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Autore: Heaven_Tonight    07/05/2013    18 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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testo.

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Capitolo sedici

"My lord, my love..."
(Take care of the ones you say you love...)










Aprì gli occhi di scatto.
Allungando una mano accanto a sé sperò di trovare il corpo caldo di Ville ma il posto era vuoto e freddo.
Aveva sognato tutto?
No.
Non era possibile: quando si era buttata sul letto ore prima, in cerca di silenzio e buio lasciando fuori i suoi amici che giocavano a fare le guardie del corpo, aveva indosso solo la sua maglia preferita.
Invece ora era nuda.
E a meno che non avesse iniziato a svestirsi e girare per casa come una sonnambula, voleva dire che Ville era stato davvero lì.
Si mise a sedere ancora intontita dal brusco risveglio e nel buio della stanza, lo vide.

Era in piedi davanti alla sua porta- finestra, nudo.
Fissava all'esterno.
Non riusciva a vedere la sua espressione, ma sembrava meditabondo...
Sarebbe rimasta a guardarlo per il resto della notte se fosse stato per lei.
La luce che proveniva dall'esterno illuminava a stento il suo corpo magro, sottile e scattante, liscio e senza muscoli...
Il suo Elfo...

«Ehi...» - sussurrò per non spezzare l'atmosfera.
Lui girò appena il viso dalla sua parte, tornando subito a guardare fuori, come se non l'avesse udita.

Lou sentì un brivido freddo correrle su per la schiena.
Era cambiato qualcosa.
Lo stomaco le si contrasse.
Si impose di restare calma, senza iniziare a farsi ogni possibile idea sbagliata come suo solito.
Si alzò lentamente dal letto per avvicinarglisi.

«Non hai freddo qui?»
Lo abbracciò da dietro quando lo raggiunse, posando il viso sulla sua schiena baciò più volte la scapola, passandogli le braccia intorno alla vita sottile.


Inalò l'odore della sua pelle che sapeva anche un po' di lei.
Rimaneva rigido tra le sue braccia, senza ricambiare il suo abbraccio o rispondere alla sua domanda.

Una paura fottuta.
Ecco.
Ora aveva una paura fottuta.
Temette di aver detto o fatto qualcosa senza volerlo, di averlo offeso e magari non se n'era neanche resa conto.
Cercò il motivo di quell'atteggiamento così diverso da poche ore prima, arrovellandosi.

«Ville? - lo chiamò tentando di mantenere la voce calma e serena – Va tutto bene?»

Le braccia di lui rimanevano lungo il corpo senza prendere le sue mani, come avrebbe fatto normalmente o intrecciarle alle proprie.

Silenzio.

Calma. Resta calma e non farti prendere dal panico.”.

Le sembrò che passasse un'infinità di tempo.
Ma rimase in attesa posando la fronte sulla sua schiena liscia.

«Sei ancora innamorata di lui?»

La domanda fatta a bruciapelo diretta e secca come era suo solito, la bloccò.
E il tono era freddo e metallico, come se non gli importasse affatto della risposta che lei gli avrebbe dato.

«Co-cosa?» - balbettò come un'idiota.
«Hai capito bene.»

Trattenne il fiato.

Ti prego, non parlarmi così...”.

Inutile girarci intorno.
Certo che aveva capito: non era una stupida e soprattutto non lo era lui.

Si chiese se i suoi amici gli avessero raccontato tutto quello che era accaduto qualche ora prima.
Avevano fatto l'amore? Se sì, allora non aveva mostrato nulla in quel momento... anzi, l'aveva svegliata nel modo più dolce del mondo.

«No, Ville. Non sono innamorata di lui.»
Posò la fronte al centro della sua schiena rigida sfregandola lentamente contro la sua pelle liscia.


Silenzio.


«Ville... - gli bisbigliò sulla pelle – Non è lui che amo.»
Ecco. E 'fanculo alla dichiarazione romantica!”

Nessuna reazione visibile.
Si avvicinò maggiormente al suo corpo premendovi il proprio aderendo con la pancia ai suoi glutei, con il seno alla schiena... strofinandosi.

Niente.
Che uomo di ferro.”.

«Continui a sognarlo. Continui a chiamare il suo nome mentre sogni.»

Imbecille.Idiota.Cieco.Di.Un.Finnico.Testardo.”.

«Non sono sogni, Ville... sono incubi.»
Le mani di Lou salirono lungo il suo petto, accarezzandolo poi stringendolo forte.

«Non mi piace sentirti sospirare in sogno, piangere o qualsiasi altra cosa tu faccia se lui è presente.» - sbottò.

Le venne da ridere per il sollievo.
Si trattenne e continuò a vagare con le mani e le labbra sulla sua pelle.

«Uhm... è solo per questo che te ne stai qui, imbronciato e con le beltà al vento?»

Giù per le costole, contandole una ad una...

Ville bloccò le sue mani appena sotto l'ombelico.

Guastafeste”.

«Nur era isterica e Zorro non vede l'ora di salvarti dal losco individuo, tu invece non sembri per niente preoccupata! Cazzo, 'Prinsessa', non prenderla alla leggera!» - sibilò, prendendola bruscamente per le braccia mettendola di fronte a lui per vederla meglio e non farsi distrarre dalle sue mani, probabilmente.

«E tu? - gli chiese Lou guardandolo fisso, osservando bene la sua espressione alterata. Possibile che fosse così dannatamente bello e perfetto anche quando era arrabbiato? - Tu invece cosa pensi?»

Adesso mi mena...”.

«Io gli strappo il cuore a morsi se solo osa toccarti ancora.»

W.O.W.”.

«Ville, la state prendendo tutti troppo sul tragico: lo conosco e ricordati che è stato il mio fidanzato per nove anni... a volte si fa prendere dalla rabbia, ma non mi farebbe mai del male.» - liberò una mano per accarezzargli il viso e per tranquillizzarlo.

Perché non sopportava di averlo così vicino e non essere in contatto con lui...
E perché moriva dalla voglia di sentire la sua pelle contro il palmo delle mani.
E perché lo amava...

«Ne sei sicura? Nur non è dello stesso parere.»
Gli occhi verde giada mandavano lampi.

Lou! Smettila immediatamente di volergli saltare addosso! Sta cercando di parlare di cose serie...”.

I suoi ormoni ignoravano allegramente la sua coscienza e fissava incantata il viso di Ville alla luce debole dei lampioni che filtrava attraverso la finestra.

«Lou? …» - lui alzò un sopracciglio richiamandola, perplesso dalla sua faccia evidentemente inebetita.
«Eh? Ah sì... - si schiarì la voce e distolse a fatica lo sguardo dal viso che la deconcentrava – Sì... ne sono sicura... Certo...»

Si chiedeva se nel frattempo avesse anche sbavato.
Senza attirare la sua attenzione controllò che tutto fosse a posto.
Sì, non aveva sbavato.
Per poco.

Lui continuava a guardarla come un falco.
In attesa.

«Smettila di preoccuparti, Ville.»
E baciami.”

«Ti vedo distratta, 'Prinsessa'.» - disse serio ma gli occhi avevano decisamente luccicato, divertiti.

Ah, maledetto gattone...”.

«Mi sto congelando... e questa discussione non ha senso. Vieni a letto.»

Ecco. Brava! Così, breve e concisa. Decisa.”.

Lui ridacchiò ma era certa che avrebbe voluto scuoterla.
Sembrava a metà tra l' irritato e divertito.
Sfruttò l'ipotesi della seconda opzione e si avvicinò buttandogli le braccia intorno al collo.

Il ghigno di Ville si allargò.

Maledetto.”.

«È la primavera che ti fa questo effetto, mia 'Prinsessa'?» - la prese in giro, passandole le mani sui fianchi.
«Quale primavera? Siamo sotto zero, voi e questo clima impossibile... - schiacciò il seno sul petto scarno e tatuato – no sei tu che mi fai questo effetto, Valo... solo tu.»

Pollice in su da parte dei suoi ormoni e cenno d'assenso di una coscienza ormai alla deriva e senza vergogna.

«Sei parecchio scorretta, 'Prinsessa'... - le labbra ormai erano vicine alla meta e lei attendeva con ansia che arrivassero dritte al sodo – molto, molto scorretta a distrarmi con le tue grazie, per evitare discorsi scomodi...»

Gli prese la testa tra le mani avvicinandolo a sé, stringendogli i capelli sulla nuca e tirandoli indietro dolcemente per baciargli il mento.

«Cavolo Valo, quanto parli...»
Gli disse prima di prendere l'iniziativa e zittirlo.

Qualche minuto dopo il chiacchierone con le labbra rosse dai baci alternati ai morsetti e sveglio in ogni senso e con ogni parte del corpo, si staccò col fiato corto.
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma Lou lo bloccò con un dito.

«E ora portami a letto.»






******






Il mattino dopo quando aprì nuovamente gli occhi, era ancora una volta sola nel letto.

Valo proprio non ci resisti, eh?...”

Voci tranquille alternate a risatine provenivano dal salotto.
Sbadigliò tanto da slocarsi la mascella: stava morendo di sonno.
Guardò l'orologio sul display: le undici!

Cacchio!”.

Si trascinò fuori dal letto con un altro sbadiglio e posando un piede a terra inciampò nella maglietta di Ville.

Ah, menomale era ancora in casa... a meno che non fosse fuggito via in mutande, pensò acida.
Infilò la biancheria e l'enorme maglia che aveva tolto durante il suo patetico tentativo di sedurre il finnico.

Strinse gli occhi ancora rimbambita dal risveglio e dalla luce forte e bianca che la accecò non appena apparve in salotto.

Non seppe dire se fosse improvvisamente saltata in buco temporale e si ritrovava in una spiaggia di Malibù.
Fissò i tre, quattro compresa la felina, che tranquilli e beati ridacchiavano allegri facendo colazione. Mezzi nudi.

«Buongiorno, 'Prinsessa'...» - Ville le sorrise malizioso al di sopra della tazza di caffè che stava bevendo.

IL SUO CAFFE'.
Come osavano bere il suo caffè? E che ci facevano tutti mezzi nudi nella sua cucina? E perché LUI non era a letto coperto fino alle orecchie invece di andarsene in giro per casa a mostrare quello che doveva mostrare solo a lei?

Dacci un taglio.”.

Ville per lo meno aveva addosso i suoi jeans scuri; agli altri due mancava solo una palma e un paio di occhiali da sole per completare il perfetto quadretto dei “tipi da spiaggia”.

Nur aveva solo un top bianco corto e striminzito che più che coprire metteva in mostra tutta la mercanzia, indossato sopra degli short altrettanto bianchi, corti e stretti.

Lo spagnolo invece, dai riccioli scompigliati e selvatici, era a petto nudo e con solo i boxer azzurro elettrico a coprire il suo fisico, che lei finse non senza sforzo, di non aver notato.

«Ehi, Eva ti abbiamo svegliato?» - le chiese sorridendo Julian con la bocca piena, non senza prima averle guardato bene le gambe generosamente scoperte.

«Ehm, ciao..» - borbottò imbarazzata Lou correndo dietro il divano per evitare lo sguardo impudente di Julian.

«Oh, non fateci caso: lei è sempre di ottimo umore al mattino, vero cara?» - Nur imburrava la sua fetta di pane tostato ridacchiando.

Sta' zitta tu, spogliarellista sfacciata!”.

«Esci da lì dietro, 'Prinsessa': non ti mangiamo, promesso... non ancora.»
Il ghigno di Ville stava toccando le orecchie e la guardava con la testa piegata di lato, sbirciando anche lui le sue gambe nude.

Lo strozzo.”.

Alzò il mento e si avvicinò impettita all'isoletta in cucina, fiondandosi sul caffè che ancora fumante le solleticava le narici col suo familiare aroma.

Si pentì di non aver messo i pantaloni della sua tuta; si sentiva nuda con la sola t-shirt a coprirle il sedere.

Il finnico la teneva sotto stretto controllo con i suoi laser verdi non smettendo di ghignare un secondo, sorseggiando voluttuosamente il suo caffè.

Maledetto.”.

I ricordi della notte appena trascorsa le balzarono tutti insieme alla memoria facendola avvampare.
Si nascose dietro la tazza, cercando inutilmente di non fargli vedere che era arrossita come un'adolescente.

Ville allargò il sorriso da Stregatto come leggendole nel pensiero.
Le tese la mano chiedendo tacitamente di andargli vicino.

Lei strinse gli occhi fulminandolo ma come una falena attratta dalla fiamma non poté evitare di andargli incontro, accontentandolo.
Sarebbe stato lo stesso se le avesse chiesto di saltare nuda attraverso un cerchio di fuoco: avrebbe storto il nasino e borbottato ma lo avrebbe fatto.

La tirò a sé tenendole stretta la mano, poi le passò un braccio intorno alla vita, posandole un bacio leggero sul naso ridacchiando sotto i baffi.
Anche solo averlo vicino le faceva cedere le ginocchia.

«Hai dormito bene, 'Prinsessa'?» - le chiese con voce angelica.
«Benissimo, grazie.» - rispose piatta lei.

Gli altri due che fingevano di essere impegnati con la loro colazione mentre in realtà non si erano persi una virgola della scenetta, scoppiarono a ridere.
Lou divenne rossa come un pomodoro.

«Certo, come no...» - rise Nur mordendosi le labbra piene.

Le dita lunghe e magre di Ville le solleticavano il fianco e i suoi occhi di certo non facilitavano le cose, mentre la sua coinquilina e il suo aiutante pazzo se la ridevano di gusto.

«Oh, finitela di ridere!» - sbottò Lou col viso in fiamme.
«I muri sono così sottili...» - sospirò teatrale Nur.
«E poi siamo contenti per te: abbiamo fatto il tifo per Valo per tuuuuuttto il tempo!» - rincarò la dose Julian.

Lou boccheggiò.
«Siete... siete... disgustosi! Tutti e due!»

«Ville? Caro, potresti dire a suor Lucia che stanotte non ci sembrava così contrariata?»
«Dai smettetela di prenderla in giro... lei tenta di resistermi ma proprio non ce la fa...» - continuò lo Stregatto, dando man forte ai due simpatici umoristi del mattino.

Ville sollevò il viso per guardarla meglio abbagliandola con un sorriso letale.
«Vi odio.»- sentenziò lapidaria Lou sedendosi sulle ginocchia di Ville che era appollaiato su uno degli sgabelli alti.

Per qualche istante dimenticò chi era e chi ci fosse nella stanza con lei, persa com'era nel verde meraviglioso dei suoi occhi.
Alla luce del sole erano ancora più chiari e ora vi notava pagliuzze marrone chiaro e oro; allungati e leggermente in su con le lunghe ciglia scure a fare da cornice...
Gli occhi di un gatto sornione che la stavano amabilmente prendendo in giro e che fissavano le sue labbra.


Bene, almeno non era la sola ad avere pensieri sconci di primo mattino.

Ciao Valo... sei perfetto e io ti adoro.”.

Avrebbe tanto desiderato baciarlo: si limitò invece a posargli un bacio sui capelli legati dietro la nuca col suo amato cipollotto scomposto.

«Oh no, adesso ricominciano a tubare... Julian, magari è meglio andare via prima che inizino a fornicare sul tavolo...» - Nur rise scuotendo la testa.

«Piantala!» - disse Lou troncando la risposta pronta dello spagnolo, non staccando gli occhi da quelli di Ville.

L'idea non era malaccio, in effetti...
Sorrise ai suoi pensieri ormai senza freno, cogliendo un guizzo negli occhi di lui... bene... stessi pensieri.

«Non sul tavolo, magari...» - disse Ville ridacchiando rilassato.
Era così bello vederlo lì nella sua cucina mal ridotta, assolata come di rado capita in Finlandia, con due delle persone a cui lei voleva più bene.

Aveva una leggerezza nuova nel petto che la faceva sentire viva, che le acuiva tutti i sensi.
Aveva paura a dirlo, aveva paura perfino a pensarlo, ma era felice.

Nonostante tutto.
Lei era felice.
Lui era lì, con lei.
La teneva sulle gambe, una mano posata sul fianco a stringerla a sé; ogni tanto quella mano si spostava verso l'incavo dei reni e saliva a sfiorarle la schiena, il braccio...
Tracciando sentieri che lui conosceva bene e che aveva percorso più volte con le labbra, la notte prima.

Si rese conto che se lui era lì con lei niente e nessuno aveva importanza.
Niente le faceva paura.
Sentiva dentro di sé la forza di mille Lou.

Era pronta a superare qualsiasi ostacolo le si ponesse davanti; che fosse il suo ex imbecille o una stangona sexy e dalle gambe lunghe che cantava con il suo principe oscuro entrando a piacimento nella sua Torre, quando lei non ci aveva ancora mai messo piede... non le importava di niente.

Assolutamente niente.
Lei aveva Ville.
Come non lo aveva nessun altro.
Lei aveva Ville e lui... aveva lei.
Completamente, indissolubilmente, senza alcuna via di fuga.
Lui aveva Lou... e Lou ne era felice.






*******






Domenica mattina.
Ma non una domenica mattina qualunque.
Gli occupanti della casa se ne stavano stravaccati in diverse zone del salotto, chi leggendo, chi limandosi le unghie, chi a piedi nudi infilato dentro un paio di jeans scuri, con l'aria più rilassata del mondo elargiva coccole ad una felina in estasi.

Lou osservava tutti con occhio critico mentre rimetteva ordine nel caos lasciato da Nur in cucina.
Non gliela davano per niente a bere... le stavano piantonando casa per paura che Andrea potesse tornare.

«Non avete impegni oggi?» - chiese Lou asciugando le tazze che avevano usato per la colazione.
«Io no – rispose lesto Julian piegando la testa all'indietro per guardarla – sono liberissimo oggi: non ti diamo mica fastidio vero?»
«No, certo che no...»

Se magari la finite di fare le guardie del corpo...”

«Tu Nur? Non hai nessun party, shopping, nulla di nulla?»
«No, oggi voglio rimanere a rilassarmi a casa...» - le rispose la sua amica continuando a limarsi le unghie con aria annoiata.

Guardò Ville interrogando anche lui con lo sguardo.
Lui ricambiò lo sguardo con gli occhi che ridevano.

«Ah, io avevo intenzione di passare tutta la giornata a letto con te.» - disse a voce bassa e roca.

Lou vide mentalmente la sua mascella cadere a terra.
Bene! Un vero e proprio piano a difesa del fortino di Lou!

Sbuffò sonoramente sbirciando Ville che non la mollava con gli occhi neanche per un secondo.

«Non sei d'accordo 'Prinsessa'?»
Le dita lunghe ed eleganti del finnico lisciavano lente il pelo lucido di Katty ed entrambi la guardavano curiosi.
Due paia di occhi felini.

Si schiarì la voce rendendosi conto che tutti ora la guardavano in attesa.

Oh, andiamo! Tutto ciò è ridicolo!”.

«Certo che sì!» - commentò cercando inutilmente di darsi un contegno.

Risatine.
Lou aveva voglia di urlare e prendere tutti a calci e buttarli fuori da casa sua.
Beh, quasi tutti.

«Vado a farmi una doccia.» - disse evitando in tal modo la strage che stava prendendo forma nella sua testolina.
«Da sola?»- chiesero in coro Nur e Julian poi scoppiando a ridere guardandosi.

Oh, che bello... il festival dell'umorismo non accenna a svaporare!”.
Non li degnò di una risposta.

Ville si alzò con mosse sinuose lasciando Katty contrariata sul divano.
«Ovviamente no...» - sussurrò accentuando la sensualità della voce con un ghigno.

«Non posso deludere la mia platea!»- si giustificò allargando le braccia fintamente sconsolato, trattenendo a stento l’impulso di ridere in faccia a Lou che aveva chiazze rosse su collo e aveva le orecchie di un colore rubino.

«Siete impossibili!» - urlò Lou sbattendo la porta del bagno chiudendo fuori tutti.

Che se la ridevano alle sue spalle.
«Dio, dammi la pazienza...» - sbottò prima di infilarsi sotto l'acqua.
Pochi istanti dopo ridacchiava anche lei.






*******






«Che ne dite di andare a fare un giro? Non siete stanchi di stare qui al chiuso?»
La proposta di Julian arrivò qualche ora più tardi.

Il bivacco nel salotto continuava.

Per lo meno avevano deciso di coprirsi e chiudere lì il gioco “Ken e Jasmine al mare”.
Aveva portato a Ville la sua maglietta verde scuro sventolandogliela sotto il suo nasino perfetto, con un sopracciglio alzato come faceva lui.
Non pensava di aver avuto successo ma bene o male lui si rivestì ridendo sommessamente.

«Non ci penso nemmeno...» – rispose Ville allungandosi in tutta la sua altezza sul divano, stiracchiandosi e sbadigliando come Katty.
Sortendo effetti diversi.

Nur era palesemente indecisa: rimanere a casa per più di 12 ore consecutive la mandava fuori di testa e stava già dando i primi segni di insofferenza, alzandosi ogni dieci minuti, girando per casa spostando oggetti a casaccio.

«No. - disse poi scuotendo la testa – Ho detto che oggi stiamo qui e lo faremo!»
Lou alzò gli occhi al cielo lanciando un'occhiata al suo finnico che con le braccia sotto la testa, se la rideva divertito sotto i baffi.

Ridi, ridi Valo... continua a lanciarmi occhiate di fuoco e vediamo se non ti ribalto sul divano...”.

«È inutile che rimanete qui a fare la ronda! Dateci un taglio e sparite!» - sbottò Lou incrociando le braccia sul petto fissandoli con lo sguardo duro.

Ville ridacchiò divertito dalla sua acidità, Julian abbassò la testa ferito e Nur invece la fissò piantandosi davanti a lei a braccia conserte nella stessa posizione.
«Ehi piccoletta, calmati.»

PICCOLETTA A CHI?!

«Zorro, fermale prima che vengano alle mani...» - disse Ville trattenendo a stento una risata, rivolgendosi a Julian che aveva ancora l'espressione di un cucciolo bastonato.

«Valo, fai poco lo spiritoso!» - dissero in coro Lou e Nur girandosi come jene verso di lui.

Scoppiò a ridere con la sua risata a singhiozzi facendo ridere anche Julian.

«Valo, ora ti accoppo!» - urlò Lou in italiano prima di lanciarsi su Ville, planandogli addosso.
Ovviamente lui non si fece cogliere impreparato: la afferrò al volo prima che lei si schiantasse contro i preziosi gioielli di famiglia.

«Oh no, ora ricominciano... - mormorò Nur – Julian! Usciamo a fare quattro passi: mi sta venendo da vomitare!»

«Ecco, bravi andate...» - rise Lou, facendo “ciao ciao” con la mano, troppo concentrata a strofinarsi su Ville per girarsi verso Nur e Julian.
I due scossero la testa ridendo consapevoli che la loro amica li avesse liquidati e anche senza nascondere il sollievo di vederli andare via.

«Sì, ma non cantate vittoria troppo presto: torniamo! Vedete di fare una cosa veloce e sfogarvi, così magari stanotte dormo!»- urlò prima di chiudersi la porta alle spalle, trascinandosi dietro uno spagnolo perplesso.

«Finalmente soli.» - soffiò il finnico sul collo di Lou.
«Mi sembrava che fossi stanco e annoiato... hai persino sbadigliato!»
«Annoiato... non mi annoio mai con te. - il tono era serio – Lou, guardami.»

Non facendoselo ripetere una seconda volta, Lou si scostò quel tanto da consentirgli di guardarla in viso.
Quando la chiamava per nome e non 'Prinsessa' non aveva voglia di scherzare... ormai lo aveva imparato.

Bello... bello da togliere il fiato con la sua espressione seria.

«Non pensare mai, mai che con te io mi annoi o qualsiasi altra cosa ti baleni in quella testolina adorabile ma dal funzionamento strambo... Quando sono qui con te io mi sento a casa, sto bene, riesco a rilassarmi e lasciare indietro tutto quello che non va nella mia vita.
Quando sono con te io dimentico chi sono.
E non pensare che la mia vita sia così favolosa o che sia pieno di amici e di donne.
Non serve che ti dica che molti mi avvicinano solo per il nome che porto e non perché sono interessati a me.
Soprattutto le donne.
Ma spariscono alla velocità della luce quando capiscono che non otterranno mai quello che vogliono o quello che si aspettavano da me... sono scorbutico, antipatico ed esigente.
Con me stesso e con chi mi sta intorno.
Non sono facile, non sono per niente affabile.
Con te...
Quando sono con te tu non mi chiedi nulla.

Tu non ti aspetti nulla da me e questo... questo fa abbassare tutte le mie difese.
Tu vuoi solo avermi vicino, lo vedo nei tuoi occhi quando arrivo da te... non ti importa chi io sia o cosa faccio, non pretendi niente se non stare tra le mie braccia... - abbassò il tono di voce accarezzandole il profilo del viso con le dita – Vorrei che tu potessi sentire che effetto mi fai, vorrei che tu capissi... quanto sei preziosa per me.»

Lou sentiva il cuore battere così veloce che temette di vederselo uscire a momenti dal petto.
La sbirciò da sotto le ciglia scure incatenandola con la giada.

«Ville... io invece vorrei che capissi l'effetto che tu fai a me... - mormorò con l'affanno baciandogli la punta della dita – È vero... a me basta stare con te, tra le tue braccia per essere felice. Non mi aspetto niente... perché averti conosciuto, averti nella mia vita mi sembra già un regalo del destino... il solo fatto che tu mi consideri interessante, carina, mi fa sentire come non dovrei sentirmi, come ho paura di sentirmi.»

«Non ti piace come ti faccio sentire? Hai paura di me? Hai paura che possa farti del male? - le sfiorava il labbro superiore con il pollice – parlami 'Prinsessa'... conosco il tuo corpo ma mi tieni nascosta la parte che vorrei toccare più di ogni altra.»

Lo fissò negli occhi con una domanda muta stampata sul viso.

«Il cuore, 'Prinsessa'... è la parte di te che tieni lontano. E lo capisco, credimi. So bene come ci si sente quando qualcuno te lo prende a calci...»

«Il mio cuore...» - sospirò Lou, scuotendo la testa.

Possibile che non capisse che ormai era in mano sua?

«Pensi che io ti tenga nascosto ciò che provo? Non lo hai ancora capito? - ora il cuore le si era fermato direttamente in gola e la strozzava – Ville, davvero non hai ancora capito che sono pazza di te?»

Il sorriso di Ville le spezzò il respiro.
Dolce, tenero, sensuale, carico di promesse... di parole non dette, di emozioni travolgenti, di profonda intesa... condensate in un semplice sguardo.

Magnifico uomo, magnifico cuore che mi ama, che mi accoglie, magnifica anima che mi accarezza...”

Ville spostò la mano dalle labbra alla nuca avvicinandole il viso al proprio, posandole delicatamente la fronte sulla sua.

«Aspetterò che tu sia pronta. Non importa. Sento quello che senti tu, quando fai l'amore con me riesco a sentirti... e questo mi basta. Nel frattempo... “*Minä jumaloin sinua , Prinsessa'...»




*Ti adoro



******





Eccoci di nuovo qui...

Comunicato per tutte le "donzelle - con passione - da - fabbro" che si erano preoccupate per la maledetta porta e non di Lou e Valo che lo facevano anche appesi al lampadario: mi preme aggiornarvi che la porta è stata sostituita con successo, il Valo era stato precedentemente avvisato dai due guardiani, Lou non gli ha dato modo di parlare perchè gli è saltata addosso in preda a tempesta ormonale.
Pensavo fosse stato abbastanza chiaro ma visto che vi siete tutte preoccupate del fattaccio... xD
Ma secondo voi al Valo sfugge davvero qualcosa?
Dai dai... vi metto la nota, eh!?
Spero di aver dato sufficiente prova di acidità, come si conviene al mio personaggio!
Scherzi a parte, sono sempre più contenta di conoscere nuovi fan grazie a questa storia.
Sono contenta che vi piaccia e che riusciate ad HIMmedesimarvi!

Come sempre un grazie alla mia Beta
Deilantha che appoggia sempre ogni mia follia: grazie mia mugliera! <3
E grazie infinite a tutte quelle dolci donzelle che hanno commentato il capitolo precedente:
katvil, IlaOnMars6277, arwen85, apinacuriosaEchelon, Lady Angel 2002, _TheDarkLadyV_, FloHermanniValo, Izmargad, x_LucyW, FrancyValo , LaReginaAkasha, cla_mika, Emp_MJ.


Song usata per il titolo del capitolo Anthony and The Johnsons. che adorrrrrrrrrrrrrrrrrrrrooo!!!

*scena isterica di un'ora fa con la Beta*

Io:"Non ho un titolo!!!!
Dei: "Doh!".
*segue ricerca spasmodica di un titolo attinente al capitolo.
L'autrice da fondo alle playlist di Spotify; la moglie ride.
Dopo mezz'ora e un orecchio fumante (sì, uno solo) trova il titolo, folgorata dal testo un pò triste, ma con una frase che calza a pennello per il capitolo.
"That's rrrrrright..." [ Cit. a caso, indovinate di chi?]
Un bacio a tutte!
*H_T*


   
 
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