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Autore: Geid    01/05/2013    4 recensioni
E' da un po' che sto scrivendo questa storia e ora ho deciso di pubblicarla.
Dal capitolo 1:
E per questo sappi che ti terrò d’occhio tutta la serata.
- Ci penserà già mio fratello, grazie, non credo di aver bisogno di un altro babysitter. – Dissi sbuffando. – E poi sarai troppo impegnato con le tue cheerleader per tenermi d’occhio.
Frecciatina. Cavolo, mi stavo comportando proprio come una ragazzina.
- Cos’è sei gelosa? – Disse lui facendo un mezzo sorriso.
- Cosa? Gelosa? Chi, io? – Dissi lasciandomi andare ad una risata. – Ma figurati. Lo so che ti piacerebbe, ma mi dispiace deluderti. Non. Sono. Per. Niente. Gelosa. – dissi sillabando ogni singola parola e riprendendo a camminare verso la mia camera.
- Anderson, ancora un cosa. – Disse seguendomi, a quelle parole mi girai e me lo ritrovai a pochi centimetri da me. – La tua maglia mi piace un sacco. A stasera. – Si voltò e scese le scale.
A quelle parole, sentii le guance colorarsi e in quel momento mi sentii decisamente troppo poco vestita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3
 
Ringraziai mentalmente Barbra Streisand per avermi fatto calmare. Avevo cantato ogni canzone del cd, usando una spazzola come microfono. Era il mio piccolo segreto. Imbarazzante, ma pur sempre un mio piccolo segreto.
Presi un bel respiro e, dopo aver appoggiato quel microfono improvvisato sulla scrivania, feci scattare la serratura e uscii dalla mia camera.
Cercando di fare il mio solito sorriso, scesi le scale arrivando in salotto dove Cory e Jus erano seduti in divano, tutti impegnati a guardare una vecchia partita di football.
Prevedibili, oserei dire.
- Come mai è ancora qui? – Chiesi a Jus indicando Cory. In quel momento non mi importava nulla di essere stata sgarbata o altro. Ero tornata la “Lea che non ha baciato Cory alla festa”.
Era il piano che avevo pensato e programmato poco prima nella mia camera. Aveva poche fasi: dimenticare tutto l’accaduto e tornare la solita Lea.
- Starà con noi finchè mamma e papà non tornano. – Disse alzando le spalle come se la cosa fosse poco importante e infilò una mano nella confezione delle patatine, prese almeno una quindicina di patatine e le mise in bocca, iniziando a masticare rumorosamente.
A quella terribile scena, non potei che pensare: primo fatto che mio fratello si comportava come un piccolo maialino d’allevamento e che, secondo ma non poco importante, probabilmente ero stata adottata.
- Credo di aver capito male. – Dissi sconvolta e spegnendo la televisione direttamente dall’apparecchio che avevo di fianco, facendo fare ai ragazzi un coro di “No”.
- I suoi sono partiti oggi e raggiungeranno mamma e papà. – Disse sbrigativo Jus. – Non te l’ho detto per un buon motivo. – Continuò sulla difensiva.
- Oh, e quale sarebbe questo buon motivo? – Chiesi incrociando le braccia al petto e tamburellando le dita della mano destra sul braccio sinistro.
- Credo si stia arrabbiando. – Disse Cory a bassa voce come se io non fossi nemmeno nella stanza.
- No, stai sbagliando. Io non mi sto arrabbiando, io SONO arrabbiata! Furiosa, è il termine che più si avvicina. – Dissi marcando con la voce il ‘sono’ presente nella frase.
- Non farla così tragica, Lee Lee. – Disse mio fratello usando quel nomignolo idiota.
Lui non capiva, certo non era da sorprendersi. Forse si, la stavo facendo più tragica del previsto ma quello poteva solo significare il fallimento totale del mio piano.
Avere lui in giro per casa ventiquattro ore su ventiquattro mi avrebbe fatto continuamente pensare a quello che era successo. La cosa andava male, era una catastrofe naturale.
- Non chiamarmi in quel modo. – Dissi fulminando lo sguardo e usando il mio tono da ragazza isterica.
Lui per tutta risposta, alzò solo le mani, come se quello fosse il modo di scusarsi.
Stavo per ribattere ma in quel momento sentii il telefono squillare nella tasca dei jeans, era un messaggio di Darren.
 
Ragazza, c’è stato un cambio di programma.
Hanno anticipato le prove del musical a oggi, o meglio a dieci minuti fa.
Lo so, è folle.
Solito posto, ti conviene volare.
- D.
 
- Merda. – Dissi tra me e me. Guardai i due ragazzi davanti a me e puntai lo sguardo su mio fratello. – Qualcuno lassù ti sta dando il modo di farti perdonare da me. – Dissi sorridendo.
- Cosa dovrei fare? – Disse lui alzando gli occhi al cielo.
- Portarmi a teatro. Ora. Immediatamente. Adesso. – Dissi io guardandolo e sorridendo. Non avevo ancora la patente e l’unico modo che avevo per andare alle prove era farmi portare da lui.
- Non posso, Lea. Devo incontrarmi con la ragazza della festa. – Disse incrociando le braccia al petto. – Può portarti lui. – Disse indicando Cory, che per tutta risposta stava sorridendo.
- Si, io non ho nulla di meglio da fare. – Disse lui complice.
No, non era possibile.
Io e lui, soli in una macchina. Non era una buona idea. L’ultima volta che eravamo stati soli gli ero, come dire, saltata addosso.
In una qualche vita passata dovevo aver fatto un torto a qualcuno e adesso ne stavo pagando le conseguenze. Karma del cavolo.
- Jus portami tu. – Dissi guardandolo e cercando argomenti che potevo usare a mio favore. – Hai detto, testuali parole: “ma lui è un ragazzo con gli ormoni a mille e ci prova con qualsiasi cosa abbia due tette e un bel culo.” Non credo sia una buona idea lasciarmi sola con lui. – Dissi prendendo le sue stesse parole e usandole a mio favore.
- Oh, amico, hai una grande considerazione di me. – Disse Cory dando un leggero pugno sulla spalla di mio fratello.
- Lee Lee, l’ho detto quando eri mezza nuda per casa. Adesso sei vestita quindi non ci sono problemi. – Disse lui divertito dalla situazione e poi rivolgendosi a Cory. – Ho detto solo la verità. In ogni caso non provarci con lei o ti spezzo le mani. – Disse mio fratello alzandosi dal divano e sparendo.
- Non dire una parola, prendo le mie cose e andiamo. – Dissi andando in camera a prendere il necessario.
 
Il silenzio che c’era in quella macchina mi dava sui nervi. Lui guidava e teneva tranquillamente il volante della sua macchina nera mentre io ero nervosa e continuavo a battere il ritmo delle canzoni del mio musical con la gamba.
- Quindi io sarei un “ragazzo con gli ormoni a mille e ci prova con qualsiasi cosa abbia due tette e un bel culo”? – Disse Cory divertito spezzando quel silenzio.
- Prenditela col tuo compagno del cuore, lui ti ha definito in questo modo. – Dissi io secca e guardando fuori dal finestrino.
- Oggi sei un tantino isterica. – Disse lui sbuffando. – Hai paura che tutto questo tempo insieme ti faccia innamorare di me? – Disse lui scherzando, ovviamente.
- No, non succederebbe mai. – Dissi smorzando il suo entusiasmo. Mi stavo comportando da ragazzina isterica.
- Strano, non la pensavi così alla festa. Visto il modo in cui ti sei attacc… - Disse ritrovando il suo buonumore ma lo fermai prima che potesse finire la frase.
- Chissà perché ho come l’impressione che me lo rinfaccerai a vita. – Dissi staccando gli occhi dal paesaggio cittadino che si intravedeva fuori dal finestrino e guardando lui.
- E’ un’arma perfetta con cui ricattarti. – Disse divertito.
- Stronzo. – Dissi a bassa voce, più tra me e me. – Comunque vedi di accelerare. Darren e gli altri mi aspettano e sono già in ritardo. – Dissi sbuffando.
- Oh, e chi sarebbe questo Darren? – Chiese lui con fare distaccato.
- Non che siano affari tuoi ma è il mio co-protagonista nel musical. – Dissi io tranquilla alzando le spalle come se la cosa fosse poco importante.
- An. – Rispose a monosillabi, distaccato il più possibile. Quel ragazzo era strano, troppi sbalzi d’umore.
- Un’altra cosa. Non dire nulla a Jus di quello che è successo alla festa. – Dissi io guardandolo.
- Tranquilla, non uscirà nulla dalla mia bocca. – Disse lui sorridendo. – E poi mi servono le mie mani e ha minacciato di spezzarle se ci provo con te. – Disse lui fermando la macchina e voltandosi verso di me.
- Siamo arrivati a destinazione, Anderson. – Disse lui tornando a chiamarmi nel solito modo.
- Ok, grazie del passaggio e dopo dì a mio fratello di venirmi a prendere. – Dissi scendendo dalla macchina senza nemmeno salutarlo.
Davanti all’entrata del teatro vidi Darren camminare avanti indietro abbastanza nervoso. Sistemandomi meglio la borsa sulla spalla, camminai verso di lui.
Non capivo il perché, ma era sempre nervoso ogni volta che c’era qualche cambiamento nelle prove o qualche nuova novità da aggiungere. Continuando così avrebbe vomitato sul palco il giorno della prima, per il nervosismo.
- Grazie al cielo sei arrivata. – Disse lui sorridendo e stampandomi un bacio sulla guancia. – Cosa ci fa lui qui? – Chiese indicando qualcosa di fianco a me, abbastanza confuso.
Mi volta e vidi che Cory mi aveva seguito fino all’entrata. – Che diavolo ci fai qui? – Dissi fulminandolo con lo sguardo.
- Sono venuto ad assistere a quello che hai intenzione di fare oggi pomeriggio. Me lo merito dato che sono venuto fin qui per portarti. – Disse lui sorridendo divertito.
- Vattene subito. – Dissi sgarbata e sorpresa.
- Mi dispiace intrometterti, ma Lea siamo in ritardo. Lascia che faccia quello che vuole. – Disse prendendomi il braccio e trascinandomi dentro.
Dietro di noi sentivo i passi di Cory.
Recitare con lui come pubblico mi avrebbe messo ancora più ansia del solito.
 
- Prova fantastica ragazzi! – Disse il regista dalla prima fila centrale dei posti del pubblico facendoci un piccolo applauso. – Per oggi abbiamo finito, ci vediamo tra tre giorni. –
Tirai un sospiro di sollievo, quello non era il modo in cui volevo passare la mia giornata di domenica ma per lo spettacolo avrei fatto di tutto.
Mi ero impegnata tanto per poter prendere parte al musical di “Grease” con il ruolo della protagonista, Sandy.
Avevo visto quel film almeno una decina di volte e conoscevo tutte le canzoni a memoria, era un film incredibile e riuscirlo a metterlo in scena sarebbe stato fantastico.
Il mio co-protagonista, Darren, era davvero bravo. Ci conoscevamo dall’inizio del liceo, frequentavamo lo stesso corso di teatro al di fuori della scuola. Avevamo partecipato a diverse rappresentazioni ma questa era diversa, a quanto pare il regista che ci aveva scelto aveva invitato alcuni rappresentanti di college importanti come la NYADA o la Juliard.
Dopo essere uscita dal camerino, vestita com’ero arrivata, salutai tutto il cast e uscii dal teatro. Cercai Cory, che dopo essere rimasto per tutta la prova, era sparito.
- Sai Anderson, sei stata brava, devo ammetterlo. – Disse una voce alle mie spalle ed io, ovviamente, mi spaventai.
Non sopportavo quando le persone mi spuntavano alle spalle, non ero preparata e il risultato era che mi spaventavo sempre.
- Grazie. Sei la prima persona al di fuori del regista che mi vede recitare i panni di Sandy. – Dissi cercando di non dare peso a quello che aveva fatto poco prima, mi aveva appena fatto un complimento e stavo cercando di comportarmi in maniera non troppo acida.
- Quale onore direi. – Disse divertito. – Ti rendi conto che mi hai fatto passare un intero pomeriggio in teatro? – Disse guardandomi. Sembrava sorpreso lui stesso di quello che aveva fatto.
- Non puoi non essere mai stato a teatro. – Dissi sorridendo sorpresa e lo vidi scuotere la testa. – Non ci credo, non c’eri mai stato prima. – Dissi ridendo.
- Oh, non ridere di me. – Disse mettendosi al mio fianco e guardandomi mentre i continuavo a ridere.
- Mio fratello era uguale, la prima volta è dovuto venire costretto dai nostri genitori. Adesso credo gli piaccia venirmi a vedere mentre recito. – Dissi ridendo.
La prima volta che avevo partecipato come protagonista ad uno spettacolo (era piccolo, ma era pur sempre uno spettacolo.) avevo tredici anni e i miei genitori costrinsero Jus a venire a vedermi.
Da quel giorno, è sempre venuto di sua spontanea volontà. Penso di averlo convertito al mondo dei musical.
Arrivammo alla macchina e salii sul sedile del passeggerò, come all’andata.
- Beh, quando lo fai si vede benissimo che ci metti tutta la passione che hai. – Disse lui come se niente fosse, mettendo in moto la macchina.
- Non avrei mai immaginato che a te potesse piacere il teatro. – Dissi sorpresa sorridendo.
- Se la cosa ti consola, non lo avrei mai immaginato nemmeno io. – Disse lui divertito e partendo.
Ancora divertita da quella situazione, accesi la radio e mi fermai sulla mia stazione preferita. In quel momento stavano trasmettendo “Don’t stop believin’” dei Journey.
- Adoro questa canzone. – Dissi tra me e me e iniziando a canticchiarla.
- Non ti facevo il tipo da ascoltare i Journey. – Disse lui guardandomi mentre continuavo a cantare la canzone.
- Io sono sorpresa che tu sappia solo chi sono. – Dissi per un attimo smettendo di cantare e subito dopo iniziò a cantare a piena voce quella canzone. – Questo mi sorprende ancora di più, tu canti? – Dissi sorpresa ma lui non mi diede nessuna risposta e si limitò a sorridere mentre continuava a cantare.
Divertita, ripresi a cantare la cantare tutta la canzone finchè non finii la melodia e ne iniziò un’altra a me sconosciuta.
- Sai cantare e te la cavi anche bene. – Dissi io divertita dalla situazione.
La verità era diversa. Lui non solo se la cavava, ma era davvero davvero bravo.
- Ci sono tante cose che non sai di me, Lea. – Disse lui guardandomi e io come risposta gli sorrisi e voltai il viso verso il finestrino per guardare il paesaggio.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE.
 
Lo so che probabilmente mi odierete lol.
Ci ho messo un sacco a postare il capitolo, il mese di aprile mi ha portato solo che casini ma con maggio cercherò di postare più regolarmente.
Alla prossima, spero.
Geid. <3
  
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