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Autore: Harira    02/05/2013    1 recensioni
Si avvicina il compleanno di Zaraki e la nostra Rukia ha una grande responsabilità: assicurarsi, su ordine di Byakuya, che Ichigo non diserti i festeggiamenti.
Ma la piccola Shinigami ha anche un altro grande progetto: vuole conquistare il cuore di Ichigo e, per farlo, è veramente disposta a tutto.
Seguito di "Happy Birthay Rukia-chan!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente mi svegliai pervasa da un atteggiamento di fiera risolutezza.
Quello, finalmente, era il giorno in cui avrei capito se la mia missione era impossibile o se, in qualche modo, sarei riuscita a far mangiare allo Shinigami Daiko una fetta di quella torta che mi stava costando la reputazione e che stava praticamente bloccando il lavoro di almeno quattro divisioni del Gotei 13.
Mi vestii in tutta fretta, salutai velocemente Byakuya-nii-sama rubando due o tre dolcetti dal tavolo preparato per la colazione e corsi fuori, diretta a passo spedito verso la sede della Quarta Divisione.
La sera prima, quando ero passata a controllare i lavori, avevo purtroppo scoperto che la situazione non era a buon punto, anzi, si poteva tranquillamente dire che fossimo ancora in alto, altissimo mare.
E questo a due soli giorni di distanza dal compleanno di Zaraki.
Tutto quello che i miei “validi” collaboratori erano stati in grado di fare era produrre strani impasti dal sapore insipido e riempirsi di farina fino a dentro le orecchie (soprattutto Ikkaku e Renji, ovviamente).
Quei preparati non avrebbero mai potuto essere spacciati per una torta, nemmeno se avessimo rimosso ad Ichigo le papille gustative avrebbe potuto trovarli simili a quello che aveva mangiato a casa propria.
Alla fine, come suo solito, Renji mi aveva promesso anche più aiuto del necessario ma tutto quello che era riuscito a combinare era un gran baccano, senza concludere niente di serio.
Entrando negli uffici della Quarta Divisione mi ricordai che non avevo ancora ringraziato Unohana Taicho per averci permesso di occupare una delle sue cucine, quindi cambiai bruscamente rotta in mezzo ad un corridoio (finendo con l'andare a sbattere contro uno shinigami biondo dall'aria nervosa e indaffarata) per dirigermi nell'ufficio del Capitano della Quarta.
Quando la raggiunsi in ufficio, Unohana Taicho stava innaffiando lentamente alcuni vasi contenenti strane piante che non avevo mai visto, dalle foglie rigogliose e colorate.
-Sono piante officinali- mi spiegò -E' incredibile cosa possono fare per curarci, se noi abbiamo la pazienza e l'affetto di prenderci cura di loro-
Il Capitano della Quarta aveva, come sempre, un atteggiamento sereno e pacato.
A guardarla sembrava una donna completamente inoffensiva, incapace di fare del male a chiunque.
Tuttavia, era famosa in tutta la Soul Society per la sua indiscussa autorità e nessuno, nemmeno Zaraki o Kurotsuchi avevano il fegato di contrariarla.
Forse, mi ritrovai a riflettere, era proprio per quella sua perenne serenità che Unohana riusciva a farsi rispettare (e temere) fino a quel punto.
Che fosse forte non c'erano dubbi, a maggior ragione perché non aveva mai avuto bisogno di dimostrarlo.
-Unohana Taicho- dissi, finalmente, quando appoggiò delicatamente il piccolo annaffiatoio laccato e si voltò verso di me -Sono venuta a ringraziarla profondamente per averci accordato il permesso di usare una delle sue cucine-
Unohana sorrise.
-Un dolce è sempre una giusta causa, e io sostengo sempre le giuste cause- commentò, allegramente.
-Inoltre- aggiunse, aprendo un cassetto della scrivania -Dobbiamo molto a Kurosaki Ichigo per tutto l'aiuto che ci ha offerto quando ne avevamo più bisogno, perciò quando ho sentito dire che si trattava di un regalo per lui non ho potuto tirarmi indietro-
Lentamente ma con decisione appoggiò sulla propria scrivania un elegante contenitore dall'aspetto tradizionale e mi invitò con un cenno ad avvicinarmi e prenderlo.
-Ho pensato che ti sarebbe servito qualcosa di speciale- mi disse -Quindi ti ho riservato dello zucchero. E' di ottima qualità, quindi ti prego di non sprecarlo-
Stupita da quel regalo, presi in mano il contenitore come se fosse stato d'oro e ringraziai credo cinque volte di seguito il Capitano Unohana, almeno fino a quando lei non mi mandò via ricordandomi dei miei impegni in cucina.
Mentre uscivo dal suo ufficio, aggiunse soltanto che sperava di poter assaggiare una fetta della mia torta alla festa.

Entrai in cucina traboccante ottimismo e di ottimo umore per la gentilezza che Unohana mi aveva fatto, ma fui subito distratta dal disastro che regnava in quella stanza.
L'unico presente era Hanataro, che stava provando a rimettere un po' in ordine, ma la sua sembrava davvero una causa persa.
Sembrava che un'intera pasticceria fosse esplosa lì dentro.
Persino sul soffitto notai dei malinconici schizzi di qualche sostanza, che sembravano supplicarmi di essere rimossi dalla loro triste e scomoda posizione.
-Ma che hanno combinato quei pazzi?!- esclamai, appoggiando velocemente il barattolo che Unohana mi aveva regalato negli unici dieci centimetri di pulito che erano rimasti sul bancone principale.
Hanataro fece spallucce, sorridendo come suo solito con imbarazzo.
-Erano davvero entusiasti della missione- commentò.
-Direi anche troppo entusiasti! E adesso dove sono finiti tutti quanti?-
-Oggi devono lavorare, hanno detto. Passeranno più tardi-
E così era già svanito tutto l'aiuto che mi ero aspettata di ricevere?
Possibile che il giorno prima avessero tutti il giorno libero mentre io dovevo lavorare, e invece proprio quel giorno tutti quanti erano improvvisamente impegnatissimi e mi lasciavano da sola (o quasi) a riparare ai loro danni senza niente di concreto riguardo alla torta?
Mi sentii preda dello sconforto.
Mancavano soltanto due giorni e io non avevo fatto alcun progresso dall'inizio, anzi, se possibile la mia situazione era peggiore della partenza, perché ora dovevo perdere del tempo (un mucchio di tempo) a pulire quel disastro invece che passarlo pensando alla torta e mi sentivo terribilmente in debito con Unohana per averci prestato cortesemente quella cucina che i miei cosiddetti aiutanti avevano provveduto a sporcare fino al soffitto.
-Kuchiki-san- disse Hanataro, avvicinandosi a me -Non preoccuparti, ce la faremo-
Io sospirai, incapace di condividere il suo ottimismo.
-Intanto riordiniamo questo posto- dissi, raccogliendo un sacchetto di farina vuoto dal pavimento -O non riusciremo a cucinare un bel niente-

Durante il resto della giornata il mio umore non ebbe modo di migliorare. Hanataro ed io impiegammo fino all'orario di chiusura degli uffici per ripulire la cucina e non facemmo alcun progresso verso la soluzione del mistero della ricetta della torta.
Inoltre, il giorno prima Kotetsu mi aveva promesso che Unohana si sarebbe unita a noi ma, a parte il regalo che mi aveva fatto, non si era più vista per tutto il giorno, facendomi pensare che non avrei ottenuto alcun aiuto ulteriore da parte sua.
Quando Hanataro mi fece notare che era quasi ora di chiudere gli uffici della Quarta e che avremmo dovuto andare via e rimandare il lavoro al giorno dopo, gli rivolsi uno sguardo tanto sconfortato che dovette sentirsi davvero in colpa (come faceva sempre, anche e soprattutto quando la colpa non era affatto sua).
-Kuchiki-san, vedrai che ci riusciremo- disse, cercando di farmi sentire meglio -La festa sarà dopodomani sera, abbiamo ancora due giorni interi-
Annuii per ringraziarlo del suo tentativo ma, in realtà, avevo l'impressione che non sarei più riuscita a ricreare quella maledetta torta nemmeno se avessi avuto a disposizione due interi anni.
-Beh, andiamo- dissi, alzandomi dallo sgabello sul quale mi ero appoggiata.
Hanataro annuì ma, proprio in quel momento, si sentì un leggero bussare alla porta ed entrò mio fratello Byakuya, accompagnato da un nervosissimo Renji.
-Come procede la ricerca della ricetta?- domandò mio fratello, guardandosi attorno nella cucina finalmente splendente.
Renji sembrò tirare un sospiro di sollievo notando che il disastro che lui e gli altri avevano lasciato era stato ricondotto all'ordine da me e Hanataro.
Hanataro si inchinò velocemente di fronte a mio fratello, io al contrario ero così stanca e scoraggiata da aver dimenticato persino le buone maniere e quanto normalmente ero in soggezione di fronte a Byakuya.
-Non sta andando da nessuna parte- risposi, totalmente abbattuta.
Renji mi rivolse un'espressione che sembrava volermi chiedere perdono ma io ero talmente stanca e delusa dal fatto che il suo aiuto mi fosse venuto meno che non accettai di perdonarlo e lo guardai sdegnata prima di rivolgere lo sguardo altrove.
Mi sembrò che anche mio fratello si voltasse a guardare Renji con rimprovero, ma poteva essere solo un'impressione dettata dalla mia momentanea disperazione e dal bisogno che qualcuno prendesse le mie difese.
Mi sentivo tradita da quelli che avevano promesso di aiutarmi e sempre più scoraggiata.
-Facciamo il punto della situazione- disse Byakuya avvicinandosi a me -Che cosa occorre per fare questa torta?-
-Il cacao!- rispose velocemente Renji, apparentemente ansioso di rientrare nelle grazie mie e del suo Taicho.
-Il cacao- ripeté Byakuya, sollevando un dito per prendere nota degli ingredienti sulla sua mano sinistra.
-Lo zucchero- suggerì Hanataro, indicando il contenitore datomi da Unohana.
-Zucchero- ripeté Byakuya, sollevando un altro dito -E le uova- propose a sua volta, e sollevò il terzo dito.
-La farina- dissi io, quasi senza prestare attenzione a quello che succedeva -O la torta non starebbe in piedi-
Mio fratello sollevò il quarto dito e disse:
-Cacao, zucchero, uova e farina. Direi che siamo a buon punto, cosa manca?-
Rimanemmo in silenzio. Nessuno di noi aveva mai fatto una torta in vita sua e questo era drammaticamente evidente.
Ad un tratto, Renji ebbe un sussulto.
-Ho avuto un'idea! Taicho, ho il permesso di andare a Karakura domani?-
Byakuya sollevò un sopracciglio.
-A dir la verità hai già avuto il tuo giorno libero questa settimana e non mi viene in mente nessuna ragione che potrebbe spingerti a trascurare l'ufficio per una giornata intera-
Renji si inchinò profondamente.
-Per favore, Taicho, soltanto la mattina, farò in fretta. Mandatemi a fare qualche commissione, tornerò prima di pranzo-
Byakuya sembrò sul punto di rifiutargli nuovamente il permesso ma poi, lentamente, sospirò.
-Credo che ci siano alcuni documenti che devono essere firmati dal Sostituto Shinigami. Ritenevo di poter aspettare la festa di compleanno di Zaraki per farglieli firmare, ma suppongo che tu possa portarglieli domani mattina, se ci tieni così tanto-
Renji, senza sollevarsi dall'inchino, sorrise.
-Grazie, grazie mille Taicho-

La mattina seguente mi recai al lavoro con un po' di apprensione. Renji non aveva voluto raccontarmi nulla del suo misterioso piano per risolvere il mio problema perciò tutto quello che sapevo era che, in qualche modo, questo piano coinvolgeva qualcosa che si poteva trovare soltanto a Karakura.
Per un istante temetti persino che fosse andato a chiedere direttamente ad Ichigo la ricetta e pregai che non fosse stato tanto sciocco.
In ufficio restai nervosa fino all'ora di pranzo, temendo il peggio e sperando che, in qualche modo, si verificasse invece un miracolo e Renji tornasse con la soluzione ai nostri problemi.
Di quanto accadde a Karakura conosco solamente il racconto che me ne fece poi Renji stesso, che proverò a riassumere così:
Quando arrivò a Karakura, per prima cosa si preoccupò di nascondere la propria reiatsu perché Ichigo non realizzasse che era lì prima del tempo. Doveva effettivamente fargli firmare quei documenti che Byakuya gli aveva consegnato, tuttavia una buona parte del suo piano doveva svolgersi senza che Ichigo si rendesse conto di nulla e quindi aveva giudicato che fosse saggio nascondere la sua presenza in città per una buona parte della sua visita.
Prima dell'inizio delle lezioni si era appostato fuori dalla scuola, attento a non farsi vedere nessuno, in attesa di quello che sarebbe diventato il personaggio chiave della nostra “segretissima” operazione: Uryuu Ishida.
Per una volta, effettivamente, Renji aveva avuto un'autentica buona idea: rubare la ricetta ad Ichigo.
Per fare questo, tuttavia, aveva bisogno di un complice più astuto e subdolo di se stesso, e questo sarebbe stato il ruolo giocato da Ishida.
Per fortuna, Renji riuscì effettivamente ad intercettare Ishida in un momento in cui Ichigo, perennemente in ritardo, non era ancora arrivato a scuola e a mettersi d'accordo con lui perché rubasse la ricetta allo Shinigami Daiko con uno stratagemma quel pomeriggio.
Renji promise che sarebbe tornato lui stesso o avrebbe mandato qualcuno dalla Soul Society per recuperare la ricetta quella sera e così si lasciarono.

Nel frattempo, io continuavo il mio lavoro in ufficio nervosa come non mai.
Ero talmente in pensiero per la buona riuscita del misterioso piano di Renji che rischiai di essere davvero molto maleducata quando Ukitake Taicho venne a domandarmi come stava procedendo il progetto della torta.
-Kuchiki-chan- mi disse, sorridendomi con gentilezza come sempre faceva con tutti, soprattutto con me -Non preoccuparti. Penso che Ichigo-kun apprezzerebbe qualsiasi cosa se venisse da te-
Non potei trattenermi dall'arrossire vistosamente.
Sembrava che nella Soul Society tutti fossero convinti che Ichigo fosse perdutamente innamorato di me e che l'unica a non crederlo nemmeno lontanamente possibile fossi proprio io.
Dal canto mio, come potevo concepire che Ichigo potesse provare dei sentimenti per me quando ero la prima a non capire che genere di sentimenti nutrissi nei suoi confronti?

Vero l'ora di pranzo persi definitivamente la pazienza, smisi di lavorare 10 minuti prima del previsto e, con il permesso di Ukitake Taicho, corsi alla sede della Sesta Divisione, dove mio fratello Byakuya stava ancora aspettando il ritorno di Renji.
Pranzai con entrambi non appena il tenente fu tornato da Karakura e Renji ci raccontò degli accordi presi con Ishida e del suo piano per ottenere la ricetta.
-Alla fine abbiamo deciso che sarebbe stato più semplice se Ishida avesse chiesto ad Ichigo la ricetta in prestito- disse Renji, trangugiando una bocconata di riso.
Byakuya sollevò leggermente le sopracciglia, come a sottolineare quanto quello stratagemma fosse poco raffinato.
-Avresti potuto pensarci prima- disse, senza guardarlo.
-Mi dispiace, ma ci ho pensato solo ieri pomeriggio!- fece Renji, tantando di discolparsi.
Io mangiai il mio pasto in silenzio.
Non ero sicura che Ichigo non si sarebbe insospettito se Ishida, di punto in bianco, gli avesse chiesto la ricetta di una torta.
Tuttavia, mi dissi, non avevo scelta. Dovevamo tentare.
  
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