Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: Meramadia94    28/04/2013    2 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 

''Non era necessario che veniste con me.''- disse Ryan mentre salivano le scale per la seconda volta quel giorno.

Si chiedeva cosa poteva essere successo di tanto importante in quelle poche ore da chiamarlo sul cellulare.

Da una parte, avrebbe voluto che la risposta non arrivasse mai, perchè aveva paura che le novità della signorina Sanders, ovvero la coinquilina di Debby, non gli sarebbero piaciute.

Dall'altra invece bruciava dalla curiosità di sapere.

E c'era una parte in mezzo, che si era aggrappata a una speranza debole come il filo di una ragnatela, che sperava di vedere Deborah aprire quella porta, sorridere e buttargli le braccia al collo e confessargli che si era nascosta per fargli uno scherzo, come quando erano ragazzini.

''Così... hai una specie di criminologo in famiglia.''- disse Castle.

Ryan annuì.

''Entrambi volevamo servire la giustizia, e per un bel pezzo non ha fatto che dire che voleva entrare nell'arma. Quando iniziò le scuole superiori si appassionò a psicologia, ha deciso di unire i suoi due sogni... e ne è uscita una futura criminologa.''- spiegò Ryan.

Si era sempre trovato bene con Debby, più che con tutte le altre sue sorelle, e quando vivevano entrambi a Dublino erano inseparabili, sempre a rincorrersi e giocare insieme.

Il solo pensiero di non rivederla più, di non sentire le sue risate tranne che nei ricordi...

''Beckett.''- Kate lo riscosse dai suoi pensieri risponendo al telefono e fece una faccia molto stranita.

''Tutto bene?''- chiese Castle.

''Sono arrivati i tabulati telefonici di Deborah. Tra i messaggi e le telefonate non c'è niente si strano che facessero prevedere un rapimento, tranne uno.''- rispose la detective una volta chiusa la chiamata.

''Cosa intendi?''- chiese Ryan.

''Diceva Hai dimenticato una cosa, te la porto, vediamoci tra la terza e la prima strada. E' stato inviato alle 23.56, e risulta essere stato spedito dalla sua coinquilina tramite un sito internet.''

I due detective e lo scrittore la guardarono con una faccia da pesce lesso.

''Ma Penelope non ha detto di averla vista l'ultima volta alle sette e mezzo?''- fece notare Esposito.

''Infatti. Perchè non ce l'ha detto?''- si chiese Beckett.

''Forse Penelope era gelosa della sua adorata migliore amica. Bella, intelligente, un fratello poliziotto, proveniente da una buona famiglia, media alta all'università e come se non bastasse tutti le volevano bene. In altre parole, una vita perfetta.

Era gelosa marcia di lei fino al midollo osseo, così ha pensato che sarebbe stata una buona idea rapirla, rinchiuderla per sempre in una torre da qualche parte, un piccolo intervento di chirurgia estetica e si sarebbe impossessata della vita che non aveva mai avuto.''

''Oh andiamo...''- fece Beckett una volta arrivati al piano desiderato.

''Pensaci: perchè accettare di condividere una casa con una perfetta sconosciuta? Standole vicino avrebbe potuto scoprire tutto quello che c'era da sapere sulla sua personalità, modi di fare...''- in quel momento Esposito suonò il campanello.

La giovane venne subito ad aprire.

Sembrava sorpresa di avere di nuovo tutti i detective e lo scrittore in casa.

Li invitò subito ad entrare.

''Signorina Sanders...''- Beckett non le diede nemmeno il tempo di spiegare il perchè di quella convocazione-:'' per quale motivo ci ha detto di aver visto Deborah per l'ultima volta alle 19.30 di ieri pomeriggio?''

La bionda era basita.

''Come.... perchè è vero.''- rispose lei tentennando.

''Ma davvero?''- fece Castle-:'' eppure, dai tabulati telefonici risulta che l'ultima a parlarle è stata lei. C'è un messaggio in cui lei le dava appuntamento sul luogo del rapimento, inviato alle 23.56 di ieri notte per consegnarle qualcosa.''

Ok, ora era sconvolta.

''No, io non le ho mandato nessun messaggio e non sono mai uscita da questa casa ieri sera. Ho preparato la tavola e i salatini per la festa, alle otto sono arrivati il mio fidanzato e i suoi amici e abbiamo cenato tutti insieme. Siamo rimasti sempre insieme fino all'una di notte, e da quello che dite Debby è sparita dopo mezzanotte.''- dichiarò la ragazza con due occhi grandi e sinceri.

''Ok, ma allora come mai è partito un messaggio dal suo computer al cellulare di Deborah?''- chiese Beckett in attesa di una spiegazione convincente.

Era sempre più sconvolta.

''Le giuro, non lo so. Sono sempre stata con i miei amici e il mio ragazzo, potete pure controllare.''- fece la ragazza porgendo loro un agendina rossa nel tentativo di difendersi.

Prima la sua migliore amica veniva rapita e ora veniva sospettata di essere coinvolta.

Ci misero almeno cinque minuti per controllare l'alibi della ragazza.

''Regge perfettamente.''- fece Esposito dopo l'ultima chiamata-:'' tre ragazze e quattro ragazzi, incluso il fidanzato, hanno testimoniato che è stata con loro da dopo le otto all'una di notte.''

''Quindi il rapitore ha trovato i mezzi per spedire un messaggio a Deborah, le ha dato appuntamento firmandosi con il nome di Penelope in modo che la ragazza non potesse rifiutare e una volta lì, due uomini l'hanno aggredita e portata via dopo averla sedata.''- appurò Beckett.

''E' probabile che in questo computer ci siano delle tracce di hacker.''- disse Ryan mettendo il pc della bionda in una busta per le prove-:'' dovrò chiederle il permesso di metterlo temporeanamente sotto sequestro per farlo esaminare da un mio amico informatico.''- all'approvazione della ragazza il detective chiese-:''Di che cosa voleva parlarmi?''

La ragazza, molto più tranquilla per essere stata scagionata da un ipotetica accusa di concorso in sequestro rispose-:'' Poco dopo che siete andati via, ho riflettuto per cercare di capire se c'era qualcosa che non quadrava e mi sono ricordata di una cosa che è successa un paio di settimane fa. Deborah sosteneva con forza che fosse entrato qualcuno in casa e voleva andare a sporgere denuncia, ma poi ha cambiato idea.''

''Si spieghi meglio.''- incitò Beckett.

La ragazza annuì-:'' Eravamo state invitate a una festa a casa di una mia compagna di corso, voleva festeggiare l'ultimo trenta conquistato. Era una festa per coppiette soprattutto, ma il mio ragazzo era di turno al lavoro e quindi ho chiesto a Deborah di accompagnarmi.

Siamo state fuori dalle nove alle due del mattino. Al nostro rientro Deborah è salita in camera sua e ha cominciato a dire che era entrato qualcuno: abbiamo controllato con cura che non mancasse niente, e infatti non mancava nulla ma lei era come ossessionata dal dire che mentre noi eravamo fuori era entrato qualcuno.''

''Come mai ne era così convinta?''- chiese Esposito.

''La sedia della sua scrivania era molto più indietro rispetto a come ricordava di averla lasciata e sulla scrivania c'erano dei segni. Voleva sporgere denuncia ma poi ha cambiato idea dicendo che nessuno le avrebbe creduto perchè non c'erano elementi su cui indagare, anche se è rimasta convinta della sua sensazione.''- concluse la ragazza.

''E' probabile che avesse ragione allora...''- ipotizzò Beckett-:'' possiamo vedere la sua stanza?''

La bionda annuì e li condusse nella stanza vicino.

Una camera semplice, pulita e ordinata.

Un letto al centro della stanza con il copriletto arancione, una scrivania con sopra due o tre libriccini rilegati e un telefono fisso e una foto che ritraeva Deborah un po' più giovane e un ragazzo in uniforme da poliziotto.

Ryan sorrise.

L'avevano scattata il giorno che sera diventato poliziotto.

Sopra la scrivania una bacheca di sughero con qualche post-it e di fianco una libreria. Gialli, thriller, manuali di criminologia, qualche rivista di moda...

''Sembrano i segni lasciati da viti e cacciavite''- appurò Castle dopo aver osservato i segni lasciati sul legno-:'' ma come ha fatto ad accorgersi che la sedia era più indietro come l'aveva messa?''

''Deborah è la più meticolosa della famiglia, è assolutatamente impensabile che abbia lasciato qualcosa in disordine prima di uscire, e con il tempo ha sviluppato una certa memoria fotografica per ricordare come aveva lasciato le cose.''- spiegò Ryan-:'' e poi mi chiedo come mai ci siano questi segni sulla scrivania.''

L'attenzione di Castle venne catturata da un post-it giallo dove c'era scritto qualcosa con un pennarello nero.

''Ricordarsi di chiamare l'elettricista.... avevate dei problemi in casa?''- chiese Castle.

La ragazza fece cenno di no con la testa.

''Però.... da qualche giorno Debby diceva che il telefono fisso della sua camera aveva qualche problema, e ora che mi ci fate pensare è successo dopo la sera in cui ci eravamo assentate e la sera in cui Deborah ha iniziato a sostenere la teoria dell'effrazione.''

Castle ebbe un'illuminazione.

''Ha un cacciavite o qualcosa che possiamo usare per smontare il telefono?''

Nemmeno il tempo di dirlo la ragazza prese un cacciavite a stella e Castle smontò il telefono in pochi secondi.

Nel ricevitore c'era l'ultima cosa che avrebbe dovuto esserci.

''Una cimice...''- fece Beckett osservando il piccolo pezzo di ferro e mettendolo in una busta per le prove.

''C'è n'è un'altra.... era appicicata sotto il sedile della sedia.''- fece notare Esposito-:'' era tenuta sotto sorveglianza, ventiquattro ore al giorno.''

Ormai non c'erano più dubbi.

Si trattava di un rapimento premeditato.

Uscirono dall'appartamento velocemente, con Ryan leggermente sconvolto.

Chi poteva avercela con sua sorella al punto di entrare in casa, piazzare delle microspie, scoprire tutto il possibile su di lei per poi rapirla?

Ma soprattutto perchè?

Non faceva altro che pensarci anche al distretto.

''Gia le cinque del pomeriggio e nessuna pista...''- borbottò Ryan mentre prendeva un cappuccino per calmarsi un po' nella sala ristoro.

''Non disperare. La ritroveremo: siamo appena all'inziio delle indagini.''- cercò di confortarlo Beckett anche se sapeva che dirgli di stare calmo era davvero inutile.

Si sarebbe calmato come si deve solo quando avrebbe visto la sorella a casa o perlomeno in un posto che entrambi conoscevano, al sicuro.

Più tempo passava e più le possibilità di ritrovarla viva diminuivano del 10%.

La preoccupava soprattutto che il rapitore non si fosse ancora fatto vivo.

Sperava solo che non fosse stata presa da qualche maniaco.

In quel momento videro arrivare una giovane sulla ventina, capelli rosso fuoco molto benvestita.

Anche se la porta era aperta lei bussò ugualmente.

''Scusate...''- fece con una voce timida-:'' ho saputo che hanno portato via Debby... è tutto vero?''- chiese risvegliando la curiosità dei detective.

Annuirono contemporeanamente.

''Lei sarebbe?''- chiese Beckett.

''Il mio nome è Fabienne Voudrelle. Sono un'amica di Deborah e lavoriamo part-time nello stesso negozio e abbiamo gli stessi turni, e credo che sia stato lui a rapirla per farle del male.''- spiegò la ragazza con occhi preoccupati.

I detective e lo scrittore invece li sgranarono per la sorpresa.

''Lui chi?''- chiese Ryan visibilmente incuriosito.

Forse l'aveva trovato...

''Da circa una settimana in negozio veniva un ragazzo con la felpa della Hudson University, ma non veniva ne per portare camice o vestiti a cui fare l'orlo ne tantomeno per aquistarli.

Con la scusa di provare dei vestiti, si rinchiudeva per molto tempo in una cabina di prova con pile di vestiti con la scusa di provarli ma non ne ha mai comprato uno. E quando ho rimesso a posto gli abiti, erano intatti, nessuno li aveva toccati.''- spiegò la ragazza.

''Molto strano.''- appurò Castle.

''L'altro ieri è successo di nuovo, ma ho visto con la coda nell'occhio che si era affacciato fuori e aveva un cellulare in mano. Stava facendo delle foto a Debby.''- confessò la ragazza.

I quattro iniziarono a guardarsi stupefatti.

La cimice in casa, il ragazzo che la fotografava di nascosto, che andava in negozio apposta per vederla....

Tutto lasciava supporre che Deborah fosse stata vittima di stalking.

''Deborah e questo ragazzo hanno mai parlato?''- chiese Ryan con gli occhi che brillavano.

''Solo una volta, ieri pomeriggio poco dopo le cinque. Si è presentato a Deborah come Charles Thompson, le ha detto che la trovava molto carina dalla prima volta che l'aveva vista nel corridoio dell'università e l'ha invitata a bere qualcosa nel locale dove lavora. Ma lei ha detto di no perchè aveva gia un appuntamento per stasera.''- concluse Fabienne-:'' se n'è andato molto amareggiato.''

Beckett si rivolse a Esposito-:''Fai una ricerca su questo tipo, voglio sapere come e dove trovarlo, scopri tutto il possibile.''

Esposito annuì e corse subito alla sua scrivania seguito da Ryan.

''Grazie per la collaborazione.''- fece Beckett stringendo la mano alla rossa, un minuto prima che questa se ne andasse.

Lei e Castle iniziarono a confabulare.

''Stai pensando anche tu a quello che penso io?''- fece lo scrittore.

La detective annuì-:'' Il ragazzo si prende una cotta per Deborah, la segue, dopo un po' decide di uscire allo scoperto, farsi avanti con lei...''

''... ma la ragazza è concentratissima sullo studio e sul lavoro e gli dice di non essere interessata oltre di avere un appuntamento...''

''... lui sospetta che il suo misterioso appuntamento sia con un fidanzato, la conosce poco, e non sospetta nemmeno che potrebbe essere solo il fratello...''

''... lui non sopporta che la donna dei suoi sogni possa appartenere a un altro e invece che tornare ed affrontarla ocn un coltello, la fa rapire e portare in un posto che spera possa diventare il loro nido d'amore.''- concluse lo scrittore.

Esposito e Ryan portarono tutto il materiale più la foto di una ragazzo dai riccioli neri e gli occhi casto-dorati.

Un bel ragazzo ad essere sinceri.

''Charles Thompson, ventitre anni, nessun precedente penale, lavora in un bar sulla 12° e studente alla Hudson University e indovinate di cosa?''- chiese Esposito con un sorrisetto.

Dopo un minuto di lunga attesa rispose.

''Tecnologia e informatica.''- rispose il detective Esposito.

Un fulmine a ciel sereno per tutti.

''Quindi poteva infiltrarsi nel computer della coinquilina, costruire le cimici e piazzarle, ha dato appuntamento a Debby sotto falso nome...''- ipotizzò Castle.

''Facciamolo venire qui.''- disse Beckett dando l'indirizzo del bar a due agenti. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Meramadia94