Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: JunJun    24/11/2007    3 recensioni
[SPOILER episodio 37]
Atto I. L'utopia di Light è crollata miseramente sotto i suoi occhi disillusi, ma... e se gli venisse concessa un'altra possibilità?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~ A battle with fate ~

Ecco fatto! In queste lunghe settimane ho impiegato tempo ed energie per poi probabilmente cannare in pieno la prova intracorso di fisica tecnica... ma per rilassarmi e tirarmi un po' su il morale, ho voluto scrivere questo nuovo capitolo. Vi lascio alla lettura, ma prima vorrei ringraziarvi tutti per essere arrivati fin qui e per le belle recensioni che ho trovato in questi giorni ^*^;

@lemnia:
Sono felice di averti incuriosita! Anche io attendo con ansia il seguito de "L'ultimo treno"... *___*;;
@Angelo_nero: Ti ringrazio per le tue parole!>***<;; In effetti io odio Kira, ma voglio caratterizzare e mettere in risalto il volto di Light, quello umano, anche se in una situazione abbastanza particolare. In questa sede, il punto di vista è principalmente il suo. *incrocia le dita, sperando di non finire per scrivere solo cavolate xD*.
@Rika_chan_fma: Gentilissima!^*^; Happy ending? Fine? Chissà, chissà!^___^;; No, non mi prendo gioco di te, però ti confesso che anche io sogno un finale non tragico per questi due ragazzi, e spero davvero, un giorno, di riuscire a fare in modo che si realizzi.
@Shirahime88: Ah, alla fine qualcuno l'ha letta la scritta. xD Cercherò di steganografare (che brutta parola.. °_°; ) in modo più difficile le prossime. xDD Nonostante la reazione di L venga descritta dal punto di vista di un Light molto combattuto e confuso, spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento!=*
@Kira7: Si, ben ritrovata, Raitina convinta!xD Nah, quel forum è un covo di matti! (E noi due ne facciamo parte, bwahahaha!!+o+; ) Oddio, grazie per la recensione, redatta a...quell'ora così...insolita!°____°;;; Mi ha fatto tantissimo piacere!^^;
@DarkRose86: Chu!^*^ Nessuna mia ficcy supererà mai le tue, e questo è un assioma indiscutibile. xD Sai quanto mi piace il tuo modo di scrivere! Però sono lieta, tesora mia, di averti fatto apparire più simpatico Light! Io non ho alcun segreto, scrivo solo ciò che penso, e spesso non lo faccio per pubblicarlo: per questo molte volte ho paura di non essere all'altezza dei favolosi ff-writer che *infestano* questa sezione. *___*;
@Margaron, Freija, Lawrence: Ecco, fatto, continuata!^*^;; Spero di non deludere le vostre aspettative. >***<;; Grazie per tutto!!


~ A battle with fate ~

Pentimento. II. Porta.


Fu la luce che filtrava dalle tende a svegliare Light.
Il sole era sorto da appena poche ore, ma velocemente aveva scacciato ogni residuo della notte, lasciando il posto ad un’alba tanto chiara quanto fastidiosa. Irritato, il volto del ragazzo si contrasse, mentre le dita facevano istintivamente presa sulle lenzuola.
Rassegnato, Light si costrinse infine ad aprire gli occhi.
La prima cosa che vide fu L: probabilmente sveglio da tempo, il giovane detective stava accovacciato su una poltrona accanto al letto, carezzandosi lentamente le labbra con le dita. Fissava la parete di fronte con occhi vuoti, perso in chissà quali pensieri. Quando si accorse che lui era sveglio, si voltò nella sua direzione.
"Buongiorno," disse semplicemente.
Ma quella voce profonda e tranquilla turbò profondamente Light che, immobile, fissò il ragazzo davanti a lui come se fosse un fantasma.
Non vi era alcun torto in ciò: L era davvero un fantasma, la diafana parvenza di un passato che da tempo Light aveva annegato nel sangue, nero, che insozzava la sua anima.
Light aveva dimenticato quel passato. Aveva dimenticato L. Ed ora che lui era di nuovo al suo fianco, Light era confuso. Nelle sue memorie, non c’era più quella voce che lo chiamava; non c’era più quel profumo dolciastro che aleggiava per le stanze in cui lui abitava, né quegli occhi penetranti che parevano leggergli nella mente: niente. Per sopravvivere, non aveva lasciato più niente di lui.

[
Anche se, in realtà, c'era una cosa che non aveva potuto dimenticare: l'amara rassegnazione che aveva letto in quegli stessi occhi, prima che si chiudessero per l'ultima volta.
Quell’immagine lo aveva perseguitato per troppe notti, perché potesse cancellarla dalla sua memoria. ]

L si alzò in piedi, infilando le mani nelle tasche dei jeans logori. "Come ti senti?" domandò, senza troppe cerimonie.
"Ryuzaki..." sibilò l'altro, incredulo. “Io… noi… siamo…”
”Morti,” sussurrava la voce dentro di lui. “Morti…”
”…morti…?” concluse infine, più stupito che spaventato all'idea.
L, tornato a fissare la parete, a quelle parole inarcò impercettibilmente le sopracciglia. “Perché dovremmo?” chiese con calma, dopo alcuni secondi di silenzio.
Il bel viso di Light si adombrò, quando l’altro gli poggiò una mano sulla spalla.
”Light-kun, sei sicuro di sentirti bene?”
”Idiota,” sibilò lui, levandogliela con un gesto nervoso che non gli si addiceva affatto. “Tu sei ancora vivo!”
Per evitare di perdere l’equilibrio, L fu co
stretto a fare un passo indietro. ”Già,” rispose però con tranquillità; mentre fissava nuovamente la sua attenzione su Light, riportò il dito alle labbra, assumendo un’espressione che potrebbe definirsi interessata.
L'altro lo ignorò. ”Com’è possibile?!” si stava chiedendo, il respiro sempre più veloce. Tutto ciò era per lui assurdo, contro ogni logica: anche ammettendo che lui, Light Yagami, potesse essere ancora vivo, L, L Lawliet, era morto.
Morto e sepolto, da anni!
Come poteva, ora, essere di nuovo qui? Non aveva senso! E anche se fosse, L aveva sempre sospettato che lui fosse Kira. Quante volte glielo aveva detto in faccia! Perché mai dunque rivolgersi a lui, il feroce assassino a cui aveva dato la caccia fino alla morte, con quel tono così disinvolto?
Quel dannato, dopotutto, era solo un ipocrita? O forse, si stava prendendo gioco di lui?
”Giusto…” realizzò infine Light.
Forse… Forse quella era semplicemente la sua vendetta.
Ma se era così… che cosa voleva il fantasma di L da lui? Non si era già arreso, rivelandogli di essere Kira? Cos’altro voleva ancora, quel bastardo? Torturarlo lentamente, fino a farlo impazzire?
Se era quello, ci stava riuscendo benissimo… Light sentiva la sua razionalità abbandonarlo come sabbia che scivola via dalle dita. Pensieri, ricordi ed idee contrastanti si affollavano nella sua mente, e lui non sapeva quale scegliere, cosa fare.
Si portò una mano alla testa, che aveva iniziato di colpo a dolergli.

[ Doveva trovare una via d’uscita…
Doveva… riprendere il controllo… ]

”Light-kun….”
Light si asci
ugò la fronte con una manica della maglietta. Era accaldato ma continuava a sudare freddo, ed aveva la nausea.
Non ci capiva più niente… Tutta colpa di quei ricordi. Di quei maledettissimi ricordi che gli annebbiavano la testa.
”Basta!”
Con un gesto nervoso, Light si tolse di dosso le coperte per rimettersi in piedi, ma prima che potesse farlo, L lo afferrò per le spalle, buttandolo di nuovo giù, sdraiato, sul letto.
Fu in quel preciso momento che Light si accorse che L non av
eva più la manetta al polso sinistro, così come lui non aveva più quella al polso destro. Al loro posto, una profonda cicatrice rossastra li marcava entrambi. Il castano concentrò sulla sua la propria attenzione: l’aveva guardata spesso, dopo la morte di L. Quella cicatrice non faceva altro che ricordargli il peccato che, da solo, gli faceva meritare il girone più profondo dell’abisso infernale: assassinando a tradimento il suo avversario lui, Light Yagami, aveva ucciso il suo migliore amico.

[ Già, strano a dirsi, vero?
Alla fine, aveva vinto la sfida; ma solo perché aveva barato.
Ne era consapevole; non ne aveva mai dubitato. L non si era neanche degnato di nascondergli l'odio che provava nei suoi confronti. Lui, invece, si era prostrato in terra come un verme, giurandogli amicizia e fedeltà. Ipocrita, aveva strisciato fino ai suoi piedi con aria sofferente, ferita, e quando l'altro si era chinato per tendergli la mano, si era rizzato e gliel'aveva strappata, insieme alla
vita, scagliando il suo morso letale di serpente. ]

Era stato in quel momento che Light aveva compreso a fondo la semplice brutalità del nomignolo che gli avevano affibbiato.

[ kira
killer
- assassino - ]

Da quel giorno, la lucidità della sua follia aveva preso il sopravvento sulla sua coscienza ormai a brandelli. Con il passare degli anni, ricordava Lig
ht, il sangue che gli macchiava la pelle era divenuto violaceo, quindi nero, ed infine, lentamente, si era riassorbito, lasciandogli sul polso solo un sottile segno bianco. Indelebile.
Ora, invece, la ferita era più viva che mai.
Dunque era così…
Allora… allora questa non era la punizione per i suoi peccati, allora erano davvero entrambi vivi.
Allora, per quanto fosse incredibile, forse con la sua morte era tornato indietro nel tempo.
Ma se era così, e ciò che era accaduto quella notte non era stato un sogno…
"Perché..." iniziò d’istinto ma L, sopra di lui, lo interruppe bruscamente, premendogli una mano sulla bocca.
"Non parlare,” disse, cupo. “Light-kun, hai la febbre alta. Stanotte hai iniziato a
delirare, dicendo di essere Kira. Subito dopo, mi sei svenuto addosso".
Light si liberò da quella presa fastidiosa. ”Delirare?!” ripeté. Strinse i denti, mentre una serie di ipotesi si fece largo nella sua mente: ora aveva capito perché L appariva così tranquillo, ed anche perché gli aveva tolto le manette. "Ryuzaki, io... non stavo delirando," spiegò.
L fece schioccare la lingua, scuotendo la testa in segno di diniego. "Hai solo bisogno di un po' di riposo. Resta qui per oggi," disse a testa bassa, staccandosi da lui.
"Non stavo delirando," ripeté il giovane, con determinazione.
Ma L aveva già raggiunto la porta, e stretto la maniglia fra le mani. "E' colpa mia, lo ammetto,” mormorò con aria assorta. “Ieri pomeriggio ti ho stressato, con i miei discorsi sul fatto che tu potessi essere stato Kira, e che stessi pianificando di uccidermi.
Light-kun, sappi che affermando davanti a tutti che alla prima occasione tu mi avresti sicuramente ucciso, ti stavo mettendo alla prova: ero sicuro che, se eri innocente, le mie parole ti avrebbero ferito profondamente. Così è stato. Ma non pensavo che tu fossi così sensibile. Forse ho davvero esagerato," gli confessò, di spalle.
Light, pur non sapendo a cosa si riferisse L, non poteva credere alle sue orecchie. "Ma... Ryuzaki, mi stai prendendo in giro?” replicò. “Quello che dici non ha senso, lo sai benissimo. Tu non hai mai pensato che io potessi essere innocente: hai sempre sospettato che io fossi Kira, e pur di trovare le prove mi hai costretto per mesi a restare ammanettato a te. Tu aspettavi solo un mio passo falso per avere la certezza che io fossi quel mostro, ed ora... ed ora che finalmente io mi sono arreso e te l’ho confessato, tu… tu non mi credi?!".
" ‘Confessato’…? " L si voltò appena, per lanciargli un’occhiata ironica. "Yagami-kun, forse non hai capito. Tu mi hai già dimostrato di essere innocente. Ed ora, come ben sai, abbiamo prove concrete che Kira sia Higuchi della Yotsuba. Attualmente, puoi dire ciò che vuoi, ma non sperare che io creda che tu sia Kira, soprattutto se me lo gridi a notte fonda, fuori di te, dopo esserti svegliato di colpo da un incubo dovuto alla febbre,” disse e poi aggiunse pensieroso, toccandosi di nuovo le labbra: “A proposito, spero che tu non me l’abbia passata”.
Light arrossì, ma solo a causa della rabbia crescente che tentava di reprimere. "Ryuzaki, cosa diavolo speri di ottenere con questa recita?"
"Light-kun..." L fece scattare la serratura, "...riposa ora," disse, ed uscì dalla stanza.
"…"
”Maledizione…”
Light crollò sul letto, tastandosi la fronte: era vero, bruciava come l’inferno. Ma no, non era delirio: era tutto vero.

[ Lui era Kira, o perlomeno lo era stato, e Ryuzaki lo sapeva, e stava recitando. ]

E, no, non aveva sognato: i suoi ricordi, seppur confusi, erano troppo vividi.

[ La morte di L, che lui stesso aveva programmato... Misa... Takada... la Yotsuba… suo padre... Sayu… ed il sangue… fuoriuscito dalle ferite che gli aveva procurato Matsuda, sparandogli, il volto deformato in un’espressione di furia animalesca. Non avrebbe mai immaginato che il timido Matsuda avesse potuto ridursi così: ma lui era sconvolto dal suo tradimento, dalla cruda verità che gli avevano sbattuto davanti, l'avrebbe ucciso a mani nude, se solo avesse potuto farlo. E quel ragazzino che somigliava ad L, quel...quel... come si chiamava…? ]

No, no, non se lo era sognato, lo aveva visto davvero!

Quel ragazzino... lo aveva accusato di essere Kira. Lui era corso via, supplicando aiuto, ma era ferito, e poi... poi...
...
...come... come mai ora non ricordava più?



****
****


L, seduto alla sua scrivania, sfogliava alcuni rapporti con aria assorta. Forse non se ne era accorto, ma era ormai più di mezz’ora che leggeva e rileggeva sempre lo stesso foglio, un profilo psicologico che lui stesso, la sera prima, aveva tracciato per quel tale Kyosuke Higuchi.
In teoria, poiché ogni singola azione o pensiero di un individuo è influenzato dalla personalità che si costruisce in base alle sue esperienze di vita, analizzandola a fondo si può essere in grado di prevedere il comportamento medio e le reazioni in situazioni critiche di tale individuo.
Per farla semplice, è la classica storiella della persona timida che non potrà mai diventare leader di un’azienda, o del figlio di papà che non si abbasserà mai ad accettare un lavoro di scaricatore di porto; entrambi, però, se posti nelle giuste condizioni fisiche e mentali, possono trasformarsi in potenziali assassini.
Higuchi aveva una personalità fin troppo facile da analizzare: figlio illegittimo di uno dei dirigenti della Yotsuba, aveva ottenuto il suo posto di lavoro solo grazie a raccomandazioni o ricatti a suo padre; chiunque avrebbe capito che la sua mente era occupata solo da ossessione di rivincita e vendetta, narcisismo, prepotenza ed orgoglio smisurato, atti a ricoprire la propria debolezza interiore, il terrore di non essere all’altezza, di essere un figlio scartato perché inutile.
Persone del genere tendono a crollare non appena un pezzo del fragile castello di carte su cui hanno eretto il proprio piedistallo viene a mancare. Ed L, con il suo piano, aveva intenzione proprio di colpire uno di quei punti. Higuchi avrebbe cercato di restare in piedi, ma compresa l’inutilità della lotta avrebbe perso il controllo, rivelando i suoi segreti, ed infine sarebbe caduto, sfinito, accartocciandosi su sé stesso come una foglia secca.
Certo, persone come Higuchi erano facili da analizzare. Ma Light, Light…
…chi diavolo era Light Yagami?
L aveva provato più volte a studiarlo, quel diciannovenne così brillante ed oscuro, ma lui era sempre riuscito a spiazzarlo. Era diverso da qualunque altro essere umano avesse mai incontrato. Tracciare un suo profilo era a dir poco impossibile: Yagami era ambiguo, inafferrabile, ossessionato; cinico e disincantato, eppure viveva per i suoi sogni; impulsivo, passionale, eppure al tempo stesso freddo e calcolatore.
L era convinto che neanche Freud sarebbe stato in grado di buttare giù qualcosa di decente sulla personalità di Light. A volte, pensava che lo stesso Light non fosse in grado di dominare gli i
stinti contrastanti che lottavano nel suo petto. Ma sempre, alla fine, arrivava alla conclusione che la risposta alla sua domanda fosse molto più vicina di quanto pensasse.
Il detective sollevò lo sguardo sullo schermo spento del computer davanti a lui, scorgendo in esso non il proprio riflesso, ma quello del ragazzo dai capelli castani, che lo fissava di rimando.
Si, forse era proprio quella la risposta.

[ E forse, era anche quello il motivo per cui stava esitando così tanto nel prendere una decisione. ]

Tornò al suo rapporto. “Ti avevo detto di riposare,” disse ad alta voce.
Light, che fino a quel momento era rimasto in piedi sulla soglia della stanza, fece qualche passo verso l’interno. Si era gettato addosso un jeans chiaro su una maglietta nera un po’ attillata; ciò faceva risaltare il suo fisico perfetto, ma di certo non migliorava l’espressione tirata che aveva sul volto, o l’impressione di stanchezza fisica e mentale che traspariva dai suoi movimenti: il ragazzo sembrava essere appena uscito da una lunga e cruenta battaglia interiore, che probabilmente aveva fatto molte migliaia di morti.
"Ti devo parlare," replicò lui in tono fermo, arrivandogli alle spalle. "Riguardo stanotte. Io-"
"E’ stato un incubo," ripeté L, con lo stesso identico suo tono, prendendo un altro foglio.
Light strinse i pugni. "E' vero," ammise. "Me ne sono reso conto anche io".
L'altro sfogliò una pagina.
"Ma… nonostante tutto, Ryuzaki...".
"Dimmi".
Light dischiuse le labbra.

[ "Mi dispiace". ]

"Mi dispiace,” ammise.

[ " Perdonami, Ryuzaki.
Per tutto ". ]

Lentamente, L si girò verso di lui, ed i loro sguardi si incatenarono.
Si fissarono a lungo, senza parlare: non c’erano parole che potessero descrivere ciò che provavano entrambi.
Dopo quella che sembrò loro un'eternità, L indicò i fascicoli impilati sulla sua scrivania: ”Già che sei qui, mi daresti una mano con questi? Ho paura che tu sia l’unico che possa farlo,” disse.
Light rimase fermo per qualche istante. ”Certo,” annuì infine. C’era sollievo nella sua voce.
”Perfetto,” commentò allora L, abbozzando un sorrisino.
Sedendosi accanto a lui, anche Light incurvò le labbra in un sorriso.

[ Agonizzante nell'oceano della sua mente, naufrago in balia dei viscidi ricordi e pensieri e rimorsi che lo annegavano, aveva annaspato per un tempo infinito in cerca della terra, di un'isola, di un qualsiasi appiglio che potesse salvarlo dalla fine. Quando ormai essa gli si era già attorcigliata alla gola, stringendo inesorabile, mozzandogli il fiato, aveva visto una luce, aveva trovato un punto su cui poggiare i piedi, aveva afferrato quella mano tesa.
Si, alla fine, aveva fatto la sua scelta. ]


Light aveva scelto di fidarsi di R
yuzaki.
Ed improvvisamente, una porta si era schiusa davanti a lui, e lui l'aveva oltrepassata. Tutto era diventato più chiaro: quel futuro lontano, che tanto lo aveva tormentato, aveva cominciato a dissolversi: volti, nomi, azioni, pensieri, ogni cosa svaniva rapidamente. Quello di quella notte, come diceva L, era stato davvero solo un incubo, e fortunatamente lui lo aveva già quasi del tutto dimenticato.
Lui non era Kira.
Forse quel sogno era stato un avvertimento, forse L, il giorno prima, lo aveva davvero ferito a livello inconscio [ anche se non ricordava bene cosa gli avesse detto o cosa fosse successo il giorno prima…ma probabilmente era dovuto solo alla febbre]. Ma se ciò era servito come test finale per provare la sua innocenza, allora andava bene. Poteva perdonarlo, per questo suo ennesimo giochetto. Ad ogni modo, ora non c’era più tempo per le esitazioni: dovevano concentrarsi sul caso, per portarlo, finalmente, a conclusione.
Soprattutto dopo aver fatto quel sogno, Light non avrebbe mai lasciato che Kira, quel folle omicida, gli strappasse le persone a lui care.
Lo giurò, sulla sua vita.
Lo avrebbe catturato, senza alcuna esitazione, e lo avrebbe eliminato.
Con le sue stesse mani.
A qualunque costo.


  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: JunJun