Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Flam92    06/05/2013    2 recensioni
- Ha detto che proteggeranno Emilie. La farà iscrivere ad una scuola per spie e agenti segreti, e quando sarà pronta entrerà nello S.H.I.E.L.D. anche lei.–
Rimasi interdetta per un attimo. Volevo davvero che nostra figlia condividesse il nostro stesso fato? Da donna, sapevo quanto fosse complicata la vita della spia. Guardai Clint. Sapevo che nemmeno lui era soddisfatto di tutto ciò, ma come me non poteva negare una cosa molto importante: la sicurezza del pianeta era anche nelle nostre mani, e non potevamo semplicemente voltargli le spalle.
18 anni dopo..
- Sei un idiota! -
- Scusa?! - Chiunque fosse come osava rivolgersi a me, il Dio degli Inganni, in quel modo? D’accordo, ero imprigionato, ma restavo pur sempre un dio!
- Pensi che stare qui, a marcire in una cella possa risolvere qualcosa? T..Lui sta arrivando, sai benissimo che non farà fatica ad entrare ad Asgard, e appena ci riuscirà verrà a prenderti! -
- Chi sei? - Sibilai.
- Emilie Barton -
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO



(Natasha)

- Nat, sai che non possiamo portarla con noi in ogni missione. Non c’è altra scelta, mi dispiace. -

Avevamo già discusso altre volte, nei nove mesi precedenti il parto, di cosa sarebbe successo una volta data alla luce nostra figlia. Si, io, Natasha Romanoff, ero rimasta incinta di Clint Barton mentre eravamo in missione. Non era una missione particolarmente impegnativa, così avevamo avuto molto tempo per noi. In realtà era stato in generale un periodo parecchio tranquillo, dopo l’attentato a Borsellino e Falcone, in Italia, a parte qualche focolaio in Palestina e Bosnia, un paio di incursioni dell’IRA in Irlanda e un piccolo problema con le Olimpiadi del ‘96.

- Clint, non lo so. Vuoi davvero che nostra figlia cresca in un istituto vedendo solo raramente i suoi genitori? Entrambi abbiamo avuto un passato simile, non è quello che voglio per mia figlia. – Ero delusa. Come poteva Clint voler riservare quel triste destino a una creatura senza colpa?

- Ti prometto che andremo a trovarla ogni volta che ne avremo l’occasione, fra una missione e l’altra. Non è molto, lo so, e mi si stringe il cuore al pensiero che nostra figlia, Emilie, trascorra lì la sua vita. Ma i nostri nemici potrebbero farle del male, lo sai. –

- Le farebbero del male comunque, sapendo che è nostra figlia. – ribattei seccata.

Clint rimase in silenzio, il volto contratto in una smorfia di dolore. Qualcuno bussò alla porta. Pensai fosse l’infermiera, ma appena la porta si aprì, Fury entrò nella stanza d’ospedale dalla quale mi avrebbero dimessa di lì a poche ore.

- Agenti Romanoff e Barton, congratulazioni. Le infermiere mi hanno detto che è una splendida bambina e ha gli occhi del padre. -

- Grazie tenete Fury. – rispondemmo praticamente in coro.
“Non ci credo che Fury sia venuto solo per farci le sue congratulazioni.”

- Agente Barton, può seguirmi fuori un istante? -

- Certamente. –

Clint mi diede un bacio in fronte, ed uscì. In quell’istante l’infermiera mi portò Emilie. Era l’ora della poppata.
Cinque minuti dopo, Clint tornò dentro. Da solo.

- Che voleva Fury? -

Lui sedette sulla sponda del letto, accarezzando i pochi capelli di nostra figlia. Erano rossi, come i miei.

- Ha detto che proteggeranno Emilie. La farà iscrivere ad una scuola per spie e agenti segreti, e quando sarà pronta entrerà nello S.H.I.E.L.D. anche lei. –

Rimasi interdetta per un attimo. Volevo davvero che nostra figlia condividesse il nostro stesso fato? Da donna, sapevo quanto fosse complicata la vita della spia. Guardai Clint. Sapevo che nemmeno lui era soddisfatto di tutto ciò, ma come me non poteva negare una cosa molto importante: la sicurezza del pianeta era anche nelle nostre mani, e non potevamo semplicemente voltargli le spalle.

- D’accordo. Nostra figlia deve essere protetta. –

Per questo accettai, anzi, accettammo, di mandare Emilie alla scuola per spie ed agenti segreti.
Fu l’ultima volta che la stringemmo fra le braccia.
 

15 anni dopo…

(Emilie)

Alla scuola per spie e agenti segreti ero fra le migliori. Mi stavo allenando quando vennero a interrompermi quei due tizi dello S.H.I.E.L.D.
Non era la prima volta che li vedevo, passavano di tanto in tanto con la scusa di selezionare i migliori per farli diventare agenti S.H.I.E.L.D.; e ogni volta trovano il tempo di parlare con me del più e del meno.
La rossa, poi, mi somigliava al punto che avrebbe potuto essere mia sorella. Non era vecchia, e a ben pensare avrebbe anche potuto essere mia madre. Sarebbe stato bello conoscere i miei genitori, e ancor più scoprire che erano persone normali. Non che mi dispiacesse la vita che conducevo, fare la spia era forte, ma avrei voluto un’infanzia normale. In ogni caso, stavo per affrontare la mia prima vera missione, e mi scocciava essere interrotta durante gli allenamenti.

- Ciao Emilie. -

- Natasha, Clint. Cosa vi porta qui? Centrate in qualche modo con la missione che sto per svolgere? –

- No, siamo venuti per discutere di una cosa. Vieni, troviamo un posto tranquillo in cui parlare. – rispose Natasha.

Aveva gli occhi...lucidi? Era la prima volta che vedevo una qualsiasi emozione farsi strada sul suo volto.
Li condussi nella mia stanza.

- Allora? Di che volevate parlare? -

Si guardarono un attimo negli occhi, poi Clint prese la parola: - Emy, c’è una cosa che dovresti sapere, e che avremmo dovuto dirti molti anni fa. –

Anche lui aveva gli occhi lucidi. Ma cosa stava succedendo a quei due?

- Emy, io e Clint siamo i tuoi genitori. – concluse Natasha tutto d’un fiato.

Per giorni non ho creduto alle mie orecchie. Fino a quando partii in missione, loro restarono con me. Mi spiegarono per filo e per segno tutto ciò che li aveva spinti ad agire in quel modo per quindici lunghi anni. All’inizio non volevo dar loro retta, non volevo credere che fosse vero. Avevano finto per tutto quel tempo..

“Bè, è il loro mestiere fingere, nascondersi dietro a una maschera.”

Il giorno in cui partii, però, fu il giorno in cui accettai la nostra condizione di genitori e figlia.
Ora, mentre scrivo un rapporto dettagliato di quanto accaduto, in una base a pochi passi dalla New York mezzo distrutta dall’attacco dei Chitauri, capitanati da quel folle di Loki, realizzo di essere felice nonostante tutto. Felice di avere qualcuno che condivida la mia vita e che mi possa sostenere.
 

Avevo appena fatto rapporto al mio superiore, consegnandogli la cartella in cui avevo trascritto tutto ciò che era successo in missione. Prima di uscire gli avevo chiesto quando avrei potuto rivedere i miei genitori. Non credevo che avrei nuovamente pianto, non così presto, non per colpa di Nat e Clint, mamma e papà. Ebbene sì, li avrei rivisti solo quando sarei diventata agente a tutti gli effetti. Cioè una volta compiuti i diciotto anni e superato un esame che mi avrebbe permesso di entrare nello S.H.I.E.L.D. La parte peggiore di tutta la faccenda era stata scoprire che proprio i miei genitori avevano preso questa decisione. Dicevano che la nostra identità e sicurezza erano state compromesse, e che non bisognava correre rischi inutili.

Tornai con la mente alla figura che, da qualche giorno, mi chiamava nei miei sogni. In realtà mi appariva dai contorni sfocati, il volto celato e una sola mano metallica che mi indicava; almeno, credo fosse metallica, di certo non aveva un colore umano. Promesse di potere. Di una vita diversa, migliore.
Mancava poco al mio compleanno. Decisi che mi sarei fatta un regalo per i miei sedici anni. Non sarebbe stato facile, fare la doppia vita. Con un po’ di sacrifici e menzogne, sarei entrata al Suo servizio.
 

Poco più di due anni dopo…

(Emilie)

E’ da qualche mese, ormai, che non eseguo più i Suoi ordini. Sono stata sotto il Suo comando per un anno abbondante, ma ora sono stufa. Ammazzare gente per conto Suo mentre ero in missione iniziava a farsi complicato, e dovevo inventarmi un sacco di scuse che iniziavano a diventare poco credibili.
Purtroppo quel mostro mi tormentava ancora nel sonno, tant’è che da qualche tempo prendo delle pillole per dormire. La telepatia non si annulla con semplici medicine, per questo avevo contattato in segreto Bruce Banner, commissionandogli delle pillole speciali. Finalmente, dopo snervanti mesi di attesa, erano arrivate, e io avevo mollato Lui. Ovviamente ho fatto giurare al dottore di non dirlo a nessuno, ma Banner non è un idiota, quindi ogni mese mi arriva un pacchetto speciale da parte, che mi permette di andare avanti senza paura che Lui possa intrufolarsi nei miei sogni. Ero stata ad un passo dal farlo incazzare seriamente, ma ne era valsa la pena. Domani verranno Vedova Nera e Occhio di Falco a prendermi. I miei genitori mi hanno inviato una lettera in cui si scusavano, di nuovo, per quello che mi avevano fatto passare. Di nuovo, li ho perdonati. Spero non mi deludano proprio ora che ho più bisogno di loro e del loro aiuto. Si, perché devo contattare Loki, l’unico che possa coprire il mio piccolo incidente di percorso. E per arrivare a Loki, ho bisogno degli Avengers.


N.d.A.
Bene, se siete arrivati fin qui, vi ringrazio molto ^-^
E' la prima storia che scrivo, finalmente mi son decisa a fare questo passo xD Nasce da un'idea pazza avuta da una mia amica, con cui mi sono imbarcata in questo esperimento. Spero vi abbia preso il prologo, cercherò di pubblicare a scadenze regolari, facendo passare almeno una settimana fra un capitolo e l'altro.
Sono gradite ovviamente le recensioni, soprattutto agli inizi, per sondare l'interesse del pubblico :)
A presto, un bacio.
Flam
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Flam92