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Autore: Carrie Bradshaw    21/11/2007    5 recensioni
"La mia pelle scottava, mi girava la testa. Incapace di reggermi in piedi, mi sostenni a lui, posai il capo sul suo petto. E fu così, che iniziai a fare chiarezza nella mia mente.
Non ero più il natante disperso tra le acque, ma il naufrago coraggioso, che si aggrappava alle rive dell’isola deserta per non affogare. Un naufrago che solo allora imparava a sentire il profumo del mare, il sapore del sale sulle labbra. E gioiva di non essere morto."

La fine della guerra ha portato la pace nel mondo magico, ma non la felicità nell’animo di Hermione Granger. Ma è proprio quando sembra non ci sia più niente da aspettarsi oltre il crollo definitivo nel baratro del dolore, che la felicità riaffiora lentamente, celata sotto una maschera d’antico e mai celato odio. E la speranza torna a rinascere…
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2° Capitolo: Passione Sopita

 

Nulla può curare l’anima se non i sensi, come nulla può curare i sensi se non l’anima.

‘Oscar Wilde’

 

 

Forme astratte, immagini distorte, ricordi sfocati. E tanto, troppo dolore.

Un dolore lacerante, impresso in quelle figure senza forma.

E tanto, tanto calore. Sentivo ogni fibra del mio essere bruciare di passione. Una fluente e selvaggia passione, che tentava di emergere.

I miei vestiti erano un peso, sentivo il bisogno impellente di scoprire la sua pelle nuda, sfiorarla con le mie mani, col mio corpo. Significava questo, annegare nell’oceano della passione. Emozioni mai provate mi travolgevano, mobilitavano il mio corpo.

Iniziava a mancarmi l’aria, e staccai le mie labbra dalle sue.

Incapace di riflettere, mi portai una mano al cuore, e non mi sorpresi di sentirlo battere con un ritmo frenetico ed accelerato. Inspiravo ed espiravo continuamente, bisognosa d’aria. Draco mi guardava, gli occhi pregni della passione. La nostra passione.

Distolsi per un istante il mio sguardo dal suo, e il peso della cruda realtà torno ad opprimere la mia anima, la mia coscienza. Sentivo un bisogno impellente di piangere, dimenarmi e gridare. Manifestare le mie emozioni, almeno per una volta.

Il mio respiro era affannato, le mie labbra gonfie per il bacio appena ricevuto.

Il suo profumo mi aveva mandato letteralmente in tilt il cervello, il suo sapore aveva risvegliato in me un antico desiderio, solo molto più acceso.

Oddio” Stavo baciando il mio peggior nemico. Eppure, mentre riprendevo fiato, mi resi conto di quanto ero stata stupida, tempo prima, a chiamarlo in quel modo, durante tutta la mia vita. “Stupida!

Ero stata per anni ed anni a chiedermi dove stavano i fondamenti di quell’antico e gravoso odio, e non avevo capito niente.

Noi, come esseri pensanti, tendiamo ad affidarci quasi unicamente al nostro intelletto, alla nostra capacità di conoscere, tramite lo studio. E così, siamo noi stessi ad imprimere alla nostra ragione un limite. Siamo come uomini timorosi del mondo, che passano la vita a cercare di immaginare il colore del sole, cercando di carpirlo attraverso la lettura di un libro, o l’applicazione di una particolare teoria astronomica, chiusi nella loro gabbia personale. Ed è proprio qui che sbagliamo.

Perché, se l’uomo, per almeno una volta, tentasse di guardare oltre, di superare i dogmi già esistenti, avvicinandosi a realtà distanti dalle sue, affrontando e toccando con mano mondi completamente diversi dai suoi, coglierebbe molte più verità di quelle che afferra unicamente ripetendo a memoria, meccanicamente, un concetto.

E così avevo fatto io, trascorrendo ogni istante della mia esistenza a tentare di imprimere nella mia mente concetti ripetuti miliardi di volte da uomini più intelligenti o sciocchi di me, chissà, e limitandomi alla conoscenza del mio piccolo mondo personale. Mai mi ero chiesta quali erano i fondamenti del comportamento altezzoso degli Slytherin, o il motivo per cui essi non manifestassero mai alcun sentimento. Li avevo definiti incapaci di provare emozioni, di pietra, per innatismo.

Eppure, negli occhi di Draco Malfoy, in quel momento leggevo un miscuglio di sensazioni tanto forti da scuotermi l’anima. Era stato sufficiente il suo sguardo, per sconvolgermi totalmente, per risvegliare il mio desiderio, ormai da tempo sopito.

 

Frozen inside without your touch,
without your love, darling.
Only you are the life among the dead.
All of this sight
I can't believe I couldn't see
Kept in the dark
but you were there in front of me
I've been sleeping a 1000 years it seems,

 

E in quel momento, mentre riprendevo fiato, e imprimevo nella mia mente ogni dettaglio del suo viso, del suo profumo, del suo sapore, seppi di aver trovato la risposta alla mia angosciante domanda. Quella che per tanto tempo mi ero posta, senza capire.

L’odio tra gli uomini non nasceva mai dal nulla: alla base di esso c’era sempre per forza un’incomprensione, ma soprattutto un desiderio incessante di vivere per sé, senza curarsi del modo di pensare degli altri, senza desiderare comprenderlo.

Uno stupido pregiudizio, basato sull’ignoranza, sull’intolleranza.

E anche io mi ero amalgamata col mondo: avevo osservato con occhio critico gli Slytherin, mai avevo anche solo tentato di avvicinarmi a loro. “Stupida, stupida!

Mi faceva adirare aver scoperto la verità solo al termine della guerra, solo guardando gli occhi di Draco Malfoy. Forse, se avessi capito prima, avrei potuto cambiare le sorti della guerra… “Ron sarebbe ancora vivo… Oh no, probabilmente non ne sarei stata capace. Forse era destino, che la mia vita andasse così. Era destino che incontrassi, dopo tanti anni, Draco Malfoy, e grazie a lui trovassi finalmente la risposta tanto agognata a quel dubbio iperbolico.

Inaspettatamente, Draco sorrise. Era la prima volta che vedevo quelle labbra distendersi lentamente, senza timore di mostrare un’emozione di troppo, senza timore di infrangere una legge morale impostagli dalla sua famiglia.

Era libero. Eravamo liberi. Forse il destino aveva in serbo per me ancora qualcosa, chissà. Forse potevo ancora rinascere, riprendere da capo la mia vita.

Non sarebbe stata una passeggiata, ma d’altronde avevo convissuto a lungo con la sofferenza, e sentivo di poterla sopportare ancora, almeno fino alla morte.

- Draco. - dissi, dolcemente. Mi stupì del suono della mia voce. Era mutato, ripulito da tutto il rancore del passato, privo di alcuna minaccia o rabbia.

Avrei voluto aggiungere qualcosa, ma è risaputo che a volte i silenzi valgono più di mille parole. Lui mi aveva capita, lo leggevo nel suo sguardo di ghiaccio, nel suo sorriso. Inaspettatamente, e col leggiadra dolcezza, sfiorò il primo bottone della sua camicia, e lo torturò un istante. Lo fece poi passare all’interno dell’occhiello, con estrema lentezza. Sentì nuovamente la brama impossessarmi di me, e, nonostante sentì il mio viso bollire ed immaginai le mie guance imporporarsi, non riuscì a staccare gli occhi dal suo torace, illuminato alla luce della luna.

Ogni volta che un bottone scivolava fuori dall’asola, qualche centimetro nuovo di pelle era rivelato al mio sguardo bramoso, e il mio cuore palpitava per l’emozione.

I suoi movimenti erano tanto lenti ed innocenti  che mi rendevano ansiosa ed insistente. Desideravo poter accelerare il movimento delle sue dita sottili, veder scivolare via dal suo corpo la camicia, sfiorare con la punta delle dita quel corpo divino.

Sì, perché c’era un qualcosa di divino, nel colore di quella pelle, illuminata dalla fievole luce della Luna. Sembrava brillare di luce propria, come un diamante.

Mi sentivo inevitabilmente ed inconcepibilmente attratta da essa. Desideravo assaggiarlo. Mi sentì invadere dalla delusione, quando, alla sola metà dall’istante che avrebbe portato alla totale visione di quella pelle nuda, Draco allontanò le mani dal suo petto. Mi fisso insistentemente negli occhi, e di nuovo mi sentii spaesata.

- Posso portarti qualcosa da bere, Hermione?

Era così dolce, sentire il mio nome pronunciato da lui. Ero certa di non averlo mai udito chiamarmi con quel tono di voce, ma specialmente, con il mio nome di battesimo. Fu un gesto che mi stupì, ed ebbe il potere di farmi arrossire ancora di più.

- U… Un bicchiere d’acqua, grazie.

Impiegai qualche istante a pronunciare quella frase. Il desiderio aveva seccato la mia gola, e l’acqua mi avrebbe aiutata a riprendermi, almeno un po’.

Osservai Draco muoversi, con innata eleganza, verso il minibar. Fece comparire dal nulla un bicchiere, prezioso forse ancora più del precedente, e versò al suo interno l’acqua. In un baleno mi si avvicinò nuovamente, e mi porse la bevanda ristoratrice.

Dopo averlo ringraziato con un cenno del capo, incollai le labbra al bicchiere, e ne bevvi tutto il contenuto. Era solo un’assurda convinzione, quella che mi portava a pensare che sarebbe stata sufficiente un po’ d’acqua, a spegnere il fuoco che mi bruciava dentro. Finì il contenuto del bicchiere, e mi avvicinai al minibar, in silenzio.

Lì poggiai il contenitore di cristallo, silenziosamente.

Avevo insieme paura e desiderio di osservare nuovamente quel corpo scolpito, e di desiderare con crescente vigore di poterlo toccare. Eppure, Draco pareva essere tranquillamente a suo agio. Pareva non avere fretta di saziare il nostro desiderio.

Dubbiosa, mi avvicinai a lui. Subito mi sorrise, gioviale.

Intuì che leggeva la sfrenata brama nei miei occhi. Arrossì, pudica.

Nella stanza regnava il silenzio.

Feci un altro passo verso di lui, prendendo coraggio. Le fiamme non si erano dissolte, dentro di me. Tesi lentamente un dito, fino a sfiorare quella pelle scintillante, e mi mancò il respiro. Era stato sufficiente toccarlo, per sentire il mio desiderio rinvigorirsi, e tornare ad essere tremendamente opprimente, quasi violento.

Alzai lo sguardo, ed incontrai i suoi occhi. Vi lessi le stesse identiche sensazioni che divoravano il mio animo: desiderio, lussuria, brama, passione.

Incoraggiata, avvicinai anche l’altra mano al suo petto e, con gesti veloci, sbottonai la sua camicia, stavolta completamente. Una volta che tutti i bottoni furono liberati dalle asole, lasciai che l’indumento scivolasse dolcemente sul suo corpo, esponendolo finalmente alla luce della luna.

Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l'ho ancora detto

(Nazim Hikmet, "Lettere dal carcere a Munevver")

- Draco, – dissi, mentre le mie dita percorrevano insaziabili il profilo del suo corpo, accarezzandolo, e le mie labbra sfioravano la pelle del suo collo. – Dopo tanto tempo, ho finalmente capito.

Al che, le sue dita si mossero fulminee verso il mio viso, sollevandolo leggermente, fino a permettermi di incontrare il suo sguardo d’argento con i miei occhi.

- Ce ne hai messo di tempo… - disse, con aria esasperata, e un sorriso beffardo stampato sulle labbra. – Mi aspettavo di meglio, dalla migliore studentessa tra tutte quelle che hanno varcato il portone di Hogwarts.

- Questo è il primo complimento che mi fai, da quando ci conosciamo. – gli risposi, sincera. Un istante dopo, sentì le mie labbra distendersi, dolcemente e per istinto, in un sorriso. Mi stupì del mio gesto. Erano anni che non sorridevo.

- Beh, allora preparati, perché potrei fartene un altro, quando meno te l’aspetti.

Mi mordicchiai il labbro inferiore, dubbiosa e allo stesso tempo incuriosita.

Trasalì, quando le mani di Draco andarono a sfiorare il mio corpo, ripetutamente, fino a spogliarlo degli indumenti che lo costringevano. Camicia, pantaloni, intimo… Gettava tutto per terra, ansioso di vedere il mio corpo, nella sua essenza pura.

Mi vergognai leggermente, di mostrarmi a lui in quel  modo. Eppure, il desiderio era talmente forte che non avevo la forza di ritrarmi al suo tocco gentile.

In un attimo fui nuda, dinanzi al suo sguardo. Arrossì, e volli coprirmi con le mani, ma lui me lo impedì.

- Non avere paura, Granger.

Teneva ferme le mie mani, e mi osservava. Silenzioso, attento, puntiglioso.

Passarono solo pochi secondi, prima che le sue labbra toccassero nuovamente le mie, con impeto. Mi sentì invadere dal piacere più immenso, mentre sfiorava la pelle del mio collo, ne saggiava la consistenza.

Chiusi gli occhi, proprio mentre le sue labbra si accostavano al mio orecchio, lentamente. Rabbrividì, ed intuì appena le parole che pronunciò.

- Sei bellissima…

 

*

 

I've got to open my eyes to everything.
Without a thought
Without a voice
Without a soul
Don't let me die here
There must be something wrong.
Bring me to life.
Bring me to life.
I've been living a lie
There's nothing inside.
Bring me to life

 

 

Non sapevo che ora fosse, quando mi svegliai. Aprì gli occhi, e li richiusi subito dopo, costretta dalla luce accecante del sole, che penetrava attraverso la finestra.

Le tende erano ritirate, e lasciavano intravedere un bellissimo giardino in fiore.

Rimasi qualche istante immobile, ad ammirarlo. Mi immaginavo seduta su quel prato, in mezzo ai fiori, nuovamente felice. Istintivamente, sorrisi.

Mi voltai, nel letto, e al mio fianco riconobbi la figura eterea di Draco Malfoy.

Sembrava un angelo, quando dormiva. Leggevo l’innocenza nei suoi lineamenti, e la pace nell’espressione del suo viso. Istintivamente, gli scostai i crini biondi dal viso e, nel farlo, sentì il suo respiro sulla mia mano. Lo guardai ancora una volta.

Era bellissimo. Silenziosamente, mi accoccolai di più a lui, per attingere ancora un po’ di calore dal suo corpo nudo. Ero consapevole di quel che avevo fatto.

Il mio primo pensiero, appena svegliata, era andato a lui, al suo corpo nudo, ai suoi sospiri durante il raggiungimento dell’estasi. Non mi sentivo in colpa, sebbene forse avessi dovuto. Era stato stupendo, donarmi completamente a lui.

Draco Malfoy si era dimostrato un amante dolce e gentile, e aveva stupito ogni mia aspettativa. Forse era azzardato, definire quella la notte più bella della mia vita, eppure non riuscivo a mentire a me stessa, avendo quella constatazione.

Volevo che anche lui lo sapesse. Volevo renderlo partecipe di quel sentimento che mi aveva invaso, e che ancora dimorava in me: la gioia. Sì, perché non si trattava solo di desiderio, quello che sentivo di provare per lui. Era stato l’unico in grado di farmi sorridere, dopo la morte di Ronald. E dopo aver provato nuovamente quel sentimento splendido, non riuscivo a non desiderare di provarlo ancora, grazie a lui.

Quasi a leggere i miei pensieri, Draco Malfoy si svegliò. Aprì leggermente gli occhi e, come me, li richiuse subito dopo, accecato dalla luce.

- Miseriaccia… - Lo sentì borbottare, e non potei fare a meno di sorridere.

- Buongiorno. - dissi, incontrando il suo sguardo.

Impiegò un istante, a realizzare la mia presenza. Sul suo volto si dipinse un’espressione pacifica, e sorrise, beatamente. Accostò le sue labbra alle mie, dolcemente.

- Buongiorno. – disse poi. Era incredibilmente bello, anche appena svegliato.

Poggiai il capo sul suo petto, e chiusi gli occhi. Quasi feci le fusa, quando con una mano iniziò ad accarezzare i miei capelli, giocando con i boccoli.

- Scopro qualcosa di te ogni istante, Granger, - disse Draco, con sincerità – Ora so che fai le fusa come una gatta, la mattina presto.

- Ci sono tante cose da scoprire, di me.

- Non c’è fretta, abbiamo tanto tempo…

Quelle parole ebbero il potere di sconvolgermi, in positivo.

Sorrisi, e provai nuovamente quella sensazione, dal sapore incredibilmente dolce e piacevole, che è la gioia.

- Ovviamente dovrai sottostare a delle regole, sia chiaro.

Il tono autoritario e pungente di Draco mi stupì, non poco, e mi costrinsi ad alzare la testa dal suo petto, per guardarlo, con aria interrogativa.

- Che intendi dire, Malfoy? – chiesi, con un’espressione stupefatta dipinta sul volto.

- Oh, Granger, così non va bene, - disse Draco. Dinanzi alla mia espressione confusa e stupita, sorrise – Con quei capelli spettinati sei terribilmente sexy.

Io arrossì, incapace di trattenere lo stupore derivato da quell’affermazione così inopportuna, e allo stesso tempo così intimidatoria.

- Dicevo, - continuò a parlare, pratico – Dato che d’ora in poi resterai qui con me, e bada bene che non accetterò un rifiuto, dovrai rispettare le regole del padrone di casa.

Alzai un sopracciglio, con aria confusa. Non avevo mai conosciuto quel lato di Draco: simpatico, e possessivo. In un certo senso ne ero attratta.

- Cose ti fa pensare che rispetterò le tue regole? – chiesi, con una finta aria scettica – E soprattutto, cosa ti fa pensare che io decida di stare qui con te?

Draco rise. Non aveva più timore di mostrare le sue emozioni. Mi stupivo che fosse stata sufficiente una notte, per rendermi attratta da lui al punto da non voler più andarmene da casa sua. Perché era ovvio, che non volevo lasciare quel luogo incantato. Forse avevo patito la sofferenza per troppo tempo, avevo provato abbastanza dolore. Non era un caso che Draco fosse comparso sulla mia strada.

E allora, perché rifiutare un così adorabile dono del destino, dopo tanta miseria?

- E’ evidente che sei troppo attratta da me, e, nonostante tu sia Hermione Granger, e lo dico perché ieri notte hai dimostrato di essere lei, non riesci ad ammettere che mi desideri incessantemente. – Che superbo. – Comprendi?

Le sue parole mi fecero riflettere.

- Che intendi dire? – chiesi.

- Molto semplicemente: se in te non fosse rimasto più alcun tratto di Hermione Granger, non avresti trovato la risposta a quel dubbio che da tanto tempo ti assilla. E forse, nemmeno avresti cercato di farlo. Ma sei rimasta la solita, terrificante so-tutto-io.

Sorrisi, rassicurata. E nel momento stesso in cui udì le sue parole, mi resi conto che aveva ragione. Forse mi ero sbagliata, a credere di non essere più me stessa.

Avevo sì avuto la mia crisi esistenziale, più che motivata, ma il peggio era passato, ed ero tornata ad essere me stessa. Perché, come diceva lui, solo la vera Hermione Granger poteva avere la disposizione d’animo per capire i suoi errori, e desiderare rimediarli, facendosi, almeno per una volta, guidare dall’istinto, e non dalla ragione.

- In ogni caso, d’ora in poi ti impedisco di toccare alcool e sigarette, e di vestirti come una suora di clausura.

- Io non mi vesto come… - feci per dire, ma poi venni colpita da una constatazione – Mi vesto davvero in modo così tremendo? – chiesi, dubbiosa.

Draco annuì, trattenendo a stento una risata, di fronte alla mia espressione offesa e sdegnata. E poi, dolcemente, ancora una volta, incontrò le mie labbra con le sue.

Ignorò ogni mio tentativo di fuga, imprigionando il mio corpo con il suo, piano, per non farmi male. Ma non sapeva che non avevo alcuna intenzione di protestare, o di impedirgli di baciarmi. Era utopico, imporsi di stare lontana da Draco Malfoy, o di resistere davanti al suo sguardo di ghiaccio, da predatore.

Perché Draco era ed è la mia droga, la mia unica ancora di salvezza. La tavola a cui appigliarmi, se smarrita tra le onde di un oceano durante una tempesta.

Lui è come il sole dopo la pioggia. Concede speranza a chi ha versato le sue lacrime di nascosto al mondo, a chi ha pregato di potere ancora vivere, nonostante tutto.

E io voglio vivere ancora, con lui. Per sempre.

 

 

Conserva l'amore nel tuo cuore. Una vita senza amore è come un giardino senza sole dove i fiori sono morti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient'altro può portare.

 

Oscar Wilde

 

Fine Capitolo

 

Note dell’autore:

 

Ho finito questo capitolo secoli fa, eppure… L’indecisione mi ha spinta a rileggerlo milioni di volte, fino ad impararlo a memoria. Continuavo a trovarlo banale, scontato, talvolta troppo romantico per i miei gusti. E’ difficile interpretare un personaggio che non si conosce, specie nel mio caso, poiché ritengo di essere molto diversa da Hermione Granger. Anzi, direi che l’unica cosa che io e lei abbiamo in comune è l’amore per la conoscenza, se devo essere franca. ^^ Fatto sta che ancora non sono soddisfatta da questo maledettissimo finale, che trovo scialbo ed insignificante.

Spero comunque che questa piccola fanfiction sia di vostro gradimento, nonostante la sua stranezza. Ne approfitto per ringraziare di cuore:

 

dEw94 {Grazie di tutto, sia per il supporto morale che per la recensione sempre gradita. Mi dispiace aver fatto morire Ron, ma ho trovato fosse il personaggio più adatto in quel ruolo. Un bacione!}

 

8marta8 {Eccoti servita. Grazie per il commento, un bacione.}

 

Magical_Illusion {Tesoro, cara. E’ un onore averti qui, sai? Le tue parole mi commuovono, poiché provengono da una scrittrice fantastica che, scusami se ripeterò ciò che tu hai scritto a me, imparo a conoscere attraverso le sue meravigliose fanfiction. Un bacione!}

 

Sheena {Grazie per aver recensito, mi fa sempre piacere avere un vostro parere sincero. Purtroppo Everything è in “rodaggio”, se così si può dire. Ovvero: ho finito di scriverla, ma è in stato di revisione. Il problema dunque non è tanto trovare le idee o chissà cosa (poiché i capitoli sono appunto già fatti in tutto e per tutto), ma inserirci quel sentimento che tanto ambisco trasmettere, e lavorare sulle sue sfumature. Un bacione.}

 

Aeris_Chan {Ciò che desidero maggiormente è trasmettere emozioni, e suppongo si sia capito XD Sapere che sono riuscita nell’intento non può che rendermi felice, davvero. Ti chiedo scusa se ho tardato ad aggiornare, ma il movente sopra unito alla febbre sono stati micidiali per me. Un bacione, e grazie.}

 

Ringrazio anche chi ha solamente letto senza commentare, e chi ha inserito la storia tra i preferiti. Vi sposerei tutte, ma temo la legge Italiana non sarebbe d’accordo.

Ultimo ringraziamento va agli Evanescence, per aver realizzato una canzone stupenda come Bring Me To Life. Invito tutti voi, qualora non la conosciate, ad ascoltarla, o semplicemente leggere il testo, a questo link (clicca qui). Ciò vi permetterà di comprendere il motivo per cui ho scelto di integrarla alla mia fanfiction.

 

Saluti e baci,

Chiara.

 

   
 
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