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Autore: FinalGoku    05/05/2013    1 recensioni
Salve a tutti.
Questa è la prima fanfiction che pubblico su questo sito, ed è uno "special" collegato ad una storia più grande. Malgrado questo seguirla non dovrebbe rappresentare un problema per chi non ha letto la fanfiction principale, dal momento che il racconto in questione è ambientato nei 7 anni che trascorrono tra la saga di Cell e quella di Bu. Il luogo in cui si svolge la storia è l'aldilà e racconta delle avventure di Goku nell'altro mondo. L'ambientazione è riconducibile a quella dell'anime, infatti troveremo, oltre allo stesso Goku, i Re Kaioh, Pai Ku Han e i guerrieri del torneo dell'aldilà. Oltre a loro saranno presenti moltissimi personaggi di mia invenzione, tra cui ovviamente l'antagonista. I capitoli totali sono 25 più il prologo e l'epilogo. Non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Goku, Nuovo personaggio, Re Kaioh del Nord
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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PROLOGO
 
“Meno male! L’ho davvero scampata bella! Non pensavo che il torneo avrebbe rivelato la presenza di guerrieri tanto abili nel Paradiso! Per poco mi trovavo per le mani davvero una gran brutta gatta da pelare!” pensava Dai Kaioh, il capo dei quattro Re Kaioh mentre camminava nella propria stanza del trono, percorrendo la pavimentazione in pietra di un lucente colore blu. La canuta divinità si asciugò con un fazzoletto un rivolo di sudore in prossimità della tempia, quindi si adagiò pesantemente sul proprio trono, con sguardo perso in avanti nel rimirare la perfetta regolarità dei colonnati bianchi che circondavano totalmente quello stanzone di forma ovale, e ne sorreggevano la spettacolare volta affrescata che troneggiava sopra la testa del bizzarro essere divino. Innanzi a lui il portone in legno divino, di una lucentezza e di una resistenza non riscontrabili in nessuna pianta presente nel mondo dei mortali, rigorosamente chiuso, dal momento che, dopo il termine del torneo delle quattro galassie, egli aveva deciso di ritirarsi in riflessione, e aveva dato disposizione affinché nessuno lo disturbasse. La competizione, proposta dai quattro Re Kaioh, ed avvallata dallo stesso Dai Kaioh, doveva essere poco più che una manifestazione al semplice scopo di dilettare e divertire tanto le divinità quanto gli abitanti del Paradiso, che conducevano un’esistenza si, agiata, ma a volte, complice il suo protrarsi in eterno, un pochino monotona. In realtà, la finale aveva dimostrato come in Paradiso vi fossero guerrieri dotati di una forza tale da lasciare sconcertato persino il più potente tra gli dei, Kaiohshin escluso. “Per fortuna che mi è venuto il lampo di genio di inventarmi quella storia del soffitto! Altrimenti avrei dovuto allenare quel ragazzo di nome Goku! E cosa avrei potuto insegnargli? Quello è certamente più forte di me! E lo stesso vale per Pai Ku Han… Avrei dovuto inventarmi qualcosa di estremamente particolare, e in questo momento non ho proprio il tempo di elaborare dei nuovi metodi di allenamento!” continuava a pensare il buffo Dai Kaioh. Proprio in quell’istante, le sue riflessioni vennero interrotte da una voce di donna. “Nonnino!!!” lo chiamò la voce misteriosa. Dai Kaioh la riconobbe, ma sussultò ugualmente, un po’ per il fatto di essere stato chiamato all’improvviso, quando egli credeva di essere solo, e un po’ per l’appellativo con cui la voce si era rivolta a lui. Incurante della porta chiusa, la nuova venuta vi passò attraverso per mezzo della propria peculiare capacità di rendersi consistente come l’aria, capacità tipica della propria razza, quella degli zefiriani. Quindi, quella che aveva attraversato le fessure dell’ingresso come un’informe nube di un colore azzurrino quasi trasparente, assunse forma concreta innanzi a Dai Kaioh. Era una bellissima ragazza dai capelli turchini, tagliati a caschetto, indossava un mantello di colore nero, che portava di norma abbastanza aperto, e che in particolare in quella situazione lo era in quanto ella stava con le mani sui fianchi, lasciando intravedere il proprio provocante abbigliamento, composto da un top e da dei calzoncini corti entrambi piuttosto attillati, di colore grigio. La ragazza fissava la divinità con un’aria di scherzoso rimprovero, quasi con un’aria di sfida. I suoi splendidi e grandi occhi celesti si specchiavano negli occhiali da sole di Dai Kaioh, il quale, ricompostosi, disse “Elore! Insomma! Quando la smetterai di chiamarmi in quel modo!? Io sono una divinità!”. Elore lo fissò per alcuni istanti perplessa, per poi fare uno dei suoi famosi, adorabili sorrisi, dicendo “E’ vero, ma sei anche il più adorabile vecchietto del Paradiso!”. Dai Kaioh arrossì leggermente e sospirò. Non c’era nulla da fare! Elore era fatta così! Non era possibile assoggettarla ad alcuna forma di autorità, era come un venticello primaverile, libera e frizzante, ma al contempo dolce, e capace di far sentire bene con le carezze del suo carattere gioioso, ma mai sguaiato, e con la musicalità della sua voce calda e rassicurante, che cullava l’interlocutore che l’ascoltava. Del resto, lei e Dai Kaioh si conoscevano da tempo immemore, in quanto lei era la sua discepola ed allieva scelta. Era una degli unici due guerrieri che Dai Kaioh aveva scelto come combattenti personali, da tenere con se anche dopo il normale corso del periodo degli allenamenti. Non doveva infatti ingannare il suo aspetto dolce e il suo carattere amabile e cordiale. Elore era, infatti, una combattente eccezionale, ed era stata proprio questa sua incredibile abilità a colpire Dai Kaioh al punto da farle dono di un privilegio non concesso ad alcuna altra anima del Paradiso. Nessuno, a parte Arier, era all’altezza di Elore nella considerazione di Dai Kaioh. “Comunque! Cosa volevi dirmi, Elore?” chiese la divinità. “Ho visto la finale del torneo, così, tanto per curiosare… e devo dire che ci sono rimasta un po’ male per la sua decisione di squalificare quel bel ragazzo chiamato Goku!” rispose Elore con aria infantilmente imbronciata. Sorridendo per la dolce espressività palesata ancora una volte da Elore, Dai Kaioh disse “E’ dispiaciuto anche a me! Goku avrebbe meritato tutte le attenzioni che si convengono a qualcuno con un simile potenziale! Purtroppo in questo momento non posso prendermi un impegno del genere, visto e considerato che Kaiohshin, durante la sua assenza, ha lasciato a me il compito di vegliare sull’universo! Mi sono concesso la distrazione del torneo, ma di più non mi posso permettere! Non potrei dedicarmi a Goku come egli meriterebbe!”.  Elore ascoltò la spiegazione del proprio maestro, quindi, incuriosita chiese “Kaiohshin è assente? Perché? Cosa deve fare di tanto importante da abbandonare il proprio pianeta?”. “Beh ecco… lui e Kibith sospettano che Bibidy, il malvagio mago che un tempo creò il demone Majin Bu, abbia un figlio che sta tramando di riportare in vita quell’antico mostro!” spiegò Dai Kaioh. “Majin Bu? Ricordo che me ne hai parlato una volta! Sbaglio o è quel demone che secoli addietro ha ucciso quattro dei cinque Kaiohshin?” chiese Elore. Dai Kaioh annuì “Proprio così! Dunque converrai con me che per Kaiohshin impedire che quel mostro si risvegli, al momento, sia un obbiettivo prioritario!” disse la divinità. “Si, certo…” riconobbe Elore. La zefiriana, tuttavia, non si perse d’animo, e si rivolse nuovamente a Dai Kaioh con il volto illuminato di chi ha appena trovato una plausibile soluzione ad un problema. “Beh! Se tu non puoi allenare Goku, lo faremo direttamente io e Arier!” asserì la ragazza. “Cosa? Assolutamente no! Non se ne parla!!!” sussultò Dai Kaioh. “ E come mai?” chiese Elore. “Perché Goku non è all’altezza! Voi siete di un altro livello rispetto a lui! Finireste con il farlo a pezzi!” rispose Dai Kaioh, ben deciso a rimanere fermo sulle sue posizioni. “Su! Dai nonnino! Ci andremo piano!” insistette Elore. “Tsk! L’ultima volta che ci dovevate andare piano, quello che ha combattuto con voi ha chiesto che gli fosse tolto il corpo perché non riusciva più a sopportare il dolore per tutte le botte che gli avete dato!” le rammentò Dai Kaioh. “Ehm…” fece Elore imbarazzata portandosi l’indice alla bocca con espressione monella “Devo ammettere che quella volta ci siamo fatti prendere un po’ troppo la mano! Però abbiamo imparato la lezione!”. “Beh ecco… non saprei…” mormorò incerto Dai Kaioh. “Ti preeeeeeeeeeeeego…….” Fece Elore con tono suadente battendo rapidamente le palpebre con fare ammiccante. Dai Kaioh sudò freddo. Sapeva di non avere scampo, e che avrebbe certamente finito con il direi “si” ad Elore. Del resto quella ragazza era sempre riuscita a persuaderlo a fare qualsiasi cosa lei volesse da quando lo conosceva, anche se, a onor del vero, non è che lei gli avesse mai chiesto molte cose. “Arier che ne pensa?” chiese Dai Kaioh, cercando quantomeno di giocare sul fatto che loro due non fossero gli unici ad avere voce in capitolo sulla questione. “Non gli ho ancora accennato alla cosa! In ogni caso penso che sarà d’accordo con me!” rispose la zefiriana. Casualità volle, peraltro, come se avesse percepito come in quella stanza si stesse parlando di lui, che Arier facesse la sua apparizione proprio in quel momento. Egli non apparve dalla porta come Elore, ma direttamente attraversando la volta del soffitto. La sua figura ammantata di bianco, scese lentamente al centro della stanza. Il suo fisico, non era eccessivamente muscoloso, per quanto si potesse intuire, visto che comunque il suo corpo era celato interamente dal mantello, indossato chiuso. I suoi capelli erano lunghi e lisci fino a metà della schiena e dello stesso colore erano i suoi occhi, seri e profondi come abissi marini, che lasciavano trasparire un animo guerriero. Se su Elore si poteva avere qualche dubbio, chiunque avrebbe invece potuto comprendere come Arier fosse un guerriero. Dopo il primo impatto con il suo sguardo fiero e sicuro di chi è animato da una profonda convinzione e consapevolezza di se, sarebbe comunque risultato a chiunque come egli fosse un combattente devoto alla causa della giustizia. I suoi occhi erano fieri ma buoni, e trasmettevano un senso di sicurezza, di una potenza che si sarebbe scatenata solo contro le ingiustizie e il male. “A che si deve questa chiacchierata tanto animata? Cosa state confabulando?” chiese con voce calda, sorridendo, al maestro e alla compagna. Arier ed Elore erano compagni, in vita come nell’aldilà, ed erano entrambi discepoli di Dai Kaioh. “Amore! Ciao! Cercavo proprio te!” lo accolse Elore portandogli le braccia al collo. Arier la fissò intenerito, portandole le mani ai fianchi, quindi chiese “Ehi, cucciola! Ti vedo su di giri! Dimmi, è successo qualcosa?”. Elore annuì “Si tratta del torneo!” spiegò la ragazza. “Non mi dirai che hai trovato qualcuno al nostro livello!” disse Arier, egli stesso convinto di come una risposta positiva da parte di Elore fosse altamente improbabile. “Beh, quello no… però il vincitore del torneo delle quattro galassie, è qualcuno che è deceduto da poche settimane!” spiegò Elore. “Che cosa?” sussultò incredulo Arier. Elore annuì, a conferma delle proprie parole. “I guerrieri migliori del Paradiso sono persone che si allenano da secoli! Vorresti dirmi che sono stati messi tutti al tappeto da una matricola?” chiese l’uomo, incuriosito. “Esatto! E’ andata esattamente così!” confermò Elore. “Lo voglio incontrare!” asserì Arier. Dai Kaioh sospirò rassegnato. Ora che anche Arier era convinto di confrontarsi con Goku, ogni possibilità di far desistere i due zefiriani dal loro proposito era da considerarsi svanita. “D’accordo! Ho capito! Permetterò a Goku di allenarsi con voi!” disse la divinità. “Grazie nonnino!” lo ringraziò Elore con un sorriso. “Non chiamar…. Bah! Lasciamo perdere…” si rassegnò Dai Kaioh. Arier sorrise, si chinò rispettosamente “Grazie maestro Dai Kaioh! Allora potete informare Goku che lo attendiamo domani nella stanza celeste! E… consigliategli di venire bello riposato!” disse lo zefiriano per poi, al cenno di assenso di Dai Kaioh, congedarsi assieme ad Elore svanendo oltre la porta.
I due zefiriani tornarono nei loro alloggi, ubicati nei piani alti dell’immensa reggia di Dai Kaioh. “Sono certa che Goku ti piacerà! E’ un guerriero molto valoroso! E ha certamente delle ottime qualità! Inoltre è così carino!” disse Elore, mentre Arier fissava fuori dalla finestra, fissando la panoramica dello sconfinato giardino di Dai Kaioh. Ad un certo punto l’uomo chiuse di scatto le tende, di colore viola intenso, quindi, con una velocità tale da non dare alla compagna il tempo di reagire, perse e riassunse consistenza portandosi alle spella della medesima, cingendola con il braccio all’altezza dell’addome e sussurrandole con tono lascivo “Capisco che questo Goku possa averti colpita… però sembra quasi che questo ragazzo stia monopolizzando oltre il lecito i tuoi pensieri! Ritengo che sia il caso di rinfrescarti la memoria sul fatto che lui non il solo a meritare la tua attenzione…”, e così dicendo iniziò ad accarezzarle il fianco con la mano. Elore sorrise dolcemente eccitata, quindi, sempre dando le spalle al proprio compagno, gli cinse il capo tra le braccia “Se non ti conoscessi direi che sei geloso…” disse divertita la ragazza. “Però mi conosci!” rispose da par suo lui. “Si…” sussurrò lei sorridendo per poi portare le sue labbra a quelle di Arier baciandolo. Le loro vesti, mera materializzazione aerea si dissolsero alla sincronica volontà dei due, i quali si lasciarono cadere sul materasso, sfogando la loro passione e il loro desiderio reciproco.                      
  
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