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Autore: Aagainst    08/05/2013    5 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
-Allora McGee, notizie su Forrester?- chiese Gibbs. –Sì, capo. La vittima, Stephan Forrester, aveva 43 anni ed era originario di Coneway, in Arkansas. Non aveva parenti e viveva da solo. La cosa strana è che non doveva essere al porto quando è stato ucciso.-. Gibbs assunse un’aria sorpresa. –E dove doveva essere, scusa?- domandò. –Aveva il turno di guardia su una portaerei, la USS Enterprise. L’ammiraglio si chiama Steve Leicester.- rispose McGee. –Ottimo lavoro.- si congratulò Gibbs. –Fatelo chiamare.- ordinò. –Ah, capo, Abby ha trovato qualcosa. La sta aspettando di sotto.-. Gibbs annuì e si recò immediatamente dalla specialista forense. Entrato nel laboratorio, si tappò immediatamente le orecchie: la musica era altissima, tanto da far rimbombare le pareti. –Abby!- la chiamò, ma lei non sentì. –Abby!- urlò più forte, senza ottenere ancora nessuna risposta. Vide il telecomando dello stereo, lo prese e spense l’apparecchio. –Chi è quel brutto bastardo che ha spent… Oh, ciao Gibbs.- disse con una punta di imbarazzo. –Ciao Abby. Ecco il tuo caffè. Allora, cos’hai da dirmi?- chiese Jethro. –Oh, sì. Beh, Ducky mi ha portato i proiettili che c’erano nel corpo di Forrester. Come potrà confermare anche lui, c’è qualcosa che non quadra.- -In che senso?- chiese Gibbs, confuso. –Beh, le quattro pallottole provengono da un fucile M4. Ma non ha senso, dato che le ferite mortali sono state probabilmente inflitte da una Beretta M9.- rispose la forense. –Quindi vorresti dirmi che l’assassino ha sparato con una pistola e successivamente ha sostituito i proiettili con quelli di un M4?- -Esatto!- affermò Abby. –Ma non ha alcun senso!- esclamò l’uomo. –Ah, Gibbs, ho analizzato anche il ciondolo che mi ha dato Ziva.- comunicò la forense.  –E hai trovato qualcosa?- chiese Jethro. –Ci sono solo le impronte di Forrester, ma non era suo. Penso che appartenga a qualcuno del Mossad, Gibbs. O comunque a qualche israeliano. La lettera aleph potrebbe indicare l’iniziale di un nome.- spiegò. –Ottimo lavoro Abby. Se scopri qualcos’altro informami subito.- la ringraziò Gibbs. Poi le diede un baciò sulla fronte e si recò da Ducky.
–Oh, Jethro. Accomodati pure.- disse il medico legale. –Ducky, perché mi hai fatto andare prima da Abby?- gli chiese Gibbs. –Intuisco che ti abbia già detto dei proiettili. Vieni, voglio farti vedere un’altra cosa.-. I due uomini si avvicinarono al corpo di Forrester già abilmente sezionato dal dottor Mallard. –Signor Palmer, può andare per favore a prendere un po’ d’acqua?- domandò Ducky. –Ma dottor Mallard…- protestò il giovane. –Per favore ragazzo.- insistette il medico legale. Palmer cedette e andò a prendere l’acqua, lasciando soli i due uomini. –Che ti prende Ducky?- chiese Gibbs. –Guarda qua, sul polso.-. Jethro prese il polso e notò una piccola incisione, invisibile a prima vista. –Sembrerebbe una… Stella?.-. Ducky annuì. –E’ un simbolo ebraico, per la precisione è la Stella di David. Eppure è solo incisa, non tatuata. Questa storia non mi piace per niente.- -Neanche a me Ducky. Neanche a me.-. Gibbs alzò gli occhi al cielo. –Eppure continuo a non capire come mai tu abbia allontanato Palmer, Ducky.-. Il dottor Mallard si guardò attorno. Poi sussurrò:-Ho la vaga impressione che il Mossad c’entri qualcosa. E quando c’entra il Mossad vuol dire che- -Che c’è di mezzo Eli David.- concluse Gibbs. –Esatto. E Ziva ha già sofferto abbastanza. Palmer è un bravo ragazzo, ma non sa certe cose. E forse è meglio che non le sappia.-. Gibbs annuì. –Beh, comunque penso che questo omicidio sia assolutamente senza senso. Non capisco proprio perché uno debba sostituire i proiettili.- -Beh, questo sta a te scoprirlo. Io sono solo un medico legale.-. A Gibbs scappò un sorriso. Salutò Ducky e salì al piano superiore: Leicester era arrivato e Tony e Ziva lo stavano interrogando.
-Allora, cosa vi ha detto Leicester?- chiese jethro a Tony. –Beh, solo che Forrester non aveva praticamente amici, l’unico che frequentava era proprio l’ammiraglio. E anche se aveva una casa a Coneway non ci andava praticamente mai. Diciamo che ormai abitava sull’USS Enterprise.- rispose l’agente. –E sui nemici che mi dite?- -Non ne aveva. Era un tipo introverso, molto chiuso. Non aveva mai conosciuto i suoi genitori ed era cresciuto in un istituto.- rispose Ziva. L’israeliana guardò l’ora e, vedendo che erano le sette disse:-Ora devo andare, ho un lavoro da sbrigare.-. Tony fece una faccia perplessa. –Di che genere di lavoro si tratta?- chiese. –Eh, sapessi…- rispose enigmatica lei, mettendosi la giacca. –Ehi, ti ricordo che avevamo appuntamento tu, io, Abby e McGee in pizzeria!- esclamò DiNozzo. Lei lo guardò, con i suoi occhioni scuri. Se n’era completamente dimenticata. –Sarà per un’altra volta. Mi dispiace.-. Fece per andarsene, ma Tony le prese il polso. –Ho la vaga sensazione che c’entri con il ritardo di stamattina.- rifletté. Ziva sospirò. Infine, cedette. –Ok, va bene! Stamattina ho conosciuto un uomo, si chiama Jamie Thompson ed è un capitano di marina. Abbiamo chiacchierato un po’, niente di che. Lui ha una fidanzata, Jenna Grace e gli serviva qualcuno che tenesse d’occhio i suoi figli.-. Tony scoppiò a ridere. –Ehi, che c’è?- protestò Ziva. –Tu… Tu babysitter! Ahahah! Muoio!- disse lui fra le risa. -Sì io babysitter. E allora?- fece lei. –E se non ti obbediscono che fai? Li torturi con un coltello?-. Ziva lo ignorò e uscì dal quartiere generale. Prese un taxi e andò dritta a casa di Jamie. Suonò il campanello e attese. Un bambino gli aprì. –Ehm… Ciao, tu devi essere Mitch. Io sono Ziva, un amica di papà. Posso entrare?-. Il bimbo la squadrò. Aveva dei riccioloni biondi che gli contornavano il viso, su cui spiccavano due enormi occhi azzurri. –Alex, puoi venire? C’è una che vuole papà.-. Subito apparve una ragazzina magra, di media statura. I capelli erano neri e anche gli occhi erano scuri, ma il viso era identico a quello di Mitch. Era vestita totalmente di nero, perfino le pantofole erano nere. –Ehm, ciao. Posso entrare?- chiese Ziva. –Sì, entra pure.- rispose la ragazza. –Vostro padre non c’è?- domandò l’israeliana. –Te lo chiamo subito. Tu devi essere la babysitter. Sai, papà è fissato con questa storia della babysitter. Non pensa che io e Rachel siamo affidabili. Beh, su Rachel ha anche ragione, ma su di me…-. Ziva si guardò intorno. La casa era molto grande. L’ampio salotto presentava al suo interno tre divani, un pianoforte, una tv e una vasta libreria. Delle scale permettevano l’accesso al secondo piano. –Ziva! Mitch è venuto a chiamarmi! Accomodati pure e scusa se mi sono rivolto a te, ma non sapevo chi chiamare!- esclamò Jamie. –Oh, beh, non ti preoccupare.- disse lei. –No, mi fai un favore, invece! Come sto?- chiese scavalcando agilmente la ringhiera delle scale. Ziva lo osservò: indossava una camicia bianca, coperta da una giacca nera. Al collo, una cravatta rossa. Le scarpe erano nere. –Wow, sei elegantissimo!- esclamò. –Grazie-. Alexandra fece una faccia schifata, mentre Mitch applaudì. –Bene, io vado. Ragazzi, fate i bravi. Ziva rimarrà con voi. Io torno presto.-. Jamie baciò in fronte suo figlio, mentre Alex si allontanò. –Dai papà, vai!- lo spronò lei. Il marinaio aprì la porta e se ne andò. –Bene. Prima domanda: vostro padre mi ha parlato di tre figli. Dov’è Rachel?- chiese Ziva. –Oh, beh, lei non c’è mai la sera. Va sempre in giro con i suoi amici. Tornerà verso le tre, come al solito.- rispose Alex. –Ah. Ottimo. Quindi lei non torna prima di tuo papà. Giusto?- domandò. –Già.- disse la ragazzina. L’israeliana sorrise, nervosa. –Bene. Passiamo alla seconda domanda: che cosa volete fare?- -Cartoni!- rispose Mitch. Dalla faccia che fece la sorella Ziva capì che però lei non condivideva assolutamente la stessa idea. –Guarda pure i cartoni con mio fratello. Io me ne vado in camera.-. L’israeliana la lasciò fare. –Allora Mitch, che cosa vuoi guardare di bello?- -Hercules! Voglio vedere Hercules!-. Ziva prese il dvd e fece partire il cartone. Quando finì Mitch dormiva beatamente sul divano e l’israeliana lo portò in camera  sua. Poi si recò da Alexandra. –Alex, è ora di andare a letto.- le disse. –Vado subito, tu entra pure, non ti preoccupare.-. Ziva entrò  nella stanza della ragazzina. Era una camera strana: era indubbiamente grande, eppure sembrava piccola a causa degli innumerevoli poster che tappezzavano le pareti. Ziva li osservò meglio: erano tutti immagini di band, probabilmente di stampo metal. –Che c’è? Non ti piace camera mia?- chiese Alex con voce delusa. –No, no. E’ che è molto… Particolare.- rispose Ziva. –Capisco cosa intendi. E’ che io sono così, mi piacciono il metal e il metalcore. Non è colpa mia.- sembrò quasi giustificarsi la quindicenne.  –Già. Dai vai a letto. Buona notte.- -Buona notte.-. L’israeliana uscì dalla camera e si buttò sul divano. Il cellulare vibrò. Lo prese. Le era arrivato un messaggio da Tony. Lo lesse. “Ciao Zee, scusa per prima. Sono sicuro che sei un’ottima babysitter. A domani.”. Ziva sorrise. Non se l’aspettava, ma ci sperava. Ora doveva solo aspettare che Jamie tornasse a casa e poi sarebbe andata a dormire. “Babysitter Ziva David.” Pensò tra sé. Sorrise. “Non suona male.”.

Angolo dell'Autrice
Sì, è vero, vi avevo detto che avrei pubblicato sabato. Però ora vi spiego: mi è venuta l'ispirazione subito e in due giorni ho scritto il capitolo. Poi ho avuto quattro (QUATTRO!) interrogazioni di fila e mi sono andate tutte bene! Quindi, per festeggiare, ho pubblicato oggi!
Spero vi sia piaciuto! Ringrazio chiunque abbia inserito la storia tra le seguite e poi le persone che hanno recensito lo scorso capitoolo:
-Scrittrice in canna
-CheesecakeTIVAfan
-Anny_97
-AleTiva95
Allora, o a sabato prossimo o a mercoledì prossimo! In qualunque caso, aspettatevi un capitolo la prossima settimana :)
Bye Bye!
   
 
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