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Autore: Reiko87    09/05/2013    2 recensioni
La storia è tratta dall'ultima puntata della quarta stagione... cosa serebbe successo se in quella limousine ci fosse davvero stato John il rosso? il titolo si riferisce ad una frase detta da Jane in quell'episodio.
Sembrava una giornata come tutte le altre al CBI, e coloro che vi erano all’interno continuavano le loro attività ignari che da lì a poco sarebbe tutto cambiato, che la tranquillità apparente era solo il presagio della tempesta del secolo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora... come promesso ecco anche il quarto capitolo. Da questo momento inizia la parte di fantasia che si collega alle scene finali della quarta stagione... Speriamo bene! ;p
...Sono sempre ben accette delle recensioni per capire cosa ne pensate.
Grazie a tutti, Ciao :)
 
 
 
 
Qualche ora dopo si erano ritrovati seduti su quella duna di sabbia; mano nella mano il mondo si era fermato, quel semplice tocco aveva messo in pausa tutto il resto, nessun suono poteva essere ascoltato se non quello dei loro cuori che battevano all’unisono. In lontananza il rumore delle sirene risultava una melodia ovattata. Ora era davvero tutto finito, ma in realtà non era che l’inizio di una nuova vita, una vita libera dalla paura, una vita libera da John il Rosso.
Alla fine l’agente Darcy aveva voluto ascoltare le parole di Lisbon ed erano giunti in tempo per salvare Jane. La stessa agente dell’FBI aveva ucciso John il Rosso. Un colpo esploso dalla sua pistola aveva raggiunto alla testa il mostro. Jane rimpiangeva di non essere stato lui a togliere la vita all’uomo che l’aveva tolta alle sue donne, ma poi si voltò a guardare la mano intrecciata alla sua e ogni dubbio si dileguò dai suoi pensieri. Ora e da molto tempo c’era solo lei nella sua testa. Al suo fianco Lisbon lo guardava cercando di interpretare i suoi pensieri, ma non era mai stata così lontana dall’immaginarli.
 
-Tutto ok?- aveva chieto la bruna stringendogli ancora forte la mano per paura che potesse di nuovo sfuggirgli.
 
-Si… mai stato meglio.- aveva risposto il consulente con un sorriso stanco ma sincero. –Comunque io non vado da nessuna parte- Continuò Jane posando gli occhi sulle loro mani e allargando di più il suo sorriso pensando alla stretta della collega. – Se vuoi puoi mettermi le manette se ti rende più tranquilla- esplodendo in una vera e proprio risata.
 
Lisbon non lo aveva mai sentito ridere così, e il cuore le si scaldò di un sentimento carico di dolcezza, poi subito staccò la stretta alla mano con il viso scottato dall’imbarazzo per essersi esposta in modo tanto chiaro.
 
-No, ti prego Lisbon, non volevo offenderti. Non allontanarti…- e così dicendo bloccò la mano dell’agente dagli occhi di smeraldo tra le sue e restarono così per qualche secondo. Il silenzio venne interrotto proprio da Lisbon
 
-Non vado da nessuna parte, Jane. Io ci sarò sempre… lo sai vero?-
 
-Si, lo so- le rispose guardandola negli occhi. Poi alzò la mano per posarla sul viso accaldato di Lisbon che rimase immobile con gli occhi brillanti incatenati in quelli di Jane. Lui lasciò la sua mano un po più a lungo in quella posizione disegnando dei piccoli cerchi col pollice, senza preoccuparsi dell’insolito contatto tra loro. Ad un tratto sembrò voler dire qualcosa, ma il tentativo venne interrotto dall’arrivo dei tre colleghi, obbligandolo anche a ritrarre la mano dalla comoda posizione in cui era collocata.
 
-Come stai, Jane? …Scusa, non abbiamo potuto fare prima- disse Van Pelt, col respiro corto.
 
-Sto bene, grazie piccola Grace- e sfoderando ancora uno dei suoi migliori sorrisi la guardò dritta in viso per rassicurarla, per poi portare il suo sguardo ancora su Lisbon che guardava dritto davanti a se evitando di lasciar intravedere l’imbarazzo per il contatto precedente.
 
-Credo sia il caso di andare- aggiunse infine Cho, che come solito fu il primo a capire che forse avevano interrotto un momento speciale.
Inaspettatamente anche Lisbon si alzò dalla duna in cui si era accomodata:
 
-Ragazzi vengo con voi… tu ci raggiungi con il tuo catorcio, vero Jane?- aveva infine detto la bruna voltandosi verso il suo consulente, che in principio era rimasto un po stranito dal comportamento della donna, ma poi pensò che fosse solo stanca.
 
-Ehi, la mia auto non è un catorcio… è un vero e proprio pezzo di storia!- fece infine lui assumendo l’aria da uomo profondamente offeso.
 
-Si, è proprio da museo!- rispose Lisbon camminando verso il suv nero, lasciandosi andare però in una sonora risata.

Dietro di lei anche i suoi sottoposti avevano iniziato a ridere sotto i baffi pensando che finalmente tutto sarebbe tornata alla solita, noiosa… amata routine. A loro erano mancati davvero tanto i battibecchi quotidiani del capo e Jane.
Patrick rimase ancora qualche minuto seduto sulla sabbia a sorridere guardando il suo team allontanarsi in direzione del CBI. Quando anche l’ultimo granello di polvere alzato dall’auto nera si abbasssò, lui si mise in piedi sistemandosi il completo grigio sgualcito, poi incaminandosi tirò un sospiro di sollievo.
Si, sarebbe andato tutto meravigliosamente bene.
 

 

  
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