Indifferente alla pioggia si mise la cuffiette e alzò il volume. "il tempo sfugge, ma il segno del tempo rimane", cantano i Baustelle, quanto è vero. Non vi è mai capitato di pensare al tempo che passa? A quello che è passato e che ormai non tornerà più? Non vi pervade un senso di angoscia, non vi rendete conto di quanto si è piccoli e insignificanti di fronte all'enorme eternità? Non vi sentite dei grandi ignoranti di fronte a tutta la sapienza del mondo? Ed è proprio allora, quando si prende coscienza di questa cosa, che è troppo tardi.
Il 29 dicembre dell'anno precendente erano a una festa, lei non voleva neanche andarci. Lei era la ragazza nell'angolo, sola, quella che non balla perchè non ne è capace. Lui, bè, lui è quello che sta sul palco, alla consolle, per farsi vedere ed amare. Erano mesi che non si vedevano, ma la confidenza era rimasta la stessa. L'aveva vista, nella sua solita solitudine, e le aveva chiesto di salire accanto a lei. Un gradino, salì. Un abbraccio. Un caldo abbraccio, mai nessuno l'aveva abbracciata così. Sotto la confusione dei ragazzi continuava ma per lei erano spariti. L'unica cosa che le venne in mente, prima ancora che provasse a baciarla, fu l'idea di avere quello stupido apparecchio.
Chiuse gli occhi, perchè non le arrivavano messaggi? Quel telefonino stava dando i numeri, non lo sopportava più. Ne voleva uno nuovo, di quelli che tutti te lo invidiano. Ma a lei, mai nessuno aveva invidiato niente. Al massimo era lei che invidiava gli altri. Perchè gli altri erano sempre migliori di lei. Erano migliori anche i loro primi baci. Proprio il giorno prima si erano viste tutte per un caffè, le amiche di classe, e tra una chiacchiera e l'altra ecco che si erano ritrovate a parlare delle loro prime esperienze, quelle fesse e quelle più importanti. Ed ecco che erano volati nomi, date e grasse risate. Ma per lei non c'era stato tanto scalpore, a quanto pare c'era da aspettarselo che qualcuna di loro avesse baciato lui... Lui che tanto bacia tutte.