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Autore: Foundmesoulmate    08/05/2013    1 recensioni
Si può scappare da una gabbia - scassinarne la serratura - o da un acquario - romperne il vetro? Si può scappare da sé stessi e uscirne illesi?
Si può sconfiggere una società che non ti vuole accettare?
"Harry?"
"Mh?"
"Io e te vinceremo, vero?"
"Sì, ma se non dovesse succedere sappi che non m'importa. L'unico premio che voglio ora mi sta tenendo la mano."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«They weren’t happy.»

C’era il sole fuori e il profumo delle belle giornate, Louis sgusciò fuori dal letto e lasciò lì Eleonor. Dopo tutto le voleva bene. Non troppo al suo costante desiderio di frequentare i locali Starbucks ma non si può amare tutto di qualcuno. No? Lui di Harry amava tutto. Com’era possibile? Amava il modo in cui si scompigliava i ricci, il modo in cui il suo profumo sembrasse essere ovunque, il modo in cui lo amava, – a volte violentemente, voracemente mentre altre con dolcezza, garbo e quasi terrore di fargli del male – le sue fossette quando sorrideva e lo sguardo verde che gli ricordava una foresta o lo smeraldo. E non solo quello. Harry gli ricordava tante cose. Il profumo di pulito delle lenzuola di mamma, il profumo dei limoni appena raccolti, il sapore della cioccolata d’inverno e quello del the freddo – alla pesca – d’estate, gli ricordava il sorriso delle donne della sua vita, – le sorelle e la madre – gli ricordava tutto ciò che c’era di bello a questo mondo. “Loueh, dove sei?” Pigolò dal letto Eleonor. “Chiamami ancora così e ti stacco i capelli, solo Harry può.” Sussurrò Lou fra i denti mentre cercava di farsi la barba. “Oh, eccoti!” Esclamò lei raggiungendolo per poi abbracciarlo da dietro lasciandogli un piccolo bacio sulla spalla. Louis si irrigidì e fece cadere un po’ di schiuma dalla mano per poi finire di radersi. “Buongiorno.” Si limitò lui scansandola con dolcezza, senza farglielo notare. “El, vado di fretta!” L’ennesima scusa e uscì di casa con il lucidalabbra della sua “ragazza” addosso, si passò una mano sulla bocca e lo tolse. Ancora non sopportava l’idea di condividere una finta vita di coppia con una donna che non amava, a El il management non diceva nulla, solo forse qualche accenno al fatto di foto modificate o account che pubblicavano scritte quando lui o lei proprio non potevano usarlo un computer o un qualsiasi aggeggio elettronico. Le avevano accennato al fatto che dovesse coprire un’altra cosa ma non le avevano detto né cosa né perché e lei si era fatta bastare l’idea di stare con Louis e l’abbonamento da Starbucks. Era brava, Eleonor, non faceva domande e faceva ciò che le veniva detto e al tempo stesso non sapeva il perché lo faceva. Domande – le notti in cui era sola, senza distrazioni – se ne faceva ma poi cercava di reprimere tutto: sospetti, dubbi o interrogativi. Tutto dentro una cassaforte e gettava la chiave. “Ho Lou.” Si ripeteva fino ad addormentarsi. Le bastava. Se lo faceva bastare.

“Lou?”
“Dimmi Hazz.”
“Posso tenerti la mano?”
“Sai che non possiamo.”
“Ma tu lo vorresti?”
“Che domande fai? Certo!”
“Allora facciamo coming out.”


Quante volte era uscito fuori quel discorso, quante volte ne avevano parlato, quanto c’avevano pianto lo sapevano solo loro ma era chiaro che non potevano andare avanti ancora tanto. Erano sulla spiaggia e la brezza marina scompigliava i capelli – e i pensieri – a entrambi. Niente a che fare con l’uragano del loro primo bacio ma quel rimescolamento di budella e pensieri a starsene lì da soli, solo il mare e il cielo a guardarli, li stava facendo tremare e li stava sfinendo. “Lou, io non ce la faccio più a toccarti solo quando siamo soli. Voglio passeggiare per strada con te e prenderti quella fottuta mano e baciarti. Cazzo, Louis io non ce la faccio.” Sbottò il ricciolo mentre Louis gli accarezzava i ricci standogli seduto sulle gambe, la testa sulla sua spalla e l’aria di chi vorrebbe accontentare la persona che ama ma non può. Non può perché c’è troppo in ballo, non può perché c’è la paura a fare da sfondo e perché lui non è forte.  “Hazz, nemmeno io ce la faccio ma sai perché non possiamo. Devi essere paziente.” Sussurrò piano Louis, guardando Harry negli occhi, guardandolo intensamente, guardandolo come si guarda qualcosa che hai paura di perdere perché sai che non fai senza. Harry lo guardò e i loro sguardi si accarezzarono, si intrecciarono e lo stesso fecero le loro mani e probabilmente i loro pensieri. “Louis?” “Mh?” “Ti amo.” “Ti amo anche io, Harry Styles.” Harry sorrise e le fossette fecero capolino agli angoli delle sue labbra. “Ti sposerò Harry.” Disse Lou prima di prendergli il volto fra le mani e baciarlo. Finirono per rotolare sulla sabbia trovandosi l’uno sopra l’altro. Talmente vicini da riuscire a sentire i loro cuori battere l’uno nel petto dell’altro, talmente vicini da sentirsi mancare l’aria – troppo poca da mettere in comune - , talmente vicini da lasciarsi il segno. “E io ti lascerò lì all’altare come un pesce lesso.” Disse Harry ridendo mentre Louis lo guardava male, gli occhi azzurri di Lou guizzarono ai polsi di Harry che subito dopo immobilizzò rimanendo cavalcioni su di lui. “Ah sì?” “Sì.” Louis gli morse il labbro inferiore e lo tirò piano per poi baciargli la fronte. “Non credo, piccola peste. Tu non vedi l’ora di avermi tutto per te.” “Ma tu sei già tutto per me!” “Pff, chi te lo dice?” Harry invertì le posizioni dopo aver liberato i polsi. “Te lo dico io e sai apposta che faccio?” Lou scosse la testa, gli occhi che gli brillavano per la curiosità e l’intimità di quel momento.  Harry si chinò sul suo collo e prese fra le labbra un po’ di pelle, la succhiò e quando fu soddisfatto del suo operato la lasciò andare, baciò la parte arrossata e si avvicinò all’orecchio del ragazzo che gli stava sotto: “Tu sei mio.”
“Louis!” Disse Zayn ridendo non appena lo vide massaggiarsi il succhiotto. “Devi smetterla di farti sottomettere così!” Continuò a ridere mentre entrarono anche Liam e Niall, Harry al telefono che si godeva la scena bello spaparanzato sul letto. Lou grugnì e scompigliò i capelli di Zayn. “Stai zitto pakistano che ti lasci sottomettere dalla tua ragazza, io ho almeno ho la scusa che Harry è un ragazzo!” “Io non mi faccio sottomettere da Perrie!” “Chiedilo al tuo ciuffo biondo o al cane che devi portare fuori sempre tu.” Harry,Liam e Niall stavano ridendo come dei deficienti mentre quei due battibeccavano. “Harry?” “Sì?” “Prima hanno chiamato quelli del management.” Disse Liam. “Non erano contenti.” Precisò Niall. Harry sbiancò.

E chiusi dentro mille gabbie e altrettanti acquari la paura li inseguiva, come una sentinella. 

  
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