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Autore: Iarys    08/05/2013    2 recensioni
Fine, una ragazza spensierata e creativa, perde molte persone care e si sente sola.. A reggerla il supporto della paziente balia Lynda e del bizzarro maggiordomo Gustave. Il suo futuro si annoda con quello della Reggia dei sogni.. la MeisonVille. Una volta li, l’aspetterà una nuova vita, nuovi amici e nemici, e un’immancabile scontro con un giovane arrogante ed egocentrico, che saprà come smuoverla dai suoi principi facendo uscire fuori il “maschiaccio” che è in lei. Fra tante sorprese, miste ad odio e stupore, ci sarà un po’ di spazio per l’amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Non poteva essere vero, no. Lasciare la mia casa, le mie cose. Com’era potuto accadere? E la banca? Com’era andata in rovina? Quanti perché senza risposta. Non volevo assolutamente andarci.. io..
- Fine? Fine sei qui? – vidi Lynda entrare lentamente, con un vassoio pieno di delizie e un sorriso lieve in viso..
- Lynda! Ti prego dimmi che c’è una soluzione, non voglio andare via da qui! - Il suo sguardo.. il suo sguardo sorridente ma allo stesso tempo triste, lo sapevo. Dovevamo lasciare la casa, non c’era soluzione. Non servivano parole fra di noi, e silenziosamente mi stava dicendo di non fare la bambina, ma io non potevo accettare di lasciare la mia casa.
- Lynda deve esserci una soluzione, io voglio stare qui, che fine farà la casa? Sarà venduta? E a chi? Non possiamo lasciarla nelle mani del primo che passa, noi dobbiamo.. – al contrario di Lynda, che era sempre aggraziata e soave nel muoversi,  Gustave entrava nelle stanze in modo irruento, spaventando sempre le persone all’interno con quegli scarponi enormi e pesanti che neanche i militari userebbero per le missioni.
- Madame, oh c’è anche Crudelia, pettinati le cheveux?-  Gustave! Gustave aveva sicuramente un’idea!
- Sentimi bene, i miei capelli sono pettinati SEMPRE. Non ti permetto di..-
 - Je ne le pense pas. Vai in giro come una iena -
 - Tu pensi?! – erano buffi, erano troppo buffi. E il solo fatto che mi stavano sempre vicini, in qualsiasi momento della mia vita, mi dava una grande forza, immensa.. erano le mie due ancore di salvezza.
- Aspettate, non litigate vi prego, è importante capire come tenere la casa, Gustave ti prego dimmi che hai qualche idea.. – c’era speranza nei miei occhi, ma non nei suoi, e fu questo che mi colpì.
 - Fine io.. vedi non c’è soluzione.. -
 - Come no? Gustave ti prego, dobbiamo lottare, Lynda diglielo anche tu! –
 - Fine, domani passerà la carrozza a prenderci.. dobbiamo fare le valigie. Non possiamo fare resistenza in casa, forse una volta arrivati alla Reggia di MeisonVille potremo parlare con tuo zio, magari lui sa ciò che è successo o cosa possiamo fare per riprendere la casa e il denaro di tuo padre. Devi avere pazienza e comportarti da persona matura. Siamo d’accordo? -
Mi avevano sempre appoggiato. Sempre. Anche nelle cose più stupide, anche quando non volevo fare il bagno senza il costume da piccola, anche quando volevo cucinare da sola senza l’aiuto di nessun adulto, quando mi cacciavo nei guai, quando avevo bisogno di affetto, quando piangevo, quando non volevo seguire le lezioni private dei professori, loro erano lì. Sempre pronti a sostenermi, ed ero certa avrebbero continuato a farlo. E se la soluzione era andare alle Reggia sotto la tutela di mio zio, l’avrei fatto. Ma sempre e solo con loro.
 - Si.. siamo d’accordo. –
 
                                                                                                       ----

La mattina seguente mi svegliai irrequieta, stranamente preoccupata, con un groppo alla gola che non scendeva giù. Avrei voluto dire che andava tutto bene, avrei voluto sorridere e scherzare allegramente con Lynda e Gustave come sempre, ma la verità era che non sopportavo il fatto di lasciare la casa, e non tanto per la struttura, ma per i ricordi.. i ricordi in quei corridoi, i ricordi ai muri.. i disegni stupidi che facevo da bambina con le dita, mentre Lynda girava per casa come un’isterica con smacchiatori e altri saponi, e Gustave che rideva come un pazzo. Erano parti del mio passato, che avevo paura di dimenticare. Eppure con una forza che reputai sovrumana, mi alzai dal letto ed iniziai a preparare le valigie con angoscia. Era anche esagerato dire “valigie”, avrei portato con me il minimo indispensabile, la lontananza da casa non sarebbe stata lunga, ne ero sicura.
Dopo circa dieci minuti ero già pronta a chiudere la cerniera della valigia, quando iniziai ad udire rumori provenienti dal cortile. Mi affacciai dalla finestra e notai con disappunto che era arrivata la carrozza.

                                                                                                       ----

- A me sinceramente pare strano! -
- Alla iena semble tutto bizzarre.. -
- Sentimi bene francesino, non è colpa mia se ti fai venire a prendere in carrozza da Buliver. Quello lì non sta bene, guarda come si muove la carrozza, sembrano ubriachi i cavalli! -
- Shh, che ti sente. Vous êtes fou! -
- Ma pazza a chi?! Ti giuro se non ci fossero tutte queste valigie ti butterei dalla carrozza! -
- Oui, oui. Ma non urlare, disturbi la quiete pubblica. -
- MA CHI STA URLANDO?! -
- Fine dille che fra poco ci buttano fuori dalla carrozza. -
- Lynda non urlare, ci buttano fuori dalla carrozza.. -
- Fine non dare retta a MisterIoSonoUnFranceseGnocco! -
- Non sto dando retta a nessuno, ma Buliver ci guarda strano! -
- Quello è satanico, parla da solo. -
- Le iene sono sataniche, oh aspetta, vous êtes une iena. -
- Non CHIAMARMI IENA! -
- Gustave non chiamarla iena! -
Notai che Buliver si era girato per ascoltare i nostri discorsi.. e beh, niente da ridire, se non per il fatto che guardando noi, logicamente, non vedeva la strada.
Buliver era un uomo molto strano, alto, con due baffoni, capelli bianchi, una buona corporatura, non passava certo inosservato, si diceva parlasse da solo, che era pazzo e che una volta si era fermato a parlare per strada con una gallina. Io non mi facevo certo influenzare da queste storielle di paese, ma capii che avrei dovuto crederci.
- Signor Buliver la strada! -
- Oh non si preoccupi signorina. Noi siamo attenti alla strada. -
- Nous? Nous chi? – rispose Gustave con crescente preoccupazione, forse dopotutto non erano così sbagliate le voci che giravano su di lui.
Nel frattempo osservavo Lynda rintanarsi in un angolino della carrozza, ed iniziare a farsi il segno della croce.
- Io e il mio me, non lo conoscete? Ci parlo spesso.. si sente molto solo. -
- Oh oui. Non ne dubito. Ma preferirei vederlo parlare con la strada.. e se si gira? -
Vedevo Lynda iniziare ad agitarsi e poi bisbigliare a Gustave: “ Io prendo un coppino* e glielo sbatto in testa.. quando sviene prendi il suo posto. ”
Non potei evitare di ridere sotto i baffi, mentre i cavalli di Buliver continuavano a muoversi in modo strano, tanto da far spostare le valigie da una parte all’altra.
- Oddio chiamate un medico.. – a Lynda iniziava a girare la testa, era evidente..
- Oddio chiamate l’altro me.. – rispose il signor Buliver ridendo.
- ODDIO chiamate un esorcista! – rispose invece Gustave calcando volutamente su “oddio”.
A me sinceramente tutta la situazione faceva ridere, anche perché non avevo mai avuto paura della morte in generale.. e il Signor Buliver per quanto strano, non avrebbe mai rischiato di fare un incidente. Lynda era sempre troppo protettiva con noi, aveva subito paura e presagiva il peggio di ogni cosa, mentre Gustave cercava sempre di far ridere, anche nelle situazioni più difficili.
Non so’ come.. ma arrivammo nel viale esteriore di MeisonVille mentre Buliver continuava a ridere come un pazzo, a dispetto delle imprecazioni di Lynda che continuava a reggere il rosario.
L’entrata alla Reggia era a dir poco stupenda. Tanti fiori, un laghetto con pesci d’acqua dolce,  panchine così brillanti che sembravano di cristallo, dondoli, tavolini. Chissà com’era piacevole assaporare dolci e cibi vari in un posto tanto paradisiaco, con il vento che sembrava sussurrare tante storie.. un vero paradiso, un sogno.
La Reggia era enorme, sembrava un hotel di lusso, quasi un castello..
E fra il maneggio, il vigneto, il roseto e tanti altri luoghi che si intravedevano ai piedi della Reggia, il divertimento certo non mancava, ci si poteva quasi perdere.
- Signori potete scendere! – fu questa esclamazione del signor Buliver a richiamare la mia attenzione  mentre fermava la carrozza.
- Parfait! Io prendo le valigie con i vestiti, voi.. -
- Allora non ci siamo capiti! Pensi davvero di portarti dietro i vestiti e lasciare a noi le cose più pesanti?! Vieni subito a prendere questi!! -
- Certainement. Pare che il trauma psicologico dovuto alla carrozza sia passato, ti preferivo prima! -
Eccoli che iniziavano.. non c’era modo di farli smettere, era inutile. Presi la mia valigia ed iniziai ad inoltrarmi all’interno della Reggia. Tutto sembrava così perfettamente ordinato, non c’era un solo particolare fuori posto. Il tutto brillava sotto il sole, un punto di fuoco nel cielo, sembrava essere stato creato apposta per svolgere quel compito, far brillare la Reggia.
Beh.. tutto era perfetto, almeno fino a quel momento.
- Ahi! – andai a sbattere violentemente a terra. O ero io ad essere inciampata o un idiota mi si era letteralmente catapultato addosso. Alzai gli occhi e notai lo sguardo sorpreso di un ragazzo.. un bel ragazzo.. dai capelli scuri e sbarazzini, e gli occhi cobalto. Continuava a guardarmi, e non dava assolutamente l’impressione di voler chiedere scusa.
- Beh? -
- Beh cosa? -
- Mi hai buttata a terra, penso di meritare almeno delle scuse, e magari una mano. -
- Non è colpa mia se guardi in aria invece di vedere dove cammini , e poi non ti ho buttata, ti ho leggermente sfiorata, se cadi per niente, indubbiamente, non è neanche colpa mia. -
- Cado per niente?! Mi sei venuto addosso come un bulldozer! -
- E tu sei caduta a terra con un tonfo incredibile, fossi in te mi metterei in dieta. -
- Ma come ti permetti?! – Mi alzai velocemente livida in volto. Ma chi era? E come si permetteva a dirmi certe cose? Con quale autorizzazione?
- Non ti serviva una mano per alzarti? Lenta nel cadere ma veloce nell’alzarti. E poi, che io sappia, le femmine riescono a cadere a terra in modo aggraziato, quindi la balena sei tu. -
- Come possono cadere in modo aggraziato?? Esiste anche un modo per cadere a terra? -
- Oh questo non lo so’ proprio, ma non fanno tutto il rumore che fai tu, quindi o sei una balena o hai il didietro grosso. -
- Ma cosa.. che vuoi saperne tu?!? -
- Fortunatamente non l’ho visto. Semplicemente ipotizzavo. -
- Non ti permetto di insinuare certe co.. – le mie parole furono bruscamente interrotte da un urlo proveniente dal vigneto. Un tale che cercava un certo “Admir”.
- Oh quanto mi addolora, mi sarebbe piaciuto restare a parlare del didietro a mongolfiera, ma devo urgentemente scappare. –
Detto questo, senza neanche un accenno di saluto, lo vidi scappare e dirigersi verso il vigneto, bene.. “Admir” non me lo sarei di certo dimenticato.


Note.
Salve a tutte, e scusatemi per l'altra volta ma sinceramente avevo dimenticato proprio le note finali xD Mi rifarò stavolta dai.
Prima di tutto ci tengo a precisare che il *coppino di cui parla Lynda è questo -> 
Image and video hosting by TinyPic Lynda porta sempre dietro tutto ciò che può occorrere in cucina, infatti quando costringe Gustave a portare le "valigie pesanti" sono proprio quelle sue, con pentole, coppini ed altro xD
Allora prima di tutto ringrazio di cuore chi ha letto la storia, chi ha lasciato una recensione dandomi anche consigli utili, e chi l'ha messa nelle seguite. Grazie anche a chi dopo un solo capitolo ha deciso di metterla nelle preferite, sono onorata. Grazie davvero!
Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno e di poter ancora migliorare ^^
Grazie a tutte e alla prossima.
Iarys~


 

  
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