all’altezza della vita…dandogli i brividi.
Sasuke aveva freddo, aveva dimenticato l’ombrello e sapeva di essere arrossito sentendosi osservare dal ragazzo biondo, ma non avrebbe smesso di sorridere.
-Sì- disse facendo un passo avanti e ritrovandosi finalmente al riparo sotto l’ombrello. Il suo.
-Ieri l’ho dato  ad un povero deficiente che se ne stava completamente fradicio sotto la tettoia di un fruttivendolo.-
Il ragazzo lo fissò e ridacchiò piano. –Davvero? Che sfigato!-
-Sì, lo penso anch’io- replicò di nuovo Sasuke –e figurati che quell’idiota non si è nemmeno presentato, nonostante gli avessi appena salvato il culo.- concluse con il suo miglior ghigno.
Vide lampeggiare i suoi occhi blu divertiti, ma non indifferenti alla sfida insita nelle sue parole. Sarebbe potuto continuare a lungo quel teatrino e  a Sasuke non sarebbe dispiaciuto, perché sentirsi preda di uno sguardo così penetrante lo elettrizzava, non sapere il suo nome era al tempo stesso irrilevante e fondamentale e la pioggia non era nulla.
Una voce squillante interruppe però i suoi pensieri e ad un tratto sentì di nuovo freddo.
-Ehi, Naruto! Che fai, non vieni?-
Il ragazzo moro che aveva parlato gli strappò a malapena uno sguardo, la risposta di Naruto fu di gran lunga più interessante.
-No, ho altro da fare! Ci vediamo domani a scuola!- disse e poi lo stava di nuovo fissando, compiaciuto, e i suoi occhi blu davano davvero i brividi.
-E cos’è che avresti da fare, eh Naruto?- lo incalzò.
Quello fece un piccolo passo avanti fino a trovarsi faccia a faccia con lui, come il giorno prima quando lo aveva salvato dalla sua macchina e da una doccia sgradita, ma questa volta non era arrossito.
-Devo accompagnare a casa il bastardo che ieri mi ha mollato senza una parola, come un fesso, sotto la tettoia di un fruttivendolo.- gli disse e il suo sguardo lampeggiava di sfida.
-Un vero stronzo.- commentò Sasuke, divertito e sempre più intrigato.
-Già- continuò Naruto –e pensa che quello stronzo non si è nemmeno preoccupato di presentarsi.-
Sasuke rideva. Rideva. Una cosa assurda.
-Sembra proprio che tu abbia incontrato un grandissimo figlio di puttana…- concluse quando si fu ricomposto.
-Oh, lo è, ma del tipo a cui per un sorriso perdoneresti qualsiasi cosa.-
-Ah, davvero?- Sasuke si sentiva leggero e aveva freddo e non riusciva a smettere di sorridere compiaciuto.
Avrebbe sviluppato una specie di ossessione per quegli occhi, lo sapeva.
-E allora cosa farai ora, usuratonkachi?-
-Ti porto a casa, teme.-
Sasuke sorrideva ancora, ma il gioco era finito.
-Non ci si arriva a piedi da me, dobe.-
Ma Naruto a quel punto allargò il suo ghigno che divenne più selvaggio, pericoloso-
-Da me, sì.-
 
 
Sasuke Uchiha odiava essere fissato, apostrofato da mezzi-sconosciuti e non aveva mai sentito il bisogno di farsi degli amici che andassero oltre lo scambiarsi due parole in corridoio tra una lezione e l’altra. E pensava che il blu e l’arancione non fossero una combinazione cromatica armoniosa.
Sapeva tutto questo e ci credeva fermamente anche nel momento in cui stava percorrendo le strade di Konoha sotto un ombrello, il suo, insieme a Naruto Uzumaki -un ragazzo mezzo-sconosciuto che lo fissava spudoratamente e lo chiamava col suo nome di battesimo senza alcun imbarazzo- diretti verso la sua casa.
Ma non importava, perché Naruto aveva due occhi blu, che erano già un’ossessione, in cui si riflettevano i fari arancioni delle macchine di passaggio e gli aveva appena detto che era uno stronzo e gli avrebbe perdonato qualsiasi cosa.
Perciò andava bene così, anche se pioveva e aveva freddo.
 
 
 Kushina Uzumaki era una donna attiva che sapeva di avere un figlio iper-attivo e lo amava alla follia.
Nel corso degli anni aveva accettato che Naruto avrebbe sempre amato la vita quanto il ramen e le persone più della sua vita. Aveva accettato che il suo concetto di amico superasse qualsiasi barriera di carattere, sesso o estrazione sociale.
Spesso suo figlio tornava a casa con squadroni di amici chiassosi che lei conosceva da una vita o con ragazzi che non aveva mai visto, ma sapeva avrebbe rivisto in futuro.
Naruto non era mai solo, non lo permetteva.
Perciò non si stupì quando lo sentì entrare in casa sbraitando di avere con sé un ospite.
Ospite, non amico?
Andò in anticamera per accoglierlo e lo vide affaccendarsi intorno ad un ragazzo –il ragazzo più bello che avesse mai visto in effetti- prima di lanciarsi dentro casa come una furia.
-Buongiorno, Signora Uzumaki- la salutò lui cortese e composto, non appena, rimasto solo, si accorse di lei, -suo figlio non ci ha presentato- continuò lanciando una buffa occhiata di rimprovero nella direzione in cui era scappato Naruto.
-Mi chiamo Uchiha Sasuke, piacere di conoscerla.-
Kushina si riscosse dalla sorpresa di fronte all’elegante inchino che le era stato rivolto e rispose allegra:-Piacere mio, Sasuke, e ti prego chiamami Kushina: il cognome è così freddo.-
Gli fece cenno di entrare ma il ragazzo rifiutò educatamente.
-Così conciato bagnerei ovunque, è meglio che aspetti che torni Naruto.-
Solo allora la donna si accorse di come gli abiti di quel ragazzo, bello come una dama dell’era Heian**, fossero zuppi d’acqua.
-Santo Cielo! Ti prenderai un accidente!- esclamò preoccupata –Naruto porta un asciugamano, subit…- urlò ma non poté finire la frase che vide suo figlio tornare, armato di salvietta e ciabatte per gli ospiti che subito perse a Sasuke.
-Lo so, mamma. Ecco, tieni Sasuke.- disse senza rivolgerle nemmeno uno sguardo.
-Porto Sasuke in camera mia a togliersi gli abiti bagnati. Vieni, di qua.- continuò allegro.
-Non serve, non disturbarti…- tentò di schermirsi questi, ma suo figlio lo zittì.
-Finiscila e vieni. La mia stanza è questa…-
 
 
Kushina aveva osservato la scena in disparte, conscia di stare assistendo a qualcosa di nuovo, ad un nuovo Naruto.
Aveva visto uno sguardo diverso in lui, di chi abbia trovato un tesoro o un sogno, realizzato un desiderio. Aveva visto una premura dolce ma imperiosa nei suoi gesti su Sasuke, come di chi reclami un diritto su qualcosa, possedendolo con cura e gelosamente. Aveva visto come tutto questo venisse accettato con naturalezza da Sasuke stesso, come fosse dovuto o fosse sempre stato così.
Tornò in cucina e riprese a sfaccendare tra i fornelli, assorta tanto che non udì i passi di Naruto avvicinarsi e quasi si spaventò nel sentirsi chiamare.
-Mamma, senti, prepareresti un po’ di the caldo?-
Suo figlio la guardava tranquillo appoggiato allo stipite della porta.
-The?- chiese –ma tu non preferisci del caffè, o una cioccolata?-
-Non credo Sasuke, però- rispose lui scuotendo il capo.
-Gliel’hai chiesto?-
Naruto sorrise, e anche in questo ero cambiato. Malizioso?
-Fidati.-
 
Kushina preparò l’acqua per il the e mentre aspettava che andasse in ebollizione ricordò, quasi con un brivido, le parole che Naruto aveva sussurrato solo la sera prima.
“Ti troverò, Sasuke.”
Sorrise, alla fine: quel piccolo demonio di suo figlio manteneva sempre le sue promesse.
 
 
Angolo dell’autrice (?)
Hola creaturine *_*
It’s been sooooo long since last time J
Non credevo sinceramente avrei rimesso piede nel fandom di Naruto, considerando che sono ancora in lutto per la morte del mio amato Neji-The Perfection-Hyuga, ma quando l’ispirazione per concludere questa cosina mi ha colpito (nel bel mezzo dello studio di Storia del diritto, ma va beh -.-“) ho deciso di fare una piccola e malinconica capatina ;)
Spero che questo slancio abbia portato un frutto mangiabile, tollerabile…insomma che finito di leggere non corriate in bagno :P
Solo una piccola nota: (*) rubare l’ombrello del ragazzo per cui hanno una cotta è un gesto diffuso a volte tra le teen-ager e ricorrente in vari anime shojo ;)
(**) l’epoca Heian è il periodo di tempo che nella storiografia giapponese va dal 794 al 1185, periodo imperiale con capitale Kyoto, in cui le dame erano solite vestire kimono ampi e pesanti, non stretti e sinuosi come quelli ancora oggi diffusi e portare le lunghissime chiome sciolte o semplicemente acconciate.
Il modello di bellezza che volevo esprimere è proprio quello di una bellezza sofisticata e dai colori tenui, che credo calzi a Sasuke LOL
Bene ora mi eclisso, vado a pregare Jashin-sama di salvarvi dalla mia follia, liberare il fandom e farmi lasciare qualche recensione!! ^O^
Ringrazio infine la mia amatissima Beta-reader: robiii <3
 
Alla prossima *_*
Baci
Boby (che è Yuki_o)
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Yuki_o